Fede e Scienza

La fede può prescindere dalla scienza? E la scienza nega Dio?

Perché esistono scienziati che trovano conferma della loro fede in Dio attraverso la scienza, mentre altri confermano il loro ateismo proprio grazie ad essa?

Il motivo risiede nel fatto che Dio non è un concetto scientifico e la scienza non può dimostrare la verità o la falsità di proposizioni metafisiche e teologiche (e viceversa).

Non esistono e non possono esistere prove scientifiche dell’esistenza di Dio, così come non esiste un ateismo scientifico. Piuttosto, alcuni aspetti che emergono dallo studio della realtà fisica possono confermare o mettere in discussione posizioni esistenziali preesistenti. Tuttavia, sebbene sempre più rare, esistono ancora posizioni estreme che vedono la fede religiosa in conflitto con la ricerca scientifica.

Attraverso i seguenti dossier, costantemente aggiornati, approfondiamo il tema di questo presunto conflitto:

 

Ecco i nostri dossier:

 
 

Albert Einstein, Dio e la religione: era ateo o credente?

Una dettagliata e documentata analisi della visione religiosa del celebre fisico, troppo spesso strumentalizzato in chiave anti-teistica: eppure lui stesso e i suoi biografi ufficiali hanno chiarito piuttosto bene quale fosse la sua posizione esistenziale, ben lontana sia dallo scetticismo ateistico che dal teismo cristiano. Pur vagando negli anni dal panteismo spinoziano al deismo scientifico, pochi sanno che nell’ultima parte della vita Einstein si è avvicinato notevolmente alla tradizione giudeo-cristiana.

 
 

Madonna di Civitavecchia: le lacrime e la scienza.

La ricostruzione storica e scientifica su quanto avvenuto nel 1995 a Civitavecchia, quando una statua raffigurante la Madonna di proprietà della famiglia Gregori avrebbe pianto lacrime di sangue in presenza di numerosi testimoni e autorità civili (poliziotti, giornalisti ecc.) e religiose. Dopo numerose indagini, la magistratura italiana è giunta ad un verdetto sorprendente, escludendo il dolo.

 
 

Fede e psicologia: cosa dice la scienza.

Esiste una comprovata relazione tra religiosità, fede ed il benessere psicofisico? Interrogando la letteratura scientifica emerge un quadro piuttosto chiaro: l’attività religiosa migliora qualitativamente la vita anche dal punto di vista fisico, intellettivo, emotivo e morale.

 
 

La liquefazione del sangue di San Gennaro e la posizione della scienza

Vi sono stati dei tentativi di studiare scientificamente il prodigio (non “miracolo”) di San Gennaro, a partire dalle analisi del dipartimento di Biologia dell’Università di Napoli. Allo stesso tempo, sono falliti i tentativi del Cicap (associazione di scettici) di smentire il fenomeno, a partire dalla (falsa) asserzione che l’ampolla non conterrebbe il sangue. Ecco il punto aggiornato sulla situazione.

 
 

elenco di scienziati credenti

Citazioni di scienziati credenti, cristiani e cattolici.

Abbiamo raccolto frasi e dichiarazioni di innumerevoli scienziati contemporanei sulla loro religiosità e sul rapporto tra scienza e fede. Un dossier unico nel web, il quale mostra come negli stessi protagonisti della ricerca scientifica possano tranquillamente convivere il metodo analitico e la fede in Dio.

 
 

Scienziati credenti, cristiani e cattolici: l’elenco completo.

Una lista suddivisa in epoche storiche dei più grandi protagonisti della scienza che hanno professato una sincera fede teistica e/o cristiana, da Copernico a Galilei, da Newton a Keplero, da Alessandro Volta fino a Carlo Rubbia. Per ognuno è presente una breve biografia e la personale visione religiosa.

 
 

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Albert Einstein e Dio: un’analisi della sua fede religiosa

Einstein credeva in Dio?, Einstein era religioso?. In molti si chiedono quale fosse la visione religiosa di Albert Einstein, c’è chi lo dichiara ateo e chi vicino al panteismo di Spinoza. In questo dossier una panoramica completa della religiosità di Einstein, includendo le sue citazioni su Dio, scienza e fede.

 
 

Trattare delle convinzioni religiose di Albert Einstein non è affatto agevole.

La sua originalità e le dichiarazioni contraddittorie su questo argomento rendono l’impresa ancora più complessa.

La fama di Einstein si estende ben oltre il mondo scientifico, il suo nome è sinonimo di intelligenza e genialità ed è considerato uno dei più grandi rivoluzionari nella conoscenza scientifica del mondo.

Ma qual era realmente la sua posizione religiosa? Era un credente? Un ateo? Un positivista? Un panteista o uno spinoziano?

Nel fervido dibattito tra credenti e non credenti, ognuno cerca di associarlo al proprio schieramento per ottenere chissà quale “vantaggio” sull’altro. Tuttavia, non siamo interessati a mettere delle “etichette”, e lo stesso Einstein non ha espresso un pensiero coerente e univoco sulla questione religiosa.

In questo dossier facciamo chiarezza sulla sua visione etica e religiosa, citando le biografie più affidabili. Tra queste è imprescindibile il lavoro di Max Jammer1M. Jammer, Einstein and Religion. Physics and Theology, Princeton University Press 1999, di Abraham Pais e le lettere autenticate di Einstein. In lingua italiana è ben documentato il lavoro di Francesco Agnoli2F. Agnoli, Filosofia, religione e politica in Albert Einstein, Edizioni Studio Domenicano 2015.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

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1. LA FISICA “CLERICALE”, I SOVIETICI CONTRO EINSTEIN (1905-1920)

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1.1 Albert Einstein, una scienza anti-materialista.

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Curiosamente, già durante la sua vita, Einstein fu coinvolto in dibattiti metafisici, probabilmente a causa del suo spiccato interesse per la filosofia e il «mistero che il libro della natura racchiude»3citato in L. Infeld, L’evoluzione della fisica, Bollati Boringhieri 2014, p. 13-18.

Sin dall’inizio, il suo pensiero appariva apertamente anti-materialista e utilizzava frequentemente parole teologiche e metafisiche, che non erano affatto neutre, come “creazione”, “Dio”, “miracolo”, e così via.

Secondo molti biografi, come Walter Isaacson, la sua esposizione a queste idee era influenzata dal matrimonio con Mileva Marić, di fede serbo-ortodossa, dall’aver frequentato una scuola cattolica e dal seguire per un periodo, seppur con crescente insoddisfazione, «i rigidi precetti religiosi ebraici in ogni particolare»4W. Isaacson, Einstein. La sua vita, il suo universo, Mondadori 2008, p. 20-21.

Lo scrittore svizzero Friedrich Dürrenmatt ha addirittura commentato: «Einstein parlava di Dio così spesso che mi è venuto il sospetto che fosse un teologo clandestino»5F. Dürrenmatt, I fisici, 1962.

In questa prima fase della sua carriera scientifica, Einstein espresse questa famosa riflessione:

«La mia religione consiste in una umile ammirazione dell’illimitato e superiore Spirito che si rivela negli esili dettagli che siamo capaci di percepire con il nostro fragile e flebile pensiero. La profonda convinzione emotiva di una Ragione superiore, come si manifesta in un universo incomprensibile, costituisce la mia idea di Dio»6citato in L. Barnett, The Universe and Einstein, New York 1963, p. 109.

In una lettera privata, in risposta alla domanda di un bambino se gli scienziati pregassero, Einstein parlò ancora di questo “Spirito” superiore:

«Uno scienziato», rispose Einstein, «sarà difficilmente incline a credere che un evento possa essere influenzato dalla preghiera, ad esempio, da un’aspirazione rivolta a un Essere soprannaturale. Tuttavia, dobbiamo ammettere che la nostra attuale conoscenza di queste leggi è solo imperfetta e frammentaria, quindi la credenza nell’esistenza di leggi fondamentali e onnicomprensive in natura rimane, essa stessa, una sorta di fede. Ma questa fede è stata ampiamente giustificata dal successo della ricerca scientifica. Tuttavia, da un altro punto di vista, chiunque sia seriamente impegnato nella ricerca scientifica si convince che ci sia uno spirito che si manifesta nelle leggi dell’Universo. Uno spirito molto superiore a quello dell’uomo, uno spirito davanti al quale possiamo solo provare un senso di umiltà con le nostre limitate possibilità. In questo modo, la ricerca scientifica porta a un sentimento religioso di tipo speciale, molto diverso dalla religiosità di qualcuno piuttosto ingenuo»7citato in H. Dukas, B. Hoffmann, Albert Einstein: the Humane side, Princeton 1989, p. 32.

Già nel 1917, a circa 40 anni, Einstein presuppone un Universo spazialmente finito, misurabile, accodandosi così ai pensatori medievali (Copernico e Keplero). Inoltre, al contrario di quanto possa falsamente suggerire il nome della sua più celebre teoria, la relatività, il celebre fisico ha sempre affermato gli assoluti e la sua fisica è la prima nemica di una visione relativistica.

Uno dei suoi massimi biografi, Walter Isaacson, ha infatti in proposito: «Alla base di tutte le sue teorie, e anche della relatività, c’era una ricerca di invarianti, di certezze, di assoluti. Soggiacente alle leggi dell’universo, secondo Einstein, c’era una realtà armoniosa, e lo scopo della scienza era scoprirla»8W. IsaacsonEinstein. La sua vita, il suo universo, Mondadori 2008, p. 9.

Lo stesso Einstein scrisse infatti: «La scienza può essere creata soltanto da chi sia completamente vocato alla libertà e alla comprensione. Questa fonte emotiva, tuttavia, scaturisce dalla sfera della religione. Ad essa appartiene anche la fede nella possibilità che le regole valide per il mondo dell’esistenza siano razionali, cioè comprensibili per la ragione. Non riesco a concepire uno scienziato genuino che difetta di tale fede profonda»9A. Einstein, Pensieri, idee, opinioni, Newton 2004, p. 29.

In una lettera privata sempre del medesimo periodo, Einstein confermò questa idea: «Non ho un aggettivo migliore di “religioso” per definire la fiducia nella natura razionale della realtà e nella sua accessibilità, in qualche misura, alla ragione umana. Quando manca questa percezione, la scienza degenera in cieco empirismo»10citato in W. Isaacson, Lettera a Maurice Solovine, in Einstein. La sua vita, il suo universo, Mondadori 2008, p. 447.

La comprensibilità e l’intelligibilità del cosmo sono per lui il segno di uno spirito immensamente superiore. «Si potrebbe dire», aggiunse, «che “l’eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità”. Il fatto che sia comprensibile è davvero un miracolo»11citato in A. Negri, Novecento filosofico e scientifico, Editore Marzorati 1991, vol. IV, pp. 778-779.

 

1.1 I sovietici contro la “fisica biblica” di Einstein.

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È anche per questo che gli ideologi nazisti e comunisti hanno condannato aspramente il pensiero scientifico di Einstein, accusandolo di esercitare “fisica biblica”, “ebraica”, “giudaica” (i nazisti), “fisica clericale”, “non materialista”, “borghese”, “idealista”, “spiritualista” (i comunisti). Il concetto di valori assoluti, finitezza spaziale dell’universo e della materia, armonia del cosmo: per loro significavano, in qualche modo, tenere aperta la porta all’esistenza di Dio.

Lo stesso Einstein, d’altra parte, non nascondeva la sua profonda avversione per il materialismo ateista:

«Gli atei fanatici, sono creature che – nel loro rancore contro la religione tradizionale vista come oppio dei popoli- non riescono a sentire la musica delle sfere»12citato in W. Isaacson, Einstein. La sua vita, il suo universo, Mondadori 2008, p. 376.

È interessante notare che anche Julian Huxley, un famoso biologo darwinista, notò la condanna sovietica della scienza occidentale, che includeva anche la relatività di Einstein. Huxley sottolineò che la relatività di Einstein veniva definita «un tumore, il principale nemico ideologico dell’astronomia materialista»13citato in J. Huxley, La genetica sovietica e la scienza, Longanesi 1952, p. 179, 198.

Un esempio di avversione sovietica alla scienza “creazionista” di Einstein fu quella del filosofo Grigory A. Gurev: «L’Universo è finito o infinito?», si chiese. «I clericali, si capisce, sostengono volentieri l’idea della finitezza, della limitatezza dell’universo. Ma non c’è un singolo fatto astronomico che parli in favore di questa loro concezione poiché il riconoscimento della finitezza ha sempre un carattere metafisico, antidialettico, non conduce mai a una conoscenza scientifica, ma alle fantasticherie dei clericali. Non sorprende perciò che i teisti e i loro ausiliari secolari siano incantati dalle idee di Einstein e dalla sua cosmogonia rielaborata secondo il gusto creazionista in contraddizione con lo spirito dialettico-materialista della vera scienza»14citato in A. Vucinich, Einstein and Soviet Ideology, Stanford University Press, 2001, p. 47.

Per tutta risposta, in un’intervista del 1933, Albert Einstein dichiarò: «Io sono un avversario del bolscevismo né più né meno che del fascismo. Sono contro tutte le dittature»15citato in A. Pais, Einstein è vissuto qui, Bollati Boringhieri 1995, p. 182.

 

1.3 Einstein tra arte e razzismo.

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In questa fase della sua vita, Einstein si interessò comunque di tutto, anche di arte. In un’intervista concessa nel 1930, accanto ad una netta condanna dell’arte moderna, che ritenne decadente, affermò: «Le idee più belle della scienza nascono da un profondo sentimento religioso, in assenza del quale resterebbero infruttuose. Io credo inoltre che questo tipo di religiosità che si avverte nella ricerca sia l’unica esperienza religiosa creativa della nostra epoca. Ben difficilmente l’arte d’oggigiorno potrebbe essere considerata come espressione di un tendere a Dio»16citato in A. Pais, Einstein è vissuto qui, Bollati Boringhieri 1995, p. 112.

Risalgono a cavallo tra il 1922 ed il 1933 i diari privati di Einstein che ripercorrono le sue esperienze in Asia e in Medio Oriente. In essi il giovane fisico scrisse generalizzazioni razziste che hanno scandalizzato il mondo, ad esempio definendo i cinesi «persone operose, sporche, ottuse» e lamentandosi del fatto che «questi cinesi soppiantano tutte le altre razze».

Arrivato a Port Said in Egitto, parlò invece dei «levantini di ogni sfumatura, come sputati dall’inferno» che salgono a bordo della loro nave per vendere i loro beni. Gli abitanti dello Sri Lanka li descrisse: «Vivono in una grande sporcizia e un forte fetore per terra, fanno poco e hanno bisogno di poco»17A. Einstein, The Travel Diaries of Albert Einstein: The Far East, Palestine, and Spain, 1922–1923, Princeton University Press 2018. Nel 1946, Einstein definì il razzismo “una malattia dei bianchi”.

 
 

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2. EINSTEIN TRA SPINOZA E DOSTOEVSKIJ (1920-1933)

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2.1 Einstein e il Dio impersonale di Spinoza.

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Il pensiero del celebre fisico tedesco, come già detto, fu sempre caratterizzato da una genuina curiosità scientifica nei confronti del mistero del cosmo e dalla sua incredibile comprensibilità. Questa visione si manifestò in modo particolare durante quella che possiamo definire la “seconda fase” della sua carriera scientifica.

Ecco un esempio del pensiero di Einstein in questa fase storica:

«È certo che alla base di ogni lavoro scientifico un po’ delicato si trova la convinzione, analoga al sentimento religioso, che il mondo è fondato sulla ragione e può essere compreso. Questa convinzione legata al sentimento profondo dell’esistenza di una mente superiore che si manifesta nel mondo dell’esperienza, costituisce per me l’idea di Dio; in linguaggio corrente si può chiamarla panteismo (Spinoza)»18A. Einstein, Come io vedo il mondo, Newton 1984, p. 35.

 

Einstein si riferisce abitualmente a una “mente superiore”, a “Dio” e anche a “Spinoza”. Durante la prima metà degli anni ’30, sul suo comodino si trovava il libro “L’Etica” di Baruch Spinoza, in cui tuttavia non c’è spazio per il concetto di un Dio personale nel senso ebraico-cristiano, ovvero un Padre che ha rivelato al mondo una legge morale.

La sua concezione di “religiosità” la definisce in questo modo nel 1934: «L’impressione del misterioso, sia pure mista a timore, ha suscitato, tra l’altro, la religione. Sapere che esiste qualcosa di impenetrabile, conoscere le manifestazioni dell’intelletto più profondo e della bellezza più luminosa, che sono accessibili alla nostra ragione solo nelle forme più primitive, questa conoscenza e questo sentimento, ecco, in ciò consiste la vera devozione. In questo senso, e soltanto in questo senso, io sono fra gli uomini più profondamente religiosi»19A. Einstein, Come io vedo il mondo, Newton 1984, pp. 22, 30.

Condizionato in parte probabilmente da Spinoza, Einstein negò in questi anni la possibilità di un Dio come quello ebraico-cristiano: «Non posso immaginarmi un Dio che ricompensa e che punisce l’oggetto della sua creazione, un Dio che soprattutto esercita la sua volontà nello stesso modo in cui noi stessi la esercitiamo. Mi basta sentire il mistero dell’eternità della vita, avere la coscienza e l’intuizione di ciò che è, lottare attivamente per afferrare una particella, anche piccolissima, dell’intelligenza che si manifesta nella natura. Non è senza ragione che un autore contemporaneo ha detto che nella nostra epoca, votata in generale al materialismo, gli scienziati sono i soli uomini profondamente religiosi»20A. Einstein, Come io vedo il mondo, Newton 1984, pp. 22, 30.

Il pensiero di Einstein e quello di Spinoza non sono tuttavia assimilabili anzi, vi sono ampie contraddizioni di vedute tra i due.

Lo ha ha osservato il teologo Thomas F. Torrance, tra i principali studiosi del pensiero religioso del fisico tedesco: «Sebbene vi fosse molto nella filosofia di Spinoza che Einstein non potesse accettare, ciò che lo attraeva era il rifiuto spinoziano del dualismo cartesiano, così come di altre forme di dualismo, nonché la sua concezione unitaria dell’universo con la sua inerente armonia razionale». Tuttavia, «vi sono dei problemi nel riferirsi in modo troppo semplicistico all’appello di Einstein al Dio di Spinoza. Come Spinoza, Einstein aveva ragione nel rifiutare una stretta biforcazione della natura tra mente e corpo, soggetto e oggetto, ma cosa possiamo dire a proposito della concezione spinoziana, rigidamente logica e causalistica, di Dio e dell’universo?».

Ed, infatti, ha proseguito Torrance, ecco alcune importanti differenze tra Einstein e Spinoza: «La filosofia di Spinoza era, a suo modo, una forma giudaica della vecchia idea dello stoicismo latino del “Deus sive natura”, in quanto essa contemplava un’unica e sola sostanza autoconsacrata, Dio oppure la Natura, che Spinoza identificava con l’universo stesso, concepito come un tutto infinito e necessario, che poteva essere compreso soltanto in un quadro logico-causale. Per lui Dio non era assolutamente qualcosa che trascendesse l’universo. Al contrario, la formulazione di Einstein del principio che “Dio non mette in piazza le sue cose” comporta un più profondo senso della meravigliosa intelligibilità (Verständlichkeit) dell’universo e del suo incomprensibile e trascendente fondamento in Dio. Lo scienziato è avviato nella sua ricerca dalla meraviglia e dal timore sperimentato di fronte alla misteriosa comprensibilità dell’universo, che in ultima analisi resta sempre qualcosa di inafferrabile. Nella sua essenza più profonda esso resta qualcosa di inaccessibile all’uomo. Questo il motivo per cui, per Einstein, la scienza senza la religione è zoppa».

Un altro grande punto di incompatibilità tra il “Dio” di Einstein e quello di Spinoza è, sempre secondo il teologo Torrance, l’intenzione del fisico tedesco di «introdurre nuovamente la domanda circa il perché nelle strutture intime delle scienze fisiche e naturali», ciò «equivaleva di fatto ad un chiaro rifiuto del razionalismo dualistico dell’Illuminismo tra il come e il perché, al quale devono essere ricondotte le dannose fratture verificatesi poi nella cultura occidentale, ma puntava al contempo verso la nozione di Dio come fondamento ultimo di tutto l’ordine razionale e ragione trascendente di tutte le leggi di natura. Quale luce sorprendente viene dunque recata da ciò che Einstein intendeva realmente col termine “Dio”. È solo partendo dalla nozione di Dio che noi possiamo comprendere il perché, ovvero lo scopo ultimo e fondamentale dell’universo creato».

A conferma di quanto detto da Thomas F. Torrance, proprio in questi anni Einstein scrisse quella che divenne una frase storica: «Dio non gioca a dadi!»21A. Einstein, Letter to Max Born 1926, in I. Born, The Born-Einstein Letters, Walker and Company, New York 1971.

Si trattò di una risposta di Einstein al fisico quantistico Max Born nel 1926, intendendo con essa respingere la teoria dei quanti. Il fisico tedesco riteneva infatti ripugnante il troppo ruolo concesso alla casualità: «La meccanica quantistica è degna di rispetto», scrisse Alberto, «ma una voce interiore mi dice che non è la chiave del mistero. La teoria dà grandi frutti ma non ci avvicina di sicuro ai segreti del Grande Vecchio. In ogni caso sono convinto che Dio non giochi a dadi»22A. Einstein, Letter to Max Born 1926, in I. Born, The Born-Einstein Letters, Walker and Company, New York 1971.

In una successiva lettera a Born, nel 1944, Einstein constatò ancora: «Le nostre prospettive scientifiche sono ormai agli antipodi tra loro. Tu ritieni che Dio giochi a dadi col mondo; io credo invece che tutto obbedisca a una legge, in un mondo di realtà obbiettive che cerco di cogliere per via furiosamente speculativa. Lo credo fermamente, ma spero che qualcuno scopra una strada più realistica di quanto non abbia saputo fare io. Nemmeno il grande successo iniziale della teoria dei quanti riesce a convincermi che alla base di tutto vi sia la casualità»23A. Einstein, Letter to Max Born 1926, in I. Born, The Born-Einstein Letters, Walker and Company, New York 1971.

Einstein aggiunse in un’altra occasione: «Se proprio sono costretto posso anche immaginarmi che Dio abbia creato un mondo privo di leggi fisiche rigorose: il caos, insomma. Ma che ci siano leggi statistiche che costringano Dio a lanciare i dadi in ogni singola occasione, questo lo trovo molto sgradevole»24citato in A.P. French, Einstein: A Centenary Volume, Harvard University Press 1979, p. 6.

 

2.2 Einstein e il Dio cristiano di Dostoevskij.

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Il pensiero di Albert Einstein, come già detto, non fu affatto lineare e coerente.

Oltre a Spinoza, infatti, va sottolineato il fatto che il celebre fisico si appassionò anche del romanziere russo Dostoevskij e del suo romanzo più religioso: I Fratelli Karamazov. Tale opera è incentrata sulla necessità dell’esistenza di un Dio misericordioso ma legislatore, per non rendere inutile e assurda la vita morale.

Nel 1919 scrisse ad un collega che tale romanzo era il «più meraviglioso che abbia mai avuto tra le mani», mentre nel 1930 affermò che Dostoevskij è un «grande scrittore religioso» capace di presentare un quadro «del mistero dell’esistenza spirituale chiaramente e senza commento»25citato in A. Vucinich, Einstein and Soviet Ideology, Stanford University Press, 2001, p. 181.

Dostoevskij e Spinoza, dunque. Come poterono convivere nella mente di Einstein?

Il saggista Francesco Agnoli ha risposto: «Bisogna tener presente che il pensiero di Spinoza, complesso e talvolta volutamente ambiguo, è conosciuto da Einstein solo marginalmente: in più occasioni gli viene chiesto di scrivere commenti o prefazioni alle opere ripubblicate del filosofo ebreo, ed Einstein rifiuta sempre, dichiarando la propria inadeguatezza; in secondo luogo occorre evitare di considerare il grande scienziato un filosofo sistematico, sempre coerente, con una visione dell’esistenza statica nel corso degli anni (Spinoza verrà elogiato e nello stesso tempo contraddetto, implicitamente o esplicitamente, più volte). La domanda religiosa attraversa tutta la vita di Einstein, e la risposta non è sempre identica, né è sempre nitida e precisamente delineata»26F. Agnoli, Filosofia, religione e politica in Albert Einstein, ESD 2015, pp. 39, 40.

E’ acclarato, inoltre, che il pensiero scientifico di Einstein è opposto al credo di Spinoza. Pur opponendosi, erroneamente, all’ipotesi del Big Bang, il fisico affermò: «Non si può concludere che l’inizio dell’espansione [dell’universo, nda] debba corrispondere a una singolarità in senso matematico. Si deve solo ricordare che le equazioni non possono essere estese a queste regioni. Questa considerazione, tuttavia, non altera il fatto che l’origine del mondo costituisce realmente un inizio»27A. Einstein, Il significato della Relatività, Roma 1997, p. 120.

Al contrario di Einstein, Spinoza escluse totalmente l’idea di un inizio del mondo (una creatio ex nihilo) con la nozione del “Deus sive Natura”, a cui corrisponde una concezione dell’universo come qualcosa di non contingente, completamente necessario nella sua identificazione con Dio.

Einstein venne infatti descritto un «credente nella trascendenza» dal suo amico e collega Freeman Dyson, suo successore all’Institute for Advanced Study di Princeton28F. Dyson, Lo scienziato come ribelle, Longanesi 2009, p. 30.

Lo scienziato ateo Christof Koch, invece, lo definisce un “deista”: «Che le galassie, le automobili, le palle da biliardo e le particelle subatomiche si comportino in maniera regolare descrivibile dalla matematica, e che dunque può essere prevista, è a dir poco stupefacente», scrive Koch. «In effetti alcuni fisici – il più celebre dei quali era Albert Einstein – credevano in un simile creatore (una sorta di Architetto Divino) proprio in virtù di questo stato di cose “miracoloso”. Non è difficile immaginare un universo complesso al punto da essere incomprensibile. Ma il Dio del deista ha creato un universo che non solo è ospitale per la vita: è anche così prevedibile che la sua regolarità può essere colta dalla mente umana»29C. Koch, Una coscienza, Le Scienze 2014, p. 209.

Verso la fine di questa fase della sua vita, tra Spinoza e Dostoevskij, comparve inaspettatamente una riflessione inedita sul cristianesimo e sulla figura di Cristo.

In un’intervista del 1929, infatti, Einstein criticò lo scrittore ebreo-tedesco Emil Ludwig, autore di una denigratoria biografia di Gesù Cristo, in cui ne viene negata la divinità e la resurrezione. L’intervistatore, George S. Viereck, chiese ad Einstein: «Fino a che punto è influenzato dalla cristianità?». Risposta: «Da bambino ho ricevuto un’istruzione sia sul Talmud che sulla Bibbia. Sono un ebreo, ma sono affascinato dalla figura luminosa del Nazareno». Forse un po’ sorpreso, Viereck gli chiese ancora: «Ha mai letto il libro di Emil Ludwig su Gesù?». Risposta: «Il libro di Ludwig è superficiale. Gesù è una figura troppo imponente per la penna di un fraseggiatore, per quanto capace. Nessun uomo può disporre della cristianità con un bon mot». «Accetta il Gesù storico?», domandò ancora il giornalista. «Senza il minimo dubbio!», risponde Einstein. «Nessuno può leggere i Vangeli senza sentire la presenza attuale di Gesù. La sua personalità pulsa ad ogni parola. Nessun mito può mai essere riempito di una tale vita»30citato in G. Viereck, What Life means to Einstein, in The Saturday Evening Post, 26/10/1929 31citato in W. Isaacson, Einstein. La sua vita, il suo universo, Mondadori 2008, p. 373.

 
 

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3. EINSTEIN RISCOPRE I VALORI BIBLICI ED EVANGELICI (1933-1955)

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3.1 Di fronte al nazismo Einstein torna alla Bibbia.

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Pochi studiosi di Albert Einstein hanno parlato della sua rivalutazione dei valori ebraico-cristiani nella fase più matura della vita, per molti è una cosa totalmente inedita.

Il filosofo della scienza Paolo Musso, docente presso l’Università dell’Insubria di Varese, ha invece osservato che ciò che ha caratterizzato questa fase della vita del grande fisico fu il «progressivo spostamento del baricentro della spiritualità einsteniana verso le grandi religioni storiche e in particolare verso la tradizione ebraico-cristiana» che giunse, «in alcuni momenti, addirittura a suggerire la necessità di una qualche sorta di rivelazione per fondare i valori morali e religiosi». Tuttavia, ciò, convisse sempre «l’originaria tendenza panteista»32P. Musso, La scienza e l’idea di ragione. Scienza, filosofia e religione da Galileo ai buchi neri e oltre, Mimesis 2001, p. 471, 472.

Il cambiamento filosofico del celebre fisico fu provocato dall’ascesa del comunismo e del Nazismo antiebraico e anticristiano («Il colpo più duro che l’umanità abbia ricevuto è l’avvento del cristianesimo»33citato in M. Bormann, Conversazioni a tavola di Hitler, Goriziana 2010, p. 45, affermò Adolf Hitler l’11/07/1941).

Einstein si convinse gradualmente che l’idea biblica di Dio e dell’uomo ha fondato un’antropologia che andava riscoperta, poiché «l’indebolimento del pensiero e del sentimento morale» odierno, causa «dell’imbarbarimento dei modi della politica del tempo nostro», è connesso all’indebolimento del «sentimento religioso dei popoli nei tempi moderni»34A. Einstein, Pensieri, idee, opinioni, Newton 2004, p. 22.

Il grande scienziato tedesco maturò infatti la convinzione che l’uguaglianza tra gli uomini e la dottrina di una legge morale universale necessitavano di un fondamento e capì, meglio di molti altri, che il nazionalsocialismo era una guerra morale al messaggio evangelico ed una minaccia all’umanità in quanto aveva preferito Machiavelli a Mosè: «Chi può dubitare che Mosè fu una guida migliore dell’umanità di Machiavelli?»35A. Einstein, Pensieri, idee, opinioni, Newton 2004, p. 16, si domandò infatti Einstein.

Come scrive Francesco Agnoli, «non è facile capire quanto queste convinzioni e queste analisi diventino o meno fede personale», in lui, «ma certo esse ci sono, e vengono espresse sempre più frequentemente nel corso degli anni, insieme al riferimento commosso ai “nostri antenati ebrei, i profeti e i vecchi saggi cristiani”»36F. Agnoli, Filosofia, religione e politica in Albert Einstein, ESD 2015, p. 74.

Nel 1935, in una commemorazione del rabbino medievale Mosè Maimonide, il quale argomentò a favore dell’accordo tra razionalità ed insegnamenti biblici (e che Spinoza elesse a proprio principale avversario ideale), Albert Einstein scrisse:

«Una volta che i barbari teutonici ebbero distrutto l’antica cultura d’Europa, una nuova e più raffinata cultura (quella medievale, nda) cominciò lentamente a fluire da due fonti che in qualche modo erano riuscite a non lasciarsi seppellire del tutto nella devastazione generale: la Bibbia ebraica e la filosofia e l’arte greca. L’unione di queste due fonti così differenti l’una dall’altra contrassegna l’inizio della nostra epoca culturale e da quell’unione, direttamente o indirettamente, è scaturito tutto ciò che informa i veri valori della vita dei nostri giorni. La nostra lotta per preservare tali tesori contro le attuali forze della tenebra e della barbarie non potrà allora che dirsi vincente… Noi ebrei dovremmo essere e rimanere portatori e difensori dei valori spirituali»37A. Einstein, Pensieri, idee, opinioni, Newton 2004, p. 227.

 

Nel 1936 dinnanzi alla Jewish Accademy of Sciences, citando l’episodio biblico della danza idolatrica attorno al vitello d’oro, Albert Einstein affermò: «Dobbiamo tenerci saldi a quell’atteggiamento spirituale nei confronti della vita», fuggendo «quell’adesione totale alle mete materiali ed egoistiche che oggigiorno minaccia il giudaismo»38A. Einstein, Pensieri, idee, opinioni, Newton 2004, p. 30.

Ancora una volta, nell’aprile 1938, a circa 60 anni, il fisico tedesco scrisse: «Essere ebreo significa anzitutto accettare e seguire nella pratica quei fondamenti di umanità proposti nella Bibbia, fondamenti senza i quali nessuna sana e felice comunità di uomini può esistere»39citato in A. Pais, Einstein è vissuto qui, Bollati Boringhieri 1995, p. 243.

Un anno dopo, il 19 maggio 1939, ammonì: «Un ritorno a una nazione nel senso politico del termine equivarrebbe all’allontanamento della nostra comunità dalla spiritualizzazione di cui siamo debitori al genio dei nostri profeti»40A. Einstein, Pensieri, idee, opinioni, Newton 2004, p. 223.

Sempre nel 1939, invitato al Seminario Teologico di Princeton, Einstein manifestò ancora una volta vicinanza al pensiero biblico-evangelico, contrapponendolo all’ideologia nazionalsocialista:

«I più alti principi su cui si fondano le nostre aspirazioni e i nostri giudizi ci vengono dalla tradizione religiosa giudaico-cristiana. Non c’è spazio in tutto ciò per la divinizzazione di una nazione, di una classe, e meno che mai di un individuo. Non siamo tutti figli di uno stesso Padre, come si dice in linguaggio religioso? In effetti nemmeno la divinizzazione dell’umanità, come totalità astratta, rientrerebbe nello spirito di tale ideale. È solo all’individuo che viene data un’anima. E l’alto destino dell’individuo è servire piuttosto che dominare o imporsi in qualsiasi altro modo»41A. Einstein, Pensieri, idee, opinioni, Newton 2004, p. 26.

 

In questa occasione rifletté anche sul rapporto tra scienza e fede, affermando: «Il punto debole di questa concezione secondo la quale esiste un contrasto insanabile fra conoscenza e fede (questa vista come superstizione ed in quanto tale doveva essere combattuta), sta nel fatto che la conoscenza obbiettiva ci fornisce strumenti potenti per la conquista di certe mete, ma il fine ultimo dell’esistenza umana e il desiderio di raggiungerlo devono nascere da un’altra fonte. Chiarire questi fini e questi valori fondamentali, e ancorarli strettamente alla vita emotiva dell’individuo, mi sembra sia proprio la funzione più importante che la religione deve compiere nella vita sociale dell’uomo»42A. Einstein, Pensieri degli anni difficili, Bollati Boringhieri 1965, p. 108-111.

Il filosofo Roberto Timossi intravede in questa fase della vita di Einstein una «maggior cautela ed equilibrio nei suoi giudizi» su Dio e la religione, «il chiaro segno di un ripensamento, per certi versi autocritico, che lo spingeva a considerare in modo più attento tanto i limiti della scienza quanto l’importanza storica del sentimento religioso confessionale, specie di fronte al tragico avvento del nazismo in Europa». Continua invece a costituire un insormontabile problema la concezione paternalistica di Dio, per Einstein decisamente troppo contrastante con il principio di causalità delle scienze naturali, egli infatti «persegue un’idea razionale del divino»43R. Timossi, Dio e la scienza moderna, Mondadori 1999, p. 193.

Nel 1941 infatti, al Symposium on Science, Philosophy and Religion di New York, dopo aver pronunciato la famosa frase «la scienza senza religione è zoppa; la religione senza la scienza è cieca», proseguì dicendo: «Per quanto io abbia sostenuto che non può esistere un vero conflitto tra religione e scienza», bisogna precisare che «né la legge della volontà umana né la legge della volontà divina esistono come causa indipendente di eventi naturali»44A. Einstein, Pensieri degli anni difficili, Bollati Boringhieri 1965, p. 130-139.

In questi anni, si moltiplicarono nei suoi discorsi pubblici diversi riferimenti biblici ed evangelici.

Il 22 marzo 1939, in coincidenza allo scoppio con la Seconda guerra mondiale, il padre della relatività affermò: «In passato eravamo perseguitati malgrado fossimo il popolo della Bibbia; oggi, invece, siamo perseguitati proprio perché siamo il popolo del Libro. Lo scopo non è solo sterminare noi, ma insieme a noi distruggere anche quello spirito, espresso nella Bibbia e nel Cristianesimo, che rese possibile l’avvento della civiltà nell’Europa centrale e settentrionale. Se questo obiettivo verrà conseguito, l’Europa diverrà terra desolata. Perché la vita della società umana non può durare a lungo se si fonda sulla forza bruta, sulla violenza, sul terrore e sull’odio»45A. Einstein, Pensieri, idee, opinioni, Newton 2004, p. 26.

Per il saggista Francesco Agnoli è evidente, dunque, che «l’Einstein maturo critica apertamente, benché implicitamente, il darwinismo sociale, l’idea secondo cui la vita morale dell’uomo si risolve, come nelle bestie, nell’obbedire all’istinto di sopravvivenza e nel partecipare alla lotta per la sopravvivenza del più forte; rinnega del tutto il determinismo tipico dell’evoluzionismo di stampo materialista e panteista ed afferma la libertà, contro il “fato crudele”, contro l’idea dell’uomo figlio dei suoi geni e della sua biologia, dell’inconscio, del determinismo materialistico, e di tutte le moderne riproposizioni del Fato e della Necessità antichi»46F. Agnoli, Filosofia, religione e politica in Albert Einstein, ESD 2015, p. 119.

Il celebre fisico mise in discussione anche altre sue visioni. Già dopo il 1933, infatti, cambiò idea sul pacifismo, distaccandosene apertamente: di fronte all’avanzare dell’esercito del male (il nazismo) non si poteva stare fermi, era necessario far spazio ad una guerra “giusta”, quella di difesa, e all’occorrenza anche di offesa contro chi voleva schiavizzare l’umanità.

Si spese così per scongiurare il rischio che l’invenzione della bomba atomica potesse generare una catastrofe mondiale ma senza lasciarsi «coinvolgere nei movimenti che si dichiarano pacifisti, ma che agiscono, in verità, sotto l’ombrello sovietico, e che dietro la parola “pace” nascondono altri scopi»47F. Agnoli, Filosofia, religione e politica in Albert Einstein, ESD 2015, p. 100.

In una lettera del 1945, Albert Einstein definì addirittura le costanti di natura «numeri genuini che Dio ha dovuto scegliere arbitrariamente, per così dire, quando si degnò di creare questo mondo»48citato in I. Bogdanov, Grichka Bogdanov, I cacciatori di numeri, Piemme 2012, p. 40.

 

3.2 Einstein nega di essere ateo.

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E’ giusto precisare che, come in questo caso, si trattò sempre di un Dio non personale, la cui idea rifiuterà per tutta la sua vita (assieme alla visione ateistica).

E’ del 1949 una lettera all’amico Guy Raner, in cui si legge: «Ho ripetutamente detto che a mio parere l’idea di un Dio personale è puerile. Puoi definirmi un agnostico, ma non condivido lo spirito di crociata dell’ateo di professione il cui fervore è in gran parte dovuto a un doloroso atto di liberazione dalle catene dell’indottrinamento religioso ricevuto in gioventù. Preferisco un’attitudine di umiltà corrispondente alla debolezza della nostra comprensione intellettuale della natura e del nostro stesso essere»49citato in G.H. Raner, Einstein on His Personal Religious Views, in Freethought Today, Vol. 21, No. 9, November 2004.

Nel 1952, tre anni più tardi, in una famosa lettera all’amico Solovine, Einstein espresse per l’ennesima volta la sua totale lontananza da una visione atea dell’esistenza, seppur chiarendo allo stesso tempo l’impossibilità di conoscere tale “dio”, rimanendo dunque allo stesso tempo distante dalla visione cristiana:

«Caro Solovine […]. Lei trova strano che io consideri la comprensibilità della natura (per quanto siamo autorizzati a parlare di comprensibilità), come un miracolo o un eterno mistero. Ebbene, ciò che ci dovremmo aspettare, a priori, è proprio un mondo caotico del tutto inaccessibile al pensiero. Ci si potrebbe (di più, ci si dovrebbe) aspettare che il mondo sia governato da leggi soltanto nella misura in cui interveniamo con la nostra intelligenza ordinatrice: sarebbe un ordine simile a quello alfabetico, del dizionario, laddove il tipo d’ordine creato ad esempio dalla teoria della gravitazione di Newton ha tutt’altro carattere. Anche se gli assiomi della teoria sono imposti dall’uomo, il successo di una tale costruzione presuppone un alto grado d’ordine del mondo oggettivo, e cioè un qualcosa che, a priori, non si è per nulla autorizzati ad attendersi. È questo il “miracolo” che vieppiù si rafforza con lo sviluppo delle nostre conoscenze. È qui che si trova il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, felici solo perché hanno la coscienza di avere, con pieno successo, spogliato il mondo non solo di Dio, ma anche dei miracoli. Il fatto curioso è che noi dobbiamo accontentarci di riconoscere “il miracolo” senza che ci sia una via legittima per andare oltre. Dico questo perché Lei non creda che io – fiaccato dall’età – sia ormai facile preda dei preti»50A. Einstein, Opere scelte, a cura di E. Bellone, Bollati Boringhieri 1988, pp. 740-741.

 

Il medesimo concetto lo ribadì in un’altra riflessione (in cui respinse definitivamente anche Spinoza): «Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino piccolo che entra in una vasta biblioteca riempita di libri scritti in molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Egli non conosce come. Il bambino sospetta che debba esserci un ordine misterioso nella sistemazione di quei libri, ma non conosce quale sia. Questo mi sembra essere il comportamento dell’essere umano più intelligente nei confronti di Dio. Noi vediamo un universo meravigliosamente ordinato che rispetta leggi precise, che possiamo però comprendere solo in modo oscuro. I nostri limitati pensieri non possono afferrare interamente la forza misteriosa che muove le costellazioni»51citato in D. Brian, Einstein a life, 1996, p. 127 52Max Jammer, Einstein and Religion: Physics and Theology, Princeton University press 1999, p. 48.

Nel 1954 in un’altra lettera privata, il celebre fisico si definì ironicamente «un miscredente profondamente religioso […]. In un certo senso è un nuovo genere di religione?»53A. Einstein, Lettera a un ammiratore, Archivio Einstein 57-061, 22/03/1954.

Soprattutto in questo periodo, ha osservato il filosofo genovese Roberto Timossi, «pensiamo di non sbagliare interpretando le parole di Einstein come una chiara ammissione della consapevolezza che il senso dell’esistenza umana e dell’intero universo appare misterioso e che proprio da un simile mistero possono scaturire i valori religiosi dell’uomo. Anzi, non provare sentimento religiosi per lui è segno per un individuo di estrema povertà d’animo e fonte di infelicità»54R. Timossi, Dio e la scienza moderna, Mondadori 1999, p. 186.

 

3.3 L’amicizia tra Einstein e i frati francescani di Fiesole.

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Nell’ultima parte della sua vita Albert Einstein si recò spesso in Italia, fermandosi nella zona di Fiesole (Toscana) al convento di San Francesco, dove approfondì l’amicizia con alcuni francescani, tra cui il frate portinaio Clementino e padre Odorico Caramelli, musicista. Con quest’ultimo, in particolare, il fisico manterrà un rapporto epistolare anche negli ultimi anni di vita.

L’amicizia di Einstein con i frati francescani di Fiesole coinvolse altri familiari dello scienziato, soprattutto Margot Einstein, la figliastra prediletta, che gli resterà a fianco sino alla fine dei suoi giorni. Margot era scultrice e nel 1955, anno della morte del padre Albert, inviò al convento di Fiesole una statua della Madonna (foto a destra) da lei scolpita. Allegati i saluti di Albert al padre Caramelli: «Auguri di ogni bene per il 1955».

Il 18 ottobre 1960, padre Caramelli ricordò la sua amicizia con Einstein durante un’intervista del giornalista Alberto Maria Fortuna: «Einstein? L’ho conosciuto qui, tanti anni fa. Candido. Come un bambino. Umilissimo, di una umiltà naturale e spontanea. E se pure non era cattolico, andava volentieri in chiesa perché gli piaceva stare con Dio, in cui credeva. È venuto spesso a San Francesco. Prima mi ascoltava suonare, poi si decise e portò un violino e, strimpellando come sapeva fare lui, si faceva accompagnare da me all’organo. Di notte scendeva nel bosco del convento, e, seduto sul muricciolo della cisterna etrusca, suonava alla luna. Una volta, dopo che lo ebbi accompagnato in una Sonata di Bach, si commosse tanto che mi buttò le braccia al collo, quasi in pianto»55intervista a A.M. Fortuna, Due frati francescani da ricordare. Padre Caramelli, Fra Clementino, Fiesole 1972, pp. 43-44.

 

3.4 L’ultima lettera di Einstein parla di un Dio personale?

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Cinque anni prima di morire, l’eminente fisico scrisse qualcosa di inedito: si riferì a Dio chiamandolo “Lui”, dandogli perciò una precisa fisionomia e contraddicendo sia il panteismo spinoziano che il suo costante rifiuto ad un Dio antropomorfico.

In una lettera datata 15 aprile 1950, destinata al suo vecchio amico italiano Michele Besso, ebreo convertitosi al cristianesimo, Einstein affrontò diverse tematiche, tra cui quella religiosa. E scrisse: «C’è una cosa che ho imparato nel corso della lunga vita: è diabolicamente difficile avvicinarsi a “Lui”, se non si vuole rimanere in superficie».

La casa d’aste Nate D. Sanders Auctions, proprietaria della lettera, ha scritto in un comunicato: «Molto è stato scritto sui pensieri di Einstein sulla religione e su Dio. Einstein è generalmente considerato un agnostico. Questa lettera offre uno sguardo personale unico sulla relazione di Einstein con il divino».

 
 

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4. CONCLUSIONE.

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Abbiamo cercato di suddividere la vita di Albert Einstein in tre fasi, provando a tracciare il percorso del suo pensiero filosofico e religioso.

Einstein fu un giovane fisico antimaterialista fino alla voce che richiamò la necessità di ripresa dei valori evangelici di fronte alle dittature atee. Senza mai diventare cristiano, bisogna ripeterlo. Dal netto rifiuto di un Dio personale, al suo definirsi “agnostico” ma anche “credente”, passando per Spinoza, Dostoevskji e l’amicizia con i frati francescani di Fiesole (FI). Poco prima di morire, abbiamo visto, sembrò fare accenno ad un Dio personale, un “Lui” (“lhm”).

In generale, ha concluso il saggista Francesco Agnoli, «il grande fisico professerà per lo più, in modo non sempre chiaro, la fede non in un Dio personale, ma in una sorta di Dio sovrapersonale, in una Intelligenza ordinatrice del cosmo, muovendosi ambiguamente, in modo non risolutivo, non definito, tra il Dio di Spinosa, il deismo e il Dio biblico»56F. Agnoli, Filosofia, religione e politica in Albert Einstein, ESD 2015, p. 213.

La non linearità del suo pensiero è confermata dal teologo Thomas F. Torrance, dell’Università di Edimburgo: «Quale significato intendeva Einstein quando si riferiva a Dio come “intelligenza cosmica” e “magnificenza della ragione incarnata nell’esistenza” o, riferendosi ad un’espressione del Talmud, “the Old man”? Egli non fu sempre coerente e quindi non è facile afferrare precisamente cosa intendesse dire. Ma sembra chiaro che egli concepiva Dio come il definitivo fondamento spirituale di tutto l’ordine razionale che trascende ciò con cui lo scienziato ha a che fare mediante le leggi naturali ma, diversamente dalla religione ebraico-cristiana, egli non lo pensava in modo “personale” o “antropomorfico”, cioè come un Dio ad immagine dell’uomo, ma in modo “sovrapersonale” (ausserpersönlichen) liberato dalle catene del “solo personale” (Nur-Persönlichen), cui lo legherebbe il desiderio della gente di soddisfare i propri bisogni».

Per il filosofo Roberto Timossi, dopo aver analizzato a fondo il suo pensiero religioso, l’idea divina di Einstein corrisponde ad un «Dio impersonale, una sorta di Necessità razionale che avrebbe ordinato il mondo secondo i principi intellegibili, una Razionalità assoluta o Intelligenza superiore, forse una Mente matematica, da cui tutto discenderebbe e che sarebbe intrinseca alla natura stessa. La nostra opinione, però, è che l’ambiguità di fondo si annidi nel pensiero stesso del nostro scienziato, il quale ha dimostrato di possedere dei concetti tanto chiari in fisica quanto disorganici in filosofia e teologia»57R. Timossi, Dio e la scienza moderna, Mondadori 1999, p. 195.

Rispetto al presunto panteismo di Einstein, Timossi ha scritto: «Resta una questione aperta nel dibattito contemporaneo, poiché sono in molti coloro che lo hanno recisamente negato»58R. Timossi, Dio e la scienza moderna, Mondadori 1999, p. 195. Ad esempio il teologo Alexandre Ganoczy, ha retoricamente domandato: «Quando mai Einstein ha espressamente sostenuto il principio “Deus sive natura”? Quando mai ha divinizzato il mondo naturale?»59A. Ganoczy, Teologia della natura, Queriniana 1997, p. 83.

Il teologo italiano Giuseppe Tanzella-Nitti, ordinario di Teologia Fondamentale alla Pontificia Università della Santa Croce, ha scritto una valida sintesi della posizione teologica di Einstein:

«Siamo convinti che Einstein, di origine e cultura ebrea, ebbe esperienza di ciò che ragionevolmente potremmo chiamare “senso religioso”, come senso di dipendenza dall’Assoluto e percezione dei fondamenti dell’essere, sebbene non fu in grado in tematizzarlo in modo coerente, anche quando ritenne di poterlo fare. Alcuni fattori giocarono un ruolo importante nell’impedire una sintesi matura della sua nozione di Dio. In primo luogo vi giocò l’idea che la tradizione religiosa ebraico-cristiana, di cui apprezzava il ruolo sociale e il valore umano, fosse depositaria di una visione antropomorfa di Dio che egli riteneva (giustamente) incompatibile con quel logos che intravedeva nascosto nelle pieghe della comprensibilità del mondo. In secondo luogo, Einstein mostrò a nostro avviso un’eccessiva dipendenza da una interpretazione positivista dello sviluppo della religione, dalla quale non riuscì mai ad emanciparsi del tutto. Tale interpretazione coesisteva in lui con una visione kantiana dell’idea di religione, come traguardo razionale di una umanità spiritualmente matura».

 

Anche l’ex ateo più famoso del mondo, il filosofo Anthony Flew, riconobbe una vicinanza tra la sua conversione al deismo e la visione di Einstein: «La complessità integrata del mondo fisico ha portato Einstein a credere che dev’esserci una Intelligenza divina dietro a ciò».

A sua volta, il fisico Angelo Tartaglia, docente al Politecnico di Torino, ha scritto: «Fra gli scienziati, l’idea di un ente supremo non personale trova un qualche seguito. Valga in primis l’esempio di Albert Einstein»60A. Tartaglia, La luna e il dito. Viaggio di un fisico tra scienza e fede, Lindau 2009, p. 156.

Il più autorevole biografo di Einstein, Walter Isaacson, ha negato definitivamente che il famoso fisico fosse mai stato ateo:

«Per tutta la vita respinse l’accusa di essere ateo. A differenza di Freud, Russell o di G.B. Shaw, Einstein non avvertì mai l’esigenza di denigrare coloro che credono in Dio; anzi, tendeva piuttosto ad attaccare gli atei […]. In effetti Einstein tendeva a essere più critico verso gli scettici, che sembravano privi di umiltà e di senso di meraviglia, che verso i credenti»61W. Isaacson, Einstein. La sua vita, il suo universo, Mondadori 2008, p. 376.

La sua visione di Dio era in coerenza, non tanto con un cammino religioso di fede, piuttosto con quello che lo studio dell’Universo gli suggeriva: «Osservando tale armonia del cosmo che io, con la mia mente umana limitata, sono in grado di riconoscere, ci sono ancora persone che dicono che Dio non esiste. Ma ciò che mi fa davvero arrabbiare è che sostengono che io supporti tale punto di vista»62citato U. di Löwenstein-Wertheim-FreudenbergTowards the Further Shore: An Autobiography, Victor Gollancz 1968, p. 156.

Secondo un altro biografo affidabile, Alexander Moszkowski, autore di un libro di conversazioni con Einstein, «la musica, la natura e Dio si mescolavano in lui in un complesso di sentimenti, in un’unità morale, la cui impronta non svanì mai»63citato in W. Isaacson, Einstein. La sua vita, il suo universo, Mondadori 2008, p. 20.

«Classificare lo scienziato tedesco come panteista o come deista può risultare forse comodo al filosofo frettoloso», ha scritto ancora il teologo italiano Giuseppe Tanzella-Nitti, «ma non darebbe ragione delle aspirazioni più profonde che lo animarono. E il teologo perderebbe una buona occasione per riflettere su quale immagine di Dio sia accessibile da un soggetto che si occupa di ricerca scientifica ma non possiede le risorse adeguate per porla in relazione con il vero contenuto della Rivelazione».

«Le lettere degli ultimi anni della sua vita tornano frequentemente sul tema di Dio, nominandolo come di passaggio e con tono quasi confidenziale — il grande vecchio, colui che conosce i segreti del mondo, ecc», ha proseguito Tanzella-Nitti. «Riteniamo lo facciano al di là del puro espediente retorico, probabilmente manifestando la nostalgia, ma anche la necessità, di riferirsi all’Assoluto come Qualcuno e non solo come razionalità impersonale».

 
 

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5. BIBLIOGRAFIA

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Francesco Agnoli, Filosofia, religione e politica in Albert Einstein, ESD 2015.
Walter Isaacson, Einstein. La sua vita, il suo universo, Mondadori 2008.
Max Jammer, Einstein and Religion. Physics and Theology, Princeton University Press 1999.
Albert Einstein, Pensieri, idee, opinioni, Newton 2004.
Albert Einstein, Come io vedo il mondo, Newton 1984.
Abraham Pais, Einstein è vissuto qui, Bollati Boringhieri 1995.
Giuseppe Tanzella-Nitti, Einstein su scienza e religione: una guida alla lettura, DISF 2005.
Paolo Musso, La scienza e l’idea di ragione. Scienza, filosofia e religione da Galileo ai buchi neri e oltre, Mimesis 2001.
Thomas Torrance, Einstein, Albert (1879-1955), DISF 2002.

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Madonna di Civitavecchia: le lacrime e la scienza

Madonna di civitavecchiaDal 2 febbraio al 15 marzo 1995 una statuetta di gesso alta 42 cm raffigurante la Madonna (acquistata a Medjugorje il 16/09/1994) situata nel giardino di casa della famiglia Gregori a Civitavecchia (località Pantano), avrebbe pianto lacrime di sangue per quattordici volte, sempre in presenza di testimoni oculari come i componenti della famiglia Gregori (Fabio, la moglie Annamaria Accorsi e i loro figli, Jessica e Davide), abitanti della città, fotografi, giornalisti, agenti dei vigili urbani e della polizia di Stato, del vescovo mons. Girolamo Grillo, oggi emerito, ecc.

La Magistratura italiana, dopo lunghe e numerose indagini, ha archiviato il caso escludendo il dolo (cioè trucco o marchingegno da parte di uno o più soggetti) e concludendo che l’origine del fenomeno è da ricondursi ad un fatto di suggestione collettiva o ad un fatto soprannaturale. La Chiesa cattolica non si è mai espressa ufficialmente sulle lacrimazioni, né a favore né contro, mentre le analisi scientifiche hanno prodotto alcuni risultati interessanti. In questo dossier, continuamente aggiornato in caso di novità, affronteremo tutto quello che riguarda questi eventi.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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1. POSIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA

La Chiesa cattolica non si è mai espressa ufficialmente sulla Madonnina di Civitavecchia, non ha mai riconosciuto la soprannaturalità dell’evento e nemmeno l’ha mai negata. Essendo la statua proveniente da Medjugorje (acquistata da don Pablo Martìn, parroco della chiesa di Sant’Agostino di Civitavecchia e donata alla famiglia Gregori), luogo famoso per presunte apparizioni mariane ancora in corso, è possibile che la posizione attendista della Chiesa dipenda dal pronunciamento rispetto a questi eventi.

Lo scetticismo che pervade le autorità ecclesiastiche su questi fenomeni emerge particolarmente in un’intervista a mons. Grillo: «La sofferenza più acuta è stata la quasi completa emarginazione da parte dei miei confratelli vescovi; molti di essi, infatti, neppure mi rivolgevano più il saluto; forse mi ritenevano non più sano di mente e comunque mi trattavano come un ammalato, dal quale tenersi lontano».

Esistono invece alcuni episodi riguardanti Giovanni Paolo II, il quale divenne favorevole all’origine divina dei fatti di Civitavecchia. Il 1 maggio 2011 mons. Girolamo Grillo, vescovo di Civitavecchia, ha rivelato che il Pontefice polacco, in data 9 giugno 1995, lo ha chiamato in Vaticano e ha venerato la statuetta portata dal vescovo. Il 20/11/2000 Papa Wojtyla ha inviato un documento a mons. Grillo, attestando per iscritto quanto accaduto. Nel libro “Diario del Vescovo”, mons. Grillo, racconta anche di un paio di visite “in incognito” che Giovanni Paolo II fece a Civitavecchia, durante una delle tante “fughe fuori porta”. Mons. Grillo, durante la trasmissione “La Storia siamo noi” del 2012, ha spiegato di aver fatto visita a Papa Woytila poco prima della sua morte, appena il Pontefice lo ha riconosciuto «ha abbassato gli occhi e ha detto tre volte: “Civitavecchia! Civitavecchia! Civitavecchia!”, ed è scoppiato a piangere». Padre Luciano Pescatore, incaricato di confezionare le reliquie del beato Karol, ha donato alla famiglia Gregori una stoffa intrisa del sangue dell’attentato al Papa del 13 maggio 1981, proprio per la venerazione di quest’ultimo per la Madonna di Civitavecchia.

 
 

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2. LACRIMAZIONI DI SANGUE

La prima lacrimazione di sangue della statuetta, posta in una nicchia del giardino di casa, sarebbe avvenuta alle ore 16:20 del 2 febbraio 1995 davanti a Fabio (padre) e Jessica Gregori (figlia allora di 5 anni). Le altre manifestazioni ematiche si sarebbero svolte: il 3/02/95 ore 18:30 e alle ore 21,15; il 4/02/95 ore 19:30 e 23:30; il 5/02/95 ore 01:15, 02:30, 08:45, 09:45, 12:30-13:15, 14:40 e 20,40; il 6/02/95 ore 04,50 e infine il 15/03/95 ore 08,15.

La notizia si è sparsa subito velocemente e il 5 febbraio 1995 è arrivata sulla cronaca nazionale (pochi mesi dopo su quella internazionale). I vigili urbani e la polizia hanno sorvegliato la statuetta, nel frattempo chiusa all’interno di una teca di vetro, coordinando l’afflusso di fedeli, giornalisti e semplici curiosi. Gli stessi agenti di polizia hanno dunque potuto osservare le manifestazioni ematiche, come ad esempio testimoniato dal sovraintendente della polizia di stato Mirko Loi nel 2012 (al programma “La Storia siamo noi” andato in onda nel 2013) e da Giancarlo Mori, capo dei Vigili Urbani di Civitavecchia. Quest’ultimo, intervistato il 23/02/1995 da Enzo Biagi e autodefinitosi “un laico convinto”, ha assistito alla lacrimazione avvenuta intorno alle 19.30 del giorno 4 febbraio insieme a un collega e a due poliziotti e ha riferito: «Stavo conversando con un collaboratore, quando un agente della Questura ha richiamato la mia attenzione: “Il fenomeno” ci disse “si sta ripetendo”. Mi sono avvicinato e proprio in quel momento il viso della Madonna incominciava ad arrossarsi. Nello spazio sotto gli occhi, per una superficie che sarà stata di uno, due millimetri quadrati, si andava manifestando una coloritura rosso vivo. C’era del liquido che, nel giro di quindici minuti, tempo in cui aveva preso consistenza, incominciò a colare» (cit. in R. Caniato, “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, pp. 42-43).

