Morire a 11 anni per il volgare vuoto di Sfera Ebbasta, una tragedia nella tragedia
La tragedia di Corinaldo. Sei vittime alla discoteca Lanterna Azzurra, accorse per il trapper Sfera Ebbasta, profeta della droga libera, della donna-oggetto, del nichilismo assoluto. Ci sono modelli di vita verso cui non bisognerebbe accompagnare i figli, mette tristezza che le volgarità del trapper siano l’ultima cosa attesa da quegli adolescenti.
«Hey troia! Vieni in camera con la tua amica porca. Quale? Quella dell’altra volta». E’ per ascoltare questa poesia che due giorni fa sono morti 5 ragazzini minorenni ed una mamma, nella tragedia di Corinaldo (Ancona). Travolti dalla calca durante un fuggi fuggi generale nella discoteca “Lanterna azzurra”, provocato dall’uso di uno spray urticante.
Si può morire anche ad un concerto di Mozart, di Gianni Morandi o di Cristina D’Avena. Ma colpisce ed infonde tristezza il fatto che l’ultimo pensiero di questi ragazzi prima di perdere la vita era probabilmente quello di ascoltare i sermoni musicali del trapper Sfera Ebbasta (di nome Gionata Boschetti), rappresentante del vuoto assoluto di cui si abbeverano molti odierni adolescenti e ampiamente sponsorizzato dalla rivista Rolling Stone Italia. Mette una qualche nausea leggere i “testi” delle “canzoni” sulle cui note avrebbero ballato quei giovani, in quella discoteca, quella tragica notte. In confronto, Fedez e J-Ax sono Pascoli e Dante Alighieri.
«Tu sei un babbo di minchia, solo un minchia di babbo» è il gioco di parole più ricercato e riuscito nei brani del trapper di Sesto San Giovanni. Il quale, ovviamente, non ha alcuna colpa nella tragedia accaduta. Anche se lo psichiatra Paolo Crepet lo riconosce comunque moralmente colpevole: «Dobbiamo dare ai nostri figli esempi di passione, di cose semplici e positive. Non si può parlare di alcol e droghe per tutta la vita. Se io scrivo in un testo che devo scolarmi una bottiglia di rum e correre a 180 all’ora, c’è qualcosa che non va. I cantanti hanno delle responsabilità», ha affermato. Quella mamma, morta schiacciata da decine di corpi caduti a causa di una transenna arrugginita, forse non sapeva che stava accompagnando la figlia undicenne in una discoteca che si sarebbe riempita di inni alla droga libera, allo sfruttamento della donna come oggetto sessuale («scorcia-troie», come le chiama il trapper), all’esaltazione della ricchezza, al nichilismo assoluto. Probabilmente non avrebbe condiviso. Ma molti altri genitori? C’è un post su Facebook di una mamma che si sfoga: «Vivo un continuo ricatto: lei mi dice “ma gli altri lo fanno”. Non c’è suo padre che se n’è andato di casa, a resistere io ci provo ma vince sempre lei».
Le persone perdono la vita in circostanze assurde, tutti i giorni, e ci sono sempre stati artisti con messaggi terribili, a partire dai Jefferson Airplaine che incitavano a fare scorpacciata di Lsd, poi Jim Morrison e Frank Zappa. Ma resta il fatto che morire a 11 anni attendendo le volgarità di Sfera Ebbasta ci pare essere una doppia tragedia, questo è accaduto e anche su questo bisognerebbe riflettere. Domani, quando la vita ricomincerà. Ci sono modelli di vita verso cui non bisognerebbe accompagnare i figli, verso cui i genitori non dovrebbero essere complici. Non che ciò avrebbe potuto salvare la vita di quei giovanissimi ragazzi, ma forse aiuterebbe a salvare molti adolescenti dalla disperazione esistenziale in cui versano. Se il loro mondo a 11-13 anni è già pieno di fumo/droga, tipa/porca e money/vodka, inutile poi lamentarsi della perdita dei valori e della società liquida. E già questa, di per sé, è una tragedia.
La redazione