Anche Massimiliano Marasco, giornalista del “Messaggero”, ha osservato lo stesso fenomeno e ad una intervista, a chi prospetta l’ipotesi di una “manomissione”, ha risponde: «la escludo categoricamente. Chi era lì ha capito subito che quel fatto si stava verificando in modo del tutto naturale» (cit. R. Caniato, “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005).

L’ultima lacrimazione, la 14°, è avvenuta tra le mani di mons. Girolamo Grillo. Occorre premttere che il vescovo di Civitavecchia fu inizialmente fortemente scettico, arrivando a parlare di truffa, vietando ai suoi sacerdoti di recarsi sul luogo e incaricando segretamente il Vice Questore di allora, Dott. Aldo Vignati, perché facesse un’opportuna indagine sia sulla famiglia che sull’ambiente in cui sarebbe accaduto il fenomeno, ricevendo questo responso: «a carico della famiglia Gregori non risultava nulla di particolare ed anzi appariva, a detta di tutti onesta e normale sotto ogni profilo» (dalla lettera del Dott. Aldo Vignati al Vescovo, 2 febbraio 1997). Il 5 febbraio 1995 mons. Grillo scrisse sul suo diario: «Che brutta storia quella della Madonne che piangono sempre. C’è sempre qualche burlone che si prende lo sfizio di imbrattare gli oggetti sacri. Poveri noi, dove siamo capitati! Con il parroco don Pablo Martin che va anche dietro a queste stupidaggini! Mater boni consilii, ora pro me!». Mons. Grillo predispose anche un esorcismo sulla statuetta per escludere l’eventuale presenza demoniaca. Vietò inoltre la venerazione della statua e decise di distruggerla, poi cambiò idea ma volendola in consegna.

Tuttavia, come ha scrisse sul suo diario personale, il 15 marzo 1995 è avvenuta una lacrimazione proprio tra le sue mani in casa sua, davanti ad alcuni parenti e religiose. Testimone anche il primario cardiologo di Civitavecchia, Dott. Marco di Gennaro accorso per soccorrere il vescovo, colpito da un profondo shock. Il dott. Di Gennaro scrisse di aver constatato che «la statuina che di solito aveva tracce di color marroncino sfumato, si presentava con due fili rosso brillante lunghi 2 o 3 cm. Era una traccia netta molto sottile da entrambe le parti, sovrapposta all’altra traccia più vecchia sottostante», dal verbale della Commissione teologica del 9 marzo 1996).

E’ stato questo evento a mutare i convincimenti del vescovo il quale, l’8 ottobre 2000, ha inviato una confessione giurata a Giovanni Paolo II: «In pieno possesso delle mie facoltà di intendere e volere, in tutta franchezza e verità, dinnanzi a Dio Padre onnipotente e misericordioso, al suo Figlio Gesù Cristo al cui giudizio dovrò comparire, allo Spirito di santità e di amore, dinanzi alla sempre vergine Maria Madre di Dio, dinanzi a vostra Santità Beatissimo Padre, e a tutta la Chiesa, dichiaro di aver visto il 15 marzo 1995 alle ore 8,15 lacrimare nelle mie mani la statuina della Madonna proveniente dalla parrocchia di S. Agostino in Civitavecchia. Di questo fatto sono stato testimone oculare e pertanto non posso minimamente dubitare della sua realtà».

Questa lacrimazione è stata confermata anche dal prof. Giancarlo Umani Ronchi, ordinario di Medicina Legale nell’Università di Roma “La Sapienza”, come risulta dal verbale della Commissione teologica del 9 marzo 1996, il quale -arrivato a casa del vescovo qualche giorno dopo- ha a sua volta notato che «nella zona che era stata oggetto del precedente prelievo c’era un sottile rivolo a livello della guancia destra che arrivava al di sotto della mandibola, un rivolo di colore diverso perché il sangue aveva mantenuto nelle orbite un colorito brunastro (e questo perché il sangue tende ad invecchiare), ma nella parte dove avevano eseguito il prelievo vi era un rivolo di colore diverso alla congiunzione col precedente». Notò inoltre che il sanguinamento cominciava esattamente nel punto dove il rivolo superiore iniziava. Il 13 giugno 2001 ha scritto a mons. Grillo criticando le osservazioni del pm Antonio La Rosa, il quale ha ignorato la sua testimonianza sulla «ulteriore lacrimazione avvenuta» nelle mani del vescovo di Civitavecchia. «Ricordo, come fosse ora», ha scritto il dott. Umani Ronchi, «che il 28/3 presso la sua abitazione, appena vista la piccola statua non ho potuto frenare esclamazioni di meraviglia alla presenza di alcuni poliziotti, del Dott. Spinella della Criminalpol e forse dello stesso Dott.La Rosa (ma non ricordo se fosse presente). Avevo notato che la gota destra presentava una traccia nettamente più estesa di materiale rossastro (poi rivelatosi sangue) rispetto all’ultimo prelievo effettuato presso il Policlinico Gemelli alcuni giorni prima. Il rivolo che secondo i miei ricordi si arrestava all’altezza inferiore del viso (a livello della mandibola); la nuova traccia presentava un colore più chiaro tanto che piuttosto netta, ai miei occhi, appariva la differenza rispetto a quella ancora evidenziabile a monte. Pregai più volte il Dott. Spinella che era stato incaricato, insieme a me e al Prof. Fiori, di effettuare distinti prelievi delle due parti del rivolo, ma questi rifiutò adducendo che – comunque – ove vi fosse stata una qualche differenza, sarebbe emersa dalle indagini. Asserzione scientificamente corretta sotto il profilo delle indagini sul DNA, ma indubbiamente erronea ove il Pubblico Ministero avesse formulato anche il quesito sulla cronologia delle diverse parti della traccia ematica. All’arrivo del Prof. Fiori, il prelievo era stato già completato, tant’è che questi non è stato in grado di confermare quanto da me osservato. Amarezza di fronte alle parole del Pubblico Ministero, perché – pur avendo riscontrato “un incremento delle macchie di colore rosso poste sul lato destro del volto della statuetta”, non ne tiene conto e preferisce soffermarsi sul fatto che le macchie “non sembrano avere origine dall’occhio” ma dallo “zigomo” e a sinistra “di poco sopra la palpebra”. E, contrariamente al giudice, conclude con un “insulto blasfemo”, affermazione gravissima per un magistrato e soprattutto irrispettosa nei confronti di chi intendeva dare un diverso significato ai fatti. Come uomo di scienza, ritengo che l’obiettività e il rispetto siano segni fondamentali di educazione e di civiltà».

 

Qui sotto il video con diverse testimonianze oculari

 
 

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3. ANALISI SCIENTIFICHE

Un primo esame sul liquido lacrimato è stato compiuto dai dottori Umberto Natalini e Graziano Marsili quando la statuina era ancora nel giardino della famiglia Gregori ed ha avuto come risultato essere «sangue umano». Un secondo esame è stato condotto dai professori Angelo Fiori del “Gemelli” e Giancarlo Umani Ronchi dell’Università “La Sapienza”, i quali il 28 febbraio 1995 hanno presentato una relazione con il seguente risultato: a) per quanto riguarda il sangue si tratta di «sangue umano maschile (XY)», b) circa l’esame radiologico della statuina non sono risultate al suo interno strutture o apparecchiature o cavità, pertanto viene escluso ogni trucco interno.

A seguito della denuncia del Codacons e dell’associazione cagliaritana Telefono Antiplagio (secondo i quali all’interno della statuetta ci sarebbe stata una pompetta sensibile agli impulsi di un telecomando), l’autorità giudiziaria ha disposto altre analisi sulla statuetta sotto l’ordine del magistrato Antonio Albano. Il 10 febbraio 1995 venne effettuata una TAC presso l’Istituto di Radiologia del Policlinico Gemelli da parte del Prof. Maurizio Vincenzoni, l’esame ha escluso la presenza di marchingegni o altre anomalie all’interno della statuetta, la quale è risultata essere integra, solida e priva di orifizi.

Nei mesi successivi altre indagini effettuate dal dott. Aldo Spinella della sezione di indagini biologiche dalle Criminalpol, hanno confermato le analisi del policlinico Gemelli, aggiungendo: «Nei nostri laboratori siamo andati oltre il Dna nucleare individuato dai professori Umani Ronchi e Fiori, e abbiamo determinato quello mitocondriale. Confermo le sue caratteristiche maschili. Si tratta di un Dna abbastanza diffuso, diciamo uno a 50.000». E’ stato disposto dunque il confronto del Dna trovato con quello dei componenti maschili della famiglia Gregori, la quale si è sempre dichiarata disponibile a sottomettersi all’esame per la comparazione del sangue. Tuttavia fu loro spiegato, dal pool dei tecnici, che tale riscontro non era opportuno data la parzialità degli esami effettuati e la pericolosità per una possibile loro strumentalizzazione (un approfondimento della vicenda è stato realizzato dall’avv. Bruno Forestieri il 04/01/2005): gli esperti avevano individuato solo 5 polimorfismi, che sarebbero stati compatibili con il 95% della popolazione, mentre ne sarebbero serviti almeno 25 per poter avere una maggiore certezza. Per questi motivi hanno ritirato la loro adesione, rimanendo disponibili invece (ancora oggi, come ha affermato Fabio Gregori in un’intervista del 2012 al programma “La Storia siamo noi”) in caso di richiesta da parte della Chiesa. Lo stesso prof. Giancarlo Umani Ronchi, ha sconsigliato decisamente un esame del Dna che, viste le condizioni createsi e la situazione dei reperti, avrebbe portato confusione più che chiarezza, rischiando di dare indicazioni fuorvianti e scientificamente non attendibili (asserzione data alla Commissione teologica il 9 marzo 1996).

 

Qui sotto Flavio Gregori spiega la sua posizione sul DNA

Nonostante le lacrimazioni siano state osservate da numerosi testimoni (circa 50 le persone ufficialmente interrogate dei fatti), diverse fra loro per età e condizione sociale, nonostante sia stato escluso il dolo e nonostante si sia studiato il sangue sulla statuetta, le analisi conclusive del decreto di archiviazione del Giudice dott. Carmine Castaldo hanno escluso le 13 lacrimazioni successive alla prima, sostenendo che tali manifestazioni «debbono ricondursi o ad un fatto di suggestione collettiva o ad un fatto soprannaturale» ed in questo caso spetta all’autorità ecclesiastica pronunciarsi «se il fenomeno in questione debba essere meno qualificato miracolo».

 
 

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4. COMMISSIONE TEOLOGICA

Mons. Girolamo Grillo ha istituito una prima Commissione teologica il 19 aprile 1995 per approfondire i fatti, composta da undici persone qualificate. Riunitasi per 13 volte, l’ultima il 22 novembre 1996, la Commissione ha ascoltato più volte il Vescovo; interrogato i testimoni; consultato specialisti di scienze umane per raccogliere dati e ricevere orientamenti per la valutazione del fenomeno; ascoltato il Dott. Di Gennaro, gli analisti ematologi Prof. Fiori e Prof. Umani Ronchi e P. Roberto Zavalloni quale esperto in psicologia e parapsicologia (i quali hanno affermato la <i«non spiegabilità scientifica del fenomeno»); il tutto con il fine di verificare il fatto (raccolta delle testimonianze, esami clinici, argomenti pro e contra); studiare le varie ipotesi esplicative (frode, trucco, secondi fini, allucinazione, autosuggestione, telecinesi, parapsicologia … ); ricercare il significato del fenomeno una volta appurato. La Commissione si è pronunciata favorevolmente il 22 novembre 1996 per la verità del fatto, riscontrata da tutti i membri della Commissione, per quanto riguarda l’interpretazione del fatto il parere personale è risultato diversificato: uno dei membri della Commissione ha affermato che «non ci sono argomenti per affermare che il fenomeno rivesta le caratteristiche di un intervento soprannaturale»; tre membri, dopo aver escluso trucco, frode, manomissione di statua, e quindi ammesso la veridicità del fatto, si sono astenuti dal pronunciare un giudizio circa la soprannaturalità di esso preferendo un parere sospensivo o dubitativo; sette membri hanno ritenuto di pronunciarsi, in coscienza, a favore della soprannaturalità del fatto.

Il 27 ottobre 1997 il dossier di Civitavecchia è arrivato alla Congregazione sulla Dottrina della Fede. Il 17 febbraio 2005 il card. Tarcisio Bertone, (non ancora segretario di Stato Vaticano), durante la trasmissione “Porta a Porta” ha affermato che la II° Commissione teologica istituita dal Vaticano si sarebbe pronunciata con il pronunciamento “non constat de supernaturalitate” il quale significherebbe che non è bene ancora procedere a riconoscere la soprannaturalità (posizione attendista) oppure che la soprannaturalità è stata esclusa (anche se in questo secondo caso si sarebbe detto ““constat de non supernaturalitate”). Si sa che la seconda Commissione venne istituita nel 2000 dal card. Camillo Ruini, ma nessun documento ufficiale ha confermato le parole di mons. Bertone, allora arcivescovo di Genova, vicepresidente e segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.

 
 

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5. ARCHIVIAZIONE DEL CASO E VICENDE GIUDIZIARIE DELLA FAMIGLIA GREGORI

La Procura della Repubblica ha aperto un’indagine sugli eventi, ipotizzando il reato di associazione a delinquere, truffa e abuso della credulità popolare. La casa della famiglia Gregori venne perquisita l’8 marzo 1995, a cui seguì un automatico avviso di garanzia per Fabio Gregori, numerosi interrogatori (il primo il 14 marzo 1995) e intercettazioni telefoniche. Da tutto questo non è mai emerso nessun elemento riconducibile al reato di associazione a delinquere, frode o abuso della credulità popolare.

Il 6 aprile 1995 avviene il sequestro preventivo della Madonnina ai sensi dell’art. 321 c.c.p., ma si rilascia pochi giorni dopo. Dopo cinque anni di indagini la Procura ha richiesto l’archiviazione del caso in data 7 giugno 2000, il Codacons si è opposto a tale richiesta chiedendo di «proseguire nell’attività di indagine con ulteriori adempimenti istruttori» (prof. Carlo Rienzi, Roma 23/06/2000). La stessa cosa è stata chiesta anche dall’associazione “Telefono Antiplagio” con un esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia (dott. Giovanni Panunzio, Cagliari, 23/06/2000). Tuttavia le indagini condotte per lungo tempo in tutte le direzioni non hanno rilevato alcun «dolo» nei confronti della famiglia Gregori e con Decreto del 16 ottobre 2000 il processo è stato definitivamente archiviato (l’atto finale di archiviazione è firmato dal Giudice Dott. Carmine Castaldo e depositato in Cancelleria lo stesso giorno). Come già stato detto, le analisi conclusive del decreto di archiviazione del Giudice dott. Carmine Castaldo hanno escluso le 13 lacrimazioni successive alla prima, sostenendo che tali manifestazioni «debbono ricondursi o ad un fatto di suggestione collettiva o ad un fatto soprannaturale» ed in questo caso spetta all’autorità ecclesiastica pronunciarsi «se il fenomeno in questione debba essere meno qualificato miracolo».

 

Qui sotto il video del documento dell’archiviazione

L’avvocato Bruno Forastieri, legale della famiglia Gregori, ha denunciato un «atteggiamento dichiaratamente ostile assunto dalla Procura della Repubblica, da considerarsi più volte, ad avviso dello scrivente, in violazione alle norme concordatarie dei Patti Lateranensi».

 
 

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6. ESSUDAZIONI DELLA NUOVA STATUETTA

Il 10 aprile 1995 il card. Andrzeij Maria Deskur, amico personale di Giovanni Paolo II, ha donato alla famiglia Gregori una nuova statuetta, identica alla prima e anche questa acquistata a Medjugorje, per risarcirla di quella che è stata loro sottratta. Tuttavia dal 7 settembre 1995 anche su questa nuova statuetta sono accaduti dei fatti singolari: su di essa e sulle foglie di edera vicine alla piccola nicchia sono apparse delle gocce di un liquido oleoso profumato. Queste “essudazioni” avvengono nelle Feste del Figlio (Natale, Pasqua, ecc.) e nelle Feste di Maria (eccetto il giorno dell’Addolorata) o in eventi particolari di fronte a persone riunite in preghiera, spesso si sono verificate anche davanti alle telecamere di giornalisti (come l’anglosassone BBC), come ad esempio il 13/03/12 giorno del matrimonio di Jessica, circostanza documentata dagli operatori di Rai3 presenti all’evento. Il liquido, si vede nel video, nasce proprio dalla statuetta. Lo stesso fenomeno accade anche se la statuetta viene portata in luoghi chiusi, come dimostrano diversi filmati.

Mons. Grillo, inizialmente scettico anche su questo fenomeno, ha assistito ad esso: «stranamente tutto gocciolava di questo liquido che sembrava olio: l’intera grotta, l’albero sovrastante e le rose che circondavano la grotta». Un esame scientifico al Prof. Angelo Fiori ha evidenziato che non si tratta di olio, ma di un’essenza, il cui DNA non è né di natura umana, né di natura animale; probabilmente di natura vegetale, contenente moltissimi profumi e parti organiche sconosciute alla scienza che non si è riusciti a classificare. Il Vescovo ha invitato qualunque esperto in materia a recarsi a Civitavecchia per studiare il fenomeno.

 

Qui sotto il video delle essudazioni

 
 

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7. LACRIMAZIONI ACQUOSE DELLA NUOVA STATUETTA

Oltre alle essudazioni, la “nuova” statuetta ha versato delle lacrime acquose la settimana in cui Giovanni Paolo II si è aggravato ed è morto, ed anche nel I° anniversario di morte. In questa circostanza l’evento è stato ripreso con una videocamera amatoriale dalla famiglia Gregori.

 

Qui sotto il video delle lacrimazioni acquose

 
 

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8. APPARIZIONI E LEGAME CON FATIMA

La famiglia Gregori, in particolare la figlia Jessica, sostengono di aver ricevuto anche decine di apparizioni della Vergine Maria e ancora oggi essa apparirebbe alla donna. La Madonna si sarebbe presentata come “Madonna delle Rose dal Cuore Immacolato, Regina del Cielo, Madre delle Famiglie, Portatrice di Pace”, e le manifestazioni sarebbero iniziate il 16 luglio 1995 e avrebbe lasciato 93 messaggi da rendere pubblici. Alcuni di questi sono rivolti al vescovo mons. Grillo, il quale ha spiegato nel 2005: «oggi, posso affermare che il contenuto di quei messaggi, purtroppo, successivamente si sarebbe rivelato esatto. Ne parlai con qualcuno, ma per ora non posso dire con chi. La bambina di allora ricorda perfettamente il contenuto di quei messaggi, anche se non ne comprendeva il vero significato di alcune espressioni, come ho potuto constatare interrogandola di recente. Ovviamente ella, secondo la consegna ricevuta allora da “quella Ragazza” (che, secondo la piccola sarebbe stata la Madonna) è tenuta al segreto. Potrebbe dire soltanto, qualora fosse interrogata, che tra lei e il vescovo ci sono dei segreti, di cui lei, però, non può parlare».

Esiste anche un messaggio segreto riguardante il terzo segreto di Fatima, il quale dunque non sarebbe da interpretarsi con l’attentato a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro come alcuni studiosi hanno ipotizzato (si veda, ad esempio, Il quarto segreto di Fatima, di Antonio Socci). Il 15 giugno 1996 Jessica ha incontrato nel convento di clausura di Coimbra, suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima. «Abbiamo parlato del Terzo Segreto e tutto quanto… e ci siamo passati quello che voleva la Madonnina», ha commentato nel 2012 Jessica alla trasmissione “La Storia siamo noi”. Jessica lo rivelerà pubblicamente, dice, quando riceverà un segno da parte della Madonna. Jessica ha anche scritto a Giovanni Paolo II dopo il suo ricovero d’urgenza in ospedale del 26 febbraio 2005, desiderando informarlo delle «tante cose che non ti hanno detto e che ti riguardano in prima persona, ma che specialmente sono legate a Fatima». Il Pontefice ha risposto ufficialmente con lettera intestata della Segreteria di Stato tramite il vescovo diocesano.

La Madonna offrirebbe nei messaggi un’impressionante previsione della crisi della Chiesa e delle nazioni oggi in atto, ammonendo senza mezzi termini che anche «l’Italia è in pericolo», promettendo comunque «il trionfo del suo Cuore Immacolato che passa attraverso la fedeltà delle famiglie, nell’unità della Chiesa». Nell’agosto 1995 la famiglia Gregori nel luglio 1995 ha diffuso un messaggio della Madonna: «Satana si sta impadronendo di tutta l’umanità, e ora sta cercando di distruggere la Chiesa di Dio tramite molti sacerdoti. Non permettetelo! Aiutate il Santo Padre!». In un’intervista rilasciata ad Elisabetta Castana nell’agosto 2012, in occasione di un’inchiesta per il programma “La Storia siamo noi”, Jessica Gregori ha rivelato un importante messaggio: «La Madonna mi ha detto che il Santo Padre purtroppo non comanda come dovrebbe comandare, sono i cardinali che decidono più di lui». Dopo la rinuncia di Papa Benedetto XVI, sei mesi dopo (nel mese di febbraio, lo stesso in cui sono iniziati gli eventi di Civitavecchia), il messaggio ha assunto per alcuni un sapore profetico.

 
 

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9. IPOTESI ESPLICATIVE E CRITICHE

Di fronte al fatto delle lacrimazioni di sangue si sono avanzate nel tempo, in particolare da parte dell’associazione cagliaritana “Telefono Antiplagio”, diverse spiegazioni di tipo naturalistico o elementi critici nei fatti accaduti. Riteniamo che nessuna tra queste abbia motivo di essere presa seriamente in considerazione. Risposte più specifiche a quelle che seguono si possono leggere in questo dossier.

 

Frode, trucco o sostituzione della statuetta?
Questa tesi ipotizza un’eventuale elettrovalvola a telecomando all’interno della statuetta che azionerebbe la fuoriuscita di sangue. Evidentemente l’obiezione si scontra con le indagini degli scienziati Fiori e Umani Ronchi e della Magistratura (24/02/95), i cui risultati hanno verificato l’inesistenza di qualsiasi trucco o marchingegno interno ad essa. Se il sangue, invece, è stato iniettato dall’esterno (tramite siringa, ad esempio), nessuno dei numerosi testimoni lo ha mai osservato. Le lacrimazioni sono avvenute anche quando la statuetta era piantonata dalla polizia nel giardino dei Gregori, chiusa all’interno di una teca di vetro. Inoltre, bisogna fare presente che dalle analisi risulta essere sangue di un solo individuo.

Anche la sostituzione di statuetta non riesce a spiegare le manifestazioni ematiche e in ogni caso è esclusa dalle foto scattate che documentano trattarsi sempre della stessa statua dalla caratteristica scheggiatura sul velo all’altezza della testa, dovuta ad una caduta accidentale, e da altre screpolature del gesso. È la conclusione cui è pervenuto fin da subito il dirigente del Commissariato di Civitavecchia, Luigi Di Maio, che ha dichiarato: «Abbiamo stabilito con assoluta certezza che non ci sono state sostituzioni e che la statuetta che ha pianto nel giardino di Pantano è proprio quella che è stata sottoposta ai test dai professori Fiori e Umani Ronchi, e che ora ha in custodia il vescovo» (cfr. G. Baccarelli, “La storia della Madonnina delle lacrime di Civitavecchia”, Edicomp Compagnia editoriale italiana 1995, p. 104.).

L’ipotesi della frode è stata anche suggerita dopo il risultato dell’esame ematologico che è risultato essere sangue maschile. Eppure, è stato riferito che l’allora card. J. Ratzinger, saputa la notizia, si sia mostrato ancora più interessato in quanto esso apre ad un riferimento cristologico. E’ stato spiegato dal celebre teologo Stefano De Fiores, mariologo di fama internazionale: Maria non può essere compresa staccata da Gesù, che rappresenta il principio del suo essere e della sua missione nella storia della salvezza. Le stesse manifestazioni mariane non possono essere capite che in prospettiva cristologica perché «nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende» (Mc 25,94). La domanda “perché Maria ha scelto il segno del sangue maschile?”, ha continuato, «può e deve ricevere una risposta in senso cristologico. La Madre di Gesù ha compiuto questa scelta per attirare l’attenzione sul sangue versato dal Figlio durante la passione. Nello stesso tempo Maria sensibilizza il mondo circa il valore redentivo del sangue del Figlio, mostrandosi così, come lo è nella sua realtà teologica profonda, completamente relazionale a Cristo e alla sua opera di salvezza. Nella guttazione sanguigna ella offre una memoria della passione del Signore, così come a livello sacramentale lo è l’Eucaristia cui rimanda, e interpella a non rendere vano il sangue di Cristo versato per noi».

Rimane anche priva di fonte e riscontro l’affermazione di Maurizio Magnani in “Spiegare i miracoli” (2005, p. 184), per cui una perizia tecnica istituita dal sostituto procuratore Antonio La Rosa sulla “prima lacrimazione” avrebbe scoperto essere frutto di artefatto (per mezzo di una siringa o di un contagocce) tenendo conto dei parametri di viscosità e fluidodinamica del sangue e della porosità e delle irregolarità superficiali della statua di gesso. In ogni caso, la frode e il trucco con siringhe e contagocce si sono dimostrati inesistenti dalle indagini della polizia scientifica la quale ha portato la Procura della Repubblica ad archiviare l’ipotesi di reato sostenendo che la spiegazione del fenomeno è da attribuirsi ad illusione collettiva o ad origine soprannaturale.

 

Allucinazione o autosuggestione?
L’ipotesi dell’allucinazione collettiva è una delle due soluzioni proposte dalla Procura della Repubblica per spiegare il fenomeno (oltre alla soprannaturalità). Questa ipotesi è avanzata anche dai sociologi Ferrarotti e Statera, che vedono nella lacrimazione di sangue un sintomo dei periodi «di crisi, di incertezza e di mancanza di un punto di riferimento» e un inizio di «psicosi collettive molto pericolose». Anche B. Secondin, relativizzando fenomeni similari, mette in guardia dal «riferire al celeste ciò che invece è problema di convivenza umana, di giustizia, di legalità che dobbiamo risolvere noi, come certamente vuole il Signore, anche con fatica e con mediazioni» G. Baccarelli, “La storia della Madonnina delle lacrime di Civitavecchia”, Edicomp Compagnia editoriale italiana 1995, p. 48, 101-102).

Questa tesi però, è paradossalmente esclusa dalla stessa Magistratura che l’ha sostenuta come una possibile risposta. Infatti, allorquando ha fatto analizzare il sangue trovato sulla statuetta e avendo escluso il dolo (cioè il trucco o l’iniezione di una siringa dall’esterno), non si può più parlare di suggestione collettiva. Questo perché il sangue sulla statuetta esiste, tanto che viene analizzato, e nessuno lo ha messo su di essa, tant’è che è stata archiviata l’ipotesi di reato per frode. Inoltre, l’allucinazione è un fenomeno molto particolare e limitato di percezione senza oggetto constatabile da tutti: uno stato morboso in cui si asserisce di vedere cose non visibili, in cui si scambia per esteriore una percezione puramente interna. Nel caso della lacrimazione di Civitavecchia l’oggetto esterno, il sangue, è invece reale.

 

Fatto umanamente e scientificamente inspiegabile?
Nella relazione del 09/03/1996, il professore laico Giancarlo Umani Ronchi, ordinario di Medicina legale a “La Sapienza” di Roma, ha concluso: «Scientificamente non posso spiegarlo». Non è ovviamente possibile dimostrare l’origine soprannaturale, tuttavia avendo escluso le spiegazioni di tipo naturalistico, questa attualmente risulta essere la risposta più convincente.

 
 

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10. CONCLUSIONI

Avendo esaminato a lungo la vicenda, tenendo conto delle analisi scientifiche, dell’archiviazione della Magistratura e le spiegazioni di tipo naturalistico, riteniamo che la spiegazione soprannaturale sia quella più convincente a spiegare la complessità del fenomeno.

Ovviamente la questione non è chiusa e ci auguriamo che la scienza continui ad interrogarsi sui fatti di Civitavecchia, sul sangue e sulle essudazioni. Il cristiano non ha bisogno di credere nei miracoli, che possono essere un aiuto spirituale al massimo, dunque è libero di fronte a tali eventi. Come ha spiegato mons. Girolamo Grillo, certamente tra i protagonisti di questi eventi: «La soprannaturalità di un fenomeno religioso non la si potrà mai dimostrare con la sola ragione. In questo campo, infatti, di enorme rilevanza sono i frutti: un albero è buono soltanto quando i frutti sono buoni. Ecco perché la Chiesa, quando si tratta di questi fenomeni, non ha mai alcuna fretta di pronunciarsi». Occorre, ad esempio, riconoscere che «tra gli ex voto ci sono le siringhe degli ormai ex tossicodipendenti, ci sono molti anelli, segno delle unioni che si ricompongono. E sono davvero tanti i bambini concepiti dopo che i genitori, senza figli da molti anni, sono venuti qui a pregare». Per un approfondimento sulle conseguenze spirituali derivate dagli avvenimenti di Civitavecchia è utile consultare il resoconto di don Elio Carucci.

Civitavecchia richiama gente da ogni parte del mondo, dalle isole del Pacifico e dall’Oceano Indiano, dai Paesi più poveri dell’America Latina e di ogni Continente unicamente per piangere i propri peccati, per confessarsi, per ritrovare la fede perduta, per domandare qualche grazia. Ogni giorno cinque confessori si alternano, mentre le giornate sono scandite da Ore Eucaristiche tradizionali o silenziose e dai vari pellegrinaggi cui partecipano migliaia di persone. Questi sono i frutti del pianto della Madonnina di Civitavecchia.

Michele Brambilla nel libro “Gente che cerca” (Ancora 2002) ha raccontato la risposta dell’allora direttore de “Il Corriere della Sera”, Paolo Mieli, ad un cronista disinteressato quando una mattina del febbraio 1995 è arrivata in via Solferino la notizia della Madonna di Civitavecchia. «Il direttore Paolo Mieli», ha scritto Brambilla, «lo fulminò con un breve discorso che cito a memoria, e che era più o meno così: “Non hai capito niente. Questa storia di Civitavecchia è la notizia più importante di tutte. Io sono ateo, vengo da una famiglia ebrea, e quindi non me ne dovrebbe importare nulla di una statuetta della Madonna. Ma se questa notizia è vera, se davvero quella statuetta ha lacrimato, vuol dire che è accaduto un miracolo. Vuol dire che Dio esiste. E’ la notizia più importante che ogni uomo vorrebbe sapere, anche quelli che fanno finta di non interessarsi alla religione, è proprio questa: che Dio esiste. Perché se Dio esiste, per noi cambia tutto, cambia tutto il nostro destino».

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Citazioni di scienziati credenti, cristiani e cattolici

Un dossier dedicato alle frasi e citazioni degli scienziati contemporanei su Dio e sulla fede. Scienziati credenti si può: sono tanti gli scienziati cristiani e cattolici che continuano a manifestare apertamente la loro religiosità, dimostrando con la loro vita che non vi è alcuna dicotomia.

 
 
 

La concezione epistemologica dominante, convinta dell’infallibilità della conoscenza scientifica e della diffidenza verso altre forme di sapere, ha generato un “abusato” luogo comune: lo scienziato non può che essere lontano dalla fede perché la ragione scientifica, ritenuta popolarmente il modello compiuto di uso della ragione, precluda ogni accesso razionale a Dio.

Eppure, il percorso dei grandi uomini di scienza mostra che il sapere scientifico non chiude affatto la ragione alla trascendenza.

Con questo dossier (in continuo aggiornamento) di citazioni dei grandi uomini di scienza credenti, mostriamo che la difficoltà o inconciliabilità tra conoscenza scientifica e fede religiosa è estranea alla loro esperienza di uomini e professionisti in tutti i campi della ricerca scientifica. Il dossier, seguendo l’approccio storiografico, considera come contemporanei gli scienziati vissuti tra il 1900 e i giorni attuali, ed è collegato all’elenco di famosi scienziati credenti.

 

SCIENZIATI CONTEMPORANEI, FRASI SU DIO E LA FEDE.


 

Laurent Lafforgue, 1966, matematico, cattolico
Professore all’Institut des hautes études scientifiques, membro dell’Académie des sciences, vincitore della massima onorificenza nel campo matematico, la Medaglia Fields (2002). Ha contributo in modo determinante nel campo della teoria dei numeri e della geometria algebrica, dimostrando parte delle cosiddette congetture di Langlands.

«Perché la scienza si espandesse nel mondo moderno bisognava considerare importante la materia. E ciò sembra profondamente legato al cristianesimo. Questa mia è un’ipotesi; ma penso che il disprezzo della materia non sia cristiano. Una cosa che noto con i miei colleghi matematici e fisici è che io sono più materialista di loro. C’è una doppia tentazione: da una parte rifiutare la materia, cioè la tentazione idealista; all’opposto, c’è la tentazione di buttare la scienza moderna fondata sull’interpretazione matematica dell’universo. Da un certo punto di vista sarebbe tutto più semplice se il mondo fosse solo una struttura matematica, o se la matematica non avesse nulla a che vedere con il mondo fisico. La realtà è che la materia è sottomessa a leggi matematiche ma non si riduce a queste leggi. E questo è un mistero. In sé la relazione della matematica col mondo fisico resta un mistero. La matematica è una tradizione, come la Chiesa; implica una trasmissione vivente e quindi si pratica in seno a una comunità».
(L. Lafforgue, Lafforgue: io, toccato da quel mistero che unisce idee e realtà, Ilsussidiario.net, 28/10/09)

 

«Per la sua oscurità e la sua profondità misteriose, a causa della sua mistura di saperi che riguardano i fatti e di tensione verso la bellezza dell’intelligibile, la conoscenza ha essa stessa qualche cosa che evoca la profondità insondabile di Dio. Grazie alla sua sottomissione ai fatti, la verità conoscibile possiede un legame con Colui che discende nelle profondità dell’Essere terrestre, con il Verbo fatto carne. Grazie alla sua sottomissione ai saperi specifici, la conoscenza possiede un legame con il Verbo incarnato»
(citato in F. Agnoli, Un grande matematico parla della Verità, Il Foglio, 29/08/12)


 

Martin A. Nowak, 1965, biologo e matematico, cattolico
E’ professore di biologia, matematica e Direttore del Programma per la dinamica evolutiva presso l’Università di Harvard. Ha all’attivo più di 300 pubblicazioni scientifiche, di cui 40 si trovano su Nature e 15 su Science. Vincitore del Weldon Memorial Prize e del Association of American Publishers RR Hawkins Award.

«A mio parere, un’interpretazione puramente scientifica dell’evoluzione non genera un argomento a favore dell’ateismo. La scienza non smentisce Dio, né sostituisce la religione. L’evoluzione non è un argomento contro Dio, non più della gravità. L’evoluzione spiega lo svolgersi della vita sul pianeta. Il Dio del Cristianesimo è “che Colui che senza il quale non ci sarebbe né evoluzione né tutto il resto” […]. Vedo gli insegnamenti delle religioni come la promozione verso un comportamento altruistico, di amore e perdono. Quando si guarda ai modelli matematici dell’evoluzione della cooperazione, troviamo che le strategie vincenti devono essere generosità, speranza e perdono. Ora, per la prima volta, possiamo vedere queste idee in termini matematici. Chi avrebbe mai pensato che si potesse dimostrare matematicamente che, in un mondo dove tutti pensano a sé stessi, la strategia vincente è quella di essere clementi e che chi non riesce a perdonare non potrà mai vincere?»
(M.A. Nowak, intervista su New Scientist, The mathematics of being nice, 21/03/11)

 

«Dio ha scelto di dispiegare la sua creazione nel tempo secondo le leggi di natura. Gli umani, creati a immagine di Dio, hanno cominciato a capire alcuni aspetti di queste leggi di natura. L’evoluzione è un principio organizzatore del mondo vivente: Dio la usa per dispiegare la vita sulla terra. La potenza creatrice di Dio e le leggi dell’evoluzione non sono in conflitto tra loro: Dio agisce attraverso l’evoluzione, ne è la causa ultima. Senza Dio non ci sarebbe affatto l’evoluzione. Allo stesso modo Dio usa la gravità per organizzare la struttura dell’universo su larga scala. Senza Dio non ci sarebbe alcuna gravità. Né la gravità né l’evoluzione rappresentano sfide per la fede cristiana. Un’interpretazione davvero scientifica dell’evoluzione non conduce a un argomento contro Dio. L’ateismo scientifico è una posizione metafisica, che va oltre un’interpretazione puramente scientifica dei dati a nostra disposizione»
(M. Nowak, in “Dio oggi. Con lui o senza lui cambia tutto”, Cantagalli 2010, p. 201,202)


 

Krzysztof Meissner, 1961, fisico, cattolico
Docente di fisica teorica all’Università di Varsavia, è uno dei massimi studiosi di fisica delle particelle in Europa. Ha lavorato nei più importanti centri di ricerca al mondo e attualmente sta lavorando ad una versione “allargata” della teoria standard dell’universo, alla ricerca di una seconda «particella di Dio», dopo il Bosone di Higgs. Credente e cattolico.

«Nel modo di fare ricerca, non c’è nessuna differenza tra uno scienziato ateo o credente. Entrambi usano gli stessi mezzi, usano la stessa matematica. La differenza è nell’approccio al risultato finale. Le leggi che governano l’universo si rivelano sempre semplici, eleganti, con un che di perfetto nella loro essenza. Se uno non crede in Dio constata questa perfezione e si ferma lì. Se uno è credente non può non vedervi un riflesso della perfezione di Dio. Quello che cambia è insomma il significato attribuito alle scoperte, l’ottica con cui le possiamo guardare e apprezzare. Un universo sorto dal caso dovrebbe essere caotico. Se ci fossero delle leggi non potrebbero essere universali nel tempo e nello spazio. Potrebbe esserci una certa misura di correlazione fra la cose, non di più. La presenza di leggi universali, che è la condizione di possibilità della ricerca scientifica, leggi che non cambiano dal lunedì al mercoledì, è qualcosa di stupefacente, che non smette di sorprendermi dopo tanti anni. La considero più che un indizio, direi quasi una prova della presenza di una realtà trascendente, del fatto che c’è qualcosa di più grande del mondo in cui viviamo. Cosa sia questa trascendenza, se sia un Dio personale o una divinità panteistica, è un quesito per rispondere al quale abbiamo bisogno della fede. Ma, ripeto, che ci sia una dimensione che trascende il nostro mondo, per me come scienziato è evidente […]. Può esserci stato un punto zero, un inizio di tutto, ma non possiamo escludere, andando a ritroso, di entrare in una sorta di tempo negativo, oltre il punto zero. Ho sempre considerato quindi azzardato mettere in parallelo il Big Bang e la Genesi. Anche i credenti non dovrebbero mai dimenticare che la Bibbia è una verità rivelata sulla relazione tra l’uomo e Dio, non su quella tra l’uomo e la realtà materiale»
(K. Meissner, Big Bang o Genesi, il falso dilemma, Avvenire 11/10/13)


 

Marco Bersanelli, 1960, astrofisico, cattolico
Docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano e collaboratore presso l’Istituto di Fisica Cosmica del CNR e con l’Agenzia Spaziale Europea.

«La ricerca scientifica mette in luce la natura della realtà come “mistero”: essa esiste, vi si stabilisce un rapporto, ma ultimamente sfugge alla comprensione completa della ragione. Come se ogni nostra conoscenza o conquista rimandasse inesorabilmente a un oggetto ultimo e nascosto. La conoscenza scientifica è una manifestazione di quella inguaribile tendenza dell’uomo a domandarsi il “perché” delle cose, mai sazio di risposte parziali. La ricerca scientifica ha il suo seme e le sue radici profonde nel senso religioso e nell’esigenza umana di soddisfazione e di senso»(M. Bersanelli e M. Gargantini, “Solo lo stupore conosce”, Bur 2003, pag. XII e 7)
(M. Bersanelli e M. Gargantini, “Solo lo stupore conosce”, Bur 2003, pag. XII e 7)

«Noi possiamo parlare di “origine” a diversi livelli, e bisogna stare bene attenti a non confondere l’oggetto delle nostre domande e quindi il metodo coi cui tentare delle risposte. Questo è ancora più importante quando si tratta dell’essere umano. Se uno mi chiede “qual è la tua origine?”, posso rispondere che sono nato a Milano da mio padre e mia madre; posso rispondere che la mia struttura fisica proviene da una lunga e straordinaria storia evolutiva e, prima ancora, cosmica; posso rispondere che ultimamente il mio io ha origine in un infinito, in Dio, e che nessun antecedente fisico o biologico può definire completamente il mio io. La verità della terza risposta non impedisce che possano essere vere anche le prime due. Viceversa, le prime due non negano la terza, anzi la arricchiscono».
(M. Bersanelli, Il Monte Bianco in una moneta e la tensione all’infinito, IlSussidiario.net, 17/08/12)


 

Fabiola Gianotti, 1960, fisico, cattolica
Tra i più importanti scienziati italiani, ha contribuito alla scoperta del bosone di Higgs e nel 2015 è divenuta direttore generale del CERN di Ginevra. Membro del comitato consultivo per la Fisica al Fermilab negli Stati Uniti e dell’Accademia dei Lincei per la classe di scienze fisiche, dal 2013 è professore onorario presso l’Università di Edimburgo. Tra i più importanti scienziati italiani, ha contribuito alla scoperta del bosone di Higgs e nel 2015 è divenuta direttore generale del CERN di Ginevra. Membro del comitato consultivo per la Fisica al Fermilab negli Stati Uniti e dell’Accademia dei Lincei per la classe di scienze fisiche, dal 2013 è professore onorario presso l’Università di Edimburgo.

«La scienza e la religione devono restare su due strade separate», ha risposto la Gianotti, «la scienza si basa sulla dimostrazione sperimentale e la religione si basa su principi completamente opposti, cioè sulla fede, tanto più benemerito chi crede senza aver visto. E la scienza non potrà mai dimostrare l’esistenza o la non esistenza di Dio. Si, io credo in Dio. La scienza è assolutamente compatibile con la fede, non ci sono contraddizioni. L’importante è lasciare i due piani separati: essere credenti o non credenti, non è la fisica che ci darà una risposta».
(F. Gianotti, intervista televisiva alla trasmissione “Otto e Mezzo”, 06/01/15)

 

«Scienza e religione sono discipline separate, anche se non antitetiche. Si può essere fisici e avere fede oppure no. È meglio che Dio e la scienza mantengano la giusta distanza»
(F. Gianotti, Io, tra Dio e il Big Bang”. Fabiola Gianotti, direttrice del Cern: la signora dell’Universo, intervista per Repubblica, 28/12/14)

 

«Non vedo nessuna contraddizione tra scienza e fede: appartengono a due sfere diverse. Saremmo troppo ambiziosi e troppo arroganti se potessimo pensare di spiegare l’origine del mondo. Quello che possiamo fare noi scienziati è andare avanti passettino dopo passettino, e accumulare conoscenza. Ma, come diceva Newton, quello che conosciamo è una gocciolina e quello che non conosciamo un oceano, quindi siamo ben lontani dal rispondere a domande di quel tipo»
(F. Gianotti, La signora dell’Universo, intervista per Famiglia Cristiana, 20/08/10)


 

Tony Rothman, 1953, fisico teorico, deista
Redattore a Scientific American, ha insegnato ad Harvard, alla Illinois Wesleyan University, al Bryn Mawr College e più recentemente presso l’Università di Princeton. Ha contribuito allo studio dell’universo primordiale, in particolare alla nucleosintesi cosmica, ai buchi neri, alle cosmologie inflazionistiche e ai gravitoni.

«”Il teologo medievale che guardava il cielo notturno attraverso gli occhi di Aristotele e vedeva nell’armonia delle sfere gli angeli che si muovevano, è diventato il cosmologo moderno che guarda allo stesso cielo attraverso gli occhi di Einstein e vede la mano di Dio, non negli angeli, ma nelle costanti della natura. Quando confrontiamo l’ordine e la bellezza dell’universo e le strane coincidenze della natura, è molto forte la tentazione di fare un salto di fede dalla scienza alla religione. Sono sicuro che molti fisici vorrebbero farlo. Vorrei solo che lo ammettessero»
(T. Rothman, “A ‘What You See Is What You Beget’ Theory”, Discover (May, 1987), 99)


 

Stephen M. Barr, 1953, fisico, cattolico, 1953, fisico, cattolico
Docente presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’University of Delaware, membro del Bartol Research Institute, Fellow della American Physical Society, è noto per la sua attività di ricerca nella fisica delle particelle e nella cosmologia teorica.

«Sono cattolico da tutta la vita […], ma non considero le idee del movimento Intelligent Design come ipotesi nella scienza naturale […]. Molti atei credono che ogni religione sia in fondo sia un tentativo pre-scientifico di comprendere i fenomeni naturali attraverso il mito o un tentativo di ottenere benefici mondani attraverso la magia. E dal momento che la scienza è l’antitesi del mito e della magia non possono fare a meno di vedere tutte le religione come antiscientifiche. Naturalmente, queste persone non hanno idea di cosa sia la vera religione […]. Abbiamo bisogno di recuperare l’idea di Dio come Logos, cioè Dio come la ragione stessa. Faccio notare che Papa Benedetto XVI ha sottolineato questo nel suo discorso di Regensburg. Si tratta di un’idea di Dio che le persone che dedicano la loro vita alla ricerca razionale sono in grado di apprezzare».
(S.M. Barr, intervista per www.ignatiusinsight.com, The Mythological Conflict Between Christianity and Science, 25/09/06)

 

John David Barrow, 1952, cosmologo e matematico, cristiano
Prestigioso cosmologo e fisico teorico, docente di Scienze Matematiche presso l’università di Cambridge. Vincitore nel 2008 del “Premio Faraday” assegnato dalla Royal Society. Prestigioso cosmologo e fisico teorico, docente di Scienze Matematiche presso l’università di Cambridge. Vincitore nel 2008 del “Premio Faraday” assegnato dalla Royal Society.

«In effetti, se l’intero universo materiale può essere descritto dalla matematica, deve esistere una logica immateriale più vasta dell’universo materiale […]. Convinzioni di questo tipo sembrano implicare che Dio sia un matematico».
(J.D. Barrow, “Perché il mondo è matematico?”, Laterza 1992, pag. 69)


 

Lucio Rossi, 1952, fisico, cattolico
Responsabile del “Magnets, Cryostats and Superconductors Group” al CERN di Ginevra, è ricercatore dell’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) e docente del Dipartimento di Fisica dell’università di Milano.

«La scienza nasce dall’accorgersi che il mondo è razionale, che le leggi che governano il mondo e la mia ragione sono affini […]. La scoperta del bosone di Higgs apre tantissime domande ma è chiaro che la simmetria razionale c’è. Ci vuole fegato per dire che l’universo è fatto a caso . Parlando con un famoso fisico teorico, siamo arrivati a dire che questa simmetria, se autofondata, può essere il concetto di Dio. Io gli facevo notare però che posso conoscerla, vuol dire che mi ha voluto. Riconoscere l’infinito è un atto di libertà, ed è giusto che sia così. Se i miei studi mi costringessero a riconoscerne l’esistenza, sarei avvantaggiato rispetto a mia madre, sarebbe ingiusto. C’è abbastanza luce per credere e abbastanza per non credere. E io e mia madre abbiamo le stesse chance di credere. Questa libertà però mi fa pensare che “dietro” c’è una Persona e non una macchina autoalimentata».
(L. Rossi, Il bosone sfida chi dice che tutto nasce dal caso, Meeting Rimini 2012)


 

Alfio Quarteroni, 1952, matematico, cattolico
Tra i più noti matematici italiani all’estero, è docente al Politecnico di Milano, ordinario di Matematica presso l’Università del Minnesota e direttore della cattedra di Modellistica e Calcolo Scientifico presso l’EPFL di Losanna. Beneficiario di innumerevoli premi e riconoscimenti scientifici, membro di diversi comitati scientifici di istituzioni europee e autore di oltre 400 articoli pubblicati in riviste scientifiche internazionali e atti di convegni.

«Il credente scienziato pensa che tutta la scienza sia stata “data” da Qualcuno e l’uomo debba solo riscoprirla, e forse è così: l’uomo con i suoi talenti e l’aiuto di Dio si pone nella sua solitudine davanti al problema e lo riscopre. Newton invece diceva: “Ho camminato sulle spalle dei giganti”, intendendo che doveva la conoscenza agli scienziati venuti prima di lui. Hanno ragione entrambi, Chi ha inventato tutto non ti vuole frustrare, ti dà l’impressione che sia tu a scoprire le meraviglie. Quel che è certo è che il matematico non è l’archeologo, non si limita a scavare ciò che è sepolto là sotto, ma costruisce, inventa, crea una teoria dal nulla, ci mette la fantasia: scienza e fede non si escludono, ormai siamo quasi arrivati a ricostruire una teoria consistente e credibile di tutta l’evoluzione dell’universo ma per il Big Bang manca ancora un pezzetto infinitesimale, un tempo sconosciuto, il vero mistero. Spieghi l’universo e poi resti attonito: come è avvenuto il Big Bang? Chi ha concepito il disegno iniziale così perfetto che in milioni di anni l’ordine non si è guastato? La scienza è rigorosa ma il mistero persiste. E io, il matematico, resto attento, curioso, intrigato, dibattuto. E commosso» Chi ha concepito il disegno iniziale così perfetto che in milioni di anni l’ordine non si è guastato? La scienza è rigorosa ma il mistero persiste. E io, il matematico, resto attento, curioso, intrigato, dibattuto. E commosso»>
(A. Quarteroni, Matematica concreta, intervista su Avvenire, 01/10/13)

 

«Galileo, come Keplero, Newton e Cartesio, furono sostenitori dell’idea che il mondo fisico fosse stato dotato da Dio di una struttura matematica. Per chi ha fede il Dio creatore non può esimersi dall’essere anche un matematico. Il più grande di tutti, naturalmente. Perché ha risolto il più complesso problema inverso che mai sia stato posto: determinare le condizioni iniziali giuste (al tempo zero, quello della creazione) affinché il sistema dinamico dell’evoluzione dell’universo arrivasse a oggi a possedere questa meravigliosa grandezza. Non sono mai riuscito a farmi “una ragione” incontrovertibile dell’esistenza di Dio. Tuttavia io Dio lo “sento”, non solo perché il sistema dinamico dell’universo non degenera nonostante le sue innumerevoli componenti siano talmente non lineari dal doversi ineluttabilmente piegare (sui tempi lunghi) a instabilità e degenerazioni irreversibili, se seguissero solo le leggi della matematica e della fisica, e non fossero invece controllate a distanza da un “grande Regolarizzatore”»
(A. Quarteroni, Quant’è concreta la teoria, intervista su L’Osservatore Romano, 30/07/10)


 

Simon Conway Morris, 1951, paleontologo, cattolico
Conosciuto a livello internazionale per il suo studio dettagliato ai fossili Burgess Shale, Fellow della Royal Society, vincitore della Walcott Medal of the National Academy of Sciences e della Lyell Medal della Geological Society of London, insegna presso l’Università di Cambridge dove studia l’esplosione del Cambriano.

«Anche noi siamo uno dei suoi prodotti dell’evoluzione. Questo non vuol dire che l’evoluzione non abbia implicazioni metafisiche, resto convinto che invece le abbia […]. Nonostante gli entusiasmi quasi-religiosi degli ultra-darwinisti, la loro comprensione della teologia è una combinazione di ignoranza e di derisione, filosoficamente zoppicante, si avvalgono di luoghi comuni e sono felicemente alimentati dalle idiozie dei creazionisti cosiddetti scientifici»(S.C. Morris, “Life’s Solution: Inevitable humans in a Lonely Universe”, Cambridge University Press 2003, p. 314-316)

 

«Mettere in discussione l’Intelligent Design potrebbe generare un’onda di applausi da ogni neo-darwiniani presente, fino a quando non si ricorda che la teologia non è una moda, un passatempo per eccentrici, ma è in realtà centrale per la nostra impresa. E ora voglio convincervi che solo un tale approccio può essere coerente con l’evoluzione, ma può anche entrare in risonanza con la teologia cristiana ortodossa: la Caduta, l’Incarnazione e la Fine dei Tempi […]. Se si ignora la dimensione teologica allora andiamo verso guai. Fino a quando vediamo il mondo come un casualità accidentale, di essere trattato come un oggetto utilitaristico, non solo perdere di vista della creazione, ma anche noi stessi e il nostro posto in esso».
(S.C. Morris, Darwin’s Compass: How Evolution Discovers the Song of Creation, The Boyle lecture 2005)

 

«Creazione, per quanto ne sappiamo, è infinita nella sua ricchezza e promessa, e mentre ci sono molte strade per scoprire questa verità, non vi è ragione di pensare che la scienza non sia una di loro e in certe situazioni è in realtà l’unica. Infatti la scienza ci ricorda che la Creazione è molto più meravigliosa, molto più straordinaria, molto più diversificata, molto più ricca di quanto avremmo potuto mai prevedere».
(S.C. Morris, Darwin’s Compass: How Evolution Discovers the Song of Creation, The Boyle lecture 2005)

 

«E’ la conoscenza e l’esperienza dell’Incarnazione, la saggezza e le avvertenze date da Gesù nei Vangeli, e non da ultimo la sua Risurrezione, che, in ultima analisi, sono tutto ciò che ha importanza […]. Questa immagine del mondo potrebbe anche dimostrare che, lungi dall’essere una serie di incidenti senza cervello, la storia ha una direzione e un percepito punto finale. I relativi meriti morali di ognuno di noi sono in ultima analisi rilevanti solo per esponenti del quadro del mondo teistica, a coloro che hanno un’inclinazione scientista potrebbe essere socialmente utile, ma nell’ordine generale delle cose non possono avere alcun significato in un mondo senz’anima».
(S.C. Morris, Darwin’s Compass: How Evolution Discovers the Song of Creation, The Boyle lecture 2005)


 

Ian Hutchinson, 1951, fisico, cristiano
Professore di Scienza Nucleare ed Ingegneria presso il prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT), già presidente del Plasma Physics group dell’American Physical Society, è considerato uno scienziato che ha dato grandi contribuiti all’ingegneria nucleare e alla fisica nucleare. Cristiano, ha più volte contrastato le affermazioni dei cosiddetti new-atheist.

«Si potrebbe pensare che il MIT, essendo il grande tempio della scienza e della tecnologia, sia un luogo senza Dio. Al contrario, vi lavoro da oltre 35 anni e collaboro con molti cristiani e persone di varie fedi, sia tra i miei colleghi di facoltà che tra gli studenti. Che fede e scienza siano in conflitto è un mito che è stato completamente sfatato dagli storici della scienza negli ultimi 50 anni: i cristiani seri, incluso il clero, sono stati predominanti nello sviluppo della scienza per secoli. Ma il mito esercita ancora una forte influenza sia sui laici che, molto spesso, anche sui cristiani».
(I. Hutchinson, Intervista durante il convegno al Veritas Forum, 24/04/18).

 

«Le debolezze intellettuali delle argomentazioni ateiste non dovrebbero indurci a scartare la loro influenza. Insegnanti cristiani e pastori hanno bisogno di trovare tempo ed energie per rispondere. E dobbiamo anche avere qualcosa di serio da dire. Quando parliamo di riconciliare il cristianesimo con la scienza, non intendiamo forzare la coerenza della nostra fede con le attuali teorie economiche, sociologiche, storiche o politiche. Intendiamo chiederci in che modo la Bibbia e la dottrina cristiana possono essere coerenti con la cosmologia moderna, genomica e neurologia ad esempio: le scienze naturali. Non possiamo certo dimostrare scientificamente l’amore del Padre celeste più di quanto possiamo dimostrare scientificamente l’amore di un padre umano. Entrambi sono oltre l’intrinseco e oltre i limiti della scienza. In secondo luogo, ancora di più dannoso per la testimonianza cristiana, è cercare una dimostrazione scientifica di Dio, o del soprannaturale. Così si cede allo scientismo e tradisce la credenza che la scienza sia la forma di conoscenza più convincente. Per favore non fraintendermi. Non sto rinnegando tutti gli argomenti intellettuali per Dio o la ragionevolezza della fede. Al contrario, sono giunto alla fede come studente universitario in parte perché mi sono convinto delle argomentazioni intellettuali che Gesù è chi dice di essere. Sto semplicemente dicendo che gli argomenti per Dio non sono, e non possono essere, scientifici».
(I. Hutchinson, Engaging Today’s Militant Atheist Arguments, The Biologos Foundation)


 

Francis Collins, 1950, genetista, cristiano
Genetista di fama internazionale, ha guidato il team di ricercatori che ha decifrato il genoma umano. E’ a capo del National Institutes of Health ed è considerato tra i più influenti scienziati viventi.

Raccontando la sua conversione dall’ateismo al cristianesimo grazie alla ricerca scientifica, ha detto: «Ero sbalordito dall’eleganza del codice genetico umano. Mi resi conto di aver optato per una cecità volontaria e di essere caduto vittima di arroganza, avendo evitato di prendere seriamente in considerazione che Dio potesse rappresentare una possibilità reale»
(F. Collins, “Il linguaggio di Dio”, Sperling & Kupfer 2007, pag. 20-22)

 

«Non riesco a capire come la natura avrebbe potuto crearsi da sé. Nessuno scienziato serio oserebbe affermare di avere a portata di mano una spiegazione naturalistica dell’origine della vita. Solo una forza al di fuori del tempo e dello spazio avrebbe potuto fare una cosa simile. Il Big Bang domanda a gran voce una spiegazione divina», e infatti «si accorda perfettamente con l’idea di un Dio Creatore trascendente»
(F. Collins, “Il linguaggio di Dio”, Sperling & Kupfer 2007, pag. 63)

 

Ritiene l’evoluzione umana «l’elegante piano di Dio per la creazione del genere umano», rifiutando il creazionismo e l’Intelligent Design, ha avvallato il concetto di “evoluzione teista” (un approfondimento su Wikipedia e su Disf.org): «Il Dio della Bibbia è anche il Dio del genoma. Egli può essere adorato in una cattedrale o in un laboratorio. La sua creazione è maestosa, impressionante, intricata e bella […] Come scienziato e credente ho la possibilità di scoprire e studiare l’incredibile complessità della creazione di Dio. Ho guardato per la prima volta nella storia umana le lettere del DNA umano – che io ritengo siano il linguaggio di Dio – e ho avuto solo un assaggio minuscolo della straordinaria potenza creativa della Sua mente, così lo è ogni scoperta che compie la scienza. […] La scienza non mi dirà perché siamo tutti qui, qual è lo scopo nella vita o che cosa succede dopo la morte. Per questo, ho bisogno della fede. Sono grato di poter attingere a più modi di conoscenza al fine di avere un pieno apprezzamento del dono meraviglioso della vita che ci è stata data. A volte qualche scienziato conclude che la fede è qualcosa che arriva per puro sentimento. E’ perché non percepisce la nozione che la fede può essere una scelta del tutto razionale, come lo è stato per me. […] Abbiamo bisogno di tutti i tipi di modalità per conoscere la realtà e la verità. La scienza è un modo. La fede è un altro. Sono entrambi modi diversi di rispondere ai quesiti più importanti»
(in “God Is Not Threatened by Our Scientific Adventures”, intervista di Laura Sheahen, Beliefnet).

 

«Per me l’esperienza di sequenziamento del genoma umano, e la scoperta del più imponente di tutti i testi, è stato un sorprendente risultato scientifico e un’occasione di preghiera. Molti saranno sconcertati da questi sentimenti, partendo dal presupposto che un rigoroso scienziato non debba anche essere un serio credente in un Dio trascendente. Questo libro [“Il linguaggio di Dio”, nda] si propone di sfatare tale concetto, sostenendo che la fede in Dio può essere una scelta del tutto razionale, e che i principi della fede sono, infatti, complementare ai principi della scienza»
(F. Collins, The Language of God: A Scientist Presents Evidence for Belief, Introduction, New York, Free Press, 2006)

 

«Il dominio della scienza è l’esplorazione della natura. Il dominio di Dio è il mondo spirituale, un regno che non è possibile da indagare con gli strumenti e il linguaggio scientifico. Dev’essere dunque esaminato tramite il cuore, la mente e l’anima, e la mente deve trovare la strada per abbracciare entrambi questi regni»
(F. Collins, The Language of God: A Scientist Presents Evidence for Belief, Introduction, New York, Free Press, 2006)

 

«Non ho alcun motivo per vedere una discordanza tra quel che io conosco come scienziato che trascorre tutto il giorno a studiare il genoma umano e quello che io credo come qualcuno che presta molta attenzione a quello che la Bibbia ha insegnato su Dio e su Gesù Scritto. Questi sono punti di vista compatibili. La scienza è il modo -una potente strada, oltretutto- per studiare il mondo naturale. La scienza non è particolarmente efficace -anzi, è piuttosto inefficace- a fare commenti sul mondo soprannaturale. Entrambi i mondi, per me, sono molto reali e molto importanti. Essi sono studiati in modi differenti, essi coesistono, si illuminano a vicenda»
(F. Collins, interviewed by Bob Abernethy of PBS’ “Religion & Ethics Newsweekly” – a production of Thirteen/WNET New York. Transcript prepared by Burrelle’s Information Services, Livingston, NJ. Copyright (c) 2000 Educational Broadcasting Corporation)

 

Alla domanda: “Tu sei principalmente protestante? Un evangelico protestante?”, il Dr. Collins ha risposto: «Io credo di essere un Cristiano serio, qualcuno che crede nella realtà della morte e resurrezione di Cristo e che cerca di integrare questo nella vita quotidiano a non relegarlo ad un qualcosa di cui parlare la domenica mattina»
(F. Collins, interviewed by Bob Abernethy of PBS’ “Religion & Ethics Newsweekly” – a production of Thirteen/WNET New York. Transcript prepared by Burrelle’s Information Services, Livingston, NJ. Copyright (c) 2000 Educational Broadcasting Corporation)

 

«La scienza è l’unico modo per capire il mondo naturale, e i suoi strumenti quando sono utilizzati correttamente posso generare profonde intuizione all’esistenza materiale. Ma la scienza non ha potere per rispondere a domande come “Perché l’Universo è nato?”, “Che cosa significa l’esistenza umana?”, “Cosa accade dopo la nostra morte?”. Una delle più forti motivazioni del genere umano è scoprire le risposte alle questioni profonde, e noi abbiamo bisogno di portare tutto il potere di entrambe i punti di vista, scientifico e spirituale, per comprendere il visibile e l’invisibile»
(F. Collins, The Language of God: A Scientist Presents Evidence for Belief, Introduction, New York, Free Press, 2006)


 

John C. Lennox, 1949, matematico, cristiano
Docente di matematica presso l’Università di Oxford e Fellow in Matematica, Filosofia della Scienza presso il Green Templeton College of Oxford University.

«Più cose conosciamo riguardo al nostro universo, più l’ipotesi che vi sia un Dio Creatore, il quale abbia progettato l’universo per un certo scopo, acquista credibilità come spiegazione migliore del perché noi siamo qui»
(J.C. Lennox, Fede e scienza, Armenia 2009, p. 84)

 

«Dawkins combatte contro un mulino a vento, respingendo un concetto di Dio in cui comunque non crede nessun pensatore serio. Una tale attività non è necessariamente da considerare un segno di sofisticazione intellettuale»
(J.C. Lennox, “Fede e scienza”, Armenia 2009)

 

«L’intelligibilità razionale dell’universo indica l’esistenza di una Mente responsabile sia dell’universo, sia della nostra mente. E’ per questa ragione che noi siamo in grado di fare scienza e di scoprire le bellissime strutture matematiche sottostanti ai fenomeni che possiamo osservare. Ciò che sta alla base dell’universo è molto più che un principio razionale. E’ Dio, il Creatore stesso. Io asserisco che, essendo la scienza ben lungi dall’aver seppellito Dio, non soltanto i risultati della scienza puntino nella direzione dell’esistenza di Dio, ma la stessa impresa scientifica sia convalidata da tale esistenza»
(J.C. Lennox, Fede e scienza, Armenia 2009, p. 261,262)


 

Kenneth R. Miller, 1948, biologo, cattolico
Docente di biologia presso la Brown University, premiato dalla American Society for Cell Biology e dalla American Association for the Advancement of Science (AAAS) per il suo importante contributo pubblico all’insegnamento dell’evoluzione negli Stati Uniti.

«La scienza non è in contraddizione con l’ipotesi di Dio. Piuttosto, ci offre una finestra su un universo dinamico e creativo che espande il nostro apprezzamento per l’opera divina che non avrebbe potuto essere così immaginata nei secoli passati. In qualità di difensore schietto dell’evoluzione, sono spesso sfidato da coloro che ritengono che se la scienza può dimostrare l’origine naturale della nostra specie, e sicuramente lo fa, allora Dio dovrebbe essere abbandonato. Ma la Divinità che essi rifiutano così facilmente, non è quella che conosco. Per essere minacciato dalla scienza, Dio dovrebbe essere niente più che un segnaposto per l’ignoranza umana. Questo è il Dio dei creazionisti, del “disegno intelligente”, di coloro che cercano il loro Dio nelle tenebre. Quello che non si capisce diventa la loro migliore – anzi l’unica – prova per la fede. Come cristiano, trovo il flusso di questa logica particolarmente deprimente. Non solo ci insegna a temere l’acquisizione di conoscenze (che potrebbero in qualsiasi momento smentire questo credo), ma suggerisce anche che Dio abiti solo nelle ombre della nostra comprensione. Suggerisco che se Dio è reale, dovremmo essere in grado di trovarlo da qualche altra parte, alla luce brillante della conoscenza umana, spirituale e scientifica. E che luce che è! […] L’errore categorico dell’ateo è di assumere che Dio è naturale, e dunque è all’interno del regno della scienza, da indagare e da provare. Facendo Dio una parte normale del mondo naturale, e non riuscendo a trovarlo lì, essi concludono che Egli non esiste. Ma Dio non è e non può essere parte della natura. Dio è la ragione della natura, la spiegazione del perché delle cose. Egli è la risposta alla esistenza, non parte della stessa esistenza […]. La curiosità del teista che abbraccia la scienza è più grande, non minore, perché egli cerca una spiegazione che è più profonda di quanto la scienza può offrire, una spiegazione che comprende la scienza, ma cerca la ragione ultima per cui la logica della scienza dovrebbe funzionare così bene. L’ipotesi di Dio non viene da un rifiuto della scienza, ma da una curiosità penetrante che si chiede perché la scienza sia ancora possibile, e perché le leggi della natura esistono per noi da scoprire […]. La scienza, tutta la scienza, è necessariamente incompleta, questa è, in effetti, la ragione per cui tanti di noi trovano la scienza tonificante e appagante. Perché, allora, dovremmo essere sorpresi che anche la religione è incompleta e contraddittoria? Oggi, la scienza va avanti e il mistero rimane. C’è un posto per la fede autentica nel mondo della scienza? In effetti c’è. Lungi dall’essere in contrasto con essa, l’ipotesi di Dio convalida, non solo la nostra fede nella scienza, ma il nostro vero piacere, soprattutto per i doni di conoscenza, amore e vita»
(K.R. Miller, Does science make belief in God obsolete?, dal sito web della Templeton Foundation)

 

«Che cosa è la vita buona? Qual è la natura del bene e del male? Qual è lo scopo di esistenza? Queste sono le domande più importante di tutti. Quello che posso dirvi è che il mondo che vedo, tra il mondo che conosco, incluso quel che copro grazie alla scienza, ha più senso per me alla luce di una comprensione spirituale dell’esistenza e dell’ipotesi di Dio. In particolare, vedo una polarità morale, il “buono” e il “cattivo” sono qualità reali, non costruzioni sociali, e che la scelta di una vita bella è la questione centrale dell’esistenza. Considero che l’ipotesi di Dio, conforme a quello che so sul mondo materiale dalla scienza, dà al mondo una profondità di significato che avrei trovato impossibile senza di essa. Ora, io di certo non “so” che lo spirito è reale, nel senso che tu ed io siamo d’accordo sul fatto che il DNA è la base chimica di informazioni genetiche. Vi è, tuttavia, una credenza religiosa motivata che si chiama “fede” e non “certezza”. Ma è una fede che si adatta, una fede che è congruente con la scienza, e fornisce anche un motivo del perché la scienza funziona e ha valore, perché la scienza esplora anche la razionalità di esistenza, una razionalità che deriva dalla stessa fonte di quella esistenza. In ogni caso, sono lieto di confessare che sono un credente, e che per me, la fede cristiana è quella che risuona. Anche se la mia fede religiosa non è in grado di soddisfare una prova scientifica».
(K.R. Miller, I’m a believer, NewStatesman, 20/4/11)

 

«Penso che la fede e la ragione sono entrambi doni di Dio. E se Dio è reale, allora fede e ragione devono completarsi a vicenda piuttosto che essere in conflitto. La scienza è figlia della ragione. La ragione ci ha dato la capacità di stabilire il metodo scientifico per studiare il mondo che ci circonda, e per dimostrare che il mondo e l’universo in cui viviamo sono di gran lunga più vasti e molto più complessi, e penso che questo molto più meraviglioso, di quanto chiunque potesse avere immaginato 1.000 o 2.000 anni fa. Questo significa che la ragione scientifica ha tolto la fede? Non lo penso. Penso che ha rivelato un mondo che è infinitamente più complesso e infinitamente più vario e creativo di quanto avessimo mai creduto prima, in un certo senso approfondisce la nostra fede e il nostro apprezzamento per l’Autore di tale opera, l’autore di questo universo fisico. E per le persone di fede, l’autore è Dio. Ora, io sono uno scienziato e ho fede in Dio. Fede e ragione sono entrambe necessarie per la persona religiosa per una corretta comprensione del mondo in cui viviamo, e non vi è alcuna contraddizione in ultima analisi, necessaria tra ragione e fede»
(K.R. Miller, In Defense of Evolution, da www.pbs.org/)


 

William D. Phillips, 1948, fisico e Premio Nobel, cristiano.
Nobel per la fisica nel 1997 per lo sviluppo di metodi di raffreddamento degli atomi tramite laser.

«Molte persone sono convinte che scienza e religione siano inconciliabili. Io sono un fisico, faccio ricerca tradizionale, pubblico nelle riviste peer-reviewed, formo gli studenti e i ricercatori, cerco di imparare dalla natura come essa lavora. In altre parole, sono uno scienziato. Sono anche una persona di fede religiosa. Io frequento la Chiesa, canto nel coro gospel, alla domenica vado al catechismo e prego regolarmente, cerco di “essere giusto, misericordioso e camminare umilmente con Dio”. In altre parole, sono una comune persona di fede. Uno scienziato serio che seriamente crede in Dio […] Come faccio a credere in Dio? Questa non è una questione scientifica. Una dichiarazioni scientifica deve essere “falsificabile” […], mentre i contenuti a carattere religioso non lo sono necessariamente. Non c’è bisogno che ogni dichiarazione sia scientifica e queste non sono inutili o irrazionali semplicemente perché non sono scientifiche: “lei canta splendidamente”, “lui è un uomo buono”, “io ti amo”…queste sono tutte dichiarazioni non scientifiche ma di grande valore. La scienza non è l’unico modo utile per guardare la vita. Perché credo in Dio? Come fisico, guardo la natura da una particolare prospettiva: vedo un universo bello e ordinato, in cui quasi tutti i fenomeni fisici possono essere compresi con poche equazioni matematiche. Vedo un universo che se fosse stato costruito in modo leggermente diverso, non avrebbe mai dato vita a stelle e pianeti, batteri e persone. E non vi è una buona ragione scientifica che spieghi perché l’universo non avrebbe dovuto essere differente. Molti grandi scienziati hanno concluso da queste osservazione che un Dio intelligente deve aver scelto di creare l’universo con queste belle e semplici proprietà adatte alla vita. Altri buoni scienziati hanno deciso tuttavia di rimanere atei. Entrambe sono posizioni di fede. Recentemente, il filosofo e per lungo tempo ateo, Anthony Flew ha cambiato idea e ha deciso che, sulla base di precisi elementi di prova, si deve credere in Dio. Ho trovato questi elementi suggestivi e sostenitori della fede, ma non conclusivi. Io credo in Dio innanzitutto perché posso sentire la Sua presenza nella mia vita, perché vedo l’evidenza di Dio nella mia vita. Credo, più a causa della scienza che nonostante essa, ma ultimamente è esclusivamente una questione di fede»
(“Does science make belief in God obsolete?”, da www.templeton.org)

 

«Molti scienziati sono anche persone con una fede religiosa piuttosto convenzionale. Io, un fisico, sono un esempio. Io credo in Dio sia come creatore e amico. Cioè, io credo che Dio sia personale e interagisca con noi».
(W.D. Phillips, pubblica lettura “Ordinary Faith, Ordinary Science” durante la conferenza “Science and the Spiritual Quest II”, 20/04/2002, UNESCO, Parigi)

 

«Credo in Dio. In effetti, credo in un Dio personale che agisce e interagisce con la creazione. Credo che le osservazioni circa la regolarità dell’universo fisico, e l’apparentemente eccezionale messa a punto delle condizioni dell’universo per lo sviluppo della vita suggeriscano che un Creatore intelligente sia responsabile. Io credo in Dio a motivo di una fede personale, una fede che è coerente con quello che so sulla scienza».
(W.D. Phillips, lettera a T. Dimitrov, 19/05/2002)

 

«Tutte le meravigliose cose di cui il professor Hawking ha parlato possono effettivamente essere descritte in un numero molto piccolo di equazioni relativamente semplici. Perché l’universo è così semplice? Perché segue leggi matematiche? Beh, si è speculato molto su questo, e una possibile risposta è che se l’universo fosse stato diverso da quello che è, noi non saremmo qui. Cioè, se le leggi dell’universo non fossero state quello che sono o se non c’erano leggi, sarebbe stato impossibile per la vita evolversi. Sarebbe stato impossibile per noi evolverci al punto di formulare questa domanda. D’altra parte, c’è un’altra risposta, che non è in realtà così lontano dalla prima, e se siete una persona con fede religiosa, come lo sono io, si potrebbe rispondere che il motivo per cui abbiamo un universo che segue delle leggi è perché Dio ha deciso di rendere l’universo in questo modo, perché Dio voleva che noi ci evolvessimo nel modo in cui abbiamo fatto. Questa è, naturalmente, una risposta filosofica e teologica e ha più a che fare con la propria fede oltre alle proprie conclusioni scientifiche, ma è una risposta che mi piace molto e che non trovo molto diversa dalla prima».
(W.D. Phillips, pubblico incontro al Millennium Lecture Series, Casa Bianca, Washington (USA), 6/03/98, presente anche Stephen Hawking)

 

«Essere uno scienziato ordinario e un normale cristiano mi sembra perfettamente naturale per me. E’ anche perfettamente naturale per i molti scienziati che conosco, che sono anche persone di profonda fede religiosa».
(citato in J. Christie, “Religion and Science: Converging Quests”, The United Church Observer 2002, Toronto, Canada)

 

«Ci sono probabilmente più premi Nobel che sono persone di fede di quanto generalmente si creda. La maggior parte delle persone, impegnate nella loro professione, non hanno un motivo speciale per rendere note le loro opinioni religiose, poiché questi sono argomenti molto personali»
(W.D. Phillips, lettera a T. Dimitrov, 19/05/2002)


 

Donald Page, 1948, fisico, cristiano
Uno dei maggiori esperti mondiali di fisica gravitazionale teorica e di cosmologia quantistica, stretto collaboratore di Stephen Hawking, è docente di Fisica teoretica presso l’University of Alberta (Canada). Devoto cristiano, ama spiegare pubblicamente le ragioni della sua fede e si interessa alle dimostrazioni filosofiche di Dio.

«Dal momento che per me la totalità dei dati, incluse le prove storiche per la Risurrezione di Gesù si spiega semplicemente postulando che c’è un Dio che è il Creatore dell’universo, credo per fede che Dio è davvero la causa dell’universo. In considerazione di tanti argomenti, inclusa l’eleganza delle leggi della fisica, l’esistenza di esperienze senzienti ordinate e l’evidenza storicistica, credo che Dio esista e penso che il mondo sia più semplice se contiene Dio, rispetto al contrario. Per questo non credo affatto che il naturalismo sia più semplice del teismo».
(D. Page, Lettera aperta a Sean Carrol e William Lane Craig, www.preposterousuniverse.com, 20/03/15)

 

«Sono un cristiano e credo che Dio abbia creato l’intero universo. Certo, come fisico sto cercando di capire un po’ di più su come l’ha creato o in quale stato lo ha creato. Ma penso che le leggi fisiche dimostrino la fedeltà di Dio e gli schemi che ha usato. D’altra parte, non penso che tali leggi siano vincolanti per lui, è una Sua scelta creare attraverso esse». E ancora: «Cerco di prendere sul serio la Bibbia. Certo, so che alcune parti non sono pensate per essere lette letteralmente, quindi non sono proprio un letteralista. Ma cerco di credere nel significato che trasmettono, penso che il punto principale della Bibbia sia come Dio ha creato l’uomo a sua immagine, e l’uomo è caduto e si è ribellato a Dio, e poi Dio ha offerto la via di riconciliazione attraverso Cristo e la sua morte in croce. Penso che probabilmente si concentri principalmente sulla relazione dell’uomo con Dio, senza tentare di rispondere a domande come quelle se Dio avesse avuto altri scopi nel creare l’universo. Direi che c’è sicuramente uno scopo dell’universo, non so quali siano tutti gli scopi di Dio ma penso che uno di essi fosse creare l’uomo. Nel Nuovo Testamento si parla di tutta la creazione creata attraverso Cristo e da Cristo e per la gloria di Dio. Quindi penso che sia almeno uno degli scopi. Sono solo un po’ riluttante a dire se questo sia l’unico scopo di Dio. Forse dovrei dire che credo che la Bibbia sia la parola rivelata da Dio per noi. Vediamo tanta bellezza matematica, semplicità ed eleganza nell’universo fisico, nelle equazioni dinamiche che Dio ha creato, in un certo senso le leggi fisiche sembrano essere analoghe alla grammatica e al linguaggio che Dio ha scelto di usare».
(D. Page, Intervista per Alan Lightman, Andover 18/05/88, American Institute of Physics).


 

Aaron Ciechanover, 1947, biologo e premio Nobel, ebreo
Nobel per la chimica nel 2004 per la scoperta della degradazione delle proteine ubiquitina-dipendente.

Durante un’intervista nel suo laboratorio, sul cui muro spicca una fotografia sua con Papa Benedetto XVI, ha spiegato: «Questa è la mia libreria professionale, i libri che io uso quotidianamente. La scienza, la medicina e ovviamente la Bibbia di Gerusalemme, che porto con me ovunque e ne ho una copia in ogni mia biblioteca. Io la adoro perché è letteralmente scritta in un modo che trasmette lo spirito della Bibbia e la centralità di Gerusalemme nella vita ebraica»
(da Rambam Healt Care Campus).

 

«Non vedo le ragioni di pregare ogni giorno ma di avere rispetto per la complessità della nostra vita, che non può essere suddivisa in blocchi. Vedo la religione come l’umiltà e la modestia della complessità della natura e della creazione. Penso che la complessità della natura sia al di là di ciò che possiamo apprendere»
(da Encuentro Cientifico International).

 

Parlando della possibilità della scienza di spiegare Dio: «Dio sarà sempre al di sopra di noi, qualunque cosa Dio sia. […] Così penso che in questo senso Dio – di qualsiasi Dio si tratti – dovrà pur sempre aprire le sue braccia su di noi. Noi viviamo sempre su una linea, siamo sospesi sul ponte»
(da Lo scienziato che guardò da un’altra parte, L’Osservatore Romano, 3/7/10).


 

Joan Roughgarden, 1946, biologo evoluzionista, cattolico
Docente presso la Stanford University, dove ha fondato e diretto l’Earth Systems Program at Stanford, dal 2011 insegna presso l’Hawai Institute of Marine Biology.

«Lungi dall’essere una minaccia per la fede in Dio, la biologia evolutiva in realtà promuove una visione cristiana della natura e del posto dell’uomo in essa»
(J. Roughgarden, “Evolution and Christian Faith: Reflections of an Evolutionary Biologist”, Island Press 2006)

 

«Sono un biologo evolutivo e un cristiano. Semplicemente non avrei partecipato alla biologia evolutiva se avessi pensato che in qualche modo avesse inferito nella mia fede cristiana o in qualche modo fosse immorale o distruttiva per la nostra umanità condivisa […]. Penso che la Bibbia è perfettamente coerente con i due fatti principali dell’evoluzione: Che tutta la vita appartiene a un albero genealogico comune e il cambiamento di specie nel corso delle generazioni»
(J. Roughgarden, “Evolution and Christian Faith: Reflections of an Evolutionary Biologist”, Island Press 2006, pp. 3-34)


 

Paul Davies, 1946, fisico e divulgatore scientifico, deista
Tra i più importanti fisici e divulgatori scientifici del suo tempo, è particolarmente famoso per i suoi studi di cosmologia e di esobiologia. È titolare della cattedra di Natural Philosophy presso l’Australian Centre for Astrobiology della Macquarie University a Sydney.

«La teoria del Big Bang descrive come l’universo si è originato dal nulla -proprio dal nulla, nemmeno lo spazio e tempo- in pieno accordo con le leggi della fisica. Sant’Agostino avrebbe capito perfettamente»1citato in M. Bersanelli, M. Gargantini, Solo lo stupore conosce, Rizzoli 2003

 

«Come si trasformarono spontaneamente le stesse sostanze chimiche, prive di vita, nel primo essere vivente? Nessuno lo sa. Si tratta di un autentico mistero. Tradizionalmente gli scienziati materialisti supponevano che l’origine della vita fosse stato un colpo di fortuna chimico di stupefacente improbabilità. Se così fosse saremmo soli in un universo altrimenti sterile e l’esistenza della vita sulla Terra, in tutta la sua esuberante gloria, sarebbe soltanto un caso, senza significato. Secondo la mia opinione e quella di un crescente numero di scienziati, la scoperta che la vita e l’intelletto siano emersi come parte dell’esecuzione naturale delle leggi dell’universo sarà una forte prova della presenza di uno scopo più profondo nell’esistenza fisica. Invocare un miracolo per spiegare la vita è esattamente quello di cui non c’è bisogno per avere la prova di uno scopo divino nell’universo»2Paul Davies, Conferenza pronunciata a Filadelfia su invito della John Templeton Foundation e diffusa da Meta List on “Science and Religion”

 

«Può sembrare bizzarro, ma a mio parere la scienza offre un percorso più sicuro a Dio che la religione…la scienza è avanzata al punto tale che può seriamente affrontare questioni che originariamente erano religiose»3Paul Davies, “God and the New Physics”, Penguin 1983, pag. XI

 

«L’ipotesi fondamentale, che cioè si sia data una creazione, è da un punto di vista scientifico del tutto accettabile […]. Una singolarità rappresenta infatti il limite estremo dell’universo naturale e dunque ammette comportamenti e forze del tutto imprevedibili, anche in linea teorica, dalle scienze fisiche. Una singolarità è quanto di più prossimo a una entità sovrannaturale che la scienza ha potuto scoprire»4Paul Davies, Dio e la nuova fisica, Mondadori 1994, p. 84

 

«Chiediamoci perché le cose sono come sono. Perché questo universo, queste leggi, questa organizzazione della materia e dell’energia? Anzi, perché c’è qualcosa invece che il nulla? Ogni cosa e ogni evento nell’universo fisico richiedono, per giustificare la propria esistenza, il ricorso a qualcos’altro, al di fuori di essi […]. Bisogna quindi ricorrere a qualcosa di non-fisico e di sovrannaturale: Dio. […] Questo ragionamento, che si fonda sulla proposizione secondo cui tutto ciò che è fisico è contingente, cioè sprovvisto di un’esistenza di per sé necessaria, costituisce il cosiddetto argomento ex contingentia mundi»5Paul Davies, Dio e la nuova fisica, Mondadori 1994, p. 72, 73

 

«Non posso credere che la nostra presenza in questo universo sia solo un gioco del fato, un accidente della storia, una battuta casuale del grande dramma cosmico. Il nostro coinvolgimento è troppo intimo […]. La nostra esistenza è stata voluta»6Paul Davies, La mente di Dio, Rizzoli 1993, p. 232


 

George Fitzgerald Smoot III, 1945, astrofisico, cosmologo e premio Nobel, cristiano.
È professore di fisica presso l’University of California, Berkeley, ha vinto il premio Nobel per la fisica nel 2006 per la scoperta delle anisotropie del corpo nero presenti nella radiazione cosmica di fondo.

Dopo che scienziati americani hanno annunciato la scoperta di diagrammi di radiazione nello spazio che potrebbero segnare l’inizio del tempo stesso, Smoot ha dichiarato: «se sei religioso, è come guardare Dio. L’ordine è così bello e la simmetria è così bella, che pensi che ci sia un disegno dietro. Dio potrebbe essere il progettista».
(G. Smoot, “Show Me God” Day Star Pub 1997>)


 

Alexander Markovich Polyakov, 1945, fisico teorico, cristiano.
Docente di fisica all’Università di Princeton, è noto per una serie di contributi di base alla teoria quantistica dei campi. Vincitore del Lars Onsager prize (2011), del Harvey Prize (2010), della Dirac Medal e del Dannie Heineman Prize for Mathematical Physics (1986). Credente e cristiano di fede ortodossa.

«Sappiamo che la natura è descritta al meglio di tutte le possibili matematiche perché Dio lo ha creato. Quindi c’è una possibilità che la migliore di tutte le possibili matematiche per descrivere la natura, sarà creata fuori dai tentativi fisici»
(citato in Gannes, S. “Fortune”, October 13, 1986, p. 57)


 

Henry “Fritz” Schaefer III ,1944, chimico teorico e computazionale, cristiano.
E’ autore di un gran numero di pubblicazioni scientifiche ed è stato il sesto chimico più citato tra il 1981 e 1997. E’ docente e direttore del Centro per la Chimica Computazionale presso la University of Georgia. Membro dell’International Academy of Quantum Molecular Science, della American Academy of Arts and Sciences e per lungo tempo è stato il presidente della WATOC (World Association of Theoretical and Computational Chemists).

«Un Creatore deve esistere. Le increspature del “Big Bang” e le successive scoperte scientifiche stanno chiaramente indicando una creazione ex nihilo coerente con i primi versetti del libro della Genesi»
(citato in P. Copan, S.B. Luley & S.W. Wallace, “Philosophy: Christian Perspectives for the New Millennium”, CLM & RZIM 2003)

 

«Il significato e la gioia nella mia scienza è in quei momenti occasionali nel scoprire qualcosa di nuovo e dire a me stesso: “Ecco, questo è come Dio lo ha fatto”. Il mio obiettivo è quello di comprendere un piccolo angolo del disegno di Dio»
(citato in JL Sheler e JM Schrof, “The Creation”, U.S. News & World Report 23/13/1991, p.56-64)


 

Christopher Isham, 1944, fisico teorico, cristiano
Docente presso l’Imperial College di Londra, si interessa di gravità quantistica ed è stato l’inventore di un approccio alla logica temporale quantistica chiamato “formalismo HPO”. Il fisico Paul Davies lo ha definito “il più grande esperto di gravità quantistica della Gran Bretagna”.

«Forse il miglior argomento a favore della tesi che il Big Bang sostiene il teismo è l’evidente disagio con cui questa teoria viene salutata da alcuni fisici atei. A volte questo ha portato a sostenere certe idee scientifiche, con una tenacia tale che supera il loro valore intrinseco, tanto che si può solo sospettare che vi sia una forza psicologica che vada ben più in profondità del solito desiderio accademico di un teorico di sostenere la sua teoria».
(C.J. Isham, “Creation of the Universe as a Quantum Process”, University of Notre Dame 1997, p. 375-408)


 

Antonio Ambrosetti, 1944, matematico, cattolico
Docente di Analisi matematica presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, ha insegnato alla Normale di Pisa, alla Università di Bologna, alla Rutgers University e al Politecnico Federale di Zurigo ETH. E’ socio dell’ Accademia Nazionale dei Lincei e ha vinto il Premio Caccioppoli per la Matematica.

Nel 2009 ha scritto il libro: «La Matematica e l’esistenza di Dio» (Lindau 2009) con l’intenzione di dimostrare che «possano convivere il rigore del pensiero matematico e la profonda fede in Dio». Scienza e religione «coesistono in tanti scienziati e le due cose non sono solo conciliabili, ma addirittura feconde […] Vorrei anche far capire come, lungi dall’esserci incompatibilità tra scienza e fede, la prima (e, in particolare, la matematica) possa fornire delle suggestioni, delle intuizioni che aiutano il credente a rinsaldare la propria fede […] Vivo in concreto la mia fede assieme al mio ruolo di matematico, favorito in questo dalla presenza di Dio, che sento viva in me e che non mi ha mai abbandonato»
(A. Ambrosetti, La matematica e l’esistenza di Dio, Lindau 2009, pag. 10-12, 77).

 

«La matematica mi fa intuire la presenza di Dio. Parliamo dell’infinito, l’argomento risale a Pascal. In matematica, ogni numero reale è superato da “infinito”. In questo io scorgo Dio, che è sempre al di sopra di noi. Dio che conosce tutti i teoremi ma non ce li svela, aspettando che noi lentamente progrediamo nella ricerca. Dio non vuole dei robot, ma degli uomini che con umiltà, coscienti dei propri limiti, vanno avanti e Lo cercano sapendo che non potranno mai capirne completamente il mistero. Alla fine, solo la nostra coscienza può dire sì a Dio, con scelte fatte liberamente con la mente e soprattutto con il cuore. Diceva Ennio De Giorgi: “All’inizio e alla fine, abbiamo il mistero. La matematica ci avvicina al mistero, ma nel mistero non riesce a penetrare”»
(da “Perché alla matematica sfugge il divino”, Avvenire 11/12/08).


 

Richard Errett Smalley, 1943, chimico e premio Nobel, cristiano
Professore di chimica all’Università Rice, è stato premiato con il Premio Nobel per la chimica nel 1996 per la scoperta del fullerene. Scettico verso la religione per la maggior parte della sua vita, è diventato cristiano poco prima della sua morte.

«Recentemente sono tornato in chiesa regolarmente con una nuova attenzione per capire meglio ciò che rende il cristianesimo così vitale e potente nella vita di miliardi di persone, anche se quasi 2000 anni sono passati dalla morte e risurrezione di Cristo. Anche se ho il sospetto di non poterlo mai comprendere appieno, ora so che la risposta è molto semplice: è vero. Dio ha creato l’universo circa 13,7 miliardi di anni fa, e necessariamente si è coinvolto con la sua creazione da allora. Lo scopo di questo universo è qualcosa che solo Dio sa per certo, ma è sempre più chiaro alla scienza moderna che l’universo fosse squisitamente messo a punto per consentire la vita umana».
(R.E. Smalley, Lettera al Hope College 2005 Alumni Banquet, maggio 2005)


 

Eric R. Priest, 1943, matematico, cristiano
Titolare della cattedra di Matematica presso la St. Andrews University è un’autorità riconosciuta nella magnetoidrodinamica solare, ha vinto il Hale Prize della American Astronomical Society (2002) ed è stato eletto Fellow della Royal Society nello stesso anno.

«Stephen Hawking ha affermato che è non è necessario invocare Dio come creatore dell’universo sostenendo che la fisica ha fatto tutto da sola. Questo può essere corretto, ma escludere un ruolo importante di Dio è, a mio avviso, un’affermazione ingiustificata. E’ certamente possibile che Dio crea e mantiene o è alla base delle leggi della fisica e permette loro di lavorare, così spiegare il Big bang in termini di fisica non è in contraddizione con l’azione di Dio. Il cosiddetto “Dio tappabuchi” non fa parte della moderna fede religiosa».
(E. Priest, Stephen Hawking can’t use physics to answer why we’re here“, The Guardian 3/09/10)


 

John Suppe, 1942, geologo, cattolico
Docente di geologia presso la National Taiwan University e la Princeton University, noto in particolare per il suo vasto lavoro sulla formazione di catene montuose, vincitore del Best Publication Award in Structural Geology and Tectonics e del Career Contribution Award da parte della Geological Society of America.

«Ritengo che vi siano alcune analogie significative tra cristianesimo e scienza, sapendo che entrambi si trovano al centro stesso dell’epistemologia contingente. In particolare, l’osservazione e l’interazione sono fondamentali per la conoscenza sia cristiana e scientifica. La ragione per il fallimento della teologia naturale è, naturalmente, che osservare il mondo naturale non è una fonte molto diretta e specifica di informazioni su Dio. Per ottenere una conoscenza molto specifica di Dio, dobbiamo interagire con Dio nel modo più diretto possibile».
(J. Suppe, Thoughts on the Epistemology of Christianity in Light of Science, Affilation of Christian Geologist)


 

Duccio Macchetto, 1942, astrofisico, cattolico
Direttore scientifico del telescopio Hubble e Astronomo Emeritus presso lo Space Telescope Science Institute (STScI), è autore di più di 400 pubblicazioni scientifiche e tecniche e membro delle principali società scientifiche occidentali.

«I punti di contatto tra scienza e fede ci sono nelle domande che ci poniamo e non tanto nelle risposte. Le risposte della fede sono completamente diverse. La scienza chiede il ‘come’, mentre la fede vuole sapere il ‘perché’. […]. Ci sono geni che hanno a che fare con le nostre emozioni, ma non esiste il gene della fede che ci portiamo addosso, a mio parere è una grazia del Signore. Viene dall’alto. Non possiamo ridurre Dio a qualcosa da misurare […]. Credo che le impronte del creatore siano dentro di noi. Dio secondo me ha creato l’universo».
(D. Macchetto, A tu per tu con l’astrofisico Duccio Macchetto e le sue nuove imprese nello spazio, L’ancora online, 29/11/15)

 

«Lo stupore e la meraviglia per il mondo che ci circonda e per tutto il creato hanno un’influenza determinante nelle nostre scelte e nel nostro futuro. Questo stupore, nel mio caso, è anche accompagnato dalla fede che mi sorregge e mi forma nella ricerca non solo delle risposte ai problemi del mondo materiale, ma sopratutto nella ricerca del “perché” delle cose […]. Spesso noi scienziati abbiamo una buona dose di arroganza intellettuale e, avendo “capito” come è fatto l’universo e come esso evolve, pensiamo di poter “dimostrare” di non aver bisogno di Dio per dar vita al nostro universo e a noi stessi; non solo, ma arriviamo addirittura a pensare di essere in grado di creare noi altri universi. In altre parole, prima facciamo di tutto per negare l’esistenza o la necessità di Dio e poi facciamo del nostro meglio per metterci al Suo posto! Sono personalmente convinto che non ci sia alcun conflitto necessario tra l’esperienza religiosa e la scienza. La ricerca scientifica così come la ricerca di Dio sono espressioni profonde della nostra realtà di esseri umani […]. Per chi come me lavora in astronomia è spontaneo pensare alle stupende immagini che stiamo ottenendo con il telescopio spaziale Hubble. Come diceva Aleksandr Solzenitzyn in un suo discorso: “Credo in Dio perché esiste la bellezza”. E cosa c’è di più bello del Creato?»
(D. Macchetto, prefazione di M. Bersanelli e M. Gargantini, Solo lo stupore conosce, Rizzoli 2003, p.VIII-X)


 

Gerald Schroeder, 1941, fisico, cristiano
Docente universitario, ha lavorato al dipartimento di fisica nucleare del Massachusetts Institute of Technology, al Weizmann Institute of Science e al Volcani Research Institute. E’ stato membro dell’United States Atomic Energy Commission.

«Da scienziato educato presso il Massachusetts Institute of Technology ero convinto di avere tutte le informazioni per escludere Dio dal grande schema della vita. Ma ad ogni passo in avanti nel dispiegarsi misterioso del cosmo nacque un sottile e pervasivo pensiero che ci dovesse necessariamente essere una coerente unità dietro agli aspetti contingenti dell’esistenza»
(G. Schroeder, “The Science of God”, Broadway Books 1998, pag. 25)

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Colin John Humphreys, 1941, fisico, cristiano
Direttore di Ricerca presso la Cambridge University, docente di Experimental Physics presso la Royal Institution a Londra e Fellow del Selwyn College di Cambridge. E’ stato presidente dell’Institute of Materials, Minerals and Mining nel 2002 e 2003 ed è membro della John Templeton Foundation.

«Lungi dall’essere incompatibili, come molti studiosi vogliono far credere, la scienza e la Bibbia, compresi tutti e quattro i Vangeli, sono in notevole accordo circa gli ultimi giorni di Gesù»(C.J. Humphreys, intervistato da The Huffington Post, The Mysteries of the Last Supper and Jesus’ Final Days, 20/11/04)

 

«Credo che la visione scientifica del mondo possa spiegare quasi tutto, ma credo anche che ci sia un’altra visione del mondo. Un sacco di persone saranno sorprese. Penso che le persone siano cresciute credendo che la scienza e il cristianesimo siano ai ferri corti, questo è ciò che l’uomo medio della strada crede. Penso che si possa spiegare l’universo senza invocare Dio e si possono spiegare gli esseri umani senza invocare Dio. Ma dico anche che Dio è il Dio del caso e aveva il suo piano e il suo scopo, che sta lavorando in modo molto sottile ma attraverso questi eventi casuali […]. La mia impressione è -ed è solo un’impressione- che ci siano molti più credenti nel personale accademico scientifico che in quello artistico»
(C.J. Humphreys, intervistato da The Guardian, Science cannot provide all the answers, 4/09/03)


 

Frank Tipler, 1947, fisico, cristiano
Docente di fisica matematica alla Tulane University di New Orleans, noto e discusso divulgatore scientifico.

«Io credo che si debbano accettare le implicazioni della legge fisica, quali che esse siano. Se comportano l’esistenza di Dio, allora Dio esiste […] Dal punto di vista della fisica teorica più recente, il cristianesimo non è soltanto una religione, ma una scienza sperimentalmente verificabile»
(F.J. Tipler, “La fisica del cristianesimo”, Mondadori 2008, pagg. 4 e 6)

 

«Quando ho iniziato la mia carriera di cosmologo, una ventina di anni fa, ero un ateo convinto. Nemmeno nei miei sogni più selvaggi avrei mai immaginato che un giorno avrei scritto un libro che pretende di dimostrare che le affermazioni centrali della teologia giudaico-cristiana sono di fatto vere, che queste affermazioni sono semplici deduzioni delle leggi della fisica, come noi ora le capiamo. Sono stato costretto a queste conclusioni dalla logica inesorabile della fisica».
(F.J. Tipler, “The Physics of Immortality”, Anchor Books 1994, pag. IX)


 
Joseph Hooton Taylor Jr., 1941, fisico e premio Nobel, cristiano
Già direttore della Five College Radio Astronomical Observatory (FCRAO), scoprì la pulsar binaria PSR 1913+16 per la quale vinse il Nobel per la fisica nel 1993. Dal 1980 fu docente di fisica presso l’università di Princeton. Già direttore della Five College Radio Astronomical Observatory (FCRAO), scoprì la pulsar binaria PSR 1913+16 per la quale vinse il Nobel per la fisica nel 1993. Dal 1980 fu docente di fisica presso l’università di Princeton.

«Una scoperta scientifica è anche una scoperta religiosa. Non c’è conflitto tra scienza e religione. La nostra conoscenza di Dio è un fatto più grande rispetto ad ogni scoperta che facciamo del mondo»
(citato in J. Brown, “Nobel Laureates in Science: JoeTaylor’s Searching”, ottobre 1993)

 

«Io e mia moglie trascorriamo il tempo con il nostro gruppo cristiano, è un modo per noi di approfondire le nostre opinioni filosofiche sulla vita, sul perché siamo sulla Terra, e cosa possiamo fare per gli altri. I Quaccheri sono un gruppo di cristiani che credono che non ci possa essere comunicazione diretta tra un individuo e lo Spirito, che possiamo chiamare Dio. Noi crediamo che ci sia qualcosa di Dio in ogni persona e quindi la vita umana è sacrosanta».
(citato in I. Hargittai, Candid Science IV: Conversations with Famous Physicists, Imperial College Press 2004, pag. 665-666)


 

Enrico Bombieri, 1940, matematico, medaglia Fields, cattolico

E’ l’unico italiano a vincere la medaglia Fields, nel 1974, membro di importanti istituti scientifici è professore emerito nella School of Mathematics presso l’Institute for Advanced Study a Princeton, nel New Jersey. Credente e cattolico.

«La consistenza matematica del nostro universo è certamente una ragione per vedere il Dio creatore dell’universo, come ben espresso dal papa Benedetto XVI nel suo discorso. Tuttavia, c’è qualcosa di più. La matematica astratta, in quanto coerente scienza della verità logica, ci rinforza nella certezza della verità assoluta che è Dio. Dio è Creatore, Amore infinito, e Verità infinita»
(intervista a “Il Foglio”, 23/04/15)

 

«Per me è sufficiente il Metastasio, quando dice: ‘Ovunque il guardo giro, immenso Dio ti vedo’. Guardare l’universo, nel nostro piccolo, nel grande al limite dell’incomprensibile, e anche nell’astratto della matematica, mi basta per giustificare Dio». D’altra parte, «il Big Bang dell’astrofisica moderna non solo ci fa pensare alla creazione biblica, ci dice anche che il tempo è stato creato insieme all’universo, un concetto che risale alla metafisica di sant’Agostino. La matematica è essenziale per dare consistenza a tutto questo, ma da sola non basta per dire che questa visione dell’origine dell’universo stellato di Kant sia esatta al 100 per cento»
(intervista a “Il Foglio”, 23/04/15)

 

«Per me la matematica è un modello della verità sia pure un modello assai ristretto da chiare regole di consistenza, che ci dice che una Verità assoluta (con la V maiuscola) deve esistere anche se non possiamo comprenderla». E ancora: «Cercare di giustificare l’esistenza di Dio con la matematica mi rammenta la storia che si racconta di sant’Agostino ancor che, passeggiando in riva al mare meditando sul mistero della Trinità, vide un fanciullo con un piccolo cucchiaio con il quale raccoglieva l’acqua del mare e la versava con cura nel suo secchiello. Sant’Agostino chiese: ‘Bimbo, cosa stai facendo?’ e il fanciullo rispose: ‘Sto contando quanta acqua c’è nel mare’. ‘Ma questo e impossibile!’, replicò sant’Agostino. E il fanciullo: ‘Comprendere il mistero della Trinità è più difficile’. La matematica, che è la scienza della verità logica, certamente ci aiuta a comprendere le cose ed è naturale per un matematico che crede in Dio, qualunque sia la sua denominazione, di riconciliare il concetto dell’esistenza di Dio con la sia pure limitata verità che proviene dalla matematica»
(intervista a “Il Foglio”, 23/04/15)


 

Howard Alan Smith, astrofisico, ebreo
Docente di Astronomia presso l’Università di Harvard, collabora con l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge (Massachusetts). Ha all’attivo centinaia di pubblicazioni scientifiche ed è stato riconosciuto dall’Università di Harvard per l’eccellenza nell’insegnamento. E’ ebreo osservante e attivo nel dialogo tra scienza e religione.

«L’universo non è eterno e statico, è nato, si è evoluto ed è in espansione. Sì, rimangono enigmi profondi ma dobbiamo aumentare la fiducia nei metodi scientifici necessari per risolverli. La lezione arriva quando si applicano queste realizzazioni agli attuali dibattiti politici che hanno purtroppo presentato la scienza e la religione come antagoniste. Nel caso dell’astronomia, e più in generale, sia la scienza che la religione parlano agli stessi misteri. La scienza e la religione dovrebbero quindi essere colleghe e non avversarie, dobbiamo diventare più informati sulla natura meravigliosa del mondo che, come dice la Genesi, è stato creato con il linguaggio e giudicato “molto buono”»
(H.A. Smith, In the Beginning, 13.73 Billion Years Ago, 13/10/06)

 

«La prima luce cosmica porta più o meno lo stesso messaggio religioso della nostra luce natalizia. Essa, inoltre, è una storia di benedizione miracolosa che insegna la buona volontà verso gli altri. Parlando in qualità di ricercatore che apprezza la vita spirituale, trovo la cosmologia stimolante. La luce della creazione arricchisce il suo messaggio con le fresche intuizioni della scienza moderna»
(H.A. Smith, Let there be light, Denverpost 24/12/06)

 

«Le percezioni sulla scienza e la religione hanno preso una importate svolta nel corso degli ultimi 20 anni a causa di uno sviluppo drammatico: la morte del “Dio delle lacune”. Questo dio è colui che, per la maggior parte della storia, è stato invocato per spiegare il misterioso funzionamento del mondo – la creazione dell’universo, per esempio, o la natura della vita. Questo dio era necessario per spiegare le lacune nella nostra comprensione, ma negli ultimi decenni quasi tutte tali lacune sono scomparse. Il mio campo è l’astrofisica, che oggi può spiegare plausibilmente, anche se non completamente, come l’universo è venuto in essere e come la Terra si è formata. Oggi, le persone religiose hanno motivo di gioire: il dio delle lacune potrebbe essere morto, ma la vita spirituale si è rinvigorita perché Dio non è più solo la spiegazione superficiale del il mistero. Dio è l’autore del miracolo»
(H.A. Smith, Rethinking science and religion, San Francisco Chronicle 21/12/08)


 

George Francis Rayner Ellis, 1939, cosmologo, matematico e filosofo, cristiano
Docente di Sistemi Complessi presso l’University of Cape Town in Sudafrica, è considerato uno dei principali teorici del mondo in cosmologia. Membro della Royal Society britannica e collaboratore di Stephen Hawking.

«Esiste uno stereotipo dello scienziato non credente. Esiste un gruppo molto chiassoso di scienziati antireligiosi. Ma sono una minoranza relativa. Onestamente, un gran numero di scienziati semplicemente non sono interessati […] C’è la cosmologia con la “c” minuscola, che è la cosmologia fisica -come la formazione delle galassie, l’espansione dell’universo ecc-. E poi c’è la Cosmologia con la grande “C”, che affronta le implicazioni per l’umanità. Questi colleghi sono semplicemente molto più interessati alla prima cosmologia piuttosto che alla seconda». Parlando di etica e della situazione politica in Sud Africa, ha risposto: «Occorre essere disposti a sacrificarsi, a non rispondere alle provocazioni. Ciò richiede coraggio incredibile, devozione e dedizione. La vita di Cristo, sicuramente, è ultimamente il modello di esempio». Affronta poi la tematica dei limiti scientifici, dell’etica nella scienza e della pace, in cui lui è molto impegnato: «Io amo la scienza. Amo il modo in cui funziona, ma essa ha dei limiti. Penso sia veramente importante da capire che la scienza non dice nulla circa l’etica, l’estetica, il significato o la metafisica. Alcuni penseranno subito che io stia parlando del «dio delle lacune», ma non è il dio delle lacune, è il Dio dei confini. E la scienza non potrà mai entrare in queste aree. Da dove viene l’etica? Lasciatemi dire che non vi è alcuna prova scientifica per la risposta che darò, come ogni altra cosa che ha a che fare con la religione, è una dichiarazione di fede. Non posso provarvi che è giusta, ma posso darvi argomenti che sono giusti. A un certo livello, la risposta viene dalla natura di Dio. Questo è evidente in tutte le maggiori tradizioni religiose, è quello che Sir John Templeton chiamava “agape”, amore incondizionato. Questa è la natura di Dio, questo modo di essere […] E’ cominciando a comprendere questo e guardando alla vita di Cristo, che si capisce che il mondo può cambiare. Non vi è nessuna prova. E’ qualcosa che si riconosce o non si riconosce [..] Il paradosso cristiano è che la vera natura del potere è nella debolezza e nella sofferenza». Concludendo l’intervista afferma: «I miei colleghi stanno producendo teorie su ciò che chiamano la “creazione dell’universo dal nulla”. Ma quando si approfondisce si scopre che assumono un enorme ingranaggio formato dalla teoria quantistica dei campi, particelle e interazioni e non il nulla. Queste dovranno pur venire da qualche parte. E alla fine, ci imbattiamo in un vuoto metafisico e sia che tu lo persegua scientificamente o religiosamente, bisogna semplicemente arrestarsi e dire: “io non conosco la risposta, ed è proprio meraviglioso il modo in cui le cose sono fatte”»
(da www.beingpubblicradio.org)


 

Stuart Kauffman, 1939, biologo teorico, cristiano
Noto per gli studi sui sistemi complessi e della loro relazione con l’origine della vita sulla Terra, è docente emerito di Biochimica presso la University of Pennsylvania.

«Alla maggior parte dei biologi la bella struttura aperiodica della doppia elica appare quasi miracolosamente preadattata dalla chimica e da Dio per essere la molecola fondamentale della vita»
(S. Kauffman, Esplorazioni evolutive, Einaudi 2005, p. 36)

 

«Possiamo dunque spiegare come è nata la vita? Sì, penso di sì. E Dio, nella sua grazia e semplicità, dovrebbe accogliere le nostre lotte per scovare le sue leggi. La vita è molto più probabile di quanto abbiamo mai supposto»
(S. Kauffman, At Home in the Universe: The Search for Laws of Self-Organization and Complexity, Oxford University Press 1995, p. 37)

 

«Tutti noi possiamo essere localmente saggi, non globalmente saggi. Tutto quello che possiamo fare, tutto quello che chiunque può fare, è andare avanti il meglio che possiamo. Solo Dio ha la saggezza per capire la legge finale, lanciare i dadi quantici. Solo Dio può predire il futuro, noi, miopi dopo 3.450 milioni anni di progettazione, non possiamo farlo»
(S. Kauffman, At Home in the Universe: The Search for Laws of Self-Organization and Complexity, Oxford University Press 1995, p. 17)


 

Peter Andreas Grünberg, 1939, fisico e premio Nobel, cattolico
Nobel per la Fisica 2007 per la scoperta della magnetoresistenza gigante. Ha anche vinto il Premio Wolf, il Premio del Giappone 2007 e nel 2006 è stato nominato Inventore europeo dell’anno.

«Sono cresciuto come cattolico conservatore. Io ora vedo le religioni più o meno nello spirito del drammaturgo tedesco Lessing». Le religioni gli appaiono equivalenti, quello che conta «è come le religioni sono praticate, per esempio, con tolleranza». Conclude poi: «Io credo anche che esista più di quanto noi possiamo vedere, sentire ecc.. o rilevare con gli strumenti. Ma questa è una sensazione corroborata da molti dettagli della mia esperienza personale e quindi è impossibile da condividere e comunicare»
(da NobelPrize/Autobiography).

 

«Credo in Dio? Si, naturalmente. Sono cresciuto come cattolico conservatore e credo di aver ricevuto molto da questo. Ciascuna delle tre principali religioni del mondo può essere giusta o sbagliata. E’ una ricerca senza fine». Alla domanda se crede nell’immortalità, ha risposto: «Sì. Un cielo e una vita dopo la morte però non riesco ad immaginarle. Il Paradiso e l’Inferno sono per me, anche se io sono un cattolico, aspettative un pò ingenue. L’immagine dell’aldilà non è disponibile»
(da Cicero 2007)


 

Robert B. Griffiths, 1938, fisico, cristiano
Docente presso la Carnegie Mellon University, è creatore di un particolare approccio alla meccanica quantistica. Membro della American Physical Society e della American Scientific Affiliation, ha vinto numerosi premi come il A. Cressy Morrison Award della New York Academy of Sciences e il Dannie Heineman Prize for Mathematical Physics.

«Se abbiamo bisogno di un ateo per un dibattito andiamo al dipartimento di filosofia. Nel Dipartimento di Fisica non è molto utile»
(R.B. Griffiths, intervistato in Christianity Today, 3/04/1987, “Cease-fire in the laboratory”, Christianity Today, p. 18)


 

Nathan Aviezer, 1938, fisico, ebreo
Ricercatore della Royal Society ed ex presidente del Dipartimento di Fisica della Università Bar-Ilan. Membro d’onore della American Physical Society.

«Le prove scientifiche scoperte negli ultimi anni forniscono una spiegazione del testo biblico che è del tutto coerente con le attuali conoscenze scientifiche». E ancora: «Nelle parole di alcuni delle più importanti cosmologi, la creazione dell’universo è avvenuta al di fuori del campo di applicazione delle leggi note attualmente dalla fisica” e rimane inspiegabile. Il Libro della Genesi dà una spiegazione: “In principio Dio creò…” […]. La cosmologia ha stabilito che l’improvvisa e inspiegabile apparizione della palla di fuoco primordiale è la creazione dell’universo. Il passo biblico “Sia la luce” può quindi essere inteso nel senso della creazione della palla di fuoco primordiale – il big bang – che segnala la creazione dell’universo […]. La teoria del big bang spiega che l’universo originariamente era costituito da una miscela di plasma. Appariva scuro a causa del plasma. Ma l’improvvisa trasformazione del plasma in atomi, poco dopo la creazione, ha causato la radiazione elettromagnetica (“luce”) della palla di fuoco primordiale. Questa separazione è chiamata disaccoppiamento nella terminologia scientifica. Il passo biblico “E Dio separò la luce dalle tenebre” può essere riferito alla dissociazione della luce […]. Il ruolo del caos nello sviluppo del primo universo è diventato un argomento importante in cosmologia. Questo è rilevante per la nostra discussione: il libro della Genesi afferma che l’universo è cominciato in uno stato di caos […]. Centinaia di anni di intenso sforzo scientifico da parte di alcune delle migliori menti che siano mai vissute ha finalmente prodotto un quadro delle origini dell’universo che concorda con le semplici parole che compaiono nell’apertura del Libro della Genesi»
(da WordGems).


 

Amalia Ercoli-Finzi, 1937, astrofisica, cattolica
Una delle personalità più importanti al mondo nel campo delle scienze e tecnologie aerospaziali, è stata la prima donna italiana a laurearsi in ingegneria aerospaziale.

«Scienza e fede sono due mondi diversi. La scienza è il mondo della logica e della sperimentazione, la fede è il mondo della trascendenza. Nel mio caso la fede è una forma di umiltà: non pensare che sappiamo tutto, ma dire che un Dio buono ci protegge […]. Alla mia felicità concorre il mio senso della trascendenza: parlo tutti i giorni con il Padreterno, non sempre andiamo d’accordo, ma tanto alla fine decide Lui»7A. Ercoli-Finzi, I numeri e il Padreterno? Sono devota ad entrambi, Corriere della Sera, 24/04/22.

 

«La fede non è credere a cose che vanno contro la logica, ma credere alle cose che la logica non spiega». E che dire allora del male presente nel mondo? «Noi siamo come le formiche che camminano su un tappeto», rispose l’eminente scienziata. «Non riusciamo a vedere il disegno meraviglioso che c’è sopra il tappeto. Io credo che ci sia un Dio buono che cerca il nostro bene e che riuscirà a salvare tutta l’umanità»8A. Ercoli-Finzi, Amalia Ercoli Finzi: «Io, scienziata, credo in un Dio buono che ci salverà», Corriere della Sera, 24/04/22.


 

Ghillean Tolmie Prance, 1937, botanico, cristiano
Ha fondato il New York Botanical Garden’s Institute for Economic Botany ed è stato direttore del Royal Botanic Gardens.

«Sono diventato cristiano nel primo anno di Università a Oxford. E’ stato mio padre ad incoraggiarmi nello sviluppare il dono che Dio mi ha dato per la botanica. La sfida interessante è stato conciliare la fede con la scienza, e questo divenne più facile quando la mia carriera si è sviluppata. Lavorando nel campo della biologia evoluzionistica ho capito che non c’è alcun conflitto reale qui, i miei studi scientifici hanno confermato la complessità e la perfezione della creazione divina […]. La mia fede mi ha aiutato in diversi modi. La mia vita in generale e la mia scienza sono state aiutate molto. Inoltre mentre la mia carriera in campo biologico progrediva, mi sono molto preoccupato per le questioni ambientali. E’ una preoccupazione professionale ma è anche molto vicina alla mia fede: curare la creazione di Dio è molto importante»
(da www.cis.org)

 

«Da molti anni credo che Dio sia il grande architetto alla base dell’intera natura. Tutti i miei studi scientifici da allora hanno consolidato la mia fede. Io considero la Bibbia la mia fonte più autorevole»
(citato in J. Ratzinger, “Fede e scienza”, Lindau 2010)


 

Gerhard Ertl, 1936, fisico e premio Nobel, cristiano
Nobel per la chimica 2007 e Docente al Department of Physical Chemistry di Berlino, ex direttore del Fritz Haber Institute dell’Istituto Max Planck e membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze.

Alla domanda se crede in Dio, ha risposto: «Si, di sicuro! Ad ogni passo della mia ricerca sono stato sempre più sorpreso: una minima probabilità ha portato alla creazione della vita. E’ forse la più grande coincidenza concepibile il fatto che tutti i componenti abbiano collaborato assieme in modo che il nostro cosmo abbia potuto presentarsi come lo conosciamo. La probabilità che Dio non esiste, non è minore della probabilità che il cosmo intero sia stato creato dalle nostre spiegazioni scientifiche. La vita è un miracolo enorme, ci avviciniamo alle spiegazioni scientifiche, ma una questione rimane comunque sempre: perché tutto questo? Ecco io credo in Dio! […] La storia della creazione è molto importante per me, ma è chiaramente da intendersi come una parabola! Mi capita spesso di leggere la Bibbia e vedere che la parabola sempre mi rimette in strada. Non riesco ancora a capirlo». Alla domanda su che cosa porterebbe in un isola deserta, il Nobel risponde: «Sull’isola vorrei portare in ogni caso, la Bibbia. Qui trovo tutto: le parabole la creazione, l’edificazione, e non ultimo, la tensione […]. Io sono cristiano e voglio tentare di vivere come un cristiano. Non solo frequentando diligentemente la chiesa, ma anche nella vita quotidiana». Tiene comunque a precisare che «Le idee creazioniste, naturalmente, sono pura follia per me»
(da Cicero 2007)


 

Nicola Cabibbo, 1935, fisico, cattolico
Noto per l’introduzione nella fisica delle particelle dell’angolo di Cabibbo, già presidente dell’INFN e dell’ENEA, è stato presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei e uno dei soli 4 scienziati italiani recenti ad essere membro della National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America.

«Oggi tra gli scienziati cattolici è chiarissimo che si può benissimo credere nell’evoluzionismo e nella Creazione (non nel creazionismo). Dire il contrario è come sostenere che la Terra è piatta o il Sole si muove perché così diceva la Bibbia»
(da Darwin, bersaglio della Destra, Il Messaggero 18/1/03)

 

«La teoria dell’evoluzione può essere fastidiosa per i cristiani perché sembra entrare in conflitto con l’idea della creazione divina. Questa paura è, tuttavia, infondata. Ciò che entra in contrasto con la creazione divina è la possibile estensione della teoria dell’evoluzione in una direzione materialistica, il cosiddetto evoluzionismo. Ciò che l’evoluzionismo sembra dire, e sto pensando ad autori come Dawkins, è che non c’è necessità di Dio. Ma questa estensione della teoria di Darwin non è parte di ciò che è stato scoperto dalla scienza»
(da NCA.com 21/7/05)


 

Francisco J. Ayala, 1934, biologo e filosofo, cattolico
Evoluzionista e darwinista, insegna all’University of California, già presidente del “Board of the American Association for the Advancement of Science”, vincitore della National Medal of Science, membro delle principali associazioni scientifiche.

«Per certi aspetti biologici siamo molto simili alle scimmie, per altri aspettibiologici siamo molto diversi, e in queste differenze sta la base valida per uno sguardo religioso sull’uomo come creatura speciale di Dio, e per una coscienza di che cosa ci renda squisitamente umani».
(F. Ayala, L’evoluzione, Jaca Book 2009, pag. 123)

 

«La conoscenza biologica non elimina considerazioni filosofiche o credenze religiose. Anzi, la conoscenza scientifica può fornire ottime basi per ulteriori affondi sia filosofici sia religiosi».
(F. Ayala, “L’evoluzione”, Jaca Book 2009, pag. 127)

 

«Studiosi e teologi sono stati messi in difficoltà dall’imperfezione, dalla disfunzione e dalla crudeltà del mondo dei viventi, cose difficili da spiegare se prodotti della mente di Dio. […]. L’evoluzione venne in soccorso: dapprima sembrava aver rimosso il bisogno di Dio nel mondo, in realtà ha rimosso in modo convincente la necessità di spiegare le imperfezioni della natura come fallimenti del disegno divino».
(F. Ayala, “L’evoluzione”, Jaca Book 2009, pag. 191)


 

Carlo Rubbia, 1934, fisico e premio Nobel, deista/cattolico
Premio Nobel per la fisica nel 1984, ha modificato l’acceleratore SPS del CERN di Ginevra in un collisionatore protone-antiprotone e ha scoperto i bosoni vettoriali. Dirige il CERN dal 1989 al 1993 e dal 1999 è Presidente dell’ENEA.

«Se contiamo le galassie del mondo o dimostriamo l’esistenza delle particelle elementari, in modo analogo probabilmente non possiamo avere prove di Dio. Ma, come ricercatore, sono profondamente colpito dall’ordine e dalla bellezza che trovo nel cosmo, così come all’interno delle cose materiali. E come un osservatore della natura, non posso fare a meno di pensare che esiste un ordine superiore. L’idea che tutto questo è il risultato del caso o della pura diversità statistica, per me è completamente inaccettabile. C’è un’Intelligenza ad un livello superiore, oltre all’esistenza dell’universo stesso»
(C. Rubbia, Neue Zürcher Zeitung, märz 1993)

 

«Parlare di origine del mondo porta inevitabilmente a pensare alla creazione e, guardando la natura, si scopre che esiste un ordine troppo preciso che non può essere il risultato di un ‘caso’, di scontri tra ‘forze’ come noi fisici continuiamo a sostenere. Ma credo che sia più evidente in noi che in altri l’esistenza di un ordine prestabilito nelle cose. Noi arriviamo a Dio percorrendo la strada della ragione, altri seguono la strada dell’irrazionale»
(“Il DNA lo prova: la vita sulla terra ha un solo padre”, Liberal 23 dicembre 2011)

 

«La più grande forma di libertà è quella di potersi domandare da dove veniamo e dove andiamo. La libertà ti permette di porgere a te stesso la domanda in modo onesto e chiaro, ma calmo e sereno, in quanto non si tratta di una domanda di emergenza. Non ha niente a che fare con quelle procedure d’urgenza che devi “sbrigare in caso di”. È troppo bella e profonda, per essere turbata da interessi immediati. Il problema è iscritto nel nostro bagaglio intellettuale, che lo vogliamo o no. Non esiste forma di vita umana che non si sia posta questa domanda. E non c’è forma di società umana che non abbia cercato in qualche modo di darvi risposta. Il mancare a questo appuntamento è una perdita, una disumanizzazione, un meccanismo interno di autopunizione. Quello che impressiona di più, della domanda, è la sua universalità. È comune a tutti. […] Credo che tutto ciò faccia parte di un nostro bagaglio etico, e penso che quello che conta sia il rispetto del nostro umanesimo, del nostro essere uomini. E poiché tutti noi pensiamo che il nostro essere uomini sia qualcosa che ci mette al di sopra di tutti gli altri esseri viventi sulla terra, per forza dobbiamo anche pensare che siamo stati fatti ad immagine di qualcosa ancora più importante di noi. È difficile non crederci, quasi impossibile. È addirittura inevitabile. Talmente inevitabile che penso sia scritto dentro di noi. Non vedo come non si possa dire di si all’esistenza di qualcosa di aggiuntivo. Io sono un ottimista, mi è facile credere a questo. Tra l’altro, non bisogna solo essere ottimisti, basta essere dei buoni osservatori. Come diceva anche Einstein, Dio è distribuito nella natura. E’ davvero così, ne sono più che certo. La natura è costruita in maniera tale che non c’è dubbio che sia costruita così per un caso. Più uno studia i fenomeni della natura, più si convince profondamente di ciò. Esistono delle leggi naturali di una profondità e di una bellezza incredibili. Non si può pensare che tutto ciò si riduca ad un accumulo di molecole. Lo scienziato in particolare, riconosce fondamentalmente l’esistenza di una legge che trascende, qualcosa che è al di fuori e che è immanente al meccanismo naturale. Riconosce che questo “qualcosa” ne è la causa, che tira le fila del sistema. È un “qualcosa” che ci sfugge. Più ci guardi dentro, più capisci che non ha a che fare col caso. […] Il sentimento che prova un profano assistendo a un fenomeno naturale grandioso come un cielo pieno di stelle, un tramonto, l’immensità del mare, per uno scienziato è ancora più grande, in quanto respira qualcosa di veramente perfetto nella sua struttura. Questa perfezione esiste, è nella profondità delle cose. Non è un’ombra, non è un’apparenza […]. Se osservi tutto ciò, non puoi che concludere che, in qualche modo, ci deve essere un meccanismo, un qualcosa di superiore, di trascendente».
(citato in E. Ferri, La tentazione di credere, Rizzoli, Milano, 1987, pag. 205)

 

«L’uomo di scienza non può non sentirsi umile, commosso ed affascinato di fronte a questo immenso atto creativo, così perfetto e così immenso e generato nella sua integralità a tempi così brevi dall’inizio dello spazio e del tempo. Vanno ricordate le fasi successive di questa immensa trasformazione a partire dalla creazione fino al giorno d’oggi. L’universo si è evoluto in maniera unitaria e coerente, come se fosse un unico tutto. Ricordiamo a questo proposito le parole della Genesi, dove si dice: “Dio pose le costellazioni nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona” […]. Oggi sappiamo che l’uomo rappresenta uno degli ultimi anelli della vita. Ciononostante la struttura dettagliata del DNA umano è solo leggermente diversa da quella degli altri esseri viventi. È questa una differenza morfologicamente piccola in sé, ma enormemente diversa per quanto riguarda le sue conseguenze. L’uomo è quindi strutturalmente fondamentalmente diverso dalle altre specie animali conosciute. Ha caratteristiche che lo contraddistinguono profondamente e in maniera unica […]. Ma la scoperta di una eventuale vita extra-terrestre, con tutte le somiglianze e diversità rispetto alla nostra arricchiranno ancora di più l’unicità dell’uomo in tutti i suoi aspetti e ci aiuteranno a meglio percepire e apprezzare gli immensi patrimoni di umanità e di saggezza che abbiamo ricevuto e di cui dobbiamo fare il più prezioso utilizzo, così ben ricordato in quella meravigliosa immagine dell’uomo con il dito puntato verso il Creatore nel fantastico affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina».
(C. Rubbia, relazione presso la Pontificia Accademia delle Scienze, 2011)


 
Ugo Amaldi, 1934, fisico, cattolico
Tra i maggiori studiosi delle particelle elementari, Amaldi è stato direttore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, docente in diverse università e membro delle maggiori accademie scientifiche.

«Le scienze studiano i fenomeni naturali e nei fatti non hanno nulla da dire alla fede. Però gli scienziati credenti e quelli che si pongono la domanda sulla fede sentono la necessità di integrare in maniera coerente la fede e la visione fisica del mondo. Così facendo devono affrontare questioni che si collocano alla frontiera fra alcune affermazioni del cristianesimo e ciò che loro sanno del mondo naturale. Difficoltà che talvolta possono essere illuminanti anche per coloro che non sono scienziati […]. D’altra parte non si può non restare meravigliati dalla complessità e dalla logica sottese alla maggior parte dei fenomeni naturali e questo è per uno scienziato credente un’apertura al trascendente […]. Si preferisce parlare del Dio Creatore, del Dio che mantiene l’universo in essere e non si connette mai la figura del Cristo con le conoscenze degli scienziati, né queste vengono mai connesse con lo Spirito Santo che, in quanto scienza e sapienza sarebbe perfettamente a tema». Il motivo potrebbe risiedere, ha continuato Amaldi, «nel fatto che il rapporto personale che il credente ha con Cristo è completamente diverso dal rapporto impersonale che lo scienziato ha con i fenomeni naturali che studia. Viaggiano su piani diversi. Invece il Dio Creatore è strettamente connesso con la natura che è l’oggetto di studio dello scienziato».
(U. Amaldi, Scienza e fede, particelle elementari, Avvenire, 15/11/12)

 

«Io sono uno scienziato credente», ma anch’io «come ogni scienziato devo essere un “agnostico metodologico”: l’essere credente non deve influenzare il modo di procedere […]. Penso che si possa integrare la razionalità scientifica con la fede che è poi quella che io chiamo la ragionevolezza sapienziale e trova le sue radici nei libri sacri, nell’esperienza di vita dei santi, nella rivelazione. Sono due aspetti diversi del nostro stesso intelletto, che si coniugano con la ragione filosofica portandoci a guardare il mondo in modo unitario. In tal modo si può costruire una visione della realtà tale che il problema scienza-fede non si pone»
(U. Amaldi, “Nessuna alternativa tra scienza e fede”, Ilsussidiario.net, 14/11/12)

 

«Esiste una trascendenza orizzontale e una verticale: quella orizzontale è dei naturalisti e risulta contraddittoria, anche coloro che affermano la loro fede nel naturalismo escono dai confini della scienza compiendo un passo che trascende il sapere scientifico. Quella verticale è di chi aderisce alla fede in Dio creatore e sostenitore di quella natura che è oggetto dello stesso sapere scientifico»
(U. Amaldi, in “Dio oggi: con Lui o senza di Lui cambia tutto”, Cantagalli 2010, p. 186)


 

John B. Gurdon, 1933, biologo e e premio Nobel, cristiano
Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 2012 insieme al collega giapponese Shinya Yamanaka per i loro lavori sulle cellule staminali pluripotenti indotte. Nel 2004 il Wellcome Trust / Cancer Research UK Institute for Cell Biology and Cancer è stato rinominato il Gurdon Institute in suo onore.

«Personalmente, io sono quello che chiamereste un liberal. Non sono cattolico, sono un cristiano della Chiesa Anglicana. Non condivido alcuni degli insegnamenti della Chiesa Cattolica. Proprio per questo, tuttavia, è di grande interesse per me, incontrare persone che mi dicano perché osservano determinati principi. Inoltre non ero mai stato in Vaticano prima d’ora, è una nuova esperienza e sono grato per questo»
(J.B. Gurdon, intervistato da Zenit.it, La ricerca sulle staminali deve essere resa nota al grande pubblico, 13/04/13)


 

Arno Allan Penzias, 1933, fisico e premio Nobel, deista
Nel 1978 ha vinto il Premio Nobel per la Fisica grazie alla scoperta della radiazione cosmica di fondo. Fellow della American Academy of Arts and Sciences e medaglia Henry Draper della National Academy of Sciences.

«Vi invito ad esaminare l’istantanea fornita da un valore di mezzo secolo di dati astrofisici e vedere come i pezzi dell’universo appaiono in realtà. Al fine di garantire una coerenza con le nostre osservazioni dobbiamo assumere non solo la creazione di materia ed energia dal nulla, ma pure la creazione dello spazio e del tempo. I migliori dati che abbiamo sono esattamente quello che avrei potuto prevedere se avessi avuto davanti i cinque libri di Mosè, i Salmi e la Bibbia nel suo complesso»
(A. Penzias, intervistato dal “New York Times”, 12/03/1978)

 

«Se ci sono un sacco di alberi da frutto, si può dire che chi ha creato questi alberi da frutto voleva delle mele. In altre parole, guardando l’ordine nel mondo, possiamo dedurre lo scopo e dal fine cominciamo ad avere una certa conoscenza del Creatore, il pianificatore di tutto questo. Guardo Dio attraverso le opere delle mani di Dio e da quelle opere deduco le sue intenzioni. Da queste intenzioni, ho ricevuto un’impressione dell’Onnipotente»
(citato in J.O. Haberman, “The God I Believe in”, The Free Press 1994, pag. 184)

 

«L’astronomia ci porta ad un evento unico, un universo che è stato creato dal nulla, con un delicato equilibrio necessario per fornire esattamente le condizioni necessarie per consentire la vita. In assenza di un incidente assurdamente improbabile, le osservazioni della scienza moderna sembrano suggerire un sottostante, si potrebbe dire, piano soprannaturale»
(citato in H. Margenau, R. Varghese, “Cosmos, Bios, e Theos”, La Salle 1992, pag. 83)

 

«Forse Dio rivela sempre se stesso? Anche in questo caso credo al Salmo 19, “i cieli proclamano la gloria di Dio”, cioè Dio si rivela in tutto quello che c’è. Tutta la realtà, in misura maggiore o minore, rivela lo scopo di Dio. C’è un qualche collegamento con la finalità e l’ordine del mondo in tutti gli aspetti dell’esperienza umana […]. Per me è la parola di Mosè è la parola di Dio per mezzo di Mosè […], il Sinai era importante per l’ebraismo e per il futuro del mondo, era un luogo dove Dio ha scelto gli ebrei, ma anche gli ebrei hanno scelto Dio. E’ stato un momento storico in cui è stata effettuata una connessione spirituale […]. Sì. Credo che il mondo abbia uno scopo, si spera un buon fine. Quindi penso che un Messia sia necessario per contribuire il mondo a raggiungerlo intenzionalmente».
(citato in J.O. Haberman, “The God I Believe in”, Maxwell Macmillan International 1994, pag. 188-190)

 

«La Bibbia parla della creazione intenzionale. Quello che abbiamo, tuttavia, è una quantità impressionante di ordine, e quando vediamo l’ordine nella nostra esperienza si riflette normalmente uno scopo […]. Se leggiamo la Bibbia nel suo insieme, ci aspetteremmo l’ordine nel mondo. Lo scopo implicherebbe l’ordine, e ciò che effettivamente troviamo è l’ordine […]. Questo mondo è più coerente con la creazione intenzionale».
(citato in D. Brian, “The Voice of Genius: Conversations with Nobel Scientists and Other Luminaries”, Perseus Publishing 1995, pag. 163-165)

 

«Se Dio ha creato l’universo, lo ha fatto con eleganza. L’assenza di qualsiasi impronta di intervento al momento della creazione è ciò che ci si aspetterebbe da un Creatore davvero onnipotente. Non ha bisogno di fregare nessuno, come fosse il mago di Oz, per mantenere l’universo in corso. Invece, quello che abbiamo è mezza pagina di matematica che descrive tutto. In un certo senso, il potere della creazione risiede nella la sua semplicità di fondo».
(citato in G. Slack, “When Science and Religion Collide or Why Einstein Wasn’t an Atheist: Scientists Talk about Why They Believe in God”, in Mother Jones magazine, november/december 1997)


 

Edward Nelson, 1932, matematico, cristiano
Docente di matematica presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Princeton, è conosciuto per il suo lavoro sulla fisica matematica e per la sua “internal set theory”. Cristiano, ha scritto anche sul rapporto tra religione e matematica.

«Esiste un’infinità di numeri perfetti? Non lo sappiamo. Il problema non ha nessun risvolto pratico, ma qui ci troviamo di fronte all’infinito. I matematici dedicano la loro vita alla ricerca della risposta a tali domande. Personalmente, credo che non mi troverò in imbarazzo quando il Signore mi chiederà: “che hai fatto con la vita che ti ho dato?”. Le stelle, e la discendenza di Abramo, sono creazioni divine, di un’infinità potenziale. L’aritmetica è una creazione umana, e se crediamo di aver catturato l’infinito attuale nel nostro sistema, ci inganniamo».
(intervento al Meeting per l’amicizia tra i popoli 2007, contenuto in “La ragione esigenza di infinito”, Mondadori 2007, p.78-80)

 

«La scienza deve essere razionale, tutto ciò che è scienza è razionale, ma purtroppo si sente spesso che dunque tutto ciò che è razionale è scienza. Questo errore elementare della logica sarebbe buffo se non fosse l’opinione di molta gente intelligente e se non fosse distruttivo dei valori umani. Qui non si tratta della scienza, ma dello scientismo, una nuova religione. Una volta, un collega mi ha detto: “Ed, tu sei la persona più razionale che abbia mai conosciuto. Lo trovo sbalorditivo che tu credi in Dio!”. Per discutere il ruolo della scienza e della matematica nella ricerca umana di verità ultima, bisogna a mio pareredistinguere entro scienza e matematica. Ma tanto la matematica, quanto la scienza han poco a che fare con la ricerca umana di un’ultima verità, a mio parere».
(intervento al Meeting per l’amicizia tra i popoli 2010, Quale bene per la scienza?”)


 

Roger Penrose, 1931, fisico, matematico e filosofo, deista
Docente di Matematica presso l’Università di Oxford, è internazionalmente noto per la sua attività scientifica nel campo della fisica matematica, in particolare per i suoi contributi alla relatività generale e la cosmologia . Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il 1988 Premio Wolf per la fisica.

«Il libro di Hawking è fuorviante, dà l’impressione che esista una teoria che riesca a spiegare tutto, ma questa non è nemmeno una teoria. Non è per nulla dimostrato che l’Universo si sia creato dal nulla […] Il multiverso non ha superato Dio».
(R. Penrose, intervista a Premier Christian Radio, 29/09/10)

 

«Credo che direi che l’universo ha uno scopo, non è in qualche modo lì solo per caso…alcune persone, penso, ritengono che l’universo solamente c’è lì da molto -questo è un po’ come una sorta di calcolo e a noi ci è capitato in qualche modo di trovarci casualmente in esso. Ma io non penso che sia molto proficuo o utile guardare così l’universo, io credo che c’è qualcosa di più profondo al riguardo»
(R. Penrose, “A Brief History of Time”, citazione presa dal minuto 1:12:43 del video)


 

John Houghton, 1931, climatologo, cristiano
Tra i massimi esperti mondiali del cambiamento climatico, è stato professore di fisica dell’atmosfera presso l’Università di Oxford, amministratore delegato presso il Met Office e fondatore del Hadley Center. E’ l’attuale presidente del Victoria Institute.

«La nostra scienza è la scienza di Dio. Sua è la responsabilità dell’intera narrazione scientifica. Lo straordinario ordine, la coerenza, l’affidabilità e l’affascinante complessità che si riscontrano nella descrizione scientifica dell’universo sono riflessi dell’ordine, della coerenza, dell’affidabilità e della complessità dell’opera di Dio»
(citato in J. Ratzinger, “Fede e scienza”, Lindau 2010, pag. pag. 21)


 

Robert Aumann, 1930, matematico e premio Nobel, ebreo.
Membro dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, ha vinto nel 2005 il premio Nobel per l’economia per “avere accresciuto la nostra comprensione del conflitto e della cooperazione attraverso l’analisi della teoria dei giochi”. Ha spesso scritto del rapporto tra scienza e fede.

«Fede e scienza sono due modi diversi di vedere il mondo. Ed entrambi sono nella nostra testa. Ognuno di noi ha differenti modi di vedere il mondo e ognuno di questi ha una sua validità. E’ come avere a casa dipinti di Tiziano, Picasso o Matisse, stili diversi che ritraggono le persone in differenti modi. Non bisogna per forza scegliere tra l’uno e l’altro, non credo che siano in contraddizione. Bisogna solo tenere presente, e questa è la cosa importante, che la descrizione scientifica del mondo è fatta di modelli, ma il mondo non è un modello»
(da una intervista per “La Stampa”, 27/05/14)


 

William C. Campbell, 1930, biochimico, premio Nobel per la medicina, cristiano
Vincitore del premio Nobel per la medicina del 2015 per le scoperta di una nuova terapia contro le infezioni causate da parassiti intestinali. Credente e cristiano.

«Io credo in Dio. Prego ogni singola notte della mia vita, anche se ho un rapporto complicato con la religione. La religione e la scienza possono coesistere, conosco diversi atei militanti e molti loro buoni argomenti, ma c’è un livello di argomentazione a cui non riescono ad arrivare. Credere in qualcosa che si sa che esiste non è una questione di fede, non richiede fede. Gabriel Rossetti, poeta inglese, era dispiaciuto per gli atei, perché non avevano nessuno a cui sentirsi grati. Questo mi ha sempre sorpreso perché abbiamo così tanto da essere grati! Io credo, e credo nella preghiera».
(intervista all’Irish Times, Meet Ireland’s new Nobel Laureate, William C Campbell, 09/10/15)


 

Franco Bassani, 1929–2008, fisico, cattolico.
Professore Emerito di Fisica alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove è stato anche Direttore dal 1995 al 1999. Già presidente della Società italiana di fisica, è stato fellow dell’Institute of Physics, dell’American Physical Society e della European Physical Society nel 2008. Devoto cristiano cattolico.

«Il positivismo materialistico ha generato il convincimento che l’unica realtà sia il mondo materiale con le sue leggi, e che l’idea di Dio sia inutile e superflua. Ancora oggi è opinione abbastanza diffusa che uno scienziato non possa essere religioso, perché per lui la conoscenza scientifica dovrebbe spiegare tutto. […]. Conoscere l’Universo ci fa gustare una parte di verità e ci invita a cercare ed accogliere le verità ultime che ci sono pervenute per rivelazione. Questo è oltre la scienza ma non è in alcun modo in contrasto con essa, anzi ne è in qualche modo il completamento. La conoscenza dell’Universo è per l’uomo, perché nel conoscere l’armonia della natura possa vedere i segni della presenza di Dio».
(intervento al Meeting per l’amicizia tra i popoli 2007, contenuto in “La ragione esigenza di infinito”, Mondadori 2007, p.110)<

 

«Mi piace concludere accennando a ben altro Mistero, che ci rimanda al Creatore di quella natura che cerchiamo di comprendere e studiare. Il grande matematico Ennio De Giorgi ricordava spesso che quando si trovava alle prese con un teorema del quale non riusciva a delineare completamente la dimostrazione si rivolgeva allo Spirito Santo. Non so se è a questo aiuto che dobbiamo i fondamentali teoremi che De Giorgi ci ha lasciato, ma è certo che ognuno trova in sé la scintilla che lo aiuta a realizzare le proprie aspirazioni»
(contributo al convegno Creativity and Creative Inspiration in Mathematics, Science and Engineering: Developing a Vision for the Future, San Marino 2008)


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Antonino Zichichi, 1929, fisico, cattolico
Impegnato nelle ricerche nel campo della fisica delle particelle elementari. È noto per l’opera di divulgazione scientifica, e per sottolineare spesso la sua fede nell’assenza di contrasti con la scienza. E’ stato Presidente della Federazione mondiale degli scienziati, della Società Europea di Fisica, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e ha ricevuto il “Premio Enrico Fermi”, dalla Società Italiana di Fisica nel 2001. Credente e cattolico.

«Ogni esperimento è una domanda posta al Creatore di tutte le cose visibili ed invisibili. Riuscire a fare un esperimento di stampo galileiano e scoprire una verità scientifica corrisponde a saper porre una domanda e ad avere una risposta da Colui che ha fatto il mondo. La scienza è la suprema espressione dell’umano intelletto che opera nell’immanente al fine di capire sempre meglio la Logica seguita dal Creatore del mondo»
(A. Zichichi, “Perché io credo in colui che ha fatto il mondo”, Tropea 2009, p. 20, 25, 38)

 

«L’ateismo è una costruzione logica contraddittoria. Essa infatti parte dalla negazione del Trascendente e affida tutta la sua credibilità al rigore logico nell’Immanente, cioè matematica e scienza. Né l’una né l’altra riescono però a dimostrare che Dio non esiste. L’ateo afferma di non poter credere in Dio per rigore logico, d’altronde l’ateo conosce solo un tipo di rigore logico: quello che opera nell’Immanente. Ma il rigore logico nell’Immanente non riesce a dimostrare che Dio non esiste. Ecco l’antinomia dell’ateismo»
(A. Zichichi, “Perché io credo in colui che ha fatto il mondo”, Tropea 2009, p. 24)

 

«La scienza nasce da un atto di umiltà intellettuale: dare a oggetti volgare dignità culturale, studiandoli. Questa umiltà intellettuale aveva in Galilei radici profonde: la Fede nel fatto che in ciascun oggetto, fosse esso volgare o inutile, ci doveva essere la mano del Creatore»
(A. Zichichi, “Perché io credo in colui che ha fatto il mondo”, Tropea 2009, p. 33)

 

«Nessuna scoperta scientifica ha mai messo in dubbio l’esistenza di Dio. Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e più scientifico di colui che ha fede. Chi sceglie l’ateismo fa quindi un atto di fede: nel nulla. Credere in Dio è più logico e più scientifico che credere nel nulla».
(A. Zichichi, “Perché io credo in colui che ha fatto il mondo”, Tropea 2009, p. 215)


 

Werner Arber, 1929, microbiologo, genetista e premio Nobel, cristiano
Vinse il Premio Nobel nel 1978, improntò le sue ricerche sul meccanismo di difesa della cellula batterica nei confronti dei virus. I suoi studi risultano attualmente la base dell’ingegneria genetica e della biologia molecolare. Ha scritto di scienza e religione, è credente e di fede protestante, nel 2010 è diventato presidente della Pontificia Accademia delle Scienze.

«Molti pensano che la Chiesa abbia un atteggiamento negativo verso la ricerca. Ma non è questa la mia esperienza. Anzi, la Chiesa cattolica vuole essere informata sulla conoscenza scientifica più solida e avanzata e farvi ricorso. Il Vaticano e le università pontificie sostengono attivamente il dialogo tra la scienza e la Chiesa attraverso, ad esempio, il progetto Stoq (Scienza, teologia e ricerca ontologica)»
(W. Arber, “Arber: per la scienza Dio è un vantaggio”, intervista ad “Avvenire”, 10/02/11)

 

«L’anima e la dignità dell’uomo fanno parte del regno delle credenze. Non possono dunque essere oggetto di un’investigazione scientifica. Non ho mai sperimentato una contraddizione tra l’essere uno scienziato e credere nelle verità del cristianesimo, né difficoltà nel tenere insieme questi due ambiti. Piuttosto, può essere che le mie intuizioni scientifiche abbiano per qualche aspetto e in qualche misura influenzato le caratteristiche della mia fede. Ma ciò lo considero soprattutto un arricchimento»
(W. Arber, “Arber: per la scienza Dio è un vantaggio”, intervista ad “Avvenire”, 10/02/11)


 

Allan Sandage, 1926, astronomo e astrofisico, cristiano
Considerato uno dei più importanti astronomi del 20° secolo, astrofisico emerito del centro “Carnegie Observatories” di Pasadena. Vincitore del premio Crafoord, ha scoperto il primo quasar e ha effettuato studi pionieristici sugli ammassi globulari, sull’evoluzione stellare, ed ha per primo osservato la fenomenologia dei jets nella galassia M82.

«Trovo assai improbabile che un simile ordine sia emerso dal caos. Deve esserci un principio organizzatore. Dio per me è un mistero ma è la spiegazione del miracolo dell’esistenza, motivo per cui c’è qualcosa anziché il nulla»
(A. Sandage, “Sizing up the Cosmos: An Astronomers Quest”, New York Times 12/3/91)

 

«La Bibbia non è certo un libro di scienza: una non la studia per trovarci le intensità e le lunghezze d’onda delle linee di Balmer per l’idrogeno, né la scienza ha a che fare con le proprietà ultime spirituali del mondo, che sono anch’esse reali […]. Ma la scienza può rispondere solo a un tipo fissato di domande che concernono il “cosa”, il “dove” e il “come”. Con il suo metodo, potente quanto esso sia, non risponde (e in verità non può) al “perché”. Perché c’è qualcosa invece che niente? Perché gli elettroni hanno tutti la stessa carica e massa? Perché il disegno che noi vediamo dappertutto è così veramente miracoloso? Perché così tanti processi sono così profondamente connessi? Ma dobbiamo ammettere che quegli scienziati che vogliono vedervi un disegno, ci vedranno un disegno, mentre quelli che sono contenti in ogni parte del loro essere di vivere come riduzionisti materialisti […] non ammetteranno mai un istero nelle cose che vedono, sempre rinviando di volta in volta, aspettando una spiegazione riduzionista per ciò che è ancora ignoto. Ma portare questo credo riduzionista al livello più profondo e a un tempo indefinito nel futuro (e indefinito sempre rimarrà), quando “la scienza conoscerà ogni cosa”, è esso stesso un atto di fede, che nega che ci possa essere qualcosa di sconosciuto alla scienza, almeno per principio. […] Non c’è bisogno di conflitto fra scienza e religione se ciascuno apprezza i propri confini e se ciascuna prende seriamente in considerazione le domande dell’altra […]. Se Dio non esistesse, la scienza dovrebbe (in realtà deve) inventare il concetto che spieghi ciò che sta scoprendo al suo nocciolo […]. Se non c’è Dio, niente ha senso. Il caso degli atei è basato su un inganno, che segue già dalle loro premesse iniziali, che essi vogliono fare su se stessi. E se c’è un Dio, deve essere vero sia per la scienza che per la religione. Se così non appare allora l’ermeneutica (di un pastore o di uno scienziato) deve essere sbagliata […]. Per questo, appaiono profondi i versetti Rm 1,19-21, e più ogni scienziato spinge nel profondo il suo lavoro, più esso diventa ancora più profondo».
(citato in M. Bersanelli e M. Gargantini, “Solo lo stupore conosce”, Bur 2003, pag. 336-338)

 

«La scoperta dell’espansione dell’Universo con le sue conseguenze riguardanti la possibilità che astronomi abbiano identificato l’evento della creazione, mette veramente la cosmologia astronomica vicino al tipo di teologia naturale medievale che ha cercato di trovare Dio identificando la causa prima. Gli astronomi possono aver trovato il primo effetto, ma non quindi, necessariamente, la causa prima cercata da Anselmo e Tommaso. Nessuna scoperta astronomica ci dice perché l’evento è successo. E’ veramente soprannaturale (cioè fuori dalla comprensione del naturale ordine delle cose) e, da questa definizione un miracolo. Ma la natura di Dio non deve essere trovata dentro ciascuna parte di queste scoperte della scienza. Per questo si deve tornare alle Scritture, se davvero una risposta deve essere colta dal nostro limitato intelletto umano»
(citato in M. Bersanelli e M. Gargantini, “Solo lo stupore conosce”, Bur 2003, pag. 338)

 

«Il mondo è troppo complesso in tutte le sue parti e interconnessioni per essere dovuto solamente al caso. Sono personalmente convinto che l’esistenza della vita con tutto il suo ordine in ognuno dei suoi organismi è semplicemente messa insieme troppo bene. Ogni parte di un corpo vivente dipende da tutte le altre parti (del corpo) per poter funzionare. Come fa ogni parte a saperlo? Come ogni parte si differenzia al concepimento? Più si studia la biochimica, più diventa incredibile senza che ci sia una qualche sorta di principio organizzatore -un architetto per chi crede. Il caso della complicatezza e dell’ordine che permette il funzionamento di un organismo, dove il totale è più grande della somma delle parti (cioè è di un ordine superiore), diventa più stupefacente ogni anno, via via che i risultati scientifici divengono più dettagliati. A causa di ciò, molti scienziati ora sono portati alla fede dal loro lavoro. In ultima analisi, è una fede fatta più salda attraverso l’argomento del disegno»
(citato in M. Bersanelli e M. Gargantini, “Solo lo stupore conosce”, Bur 2003, pag. 338-339)


 

John Polkinghorne, 1930, fisico delle particelle e teologo, cristiano
Ha svolto un ruolo significativo nella scoperta del quark lavorando con Gell-Mann alle prime identificazioni, è stato insignito del premio Templeton nel 2002. Ha scritto molto su questioni riguardanti la scienza e la fede, è credente e pastore anglicano.

«Vi è una popolare caricatura che vede lo scienziato come sempre aperto alla possibilità di correggere la nuova scoperta e, di conseguenza, ottenere il premio della vera conoscenza, mentre il credente si condanna ad una pena detentiva intellettuale nei limiti di un parere a priori. L’uno è l’uomo di ragione, l’altro è bloccato nell’indagine onesta da una barriera denominata “rivelazione incontestabile”. Se fosse veramente così, quelli di noi che sono entrambi scienziati e credenti religiosi dovrebbero vivere schizofrenicamente, credere l’impossibile la domenica e aprire le nostre menti soltanto dal lunedì mattina».
(J.C. Polkinghorne, Reason and Reality: The Relationship Between Science and Theology, Philadelphia: Trinity Press International, 1991, p. 49. 2° E)

 

«Scienza e fede sono amiche, entrambi sono alla ricerca della verità. La scienza chiede come le cose si verificano, ma non fa domande sul significato o lo scopo di esse. Coloro che pensano che essa dica tutto hanno un’arida visione della vita. Esistono fondamentalisti religiosi che sostengono che la Bibbia dia risposte a tutte le domande, anche quelle scientifiche. Ma gli scienziati come Richard Dawkins sono altrettanto fondamentalisti. La scienza non potrà mai rendere Dio superfluo. Su molte cose la scienza ha corretto la visione religiosa, e questo è stato vantaggioso per entrambe le parti per aiutare a vedere più chiaramente. Chi ha fede dovrebbe accogliere la verità da qualunque fonte essa proviene. Non tutta la verità viene dalla scienza, ma molto si. Mi dispiace quando vedo cristiani che voltando le spalle alla scienza. Invece alcuni scienziati ritengono che la fede sia una questione di chiudere gli occhi e stringere i denti, credere a cose impossibili presentate da qualche autorità indiscutibile, un libro infallibile o una chiesa infallibili. Non è nulla di tutto questo. Se si lavora in fisica fondamentale si è colpiti dall’ordine meraviglioso del mondo. Si è colpiti da un profondo senso di fondo e di meraviglia e questo porta le persone che lavorano nel campo della fisica fondamentale a chiedersi se ci sia una sorta di mente dietro a questo. I fisici utilizzano un linguaggio che comprende la “mente di Dio” quando scrivono per il grande pubblico. Vi è anche l’intuizione che il mondo è meravigliosamente ordinato in un modo che non sembra proprio essere una felice coincidenza. I fisici credono nella realtà invisibile, senza nemmeno pensarci. Credo che l’esperienza personale suggerisce l’esistenza di Dio, una volontà e uno scopo e una mente dietro a tutto».
(J.C. Polkinghorne, North Country Times 2010)

 

«Scienza e fede amo dire che sono due occhi: posso vedere con l’occhio della scienza e posso vedere con l’occhio della religione. E guardando con due occhi insieme posso vedere più lontano e più in profondità di quanto possa fare l’uno o l’altro di essi da solo. […]. “Caso” è una parola molto difficile: bisogna fare in modo di essere sicuri di capire cosa si intende con essa. Il caso deve essere accuratamente distinto dalla contingenza, cioè dal perché questa particolare cosa accade. E non è necessariamente privo di un significato. Per esempio, accade una particolare mutazione e la natura prende una particolare direzione. Se si fosse verificata una mutazione leggermente differente la vita sarebbe stata deviata, avrebbe preso una direzione leggermente differente. Ma non c’è nessuna “favola senza senso raccontata da un idiota”. La Creazione divina non è una sorta di proprietà divina in cui Dio abbia posto ogni cosa, in cui faccia accadere tutto. Il dono di Dio è il dono dell’amore, e il dono dell’amore è anche il dono di qualche dovuta forma di indipendenza alle creature che sono amate. Poco dopo che Charles Darwin aveva pubblicato “L’origine delle specie”, il sacerdote inglese Charles Kingsley (1819-1875) disse che Darwin aveva mostrato che Dio ha creato il mondo non già bell’e pronto, con tutto già fissato, ma ha fatto una cosa incredibile: Dio ha creato il mondo dotandolo di un futuro, perché alle creature sia permesso di essere se stesse e di fare se stesse. Questa è la maniera teologica di pensare al mondo che si evolve».
(J.C. Polkinghorne, La fecondità del mondo, al margine del caos, Ilsussidiario.net, 23/08/11)


 

Owen Gingerich, 1930, astronomo, cristiano
Docente di Astronomia e Storia della Scienza presso l’Università di Harvard e astronomo emerito presso lo Smithsonian Astrophysical Observatory. Oltre alla ricerca e all’insegnamento, ha scritto molti libri sulla storia dell’astronomia . Gingerich è anche membro della American Academy of Arts and Sciences, della American Philosophical Society, e della International Academy of the History of Science.

«Sono persuaso della presenza, al di sopra e all’interno del cosmo, di un Creatore dotato di un’intelligenza superiore. Credo inoltre che il contesto offertoci dal nostro universo, così ricco di elementi confacenti al genere umano e tale da permettere e incoraggiare l’esistenza di forme di vita autoconsapevoli, faccia parte del disegno e dello scopo di questo Creatore».
(O. Gingerich, Cercando Dio nell’Universo, Lindau 2007, pag. 47)

 

«Per quanto mi riguarda, la fede in una causa ultima, in un Dio-Creatore, offre una spiegazione coerente del perché l’universo appaia tanto congeniale all’esistenza di forme di vita intelligenti e capaci di riflessione. Non basterebbe infatti che qualche lieve mutamente in una delle tante costanti della fisica a rendere l’universo inabitabile. In un certo senso -per usare le parole di Freeman Dyson- questo è un universo che doveva già sapere che saremmo arrivati. E senza pretendere che tali considerazioni siano la prova dell’esistenza di un Creatore, ribadisco come ai miei occhi, così interpretato, l’universo abbia più senso. Nello stesso tempo, in quanto scienziato, il come dell’universo mi interessa tanto quanto il suo perché»
(O. Gingerich, Cercando Dio nell’Universo, Lindau 2007, pag. 23,24)

 

«Come astronomo, sono sempre stato incuriosito da alcuni dettagli sorprendenti del mondo fisico, per non parlare della complessità del dominio biologico. Per me, guardando l’universo attraverso gli occhi della fede, questi dati hanno sempre testimoniato un’impressionanti evidenza di progettazione e uno scopo […]. L’universo è più facile da comprendere se si supporre che ha uno scopo e una progettazione […]. Per me, è logico supporre che la superintelligenza, si sia rivelata attraverso i profeti di tutte le età, e supremamente nella vita di Gesù Cristo […]. Così come credo che il Libro della Scrittura illumina il cammino verso Dio, credo che il Libro della Natura, con i suoi sorprendenti dettagli, suggerisca uno scopo divino e un design. E penso che la mia fede non mi faccia essere uno scienziato minore»
(O. Gingerich, Is There a Role for Natural Theology Today?)

 

«Gli evoluzionisti che rifiutano qualsiasi teleologia e che, nel dichiarare il loro credo in una sorta di roulette cosmica, parlano di un Universo assolutamente privo di scopo, non stanno presentando un fatto scientificamente dimostrato; essi piuttosto stanno difendendo le loro personali prese di posizione in ambito metafisico. Ed è mia opinione che a un simile atteggiamento sia necessario e legittimo opporre resistenza»
(O. Gingerich, Cercando Dio nell’Universo, Lindau 2007, pag. 79)

 

«Potrebbe l’inconoscibile avere rivelato se stesso? Che l’inconoscibile possa avere comunicato con noi sfida le leggi della logica, ma non quelle della coerenza. In questo senso, è per me assolutamente lecito supporre che in ogni epoca la trascendenza abbia rivelato se stessa per mezzo dei profeti, e sopratutto grazie alla vita di Gesù Cristo. Credo che le Scritture illuminino la strada che conduce a Dio, allo stesso modo ritengo che il libro della natura, in tutti i suoi sorprendenti dettagli -il filo d’erba, l’assenza della massa 5 o gli incredibili intrecci del DNA-, suggerisca l’esistenza di uno scopo e di un disegno divino. E non penso che le mie convinzioni mi rendano meno scienziato»
(O. Gingerich, Cercando Dio nell’Universo, Lindau 2007, pag. 83)


 

Neil Armstrong, 1930, astronauta e aviatore, cristiano
E’ stato il primo uomo a posare piede sulla Luna nel 1969.

«Per me, aver camminato su queste scale [a Gerusalemme, nda], ha un significato maggiore dell’aver camminato sulla Luna»
(citato in Neil Armstrong valoraba más haber pisado donde pisó Cristo que aquella huella sobre la Luna, Religionenlibertad, 26/08/12)


 

Abdus Salam, 1926, fisico e premio Nobel, musulmano.
Premio Nobel per la Fisica nel 1979, professore di fisica teorica all’Imperial College of Science and Technology di Londra, fondò a Trieste l’International Centre for Theoretical Physics (ICTP).

«Ogni essere umano ha bisogno della religione, come Jung ha così fermamente sostenuto, questo profondo sentimento religioso è uno dei principali bisogni del genere umano».
(A. Salam, in un’intervista a R. Walgate per “New Scientist”, 26/08/1976)

 

«Einstein è nato in una fede abramitica, dal suo punto di vista era profondamente religioso. Ora, questo senso di meraviglia conduce molti scienziati all’Essere superiore -“der Alte” (“il Vecchio”), come Einstein affettuosamente chiamava la Divinità – un’intelligenza superiore, il Signore di tutta la creazione e della legge naturale».
(citato in C.H. Lai & A. Kidwai, “Ideals and Realities: Selected Essays of Abdus Salam”, World Scientific Publishing Co. Ltd. 1989, pag. 285)

 

«Il Sacro Corano ci impone di riflettere sulle verità delle leggi create da Allah nella natura, tuttavia, la nostra generazione ha avuto il privilegio di intravedere una parte del suo disegno, è una grazia per la quale io rendo grazie con cuore umile».
(da “Nobelprize.org“)


 

Giovanni Prodi, 1925, matematico, cattolico
Tra i più grandi matematici italiani del Novecento è noto anche per le sue molteplici attività riguardanti l’insegnamento della matematica. Grande testimone della compatibilità tra scienza e fede.

«Non posso pensare che la scienza crei il minimo disturbo alla fede, e nemmeno che la scienza faccia da propagandista per la fede. Il mio punto di vista è un altro: ammettiamo che ci sia già la fede, o almeno quello stato di ricerca della fede che è forse più diffuso di quanto possa apparire. Allora, se è vero, come dice il salmo 18 che “i cieli narrano la gloria di Dio”, è anche vero che la scienza di oggi apre altri cieli alla nostra meditazione. È’ forse venuto il momento in cui il credente possa trovare nella meditazione sapienziale sulla scienza un modo di lodare Dio e di aumentare il desiderio di possederlo»
(G. Prodi, Intervento su “Scienza e Fede”, 1981)


 

Robert Jastrow 1925, astronomo, fisico e cosmologo, agnostico/deista.
E’ stato il primo presidente del “NASA’s Lunar Exploration Committee”, che ha stabilito gli obiettivi scientifici per l’esplorazione della Luna durante l’atterraggio di Apollo. Fondatore e direttore del “NASA’s Goddard Institute for Space Studies” e docente di Geofisica alla Columbia University.

«In questo momento sembra che la scienza non sarà mai in grado di alzare il sipario sul mistero della creazione. Per lo scienziato che ha vissuto la sua fede nel potere della ragione, la storia finisce come un brutto sogno. Ha scalato le montagne dell’ignoranza, sta per conquistare la vetta più alta e viene accolto da un gruppo di teologi che sono stati seduti lì per secoli».
(R. Jastrow, “God and the Astronomers”, Readers Library 2000, pag. 107)

 

«Gli astronomi hanno dimostrato, con i loro metodi, che il mondo ha cominciato bruscamente con un atto di creazione in cui è possibile rintracciare i semi di ogni stella, di ogni pianeta, di ogni essere vivente in questo cosmo e sulla terra. E hanno scoperto che tutto questo è accaduto come un prodotto di forze che non si può sperare di scoprire. Che ci siano quelle che io, o chiunque altro, chiamerei le forze soprannaturali al lavoro, è ora, credo, un fatto scientificamente provato».
(R. Jastrow, “God and the Astronomers”, 1982, pag. 18)

 

«Qual è l’ultima soluzione per l’origine dell’Universo? Le risposte fornite dagli astronomi sono sconcertanti e sorprendenti. La più notevole di tutte è il fatto che nella scienza, come nella Bibbia, il mondo inizia con un atto di creazione».
(R. Jastrow, “Until the Sun Dies”, Readers Library 1977)


 

Antony Hewish , 1924, astronomo e premio Nobel, cristiano
Vincitore del Premio Nobel nel 1974 per il suo contributo allo sviluppo della radioastronomia e per il suo ruolo nella scoperta delle pulsar.

«La presenza spettrale di particelle virtuali sfida il razionale e non intuitivo buon senso per chi non conosce la fisica. La fede religiosa in Dio, e la fede cristiana che Dio si è fatto uomo circa due mila anni fa, può sembrare strano verso il pensare comune. Ma quando le cose fisiche più elementari si comportano in questo modo, dobbiamo essere preparati ad accettare che gli aspetti più profondi della nostra esistenza vadano oltre le nostre intuizioni del senso comune».
(citato in J. Polkinghorne & N. Beale, “Questions of Truth: Fifty-one Responses to Questions about God, Science, and Belief”, Westminster John Knox 2009)

 

«Io credo in Dio. Non ha senso per me pensare che l’universo e la nostra esistenza sia solo un incidente cosmico, che la vita sia emersa a causa di processi fisici casuali in un ambiente che semplicemente è capitato di avere le caratteristiche giuste. Come cristiano comincio a comprendere cos’è la vita attraverso la fede in un Creatore, la cui natura è stata rivelata da un uomo nato circa 2000 anni fa […]. Credo che sia la scienza che la religione siano necessarie per comprendere il nostro rapporto con l’Universo. In linea di principio, la scienza ci dice come tutto funziona, anche se ci sono molti problemi irrisolti e credo che ci saranno sempre. Ma la scienza solleva questioni che non è mai in grado di rispondere. Perché il Big bang ha condotto a esseri coscienti che mettono in discussione lo scopo della vita e l’esistenza dell’Universo? Questo è l’ambito in cui la religione è necessaria».
(A. Hewish, lettera a T. Dimitrov, 27/05/2002)

 

«Dio sembra certamente essere un Creatore razionale. Che l’intero mondo terrestre sia costituito da elettroni, protoni e neutroni e che un vuoto viene riempito da particelle virtuali, richiede una razionalità incredibile […]. La religione ha un ruolo importante nel sottolineare che vi è di più nella vita del materialismo egoista».
(A. Hewish, lettera a T. Dimitrov, 14/06/2002)

 

«Dio è un concetto a cui ho bisogno di aderire con la mia totale esperienza. Il cristianesimo si avvicina all’espressione formale di questo per me. C’è qualcosa di diverso dalle sole leggi scientifiche, la scienza non ha intenzione di rispondere a tutte le domande che ci poniamo»
(citato in I. Hargittai, “Candid Science IV: Conversations with Famous Physicists”, Imperial College Press 2004, pag. 637)


 

Freeman John Dyson, 1923, fisico e matematico, cristiano
Universalmente noto per i suoi studi sulla teoria quantistica dei campi e l’ingegneria astronomica e nucleare, docente di fisica presso l’Institute for Advanced Study, a Princeton. Membro della Royal Society, ha vinto numerosissimi premi scientifici.

«Io stesso sono un cristiano, un membro di una comunità che conserva un patrimonio antico di grande letteratura e grande musica, fornisce aiuto e consiglio a giovani e meno giovani, quando sono in difficoltà, educa i bambini a responsabilità morale, e adora Dio a modo su […]. Io sono un cristiano praticante, ma non un cristiano credente. Per me, per adorare Dio significa riconoscere che la mente e l’intelligenza si intrecciano nel tessuto del nostro universo in un modo che supera la nostra comprensione del tutto»
(F.J. Dyson, Science & Religion: No Ends in Sight”, The New York Review of Books. 28/03/02)

 

«Sono contento di essere uno della moltitudine di cristiani che non si curano molto della dottrina della Trinità o la verità storica dei Vangeli. Sia come scienziato che come una persona religiosa, mi sono abituato a convivere con l’incertezza. La scienza è eccitante, perché è piena di misteri irrisolti, e la religione è emozionante per la stessa ragione. I più grandi misteri irrisolti sono i misteri della nostra esistenza in quanto esseri coscienti in un piccolo angolo di un vasto universo. Perché siamo qui? L’universo ha uno scopo? Da dove viene la nostra conoscenza del bene e del male? Questi misteri, e un centinaio di altri simili, sono al di là della portata della scienza. Si trovano al di là del confine, sotto la giurisdizione della religione […]. Scienza e religione sono due finestre in cui la gente guarda attraverso, cercando di capire il grande universo esterno, cercando di capire perché siamo qui. Le due finestre danno diversi punti di vista, entrambe le viste sono unilaterali, nessuna è completa. Entrambe lasciano fuori le caratteristiche essenziali del mondo reale. Ed entrambi sono degni di rispetto […]. A Princeton sono presbiteriano, ma in Inghilterra sono cattolico perché vado a messa con mia sorella»
(F.J. Dyson, Progress in religion, Templeton Prize 22/03/2000)


 

Walter Kohn, 1923, fisico e premio Nobel, deista
Ha vinto il premio Nobel per la chimica nel 1998 per il contributo dato alla conoscenza delle proprietà elettroniche dei materiali. E’ direttore fondatore all’Istituto Kavli di Fisica Teorica e professore emerito all’Università della California a Santa Barbara.

«Certamente la scienza, in particolare la fisica e la chimica, è una parte molto importante della mia identità. Ma io mi considero anche una persona religiosa, in due sensi: uno, in base alla mia educazione ebraica liberale che ho trasmesso ai miei figli, l’altro, una sorta di deismo non confessionale che scaturisce dal mio stupore verso il mondo e le nostre esperienze, che è accresciuta dalla mia identità come scienziato. Esso include anche la convinzione che la scienza da sola è una guida insufficiente per la vita, lasciando molte domande profonde senza risposta e insoddisfatte»
(W. Kohne, conferenza “Reflections of a Physicist after an Encounter with the Vatican and Pope John Paul II”, April 20, 2001, University of California, Santa Barbara)


 

Arthur Schawlow, 1921, fisico e premio Nobel, cristiano
Nobel per la fisica nel 1981 per il contributo allo sviluppo della spettroscopia laser, è anche promotore del metodo della comunicazione facilitata con i pazienti di autismo.

«Mi sembra che di fronte alle meraviglie della vita e dell’universo, ci si debba chiedere “perché” e non solo “come”. Le uniche risposte possibili sono religiose […]. Per me questo significa che il cristianesimo protestante, alla quale sono stato introdotto da bambino, ha resistito alle prove di una vita».
(citato in H. Margenau & R. Varghese, “Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens”, Open Court Publishing Company 1992)

 

«Sento un bisogno di Dio nell’universo e nella mia vita. Siamo fortunati ad avere la Bibbia, e specialmente il Nuovo Testamento, che ci racconta di Dio in termini umani ampiamente accessibili».
(citato in H. Margenau & R. Varghese, “Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens”, Open Court Publishing Company 1992, p. 107)

 

«Il contesto della religione è uno sfondo ideale per fare scienza. Nelle parole del Salmo 19, “I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento proclama la sua opera”, in questo modo la ricerca scientifica è un atto di adorazione, in quanto rivela più meraviglie della creazione di Dio»
(citato in H. Margenau & R. Varghese, “Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens”, Open Court Publishing Company 1992, p. 105-106)

 

«Ci sono culti e sette religiose enormemente diversi e penso che non sia irragionevole, perché penso che Dio – se Egli è meraviglioso come noi crediamo – è anche molto complesso, e che diverse persone lo vedano in modo diverso. Non puoi aspettarti che un contadino e un filosofo abbiano la stessa immagine di Dio. Penso che Dio è grande abbastanza per coprire tutti, anche gli scrittori di scienza. Anch’essi possono avere la loro immagine di Dio»
(A.L. Schawlow, “Optics and Laser Spectroscopy, Bell Telephone Laboratories 1951-1961”, Chapter I, Part 5, Stanford University Since 1998)

 

«L’imitazione di Gesù è la strada per salvare la tua vita. Oltre a questo non so»
(citato in D. Brian, “The Voice of Genius: Conversations with Nobel Scientists and Other Luminaries”, Perseus Publishing 1995, pag. 242)


 

Leon Max Lederman, 1922, fisico e premio Nobel, deista
Nel 1988 ha vinto il Premio Nobel per la fisica per i suoi lavori sui neutrini, è Direttore Emerito del Fermi National Accelerator Laboratory (Fermilab), ha anche fondato l’Accademia di Matematica e Scienza dell’Illinois dove è attualmente docente.

«All’inizio c’era un vuoto, una curiosa forma di vuoto, un nulla che non contiene spazio, non c’è tempo, nessuna luce, nessun suono. Eppure le leggi della natura erano in posizione e questo curioso vuoto conteneva un potenziale. Una storia logicamente inizia da un inizio, ma questa è la storia dell’universo e sfortunatamente non c’è alcun dato per il vero inizio, niente, zero. Non sappiamo nulla dell’universo fino a quando ha raggiunto l’età matura ad un miliardo di miliardesimo di secondo. Cioè, poco tempo dopo la creazione nel Big Bang. Quando leggete o sentite qualcosa ulla nascita dell’universo, siamo nel regno della filosofia. Solo Dio sa cosa è successo all’inizio».
(L.M. Lederman, “The God Particle: If the Universe Is the Answer, What Is the Question”, Mariner Books 2006)


 

Margherita Hack, 1922, astrofisica, atea
Ha diretto l’Osservatorio Astronomico di Trieste portandolo a rinomanza internazionale ed è membra delle più prestigiose società fisiche e astronomiche.

«La scienza non riesce a dare una risposta totale. Quindi il mistero c’è certamente. Se quando morirò dovessi scoprire che c’è la vita eterna, direi a Dio che ho sbagliato. E forse tutto sommato, sarebbe bello essersi sbagliati […]. Gesù è stato certamente la maggior personalità della storia. Il suo insegnamento, se è resistito per 2000 anni, significa che aveva davvero qualcosa di eccezionale: ha trasmesso valori che sono essenziali anche per un non credente».
(M. Hack, “Dove nascono le stelle”, Sperling & Kupfer 2004, pag. 198)


 

Carlos Chagas Filho, 1910-2000, neuroscienziato e biologi, cattolico
Conosciuto a livello internazionale per le sue ricerche sui meccanismi neurali alla base del fenomeno della elettrogenesi, ha fondato l’Istituto di Biofisica dell’Università Federale di Rio de Janeiro ed è stato presidente della Accademia Brasiliana di Scienze (1965-1967) e della Pontificia Accademia delle Scienze dello Stato del Vaticano.

«La mia conversione? Non ho mai avuto un problema religioso, ma a poco a poco mi sono avvicinato alla religione. Ciò che veramente mi ha spinto in questo senso forse è stata una figura che ha avuto una grande influenza scientifica su di me, Jose da Costa Cruz, che era un agnostico militante. Ho avuto lunghe discussioni con lui e mi sono avvicinato, sono diventato curioso e ho cominciato a leggere certi libri, non esattamente religiosi, ma libri spirituali, sullo spirito della materia. Ho iniziato ad interessarmi, ho poi avuto una fidanzata la cui famiglia era del tutto agnostica. Infine ho cominciato a sentire che mancava qualcosa, ho approcciato la religione in modo indiretto. Poi, improvvisamente, ero già praticante. […] Io credo fermamente che ci sia qualcosa sopra di noi e di questa cosa ha una conformazione ben precisa. Ma questo non significa che io non sia un grande peccatore».
(C.C. Filho, intervista su www.scielo.br. A ciência como profissão)

 

«Penso che la scienza comincia ad inciampare quando si tratta di ciò che noi chiamiamo la prima causa. Lo scienziato che è sincero e che vuole andare fino in fondo alla sua razionalità, sa che c’è un momento in cui non può andare oltre. Questo è il momento di intreccio tra scienza, filosofia e quindi teologia».
(C.C. Filho, intervista su www.scielo.br. A ciência como profissão)

 

«La Bibbia non vuole insegnare come il cielo è stato fatto, ma vuole insegnare come si fa ad andare in cielo. Si tratta di un precetto teologico molto importante circa la questione della grazia: la persona crede o no. Ora, come io rispetto le persone che non credono, voglio anche che venga rispettata la sincerità della mia fede»
(citato da Arcauniversal, Ciência na Bíblia – Gênios com fé 2012/11/28)


 

Joseph E. Murray, 1919, chirurgo e premio Nobel, cattolico
Vincitore del premio Nobel per la medicina nel 1990, per «le scoperte riguardanti i trapianti di cellule e organi nel trattamento delle patologie umane». È stato il primo a eseguire con successo un trapianto di reni tra due gemelli identici.

«La Chiesa nemica della scienza? Sono cresciuto come cattolico e come scienziato e non ho visto questo. Una è una veritò rivelata, l’altra è verità scientifica. Se davvero credi che la creazione è buona, non ci può essere nulla di male nello studio della scienza. Più impariamo circa la creazione – il modo in cui è emersa – più questo accresce la gloria di Dio. Personalmente, non ho mai visto un conflitto. Lavoriamo con gli strumenti che Dio ci ha dato. Non c’è motivo che la scienza e la religione operino in un rapporto conflittuale. Entrambe provengono dalla stessa fonte, l’unica fonte di verità: il Creatore».
(citato in G. Meyer, “Pontifical Science Academy Banks on Stellar Cast”, National Catholic Register 1-7/12/96)

 

«Il lavoro è una preghiera e io comincio ogni mattina offrendola al Creatore. Ogni giorno è una preghiera, io sento questo, io sento questo molto profondamente».
(citato in J. Lenger, “Murray: Surgeon with soul: Nobelist’s memoir mixes science and humanity”, Harvard University Gazette, 4/10/01, Cambridge, MA)


 

Edward Robert Harrison, 1919, astronomo e cosmologo, cristiano
Ha trascorso gran parte della sua carriera presso la University of Massachusetts Amherst e la University of Arizona. E’ noto per il suo lavoro sull’aumento delle fluttuazioni nell’universo in espansione e per la sua spiegazione del paradosso di Olber.

«Ecco la prova cosmologica dell’esistenza di Dio – l’argomento del “disegno” di Paley – aggiornato e rinnovato. Il “Fine Tuning” dell’universo fornisce elementi di prova del design deista. Prendete la vostra scelta: il cieco caso che richiede una moltitudine di universi o la progettazione che ne richiede una sola. Molti scienziati, quando ammettono le loro opinioni, sono inclinati verso l’argomento teleologico».
(E.R. Harrison, “Masks of the Universe”, Cambridge University Press 1985, pag. 252, 263)


 

Derek H. R. Barton, 1918, chimico e premio Nobel, cristiano
Chimico britannico, vinse nel 1969 il premio Nobel per la chimica per i suoi contributi allo sviluppo del concetto di conformazione e le sue applicazioni in chimica, vincitore della medaglia Davy, della medaglia Copley e della medaglia Priestley. Il suo nome è legato anche a una serie di reazioni chimiche come la reazione di Barton e la deossigenazione Barton-McCombie.

«Dio è Verità. Non vi è alcuna incompatibilità tra scienza e religione. Entrambi stanno cercando la stessa verità. Le osservazioni e gli esperimenti della scienza sono così meravigliose che la verità che esse stabiliscono può sicuramente essere accettata come un’altra manifestazione di Dio. Dio si mostra, consentendo all’uomo di stabilire la verità»(citato in H. Margenau & R. A. Varghese, Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens, 4th ed. Chicago and La Salle, Illinois:Open Court Publishing Company, 1997, pag. 144).


 

Ernst Boris Chain, 1906-1979, biochimico e premio Nobel, ebreo
Assieme all’anatomopatologo australiano Howard Walter Florey isolò e purificò la penicillina, vincendo così il Premio Nobel per la medicina.

«Ho detto per anni che le speculazioni circa l’origine della vita non portano ad alcuna utilità, in quanto anche il sistema vivente più semplice è troppo complesso per essere compreso dagli scienziati attraverso i metodi della chimica estremamente primitivi utilizzati nei loro tentativi di spiegare l’inspiegabile che è accaduto miliardi di anni fa. Dio non può essere spiegato da tali pensieri naïve»
(come citato in R.W. Clark, “The Life of Ernst Chain: Penicillin and Beyond”, Weidenfeld & Nicolson, London, 1985, pp. 147-148)

 

«Per quanto riguarda le mie azioni, sto cercando di essere guidato dalle leggi, dall’etica e dalle tradizioni del giudaismo come formulate nel Vecchio Testamento, che sono, ovviamente, anche la base del cristianesimo. Sono convinto, e lo sono da molti anni, che è impossibile costruire una sorta di codice assoluto e di applicazione generale di comportamento etico sulla base delle sole conoscenze scientifiche, se non altro per la ragione che la nostra conoscenza circa i problemi fondamentali della vita è troppo frammentario e limitato, e rimarrà sempre così»
(E.B. Chain, “Social Responsibility and the Scientist in Modern Western Society”, Perspectives in Biology and Medicine, Spring 1971, Vol. 14 No. 3, pagg. 366)

 

«Considero il potere della fede dei grandi doni divini all’uomo, attraverso il quale egli ha potuto inspiegabilmente avvicinarsi ai misteri dell’Universo, pur senza capirli. La capacità di credere è una essenziale proprietà della mente umana, così come la capacità di ragionamento logico e, lungi dall’essere incompatibile con l’approccio scientifico, completa e permette alla mente umana di essere integrata nel mondo in una etica e significativa unità […]. Ci sono molti modi in cui le persone sono rese consapevoli del loro potere di credere nella supremazia di una Divina guida e potenza: attraverso la musica o l’arte visiva, in qualche evento o esperienza decisamente influente per la loro vita, guardando attraverso un microscopio o il telescopio o, semplicemente, osservando le manifestazioni miracolose o il finalismo della natura»
(E.B. Chain, citato in R.W. Clark, The Life of Ernst Chain: Penicillin and Beyond, Weidenfeld & Nicolson 1985, p. 143)

 

«Ogni speculazione e relativa conclusione circa il comportamento umano disegnato sulla base delle teorie evolutive darwiniane da parte degli studi etologici degli animali -in particolare quelli sui primati- devono essere trattate con la massima cautela e riserva. Può essere divertente per coloro che sono impegnati nel compito di descrivere il loro prossimo come “scimmie nude”, e una piccola sezione di pubblico può anche godere della lettura circa il confronto tra il comportamento delle scimmie e quello umano, ma questo approccio – che, tra l’altro, non è né nuovo né originale- in realtà non porta molto lontano. Non abbiamo bisogno di essere esperti zoologi, anatomisti e fisiologi per riconoscere che esistono alcune somiglianze tra la scimmia e l’uomo ma, sicuramente, sono molto più interessati le differenze che le somiglianze. Le scimmie, dopo tutto, a differenza dell’uomo, non hanno mai prodotto grandi profeti, filosofi, matematici, scrittori, poeti, compositori, pittori e scienziati. Esse non sono ispirate dalla scintilla divina che si manifesta in modo evidente nella creazione spirituale dell’uomo e che lo differenzia irriducibilmente dagli animali»
(E.B. Chain, “Social Responsibility and the Scientist in Modern Western Society”, Perspectives in Biology and Medicine, Spring 1971, Vol. 14 No. 3, p. 368).


 

Ernest Walton, 1903, fisico, premio Nobel e cristiano
Fisico irlandese, vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1951, per il loro lavoro pionieristico sulla mutazione dei nuclei atomici tramite particelle atomiche accelerate artificialmente. Cresciuto come cristiano metodista, Walton era molto impegnato a proclamare la fede cristiana e attivo nella sua Chiesa, intervenendo più volte sul prolifico rapporto tra fede e scienza, anche dopo la vittoria del Nobel, ha incoraggiato il progresso scientifico come un metodo per conoscere meglio Dio.

«Un modo per conoscere la mente del Creatore è quello di studiare la sua creazione. Dobbiamo ringraziare Dio perché possiamo studiare la sua opera d’arte, e questo dovrebbe applicarsi a tutti gli ambiti del pensiero umano. Il rifiuto di usare la nostra intelligenza con onestà è un atto di disprezzo per Colui che ci ha dato tale l’intelligenza»
(citato in V. J. McBrierty, Ernest Thomas Sinton Walton, The Irish Scientist, 1903-1995, p. 58).)


 

James Prescott Joule, 1818-1889, fisico, cristiano
Si interessò del calore e delle sue connessioni con l’elettricità e la meccanica, indagando sugli effetti termici dimostrò il cosiddetto “effetto Joule”.

«E’ evidente conoscere le leggi naturali non significa altro che conoscere la mente di Dio, in esse espressa»
(citato in JG Crowther, British Scientists of the Nineteenth Century, Routledge & Kegan Paul, London, 1962, p.139)

 

«E’ manifestamente assurdo supporre che i poteri di cui Dio ha dotato la materia possano essere distrutto più di quanto possono essere creati dall’azione dell’uomo»
(citato in O. Reynolds, Memoir of James Prescott Joule, Manchester Literary and Philosophical Society, 1892, p. 27)

 

«I fenomeni della natura, sia meccanica, chimica, o vitale, consistono quasi interamente in una continua conversione, una nell’altra. Così è che l’ordine viene mantenuto nell’universo non è squilibrato, nulla è mai perso, ma l’intera macchina, complicata com’è, funziona bene ed in armonia. Il tutto governato dalla volontà sovrana di Dio»
(J.P. Joule, “Memoirs and Proceedings of the Manchester Literary and Philosophical Society”, vol. LXXV (1930-1931), n. 8, p. 110., gennaio 1863).


 

Christian Boehmer Anfinsen, 1916, biochimico e premio Nobel, ebreo
Vincitore del Nobel per la chimica nel 1972 per il suo lavoro sulla ribonucleasi. Lavorò al National Institutes of Health e insegnò biologia alla Università Johns Hopkins.

«Penso che solo un idiota possa essere ateo. Dobbiamo ammettere che esiste un potere incomprensibile o una forza illimitata con lungimiranza e conoscenza, la quale ha dato vita all’intero universo in un primo luogo”
(citato in H. Margenau & R. Varghese, in Cosmos, Bios, Theos Open Court Publishing Company 1997, pag. 139)


 

Charles Hard Townes, 1915, fisico e premio Nobel, cristiano
Sviluppò gli apparati radar e ricevette il Nobel per la fisica per il lavoro fondamentale nel campo dell’elettronica quantistica.

«Credo fermamente nell’esistenza di Dio, basandomi sull’intuizione, sulle osservazioni, sulla logica, e anche sulla conoscenza scientifica».
(C.H. Townes, “A letter to the compiler T. Dimitrov”, 24/05/2002)

 

«La scienza, con i suoi esperimenti e la logica, cerca di capire l’ordine o la struttura dell’universo. La religione, con la sua ispirazione e riflessione teologica, cerca di capire lo scopo o significato dell’universo. Queste due strade sono correlate. Io sono un fisico. Anch’io mi considero un cristiano. Mentre cerco di capire la natura del nostro universo in questi due modi di pensare, vedo molti elementi comuni tra scienza e religione. Sembra logico che a lungo i due potranno anche convergere»
(C.H. Townes, “Logic and Uncertainties in Science and Religion”, in Proceedings of the Preparatory Session 12-14 November 1999 and the Jubilee Plenary Session 10-13 November 2000)

 

«Ci si potrebbe chiedere: dove è Dio? Per me è quasi una domanda inutile. Se credi in Dio, non vi è alcun particolare “dove”, Lui è sempre lì, ovunque, Egli è in tutte queste cose. Per me, Dio è personale ma onnipresente. Una grande fonte di forza, Egli ha fatto una differenza enorme per me».
(C.H. Townes, “Making Waves”, American Institute of Physics Press, 1995)

 

«C’è una tremenda esperienza emotiva nella scoperta scientifica che penso sia simile a quello che alcune persone descrivono normalmente come esperienza religiosa, una rivelazione. In realtà, a me sembra, una rivelazione può essere vista come una scoperta improvvisa di comprensione dell’uomo e della relazione dell’uomo con il suo universo, con Dio, e con il suo rapporto con gli altri uomini»
(citato in “Current Biography”, vol. 24, No. 1. H. W. Wilson Company, pag. 37)

 

«Penso che tutta la scienza, in un certo senso, provenga dalla fede nell’ordine nell’universo. Questa è parte della fede scientifica, che ci sia ordine e dunque affidabilità, e così via, e questo fa parte della concezione tradizionale giudaico-cristiana che vi è un solo Dio»
(citato in N.W. Palmer, “Should I Baptize My Robot? What Interviews with Some Prominent Scientists Reveal about the Spiritual Quest”, in The Center for Theology and the Natural Sciences Bulletin 1997, Vol. 17, No. 4. University of California at Berkeley, pag.17)

 

«Come una persona religiosa, sento fortemente la presenza e le azioni di una Essere ben al di là di me stesso, eppure sempre personale e vicino».
(citato in S. Begley, “Science found God”, Newsweek Vol. CXXXII, No. 4, 27/7/1998, pag. 44-49)

 

«La religione, con la sua riflessione teologica, si basa sulla fede. Ma anche la scienza si basa sulla fede. Come? Per il successo scientifico dobbiamo avere fede che l’universo sia governato da leggi affidabili e, inoltre, che queste leggi possano essere scoperte dell’indagine umana. La logica della ricerca umana è affidabile solo se la natura è di per sé logica. La scienza funziona attraverso la fede nella logica umana, che può nel lungo periodo comprendere le leggi della natura. Questa è la fede della ragione […]. Noi scienziati lavoriamo sulla base di un assunto fondamentale per quanto riguarda la ragione nella natura e la ragione nella mente umana, un presupposto che si svolge come un principio cardine della fede. Tuttavia, questa fede è così automatica e generalmente accettata che difficilmente la riconosciamo come una base essenziale per la scienza»
(C.H. Townes, “Logic and Uncertainties in Science and Religion”, in Proceedings of the Preparatory Session 12-14 November 1999 and the Jubilee Plenary Session 10-13 November 2000)

 

Ricevendo nel 2005 il Premio Templeton rispose al suo amico (ateo) fisico Steve Weinberg, noto per la frase: “Quanto più l’universo diventa comprensibile più appare inutile”: «Devo dirvi innanzitutto che Steve Weinberg mi ha fatto i complimenti per questo premio. Noi dobbiamo prendere le decisioni in base ad un giudizio, certo, ma abbiamo anche qualche prova per rispondere. Credo, ad esempio, che il riconoscimento che questo universo è così appositamente progettato sia una di queste. Questo è un universo molto particolare e dev’esserci stato un fine […]. Vi sono infatti altre prove pertinenti come gli effetti della preghiera. E la risposta, almeno in alcuni esperimenti, è che la preghiera sembra avere effettivamente effetti positivi. Dobbiamo guardare in generale e trarre conclusioni meglio che possiamo. Steve Weinberg ha un giudizio facile, ha detto che tutto è accidentale e senza scopo. Io ho un diverso tipo di giudizio».


 

Fred Hoyle, 1915-2001, astronomo, deista
I suoi numerosi contributi scientifici vanno dalla spiegazione della genesi degli elementi “pesanti” a quella della frammentazione del gas in stelle, ma egli è noto soprattutto come sostenitore della teoria cosmologica dello stato stazionario e dell’ipotesi della Panspermia.

«Un’interpretazione al senso comune dei fatti suggerisce che un superintelletto ha spadroneggiato con la fisica, così come con la chimica e la biologia, e che non ci sono forze cieche, a ben vedere, nella natura. I numeri calcolati derivanti dai fatti mi sembrano così travolgenti da mettere questa conclusione quasi fuori discussione»
(F. Hoyle, “The Universe: Past and Present Reflections”, Annual Review of Astronomy and Astrophysics 1982, 20:16).

 

«La scoperta di ogni nuova particella sia essa la “doppia Vu” o la “zeta zero”, mostra insospettate architetture, armonie matematiche di grande bellezza: le leggi della fisica rispecchiano un ordine e una coerenza tali che è quasi impossibile non pensare ad un progetto»
(citato in G. M. Pace, “Cercando Dio nei buchi neri”, quotidiano «La Repubblica», 11/01/90)

 

«Dentro di voi, non direste forse che a elaborare le proprietà dell’atomo di carbonio deve essere stata per forza una qualche intelligenza superiore, altrimenti le nostre chance di rintracciare un simile atomo nel caos delle forze cieche della natura sarebbero assolutamente irrisorie? Sono certo che lo direste […] Una ragionevole interpretazione dei fatti rivela la mano di un un’intelligenza superiore tanto nella fisica quanto nella chimica e nella biologia, e suggerisce che in natura non esistano forze cieche di cui valga davvero la pena parlare»
(F. Hoyle, “The Universe: Past and Present Refflections, “Engineering and Science”, novembre 1981, pp. 8-12)

 

«Non credo che alcuno scienziato che esaminasse questa evidenza mancherebbe di giungere alla conclusione che le leggi della fisica nucleare sono state deliberatamente progettate per le conseguenze che producono all’interno delle stelle»
(citato in J.D. Barrow, Impossibility, Vintage 1999, p. 132)


 

Wernher von Braun, 1912, ingegnere aerospaziale, cristiano
Fu il primo direttore della Nasa e una delle figure principali nello sviluppo della missilistica. E’ ritenuto il capostipite del programma spaziale americano.

«Non si può essere esposti alla legge e l’ordine dell’universo senza giungere alla conclusione che ci deve essere una progettazione e uno scopo dietro a tutto. Più si comprende la complessità dell’universo e più dobbiamo ammirare il progetto inerente su cui si basa […]. Il metodo scientifico non ci consente di escludere i dati che hanno portato alla conclusione che l’universo, la vita e l’uomo siano basati su un progetto. Essere costretti a credere ad una sola conclusione – che tutto nell’universo è accaduto per caso – sarebbe in contrasto con l’oggettività della scienza stessa. Certo, ci sono quelli che sostengono che l’universo si è evoluto da un processo casuale, ma quale processo casuale potrebbe produrre il cervello di un uomo o il sistema dell’occhio umano? […]. L’elettrone è materialmente impensabile, eppure è perfettamente conosciuto grazie ai suoi effetti, come l’illuminazione delle nostre città. Quale strana logica rende accettabile da alcuni fisici l’inconcepibile realtà dell’elettrone, mentre li fa rifiutare l’accettazione di un Progettista solo per il fatto che non possono concepirLo? Temo che, anche se in realtà non capiscono cosa sia l’elettrone, sono pronti ad accettarlo perché sono riusciti a riprodurre un modello piuttosto maldestro, ma non saprebbero da dove cominciare per costruire un modello di Dio […]. La resistenza primaria a riconoscere la causa “della progettazione”, come una valida alternativa alla corrente scientifica “della casualità” si trova nel inconcepibilità, agli occhi di alcuni scienziati, di un progettista. Ma l’inconcepibilità di alcuni non dovrebbe consentire di escludere qualsiasi teoria che spiega l’interrelazione dei dati osservati […]. Noi, alla NASA abbiamo avuto successo perché abbiamo cercato di non trascurare nulla. E’ in questo stesso senso di onestà scientifica che mi associo alla presentazione di teorie alternative per l’origine dell’universo, la vita e l’uomo dal punto di vista scientifico. Sarebbe un errore trascurare la possibilità che l’universo sia stato pianificato piuttosto che sia avvenuto per caso»
(W. Von Braun, “Lettera a Mr. Grose“, del 14/9/1972)

 

«Le due forze più potenti che modellano la nostra civiltà oggi sono la scienza e la religione. Attraverso la scienza l’uomo si sforza di imparare i misteri della creazione. Attraverso la religione egli cerca di conoscere il Creatore. E’ così difficile per me comprendere che uno scienziato non riconosca la presenza di una superiore razionalità dietro l’esistenza dell’universo, così come comprendere un teologo che vorrebbe negare i progressi della scienza. Lungi dall’essere forze indipendenti od opposto, scienza e religione sono sorelle. Entrambe cercano un mondo migliore: mentre la scienza cerca di controllare le forze della natura intorno ad essa, la religione controlla le forze della natura dentro di noi»
(W. von Braun, “My Faith: A Space-Age Scientist Tells Why He Must Believe in God” in The American Weekly, February 10, 1963; p. 2. New York: The Hearst Corporation)

 

«Per me l’idea di una creazione è inconcepibile senza Dio. Non si può essere esposti alla legge e all’ordine dell’universo senza concludere che ci deve essere un intento divino all’origine di tutto. Alcuni evoluzionisti credon che la creazione sia il risultato di una disposizione casuale di atomi e molecole in seguito a miliardi di anni. Ma quando loro considerano lo sviluppo del cervello umano come un processo casuale in un arco di tempo inferiore al milione di anni, si deve ammettere che questo arco di tempo non è sufficiente. Prendiamo l’evoluzione degli occhi del mondo animale: quale processo casuale potrebbe descrivere la simultanea evoluzione dei sistemi ottici, la conduzione dei segnali ottici dagli occhi al cervello e i nervi ottici nel cervello stesso dove gli impulsi di luce vengono convertiti in immagine perché la mente cosciente possa comprenderli?»
(citato in H. Hill, From Goo to You by Way of the Zoo, Plainfield, New Jersey: Logos International 1976, xi)

 

«Non dobbiamo essere indignati per la relativa insignificanza del nostro pianeta nel vasto universo come la scienza moderna ci indica. Infatti Dio stesso ha deliberatamente ridotto se stesso alla statura dell’umanità con lo scopo di visitare la terra in persona, a causa dell’effetto cumulato di centinaia di milioni di individui che sceglievano di compiacere se stessi, piuttosto che Dio, avevano contagiato il mondo. Qundo Dio è diventato uomo, l’esperienza si è rivelata un’agonia, a dir poco. Ne tempo umano dell’onore alla moda, è stato scaricato su di Lui tutto l’arsenale di armi: calunnia, falso, l’accusa di tradimento. La scena era pronta per una situazione senza precedenti nella storia del mondo. Dio ha voluto visitare le sue creature e loro lo hanno inchiodato alla croce!»
(citato in H. Hill, From Goo to You by Way of the Zoo, Plainfield, New Jersey: Logos International 1976, xi)


 

Melvin Calvin, 1911, biochimico e premio Nobel, ebreo
Nobel per la chimica grazie ai suoi studi sulla fotosintesi e per la scoperta del ciclo di Calvin.

«Nel cercare di discernere le origini della convinzione sull’ordine dell’universo, mi pare di trovarle in un concetto fondamentale scoperto duemila o tremila anni fa, ed enunciato per la prima volta nel mondo occidentale dagli antichi ebrei: ossia che l’universo è governato da un unico Dio e non è il prodotto dei capricci di molti dèi, ciascuno intento a governare il proprio settore in base alle proprie leggi. Questa visione monoteistica sembra essere il fondamento storico della scienza moderna»
(M. Calvin, “Chemical Evolution”, Oxford 1969, pag. 258)


 

Lucien Morren, 1906, ingegnere ed elettrotecnico, cattolico
Stimato docente di elettrotecnica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università Cattolica di Louvain La Neuve e fondatore e presidente del SIQS (Segretariato Internazionale per le Questioni Scientifiche). Scrisse più volte sulla responsabilità degli scienziati cattolici nel mondo.

«L’uomo è aperto all’orizzonte illimitato dell’essere, è chiamato ad operare nello spartiacque tra il divenire e il nulla, tra il senso e il non-senso»
(L. Morren, “Temps et Deveir”, 1984)


 

Sergio Tonzig, 1905, botanico, cattolico
Studioso delle Scienze Botaniche, professore dell’Università degli Studi di Milano e per lunghi anni direttore del relativo Istituto Botanico, socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, membro dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, fondatore del Centro di Studio del CNR sulla Biologia Cellulare e Molecolare delle Piante, medaglia d’oro del Presidente della Repubblica come benemerito della scuola e della cultura.

«È l’individuo quello che realizza l’evoluzione; ma l’individuo non si evolve a pro di sé stesso e paga anzi col proprio sacrificio il prezzo dell’evoluzione. A favore di che? Chiedo il perché dell’evoluzione, chiedo che senso abbia. A che pro, a che o a chi giovino la vita, il suo riprodursi, la sua continua evoluzione. Quanto a me […] non so indovinare altra risposta che questa alla quale mi trovo costretto senza alternativa alcuna: la vita è stata voluta e ad essa è stato assegnato un preciso significato da conseguire – peraltro in maniera autonoma – attraverso i tempi. Alle corte: la vita è stata creata. La creazione non è stata fatta e compiuta “in principio”, una volta per sempre. L’opera di creazione è incessante; e va compiendosi di continuo, giorno per giorno e fino alla fine dei secoli. Il mio ragionar sulle piante mi porta sempre alla seguente risposta: la vita, i viventi hanno tratto origine da una Mente creatrice e ne vanno realizzando un ineffabile disegno. A me pare che l’incessante progredire evolutivo della vita […] dia prova della sapienza e della potenza della Mente Creatrice assai più di una creazione di viventi sin dal principio perfetti».
(S. Tonzig, “Parlo di piante con Vittorio”, in Studi Trentini di Scienze Naturali, Vol.58, Acta Biologica, Trento 1981)


 

Nevill Mott, 1905, fisico e premio Nobel, cristiano
Vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1977, per le indagini teoriche sulla struttura elettronica dei sistemi magnetici e disordinati, presidente della Physical Society.

«Io credo in Dio, in Colui che è in grado di rispondere alle preghiere, in Colui a cui si può dare fiducia e senza il quale la vita su questa terra sarebbe senza significato (“una favola raccontata da un idiota”). Io credo che Dio ha rivelato Se stesso a noi in molti modi e attraverso molti uomini e donne, e che per noi, qui in Occidente, la più chiara rivelazione è avvenuta per mezzo di Gesù e attraverso quelli che lo hanno seguito»
(citato in E.A. Davis, “Nevill Mott: Reminiscences and Appreciations”, Taylor & Francis Ltd, 1998, pag. 329)

 

«I miracoli della storia umana sono quelli in cui Dio ha parlato agli uomini. Qualcosa è successo a quei pochi uomini che conoscevano Gesù, che hanno creduto che Gesù fosse ancora in vita con tanta intensità e convinzione che questa fede rimane la base della Chiesa cristiana duemila anni dopo».
(citato in H. Margenau & R.A. Varghese, “Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens”, 4th ed. Open Court Publishing Company 1997, pag. 68)

 

«La scienza può avere un effetto purificante sulla religione, liberandola da credenze di un’età pre-scientifica e aiutandoci ad avere una concezione più vera di Dio. Allo stesso tempo, sono ben lungi dal credere che la scienza ci possa sempre dare le risposte a tutte le nostre domande […]. La mia comprensione di Dio inizia con alcune convinzioni. La prima è che le leggi della natura non sono violate: Dio opera, io credo, nel rispetto delle leggi naturali e, secondo le leggi naturali».
(citato in H. Margenau & R.A. Varghese, “Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo sapiens”, 4th ed. Open Court Publishing Company 1997, pag. 65)

 

«Credo che né la scienza, né la psicologia fisica possano mai “spiegare” la coscienza umana. Per me, quindi, la coscienza umana è al di fuori della scienza, ed è qui che cerco il rapporto tra Dio e l’uomo».
(N. Mott, “Can Scientists Believe?”, James & James Science Publishers Ltd, 1991, pag. 8)


 

John Carew Eccles, 1903, neurofisiologo e premio Nobel, cattolico
Premio Nobel per la medicina nel 1963, fu autore di scoperte fondamentali sulla fisiologia di neuronied in particolare sul meccanismo biochimico dell’impulso nervoso. Respinse apertamente l’impostazione atea e neoempiristica che afferma lo scientismo e la casualità del mondo.

«Io accetto tutte le scoperte e tutte le ipotesi ben corroborate della scienza, però esiste un importante residuo non spiegato da essa, anzi al di là di ogni futura spiegazione scientifica. Ciò conduce al tema della teologia naturale, con l’idea di un soprannaturale che si trova oltre il potere esplicativo della scienza»
(J.C. Eccles, “Il mistero uomo”, Il Saggiatore 1990, pag.18)

 

«L’emergere della vita non avrebbe potuto essere predetto neppure partendo da una completa conoscenza di tutti gli eventi di un mondo prebiotico; e neppure si sarebbe potuto predire l’emergere dell’autocoscienza. Contro la teoria materialistica monistica io esporrò la mia convinzione che nella nostra esistenza e nelle nostre esperienze di vita c’è un grande mistero, non spiegabile in termini materialistici. Il nostro sentimento di libertà non è un’illusione e il cosmo non è qualcosa che gira perennemente senza senso. Le nostre conoscenze non possono andare al di là del fatto che siamo tutti parte di un qualche grande disegno»
(J.C. Eccles, “Il mistero uomo”, Il Saggiatore 1981, pag. 18,19)

 

«Scienza e religione sono molto simili. Entrambi sono aspetti immaginativi e creativi della mente umana. L’aspetto di un conflitto è il risultato di ignoranza. Arriviamo a esistere attraverso un atto divino. Questa guida divina è il tema di tutta la nostra vita. Ognuno di noi è un unico, essere cosciente, una creazione divina. La visione religiosa è l’unica visione coerente con tutte le prove»
(J.C. Eccles, “Modern Biology and the Turn to Belief in God”, in The Intellectuals Speak Out about God: A Handbook for the Christian Student in a Secular Society, Regnery Gateway 1984, pag. 50)

 

«C’è un mistero fondamentale nella mia esistenza personale, che trascende il profilo biologica dello sviluppo del mio corpo e del mio cervello. Questa convinzione, naturalmente, è in linea con la concezione religiosa dell’anima e con la sua creazione da parte Dio»
(D. Brian, “The Voice of Genius: Conversations with Nobel Scientists and Other Luminaries”, Perseus Publishing 1995, pag. 371)

 

«Sono costretto ad attribuire l’unicità del Sé o dell’Anima spirituale alla creazione soprannaturale. Per dare la spiegazione in termini teologici: ogni anima è una nuova creazione divina, che è impiantata nel feto in crescita ad un certo tempo tra il concepimento e la nascita»
(J.C. Eccles, “Evolution of the Brain: Creation of the Self”, Routledge 1991, pag. 237)

 

«Io sostengo che il mistero umano è incredibilmente svilito dal riduzionismo scientifico, con la sua pretesa di materialismo, riducendo tutto il mondo spirituale in termini di modelli di attività neuronale. Questa convinzione deve essere classificato come una superstizione. Dobbiamo riconoscere che siamo esseri spirituali con le anime esistenti in un mondo spirituale, così come esseri materiali con enti e cervelli esistenti in un mondo materiale».
(J.C. Eccles, “Evolution of the Brain: Creation of the Self”, Routledge 1991, pag. 241)

 

«Come dualista credo nella realtà del mondo della mente o spirito, così come nella realtà del mondo materiale. Inoltre io sono un finalista, nel senso di credere che ci sia qualche disegno nei processi di evoluzione biologica, che ha portato a noi esseri autocoscienti con la nostra esclusiva individualità, tanto da essere in grado di contemplare e tentare di comprendere la grandezza e la meraviglia della natura».
(J.C. Eccles, “The Human Mystery”, Springer International 1979, pag. 9)


 

Konrad Z. Lorenz, 1903, zoologo, etologo e premio Nobel, cristiano.
E’ riconosciuto essere uno dei padri fondatori della moderna etologia.

«Quel quid che determina lo sviluppo superiore, e che è a base del creativo, noi non lo conosciamo. […] Che improvvisamente un mammifero ridiventi un acquatico, un cetaceo o un delfino, che dunque il corso dell’evoluzione venga cambiato ad angolo acuto, non si può né predire né prevedere. Ma in questo è nascosta la libertà […] Che significa “improvvisare”? E’ Dio un attore che recita quel che Friedrich Schiller gli detta, o è egli stesso il poeta che mette in gioco la sua fantasia?».
(K.R. Popper / K. Lorenz, Il futuro è aperto, Rusconi 1989, pp. 31-33)


 

Paul Dirac, 1902, fisico, matematico e premio Nobel, deista.
Viene annoverato tra i fondatori della fisica quantistica, predisse l’esistenza del positrone. Nel 1933 ricevette il premio Nobel per “la scoperta di nuove forme della teoria atomica”.

«Vi chiederete: perché la natura è costruita in questo senso? Si può solo rispondere che le nostre conoscenze attuali sembrano dimostrare che la natura è così costruito. Dobbiamo semplicemente accettarlo. Si potrebbe forse descrivere la situazione dicendo che Dio è un matematico di un ordine molto elevato, e ha usato la matematica molto avanzate nella costruzione dell’universo».
(P. Dirac, The Evolution of the Physicist’s Picture of Nature, Scientific American 1963)

 

«Dio ha usato una bellissima matematica nella creazione del mondo».
(citato in H.R. Pagels, “The Cosmic Code: Quantum Physics As The Language Of Nature”, 1982, pag. 295 e in B.N. Kursunoglu & E.P. Wigner, “Paul Adrien Maurice Dirac: Reminiscences about a Great Physicist”, 1990, pag. XV)


 

Werner Karl Heisenberg, 1901, fisico e premio Nobel, teista/cristiano
Premio Nobel per la fisica nel 1932 è considerato uno dei fondatori della meccanica quantistica.

«Le scienze naturali sono in un certo senso il modo con cui andiamo incontro al lato oggettivo della realtà. La fede religiosa, viceversa, è l’espressione di una decisione soggettiva, con la quale stabiliamo quali debbano essere i nostri valori di riferimento nella vita. Devo ammettere che non mi trovo a mio agio con questa separazione, dubito che alla lunga delle comunità umane possano convivere con questa netta scissione tra sapere e credere»
(K.H. Heisenberg, “Fisica e oltre. Incontri con i protagonisti 1920-1965”, Boringhieri 1984, pp. 92-103)

 

«Il primo sorso dalla coppa delle scienze naturali ti renderà ateo; ma al fondo del bicchiere ti attende Dio».
(citato in G. Rasche & B.L. van der Waerden, “Werner Heisenberg und die moderne Physik”, pp. VII-XXXIII)

 

«Nella storia della scienza, dal famoso processo a Galileo, è stato ripetutamente affermato che la verità scientifica non può essere conciliata con l’interpretazione religiosa del mondo. Anche se sono ormai convinto che la verità scientifica è inattaccabile nel proprio settore, non ho mai trovato la possibilità di respingere il contenuto di pensiero religioso semplicemente come parte di una fase superata nella coscienza del genere umano, una parte a cui dovremmo rinunciare. Così, nel corso della mia vita sono più volte stato costretto a riflettere sul rapporto di queste due regioni del pensiero, perché non ho mai potuto dubitare della realtà a cui puntano»
(W. Heisenberg, “Scientific and Religious Truth”, 1973, pag. 213)

 

«Nella scienza della natura l’ordine centrale va riconosciuto nel fatto che, in definitiva, si possono utilizzare metafore del tipo: “La natura è creata secondo un disegno”; e in questo punto il mio concetto di verità si collega alla concezione del mondo descritta dalle religioni».
(W. Heisenberg, Der Teil und das Ganze. Gesprache im Umkreis der Atomphysik, Munchen 1985, pp. 251-252)

 

«In mancanza di ideali di guida ad indicare la strada, la scala dei valori scompare e con esso il significato delle nostre azioni e le sofferenze, e alla fine può rimanere solo negazione e disperazione. La religione è quindi il fondamento dell’etica, l’etica è il presupposto della vita».
(W. Heisenberg, “Scientific and Religious Truth”, 1973, pag. 219)

 

«Ci si può consolare con il fatto che il buon Signore Dio conosce la posizione delle particelle, e quindi può lasciare che il principio di causalità continui ad avere validità»
(lettera ad A. Einstein, citata in G. Holton & Y. Elkana Y, “Albert Einstein: Historical and Cultural Perspectives”, Princeton University Press)

 
Nel suo articolo autobiografico pubblicato dalla rivista Truth, Henry Margenau, professore emerito di Fisica e Filosofia naturale alla Yale University, scrisse:

«Non ho detto nulla negli anni tra il 1936 e il 1950. Ci furono, tuttavia, alcune esperienze che non posso dimenticare. Una di queste fu il mio primo incontro con Heisenberg, avvenuto in America subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. La nostra conversazione fu molto intima e mi colpì la sua profonda convinzione religiosa. Egli era un vero cristiano, nel vero senso della parola» (Henry Margenau, Why I Am a Christian, in Truth, vol. 1. 1985)


 

Henry Eyring, 1901–1981, chimico e premio Wolf, cristiano
Ha dato il suo maggiore contributo allo studio delle velocità delle reazioni chimiche e degli intermedi di reazione. Vincitore del premio Wolf per la chimica e della National Medal of Science, presidente dell’American Chemical Society e della American Association for the Advancement of Science.

«C’è qualche conflitto tra scienza e religione? Non c’è nessun conflitto nella mente di Dio, ma spesso c’è un conflitto nella mente degli uomini».
(citato in H. Romney, “Eyring, Henry (1983). Reflections of a scientist”, Deseret Book Co. 1967, p. 2)

 

«Il metodo scientifico che è servito così brillantemente a svelare i misteri di questo mondo deve essere completato da qualcosa d’altro, se vogliamo godere al meglio delle benedizioni che sono venute dalle conoscenze acquisite. E’ la grande missione e la possibilità della religione, che insegna agli uomini “la via, la verità e la vita”, che dovrebbe utilizzare le scoperte del laboratorio per la loro benedizione e non la loro distruzione»
(H. Eyring, “The Faith of a Scientist”, Salt Lake City: Bookcraft, 1967, p. 57)


 

Theodosius Dobzhansky, , 1900, genetista e biologo cristiano
Coautore della sintesi moderna, ovvero la revisione moderna del darwinismo e ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della comprensione dei meccanismi di evoluzione. Nel 1964 ha ricevuto la National Medal of Science e nel 1973 la Franklin Medal. Cristiano e fiero avversario del riduzionismo scientifico.

«La diversità degli organismi diviene, comunque, ragionevole e comprensibile se il Creatore ha creato il mondo vivente non per capriccio, ma attraverso l’evoluzione spinta dalla selezione naturale. E’ sbagliato ritenere creazione ed evoluzione come alternative che si escludono a vicenda. Io sono un creazionista e un evoluzionista. Evoluzione è il modo con cui Dio o la Natura creano»
(T. Dobzhansky, Nothing in Biology Makes Sense except in the Light of Evolutione, “The American Biology Teacher”, 35 (3), 1973, pp. 125-129)

 

«La Creazione non è un evento che è accaduto nel 4004 avanti Cristo; è un processo che cominiciò dieci miliardi di anni fa ed è ancora in corso […]. Teilhard de Chardin fu un creazionista, ma un creazionista che capì che la Creazione si è realizzata in questo mondo per mezzo dell’evoluzione».
(T. Dobzhansky, Nothing in Biology Makes Sense except in the Light of Evolutione, “The American Biology Teacher”, 35 (3), 1973, pp. 127, 129)

 

«Io sono un cristiano e quindi sto con il mio amico Birch e lei [J.C. Greene, N.d.A] e Teilhard e certamente non con Huxley, anche se la sua è senz’altro una opinione di maggioranza almeno tra i naturalisti […]. Lei e io concordiamo che il mondo non è una “vaudeville del diavolo” (per usare le parole di Dostoevskij) ma è piena di significato. L’evoluzione (cosmica + biologica + umana) va verso qualcosa, noi speriamo verso qualche città di Dio. Questo credo non deriva dalle nostre scoperte scientifiche, ma se lo vogliamo (ma non se non lo vogliamo) possiamo vedere nella natura la manifestazione dell’Omega, o di ciò che chiamate il terreno creativo o semplicemente di Dio»».
(J.C. Green, M. Ruse, On the Nature of the Evolutionary Process: The Correspondence between Theodius Dobzhansky and John C. Green, “Biology and Philosophy”, 11 (4), 1996, pp 462-463)

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Scienziati credenti, cristiani e cattolici: elenco completo

Esistono scienziati credenti? Chi sono stati i più grandi scienziati cristiani della storia? In questo dossier l’elenco completo di tutti i più importanti uomini di scienza che hanno abbracciato la fede religiosa, accompagnati da una breve biografia.

 
 

Il desiderio di conoscere il Creatore, da sempre, ha spinto gli uomini a studiare meglio la creatura, cioè la natura e gli esseri viventi che la abitano.

E’ forse per questo che, guardando alla storia, i più grandi scienziati hanno professato la fede cristiana, ognuno con le sue debolezze ed incoerenze, ma sempre in qualche modo capaci di rispondere al perché esiste qualcosa, anziché il nulla.

In questo dossier, continuamente aggiornato, pubblichiamo il più vasto e completo elenco del web delle persone cristiane che hanno rivoluzionato il mondo scientifico.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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1. SCIENZIATI CREDENTI IN ETA’ CONTEMPORANEA.

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Laurent Lafforgue, 1966, matematico, cattolico
Professore all’Institut des hautes études scientifiques, membro dell’Académie des sciences, vincitore della massima onorificenza nel campo matematico, la Medaglia Fields (2002). Ha contributo in modo determinante nel campo della teoria dei numeri e della geometria algebrica, dimostrando parte delle cosiddette congetture di Langlands. Credente e cattolico.
(Citazioni)

Martin A. Nowak, 1965, biologo e matematico, cattolico
E’ professore di biologia, matematica e Direttore del Programma per la dinamica evolutiva presso l’Università di Harvard. Ha all’attivo più di 300 pubblicazioni scientifiche, di cui 40 si trovano su Nature e 15 su Science. Vincitore del Weldon Memorial Prize e del Association of American Publishers RR Hawkins Award. Credente e cattolico.
(Citazioni)

Krzysztof Meissner, 1961, fisico, cattolico
Docente di fisica teorica all’Università di Varsavia, è uno dei massimi studiosi di fisica delle particelle in Europa. Ha lavorato nei più importanti centri di ricerca al mondo e attualmente sta lavorando ad una versione “allargata” della teoria standard dell’universo, alla ricerca di una seconda «particella di Dio», dopo il Bosone di Higgs. Credente e cattolico.
(Citazioni)

Marco Bersanelli, 1960, astrofisico, cattolico
Docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano e collaboratore presso l’Istituto di Fisica Cosmica del CNR e con l’Agenzia Spaziale Europea. E’ a capo della progettazione e sviluppo del Low Frequency Instrument. Cattolico, vicino al movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione.
(Citazioni)

Fabiola Gianotti, 1960, fisico, cattolica
Tra i più importanti scienziati italiani, ha contribuito alla scoperta del bosone di Higgs e nel 2015 è divenuta direttore generale del CERN di Ginevra. Membro del comitato consultivo per la Fisica al Fermilab negli Stati Uniti e dell’Accademia dei Lincei per la classe di scienze fisiche, dal 2013 è professore onorario presso l’Università di Edimburgo.
(Citazioni)

Jonathan Lunine, 1959, fisico, cattolico
Fisico di fama internazionale, è docente presso la Cornell University dove dirige anche il Center for Radiophysics and Space Research. Autore di oltre 300 articoli di ricerca, è tra i più autorevoli studiosi della formazione, dell’evoluzione e dell’abitabilità dei pianeti extraterrestri. Membro della National Academy of Sciences, dell’American Association for the Advancement of Science e ha fondato la Society of Catholic Scientists. Ebreo convertitosi al cattolicesimo.
(Citazioni)

Brian Kent Kobilka, 1955, fisiologo e premio Nobel, cattolico
Insegna presso la Stanford University School of Medicine ed è co-fondatore di ConfometRx, una società di biotecnologie. E’ stato nominato membro della National Academy of Sciences nel 2011. Cattolico, frequenta la comunità cattolica di Stanford, in California.
(Biografia | Citazioni)

Stephen M. Barr, 1953, fisico, cattolico
Docente presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’University of Delaware, membro del Bartol Research Institute, Fellow della American Physical Society, è noto per la sua attività di ricerca nella fisica delle particelle e nella cosmologia teorica. Cattolico, ha ricevuto nel 2007 la Benemerenti Medal da Papa Benedetto XVI e nel 2010 è stato eletto membro dell’Accademia di Teologia Cattolica.
(Citazioni)

John David Barrow, 1952, cosmologo e matematico, cristiano
Prestigioso cosmologo e fisico teorico, docente di Scienze Matematiche presso l’università di Cambridge. Vincitore nel 2008 del “Premio Faraday” assegnato dalla Royal Society.
(Citazioni)

Lucio Rossi, 1952, fisico, cattolico
Responsabile del “Magnets, Cryostats and Superconductors Group” al CERN di Ginevra, è ricercatore dell’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) e docente del Dipartimento di Fisica dell’università di Milano.
(Citazioni)

Alfio Quarteroni, 1952, matematico, cattolico
Tra i più noti matematici italiani all’estero, è docente al Politecnico di Milano, ordinario di Matematica presso l’Università del Minnesota e direttore della cattedra di Modellistica e Calcolo Scientifico presso l’EPFL di Losanna. Beneficiario di innumerevoli premi e riconoscimenti scientifici, membro di diversi comitati scientifici di istituzioni europee e autore di oltre 400 articoli pubblicati in riviste scientifiche internazionali e atti di convegni. Cattolico.
(Citazioni)

Simon Conway Morris, 1951, paleontologo, cattolico
Conosciuto a livello internazionale per il suo studio dettagliato ai fossili Burgess Shale, Fellow della Royal Society, vincitore della Walcott Medal of the National Academy of Sciences e della Lyell Medal della Geological Society of London, insegna presso l’Università di Cambridge dove studia l’esplosione del Cambriano.Credente e cattolico.
(Citazioni)

Ian Hutchinson, 1951, fisico, cristiano
Professore di Scienza Nucleare ed Ingegneria presso il prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT), già presidente del Plasma Physics group dell’American Physical Society, è considerato uno scienziato che ha dato grandi contribuiti all’ingegneria nucleare e alla fisica nucleare. Cristiano, ha più volte contrastato le affermazioni dei cosiddetti new-atheist.
(Citazioni)

Francis Collins, 1950, genetista, cristiano
Genetista di fama internazionale, ha guidato il team di ricercatori che ha decifrato il genoma umano. E’ a capo del National Institutes of Health e nel 2009 la Endocrine Society lo ha definito “uno degli scienziati più riusciti del nostro tempo”. Ha ricevuto un’infinità di premi ed onorificenze e nel 2009 il presidente degli Stati Uniti gli ha conferito la National Medal of Science. Sempre nel 2009, è entrato a far parte della Pontificia Accademia delle Scienze.
(Citazioni)

Amir D. Aczel, 1950, matematico, storico della matematica e della scienza, ebreo
Docente di matematica in numerose università nel mondo, è professore di Storia della scienza e Storia della matematica alla Bentley University del Massachusetts. Il suo libro Fermat’s Last Theorem è stato un bestseller negli Stati Uniti. Autore di “Why Science Does Not Disprove God”, è credente ed ebreo.

John Lennox, 1949, matematico, cristiano
Docente di matematica presso l’Università di Oxford e Fellow in Matematica, Filosofia della Scienza presso il Green Templeton College of Oxford University.
(Citazioni)

Peter Agre, 1949, biologo cristiano, Premio Nobel per la chimica
Nel 2003 vinse il Premio Nobel per la scoperta delle acquaporine (canale dell’acqua) presenti sulla membrana cellulare. Nel 2009 è diventato il presidente dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS), la più grande organizzazione scientifica americana. Credente e cristiano luterano.
(Biografia | Citazioni)

Kenneth R. Miller, 1948, biologo, cattolico
Docente di biologia presso la Brown University, premiato dalla American Society for Cell Biology e dalla American Association for the Advancement of Science (AAAS) per il suo importante contributo pubblico all’insegnamento dell’evoluzione negli Stati Uniti. Credente e cattolico, ha più volte difeso il rapporto tra scienza, fede ed evoluzione opponendosi a creazionisti e scettici.
(Citazioni)

William D. Phillips, 1948, fisico cristiano, Premio Nobel per la fisica
Vinse il premio Nobel per la fisica nel 1997, per «lo sviluppo di metodi per raffreddare e cattuare gli atomi tramite laser». Cristiano metodista, è tra i fondatori dell’International Society for Science & Religion.
(Citazioni)

David H. Bailey, 1948, matematico e informatico, cristiano
Ha lavorato per 14 anni come informatico presso il NASA Ames Research Center, dal 1998 è stato al Lawrence Berkeley National Laboratory. Ha ricevuto il Sidney Fernbach award from the IEEE Computer Society e il Chauvenet Prize and the Hasse Prize da parte della Mathematical Association of America. Ha scritto molto su scienza e religione, è affiliato alla Chiesa mormone.
(Citazioni)

Donald Page, 1948, fisco, cristiano
Uno dei maggiori esperti mondiali di fisica gravitazionale teorica e di cosmologia quantistica, stretto collaboratore di Stephen Hawking, è docente di Fisica teoretica presso l’University of Alberta (Canada). Devoto cristiano, ama spiegare pubblicamente le ragioni della sua fede e si interessa alle dimostrazioni filosofiche di Dio.
(Citazioni)

Frank Tipler, 1947, fisico, cristiano
Docente di fisica matematica alla Tulane University di New Orleans, noto e discusso divulgatore scientifico.
(Citazioni)

Aaron Ciechanover, 1947, Biologo ebreo e Premio Nobel per la chimica
Nel 2004 riceve il Nobel per la scoperta della degradazione delle proteine ubiquitina-dipendente. E’ professore nell’Unit of Biochemistry, Direttore del Rappaport Family Institute for Research in Medical Sciences del Technion, della Israel Academy of Sciences and Humanities, dell’United States National Academy of Sciences e della Pontificia Accademia delle scienze. Credente, è di religione ebraica.
(Biografia | Citazioni).

Joan Roughgarden, 1946, biologo evoluzionista, cattolico
Docente presso la Stanford University, dove ha fondato e diretto l’Earth Systems Program at Stanford, dal 2011 insegna presso l’Hawai Institute of Marine Biology. Credente e cattolico, ha scritto un libro intitolato “Evolution and Christian Faith: Reflections of an Evolutionary Biologist” (Island Press 2006) ed è membro della St. Gregory of Nyssa Episcopal Church in San Francisco.
(Biografia | Citazioni).

Paul Davies, 1946, fisico e divulgatore scientifico, deista
Tra i più importanti fisici viventi, è particolarmente famoso per i suoi studi di cosmologia e di esobiologia. È titolare della cattedra di Natural Philosophy presso l’Australian Centre for Astrobiology della Macquarie University a Sydney. Ha ricevuto nel 1995 il Premio Templeton, assegnato annualmente alle personalità che hanno dato particolari contributi nell’ambito della religione o della spiritualità. Si è convertito dall’ateismo al deismo grazie alle sue ricerche scientifiche.
(Citazioni)

Robert Thomas Bakker , 1945, paleontologo, cristiano
Ha contribuito a rimodellare le moderne teorie circa i dinosauri, in particolare aggiungendo supporti alla teoria che alcuni dinosauri erano endotermici. E’ stato tra i consulenti per il film Jurassic Park, attualmente è curatore di paleontologia per lo Houston Museum of Natural Science. Cristiano, è più volte intervenuto contro una comprensione letterale del libro della Genesi.
(Biografia)

Alexander Markovich Polyakov, 1945, fisico teorico, cristiano
Docente di fisica all’Università di Princeton, è noto per una serie di contributi di base alla teoria quantistica dei campi. Vincitore del Lars Onsager prize (2011), del Harvey Prize (2010), della Dirac Medal e del Dannie Heineman Prize for Mathematical Physics (1986). Credente e cristiano di fede ortodossa.
(Citazioni)

Antonio Ambrosetti , 1944, matematico cattolico
Professore ordinario di Analisi matematica presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, ha insegnato alla Normale di Pisa, alla Università di Bologna, alla Rutgers University e al Politecnico Federale di Zurigo ETH. E’ socio dell’ Accademia Nazionale dei Lincei, ha vinto il Premio Caccioppoli per la Matematica e ha ricoperto la prestigiosa Cattedra Lagrange a Parigi. E’ stato anche membro del Comitato Direttivo dell’ Istituto Nazionale di Alta Matematica. Cattolico.
(Libri | Citazioni)

Henry “Fritz” Schaefer III, 1944, chimico teorico e computazionale, cristiano.
E’ autore di un gran numero di pubblicazioni scientifiche ed è stato il sesto chimico più citato tra il 1981 e 1997. E’ docente e direttore del Centro per la Chimica Computazionale presso la University of Georgia. Membro dell’International Academy of Quantum Molecular Science, della American Academy of Arts and Sciences e per lungo tempo è stato il presidente della WATOC (World Association of Theoretical and Computational Chemists). Vincitore di numerosi premi, è simpatizzante del movimento “Intelligent Design”. Credente e cristiano.
(Citazioni)

Christopher Isham, 1944, fisico teorico, cristiano
Docente presso l’Imperial College di Londra, si interessa di gravità quantistica ed è stato l’inventore di un approccio alla logica temporale quantistica chiamato “formalismo HPO”. Il fisico Paul Davies lo ha definito “il più grande esperto di gravità quantistica della Gran Bretagna”. Credente e cristiano praticante, Isham ha scritto molto sui rapporti tra filosofia, teologia e fisica.
(Citazioni)

Mario Molina, 1943, chimico cattolico e Premio Nobel per la chimica
E’ uno dei più importanti precursori per la scoperta del buco dell’ozono sopra l’Antartide. Vinse il premio Nobel per il «lavoro sulla chimica dell’atmosfera, e in particolare sulla formazione e sulla decomposizione dell’ozono». Nel 1997 è stato nominato MIT Institute Professor, il più alto titolo presso il Massachusetts Institute of Technology. Membro delle più importanti accademie della Scienza, fa parte anche della Pontificia Accademia delle scienze. Credente e cattolico.
(Biografia | Citazioni).

Richard Errett Smalley, 1943, chimico e premio Nobel, cristiano
Professore di chimica all’Università Rice, è stato premiato con il Premio Nobel per la chimica nel 1996 per la scoperta del fullerene. E’ stato uno dei principali sostenitori delle nanotecnologie. Scettico verso la religione per la maggior parte della sua vita, Smalley è diventato cristiano poco prima della sua morte.
(Citazioni).

Eric R. Priest, 1943, matematico, cristiano
Titolare della cattedra di Matematica presso la St. Andrews University è un’autorità riconosciuta nella magnetoidrodinamica solare, ha vinto il Hale Prize della American Astronomical Society (2002) ed è stato eletto Fellow della Royal Society nello stesso anno. Credente e cristiano di fede anglicana.
(Citazioni).

Duccio Macchetto, 1942, astrofisico, cattolico
Direttore scientifico del telescopio Hubble e Astronomo Emeritus presso lo Space Telescope Science Institute (STScI), è autore di più di 400 pubblicazioni scientifiche e tecniche e membro delle principali società scientifiche occidentali. Credente e cattolico.
(Citazioni).

John Suppe, 1942, geologo, cattolico
Docente di geologia presso la National Taiwan University e la Princeton University, noto in particolare per il suo vasto lavoro sulla formazione di catene montuose, vincitore del Best Publication Award in Structural Geology and Tectonics e del Career Contribution Award da parte della Geological Society of America. Credente e cattolico.
(Citazioni).

Gerald Schroeder, 1941, fisico ebreo
Professore in diversi istituti scientifici, ha lavorato al dipartimento di fisica nucleare del Massachusetts Institute of Technology, al Weizmann Institute of Science e al Volcani Research Institute. E’ stato membro dell’United States Atomic Energy Commission e consulente di vari governi internazionali. Negli ultimi anni si è occupato notevolmente del rapporto tra scienza e fede, contribuendo alla conversione deista del noto paladino dell’ateismo scientifico Antony Flew. Di religione ebraica, sostiene l’evoluzione teista.
(Biografia | Citazioni).

Joseph Hooton Taylor Jr., 1941, fisico e premio Nobel, cristiano
Già direttore della Five College Radio Astronomical Observatory (FCRAO), scoprì la pulsar binaria PSR 1913+16 per la quale vinse il Nobel per la fisica nel 1993. Dal 1980 fu docente di fisica presso l’università di Princeton. Credente e cristiano.
(Biografia | Citazioni).

Colin John Humphreys, 1941, fisico, cristiano
Direttore di Ricerca presso la Cambridge University, docente di Experimental Physics presso la Royal Institution a Londra e Fellow del Selwyn College di Cambridge. E’ stato presidente dell’Institute of Materials, Minerals and Mining nel 2002 e 2003 ed è membro della John Templeton Foundation. Credente e cristiano battista, ha scritto il libro “The Mystery of the Last Supper” (Cambridge University Press 2011) in cui ha usando un ragionamento scientifico per analizzare gli ultimi giorni di Gesù, conciliare i racconti evangelici contrastanti con le prove scientifiche e svelare la data esatta del Cenacolo in una nuova timeline della Settimana Santa.
(Citazioni)

Enrico Bombieri, 1940, matematico, medaglia Fields, cattolico
E’ l’unico italiano a vincere la medaglia Fields, nel 1974. Dal 1996 membro della United States National Academy of Sciences, membro dell’Accademia delle scienze francese dal 1980, Bombieri si è distinto nei più svariati campi, dalla teoria dei numeri alla geometria algebrica passando per la teoria dei gruppi finiti e per l’analisi matematica. È membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei. E’ professore emerito nella School of Mathematics presso l’Institute for Advanced Study a Princeton, nel New Jersey. Credente e cattolico.
(Citazioni)

Howard Alan Smith, astrofisico, ebreo
Docente di Astronomia presso l’Università di Harvard, collabora con l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge (Massachusetts). Ha all’attivo centinaia di pubblicazioni scientifiche ed è stato riconosciuto dall’Università di Harvard per l’eccellenza nell’insegnamento. E’ ebreo osservante e attivo nel dialogo tra scienza e religione.
(Citazioni)

George Francis Rayner Ellis, 1939, cosmologo, matematico e filosofo cristiano
Professore emerito di Sistemi Complessi presso l’University of Cape Town in Sudafrica, è considerato uno dei principali teorici del mondo in cosmologia. Co-autore del celebre “The Large Scale Structure of Space-Time”, scritto con l’astrofisico Stephen Hawking, ha vinto il Templeton Prize. Dal 1989 al 1992 è stato Presidente dell’International Society on General Relativity and Gravitation. In passato ha anche presieduto l’International Society for Science and Religion. Membro della Royal Society britannica, è cristiano quacchero.
(Citazioni)

Stuart Kauffman , 1939, biologo teorico, cristiano
Noto per gli studi sui sistemi complessi e della loro relazione con l’origine della vita sulla Terra. Credente, i suoi testi sono spesso accompagnati da riflessioni sulla Genesi e sulla Creazione cristiana.
(Citazioni)

Peter Andreas Grünberg, 1939, fisico e premio Nobel, cattolico
Premio Nobel per la Fisica 2007 per la scoperta della magnetoresistenza gigante che ha portato a grandi progressi tecnologici. Ha anche vinto il Premio Wolf, il Premio del Giappone 2007 e nel 2006 è stato nominato Inventore europeo dell’anno. Credente e cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Donald Ervin Knuth , 1938, informatico e matematico, cristiano
Rinomato studioso e professore emerito presso la Stanford University. E’ l’autore dell’opera in più volumi “L’arte della programmazione”, uno dei più importanti e maggiormente citati libri nel campo dell’informatica. Knuth ha praticamente creato il campo dell’analisi rigorosa degli algoritmi e dato fondamentali contributi in svariati rami dell’informatica teorica. È il creatore del TEX, il sistema di composizione, del METAFONT, sistema per definire i font vettoriali. Cristiano luterano, è autore di diversi libri, come Things a Computer Scientist Rarely Talks About“, in cui affronta approfonditamente l’argomento tra scienza e fede.
(Biografia | Libri | Citazioni)

Nathan Aviezer, 1938, fisico ebreo
Ricercatore della Royal Society ed ex presidente del Dipartimento di Fisica della Università Bar-Ilan. E’ autore di oltre 100 articoli scientifici sulla fisica dello stato solido e, in riconoscimento dei suoi importanti contributi, è stato eletto membro d’onore della American Physical Society. Esperto di evoluzione e dell’Intelligent Design, è credente e di religione ebraica.
(Citazioni)

Robert B. Griffiths, 1938, fisico, cristiano
Docente presso la Carnegie Mellon University, è creatore di un particolare approccio alla meccanica quantistica. Membro della American Physical Society e della American Scientific Affiliation, ha vinto numerosi premi come il A. Cressy Morrison Award della New York Academy of Sciences e il Dannie Heineman Prize for Mathematical Physics. Credente e cristiano, ha scritto si è spesso occupato della relazione tra la fisica e la teologia cristiana.
(Citazioni)

Ghillean Tolmie Prance, 1937, botanico cristiano
Ha pubblicato opere importanti su diverse specie vegetali. Ha fondato il New York Botanical Garden’s Institute for Economic Botany ed è stato direttore del Royal Botanic Gardens. Devoto cristiano, è membro dell’associazione Christian in Science.
((Biografia | Citazioni)

Gerhard Ertl, 1936, fisico e premio Nobel, cristiano
Professore emerito al Department of Physical Chemistry di Berlino. Insignito del premio Nobel per la chimica nel 2007 per i suoi studi sui processi chimici sulle superfici solide. E’ stato direttore del Fritz Haber Institute dell’Istituto Max Planck e dal 2010 è membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze. Ha individuato i meccanismi a livello molecolare della sintesi catalitica dell’ammoniaca su ferro e dell’ossidazione catalitica del monossido di carbonio su palladio. Credente e cristiano.
(Biografia | Citazioni)

Nicola Cabibbo , 1935, fisico cattolico
Noto per l’introduzione nella fisica delle particelle dell’angolo di Cabibbo. I suoi studi sull’interazione debole hanno permesso di formulare l’ipotesi dell’esistenza di almeno tre famiglie di quark. E’ uno dei fisici italiani più noti a livello mondiale e le sue teorie sono presenti in tutti i libri di fisica. Già presidente dell’INFN e dell’ENEA, ha lavorato presso La Sapienza di Roma, il CERN, è stato presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei e uno dei soli 4 scienziati italiani viventi a essere membro della National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America. Credente e cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Robert Brian Heap , 1935, biologo, cristiano
Ha insegnato all’University of Cambridge e all’University of Nottingham. Dal 1989 è membro della Royal Society del quale è stato anche vicepresidente. E’ uno dei fondatori dell’International Society for Science and Religion ed è un membro del Faraday Institute for Science and Religion.
(Biografia | Citazioni).

Carlo Rubbia , 1934, fisico e premio Nobel, deista/cattolico
Premio Nobel per la fisica nel 1984, ha modificato l’acceleratore SPS del CERN di Ginevra in un collisionatore protone-antiprotone e ha scoperto i bosoni vettoriali. Dirige il CERN dal 1989 al 1993 e dal 1999 è Presidente dell’ENEA. Credente in un Essere superiore e creatore.
(Biografia | Citazioni)

Francisco J. Ayala, 1934, biologo e filosofo cattolico
Celebre evoluzionista e darwinista, insegna all’University of California. E’ stato presidente del “Board of the American Association for the Advancement of Science”. E’ stato premiato con la National Medal of Science, membro della United States National Academy of Sciences, della Russian Academy of Sciences, dell’Accademia Nazionale dei Lincei, della Spanish Royal Academy of Sciences e membro onorario delle principali università europee. Devoto cattolico, è stato un prete domenicano.
(Biografia | Citazioni)

Ugo Amaldi, 1934, fisico cattolico
Tra i maggiori studiosi delle particelle elementari, Amaldi è stato direttore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, docente in diverse università e membro delle maggiori accademie scientifiche. Credente e cattolico.
(Citazioni)

John B. Gurdon, 1933, biologo e e premio Nobel, cristiano
Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 2012 insieme al collega giapponese Shinya Yamanaka per i loro lavori sulle cellule staminali pluripotenti indotte. Nel 2004 il Wellcome Trust / Cancer Research UK Institute for Cell Biology and Cancer è stato rinominato il Gurdon Institute in suo onore. Credente e cristiano anglicano.
(Citazioni)

Arno Allan Penzias, 1933, fisico e premio Nobel, deista
Nel 1978 ha vinto il Premio Nobel per la Fisica grazie alla scoperta della radiazione cosmica di fondo. Fellow della American Academy of Arts and Sciences e medaglia Henry Draper della National Academy of Sciences. Nega l’esistenza di un Dio antropomorfo, ma afferma l’esistenza di un’entità trascendente.
(Citazioni)

Edward Nelson, 1932, matematico, cristiano
Docente di matematica presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Princeton, è conosciuto per il suo lavoro sulla fisica matematica e per la sua “internal set theory”. Cristiano, ha scritto anche sul rapporto tra religione e matematica.
(Citazioni)

John Theodore Houghton, 1931, climatologo e fisico, cristiano
Professore di fisica atmosferica all’università di Oxford, ex direttore generale del “Met Office” e fondatore del Hadley Centre. E’ l’attuale presidente del Victoria Institute. E’ un attivo interlocutore tra scienza e religione e membro fondatore dell’International Society for Science and Religion.
(Biografia | Citazioni)

Russell Stannard, 1931, fisico cristiano
Professore emerito di fisica alla Open University, è anche un noto divulgatore di scienza, sopratutto per bambini ed adolescenti. Ha ricevuto diverse onoreficenze e ha più volte parlato pubblicamente del suo rapporto tra scienza e fede.
(Biografia | Citazioni)

Herman Branover , 1931, fisico e pioniere della magnetoidrodinamica, ebreo
Conosciuto nella comunità scientifica mondiale come il pioniere del campo di magnetoidrodinamica (MHD). Ha portato allo sviluppo moltissime tecnologie. Credente è molto attivo in opere educative alla fede ebraica.
(Biografia | Citazioni)

Robert Aumann, 1930, matematico e premio Nobel per l’Economia, ebreo
Membro dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, ha vinto nel 2005 il premio Nobel per l’economia per “avere accresciuto la nostra comprensione del conflitto e della cooperazione attraverso l’analisi della teoria dei giochi”. Ha spesso scritto del rapporto tra scienza e fede.
(Citazioni)

William C. Campbell, 1930, biochimico, premio Nobel per la medicina, cristiano
Vincitore del premio Nobel per la medicina del 2015 per le scoperta di una nuova terapia contro le infezioni causate da parassiti intestinali. Credente e cristiano.
(Citazioni)

John Polkinghorne, 1930, fisico delle particelle e teologo, cristiano
Ha svolto un ruolo significativo nella scoperta del quark ed è stato insignito del premio Templeton nel 2002. Ha scritto molto su questioni riguardanti la scienza e la fede, è credente e pastore anglicano.
(Biografia | Citazioni)

Owen Gingerich, 1930, astronomo, cristiano
Docente di Astronomia e Storia della Scienza presso l’Università di Harvard e astronomo emerito presso lo Smithsonian Astrophysical Observatory. Oltre alla ricerca e all’insegnamento, ha scritto molti libri sulla storia dell’astronomia . Gingerich è anche membro della American Academy of Arts and Sciences, della American Philosophical Society, e della International Academy of the History of Science. Credente e cristiano.
(Citazioni)

Wolfgang Smith , 1930, matematico, fisico e filosofo della scienza, cattolico
Ha scritto molto nel campo della geometria differenziale, critico di scientismo e fautore di una nuova interpretazione della meccanica quantistica. E’ stato docente di matematica al MIT, all’UCLA e alla Oregon State University.

(Citazioni)

Werner Arber , 1929, biologo e premio Nobel per la medicina, protestante
Vinse il Premio Nobel nel 1978, improntò le sue ricerche sul meccanismo di difesa della cellula batterica nei confronti dei virus. I suoi studi risultano attualmente la base dell’ingegneria genetica e della biologia molecolare. Ha scritto di scienza e religione, è credente e di fede protestante, nel 2010 è diventato presidente della Pontificia Accademia delle Scienze.
(Biografia | Citazioni).

Franco Bassani, 1929, fisico, cattolico.
Professore Emerito di Fisica alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove è stato anche Direttore dal 1995 al 1999. Già presidente della Società italiana di fisica, è stato fellow dell’Institute of Physics, dell’American Physical Society e della European Physical Society nel 2008. Devoto cristiano cattolico.
(Biografia | Citazioni).

Antonino Zichichi, 1929, fisico cattolico
Impegnato nelle ricerche nel campo della fisica delle particelle elementari. È noto per l’opera di divulgazione scientifica, e per sottolineare spesso la sua fede nell’assenza di contrasti con la scienza. Presidente della Federazione mondiale degli scienziati, della Società Europea di Fisica, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e ha ricevuto il “Premio Enrico Fermi”, dalla Società Italiana di Fisica nel 2001. Credente e cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Ennio De Giorgi, 1928, matematico cattolico
Aprì prospettive inimmaginabili nella matematica mondiale con la sua opera scientifica sulle equazioni, sulle derivate parziali, sul calcolo delle variazioni ecc…Divenne noto nel mondo scientifico quando risolse il XIX problema di Hilbert, alla cui soluzione si erano dedicati per oltre mezzo secolo i più importanti studiosi di matematica. Uomo dal grande impegno civile e umanitario era fermamente credente e cattolico.
(Biografia)

Vera Rubin, 1928, astronoma, ebrea
Pioniera nello studio della rotazione delle galassie, a lei si deve la scoperta della materia oscura. Di religione ebraica, membro della Pontificia Accademia delle Scienze, ha più volte parlato del rapporto tra scienza e fede.
(Biografia | Citazioni)

Yehuda Levi, 1926, fisico ebreo
Ha fondato il dipartimento di elettro-ottica del Jerusalem College of Technology. È conosciuto soprattutto per aver scritto di scienza e religione e oltre 100 studi su diverse discipline scientifiche. Credente di fede ebraica.
(Biografia | Citazioni)

Allan Sandage, 1926, astronomo e astrofisico, cristiano
Considerato uno dei più importanti astronomi del 20° secolo, è astrofìsico emerito del centro “Carnegie Observatories” di Pasadena. Ha scoperto il primo quasar e ha effettuato studi pionieristici sugli ammassi globulari, sull’evoluzione stellare, ed ha per primo osservato la fenomenologia dei jets nella galassia M82. Credente e cristiano.
(Biografia | Citazioni)

Jerome Lejeune, 1926, pediatra e genetista cattolico
La sua notorietà è dovuta al fatto di aver scoperto la causa della Sindrome di Down. Venne nominato dottore honoris causa e membro di numerose altre accademie, università straniere. Credente e cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Giovanni Prodi , 1925, matematico cattolico
Uno dei più grandi matematici italiani del Novecento, è noto anche per le sue molteplici attività riguardanti l’insegnamento della matematica. Uno dei suoi principali risultati è stato il teorema di unicità delle equazioni di Navier-Stokes in due dimensioni spaziali. Credente e cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Robert Jastrow 1925, astronomo, fisico e cosmologo, agnostico/deista.
E’ stato il primo presidente del “NASA’s Lunar Exploration Committee”, che ha stabilito gli obiettivi scientifici per l’esplorazione della Luna durante l’atterraggio di Apollo. Fondatore e direttore del “NASA’s Goddard Institute for Space Studies”, emerito fondatore e presidente del “George C. Marshall Institute” e direttore emerito del “Mount Wilson Observatory” e “Hale Solar Laboratory”. E’ stato docente di Geofisica alla Columbia University. Agnostico deista, ha mostrato più volte di considerare l’universo come l’atto di una creazione volontaria.
(Citazioni)

Antony Hewish , 1924, astronomo e premio Nobel, cristiano
Vincitore del Premio Nobel per la fisica nel 1974 per il suo contributo allo sviluppo della radioastronomia e per il suo ruolo nella scoperta delle pulsar. Credente e cristiano.
(Biografia | Citazioni)

Stanley Jaki , 1924, fisico, filosofo, teologo e religioso, cattolico
Esimio professore di Fisica alla Seton Hall University, è fra i principali rappresentanti della filosofia della scienza. Accademico in diverse università di primaria importanza, è stato promotore del dialogo tra scienza e fede. Credente e religioso cattolico.

Arthur Peacocke , 1924, biochimico e teologo, cristiano
E’ stato titolare di cattedre nelle più importanti università inglesi e americane, da Oxford a Birmingham, da Berkeley a Cambridge. Insignito del premio Lecomte du Nouy nel 1983, ha ricevuto la laurea honoris causa dalle Università DePauw (1983) e la Georgetown University (1991). È stato nominato membro dell’Ordine Eccellentissima of the British Empire dalla Regina d’Inghilterra nel 1993. Nel 2001 è stato insignito del Premio Templeton Prize. Credente e pastore anglicano.

Giuseppe Tagliaferri, 1924, astronomo e religioso, cattolico
Nel 1981 fu eletto presidente della Società Astronomica Italiana e nel 1983 rappresentante italiano all’ESO. Studiò la corona solare esterna e le interazioni Terra-Sole e contribuì allo sviluppo dei programmi di ricerca satellitare per le osservazioni del Sole quieto nei raggi X e UV creando il Laboratorio di Spettroscopia X-UV nell’Osservatorio di Arcetri. Credente e religioso cattolico.

René Girard , 1923, antropologo, cattolico
Il suo lavoro ha influssi su critica letteraria, psicologia, storia, sociologia e teologia. È stato professore di letteratura comparata presso l’università di Stanford (Stati Uniti) fino al momento del ritiro. Credente e cattolico.

Freeman John Dyson, 1923, fisico e matematico, cristiano
Universalmente noto per i suoi studi sulla teoria quantistica dei campi e l’ingegneria astronomica e nucleare, docente di fisica presso l’Institute for Advanced Study, a Princeton. Membro della Royal Society ha vinto numerosissimi premi scientifici. Cristiano e vicino al cattolicesimo, ha partecipato spesso ad incontri pubblici in cui ha parlato della sua fede religiosa.
(Citazioni)

Arthur Schawlow, 1921, fisico e premio Nobel, cristiano
Nobel per la fisica nel 1981 per il contributo allo sviluppo della spettroscopia laser, è anche promotore del metodo della comunicazione facilitata con i pazienti di autismo. Ha perseguito indagini nei settori della superconduttività e della risonanza magnetica nucleare. Vincitore di numerosi premi. Credente, cristiano protestante metodista, ha partecipato spesso a dialoghi su scienza e religione. Ha anche affermato: “trovo un’esigenza di Dio nell’universo e nella mia vita” e “Siamo fortunati ad avere la Bibbia e specialmente il Nuovo Testamento, che ci parlano di Dio in termini umani ampiamente accessibili”.
(Biografia | Citazioni)

Cyril Domb, 1920, fisico e premio Born 1981, ebreo
E’ noto per le sue conferenze sulla teoria delle transizioni di fase e i fenomeni critici di liquidi. Professore emerito di Fisica presso la Bar-Ilan University e Presidente dell’Associazione degli scienziati ebrei ortodossi. Credente e di fede ebraica.

Joseph E. Murray, 1919, chirurgo e premio Nobel per la Medicina, cattolico
Vincitore del premio Nobel per la medicina nel 1990, per «le scoperte riguardanti i trapianti di cellule e organi nel trattamento delle patologie umane». È stato il primo a eseguire con successo un trapianto di reni tra due gemelli identici.
(Citazioni)

Derek H. R. Barton, 1918, chimico e premio Nobel, cristiano
Chimico britannico, vinse nel 1969 il premio Nobel per la chimica per i suoi contributi allo sviluppo del concetto di conformazione e le sue applicazioni in chimica, vincitore della medaglia Davy, della medaglia Copley e della medaglia Priestley. Il suo nome è legato anche a una serie di reazioni chimiche come la reazione di Barton e la deossigenazione Barton-McCombie.
(Citazioni)

Christian Boehmer Anfinsen, 1916, biochimico e premio Nobel, ebreo
Vincitore del Nobel per la chimica nel 1972 per il suo lavoro sulla ribonucleasi, specialmente riguardo alla connessione tra la sequenza amminoacidica e la conformazione biologicamente attiva (dogma di Anfinsen). Lavorò al National Institutes of Health e insegnò biologia alla Università Johns Hopkins. Credente e ebreo ortodosso.
(Citazioni)

Alvin Radkowsky, 1915, fisico nucleare, ebreo
Il suo lavoro ha portato importanti progressi nella tecnologia nucleare-nave e l’uso civile del nucleare. Ha avviato il Thorium Power Inc e ha ricevuto infinti premi. Credente e ebreo ortodosso, ha scritto vari articoli su miracoli e la scienza.

Charles Hard Townes, 1915, fisico e premio Nobel, cattolico)
Sviluppò gli apparati radar, concepì il primo maser. Ricevette il Nobel per la fisica con questa motivazione: “per il lavoro fondamentale nel campo dell’elettronica quantistica, che hanno portato alla costruzione di oscillatori e amplificatori basati sul principio del maser-laser”. Credente e cattolico.

Fred Hoyle, 1915, astronomo, deista
I suoi numerosi contributi scientifici vanno dalla spiegazione della genesi degli elementi “pesanti” a quella della frammentazione del gas in stelle, ma egli è noto soprattutto come sostenitore della teoria cosmologica dello stato stazionario e dell’ipotesi della Panspermia. E’ stato conduttore di programmi di divulgazione scientifica di successo. Credente deista, ha abbandonato l’ateismo (anche se alcuni lo definiscono agnostico) grazie allo studio del principio antropico.
(Citazioni)

Roberto Busa, 1913, linguista, informatico e religioso, fondatore Linguistica computazionale, cattolico
Padre Busa è il fondatore della Linguistica computazionale, ha inventato l’ipertesto per Internet, e ha realizzato l’Index Thomisticus, monumentale lemmatizzazione dell’opera omnia di Tommaso d’Aquino e dei testi a lui più strettamente collegati.
(Biografia)

Wernher von Braun , 1912, scienziato e ingegnere, cristiano
Von Braun fu il primo direttore della Nasa e una delle figure principali nello sviluppo della missilistica in Germania e negli Stati Uniti. E’ ritenuto il capostipite del programma spaziale americano. Prima e durante la Seconda guerra mondiale ha lavorato allo sviluppo dei razzi in Germania, campo in cui ottenne successi senza precedenti. Credente e cristiano luterano. (vedi una sua biografia e una delle sue lettere.
(Biografia | Citazioni)

Enrico Medi , 1911, fisico e politico, cattolico
Direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vicepresidente dell’Euratom. Noto per i lavori con il radar e l’ipotesi di fasce ionizzanti nell’alta atmosfera, oggi note come fasce di Van Allen. Credente e fermamente cattolico.
(Biografia)

Melvin Calvin, 1911, biochimico e premio Nobel, ebreo
Nobel per la chimica grazie ai suoi studi sulla fotosintesi e per la scoperta del ciclo di Calvin.
(Citazioni)

Charles Alfred Coulson, 1910, chimico, cristiano
Ha ricoperto incarichi presso l’University of St Andrews, l’University College London, il King’s College London, e l’University of Oxford. Pubblicò importanti lavori su le strutture molecolari atomiche e divenne socio fondatore del “Board of the journal Molecular Physics” e suo primo editore. Divenne membro dell’International Academy of Quantum Molecular Science e vinse la Davy Medal della Royal Society. Scrisse molto su “scienza e cristianesimo” e dell’uso responsabile della scienza. Credente e cristiano metodista.

Carlos Chagas Filho, 1910, neuroscienziato e biologi, cattolico
Conosciuto a livello internazionale per le sue ricerche sui meccanismi neurali alla base del fenomeno della elettrogenesi, ha fondato l’Istituto di Biofisica dell’Università Federale di Rio de Janeiro ed è stato presidente della Accademia Brasiliana di Scienze (1965-1967). Cattolico, è stato presidente per 16 anni della Pontificia Accademia delle Scienze dello Stato del Vaticano.
(Citazioni)

Takashi Paolo Nagai, 1908, medico radiologo, cattolico
Studioso di radiologia, sarà un superstite del bombardamento atomico di Nagasaki. Credente, si convertirà al cattolicesimo diventando un mirabile esempio di umanità e professionalità medica.
(Biografia)

Soto Yarritu, Federico, 1906, psichiatra e psicologo, cattolico
Direttore del manicomio di Pamplona, ​​ha introdotto tecniche di terapia comunitaria in ospedale e sviluppato metodi di esplorazione biologica, è considerato il padre dell’elettroencefalografia. Ha fondato l’Istituto di Psicologia Applicata e Psicotecnica di Navarra, di cui è stato direttore tra il 1961 e il 1976, professore di Psichiatria all’Università di Navarra e presidente della Associazione di Neuropsichiatria spagnola e della Società di Psicologia spagnola. Credente e cattolico devoto.
(Biografia)

Ernst Boris Chain, 1906, biochimico e premio Nobel, ebreo
Assieme all’anatomopatologo australiano Howard Walter Florey isolò e purificò la penicillina, vincendo così il Premio Nobel per la medicina. Credente di fede ebraica.
(Citazioni)

Lucien Morren, 1906, ingegnere ed elettrotecnico, cattolico
Stimato docente di elettrotecnica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università Cattolica di Louvain La Neuve e fondatore e presidente del SIQS (Segretariato Internazionale per le Questioni Scientifiche). Credente e cattolico, scrisse più volte sulla responsabilità degli scienziati cattolici nel mondo.
(Biografia | Citazioni)

Sergio Tonzig, 1905, botanico, cattolico
Studioso insigne nel campo delle Scienze Botaniche, professore dell’Università degli Studi di Milano e per lunghi anni direttore del relativo Istituto Botanico, socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, membro dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, fondatore del Centro di Studio del CNR sulla Biologia Cellulare e Molecolare delle Piante, medaglia d’oro del Presidente della Repubblica come benemerito della scuola e della cultura, autore di un fondamentale trattato di Botanica, fu maestro venerato ed amato da generazioni di studenti, ricercatori e studiosi.
Sotto la sua guida l’Università degli Studi di Milano sviluppò una prestigiosa scuola di biologia vegetale.
(Biografia)

John Carew Eccles , 1903, neurofisiologo e premio Nobel, cattolico
Premio Nobel per la Medicina nel 1963, autore di scoperte fondamentali sulla fisiologia di neuroni ed in particolare sul meccanismo biochimico dell’impulso nervoso. Credente e cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Ernest Walton, 1903, fisico, premio Nobel e cristiano
Fisico irlandese, vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1951, per il loro lavoro pionieristico sulla mutazione dei nuclei atomici tramite particelle atomiche accelerate artificialmente. Cresciuto come cristiano metodista, Walton era molto impegnato a proclamare la fede cristiana e attivo nella sua Chiesa, intervenendo più volte sul prolifico rapporto tra fede e scienza, anche dopo la vittoria del Nobel, ha incoraggiato il progresso scientifico come un metodo per conoscere meglio Dio.
(Citazioni)

Henry Margenau , 1901, fisico e filosofo della scienza, cristiano.
Membro dell’Institute for Advanced Study di Princeton e del MIT Radiation Laboratory. Durante la sua lunga carriera egli ha fornito supporto all’U.S. Air Force, all’U.S. National Bureau of Standards e agli Argonne National Laboratory. Ha poi investigato le forze intermoleculari, la spettroscopia e la fisica nucleare. Devoto cristiano, ha scritto molto sul rapporto tra scienza e religione.

Henry Eyring, 1901, chimico e premio Wolf, cristiano
Ha dato il suo maggiore contributo allo studio delle velocità delle reazioni chimiche e degli intermedi di reazione. Vincitore del premio Wolf per la chimica e della National Medal of Science, presidente dell’American Chemical Society e della American Association for the Advancement of Science. Cristiano, è stato primo Consigliere della Prima Presidenza della Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni.
(Citazioni)

Werner Karl Heisenberg, 1901, fisico e premio Nobel, cristiano
Premio Nobel per la Fisica nel 1932, è considerato uno dei fondatori della meccanica quantistica. E’ famosissimo il suo principio di indeterminazione. Credente e vicino al cristianesimo anche se non confidava in un Dio personale.
(Biografia | Citazioni)

Luigi Fantappié, 1901, matematico, deista)
Professore in varie università italiane, fondò l’istituto di matematica dell’Università di San Paolo in Brasile. Fu il creatore della teoria dei funzionali analitici. Propose una possibile estensione su scala cosmica della relatività ristretta. Grazie ai suoi studi arrivò a credere in un Essere superiore che chiamava “Dio”.
(Biografia)

Enrico Fermi, 1901, fisico cattolico e Premio Nobel per la fisica
Universalmente riconosciuto come uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, è noto per i suoi studi teorici e sperimentali nell’ambito della meccanica quantistica. In suo onore venne dato il nome ad un elemento della tavola periodica, il Fermio e un sottomultiplo del metro. Progettò e guidò la costruzione del primo reattore nucleare a fissione. Premio Nobel per la fisica, credente e vicino al cattolicesimo.
(Biografia)

Theodosius Dobzhansky, 1900, genetista e biologo cristiano
E’ stato coautore della sintesi moderna, ovvero la revisione moderna del darwinismo e ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della comprensione dei meccanismi di evoluzione. Nel 1964 ha ricevuto la National Medal of Science e nel 1973 la Franklin Medal. Cristiano e fiero avversario del riduzionismo scientifico.
(Citazioni)

 

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2. SCIENZIATI CREDENTI IN ETA’ MODERNA.

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Gordon Willard Allport, 1897, psicologo, cristiano.
Allport ha concentrato i suoi studi sulla personalità umana ed è uno dei fondatori della figura della personalità psicologica. Ha contribuito alla formazione della Values Scales e ha rigettato l’uso della psicoanalisi nell’approccio alla personalità. Allport è anche conosciuto per i “tratti” psicologici. Cristiano protestante, ha scritto molto sulla psicologia della religione.

Arturo Duperier, 18966, fisico, cattolico.
Specialista nella fisica delle particelle, è noto in particolare per i suoi studi sulla radiazione cosmica, una delle grandi figure internazionali della fisica degli anni ’40. Cattolico praticante, frequentava ogni giorno la Messa.
(Biografia)

Edward Arthur Milne , 1896, astronomo e matematico cristiano).
Lo studio principale di Milne fu dedicato all’astrofisica teorica e a partire dal 1932 sviluppò una toria della relatività alternativa a quella di Einstein. Vinse la Medaglia d’oro della Royal Astronomical Society. Un cratere lunare porta il suo nome. Nel suo libro “Modern Cosmology and the Christian Idea of God”, affronta le motivazioni della sua fede cristiana e del rapporto con la scienza.
(Citazioni)

Georges Lemaitre , 1894, astronomo e religioso cattolico, Fondatore della teoria cosmologica moderna)
E’ considerato il padre della cosmologia moderna. Fu il primo a dare prove dell’espansione dell’universo e nel 1927 pubblicò la teoria del Big Bang, basata sulla relatività generale. Credente e religioso cattolico.
(Biografia)

Norbert Wiener (1894, Matematico e statistico ebreo, Fondatore cibernetica
Famoso per ricerche sul calcolo delle probabilità ma soprattutto per gli sviluppi dati alla teoria dell’informazione essendo riconosciuto come il padre della cibernetica moderna. Credente e ebreo, una delle sue opere più importanti s’intitola “Dio e Golem SpA. Cibernetica e religione”, dove descrive gli aspetti morali legati all’introduzione delle nuove tecnologie.

Arthur Holly Compton , 1892, fisico e premio Nobel, cristiano
Celebre fisico, ha vinto il Premio Nobel per la fisica nel 1927 per la scoperta dell’effetto che porta il suo nome. Ha inventato un metodo per dimostrare la rotazione della Terra e ha anche sviluppato un sistema per osservare nello stesso istante i singoli fotoni scatterati dei raggi X e gli elettroni prodotti. Credente e cristiano battista.
(Biografia | Citazioni)

Michael Polanyi , 1891, antropologo, filosofo ed economista cristiano
Studioso di profonda sensibilità si occupò di chimica, di ricerche sulle molecole, sugli atomi, sulle particelle e i legami energetici. Si concentrò poi sulle relazioni tra la comunità scientifica e la cultura politica e la filosofia. Credente e cristiano battista, difensore della razionalità della fede.
(Biografia | Citazioni)

Ronald Fisher , 1890, statistico e matematico cristiano, Fondatore statistica moderna
Biologo e genetista, è stato definito da Richard Dawkins “il più grande dei successori di Darwin” (vedi Wikienglish). Pesidente della Royal Statistical Society, della Société de Biométrie e dell’Istituto Internazionale di Statistica (IIS), ha fatto della statistica una scienza moderna, fondandone i concetti di riferimento. Devoto cristiano, membro della Chiesa di Inghilterra, conservatore e appassionato delle Sacre Scritture. Più volte spiegò la differenza tra la fede razionale e la fede “credulona”.
(Citazioni)

Paul Joachim Schebesta , 1887, antropologo, entologo, scopritore e religioso, cattolico
Considerato ancora oggi insuperato negli studi sui Pigmei e sui Semang, ha offerto nei suoi lavori una panoramica approfondita e interessanti spunti di studio sui concetti religiosi primitivi. Credente e religioso cattolico.

Rudolf Allers , 1883, psichiatra, cattolico
Insegnò dapprima nell’università di Vienna (1919), poi a Washington in due diverse università. Da molti definito “l’anti-Freud” per la sua critica alla psicoanalisi. Fu sempre un devoto cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Karl Theodor Jaspers , 1883, filosofo e psichiatra, cristiano
Massimo esponente dell’esistenzialismo tedesco, ha dato un notevole impulso alle riflessioni nel campo della psichiatria, della filosofia, della teologia e della politica. Vicino al cristianesimo e appartenente alla corrente del liberalismo religioso, fu geloso custode e assertore di una fede individuatimene avvertita e rivendicata.

Pavel Aleksandrovič Florenskij, 1882–1937, filosofo, matematico e religioso, cristiano
Spesso definito come il Pascal russo, o il Leonardo da Vinci della Russia, il suo contributo sviluppò una vasta gamma di implicazioni che si muovono dal campo strettamente teologico alla filosofia della scienza. Credente e sacerdote ortodosso.
(Biografia)

Arthur Stanley Eddington, 1882, astrofisico, cristiano
Fu uno dei più importanti astrofisici dell’inizio del XX secolo, scoprì il limite che porta il suo nome. È comunque conosciuto per le sue ricerche riguardanti la teoria della relatività. Fu il primo ad ipotizzare che la sorgente di energia delle stelle provenisse dalla fusione nucleare dell’idrogeno in elio e si concentrò su quella che lui definiva la sua teoria fondamentale (con lo scopo di unificare la teoria quantistica, la teoria della relatività e le leggi della gravitazione). Devoto cristiano, scrisse molto sulla piena conciliabilità della scienza e della fede.
(Biografia | Citazioni)

Filippo Cecchi, 1882, fisico, inventore e religioso, cattolico
Direttore dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze dal 1872, dell’Ordine degli Scolopi, è ricordato per essere il costruttore del termometro e barometro della Loggia dell’Orcagna, ideò e realizzò personalmente vari tipi di sismografi, costruì un motore elettromagnetico, di due nefoscopi. Venne eletto vicepresidente della Società Meteorologica Italiana (da lui fondata insieme a don Francesco Denza). Credente e sacerdote cattolico
(Biografia)

Max Born, 1882, fisico, matematico e premio Nobel, cristiano/deista.
Risolse l’Equazione di Schrödinger della meccanica quantistica, per la quale si aggiudicò il Premio Nobel per la fisica. Insegnò presso l’Università di Cambridge e di Edimburgo. Si convertì dal giudaismo al cristianesimo luterano, anche se si considerava essenzialmente deista.
(Citazioni)

Pierre Teilhard de Chardin, 1881, filosofo, paleontologo e religioso, cattolico
Attraverso la Legge di complessità e coscienza elabora una sintesi importante che abbraccia l’intera storia dell’universo e dell’umanità. Rese popolare in simmetria il nuovo concetto di noosfera, e in qualità di paleoantropologo fu anche presente alla scoperta dell’Uomo di Pechino. Credente, cattolico e padre Gesuita.
(Biografia)

Alexander Fleming, 1881, biologo, farmacologo e premio Nobel, cattolico
Famoso in tutti il mondo per la scoperta e lo sviluppo della Penicillina, per cui ricevette il Premio Nobel nel 1945. Gli è stato dedicato un cratere sulla Luna. Credente e cattolico è stato sepolto nella cattedrale di San Paolo.
(Biografia)

Otto Hahn, 1879, chimico e premio Nobel, cristiano
Celebre scienziato, è riconosciuto come padre della chimica nucleare avendo scoperto l’isomeria nucleare e della fissione nucleare dell’uranio, per il quale ha vinto il premio Nobel per la Chimica nel 1944. Credente e cristiano luterano.
(Biografia).

Francesco Severi , 1879, matematico, cattolico
Uno dei fondatori dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica di Roma, a lui intitolato. I suoi contributi alla matematica sono multiformi e di altissima levatura, ad esempio nella geometria enumerativa e in quella proiettiva, nella teoria delle funzioni analitiche di più variabili complesse, in quella delle varietà abeliane e quasi abeliane e in vari settori della geometria algebrica e dell’analisi. Raccontò la sua vita nella autobiografia “Dalla scienza alla fede”, scritto dopo la sua conversione al cattolicesimo, in cui accennò della sua grande amicizia con Einstein e il suo forte senso di Dio.

Albert Einstein, 1879, fisico e premio Nobel, deista
E’ considerato uno dei fisici più importanti di sempre avendo mutato il modello istituzionale di interpretazione del mondo fisico. Premio Nobel per i suoi contributi alla fisica teorica e specialmente per la sua scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico. Rimanendo aconfessionale, credeva in un Dio creatore e ordinatore dell’universo, come ha più volte affermato.
(Biografia | Citazioni)

Agostino Gemelli , 1878, medico, psicologo e religioso, cattolico
Ha contribuito fortemente alla moderna psicologia del lavoro, a lui si deve l’apertura di campi di ricerca nella psicologia clinica e nell’applicazione della psicologia ai problemi sociali. Fondò il Policlinico universitario di Medicina a Roma, e L’Università Cattolica di Milano. Credente e religioso francescano cattolico.
(Biografia)

José María Plans y Freyre , 1878, fisico, matematico, cattolico
E’ considerato uno dei più grandi introduttori in Spagna delle teorie relativistiche di Einstein e tra i principali esperti di calcolo differenziale. Fu elogiato da Einstein stesso. Devoto cattolico ed un fervente lettore delle opere di San Tommaso d’Aquino.
(Biografia)

Ernest William Barnes , 1874, matematico e religioso, cristiano
Brillante matematico, insegnò all’University of Cambridge e divenne membro della Royal Society nel 1909. Nel pieno della sua carriera abbandonò gli studi e cominciò la carriera ecclesiastica diventando sacerdote anglicano.

Guglielmo Marconi , 1874, fisico e premio Nobel, cattolico
È conosciuto per aver sviluppato un sistema di telegrafia senza fili via onde radio che permise lo sviluppo dei moderni metodi di telecomunicazione (televisione, radio, telefono cellulare ecc..). Premio Nobel per la fisica nel 1909, era credente e cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Alexis Carrel , 1873, biologo e premio Nobel, cattolico
Premio Premio Nobel per la medicina e la fisiologia, ha contribuito in modo fondamentale ai progressi nelle tecniche di sutura dei vasi sanguigni, alle ricerche sui trapianti di tessuti ed organi e nella conservazione di tessuti e organi in vitro. Credente e convertito cattolico dopo aver assistito ad una guarigione inspiegabile, chiamata da lui “miracolo”, durante un viaggio a Lourdes.
(Biografia | Citazioni)

Edmund Taylor Whittaker, 1873, matematico cattolico
Ha contribuito in modo importante alla matematica applicata, alla fisica matematica e alla teoria delle funzioni speciali, ha ricevuto la medaglia Copley, il più prestigioso premio honoris causa della scienza britannica. Whittaker si convertì al cattolicesimo nel 1930, divenne membro della Pontificia Accademia delle Scienze dal 1936 e presidente della Newman Society.
(Biografia | Citazioni)

Robert Millikan, 1868, fisico e premio Nobel, cristiano
Vinse il premio Nobel per la fisica nel 1923 per i suoi lavori sulla determinazione della carica elettrica dell’elettrone e sull’effetto fotoelettrico. Si è interessato del rapporto tra fede cristiana e scienza, essendo lui stesso molto religioso. Si è occupato di questo nel volume “Evolution in science e religion”.
(Biografia | Citazioni)

Alfred North Whitehead, 1861, matematico e filosofo, panenteista
Fu autore dei tre volumi (assieme a Russel) di cui si compone la “pietra miliare”, “Principia Mathematica”, sistematizzazione delle basi della matematica. Nella sua visione l’universo è una realtà sia fisica che spirituale, nella quale si esplica l’azione creativa di un principio Divino immanente. Credente in una visione del divino come processo connesso a quello della natura (panteismo del processo).
(Citazioni)

Roberto Landell de Moura, 1861, fisico e religioso, pioniere della radio cattolico
Sacerdote brasiliano, padre della radio in Brasile e il primo a trasmettere pubblicamente la voce umana in una trasmissione radiofonica, il 3 giugno 1900. Credente e sacerdote della Chiesa cattolica.
(Citazioni)

Pierre Duhem , 1861, filosofo, storico della scienza, fisico e matematico, cattolico
Indubbiamente uno dei più grandi fisici teorici dell’inizio del XX secolo, noto per il suo contributo nella fluidodinamica, elasticità, e nella termodinamica. Contribuì alla cosiddetta tesi di Quine-Duhem. Credente e cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Giovanni Boccardi , 1859, matematico, astronomo e religioso, cattolico
Piemontese, a vent’anni entrò nella Congregazione dei Lazzaristi, fu ordinato sacerdote nel 1884 e fondò nel 1906 della Società Astronomica Italiana. Ebbe prestigiose onorificenze da parte dei francesi: nel 1921 fu nominato membro del Bureau des Longitudes, nel 1922 membro dell’Association Française, nel 1924 Officier de l’Instruction Publique, nel 1927 membro della Société Astronomique de France. Credente e sacerdote cattolico.
(Biografia)

Max Planck, 1858–1947, fisico e premio Nobel, deista/cristiano
Ha inaugurato la teoria dei quanti che insieme con la teoria della relatività è uno dei pilastri della fisica contemporanea. Questo gli valse il premio Nobel per la fisica del 1918. Credente in un Dio onnipotente, benevolo e onniscente ma non personale, combattè il positivismo e considerò l’ateismo un’ossessione verso i simboli.
(Biografia, 2 | Citazioni, 2 Citazioni)

Pietro Maffi, 1858, astronomo e religioso cattolico
Come scienziato furono particolarmente apprezzati i suoi studi meteorologici sulle stelle cadenti. Per approfondire questo studio inventò il globo meteoroscopico. Ebbe rapporti con i grandi astronomi del tempo e il suo nome è legato a una grande istituzione culturale, la «Biblioteca Maffi». Nel 1900 fondò la «Rivista di fisica, matematica e scienze naturali», con lo scopo di diffondere la conoscenza di tali discipline in Italia. Credente e religioso cattolico.

Ronald Ross, 1857, medico e premio Nobel per la medicina, cristiano
Medico britannico, vincitore del Premio Nobel per la medicina nel 1902 per la sua scoperta del parassita della malaria nella zanzara Anopheles, che ha gettato le basi per la lotta contro questa malattia.
(Citazioni)

Joseph John Thomson, 1856, fisico e premio Nobel, anglo-cattolico
È noto per aver scoperto la particella di carica negativa: l’elettrone, ha realizzato il primo spettrometro di massa e ha scoperto gli isotopi. Devoto cristiano anglo-cattolico.
(Biografia, 1, 2)

Ernesto Schiaparelli, 1856, egittologo cattolico)
Celebre egittologo e archeologo, fu direttore della “Sezione Egizia” del Museo archeologico nazionale di Firenze e del Museo egizio di Torino. Scoprì nel 1904 la tomba di Nefertari, sposa reale di Ramesse II. Fondatore dell’Associazione nazionale per la protezione dei missionari italiani, destinò tutta la proprietà del vecchio castello della sua città natale alla parrocchia che frequentava. Credente e cattolico.

Nikola Tesla , 1856, fisico e co-scopritore della radio, cristiano
Rivoluzionò il campo dell’elettromagnetismo formando la base del moderno sistema elettrico a corrente alternata. Fu riconosciuto come uno dei più grandi ingegneri elettrici americani e anticipò la moderna ingegneria elettrica. La Corte Suprema degli Stati Uniti gli attribuì la paternità sul suolo statunitense della radio. E’ intitolata a lui l’unità del Sistema Internazionale di misura della densità di flusso magnetico. Credente e cristiano, parlò spesso della sua fede e riteneva di essere ispirato dalla scienza e dal cristianesimo.
(Biografia | Citazioni)

Gregorio Ricci-Curbastro, 1853, matematico cattolico
Creò il calcolo differenziale assoluto che ebbe un ruolo determinante per elaborare la teoria della relatività generale di Einstein. A lui sono dedicati numerosi licei scientifici. Credente e cattolico.
(Biografia)

Santiago Ramón y Cajal, 1852, medico cattolico, premio Nobel e fondatore della neuroscienza
Fu un pionere nell’investigazione delle strutture microscopice del cervello, è considerato per questo il padre della neuroscienza moderna. Cattolico e praticante, con alcune parentesi di deismo, morì prendendo i sacramenti, come ha testimoniato il fratello Pietro.
(Biografia)

Giuseppe Mercalli , 1850, geologo, sismologo, vulcanologo e religioso cattolico
E’ diventato celebre per la scala che porta il suo nome (Scala Mercalli), la quale misura l’intensità delle scosse sismiche in base agli effetti prodotti. E’ Cavaliere della Corona d’Italia per meriti scientifici. Ha realizzato per primo una carta sismica del territorio italiano. Credente e religioso cattolico.

Elia Millosevich , 1848, astronomo cattolico
Professore di astronomia presso l’Istituto Nautico di Venezia e più tardi direttore dell’osservatorio del Collegio Romano a Roma. Noto per aver compilato il catalogo stellare. Scoprì gli asteroidi 303 Josephina e 306 Unitas. Credente e cattolico.

Johann Georg Hagen, 1847, astronomo e religioso cattolico
Direttore di numerosi Osservatori astronomici ha apportato numerosi contributi sulle stelle variabili e sulle nebulose. Gli è stato dedicato un cratere lunare. Credente e religoso cattolico.

Galileo Ferraris , 1847, ingegnere e scienziato cattolico
Scopritore del campo magnetico rotante e ideatore del motore elettrico alternato. Fonda la prima scuola di elettrotecnica che verrò incorporata nel Politecnico di Torino. Fonda l’Associazione Elettrotecnica Italiana e ne diventa il primo Presidente nazionale. Credente e cattolico.

Luigi Cerebotani, 1847, fisico e religioso cattolico
Nel 1889 fu delegato papale a Monaco di Baviera, è conosciuto per numerose invenzioni nel campo delle telecomunicazioni, come il teletopometro, il nefometro, il teleautografo ecc. Credente e sacerdote cattolico
(Biografia)

Georg Cantor , 1845, matematico, padre della teoria degli insieme, cristiano
E’ il padre della moderna teoria degli insiemi, che ha allargato fino a comprendere al suo interno i concetti di numeri transfiniti, numeri cardinali e ordinali. Ha sviluppato il concetto d’infinito assoluto, identificandolo con Dio. Credente e cristiano protestante.

Ludwig Boltzmann , 1844, fisico e matematico deista
E’ stato uno dei più grandi fisici teorici di tutti i tempi. La sua fama è dovuta alle ricerche in termodinamica e meccanica statistica. Diede importanti contributi anche in meccanica, elettromagnetismo, matematica e filosofia. Vicino a posizioni deiste ma era aconfessionale.
(Biografia)

Willard Gibbs, 1839, chimico e fisico, fondatore dell’analisi vettoriale, cristiano
Contribuì allo sviluppo dei fondamenti teorici della termodinamica e fu uno dei fondatori dell’analisi vettoriale. Ottenne il primo dottorato in ingegneria ed è da considerare anche tra i fondatori della moderna chimica fisica, le cui basi si possono riscontrare nella sua opera “On the equilibrium of heterogeneus substances”. (<href=”http://www.newworldencyclopedia.org/entry/Josiah_Willard_Gibbs”>Biografia)

Giovanni Schiaparelli, 1835, astronomo e storico della scienza cattolico
Particolarmente noto per i suoi studi su Marte, fu membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia delle Scienze di Torino e del Regio Istituto Lombardo. Compì undicimila misure tra le stelle doppie, scoprì l’asteroide 69 Hesperia e il legame tra comete e sciami meteorici. Fu anche uno dei maggiori studiosi del suo secolo della storia dell’astronomia. Credente e cattolico, scrisse anche di religione ed ebbe anche buoni rapporti con l’arcivescovo Pietro Maffi.
(Biografia | Citazioni)

Francesco Denza , 1834, astronomo e religioso cattolico
Noto per gli studi nelle scienze naturali, sull’astronomia e sul magnetismo terrestre ebbe un ruolo primario per la nascita della meterologia in Italia. Grazie a lui si aprirono 200 stazioni meterologiche. Credente e sacerdote cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Stephen Joseph Perry, 1833, astronomo e religioso cattolico
Membro della Royal Society, partecipò a innumerevoli spedizioni scientifiche in cui fece importanti rilevamenti magnetici. Studiò approfonditamente le macchie e le facole solari e inventò il metodo dei dischi di Stonyhurst, tuttora in uso. Credente e religioso cattolico.

James Clerk Maxwell, 1831, matematico e fisico cristiano,
La sua opera è definita la seconda grande unificazione della fisica, dopo quella di Newton. Il suo lavoro sull’elettromagnetismo è considerato uno dei più grandi risultati della fisica del XIX secolo. Anche per lui la fede cristiana (evangelica) determinò l’approccio alla sua attività scientifica.
(Citazioni)

St. George Jackson Mivart, 1827, biologo cattolico
Famoso biologo evoluzionista, amico di Darwin e Huxley, che volle fin da subito evidenziare l’insufficienza del Darwinismo e la sua concliazione con una visione teistica e cattolica, ancora oggi valida. Credente e cattolico, negli ultimi anni ebbe alcuni problemi con la Chiesa per alcune posizioni teologiche personali.
(Biografia)

Joseph Lister , 1827, medico, fondatore dell’antisepsi, cristiano
Con la scoperta dell’antisepsi rivoluzionò l’approccio dei chirurghi alla pratica operatoria. Ricevette numerose onorificenze (qui un elenco) diventando il più famoso chirurgo britannico. Gli verrà dedicato il nome di un germe, la listeria e ottenne il maggior riconoscimento scientifico che un chirurgo potesse allora desiderare: la presidenza del “Royal College of Surgeons. Devoto cristiano, si impegnò pubblicamente nella Chiesa Episcopale Scozzese.
(Biografia | Citazioni)

Francesco Faà di Bruno, 1825, matematico e religioso cattolico
Venne premiato Dottore della Scienza dalle Università di Parigi e Torino, professore di matematica presso l’università e l’accademia militare di Torino, pubblicò importanti studi sulle teorie dell’eliminazione e degli invarianti e sulle funzioni ellittiche e diede l’avvio a una notevole serie di applicazioni in matematica combinatoria. Credente e religioso cattolico.
(Biografia).

William Thomson Kelvin, 1824, fisico e fondatore termodinamica, cristiano
E’ il fondatore della termodinamica moderna. Conosciuto anche per aver sviluppato la scala Kelvin, che misura la temperatura assoluta e per i suoi studi nell’analisi matematica dell’elettricità e della termodinamica che contribuirono ampiamente alla nascita della fisica moderna. Inventò il telegrafo elettrico. Credente e devoto cristiano, vedeva la sua fede come un sostegno per il suo lavoro scientifico (vedi una sua biografia)(Biografia | Citazioni)

Antonio Stoppani, 1824, geologo, paleontologo e religioso, fondatore della geologia e paleontologia, cattolico
E’ unanimemente riconosciuto come il fondatore della Geologia e della Paleontologia italiane, sia per la rilevanza dei suoi studi che per l’impegno profuso nella didattica e divulgazione scientifica. Fu uno dei fondatori del Museo Civico di Scienze e filosofia Naturali di Milano, del quale fu poi direttore e primo presidente della sezione milanese del Club Alpino Italiano. Intraprese la divulgazione delle sue ricerche con l’edizione a spese proprie dei suoi lavori. Credente e sacerdote cattolico dei rosminiani.

Lorenzo Respighi , 1824, astronomo cattolico
Direttore dell’Osservatorio astronomico di Bologna e dell’Osservatorio astronomico del Campidoglio, contribuì alle conoscenze sulla scintillazione, sugli spettri delle stelle, sull’aberrazione e sui moti propri delle stelle fisse e diede notevole contributo alla fisica solare. Compilò anche un catalogo delle declinazioni di 2534 stelle. Credente e cattolico
(Biografia)

Alfred Russel Wallace , 1823, naturalista, co-scopritore della selezione naturale biologica, credente
Formulò una teoria dell’evoluzione per selezione naturale, simile a quella di Charles Darwin nello stesso periodo in cui lo stesso Darwin elaborava la propria. Credente, ribadì sempre l’irriducibilità dell’uomo al ruolo del caso.
(Citazioni)

Gregor Johann Mendel , 1822, biologo e religioso, fondatore della genetica moderna, cattolico
Considerato il padre della moderna genetica grazie al fenomeno da lui scoperto dell’ereditarietà. Credente e religioso cattolico.

Louis Pasteur , 1822, chimico e biologo, fondatore della microbiologia, cattolico
E’ universalmente considerato il fondatore della moderna microbiologia. Ha inoltre operato nel campo della chimica, e di lui si ricorda la teoria sull’enantiomeria dei cristalli. Ha scoperto le anomalie della fermentazione della birra, la fermentazione del vino e dell’aceto, la pastorizzazione, le malattie del baco da seta ecc.. Credente e cattolico (vedi alcune sue citazioni)
(Biografia | Citazioni)

Eugenio Barsanti , 1821, ingegnere, inventore e religioso cattolico
Famoso in tutto il mondo per essere stato l’ideatore del primo motore a scoppio funzionante. Credente e religioso cattolico.

Jean Bernard Foucault, 1819, fisico cristiano
Conosciuto per l’invenzione del Pendolo di Foucault, un’attrezzatura che serve a dimostrare la rotazione della Terra. Misurò la velocità della luce ed inventò il giroscopio. Il cratere Foucault sulla luna è dedicato a lui. Si convertì al cristianesimo.

Angelo Secchi , 1818, astronomo e religioso, fondatore della spettoscopia, cattolico
Fondatore della spettroscopia astronomica. Fu direttore dell’Osservatorio Vaticano e si occupò per primo di classificare le stelle in classi spettrali fondando così l’astrofisica. Credente e gesuita cattolico.
(Biografia)

Maria Mitchell, 1818, astronoma
Nel 1847 scoprì una cometa a cui venne dato il suo nome, “Miss Mitchell’s Comet”. Il re Federico VII di Danimarca la premiò personalmente per la scoperta. E’ stata la prima donna americana a lavorare come astronomo professionista. Credente e di religione cristiana protestante.

James Prescott Joule, 1818-1889, fisico, cristiano
Si interessò del calore e delle sue connessioni con l’elettricità e la meccanica, indagando sugli effetti termici dimostrò il cosiddetto “effetto Joule”. Credente e cristiano, le sue ricerche sono state guidate dalle sue convinzioni religiose e i suoi discorsi hanno spesso incluso riferimenti a Dio e la creazione divina.
(Biografia, anche qui | Citazioni)

Karl Weierstrass , 1815, matematico vicino al cattolicesimo
Definito “padre dell’analisi moderna”. Prestigioso accademico, il suo nome è legato al Teorema di Weierstrass, al Teorema di Bolzano-Weierstrass e al criterio di Weierstrass per la convergenza uniforme delle serie. Credente, crebbe ed insegnò in ambienti cattolici.

Giovanni Caselli, 1815, inventore, religioso e inventore del pantelegrafo, cattolico
Abate cattolico, è unanimemente ricordato come l’inventore del pantelegrafo (ovvero il precursore del fax), venne insignito della Legione d’Onore da Napoleone III e poté disporre, per ulteriori prove e collaudi, dell’intera rete francese. Nel 1863 il governo francese acconsentì ad adottare il pantelegrafo Caselli per le sue linee telegrafiche.
(Biografia)

James Joseph Sylvester, 1814, matematico ebreo
Molto noto per i suoi risultati nell’algebra e nella matematica discreta. Diede contributi fondamentali alla teoria delle matrici, degli invarianti, dei numeri, della divisibilità e al calcolo combinatorio. Partecipò alla creazione del primo giornale matematico in America. Da lui prendono nome il cratere lunare Sylvester e l’asteroide 13658 Sylvester. Credente di fede ebraica, venne anche perseguitato a causa della sua fede.

James Dwight Dana, 1813, geologo, mineralogista e zoologo cristiano
Fu il più importante geologo statunitense della sua epoca e fu uno dei pochi studiosi ad avere una conoscenza diretta del terreno della California settentrionale. Fu uno degli artefici dello sviluppo della conoscenza del vulcanismo alle Hawaiil. Le sue opere divennero testi base nei College americani e ricevette innumerevoli premi e dediche (qui un elenco). Credente e cristiano protestante, pubblicò un certo numero di manoscritti conciliando le scoperte scientifiche con la Bibbia (cpedia.com, vedi Science e The Bible, The American Journal of Science, alcune pubblicazioni e Gshaist.com)

James Young Simpson, 1811, medico, padre dell’anestesia, cristiano
E’ una importante figura della storia della medicina, scoprì le proprietà anestetiche del cloroformio e lo utilizzò con successo per scopi medici. Viene perciò considerato come uno dei padri dell’anestesia. Supportò il movimento anti-schiavitù e fu credente e devoto cristiano presbiteriano.
(Biografia | Citazioni)

Urbain Le Verrier , 1811, matematico e astronomo cattolico
Specializzato nella meccanica celeste, è famoso per il suo contributo alla scoperta di Nettuno. Interpretò anche l’orbita di Mercurio Il suo nome compare nella lista dei 72 nomi di scienziati, ingegneri e altre personalità incisi sulla Torre Eiffel. Credente e cattolico
(Biografia)

Antoine Thomson d’Abbadie, 1810, esploratore, geografo, numismatico e astronomo cattolico
Famoso per i suoi viaggi in Etiopia svelando al mondo moltissime informazioni sulla sua geografia, sulle monete e sulle antiche iscrizioni. Compilò diversi vocabolari e anticipò la teoria del magnetismo grazie alle sue osservazioni nei numerosi viaggi. Ricevette la medaglia d’oro della Società di Geografia e fu fatto Cavaliere della Legion d’Onore e membro della Accademia di scienze francese. Credente e devoto cattolico (vedi Newadvent.org)

Theodor Schwann, 1810, Fisiologo cattolico, Padre della teoria cellulare
Ha contribuito enormemente allo sviluppo della fisiologia e della biologia, è padre della teoria cellulare, scopritore delle cellule di Schwann nel sistema nervoso periferico, della pepsina, della natura organica del lievito, e inventore del termine metabolismo. Ha anche mostrato la debolezza della teoria della generazione spontanea. Credente e cattolico, ha insegnato anche presso la Catholic University of Louvain.
(Biografia).

Francesco de Vico , 1805, astronomo e religioso cattolico
Direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano, è stato il più prolifico scopritore di comete italiano fino al 2008. Fu il primo ad osservare le divisioni degli anelli di Saturno e determinò con precisione il periodo di rotazione di Venere. Credente e gesuita cattolico.

Johannes Peter Müller, 1801, Fisiologo e anatomista cattolico, Fondatore fisiologia moderna
Ha contribuito in molti settori della fisiologia, in particolare nell’aumento della comprensione della voce, la parola e dell’udito. Ha avuto il merito di aver innalzato la fisiologia alla dignità di scienza autonoma e per questo è ritenuto fondatore della fisiologia moderna e maestro della scienza della morfologia. Ha pubblicato duecento lavori scientifici fra articoli e monografie. Nel 1854 gli è stata attribuita la Medaglia Copley e da lui prendono il nome i dotti di Müller, strutture embrionali da cui origina l’apparato genitale. Credente e cattolico.
(Biografia).

Mary Anning, 1799, paleontologa, cristiana
Divenne nota in tutto il mondo per importanti ritrovamenti nei giacimenti fossili marini del Giurassico. Le sue scoperte hanno contribuito a importanti cambiamenti nel pensiero scientifico sulla vita preistorica e sulla storia della Terra. Devota anglicana, sostenne attivamente la sua chiesa.
(Biografia).

Karl Ernst von Baer, 1792, geografo, biologo, padre dell’embriologia, cristiano
Co-fondatore della Russian Geographical Society e primo presidente della Russian Entomological Society, ha studiato lo sviluppo embrionale degli animali, scoprendo la blastula e la notocorda, mettendo le basi per l’embriologia comparata. Credente e cristiano.(Citazioni)

Michael Faraday, 1791, chimico e fisico cristiano
Ha contribuito ai campi dell’elettromagnetismo e dell’elettrochimica. Tra le sue invenzioni si conta anche il becco di Bunsen. Famose le leggi di Faraday dell’elettrochimica e l’effetto Faraday. Infine sono a lui dedicati la misura della capacità, il farad, e un cratere sulla Luna. Credente e protestante, alternava il lavoro scientifico con la predicazione del vangelo sulle strade inglesi.
(Citazioni)

Marshall Hall, 1790, fisiologo, cristiano
Il suo nome è legato alla teoria dell’arco riflesso mediato dal midollo spinale, a un metodo di rianimazione delle persone affogate e alla delucidazione della funzione dei vasi capillari. Attivista per l’abolizionismo della schiavitù, era un devoto cristiano.
(Citazioni)

Augustin-Louis Cauchy, 1789, matematico, padre dell’analisi matematica, cattolico
Considerato tra i padri dell’analisi matematica per la formulazione e dimostrazione rigorosa dei teoremi dell’ analisi infinitesimale, della teoria delle funzioni di variabile complessa e della teoria delle equazioni differenziali. Credente e cattolico
(Biografia | Citazioni)

David Brewster , 1781, fisico e inventore cristiano
Celebre scienziato, scoprì la legge della polarizzazione dei cristalli biassiali, delll’ottica dei minerali e della doppia rifrazione da compressione. Gli venne conferito il titolo di Dottore in Legge, nominato membro della Royal Society e riceve numerosi premi scientifici. Riscorpre nel 1815 il caleidoscopio e lo stereoscopio. Credente, di fervente carattere religioso protestante (vedi una sua biografia).
(Biografia | Citazioni)

Giovanni Inghirami, 1779, astronomo e religioso cattolico
Noto astronomo italiano, ottenne molti elogi nella costruzione di una sezione di un completo atlante astronomico commissionato dall’Accademia delle Scienze di Berlino. A lui è stata nominata una valle sulla Luna ed un cratere, il cratere Inghirami. Credente e religioso cattolico.

Carl Friedrich Gauss, 1777, matematico, astronomo e fisico, cristiano
Definito il più grande matematico della modernità e il “principe della matematica”, è ricordato tra i più importanti matematici della storia, avendo contribuito in modo decisivo all’analisi matematica, alla teoria dei numeri, al calcolo numerico, alla geometria differenziale, alla geodesia, al magnetismo e all’ottica. Profondamente religioso, credente e cristiano.
(Citazioni)

André-Marie Ampere, 1775, fisico e scopritore elettromagnetismo, cattolico
Viene generalmente accreditato come uno dei principali scopritori dell’elettromagnetismo. L’unità di misura della corrente elettrica, l’ampere, porta il suo nome. Credente e cattolico, difese più volte il suo credo.
(Biografia)

Georges Cuvier, 1779, naturalista, zoologo e padre della paleontologia, cristiano
Cuvier è stato una figura importante nella ricerca sulle scienze della natura all’inizio del XIX secolo ed è stato determinante nello stabilire i campi dell’anatomia comparata e della paleontologia attraverso il suo lavoro nel confronto degli animali viventi con i fossili. A volte indicato come il “padre della paleontologia”. Di fede luterana, frequentava regolarmente i servizi ecclesiastici, fu anche molto attivo nel fondare la Società Biblica Parigina nel 1818.
(“>Biografia)

John Dalton, 1766, chimico e fisico, fondatore chimica moderna, cristiano
Descrisse scientificamente il daltonismo ed è riconosciuto come l’inventore della chimica moderna. Fu educato come quacchero, aderendo a questo movimento religioso-filantropico. Visse in modesta povertà e si prestò per tutta la vita a consigliere della Chiesa protestante.
(“>Biografia1 e Biografia2)

Paolo Ruffini, 1765, matematico e medico cattolico
Il suo nome è legato al Teorema di Abel-Ruffini, dimostrazione parziale della irresolubilità algebrica delle equazioni di grado superiore al quarto, tramite la teoria dei gruppi, e alla regola di scomposizione dei polinomi.
Pubblicò la regola di Ruffini, un algoritmo per effettuare la divisione di un polinomio in una variabile per un binomio di primo grado nella stessa variabile. In campo filosofico, cercò di dimostrare l’immaterialità dell’anima, cattolico, venne nominato socio dell’Accademia di Religione Cattolica di Roma.

Edward Jenner, 1749, medico, inventore del vaccino contro il vaiolo è definito il padre dell’Immunologia, cristiano
Oltre al vaccino contro il vaiolo si dedicò agli studi delle mongolfiere, del tartaro emetico e del cuculo, per quest’ultimo fu anche nominato membro della Royal Society nel 1789. Era un devoto cristiano e lettore della Bibbia, nella sua corrispondenza personale emerge un profilo molto spirituale.

Giuseppe Calandrelli, 1749, astronomo, matematico e religioso, cattolico
Direttore dell’Accademia di Fisica e fondatore a Roma della scuola di astronomia. Perfezionò il settore zenitale di nove piedi e determinò con grande precisione la latitudine della specola. Gli è stato dedicato un asteroide. Credente e religioso cattolico.

Giuseppe Piazzi, 1746, astronomo e religioso, cattolico
Direttore Generale degli Osservatori di Napoli e Palermo. Scopritore dell’asteroide Ceres. Oltre a innumerevoli dediche, recentemente gli è stato dedicato un nuovo osservatorio astronomico in Valtellina. Credente e religioso cattolico.

Jean-Baptiste Lamarck, 1744, zoologo deista
Naturalista e zoologo, è padre del termine “biologia” ed elaborò la prima teoria dell’evoluzione degli organismi viventi basata sull’adattamento e sulla ereditarietà dei caratteri acquisiti, conosciuta come lamarckismo. Deista.
(Biografia)

Antoine Lavoisier, 1743, chimico e padre della Chimica, cattolico
Considerato il padre della chimica moderna. Enunciò la prima versione della legge di conservazione della massa, riconobbe e battezzò l’ossigeno e aiutò a riformare la nomenclatura chimica. Credente e cattolico.

Alessandro Volta, 1745, fisico e inventore, cattolico
È conosciuto soprattutto per l’invenzione della pila elettrica e l’unità di misura del potenziale elettrico venne chiamata “volt” in suo onore. Credente e cattolico frequentava la Santa Messa e recitava il rosario quotidianamente, insegnava la dottrina cattolica ai ragazzi.
(Biografia | Citazioni)

Thomas Jefferson, 1743, filosofo, politico, scienziato e architetto, cristiano
È stato il terzo presidente degli Stati Uniti d’America ed è inoltre considerato uno dei padri fondatori della nazione. Intellettuale di grande spessore, fondò l’Università della Virginia. E’ ritenuto uno dei pionieri della archeologia statunitense, fu inoltre un appassionato biologo e inventore. Oltre al poligrafo, inventò un cifrario, noto come il Rullo di Jefferson. E’ anche ritenuto il padre fondatore dell’architettura americana. Credente e devoto cristiano anglicano.
(Biografia | Citazioni)

William Herschel , 1738, astronomo, fisico e musicista, scoprì Urano, cristiano
Grande astronomo tedesco, scoprì il pianeta Urano, riuscì a descrivere la struttura tridimensionale della Via Latte e scoprì i raggi infrarossi. Credente e cristiano protestante (vedi alcune citazioni e una sua biografia).
(Biografia | Citazioni)

Luigi Galvani , 1737, fisiologo, anatomista e religioso, scopritore elettricità biologica, cattolico
È ricordato oggi come lo scopritore dell’elettricità biologica e per diverse applicazioni dell’elettricità come la cella elettrochimica, il galvanometro e la galvanizzazione. Gli è stato dedicato un cratere lunare e un asteroide. Credente e cattolico era devoto terziario francescano.
(Biografia | Citazioni)

Joseph-Louis Lagrange, 1736, matematico e astronomo, cattolico
Unanimemente considerato uno tra i maggiori e più influenti matematici del XVIII secolo. La sua più importante opera è il testo “Mécanique analytique”. In campo matematico è ricordato per le sue attività in teoria dei numeri, lo sviluppo del calcolo delle variazioni, i fondamenti della meccanica razionale, per i risultati nel campo delle equazioni differenziali e per essere stato uno dei pionieri della teoria dei gruppi. Nel settore della astronomia condusse ricerche sui calcoli della librazione lunare e al moto dei pianeti. Credente e cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Joseph Priestley, 1733, chimico, teologo, filosofo, scopritore dell’ossigeno e cristiano.
Scoprì l’ossido di azoto, l’anidride solforosa, l’acido cloridrico e l’ammoniaca e soprattutto l’ossigeno ed è da alcuni ritenuto il più grande chimico di sempre. Da teologo ha sempre cercato di fondere l’illuminismo razionalista con il teismo cristiano.
(Biografia | Citazioni)

Lazzaro Spallanzani, 1729, biologo e religioso, fondatore biologia moderna, cattolico
Considerato il “padre scientifico” della fecondazione artificiale e uno dei padri della biologia moderna. Fondamentali furono anche le sue ricerche sulla gastroenterologia. Gli è stato dedicato un cratere sul pianeta Marte. Credente e gesuita cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Paolo Frisi, 1728, matematico, astronomo e religioso, cattolico.
Figura preminente della matematica e delle scienze nell’Italia del suo tempo, noto soprattutto per i suoi lavori di idraulica. Inventò il parafulmine e spiegò l’elettricità e la luce con le vibrazioni dell’etere. Membro delle Accademie delle scienze di Parigi, Berlino, Stoccolma, Berna e Copenhagen, oltre che dell’Accademia Imperiale di San Pietroburgo e della Royal Society di Londra, nella quale entra come membro straniero. Nei suoi scritti esprime spesso l’amore di Dio, spiegando che la scienza è una grazia di Dio (vedi una sua biografia).
(Biografia | Citazioni)

John Michell, 1724, astronomo, geologo, fisico e religioso, cristiano.
Membro della Royal Society e professore di geologia, fu il primo a teorizzare l’esistenza dei buchi neri, a misurare la forza di gravità fra due corpi, a formulare la prima valutazione accurata della massa della Terra e della costante gravitazionale. E’ considerato “uno dei più grandi scienziati non celebrati di tutti i tempi”, in quanto pastore anglicano nel 1767 è stato nominato rettore della chiesa inglese di San Michele di Thornhill.
(Biografia | Citazioni)

Giuseppe Toaldo, 1719, astronomo, meteorologo e religioso, cattolico
Membro della Royal Society e di numerose accademie europee, pose le fondamenta della meteorologia come scienza autonoma. Studiò con particolare interesse l’elettricità atmosferica sviluppando l’installazione dei parafulmini. Gli è stato dedicato un asteroide. Credente e religioso cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Maria Gaetana Agnesi, 1718, matematica, cattolica
Importante matematica, il risultato più prestigioso fu il volume “Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana”, che fu considerato come la migliore introduzione ai lavori di Eulero. Fu la prima donna autrice di un libro di matematica e la prima a ottenere una cattedra universitaria di matematica. Le è stato dedicato un cratere di 42 km su Venere. Si ritirò dalla vita pubblica per dedicarsi completamente ai poveri. Credente e devota cattolica.

(Biografia | Citazioni)

Giovanni Battista Beccaria, 1716, fisico, astronomo e religioso, cattolico
Il principale fautore del rinnovamento scientifico dell’Ateneo torinese nel XVIII Secolo e uno dei più grandi studiosi dell’elettrologia. Classificò inoltre i corpi in base alle loro proprietà elettriche, e le scariche elettriche. Inventò il parafulmine e ricavò il valore della circonferenza terrestre. Credente e religioso cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Giuseppe Boscovich, 1711, astronomo, fisico, matemtaico, filosofo e religioso, cattolico
Fondatore dell’osservatorio astronomico di Brera, fu il primo a fornire una procedura per il calcolo dell’orbita di un pianeta e diede anche una procedura per determinare l’equatore di un pianeta. Inoltre formulò quella che oggi è chiamata ipotesi di Boscovich che è alla base della definizione fisica di corpo rigido. Credente, Cattolico e padre Gesuita.
(Biografia | Citazioni)

Albrecht von Haller, 1708, considerato il padre della fisiologia moderna, cristiano
Anatomista svizzero, fisiologo conosciuto come il padre della fisiologia moderna. Cristiano protestante, è stato coinvolto nella costruzione della chiesa riformata a Göttingen, e, come un uomo interessato a questioni religiose, ha scritto lettere apologetiche.
(Biografia)

Eulero, 1707, matematico e fisico, cristiano
È considerato il più importante matematico dell’Illuminismo. Ha fornito contributi storicamente cruciali in svariate aree: analisi infinitesimale, funzioni speciali, meccanica razionale, meccanica celeste, teoria dei numeri, teoria dei grafi. Eulero è stato senz’altro il più grande fornitore di “denominazioni matematiche” e di oggetti matematici. Diede importanti contributi anche alla fisica e in particolare alla meccanica classica e celeste. Inoltre determinò le orbite di molte comete. Buona parte della simbologia matematica tutt’ora in uso venne introdotta da Eulero. Diffuse l’uso della lettera π per indicare pi greco. Credente cristiano protestante, si dice che tutte le sere riuniva la numerosa famiglia e leggeva un capitolo della Bibbia.
(Biografia | (Citazioni)

Carl Nilsson Linnaeus (Linneo), 1707, medico e naturalista, padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, cristiano
Ha ideato il sistema di nomenclatura binomia, ovvero assegnando alle piante (e poi agli animali) due nomi: uno per il genere e uno per la specie ed è anche considerato come uno dei fondatori della moderna ecologia. Riteneva che la natura dimostrasse l’esistenza della provvidenza divina e sono note le sue numerose riflessioni teologiche. Cristiano luterano.
(Biografia | Citazioni)

Daniel Bernoulli, 1700, matematico, cristiano
Uno dei più importanti matematici della famiglia Bernoulli. E’ ricordato in particolar modo per le applicazioni della matematica alla meccanica, specialmente la fluidodinamica, e per il suo pionieristico lavoro sulla probabilità e la statistica. I lavori di Bernoulli sono ancora oggi studiati in molte ambienti scientifici in ogni parte del mondo. Credente e cristiano calvinista.
(Biografia)

Ramiro Rampinelli, 1697, matematico e monaco cattolico
Monaco degli Olivetani, la sua azione fu decisiva per la diffusione dell’analisi matematica, dell’algebra e della fisica matematica nelle migliori università d’Italia. Sul piano scientifico è uno dei più conosciuti studiosi della matematica infinitesimale del primo Settecento italiano. Monaco cattolico.

Stephen Hales, 1677, fisiologo, sacerdote cristiano
E’ stato sacerdote anglicano che ha portato importanti contributi a una varia gamma di settori scientifici, tra cui la botanica, chimica pneumatica e la fisiologia. Ha ricevuto la Medaglia Copley nel 1739, molto attivo nella Society for the Promotion of Christian Knowledge.
(Biografia)

Herman Boerhaave, 1668, medico, fondatore dell’insegnamento clinico e del moderno ospedale, cristiano
Medico e botanico, il suo principale risultato fu la dimostrazione della relazione tra sintomi e lesioni e divenne il primo a isolare l’urea dalle urine. Devoto cristiano, ha scritto spesso di Dio nelle sue opere, una raccolta dei suoi pensieri religiosi nella medicina è intitolata Boerhaaveìs Orations (Brill Archive 1983)
(Biografia)

Johann Bernoulli, 1667, matematico, inventore calcolo esponenziale, cristiano
Considerato l’inventore del calcolo delle variazioni e del calcolo esponenziale. Contribuì alla geometria differenziale e fu maestro di Eulero. Credente, cristiano calvinista.
(Biografia | Citazioni)

Giovanni Girolamo Saccheri, 1667, matematico e religioso, padre geometrie non euclidee, cattolico.
È considerato il padre delle geometrie non euclidee. Credente, Cattolico e padre Gesuita.
(Biografia | Citazioni)

Gottfried Leibniz, 1646, filosofo, matematico, fondatore del calcolo infinitesimale, cristiano
A lui si deve il termine “funzione”, costruì la prima calcolatrice meccanica in grado di moltiplicare e dividere, viene generalmente accreditato come uno dei maggiori contribuenti allo sviluppo del calcolo infinitesimale moderno, e integrale. Leibniz era un luterano e si propone la riunificazione delle Chiese cristiane.
(Biografia | Citazioni)

Isaac Newton 1643, Matematico e fisico deista, Padre della legge di gravitazione universale
E’ considerato una delle più grandi menti di tutti i tempi, descrisse la legge di gravitazione universale e, attraverso le sue leggi del moto, creò i fondamenti per la meccanica classica. Deista, credeva in un Dio creatore immobile e trascendente dell’universo. Considerava Dio come un demiurgo, un “orologiaio” dell’Universo, essere impalpabile che lo aveva messo in moto. Vedeva come prova dell’esistenza di questo Essere la complessità dei moti planetari (qui vedi alcune sue citazioni)
(Biografia | Citazioni)

Niccolò Stenone, 1638, geologo, anatomista e religioso, fondatore della geologia, cattolico
E’ considerato per i suoi studi il padre della geologia, della stratigrafia e della cristallografia, studiò approfonditamente il cuore e lo individuò per la prima volta come un muscolo, scoprì la funzione delle ovaie e delle tube uterine. Originariamente luterano, si convertì al cattolicesimo e fu ordinato vescovo.
(Biografia | Citazioni)

Christiaan Huygens, 1629, matematico, astronomo e fisico cristiano
Fra i protagonisti della rivoluzione scientifica. Fu il primo membro onorario straniero della Royal Societ, con un telescopio di propria fabbricazione scoprì la luna di Saturno e di Titano, sservò la Nebulosa di Orione, migliorò notevolmente gli strumenti astronomici, scrisse il primo libro sulla teoria delle probabilità ed è considerato uno dei fondatori della disciplina del calcolo delle probabilità. Gli è stato dedicato un asteroide, 2801 Huygens, un cratere su Marte e un monte sulla Luna. Credente e cristiano protestante.
(Citazioni)

John Ray, 1627, naturalista e religioso, padre della storia naturale inglese, cristiano.
Ha pubblicato importanti lavori di botanica, zoologia e teologia naturale. La sua classificazione delle piante nella sua Historia Plantarum, è stato un importante passo verso la moderna tassonomia. Prese gli ordini sacri il 23/12/1666, credente e cristiano.
(Citazioni)

Robert Boyle , 1627, chimico e fisico, fondatore della chimica moderna, cristiano
Boyle contribuì in maniera decisiva allo sviluppo della scienza e scrisse il primo libro di chimica. È rimasta famosa la sua legge sui gas, scoprì i rapporti tra aria, combustione e respirazione e studiò l’effetto dell’aria sulla propagazione del suono. Credente e cristiano anglicano.
(Biografia | Citazioni)

Blaise Pascal, 1623, matematico e teologo, fondatore dell’idrostatica, dell’idrodinamica e della Teoria delle probabilità, cattolico
Contribuì in modo significativo alla costruzione di calcolatori meccanici e allo studio dei fluidi. Ha chiarito i concetti di pressione e di vuoto e scrisse importanti testi sul metodo scientifico. Lavorò sulla teoria delle probabilità influenzando fortemente le moderne teorie economiche e le scienze sociali. Nel 1654 si dedicò alle riflessioni religiose e filosofiche. Famosi sono i suoi teoremi. Credente e inizialmente cattolico, abbracciò il cristianesimo giansenista.
(Biografia | Citazioni)

Athanasius Kircher, 1602, filosofo, storico e religioso, fondatore egittologia, cattolico
E’ considerato un gigante tra gli studiosi del XVII secolo, è il fondatore dell’Egittologia poiché fu il più celebre “decifratore” di geroglifici del suo tempo stabilendo il legame corretto tra la lingua egizia antica e il copto. Credente, cattolico e padre Gesuita.
(Citazioni)

Giovanni Riccioli , 1598, astronomo e religioso cattolico
Celebre scienziato, ha elaborato un proprio sistema del mondo, ha compilato un catalogo stellare, osservato una stella doppia, notato le bande colorate parallele passanti per l’equatore di Giove, ha sviluppato un dispositivo di livellamento ed ha pubblicato un lavoro sulla traversata geografica, ha sviluppato un metodo per misurare il diametro del Sole, ha perfezionato il pendolo come strumento per misurare il tempo e ha pubblicato le tabelle della latitudine e della longitudine per tantissime località. Credente e gesuita cattolico, gli è stato dedicato il cratere lunare Riccioli.
(Biografia | Citazioni)

Giovan Battista Odierna, 1597, architetto, astronomo e religioso cattolico
Tra i più importanti astronomi dell’epoca. Fece la prima catalogazione sistematica degli oggetti celesti non stellari e scoprì l’ammasso M47 nel 1654. Progettò e realizzò la città di Palma di Montechiaro. Gli è stato dedicato l’asteroide 1990 SE5. Credente e religioso cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Cartesio, 1596, filosofo e matematico, padre della matematica moderna, cattolico
E’ritenuto fondatore della filosofia moderna e padre della matematica moderna e uno dei più grandi e influenti pensatori nella storia dell’umanità. Estese la concezione razionalistica della conoscenza a ogni aspetto del sapere, dando vita a quello che oggi è conosciuto con il nome di razionalismo continentale. Educato dai gesuiti, le sue Meditationes de prima philosophia (1641) si ispiravano agli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola. Credente e dichiarato cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Giulio Alenio 1582, astronomo, geografo, matematico e religioso cattolico
Diffuse nel mondo cinese conoscenze astronomiche e matematiche occidentali. È autore di un mappamondo, mappa completa di tutte le Nazioni. Dai cinesi è conosciuto come il Confucio dell’Occidente. Credente, missionario e religioso cattolico.
(Biografia | Citazioni)

William Harvey, 1578, medico, fondatore medicina e fisiologia moderna, cristiano
E’ stato il primo a descrivere completamente e nel dettaglio la circolazione sistemica e le proprietà del sangue. Credente e cristiano.
(Citazioni)

Benedetto Castelli, 1577, Matematico, fisico e religioso cattolico, Fondatore dell’idraulica
Fu tra i primi a divulgare le scoperte astronomiche esposte da Galilei, matematico insigne, è considerato il fondatore dell’idraulica. Credente e monaco cattolico
(Biografia | Citazioni)

Giovanni Keplero, 1571, Astronomo e matematico cristiano
Uno dei più grandi astronomi di tutti i tempi, rivelò le leggi che regolano il movimento dei pianeti e che sono chiamate, appunto, leggi di Keplero. Credente e devoto cristiano luterano (vedi alcune sue citazioni).
(Biografia | Citazioni)

Galileo Galilei , 1564, fisico, astronomo e matematico cattolico, padre scienza moderna
Il padre della scienza moderna, rivoluzionò l’astronomia, perfezionò il telescopio e introdusse il metodo scientifico. Sia prima che dopo le accuse errate della Chiesa si dimostrò sincero credente e cattolico (vedi alcune sue citazioni)
(Biografia | Citazioni)

Xu Guangqi , 1562, scienziato dell’agricoltura, astronomo e matematico cattolico
Introdusse i suoi connazionali cinesi a nuovi concetti di matematica e di logica, è stato nominato dall’imperatore cinese come il leader della riforma cinese. Autore di uno dei primi trattati globali in materia di agricoltura riforma il calendario cinese. Credente e cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Ilario Altobelli , 1560, astronomo e sacerdote cattolico
Ordinato sacerdote nel 1585, fu rettore e professore di matematica dello Studio di Verona: di qui, fu tra i primi a osservare, il 9 ottobre 1604, la stella – poi chiamata SN 1604 o Supernova di Keplero – della quale informò il Galilei, allora insegnante a Padova, che sul fenomeno tenne tre lezioni: la posizione della stella pareva contraddire le ipotesi cosmologiche correnti del sistema tolemaico, ponendosi fuori dell’ottava sfera.
(Biografia | Citazioni)

Matteo Ricci , 1552, Matematico, cartografo e religioso cattolico
E’ riconosciuto come uno dei più grandi missionari della Cina. Ricevette il titolo onorifico di Studioso confuciano del grande Occidente da parte dei cinesi. Introdusse presso i cinesi la scienza occidentale e il pensiero greco. Tradusse in cinese il Manuale di Epitteto, e gli Elementi di Euclide. Realizzò un atlante mondiale in cinese, e introdusse in Europa molti aspetti della civiltà cinese. Credente missionario e religioso cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Giovanni Nepero , 1550, Matematico, astronomo e fisico cristiano, Inventò il logaritmo naturale
Celebre per l’invenzione del logaritmo naturale, dei bastoncini (o ossi) di Nepero e anche per aver sostenuto l’uso delle frazioni decimali e del punto come separatore decimale. Credente di credo protestante.
(Biografia | Citazioni)

Tycho Brahe, 1546, Astronomo cristiano
Maestro di Keplero, fu la sua grande autorità che favorì l’abbandono del sistema Tolemaico. Sue osservazioni sulle comete permisero di sfatare l’ipotesi delle sfere celesti solide e raggiunsero un’accuratezza impareggiabile per i suoi tempi. Credente, luterano, riteneva che la sapienza legislativa di Dio operasse in modo libero sui movimenti celesti.
(Biografia | Citazioni)

Cristoforo Clavio , 1538, Matematico, astronomo e religioso cattolico
Noto soprattutto per il suo contributo alla definizione del calendario gregoriano. All’inizio del XVII secolo è uno dei più autorevoli astronomi e Galileo gli fa visita per discutere con lui le osservazioni eseguite con il telescopio. E’ a lui dedicato uno dei maggiori crateri lunari. Credente e religioso cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Ulisse Aldrovandi, 1522, naturalista e padre della Geologia, cattolico
E’ stato un naturalista, botanico ed entomologo italiano, realizzatore di uno dei primi musei di storia naturale, studioso delle diversità del mondo vivente, esploratore che, negli ultimi decenni del Cinquecento e fino ai primi del Seicento, si impose come una delle maggiori figure della scienza, nonché guida e riferimento per i naturalisti italiani contemporanei. Coniò nel 1603 il termine geologia. Cattolico, fu anche un viaggiatore instancabile, che fosse per i suoi pellegrinaggi verso Loreto o Santiago, o per raccogliere materiale interessante. Fu il primo europeo a progettare un viaggio scientifico in America, ma nel contempo si occupò di teologia, liturgia, Sindone, arte (al punto da assoldare vari pittori al servizio suo e della scienza).
(Biografia)

Ambroise Paré, 1509, medico e chirurgo cattolico, Fondatore chirurgia
Considerato il padre della chirurgia moderna, va a lui il merito di aver introdotto la legatura dei vasi in seguito alle amputazioni. Non vi è alcuna prova che fosse Ugonotto e che fosse perseguitato dai cristiani. Invece fu di fede cattolica e battezzò così i suoi figli (vedi una sua biografia, voce nella Catholic Encyclopedia e Bookrags.com| Citazioni).

 

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3. SCIENZIATI CREDENTI IN ETA’ MEDIEVALE.

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Niccolò Copernico, 1473, astronomo e religioso cattolico
Rivoluzionò l’astronomia col modello eliocentrico e prese gli ordini minori della Chiesa Cattolica.
(Biografia | Citazioni)

Amerigo Vespucci , 1454, navigatore, esploratore e religioso cattolico
Fu tra i primi e più importanti esploratori del Nuovo Mondo, tanto da lasciare il suo nome al continente. Inventò il metodo di calcolo longitudinale con la distanza lunare. Credente, fu terziario francescano.
(Biografia | Citazioni)

Leonardo da Vinci , 1452, artista, scienziato e pittore agnostico-cristiano
Egli è ampiamente considerato uno dei più grandi artisti di tutti i tempi e forse la persona più talentuosa che abbia mai vissuto. La portata e la profondità dei suoi interessi sono stati senza precedenti. Ha vissuto da agnostico per tutta la vita, ma raffigurando miriadi di opere religiose. Si convertì al cristianesimo negli ultimi anni.
(Biografia | Citazioni)

Nicola d’Oresme, 1323, matematico, fisico, astronomo, economista, filosofo, psicologo, musicologo e religioso cattolico
Fu uno dei più famosi e influenti pensatori del XIV secolo e uno dei principali fondatori e divulgatori delle scienze moderne. Credente e vescovo cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Roberto Grossatesta, 1175, scienziato, statista, teologo e religioso cattolico
Giudicato come il vero fondatore della tradizione del pensiero scientifico nella Oxford medioevale, per aver delineato l’intelaiatura del corretto metodo scientifico e per l’idea della subordinazione delle scienze, e della tradizione intellettuale della moderna Inghilterra. Credente e vescovo cattolico.
(Biografia | Citazioni)

Ildegarda di Bingen, 1098, naturalista, scrittrice, musicista, cosmologa, linguista e religiosa cattolica
E’ considerata la prima naturalista della storia per i suoi completi ed esaustivi studi di botanica, includenti l’uso curativo delle erbe. Credente e religiosa cattolica.
(Biografia | Citazioni)

 

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3. SCIENZIATI CREDENTI IN ETA’ ANTICA.

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Claudio Tolomeo, 100, astrologo, astronomo e geografo cristiano
Considerato uno dei padri della geografia, fu autore di importanti opere scientifiche, la principale delle quali è il trattato astronomico noto come Almagesto che fu una delle opere più influenti dell’antichità. Formulò un modello geocentrico del sistema solare che rimase riferimento per tutto il mondo occidentale e arabo fino all’eliocentrismo di Copernico. L’opera “Geografia” contiene un’esposizione delle basi teoriche della geografia matematica e le coordinate di 8000 diverse località. Credente e gnostico cristiano.
(Biografia | Citazioni)

 

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Fede e Scienza

Chiariamo subito una cosa: esistono molti scienziati che hanno trovato conferma della loro fede in Dio grazie alla scienza e ne esistono altrettanti che hanno approfondito il loro ateismo a causa di essa. Questo perché Dio non è un dato scientifico e la scienza non è in condizioni di provare la verità o la falsità di proposizioni metafisiche e teologiche (e viceversa). Non esistono e non possono esistere prove scientifiche di Dio, come non può sussistere un ateismo scientifico. Semmai è possibile, appunto, che alcuni aspetti che emergono dallo studio della realtà fisica confermino o meno, una propria posizione esistenziale già preventivamente decisa.Eppure ancora oggi sono presenti nel mondo scientifico delle posizioni estremiste, decisamente illuministiche, scientiste e antireligiose (le quali oggi hanno come maggior promotore lo zoologo ateo Richard Dawkins), che hanno avuto l’unico risultato di generare, per reazione, il movimento americano definito “creazionismo“, un’ipotesi non scientifica che non si limita a mettere giustamente in dubbio il riduzionismo di certa mentalità scientista, ma propone una visione -definita dal filosofo della scienza cattolico Stanley Jaki- «lacunosa e minata alla radice perché richiede che l’intelligenza che guida e dirige la realtà possa essere misurata e osservata» (S. Jaki, Disegno Intelligente?, Fede e Cultura 2007, p. 31).



Il rapporto tra scienza e fede.

La scienza moderna ha origine in occidente, innanzitutto nel mondo greco. Ma il metodo scientifico vero e proprio è nato in seno al cristianesimo, da uomini che credevano nel Dio cristiano, inteso come Logos, creatore di un cosmo intelleggibile, studiabile, indagabile dalla ragione umana (e non un come un “grande animale divino”, promosso da greci e neoplatonici), in quanto esseri creati a Sua immagine e somiglianza. L’astrologia e l’alchimia sono presenti in tutti i paesi del mondo, ma solo nell’Europa cristiana divengono astronomia e chimica. Nonostante tutto questo, dall’Illuminismo in poi si è cominciato a sostenere che scienza e fede non possano che essere incompatibili, originando spesso, in sistemi totalitari (pensiamo ai regimi ateocomunisti del ‘900), tentativi di sdradicare la religione eliminando magari materialmente chi la professa.

Ancora oggi, come si è detto, sopravvivono alcune posizioni più radicali. Sono sostenute da uomini di scienza -i più famosi sono il già citato Dawkins, Daniel Dennet, Peter Atkins e il loro imitatore italiano Piergiorgio Odifreddi- che tentano di piegare ipotesi scientifiche a conclusioni teologiche, filosofiche ed esistenziali. Il celebre evoluzionista Stephen Jay Gould li ha accusati di “fanatismo scientifico”, mentre il famoso matematico e cosmologo Hermann Bondi li ha definiti “degli esserini ridicoli” (aggiungendo «sempre che non mi salga la pressione e vada fuori dai gangheri» (da Stannard, La scienza e i miracoli, p. 220). Molti altri si dissociano apertamente, come il divulgatore scientifico all’Imperial College e direttore dello Science Museum di Londra, John Durant, che ha confessato recentemente «una certa inquietudine quando vedo questo manipolo di scienziati attaccare la religione. Sembra che lo facciano a nome della scienza, o con le sue credenziali. Di fronte a questo atteggiamento mi sento a disagio e come me lo sono molti altri scienziati».

In realtà, a livello accademico c’è un atteggiamento sempre più positivo riguardo ai rapporti tra scienza e religione. Lo testimoniano i sempre più diffusi corsi accademici che trattano di questo argomento, come quello istituito nel 2005 alla Cambridge University e affidato a Fraser Watts, oppure la fondazione del Center for Theology and the Natural Sciences da parte di Bob Russell in California, l’istituzione dell’Institute for Science and Religion diretto da Phil Hefner a Chicago ecc…



Che cos’è la fede.

La fede è un metodo di conoscenza della realtà. La ragione umana ha a disposizione diverse metodologie per rapportarsi con il reale e uno di questi è appunto la fede. Possiamo dire che è il metodo statisticamente più utilizzato dall’uomo. La fede è una convinzione che si ritiene meriti fiducia anche se non suffragata da riscontri pienamente fattuali, senza però essere mai in contrasto con la ragione perché altrimenti bisognerebbe parlare di irragionevolezza o patologia. Tutti i rapporti interpersonali sono basati sul metodo della fede: il bambino non può dimostrare “scientificamente” che sua madre gli voglia veramente bene (e magari non stia fingendo). Da determinati segni arriva con certezza a fidarsi. E’ una certezza morale, una convinzione, una fede pienamente ragionevole. L’unica condizione per potersi “fidare” è che il testimone sia una persona attendibile. Anche la scienza paradossalmente avanza per atti di fede, dato che il ricercatore è costretto a fidarsi dei risultati di chi lo ha preceduto, dato che sarebbe umanamente impossibile rifare ogni volta da capo tutti i calcoli per verificarne personalmente la correttezza. La fede quindi possiamo definirla come la conoscenza della realtà attraverso la testimonianza di un altro, che chiamiamo appunto “testimone”.

Che cos’è la scienza.

La scienza è un altro metodo di conoscenza utilizzato dalla ragione umana. E’ riservato a pochi ed è utilizzato molto più raramente. Tutti coloro che non utilizzano il metodo scientifico devono comunque “fidarsi” di chi lo ha utilizzato, per conoscere la realtà. La scienza nasce come applicazione di essa a dati acquisiti mediante l’osservazione sistematica della natura e l’intervento attivo dell’uomo volto a costruire esperimenti utili a verificare le proprie teorie o intepretazioni dei fenomeni naturali. La scienza si esprime, da Galileo in poi, con il linguaggio matematico e spesso raggiunge risultati soltanto temporaneamente veri.

Cosa hanno in comune fede e scienza?.

1) Non verificabilità. Innanzitutto sfatiamo il mito che vuole veder prevalere il metodo di conoscenza della scienza perché tratta di verità dimostrabili, al contrario di quello della fede. Abbiamo già visto come una cosa non dimostrabile (il genuino bene della madre verso il figlio, o il racconto da parte della fidanzata di un fatto a cui non abbiamo assistito personalmente), possa avere la stessa certezza di esistere di una verità dimostrabile. Abbiamo anche visto come il progresso scientifico si propaghi per continui atti di fede. Ma occorre dire che anche nel mondo scientifico e in particolare in quello matematico, esistono verità non dimostrabili. Prendiamo per esempio i due teoremi dimostrati da Kurt Gödel nel 1930, i quali dicono che in qualsiasi sistema assiomatico che includa la teoria elementare dei numeri naturali, esistono necessariamente delle proposizioni vere ma non dimostrabili per vere, o false ma non dimostrabili per false. Un altro esempio è lo studio del “piccolissimo”: i fisici teorici quando si accingono allo studio delle particelle, tendono a proporre soluzioni che, a partire da fatti noti (molto pochi), vengono dedotte logicamente da un qualche gruppo di assiomi, coerenti fra loro ma non dimostrati. Sono piccolo esempi (non abbiamo volontariamente accennato alla teoria del multiverso, alla questione extraterrestri e all’ampio uso del dogmatismo scientifico per non allungare il discorso) per dire che ogni conoscenza scientifica -esprimendosi con il linguaggio logico-matematico- non è in grado di provare tutte le implicazioni dei suoi presupposti, per quanto verificabili caso per caso.

2) Due espressioni intrecciate. Sia la ricerca scientifica che la ricerca di Dio sono espressioni profonde della nostra realtà di esseri umani. Osservando chi vive in prima persona l’avventura della ricerca, a cominciare dai più grandi protagonisti, ci si accorge che nel ricercatore tutta la persona è chiamata in causa. Non esiste una separazione tra scienziato e uomo, non esiste una neutralità. Nell’azione scientifica si intrecciano inevitabilmente i rapporti umani, la responsabilità sociale, il desiderio, l’imprevisto, la disperazione, l’errore, la fede ecc…

3) Stesso obiettivo, due strade diverse. Che cos’è la curiosità dello scienziato, la conoscenza scientifica se non una manifestazione di quella inguaribile tendenza dell’essere umano a domandarsi il perché delle cose, mai sazio di risposte parziali. Il rapporto tra conoscenza scientifica e senso religioso, non è un ponte da gettare tra due sponde lontane. Piuttosto, la ricerca scientifica mostra di avere il suo seme e le sue radici profonde proprio nel terreno dell’esigenza umana di soddisfazione e di senso, il legame con la fede è la ricerca della verità. Perché i libri di cosmologia vendono tante copie? Forse perché ha una grande rilevanza pratica nella vita quotidiana? No, il fatto è che l’uomo è in continua ricerca di un significato, vogliamo comprendere noi stessi e il nostro posto nell’Universo. La scienza cerca di rispondervi descrivendo come è fatta la realtà, come si è originato l’Universo e come è nata la vita sulla Terra, mentre la religione risponde al perché esiste la realtà, perché è stato creato l’Universo, perché è nata la vita sulla Terra e perché l’uomo ha dentro di sè questa esigenza inestirpabile di risposta e di significato.

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Fede e psicologia: cosa dice la scienza?

Psicologia e fede. Cosa dice la scienza sulla relazione tra religione, fede ed il benessere psicofisico? Una vita attivamente religiosa e cristiana produce un miglioramento qualitativo dell’esistenza misurabile oggettivamente? In questa analisi abbiamo interrogato la letteratura scientifica sul tema.
[ultimo aggiornamento: marzo 2022]

 
 
 

Spesso di fronte ai numeri crescenti dei credenti nel mondo, si usa obiettare che sia meglio la “qualità” della “quantità”, sottintendendo che l’esistenza priva di religiosità sia più spensierata ed intellettualmente libera e più soddisfacente. Gli studi scientifici dimostrano invece il contrario, è l’uomo religioso a vivere una vita qualitativamente migliore dal punto di vista psicofisico.

Blaise Pascal avanzava questa scommessa: «Se Dio esiste, si ottiene la salvezza. Se ci sbagliamo, si è vissuta un’esistenza lieta rispetto alla consapevolezza di finire in polvere».

Gli studi qui raccolti amplificano questo assunto filosofico, mostrando che la vita cristiana (il 90% degli studi è svolto negli USA o comunque in aree di forte substrato cristiano) è realmente più “lieta”. Non risulta forse come una prova rilevante a favore del cristianesimo il fatto che esso rende gli uomini più felici, più sani, più liberi, più impegnati positivamente nel mondo?

Occorre però un’avvertenza: non bisogna cadere nel duplice errore.

Innanzitutto non si deve ridurre la religiosità ad un meccanismo di cui si vede e si cerca solo un automatico riscontro sulla salute. Gli stessi scienziati che affrontano questi studi spesso ribadiscono che la questione non è certo spiegabile completamente guardando gli effetti benefici di una vita religiosa (con tutte le sue conseguenze immanenti).

Il secondo errore è obiettare superficialmente che questi studi dimostrano l’effetto placebo della religione. Questa è una fallacia argomentativa che scambia un effetto con la causa: l’effetto placebo è un meccanismo ben identificabile e facilmente distinguibile dagli effetti benefici della fede sulla persona, come ha spiegato la psicologa Maria Beatrice Toro.

 
 
 

 
 

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FEDE E PSICOLOGIA, RASSEGNA DI RICERCE E STUDI SCIENTIFICI

 

  • NeL marzo 2022 Ilana M. Horwitz, professore di Studi ebraici e sociologia all’Università di Tulane ha pubblicato il libro God, Grades, and Graduation: Religion’s Surprising Impact on Academic Success (Oxford University Press 2022), recensito sul New York Times, raccogliendo le sue ricerche su 3.290 adolescenti dal 2003 al 2012 e collegandole ai dati pubblicati dal National Student Clearinghouse nel 2016. Ha quindi concluso che i ragazzi cristiani adolescenti provenienti da famiglie della classe operaia che partecipano regolarmente alla vita della chiesa, dimostrando una forte fede in Dio, hanno il doppio delle probabilità di conseguire la laurea rispetto ai loro coetanei moderatamente religiosi o non religiosi. È stato anche dimostrato che forti convinzioni religiose e coinvolgimento hanno allontanato dalla disperazione gli adolescenti della classe operaia.

 

  • Nel giugno 2021 su Scientific American il prof. David H. Rosmarin, docente all’Harvard Medical School, ha scritto che nell’ultimo anno, anche causa la pandemia da Covid-19, «l’incidenza dei disturbi mentali è aumentata del 50 percento, l’abuso di alcol e altre sostanze è aumentato e i giovani adulti avevano più del doppio delle probabilità di prendere seriamente in considerazione suicidio». Tuttavia, ha aggiunto, «l’unico gruppo che ha visto miglioramenti nella salute mentale durante l’ultimo anno è stato quello che ha frequentato le funzioni religiose almeno una volta alla settimana (virtualmente o di persona)». Lo stesso Rosmarin ha rivelato che «la mia ricerca ha dimostrato che la fede in Dio è associata a risultati di trattamento significativamente migliori per i pazienti psichiatrici acuti. E altri laboratori hanno mostrato una connessione tra il credo religioso e lo spessore della corteccia cerebrale, che può aiutare a proteggere dalla depressione. Naturalmente, la fede in Dio non è una prescrizione. Ma questi risultati convincenti giustificano un’ulteriore esplorazione scientifica e i pazienti in difficoltà dovrebbero certamente avere la possibilità di includere la spiritualità nel loro trattamento».

 

  • Nel maggio 2021 sul Journal for the Scientific Study of Religion si è voluto spiegare perché «centinaia di studi di psicologia e medicina hanno identificato che le persone religiose tendono ad avere tassi più bassi di malattie cardiache, risultati migliori dopo le operazioni chirurgiche e una vita più lunga». I ricercatori hanno scoperto che le persone religiose con una motivazione religiosa intrinseca più forte e una più forte motivazione religiosa estrinseca-personale, tendevano ad avere anche credenze spirituali più forti, che a loro volta erano associate ad un pensiero di livello superiore. Ad esempio, i partecipanti che erano d’accordo con affermazioni come “Ho spesso avuto un forte senso della presenza di Dio” (religiosità intrinseca) e “La preghiera è per la pace e la felicità” (religiosità estrinseca-personale) avevano maggiori probabilità di descrivere la lettura come “acquisire conoscenza”. Ma la religiosità estrinseco-sociale (“vado in chiesa principalmente perché mi piace vedere le persone che conosco”) non era correlata a questi schemi di pensiero ed, inoltre, tra i partecipanti non religiosi, non c’era alcun legame tra motivazioni religiose e modelli di pensiero di ordine superiore. «Il principale risultato di questo studio», hanno concluso i ricercatori, «è che le persone motivate a perseguire la religione o la spiritualità e integrarle pienamente nella loro vita tendono a pensare in modi più significativi. Cioè, le persone religiose e spirituali tendono a sperimentare modelli di pensiero che sono più organizzati e forniscono un senso di significato più profondo. Questo significato può essere una sorta di ancoraggio mentale durante i momenti di difficoltà».

 

  • Nel gennaio 2019 uno studio realizzato dal Pew Research Center, basato sui dati delle indagini svolte negli Stati Uniti e in molti altri paesi del mondo, ha riscontrato che i cristiani praticanti sono più felici dei non praticanti e dei non religiosi. Chi va a Messa è anche più impegnato nella carità e in comportamenti sani.

 

  • Nell’settembre 2018 sull’American Journal of Epidemiology i ricercatori hanno indicato che l’educazione religiosa aiuta notevolmente i giovani a superare le sfide sociali della vita e porta anche molti risultati positivi sulla salute e sul benessere nella giovane età adulta. Analizzando 5.000 adolescenti per oltre otto anni, l’indagine ha rilevato che coloro che frequentano regolarmente la parrocchia, almeno una volta alla settimana, avevano il 12% in meno di probabilità di soffrire di depressione, il 33% in meno di consumare droghe, il 18% in più di probabilità di riferire alti livelli di felicità e l’87% in più di probabilità di avere alti livelli di capacità di perdono rispetto a coloro che non frequentano mai le funzioni religiose. I giovani che pregavano frequentemente, inoltre (almeno una volta al giorno), sperimentavano il 30% in meno di probabilità di praticare sesso in giovane età, il 40% in meno di probabilità di contrarre una malattia a trasmissione sessuale, il 38% in più di impegnarsi in attività di volontariato ed il 47% in più di probabilità di percepire un forte senso di scopo nella vita. Tyler VanderWeele, ordinario di Epidemiologia ad Harvard School of Medicine, ha dichiarato: «Il nostro studio mostra che l’educazione religiosa è un beneficio positivo per molti comportamenti salutari e per il benessere psicologico».

 

 

  • Nel marzo 2018 una ricerca della Stanford Graduate School of Education (GSE), intitolata The Abider-Avoider Achievement Gap: The Association Between GPA and Religiosity in Public Schools, ha rilevato che gli gli studenti delle scuole medie e superiori (13 e 17 anni) che frequentano regolarmente i servizi religiosi hanno un miglior rendimento scolastico rispetto a coloro che sono sono religiosamente disimpegnati. L’indagine è stata presentata sul sito web della Stanford University, nella quale si legge: «La metà degli adolescenti americani riferisce che la fede religiosa è “molto” o “estremamente” significativa per loro, e uno su tre adolescenti prega almeno una volta al giorno. “Essere religiosi aiuta gli adolescenti delle scuole medie e superiori perché sono maggiormente propensi all’obbedienza ed al rispetto e sperimentano un maggior autocontrollo“, ha detto Ilana Horwitz, autrice dello studio. “Chi è attivo religiosamente ha molte più probabilità di esprimere coscienza e predisposizione cooperativa rispetto a chi non lo è, i quali hanno invece maggiori probabilità di dimostrare ribellione e mancanza di autodisciplina. Inoltre, gli adolescenti che sono religiosi assumono meno alcool, fanno meno sesso e sono più attentamente controllati dai loro genitori”, ha detto Horwitz. “”Queste variabili hanno spiegato alcuni dei motivi per cui gli adolescenti religiosi vanno meglio a scuola”. “Sebbene sia noto che il rendimento scolastico è correlato al reddito, il mio studio suggerisce che il buon rendimento accademico è guidato anche da abitudini apprese attraverso l’adesione religiosa”». Tuttavia, lo studio non è riuscito a risolvere il dilemma, così esposto dall’autrice: «Durante l’adolescenza, la religione non è davvero una scelta”, ha detto. “I genitori scelgono ampiamente le preferenze religiose dei loro figli, quindi è improbabile che i bambini coscienziosi optino per la religione”».

 

 

 

  • Nel maggio 2016 sulla rivista dell’American Medical Association, la JAMA Internal Medicine, è stato pubblicato lo studio intitolato Association of Religious Service Attendance With Mortality Among Women, che ha guadagnato ampio risalto a livello internazionale, venendo ripreso anche dai principali organi di stampa. La ricerca è durata 20 anni, durante i quali sono state tenute sotto controllo le abitudini di 76mila infermiere, la maggior parte delle quali cattoliche e protestanti. I risultati hanno evidenziato che le donne che durante quegli anni avevano assistito a funzioni religiose più di una volta a settimana, avevano il 33% delle possibilità in meno di morire rispetto a chi non aveva frequentato la chiesa. La percentuale scendeva al 26% per coloro che avevano assistito a una funzione religiosa a settimana e a 13% per chi invece lo aveva fatto meno di una volta. Inoltre, chi frequentava maggiormente la chiesa è risultata avere più probabilità di smettere di fumare e meno probabilità di mostrare segni di depressione. «I nostri risultati non suggeriscono che gli operatori sanitari debbano prescrivere la partecipazione a funzioni religiose, ma coloro che già credono potrebbero essere incoraggiati a farlo», ha affermato Tyler Vander Weele, ricercatore della Harvard’s school of public health e coautore dello studio. L’effetto della partecipazione religiosa era più forte di quella di qualsiasi altra forma di partecipazione ad un gruppo sociale, come un club del libro o una organizzazione di volontariato. La spiegazione dei risultati che ha provato a dare il prof. Weele, è stata questa: «Forse influisce un senso di speranza e di fede, anche di fronte alla malattia. Una capacità di cercare e trovare un significato nell’esperienza della malattia, oppure il supporto ricevuto dalla comunità dei credenti, anche mentre si lotta con la malattia. Questa è la mia speculazione rispetto ai risultati, che sono sorprendenti».

 

 

  • Nel giugno 2016 su JAMA Internal Medicine è stato pubblicato uno studio intitolato Association of Religious Service Attendance With Mortality Among Women.. Secondo i risultati, le donne che frequentano un servizio religioso più di una volta alla settimana sono associate al 33% in meno per tutte le cause di mortalità rispetto alle donne che non avevano mai partecipato religiose (mortalità cardiovascolare e mortalità per cancro, in particolare). La presenza frequente alle funzioni religiose, è stato concluso, è risultata associata ad un rischio significativamente più basso alle malattie cardiovascolari e alla morte per cancro.

 

  • Nel maggio 2016 in un articolo divulgativo sono stati elencati diversi studi che dimostrano i benefici della preghiera sulla coppia, sui figli e sulla famiglia.

 

  • Nell’aprile 2016 sulla rivista Applied Research in Quality of Life, è stata pubblicata un’indagine scientifica in cui si dimostra che chi frequenta regolarmente la Chiesa è più soddisfatto della sua vita amorosa e sessuale, rispetto a chi non lo fa. Il beneficio dell’attivo coinvolgimento religioso con la positività della personale vita affettiva e sessuale, hanno scritto i ricercatori, «è in linea con precedenti studi che associano l’impegno religioso ad una migliore salute mentale, una maggiore soddisfazione di vita e migliori relazioni sessuali in generale».

 

 

  • Nel marzo 2016 un’indagine dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr), coordinata dal dott. Antonio Cerasa, neuroscienziato e docente di Psicologia delle comunicazioni presso l’Università degli Studi “Magna Graecia”, ha messo a confronto sacerdoti cattolici, credenti cattolici e non credenti, rilevando che i primi dimostrano di avere maggior stabilità emotiva, tassi maggiori di calorosità , onestà, altruismo e coscienziosità.

 

  • Nell’maggio 2015 sull’American Journal of Epidemiology è stato pubblicato uno studio che ha indagato gli effetti della partecipazione sociale negli anziani, rilevando un calo dei sintomi depressivi in chi partecipava maggiormente alle organizzazioni religiose e un aumento dei sintomi depressivi in chi partecipava maggiormente ad organizzazioni di tipo politico-sociale. E’ stato quindi concluso: «I nostri risultati suggeriscono che la partecipazione sociale è associata a sintomi depressivi, ma tutto dipende dal tipo di attività sociale. La partecipazione a organizzazioni religiose può offrire benefici per la salute mentale al di là di quelli offerti da altre forme di partecipazione sociale» (titolo dello studio: Social Participation and Depression in Old Age: A Fixed-Effects Analysis in 10 European Countries).

 

  • Nell’aprile 2015 su “Religions” uno studio patrocinato dal National Institute of Mental Health ha rilevato che chi viene educato e partecipa attivamente ad una vita religiosa avrà molte più probabilità di condurre una crescita estranea a dipendenze dall’alcool. La partecipazione attiva dell’esperienza religiosa, infatti, intesa non solo alle funzioni religiose ma anche nell’impegno in attività religiose o spirituali, influisce positivamente nel processo decisionale della vita dei soggetti, andando così a formare persone che rispettano il creato innanzitutto a partire da se stessi.

 

  • Nell’ottobre e dicembre 2014 sul Journal of Family Psychology sono apparsi diversi studi attraverso i quali si è dimostrato come la fede religiosa può arricchire i rapporti matrimoniali o di coppia, può rendere più soddisfatti e grati della vita e può influenzare positivamente la crescita, l’educazione e lo sviluppo dei bambini. Qui lo studio pubblicato in ottobre e quello di dicembre.

 

  • Nel settembre 2014 uno studio tedesco intitolato “Love Thy Neighbor: Religion and Prosocial Behavior” ha studiato i comportamenti della Germania Ovest e della Germania dell’Est rilevando che esiste una «associazione positiva tra l’affiliazione religiosa individuale e la partecipazione ad opere di volontariato, beneficenza, donazioni di sangue ed essere socialmente o politicamente attivi».

 

  • Nel dicembre 2013 sul Journal for the Scientific Study of Religion è stato pubblicato uno studio intitolato Religion and Volunteering Over the Adult Life Course. Gli studiosi hanno trovato che l’aumento della fede e della frequenza religiosa era correlata ad una maggiore probabilità di un impegno con il volontariato nel corso della vita adulta.

 

 

  • Nel luglio 2013 il “Family Research Council” ha riferito che diversi studi, in particolare uno dell’Università di Chicago, hanno rilevato una sessualità più piacevole e più frequente tra le persone sposate che frequentano la chiesa almeno una volta a settimana.

 

 

 

  • Nel settembre 2012 sul Journal of Adult Development è stato pubblicato lo studio intitolato Religion, Meaning in Life, and Change in Physical Functioning During Late Adulthood. Dopo un’analisi su un campione statisticamente sufficiente di anziani, i dati emersi hanno fornito supporto per le seguenti relazioni: (1) gli anziani che frequentano le funzioni religiose più spesso tendono a sviluppare un rapporto più stretto con Dio; (2) le persone anziane che hanno un rapporto più stretto con Dio sono più propense a fornire sostegno emotivo agli altri; (3) gli anziani che danno sostegno emotivo agli altri hanno più probabilità di avere un più forte senso della vita; e (4) gli individui più anziani che hanno un più profondo senso e significato della vita sono meno propensi a sperimentare un declino nel loro funzionamento fisico.

 

  • Nell’agosto 2012 in una recensione apparsa su “Scientific American”, a cura della psicologa Cynthia May, sono stati rilevati una serie di studi realizzati da Kevin Rounding a colleghi i quali hanno evidenziato come le persone religiose (studio realizzato in America, dunque si può parlare di “persone cristiane”) hanno un maggior auto-controllo e una miglior capacità di accettare il sacrificio.

 

  • Nel luglio 2012 è stata pubblicata la seconda edizione dell’“Handbook of Religion and Health” (Oxford University, 2012) curato dal massimo esperto mondiale del campo, lo psichiatra statunitense Harold Koenig. In questa monografia, come già accaduto per la prima edizione (2001), gli autori hanno svolto una meta-analisi giungendo a una conclusione netta: su circa 2.800 studi quantitativi che esaminano la relazione tra religione/spiritualità e benessere, pochi studi (4%) riportano una peggiore salute mentale o una minore salute fisica (8,5%), mentre la maggior parte degli studi (più di 1.800, circa 2/3) hanno trovato una relazione positiva tra religione/spiritualità e salute mentale e fisica. La netta maggioranza degli studi esaminati riguarda la fede cristiana.

 

  • Nel marzo 2012 una ricerca condotta da William Jeynes, docente di pedagogia presso la California State University e senior fellow presso l’Istituto Witherspoon, ha rilevato che il successo scolastico di bianchi, latinos e afroamericani risulta notevolmente condizionato dalla effettiva maturazione religiosa dei soggetti presi in esame. In pratica, gli studenti appartenenti a contesti sociali storicamente con più difficoltà in ordine alla riuscita negli studi, se conducono una vita di fede effettivamente vissuta in un contesto familiare ed ecclesiale stabile, riescono a ridurre considerevolmente il divario che li penalizza in termini di successo scolastico rispetto agli studenti bianchi.

 

  • Nel marzo 2012 una ricerca scientifica americana ha scoperto che gli americani che regolarmente partecipano alle funzioni religiose sono più felici di quelli che non lo fanno. L’effetto è particolarmente elevato la domenica quando chi si reca in chiesa vede aumentare il suo buon umore, mentre chi frequenta meno lo vede diminuire.

 

  • Il 23 febbraio 2012 sul blog della rivista “Times” sono stati analizzati i benefici della Quaresima per i credenti, in particolare nel migliorare l’autocontrollo.

 

  • Nel gennaio 2012, uno studio longitudinale sui figli di un campione di soggetti depressi e non depressi, realizzato da ricercatori del Department of Psychiatry and Behavioral Sciences del Duke University Medical Center, ha indagato sui legami della religione o spiritualità con l’insorgenza della depressione nel corso di una decina di anni, rilevando che gli individui che professavano la religione protestante o cattolica presentavano il 76% in meno di probabilità di avere un episodio di depressione rispetto a chi non aveva alcuna fede religiosa.

 

  • Nel dicembre 2011, la National Organization for Research presso l’University of Chicago ha stilato una sorta di classifica in cui sono state identificate le occupazioni che rendono più felici e quelle che invece, hanno il rendimento opposto. Lo studio, pubblicato sulla rivista Forbes, ha stabilito che il sacerdote è il mestiere che offre più soddisfazioni e rende più felice.

 

  • Nel novembre 2011, i ricercatori della Yeshiva University, guidati da Eliezer Schnall, professore associato di psicologia clinica, si sono concentrati sulle donne, verificando uno stretto legame tra ottimismo/felicità e la frequenza alle funzioni religiose. Coloro che partecipano ai servizi religiosi, infatti, risultano avere il ​​56% in più di probabilità di possedere una visione positiva e ottimistica della vita rispetto a quelli che non lo fanno. Inoltre, hanno il ​27% di probabilità in meno di essere depresse, dicono gli studiosi. La ricerca è pubblicata sull’ultimo numero di “Journal of Religion and Health” e il campione utilizzato è stato di 92.539 donne, in postmenopausa, provenienti da ambienti diversi e di età superiore ai 50 anni. Schnall ha però avvertito, correttamente, che non c’è un determinato principio di causalità tra l’andare in Chiesa e la felicità, potrebbe anche essere l’inverso, ovvero che le persone più positive scelgano di andare in Chiesa.

 

  • Nel novembre 2011 sulla rivista “Journal of Religion, Disability & Health”, i ricercatori dell’Università del Missouri hanno pubblicato uno studio i cui risultati confermano l’idea che «la religione possa aiutare ad attenuare le conseguenze negative derivanti da un male cronico». Lo studio ha evidenziato come la frequenza ad attività religiose e spirituali è associata ad una migliore salute mentale per le donne e mentale e fisica per gli uomini affetti da una malattia cronica o disabilità.

 

  • Nell’agosto 2011 i ricercatori del McLean Hospital, affiliato all’Università di Harvard, hanno concluso in seguito ad una ricerca che coloro che credono in un Dio benevolo, come cristiani ed ebrei, tendono a preoccuparsi meno ed essere più tolleranti verso le incertezze della vita. Lo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Psychology, è stato realizzato dal Dr. David H. Rosmarin del Dipartimento di Psichiatria dell’Harvard Medical School, ed è stato presentato durante la riunione annuale della prestigiosa American Psychological Association.

 

 

  • Nel luglio 2011 Byron Johnson, professore emerito di Scienze sociali presso la Baylor University, esperto del rapporto tra religiosità e criminalità, ha offerto il punto della letteratura scientifica su questo argomento dopo aver analizzato decine di studi e revisioni, concludendo: «Dai reati minori (furto, truffa, atti di vandalismo, ad esempio) a quelli più gravi (l’uso e spaccio di droga, rapine e atti di violenza), la letteratura scientifica conferma che la religiosità è un significativo e coerente antidoto al delinquere e al comportamento criminale».

 

  • Sempre nel giugno 2011 uno studio ha dimostrato che l’andare in chiesa è associato a differenze sostanziali nel modo in cui giovani uomini si comportano. L’autore, Byron R. Johnson, criminologo, docente di Scienze Sociali presso la Baylor University e membro del Consiglio di coordinamento per la Giustizia Minorile e Prevenzione della delinquenza ha pubblicato il libro “More God, less crime”, e dimostra come l’aumento della religiosità non solo riduce la criminalità e la delinquenza, ma promuove anche un sano comportamento sociale. Arriva così alla conclusione che la religione cristiana può essere un potente antidoto contro la criminalità. I dati mostrano che il “fattore fede” può diventare un potente catalizzatore per mobilitare gli sforzi per affrontare efficacemente i problemi cronici del sistema di giustizia penale americana. Nel libro sono raccolti tutti gli studi tra il 1944 e il 2010 che hanno misurato i possibili effetti della religione sulla criminalità, cioè circa 273. Il 90% di questi hanno mostrato che avere “più religiosità” porta a meno criminalità e solo il 2% ha trovato che la religione produce più criminalità (il restante 8% non ha trovato alcuna relazione).

 

  • Il 28 giugno 2011 su Rehabilitation Psychology sono stati pubblicati i risultati di uno studio, condotto dagli psicologi Brigid Waldron-Perrine e Lisa J. Rapport, che ha affrontato gli effetti della religione sulla riabilitazione dopo un trauma cranico. I ricercatori sono partiti dai risultati di precedenti ricerche, per le quali è evidente come «tra gli adulti in buona salute, la religione e la spiritualità hanno dimostrato una forte associazione con la soddisfazione della vita e migliori risultati di salute fisica e mentale», ha detto Waldron-Perrine. Hanno così sottoposto a test neuropsicologici 88 individui vittime di trauma cranico (quasi tutti cristiani), scoprendo che la maggior parte dei partecipanti che hanno riportato livelli più elevati di benessere religioso, aveva risultati migliori di riabilitazione emotiva e fisica. Hanno così concluso: «la religione può assumere anche un grande potere come risorsa psico-sociale».

 

  • Il 16 giugno 2011 durante le Giornate Pisane di Psichiatria e Psicofarmacologia Clinica è stato presentato uno studio sulle condizioni post-traumatiche degli abitanti de L’Aquila, a seguito del sisma del 6 aprile 2009. I ricercatori si sono basati sulle diverse reazioni umane a eventi traumatici di gravità estrema, esattamente come può essere un terremoto. «Dai risultati che abbiamo avuto dai test sulla spiritualità emerge che la fede riveste un grande ruolo protettivo nei confronti della psicopatologia», spiega la prof.ssa Dell’Osso, guida della prestigiosa Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa.

 

  • Il 24 maggio 2011 uno studio realizzato da Ali Ahmed della Linnaeus University e Osvaldo Salas della University of Gothenburg ha dimostrato che le persone tendono a comportarsi in modo migliore se sperimentano, o sono stati educate a pensieri religiosi. Hanno testato 224 studenti della Pontificia Universidad Católica de Valparaíso in Cile attraverso due classici esami per analizzare la “generosità” e “l’egoismo”, e cioè il Dictator Game e il Prisoner’s Dilemma. Il primo test misura il grado di “altruismo”, mentre il secondo valuta la capacità di cooperazione. Coloro che avevano ricevuto un’educazione religiosa tendevano ad essere più generosi e cooperativi, indipendentemente dal fatto che essi concepivano loro stessi come persone religiose.I ricercatori hanno proposto due possibili interpretazioni dei risultati: 1) Sentire la presenza di Dio stimola le persone a comportarsi bene. Se questo è vero, i non religiosi devono avere un qualche tipo di istinto sull’esistenza di Dio (magari dovuta dalla loro educazione o dalla loro biologia), indipendentemente dalle loro convinzioni coscienti. 2) L’educazione religiosa promuove comportamenti pro-sociali, e ciò rimane valido anche per chi non è più credente.

 

  • Il 25 aprile 2011 uno studio scientifico, intitolato “Health benefits of Christian faith”, ha indicato che coloro che credono in Dio vivono generalmente una vita più sana, ma possono anche più frequentemente vivere 14 anni in più. Lo hanno rilevato ricercatori inglesi del Christian Medical Fellowship (un ente che riunisce 4350 medici e ricercatori e 980 studenti di medicina) attraverso una metanalisi. L’81% degli studi pubblicati dimostra infatti che i cristiani affrontano meglio la malattia, recuperano più velocemente e sono maggiormente protetti da malattie future. I Drs. Bunn Alex e David Randall hanno dichiarato: «La ricerca pubblicata suggerisce che la fede è associata ad una maggiore durata della vita e a una vasta gamma di benefici per la salute. In particolare, la fede è associata ad una migliore salute mentale». L’analisi si è basata su più di 1.200 studi e 400 recensioni. Questi benefici sono riassumibili in: benessere psicofisico, felicità e soddisfazione di vita, speranza e ottimismo, scopo e significato nella vita, maggiore autostima, migliore adattamento al lutto, maggiore sostegno sociale e meno solitudine, tassi inferiori di depressione e più veloce recupero, tassi più bassi di suicidio, meno ansia, meno psicosi e meno tendenze psicotiche, tassi più bassi di alcol e droga, meno delinquenza e criminalità, maggiore e soddisfatta stabilità coniugale.

 

  • Il 14 marzo 2011 i risultati di una ricerca, apparsi sull’“Interdisciplinary Journal of Research on Religion”, dimostrano l’impatto che la riduzione della frequenza di partecipazione alla chiesa provoca sulla felicità nel mondo femmine degli Stati Uniti. E’ stata realizzata da G. Alexander Ross, docente dell’Institute for the Psychological Sciences in Virginia. Analizzando i dati raccolti dal General Social Survey durante gli anni 1972-2008, si è scoperto che buona parte della diminuzione di felicità tra le donne (maggiore rispetto agli uomini) in questo periodo è attribuibile al calo della frequenza alla chiesa. La ricerca ha anche dimostrato che le donne americane sono più propense degli uomini a partecipare regolarmente alle funzioni religiose. Diversi studi precendenti hanno osservato che frequentare la chiesa offre anche una protezione contro le tendenze anomiche ed egoistiche offerte dalla società moderna e permette un maggior contesto di benessere psico-fisico. E’ evidente che il cammino cristiano permetta all’uomo di acquisire un adeguato significato e scopo da dare alla vita, e questo non può che giovare alla persona nella sua interezza, aiutandola a valorizzare la vita e perfino a valutare positivamente anche gli stess che si incontrano (Stark and Smith, 2010). La vita della chiesa, l’amicizia tra i cristiani, permette anche di costruire forti e sopratutto sane relazioni sociali, inibendo l’isolamento sociale (Baumeister and Leary, 1995). Sicuramente -continua lo psicologo- ciò è amplificato proprio nel cristianesimo, dove il rapporto tra Dio e l’uomo è basato sull’amore e sul perdono. La direzione causale -ci tiene a suggerire- può però essere invertita. Per esempio, l’infelicità di un individuo o la depressione possono inibire il suo desiderio di impegnarsi socialmente o scoraggiare la presenza in chiesa. Sicuramente è un influenza bidirezionale. Il declino della felicità femminile negli ultimi tre decenni e mezzo, continua lo psicologo, è anche dovuto alla conseguenza del calo di una frequenza regolare in chiesa, indebolendo la concezione di un signfiicato e di un fine della propria vita, venendo così a mancare una prospettiva positiva e piena di speranza. Inoltre, i cambiamenti che la nostra società ha vissuto negli ultimi decenni, hanno avuto un impatto negativo sulla felicità delle donne e l’analisi conferma che chi frequenta la chiesa risulta essere meno sensibile a tale impatto. In particolare, le donne che andavano in chiesa meno di una volta all’anno hanno visualizzato un significativo calo di felicità nel corso degli ultimi tre decenni e mezzo.

 

 

  • Il 22 febbraio 2011 sull’“American Psychologist”, prestigiosa rivista dell’American Psychological Association (APA) è apparso uno studio di Roger Walsh, psicologo della University of California e dell’Irvine’s College of Medicine, il quale ha studiato gli effetti di quella che è chiamato il “Therapeutic Lifestyle Changes” o TLC (cioè il “cambiamento di vita terapeutico”). I disturbi mentali, compresa la depressione e l’ansia, possono essere curati e trattati anche con cambiamenti dello stile di vita, determinati anche per la guarigione di malattie come il diabete e l’obesità. Gli stili di vita presi in considerazione, associati a una maggior sanità psicofisica e alleati alla guerra verso la depressione e l’ansia, sono: l’esercizio fisico, una dieta ricche di verdure, frutta e pesce, il contatto con la natura, buone relazioni interpersonali e il coinvolgimento religioso e spirituale. Rispetto a quest’ultimo, lo psicologo afferma che «aiuta a ridurre l’ansia, la depressione e l’abuso di sostanze stupefacenti, promuovendo uno stato di benessere». Sopratutto se ci si concentra sull’amore, sul perdono e sull’altruismo, cioè un’estrema sintesi del messaggio cristiano. La raccomandazione che l’American Psychologist fa ai terapeuti, in seguito a questo studio, è di «imparare sempre più i benefici del TLC e dedicare più tempo a promuoverlo tra i pazienti».

 

  • Il 13 dicembre 2010 sulla “American Sociological Review” è apparso uno studio, intitolato Religion, Social Networks, and Life Satisfaction, secondo il quale la religione è proprio “l’ingrediente segreto” che rende le persone più felici. «Che ci sia uno stretto legame tra una vita soddisfacente e la vita religiosa è noto da tempo», hanno detto i ricercatori. Lim Chaeyoon, docente di sociologia presso l’Università del Wisconsin-Madison, ha continuato: «Il nostro studio offre una prova convincente che sono gli aspetti sociali della religione che conducono ad una vita soddisfacente. In particolare, siamo convinti che siano le amicizie costruite all’interno delle comunità religiose ad essere l’ingrediente segreto che rende la gente più felice».

 

  • Il 28 ottobre 2010 un’analisi sociologica ha mostrato che gli americani molto religiosi hanno livelli più elevati di benessere rispetto a chi è meno religioso e a chi non lo è affatto. L’analisi si è basata su oltre 550.000 interviste, condotte nel corso dell’ultimo anno dagli esperti del Gallup, noto centro di indagini statistiche americane. Sono stati valutati diversi fattori, che vanno dalla salute fisica ed emotiva all’auto-valutazione della vita, fino alle percezioni dell’ambiente di lavoro. «Questo studio non consente una determinazione precisa del perché di questi dati. E’ possibile che gli americani che hanno un maggiore benessere possono essere più inclini a scegliere di essere religiosi rispetto a quelli con minore benessere. E’ anche possibile che la relgiosità, intesa come vita attiva di fee e partecipazione ai servizi religiosi, a sua volta porti ad un maggiore livello di benessere personale», dice un esperto del Gallup, Frank Newport. Ha poi suggerito ironicamente: «Ora abbiamo la soluzione alla crisi sanitaria. Se siamo interessati a ridurre i costi di assistenza sanitaria in America, dobbiamo aumentare la prevalenza di religione».

 

  • Il 23 settembre 2010 uno studio sociologico dimostra come le persone che lasciano la religione hanno più probabilità di peggiorare loro salute psico-fisica rispetto a coloro che vi rimangono. A guidare la ricerca statistica è stato Christopher Scheitle, il quale commenta: «Abbiamo dimostrato un’associazione tra appartenenti ad un gruppo religioso e risultati positivi per la salute. Ci siamo interessati a cosa accadrebbe alla salute in caso di abbandono religioso». Circa il 40% dei membri utilizzati per lo studio statistico, prima di lasciare la religione, godevano di ottima salute. Tuttavia, solo il 20% è rimasto in buona salute dopo aver abbandonato la fede. I ricercatori hanno segnalato i loro risultati sull’ultimo numero del “Journal of Health Behavior and Social”.

 

  • Il 15 settembre 2010 uno studio dell’Università di Berna, pubblicato dal periodico specializzato “International Journal of Epidemiology”, ha rivelato che l’identikit dello svizzero che ha meno tendenza a togliersi la vita è cattolico, sposato e residente in Ticino. Lo studio ha incrociato i dati del censimento 2000, relativi a oltre tre milioni di persone di età compresa fra i 35 e i 94 anni, con le statistiche della mortalità fino al 2005. La scoperta principale è che la religione ha un ruolo importante: su 100mila abitanti il tasso di suicidio è del 39% per chi non ha una confessione, 29% per i protestanti e 20% per i cattolici. Secondo il gruppo di ricerca condotto da Matthias Egger la religione è un’importante forza sociale: si lasciano accompagnare alla morte cinque volte più uomini atei che cattolici (per le donne addirittura sette volte in più). Lo studio dell’istituto bernese mostra anche come il tasso di suicidi degli sposati sia la metà di quello di single, vedovi e divorziati. Non sono invece state scoperte differenze significative riguardo al livello formativo. Lo studio dunque conferma le ricerche effettuate nel 1897 dal sociologo francese Emile Durkheim, che aveva notato tassi di suicidio più elevati nei cantoni svizzeri protestanti rispetto a quelli cattolici. Egli aveva avanzato l’ipotesi che nelle comunità cattoliche la coesione sociale fosse migliore.

 

  • Il 31 agosto 2010 uno studio condotto dai ricercatori dall’University of the Negev (BGU) ha rivelato che le donne negli Stati Uniti sono generalmente più felici di partecipare ad una funzione religiosa di domenica piuttosto che andare a fare shopping. La pubblicazione dello studio è apparsa su rinomate riviste scientifiche e canali di divulgazione scientifica. La ricerca ha dimostra che le donne che scelgono attività secolari, come lo shopping, non sono più felici e che l’abrogazione delle “leggi blu”, che permettono ai negozi di restare aperti la domenica e incidono così sul livello di partecipazione alla Messa, ha diminuito la probabilità relativa di essere almeno “abbastanza felice” rispetto al “non felice” del 17% circa. Secondo il Dr. Danny Cohen-Zada del Dipartimento di Economia, «abbiamo scoperto che esistono prove dirette dell’effetto positivo che la partecipazione religiosa causa sulla felicità di una persona. Inoltre, una parte importante del declino della felicità delle donne nel corso degli ultimi tre decenni può essere spiegato dal declino della partecipazione religiosa». Continua l’esperto: «La gente sceglie lo shopping o guarda la televisione perché ciò fornisce una soddisfazione immediata. La soddisfazione dura per il momento in cui è consumata e non molto più tempo. La soddisfazione nel partecipare alla vita di chiesa, d’altro canto, non è immediata. Richiede invece la persistenza per un periodo di tempo». I ricercatori hanno analizzato i dati del General Social Survey (GSS) e hanno scelto gli intervistati che abitano negli stati in cui c’è stato un netto cambiamento, chiaro e significativo del divieto di attività di commercio al dettaglio la domenica (almeno 10 stati) o dove invece non vi è stato alcun cambiamento (sei stati). Sono stati intervistati cattolici e protestanti, poiché sono i più propensi ad andare in chiesa la domenica.

 

  • Il 5 agosto 2010 su “Psychological Science” sono apparsi i risultati di alcuni esperimenti di due psicologi dell’Università di Toronto, Michael Inzlicht e Alexa Tullett, i quali hanno registrato l’attività cerebrale di un gruppo di persone analizzando le onde cerebrali associate a un particolare tipo di stress, che insorge quando si commettono degli errori. Gli scienziati hanno così verificato che, quando i partecipanti al test pensavano a Dio o in generale alla religione, sia consciamente che inconsciamente, reagivano meglio all’errore. Al contrario, negli atei, indotti a pensare a Dio, aumentava l’attività cerebrale ‘spia’ di stress da errore. Lo psicologo Inzlicht ha spiegato: «Pensare alla religione regala calma quando si è sotto pressione. Rende meno stressati quando si fanno degli errori. Nel mondo l’85% delle persone ha un sentimento religioso. Questo studio può aiutarci a capire qualcosa di realmente interessante su chi ha fede e sugli effetti ‘terapeutici’ della preghiera. Esistono alcune evidenze scientifiche secondo cui le persone religiose vivono più a lungo e tendono a essere più sane e più felici». Ma improvvisarsi devoti senza crederci davvero non paga: l”effetto infatti non vale per gli atei.

 

  • Il 4 agosto 2010 la rivista americana “Liver Transplantation” ha pubblicato un interessante studio fatto da ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Pisa e del Centro trapianti di fegato dell’università di Pisa, diretti dallo psicologo Franco Bonaguidi. Essi riguardano il rapporto tra la religiosità del paziente e la sua eventuale guarigione dopo un trapianto di fegato. Lo studio mostra che il livello di sopravvivenza è maggiore in quelli in cui il fenomeno “religiosità” è presente in maniera attiva, cioè coloro che si affidano a Dio, hanno fede in Lui e cercano di percepire la Sua volontà anche nella malattia.

 

 

  • Il 24 febbraio 2010 il Journal of Clinical Psychology. ha reso noti i risultati di una ricerca, la quale suggerisce che la fede religiosa aiuta a proteggere contro i sintomi della depressione. Il test si è rivolto a 136 pazienti con diagnosi di depressione clinica, è durato 8 settimane e lo strumento utilizzato è stato il Beck Hopelessness Inventory. Si è trovato che i soggetti con forti convinzioni in un Dio personale hanno il 75% di probabilità in più di sperimentare un miglioramento dopo il trattamento medico per la depressione clinica. La dottoressa Patricia Murphy ha però precisato: «Nel nostro studio, la risposta positiva ai farmaci aveva poco a che fare con il sentimento di speranza che accompagna di solito le convinzioni spirituali. E’ invece legata specificamente alla fede in un Dio amorevole. I medici devono essere consapevoli del ruolo della religione nella vita dei loro pazienti. E’ una risorsa importante nella pianificazione delle loro cure».

 

  • Il 2 febbraio 2009 uno studio del dipartimento di Psichiatria dell’Università del Manitoba afferma che chi non crede in Dio ha il doppio delle probabilità di diventare un suicida. Daniel Rasic, il principale autore della ricerca, ha esaminato il collegamento fra la regolare frequenza religiosa e il tentato suicidio usando i dati di uno studio sulla situazione sanitaria nazionale canadese su trentasettemila persone compiuto da Statistics Canada. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Affective Disorders. Rasic afferma che le persone che frequentano servizi religiosi hanno meno probabilità di voler tentare il suicidio, di nutrire pensieri di suicidio di quelli che non lo fanno. «Quelli che sono andati in chiesa almeno una volta all’anno hanno abbassato la quota di tentati suicidi» ha detto Rasic, docente all’Università di Dalhouise a Halifax. «E quelli che non lo hanno fatto hanno il doppio di possibilità di aver tentato il suicidio». Secondo Rasic le persone interpellate che si sono definite semplicemente “spirituali” e non facevano parte di un’organizzazione religiosa hanno la stessa quota di tentati suicidi dei non credenti. Tim Wall, direttore esecutivo dell’Associazione canadese per la prevenzione dei suicidi sostiene che il suicidio spesso nasce da un sentimento di sentirsi isolati dalla famiglia o dagli amici. Le persone religiose tendono a trovare sia un senso di appartenenza che un significato alla loro vita nella fede.

 

  • Il 30 dicembre 2008 sono apparsi i risultati di uno studio dell’Università di Miami su Psychological Bulletin, ricerca guidata dal docente di psicologia Michael McCullough, il quale ha constatato che le persone religiose possiedono più autocontrollo di quanto non facciano le loro controparti meno religiose. Questi risultati implicano anche che le persone religiose possono perseguire e raggiungere meglio obiettivi a lungo termine che sono per loro importanti. Queste conclusioni, a loro volta, potrebbero aiutare a spiegare perché le persone religiose tendono ad avere tassi più bassi circa l’abuso di sostanze, un rendimento scolastico migliore, meno delinquenza, migliori comportamenti di salute, meno depressione, e una vita più lunga. Lo psicologo ha valutato 80 anni di ricerche sulla religione condotte con diversi campioni di persone provenienti da tutto il mondo trovando, attraverso una varietà di fattori all’interno le scienze sociali, comprese le neuroscienze, l’economia, la psicologia e la sociologia, la prova convincente che la fede religiosa e i comportamenti religiosi sono in grado di incoraggiare la gente ad esercitare l’autocontrollo e regolamentare in modo più efficace le loro emozioni e comportamenti, in modo che possano perseguire gli obiettivi prefissati. Dichiara lo psicologo americano: «L’importanza dell’autocontrollo e dell’autoregolamentazione per la comprensione del comportamento umano sono ben noti agli scienziati sociali, ma la possibilità che i legami tra la religiosità e l’autocontrollo potrebbero spiegare i collegamenti tra la religiosità e una maggiore salute non ha ricevuto finora molta attenzione esplicita. Ci auguriamo che la nostra ricerca correggerà questa svista della letteratura scientifica». Tra le conclusioni più interessanti che il team di ricerca ha effettuato sono le seguenti: 1) la preghiera e la meditazione incidono nelle aree del cervello umano che sono le più importanti per l’auto-regolazione e auto-controllo. 2) Quando la gente vede i suoi obiettivi come “sacri”, accade di mettervi più energia e impegno nel perseguimento e, quindi, probabilmente li raggiungeranno più efficacemente. 3) Uno stile di vita religioso può contribuire al self-control fornendo alle persone norme chiare di comportamento, inducendole a controllare il proprio comportamento più da vicino. 4) Il fatto che le persone religiose tendono ad avere un più elevato self-control aiuta a spiegare perché le persone religiose hanno meno probabilità di usare droghe, abusare di alcol e avere a che fare con la criminalità e la delinquenza. Tra le implicazioni più pratiche dello studio vi è il fatto che le persone religiose possono avere a loro disposizione una serie di particolari risorse psicologiche per poter rispettare i loro obiettivi nel tempo.

 

  • Nell’ottobre 2008 una nuova ricerca della Temple University ha suggerito che le persone religiose, sia che partecipino attivamente alla vita della comunità della chiesa o che preferiscano pregare o meditare in privato, sono più protette dalla depressione. In uno studio pubblicato on-line sul Psychological Medicine, i ricercatori hanno confrontato i vari livelli di religiosità presenti nel 918 intervistati confrontandoli con il rischio di depressione. Dai risultati è emerso che coloro che partecipavano alle funzioni religiose frequentemente avevano il 30% in meno di probabilità di soffrire di depressione nel corso della loro vita. Il capo-ricercatore Johanna Maselko, ha dichiarato che la chiesa offre la possibilità di interagire con la comunità e questo è un fattore importante nella prevenzione della depressione. Ha aggiunto anche che le persone con alti livelli di benessere esistenziale hanno un forte senso del loro posto nel mondo. «Le persone con alti livelli di benessere esistenziale tendono ad avere una buona base che li rende molto centrati emotivamente», ha detto la psicologa. «Le persone che sono a maggior rischio di depressione potrebbero anche rivolgersi alla religione per far fronte alla depressione», ha concluso.

 

  • Il 18 settembre 2008 sono apparse sul sito della Baylor University le conclusioni di una delle indagini più vaste mai condotte sugli atteggiamente degli americani verso la religione. La ricerca è stata eseguita dai sociologi Byron Johnson, Christopher Bader, Rodney Stark e Carson Mencken, e pubblicata con il titolo “What Americans Really Believe”. In una conferenza stampa a New York gli autori hanno detto di aver lavorato su un campione di 1.648 adulti, scelti casualmente per tutti gli Stati Uniti e i sondaggi sono stati effettuati dal Baylor Institute for Studies of Religion (ISR) e condotti dal Gallup. Tra i risultati, l’indagine ha rilevato che la religione cristiana diminuisce notevolmente la credulità, misurata in termini di convinzioni in cose come sogni, Bigfoot, UFO, case infestate, comunicazione con i morti e l’astrologia. Eppure -notano i ricercatori-, resta diffusa l’opinione che le persone religiose siano particolarmente credulone. Tuttavia i conservatori religiosi americani sono molto meno propensi a credere nell’occulto e nel paranormale degli altri americani, mentre coloro che si auto-identificano come teologi liberali e coloro che si dicono “irreligiosi” hanno molta più probabilità di essere creduloni. I ricercatori hanno concluso che questo dimostra come non sia la religione in generale a sopprimere tali credenze, ma solo la religione cristiana conservatrice.

 

  • Nell’agosto 2008 uno studio scientifico realizzato da ricercatori americani dell’Università di Iowa e francesi dell’Università di Notre Dame, analizzando i dati del “National Longitudinal Study of Adolescent Health” su un campione rappresentativo a livello nazionale di bambini tra i 7 e i 12 anni, ha rilevato che la partecipazione religiosa ha un effetto positivo sulla media scolastica, quanto sulla partecipazione a scuola. Per la precisione, gli studenti che frequentano le funzioni religiose settimanalmente hanno una media scolastica di 0,144 superiore a quelli che non frequentano.

 

  • Nel marzo 2008 alla conferenza annuale della “Royal Economic Society” è stata presentata una ricerca in cui è stato rilevato che le persone che credono in Dio sono più felici di agnostici o atei. Utilizzando i dati provenienti dalla Gran Bretagna e dall’Europa, lo studio ha rilevato che i credenti hanno goduto di maggiori livelli di soddisfazione e hanno subito meno danni psicologici dalla disoccupazione, dal divorzio o la morte di un partner.

 

  • Nel febbraio 2008 la Division of Vital Statistics del National Center for Health Statistics del Maryland ha analizzato il forte legame tra la frequenza di partecipazione alle funzioni religiose e il basso tasso di mortalità. I dati sono stati valutati per un campione di 8.450 americani, uomini e donne dai 40 anni, esaminati per un periodo di circa 8,5 anni (1988-1994). I soggetti deceduti durante questo range di tempo sono stati 2058. Traendo le conclusioni, dopo aver tenuto conto delle condizioni socio-demografiche dei soggetti, i ricercatori hanno dichiarato che: «dall’analisi si dimostra che i soggetti maggiormente religiosi, soprattutto i cristiani, hanno presentato un minor rischio di morte indipendentemente da fattori socio-demografici, rispetto ai soggetti meno religiosi».

 

  • Nel gennaio 2008 sulla rivista “Social Science Research” uno studio ha dimostrato che i bambini i cui genitori frequentato regolarmente i servizi religiosi, soprattutto quando entrambi i genitori parlano spesso ai loro figli della religione, sono risultati avere più autocontrollo, capacità sociali e miglior approccio all’apprendimento rispetto ai bambini con genitori non religiosi. E’ anche possibile che la correlazione tra religione e miglior sviluppo del bambino sia contraria a questa, cioè che siano i genitori che educano meglio i loro a sentirsi a proprio agio in una congregazione religiosa.

 

  • Nel 2008 in un estratto apparso sul prestigioso sito web dell’American Psychologist Association, si legge che «gli studi empirici hanno individuato legami significativi tra la religione, la spiritualità e la salute». Le ragioni però di questa associazione non sono chiare, spiegano gli autori. In genere, la religione e la spiritualità sono misurate attraverso gli indici globali, come ad esempio, la frequenza in chiesa, l’auto-valutazione del livello di religiosità, che però non specificano come e perché la religione e la spiritualità riesca ad incidere sulla salute psico-fisica. Gli psicologi evidenziano ribadiscono infine che nonostante l’incertezza sulle motivazioni, «appare comunque sempre più evidente il contributo distintivo che la religiosità ha verso la salute e il benessere umano».

 

  • Nell’agosto 2007 uno studio pubblicato su “Psychological Science journal” ha dimostrato che credere in Dio influenzia positivamente il comportamento sociale, in particolare per quanto riguarda la cooperazione con gli altri e la generosità verso gli estranei. I ricercatori hanno concluso: «questo studio traccia una relazione causale tra la religione e l’agire moralmente. Nel dibattito, non indica che la religione è necessaria per il comportamento morale, ma che può apportare un contributo sostanziale».

 

  • Il 21 maggio 2007 il Dipartimento di Society, Human Development and Health dell’Università di Harvard ha commentato i numerosissimi studi scientifici che rilevano una correlazione tra vita religiosa e salute psico-fisica. «Ci sono prove scientifiche di una correlazione positiva tra la partecipazione religiosa e gli indicatori di salute», hanno dichiarato i ricercatori di Harvard. La più forte evidenza esiste tra la partecipazione alle funzioni religiose e il basso tasso di mortalità. La vita salutare e i maggiori legami sociali sono fattori importanti attraverso i quali la religione può incidere sulla salute, altre possibili strade includono l’apporto di sistemi di significato verso la vita e la sensazione di forza per far fronte a stress e avversità. Queste spiegazioni però non sembrano esaurire la questione.

 

  • Il 29 novembre 2006 è apparso uno studio dal titolo: «Andare in chiesa potrebbe aiutare a respirare meglio». E’ stato svolto dalla ricercatrice Joanna Maselko della Temple University e pubblicato sul prestigioso Annals of Behavioral Medicine. La funzione polmonare, spiega la scienziata, «è un importante indicatore della salute respiratoria, ma poco si sa circa i fattori psicosociali che possono predire questa funzione. Al tempo stesso, l’attività religiosa sta emergendo come potenziale fattore per la salute, soprattutto negli anziani. Abbiamo voluto così verificare se ci fosse una connessione tra i due fattori». L’articolo è stato condotto mentre la Maselko era docente di Sanità pubblica presso la Harvard University: utilizzando il picco di flusso espiratorio (PEFR), i ricercatori hanno misurato la funzione polmonare di 1.189 soggetti di età compresa tra 70-79 anni. Hanno così scoperto che coloro, uomini e donne, che frequentavano la chiesa settimanalmente, presentavano un più lento declino della funzione polmonare tra gli uomini e le donne, rispetto a coloro che non erano “praticanti”. I risultati, spiegano i ricercatori, non potevano essere spiegati da differenze tra fumatori o chi praticava attività fisica. La Maselko ed i suoi colleghi credono che questo sia il primo studio che esamini direttamente la relazione tra impegno religioso e la funzionalità polmonare nel tempo. Nel complesso, andare in chiesa fornisce maggiori contatti sociali, un valido sostegno emotivo e un benessere psicologico, riducendo così l’isolamento e la disabilità mentale che affligge molti anziani.

 

  • Il 18 maggio 2006, durante l’Annual Scientific Meeting dell’American Society of Hypertension svoltosi a New Yorrk, sono stati presentati i risultati di uno studio condotto su più di cinquemila afroamericani, il quale ha rilevato che gli individui coinvolti o che partecipano ad attività religiose (cristiane) hanno la pressione sanguigna significativamente più bassa rispetto a quelli che non lo fanno. I ricercatori dello studio, guidati da Sharon Wyatt dell’Università del Mississippi, introducono dicendo «l’ipertensione è il fattore di rischio più importante per la salute degli afro-americani». Continuano poi: «I nostri risultati dimostrano che l’integrazione della religione e della spiritualità -la vita di chiesa e la preghiera- possono diminuire l’esposizione allo stress e ritardare gli effetti deleteri dell’ipertensione». La Jackson Heart Study ha studiato 5.302 volontari per valutare gli effetti della religione e della spiritualità sulla pressione diastolica e sistolica. L’analisi statistica è stata condotta tenendo ovviamente conto della condizione di vita del soggetto, del suo benessere psicofisico e delle sue abitudini (fumatore, vegetariano ecc..). Si è subito valutato che i soggetti che avevano una maggiore attività religiose, avevano anche valori significativamente più bassi di pressione sanguigna diastolica e di pressione arteriosa sistolica. Lo studio comunque conferma la letteratura scientifica precedente, la quale all’unanimità dimostra un effetto protettivo (di «tampone») verso i rischi per la salute.

 

  • Nell’aprile 2006 sul “Journal of the American Board of Family Medicine” è stato pubblicato uno studio in cui si dimostra che le persone che frequentano settimanalmente le funzioni religiose vivono più a lungo.

 

  • Sempre nell’agosto 2005, la psicologa Elizabeth A. Rippentrop ha pubblicato un articolo apparso sul sito web dell’American Psychological Association intitolato: “A Review of the Role of Religion and Spirituality in Chronic Pain Populations”. Dopo aver esaminato letteratura scientifica sul rapporto tra religiosità-spiritualità e i risultati sulla salute nella popolazione affetta da dolori cronici, ha concluso che l’aumento delle ricerche in questo settore è giustificato da diverse ragioni. In primo luogo, molte persone affette da dolore cronico si affidano alla loro fede religiosa per affrontare meglio il dolore. In secondo luogo, una relazione tra religione, spiritualità e miglioramento della salute è stata effettivamente documentata. In terzo luogo, vi è una mancanza di ricerca sulla potenzialità mediatrice tra la religione e la salute nella popolazione affetta da dolore cronico.

 

  • Nell’agosto 2005 il Centers for Disease Control and Prevention del National Center for Health Statistics ha analizzato un campione di 18.774 americani di 20 anni e oltre, per valutare il legame tra la frequenza di partecipazione alle funzioni religiose e il fumo di sigaretta. Dopo aver messo a confronto i soggetti con la stessa età, sesso, gruppo etnico, istruzione, regione e stato di salute, è emerso che i “frequentatori rari” (< 24 volte/anno) avevano molta più probabilità di essere fumatori rispetto ai frequentatori frequenti (> 1 volta/settimana). I ricercatori hanno così concluso che «una maggiore frequenza alle funzioni religiose è associata ad una minor esigenza di nicotina».

 

  • Nel marzo 2005 il Dipartimento di Sociologia dell’Università del Texas ha valutato gli effetti della partecipazione religiosa sul rischio di mortalità dei messicani americani oltre i 65 anni. Lo studio si è svolto tra la popolazione ispanica che vive negli Stati Uniti. Nel complesso, i risultati mostrano che coloro che vanno in chiesa una volta alla settimana presentano il 32% di riduzione del rischio di mortalità rispetto a coloro che non partecipano alle funzioni religiose. I benefici della partecipazione religiosa -secondo i ricercatori- influiscono anche sulla salute cardiovascolare, le attività della vita quotidiana, le funzioni cognitive, la mobilità fisica, il sostegno sociale, la salute mentale e la salute soggettiva.

 

  • Nel dicembre 2004 un’equipe di ricercatori della Population Research Center and Department of Sociology dell’University of Texas ha pubblicato uno studio in cui si sottolinea come «la comunità scientifica abbia recentemente riservato un serio interesse per la relazione tra coinvolgimento religioso e il rischio di mortalità degli adulti». Hanno così esaminato la lettura scientifica in merito -medicina, epidemiologia e scienze sociali- evidenziando i principali risultati, i limiti e le sfide future. «Nel loro insieme -evidenziano-, la ricerca attuale indica la presenza di un legame tra vita religiosa e il minor tasso di mortalità. L’evidenza diventa più forte se si tratta di una partecipazione alle funzioni religiose di specifiche confessioni religiose e meno evidente se si tratta di un coinvolgimento religioso privato, personale». Questo porta a pensare che i meccanismi attraverso i quali la religione sembra influenzare la mortalità comprendono aspetti di integrazione sociale, norme sociali e risorse psicologiche. Le conclusioni sono apparse sul sito del prestigioso National Institutes of Healthe.

 

  • Nel dicembre 2003 la psicologa Dott. Stephen Joseph dell’Università di Warwick ha affermato in una ricerca condotta dal Mental Health, Religion & Culture: «Le persone religiose sono più felici di quelle senza spiritualità nella propria vita». Inoltre, «coloro che celebrano l’originale significato cristiano del Natale sono, nel complesso, più felici di quelli che celebrano le feste natalizie nel pieno spirito del consumismo». I risultati sono apparsi in una accurata ricerca, titolata: “La religiosità e la sua associazione con la felicità, scopo della vita e auto-realizzazione”. Essa suggerisce anche che la ragione per cui le persone religiose sono più felici è perchè riescono a dare un senso, uno scopo più adeguato alla loro vita rispetto alle persone non religiose: «Le persone religiose sembrano avere uno scopo più grande nella vita, è per questo che sono più felici. Guardando le evidenze emerse dalla ricerca, sembra che coloro che celebrano il significato cristiano del Natale sono quelle più felici. La ricerca mostra che il troppo materialismo nella nostra vita può essere terribile per la felicità».

 

  • Il 31 marzo 2003 i risultati ottenuti dai ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine, apparsi sul Psychology of Addictive Behaviors pubblicato dall’American Psychological Association (APA), rivelano che quando gli adolescenti percepiscono la religione come importante nella loro vita, allora questo abbassa i tassi di fumo di sigaretta, dell’abuso di alcool e marijuana. Hanno anche rilevato l’importanza della religione per i ragazzi che affrontano molti stress della vita. Gli psicologi Thomas Ashby Wills, Alison M. Yaeger e James M. Sandy, autori della ricerca, sono concordi nell’affermare che «la religiosità può influenzare gli atteggiamenti e i valori di una persona, i quali danno il senso e lo scopo della vita. Potrebbe anche aiutare le persone a vedere i problemi in modo diverso. Essere coinvolti in una religione può anche creare sani legami sociali». La ricera è stata finanziata dal National Institute on Drug Abuse.

 

  • Nel gennaio 2003 il Department of Preventive Medicine del St. Luke’s Medical Center di Chicago, ha stabilito che in soggetti sani vi è una forte riduzione del rischio di mortalità se essi partecipano regolarmente alle funzioni religiose in chiesa. Tale riduzione è di circa il 25%, dopo aver escluso ovviamente fattori socio-demografici. La religione e la spiritualità, dicono, «protegge dalle malattie cardiovascolari, sopratutto grazie al salutare stile di vita che queste persone adottano». Gli autori concludono sostenendo che la partecipazione alla vita di chiesa «protegge le persone sane dalla morte». Ulteriori studi rimangono comunque necessari.

 

  • Sempre nel dicembre 2002 è apparso uno studio dell’University of North Carolina il quale dimostra che gli alunni religiosi delle scuole superiori americane possiedono una significativamente più alta stima di sé e hanno un atteggiamento più positivo verso la vita di quanto non facciano i loro coetanei meno religiosi. La ricerca, parte del più ampio National Study of Youth and Religion, ha rilevato un’associazione statistica tra la religione e una maggiore autostima dei 17-18enni che frequentano la chiesa almeno una volta a settimana o chi professa un punto di vista spirituale molto radicato. «Questo è in contrasto con l’opinione di alcuni che ritengono la religione associata a nevrosi o disfunzione psicologica», ha detto il dr. Christian Smith, autore principale dello studio . «Questi risultati sembrano suggerire il contrario, cioè che la religione è associata ad una prospettiva costruttiva della vita». La ricerca è basata sui dati raccolti attraverso un campione rappresentativo a livello nazionale raccolto dall’Università del Michigan, il quale comprende 2.478 scuole superiori ed è tra le più complete ricerche sul legame tra la religione e gli atteggiamenti positivi negli adolescenti. «I fattori più comunemente legati a questi atteggiamenti positivi, risultano essere la presenza al servizio religioso e l’importanza dichiarata della religione», ha continuato il sociologo. I ricercatori affermano anche di non poter dire con certezza cosa causi il legame tra religione e atteggiamenti positivi, perché il loro studio non è stato progettato per rispondere a questa domanda. «Ci piace sempre dire che la correlazione non è causalità. Proprio perché le cose sono statisticamente associate non significa necessariamente che uno sia causa dell’altro. Potrebbe essere che le persone che sono più positive verso la vita sono più interessaei ad andare in chiesa. Ma potrebbe anche essere che più si va in chiesa e più si sviluppano atteggiamenti positivi verso la vita». Altre possibilità, ha detto Smith, è che almeno per alcuni adolescenti, «il coinvolgimento religioso dà loro un maggior senso del loro posto nel mondo e del loro destino nella vita e che ci possa essere un Dio che si prende cura di loro. Un’altra possibilità è che l’impegno sociale nelle istituzioni religiose, come gruppi di giovani adolescenti, fornisce con maggiore efficacia risorse che possono aiutarli ad affrontare difficoltà o incertezze». Si è anche notato che tra il 10 e il 20 per cento degli adolescenti che vive una vita religiosa, continui comunque la lotta con i sentimenti di disperazione e di senso. Questo dato, spiegano i ricercatori, dimostra che «la religione non ha il ruolo di panacea». Precedenti studi hanno mostrato che i giovani religiosi erano meno propensi a fumare, bere e usare di droghe e coloro che ne facevano uso, mostravano comunque un consumo più moderato. Inoltre sono più propensi a indossare le cinture di sicurezza, meno propensi al taccheggio, al furto, alla violazione di domicilio e al procurare incendi. Non è finita, perché intervistando i genitori, Smith rivela che «si è scoperto che gli adolescenti più religiosi hanno “marinato” meno la scuola, hanno ricevuto meno sospensioni ed espulsioni».

 

  • Nel dicembre 2002, una ricerca pubblicata sul Journal of Happiness Studies, ha eaminato le esperienze di benessere associate alle vacanze natalizie. Maggiori livelli di felicità sono stati osservati quando le esperienze familiari e religiose erano particolarmente salienti. Bassi livelli di benessere si sono invece verificati quando predominava una visione consumistica della festa natalizia. In sintesi, la ricerca dimostra che gli aspetti materialistici con cui sono vissute le festività natalize possono compromettere il benessere della persona, mentre le attività familiari e spirituali possono aiutare le persone a sentirsi più soddisfatte.

 

  • Nel luglio 2002 un rapporto dell’American Journal of Geriatric Psychiatry dedicato alla comprensione delle cause del suicidio tra gli anziani, ha stabilito che la forte fede religiosa e le maggiori relazioni sociali degli anziani afro-americani possono essere i due fattori chiave per spiegare il motivo dei minori suicidi rispetto ai bianchi. La ricerca è guidata dalla psicologa geriatrica Giovanna M. Cook del Department of Veterans Affairs (VA) Medical Center di Philadelphia e dell’Università della Pennsylvania. I risultati a cui è arrivata sono che gli afro-americani con forti legami religiosi e sociali sono meno propensi ad avere pensieri suicidi. Nel 1998, il tasso di suicidi di uomini bianchi over 65 anni era del 33,1 per 100.000, rispetto al 11,7 corrispondente agli uomini neri della stessa fascia di età. Per le donne la differenza era ancora maggiore. L’equipe della psicologa si è basata su interviste a 835 residenti degli alloggi pubblici a Baltimora nel corso degli anni 1990. «Abbiamo rilevato che il 90% degli intervistati ha riferito di aver ottenuto un grande sostegno e conforto dalla religione, e che questo ha protetto dai problemi legati alla salute mentale e ai pensieri di suicidio», ha riferito la dott. Cook.

 

  • Nel marzo 2002 la conclusione di una ricerca apparsa sull’American Journal of Health Promotion sostiene che: «L’attività religiosa e i modelli positivi tra coetanei e adulti, proteggono i giovani dall’uso del tabacco». Questo studio è il primo a esaminare la relazione tra le specifiche influenze positive e l’uso del tabacco, nella vita degli adolescenti. «9 su 10 fumatori adulti hanno iniziato ad usare il tabacco prima di raggiungere i loro 18 anni», dice l’autore principale dello studio, Leslie A. Atkins del Department of Health Promotion Sciences at the University of Oklahoma Health Sciences Center. «Pertanto, abbiamo bisogno di trovare nuovi modi per ridurre l’uso del tabacco in età adolescenziale». I ricercatori hanno intervistato i genitori e i loro figli adolescenti, di età tra i 13 e i 19 anni. Complessivamente erano 1.350 famiglie scelte a caso nei quartieri del centro città del Midwest. Trascorrere del tempo seguendo le attività religiose in chiesa e seguendo modelli positivi sembrava avere il massimo effetto protettivo contro l’uso del tabacco. I giovani che usufruivano di uno di questi due beni avevano 2,5 volte minor probabilità di fare uso di tabacco. «Questi risultati suggeriscono che gli adolescenti sono meno propensi ad avere comportamenti dannosi se nella loro vita sono presenti attività positive», osserva Atkins. Lo studio è stato sostenuto attraverso un accordo di cooperazione dal Centers for Disease Control and Prevention e l’Oklahoma Institute for Child Advocacy.

 

  • Nel 2002 l’Human Population Laboratory, del Public Health Institute della California ha analizzato il legame fra la frequente partecipazione alle funzioni religiose di un soggetto e una minore mortalità, legame indipendente da tutte le altre cause socio-demografiche. I ricercatori hanno preso in esame i risultati di uno studio effettuato dal 1965 al 1996 su 6.545 residenti della contea di Alameda, in California. Paragonando fra loro le stesse età e la stessa condizione di salute, è emerso che i non praticanti o coloro che frequentano la chiesa meno di una volta a settimana avevano tassi significativamente più alti tassi di presenza di cancro, malattie all’apparato digerente, respiratorio e tasso di mortalità. Ancora una volta i ricercatori hanno concluso che i risultati sono coerenti con l’ipotesi che il coinvolgimento religioso sia un fattore di protezione generale. Gli autori sottolineano la necessità di ulteriori studi per determinare maggiormente se gli effetti indipendenti della religione sono mediati da stati psicologici o da altri fattori sconosciuti.

 

  • Nel novembre 2001 sono apparsi i risultati di uno studio sociologico effettuato dall’University of Florida Institute. «Frequentare le funzioni religiose o cambiare religione nel momento del bisogno, non aumenta nella persona la sensazione di benessere o la rende meno impaurita della morte, almeno tra le persone in età avanzata», spiega la psicologa Monika Ardelt. «La vera chiave della contentezza e della soddisfazione sta nel trovare uno scopo alla vita». Il suo studio, presentato nel 2001 alla riuonione annuale a Chicago del Gerontological Society, ha dimostrato che le persone che danno un signficato, uno scopo alla vita, non solo sono più propense a sperimentare un senso generale di benessere ma tendono anche a mostrare meno sintomi depressivi e meno paura della morte. Hanno anche meno difficoltà a parlarne. «Questo studio -spiega la ricercatrice- ha mostrato che non si può semplicemente andare in chiesa per poi aspettare di sentirsi meglio. Deve anche portare ad uno scopo nella vita. Andare semplicemente in chiesa o soltanto essere religiosamente affiliato potrebbe essere addirittura pericoloso se ciò non si traduce in una proposta di vita, in uno scopo». I partecipanti che avevano questo questo senso di uno scopo nella vita, sono stati anche coloro che hanno mostrato meno probabilità di sintomi di depressione e un maggiore senso di benessere». Spiega ancora la ricercatrice: «Se la religione porta ad uno scopo nella vita, vi aiuterà a far fronte e ridurre la paura della morte. Ma per le persone a cui basta andare in chiesa una volta a settimana, stare lì per un’ora e poi non pensarci più, allora non sarà d’aiuto». E’ un paradosso, informa ancora la Ardelt, coloro che «trovano un significato e uno scopo nella vita sono più pronti a morire. E quelle persone che hanno la sensazione che il tempo stringe, e che dovrebbero aver compiuto qualcosa e non hanno fatto, non riescono davvero a “lasciarsi andare”». I partecipanti intrinsicamente religiosi, hanno anche mostrato una forte tendenza ad avvicinarsi alla morte in modo positivo. La sociologa Ardelt ha concluso che «i risultati sembrano indicare la necessità per le persone di diventare più intrinsecamente motivate attraverso il nutrimento spirituale e il pensiero auto-riflessivo. Gli eventi attuali sono un momento opportuno per realizzare questo. Penso che un’infusione di spiritualità sia necessaria».

 

  • Nel giugno 2000 un rapporto della RAND Corporation, un istituto di ricerca senza scopo di lucro, ha dimostrato che frequentare la chiesa e le attività religiose possono svolgere un ruolo importante nella risposta all’HIV e all’AIDS nell’America centrale. Mentre il ruolo dei gruppi religiosi viene spesso visto come limitato perché solitamente non supportano alcune misure di prevenzione come i profilattici -dicono i ricercatori-, in realtà sulla base del loro ruolo tradizionale essi costituiscono un’importante opportunità per migliorare una serie di servizi a sostegno. «Le organizzazioni basate sulla fede sono importanti per gli sforzi contro l’HIV in America Latina perché hanno un’ampia portata di influenza e giocano un ruolo fondamentale di sostegno e di assistenza alle persone colpite dalla malattia», ha detto Kathryn Pitkin Derose, autore principale dello studio e ricercatore presso la RAND. «Non tutte le comunità in America centrale hanno operatori sanitari, ma la maggior parte di esse sono organizzazioni religiose». I ricercatori spiegano che queste organizzazioni, che storicamente hanno svolto un ruolo chiave nel fornire servizi sanitari e sociali nei paesi in via di sviluppo, potrebbero svolgere un ruolo ancora più importante nel contribuire l’accrescere della consapevolezza sull’HIV e ridurre la diffusione dell’HIV e dell’AIDS. Lo studio è stato finanziato dal National Institute of Child Health and Human Development.

 

  • Il 4 giugno 2000 la American Psychological Association (APA) ha pubblicato una ricerca secondo la quale la regolarità della frequenza alle funzioni religiose è legata alla più lunga vita. La meta-analisi di 42 studi che hanno esaminato 125.826 persone stabilisce che «le probabilità di sopravvivenza per le persone religiose sono state del 29 per cento superiori a quelle delle persone meno religiose», ha detto lo psicologo e l’autore Michael E. McCullough del National Institute for Healthcare Research. Essere coinvolti nella religione sembra spiegare una piccola parte del motivo per cui alcune persone vivono più a lungo rispetto ad altre, hanno detto gli autori. «Inoltre», ha continuato, «i risultati sembrano indicare che le persone con un alto livello di coinvolgimento religioso sono anche meno obese». I benefici per la salute possono anche essere in parte dovuti al sostegno sociale e di amicizia derivati ​​dalla frequenza alle funzioni religiose. Gli autori suggeriscono che le persone che sono attivamente religiose tendono a prendersi più cura di se stessi in ambiti sanitari e anche questo può in parte spiegare il loro stato longevità.

 

  • Il 4 aprile 2000 una ricerca realizzata dall’Ohio State University e pubblicata sul Journal for the Scientific Study of Religion ha suggerito che il desiderio di indipendenza è la differenza chiave, in termini psicologici, che separa le persone religiose e non religiose. Dopo aver campionato 558 studenti e professionisti, i ricercatori hanno notato che la differenza più grande è stata che le persone religiose hanno espresso un forte desiderio di interdipendenza con gli altri, mentre coloro che non erano religiosi hanno mostrato una maggiore necessità di essere autosufficienti e indipendenti. Steven Reiss, co-autore dello studio e professore di psicologia e psichiatria presso la Ohio State University, ha dichiarato: «Gli scritti di molte religioni esprimono il desiderio di diventare uniti in Dio. Al contrario, le persone non religiose amano non aver bisogno di nessuno, nemmeno di Dio». Tuttavia -specifica lo psicologo-, il forte desiderio di interdipendenza non significa certo che le persone religiose sono deboli o sottomesse. I risultati hanno mostrato che le persone religiose non erano diverse rispetto alle altre nel loro desiderio di potere, che comprende obiettivi di leadership e dominanza. Continua il ricercatore: «Le persone che hanno mostrato uno score elevato per l’indipendenza sono coloro che vogliono prendere le loro decisioni senza appoggiarsi su altre persone. Al contrario, le persone religiose preferiscono trovare la forza contando anche sull’aiuto degli altri, incluso Dio». Storicamente, la dipendenza religiosa da Dio è stata criticata come un segno di debolezza, continua Reiss. Famosi filosofi, come Nietzsche e Marx, credevano che la religione insegnava alla gente il valore della debolezza. Anche recentemente la religione organizzata è vista da qualcuno come un imbroglio, una stampella per le persone deboli di mente. Tuttavia, «questa ricerca dimostra che il desiderio di interdipendenza è estraneo a qualsiasi desiderio di debolezza. Le persone religiose hanno ottenuto un punteggio basso verso l’indipendenza, riflettendo probabilmente il loro desiderio di dipendenza da Dio. Ma contemporaneamente hanno anche mostrato uno score medio di potere, e questo implica che non cercano la sottomissione ai leader. Così Nietzsche e Marx hanno commesso un errore quando hanno affermato che la religione incoraggia la gente verso la debolezza». I risultati hanno anche mostrato che le persone religiose erano più motivate dall’onore (desiderio di essere fedeli alla moralità dei genitori e del gruppo etnico), dal desiderio di famiglia e della cura dei propri figli rispetto alle persone non religiose. Non solo, ma si è registrato sempre per le persone religiose, un basso desiderio di vendetta ma anche di romanticismo.

 

  • Il 1 marzo 2000 è apparsa la conclusione di uno studio su religione, depressione e disperazione, condotto da Patricia Murphy, del Department of Religion, Health and Human Values at Rush-Presbyterian-St. Luke’s Medical Center di Chicago e dai ricercatori del Loyola College nel Maryland, secondo cui la religione determina una riduzione dei livelli di depressione e ha un impatto ancora maggiore sui livelli più bassi di disperazione. La ricercatrice afferma: «Le persone che vedono il mondo con un punto di vista senza speranza sono più inclini alla depressione. La ricerca dimostra che la religione ha la sua maggiore potenza nel compensare la depressione grazie alla sua capacità di contrastare la disperazione». La religione aiuta quindi le persone depresse, dando loro un visione del mondo che le rende meno disperate di coloro che non sono religiose. Questo genere di informazioni, continua la ricerca, potrebbero aiutare gli operatori sanitari che hanno in cura le persone depresse, così di utilizzare al meglio le convinzioni religiose della persona per aiutarle nel recupero. I risultati dello studio sono stati presentati presso il 58° meeting scientifico annuale della Psychosomatic Society. Un numero crescente di studi -continua l’articolo- ha evidenziato i benefici in campo sanitario della religione. Tuttavia, nessuno studio aveva ancora esaminato l’effetto nelle persone con diagnosi di depressione. L’inchiesta ha coinvolto 271 adulti, religiosi e non religiosi in trattamento per depressione presso un ospedale o un ambulatorio.

 

  • Nel luglio 1999 alcuni ricercatori della Duke University of Medical Center hanno studiato per circa 7 anni un campione di 3.968 adulti tra i 64 e i 101 anni residenti in un’area ristretta come la regione del Piedmont nella Carolina del Nord. Una parte del programma consisteva nello studiare gli effetti della partecipazione a funzioni religiose sulla salute psico-fisica e il tasso di mortalità. Durante questi anni, 1.777 soggetti (il 29,7%) sono deceduti. Si è valutato che fra essi, coloro che partecipavano alle funzioni religiose una volta alla settimana o più (i cosiddetti “frequentanti frequenti”), ne sono morti il 22,9% rispetto al 37,4% di coloro che frequentavano la chiesa meno di una volta alla settimana (“frequentatori infrequenti”). Il tasso di mortalità per i “frequentanti frequenti” è risultato del 46% in meno dei “frequentanti infrequenti”. I ricercatori americani Koenig, Hays e Larson concludono: «Gli anziani, e in particolare le donne, che partecipano a funzioni religiose almeno una volta alla settimana godono di un tasso di mortalità minore rispetto a coloro che frequentano la chiesa più raramente».

 

  • Sempre nel maggio 1999, una ricerca condotta in parte presso l’Università del Colorado ha scoperto che coloro che frequentano regolarmente la chiesa, vivono più a lungo rispetto alle persone che ci vanno raramente o non ci vanno proprio. Per la prima volta, sostengono i ricercatori, la durata extra della vita è stato quantificata: infatti chi va in chiesa una volta o più alla settimana ha più probabilità di vivere circa sette anni in più di coloro che non lo fanno. I risultati sono contenuti in uno studio condotto congiuntamente da Rick Rogers, del CU-Boulder, da Hummer e Christopher Robert Ellison, dell’Università del Texas, e da Charles Nam, della Florida State University. Questi studiosi hanno valutato che la speranza di vita al di là dei 20 anni, è in media di altri 55,3 anni (75 anni), per chi non frequenta la chiesa e 62,9 anni (83 anni), per coloro che la frequentano più di una volta alla settimana. La ricerca ha anche dimostrato coloro che non hanno mai partecipato a funzioni religiose hanno un rischio dell’87% di mortalità in più rispetto a coloro che vi hanno partecipato più di una volta alla settimana. La questione si amplifica poi se i soggetti sono donne e neri. Lo studio si è basto un dati raccolti da National Health Interview Survey su più di 28.000 persone e focalizzato su più di 2.000 morti tra il 1987 e il 1995. I ricercatori hanno anche scoperto che le persono meglio educate ed istruite, che avevano minor tasso di mortalità, mostravano più probabilità di andare in chiesa, e queste persone erano in genere meno propense ad impegnarsi in comportamenti a rischio elevato per la salute come il l’abuso di fumo e di alcool. Il sociologo Rogers ha sottolineato che questa ricerca sancisce l’importanza del coinvolgimento religioso come fattore incidente sui tassi di mortalità. I risultati della ricerca sono stati pubblicati nell’ultima edizione della prestigiosa rivista National Journal Demography.

 

  • Nel maggio 1999 sulle maggiori riviste scientifiche è apparso uno studio americano del National Health Interview Survey-Multiple Cause of Death, il quale si è occupato dei legami tra la vita religiosa, la salute psico-fisica e il tasso di mortalità. I ricercatori hanno stabilito che le persone che non frequentano le funzioni religiose hanno l’1,87 di probabilità di morte in più, rispetto alle persone che frequentano la chiesa più di una volta alla settimana. Questo -calcolano gli studiosi- si traduce in una differenza media di sette anni di vita in più per le persone religiose e in meno per quelle non religiose. Le persone che non frequentano la Chiesa hanno anche maggiori probabilità di essere malate. La partecipazione ad una comunità religiosa permette anche una maggiore possibilità di legami sociali e comportamente salutari che aiutano a ridurre i rischi di morte.

 

  • Il 27 ottobre 1998 su un numero speciale di Health Education & Behavior, i due ricercatori ohn M. Wallace e A. Forman dell’University of Michigan, hanno rilevato che gli adolescenti religiosi sono anche coloro che hanno comportamenti più sani: meno propensi a bere prima di guidare, propensi ad impegnarsi in attività insalubri e più propensi a mangiare bene. «Le istituzioni religiose sono un importante alleato, anche se spesso ignorato, nello sforzo della nazione per promuovere la salute dei giovani di oggi e degli adulti di domani», hanno dichiarato. Hanno poi spiegato di aver indagato le risposte di un campione rappresentativo a livello nazionale di 5.000 scuole superiori, chiedendo agli intervistati, fra le altre cose, anche della frequenza di partecipazione in chiesa e le loro credenze religiose. Almeno un terzo degli intervistati ha detto di partecipare alle funzioni religiose una volta alla settimana e che la religione era molto importante per loro. Wallace e Forman hanno anche rilevato che questi adolescenti altamente religiosi erano meno propensi a portare un’arma, ad usare tabacco o marijuana o a fare a botte. Essi sono risultati avere maggiori probabilità di indossare le cinture di sicurezza, seguire una dieta sana, fare esercizio fisico ed avere un sonno adeguato. I risultati suggeriscono che «la religione non solo condiziona semplicemente il comportamento, ma incoraggia anche e promuove gli adolescenti a proteggere o migliorare la loro salute», scrivono i due riceractori americani. Per arrivare a questo risultato è stata anche tenuta in considerazione -ovviamente- la varietà dei fattori sociali e demografici, tra cui razza, struttura familiare, educazione dei genitori, regione di residenza ecc…

 

  • Nell’aprile 1998 sono apparsi i risultati di uno studio della Duke University Medical Center sugli effetti della religione sulla salute negli anziani. Avere una fede religiosa può accelerare la guarigione dalla depressione nei pazienti più anziani, dicono i ricercatori. Su 87 pazienti depressi e ospedalizzati per patologie come malattie cardiache e ictus, quelli che presentavano un forte livello di “religiosità intrinseca” hanno recuperato più velocemente rispetto ai non religiosi. I risultati dello studio, finanziato dal National Institute of Mental Health, sono stati pubblicati sull’American Journal of Psychiatry. «Questo è il primo studio che dimostra come la fede religiosa di per sé, indipendentemente da un intervento medico e dalla qualità della vita, può aiutare gli anziani a recuperare da un grave disturbo mentale», ha dichiarato il dr. Harold Koenig, uno psichiatra della Duke University e autore principale dello studio. Infatti, mentre studi precedenti a questo hanno dimostrato un forte legame tra l’attività religiosa e la buona salute fisica e mentale, nessuno fino ad ora aveva dimostrato una relazione causa-effetto, per cui la fede religiosa di fatto accelera i tempi di recupero. Lo psichiatra ha teorizzato che le credenze religiose forniscano una visione del mondo, dell’uomo e della malattia che permette di comprendere e accettare meglio la sofferenza e la morte e che le credenze religiose forniscono una base per la stima di sé che è più resistente rispetto ad altre fonti di autostima – come i beni materiali o capacità fisiche – che diminuiscono con l’aumentare dell’età e del peggioramento di salute. Gli studi si basano sull’intervallo di tempo tra il novembre 1993 e il marzo 1996.

 

  • Nel giugno 1997 i ricercatori dello Human Population Laboratory della California hanno analizzato il sodalizio -già ampiamente provato- tra partecipazione alle funzioni religiose e il basso tasso di mortalità, allo scopo di determinare se questa associazione è spiegata dalla vita più salutare e le migliori relazioni sociali di cui giovano i cosiddetti “frequentanti frequenti”, cioè coloro che frequentano la chiesa più di una volta a settimana. Lo studio si è bastao su 5.386 soggetti sopra i 28 anni. Ancora una volta è emerso che i “frequentanti frequenti” hanno tassi di mortalità inferiori rispetto ai “frequentanti infrequenti” (cioè coloro che frequentano la chiesa meno di una volta a settimana). Gli scienziati hanno rilevato che le persone più religiose avevano anche più probabilità di smettere di fumare, aumentare l’esercizio fisico, aumentare i contatti sociali e rimanere sposati. il basso tasso di mortalità per i “frequenti frequentanti” si spiega però solo in parte con lo stile di vita più salutare, la moltiplicazione dei contatti sociali e matrimoni più stabili. La questione rimane ancora aperta.

 

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Il sangue di San Gennaro, ecco cosa dice la scienza

La liquefazione del sangue e la spiegazione scientifica. La scienza ha mai indagato il sangue di San Gennaro? La tradizione vuole che dal 1389 ad oggi si verifichi un’inspiegabile liquefazione del sangue contenuto in una boccetta di vetro sigillata, ospitata all’interno del Duomo di Napoli.

Ebbene si, vi sono stati numerosi tentativi di studiare scientificamente quel che molti (non la Chiesa cattolica) definiscono “miracolo”, a partire dal dipartimento di Biologia dell’Università di Napoli, così come vi sono stati alcuni tentavi da parte di associazioni di scettici (vedi Cicap) per smentire il prodigio, soprattutto tramite la tesi che l’ampolla non conterrebbe del liquido ematico. Nel dossier analizzeremo le loro dichiarazioni e la confutazione dei loro esperimenti da parte di alcuni biologi. Tuttavia, ad oggi, il fenomeno rimane inspiegabile e misterioso. Di seguito facciamo il punto sulla situazione scientifica, aggiornando la pagina ogniqualvolta ci siano delle novità.

 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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1. POSIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA

La Chiesa cattolica non ha mai riconosciuto ufficialmente come “miracolo” il fenomeno della liquefazione. Viste le forti resistenze da parte della comunità napoletana ad abbandonare il culto del santo e delle sue reliquie si è deciso di mantenere la tradizione. Ma la commissione medica voluta dal Vaticano ha stabilito che lo scioglimento del sangue di san Gennaro non è un miracolo: tale evento è stato definito come un fatto mirabolante ritenuto prodigioso dalla tradizione religiosa popolare, essendo impossibile, allo stato dell’attuale conoscenza dei fatti, definirlo come scientificamente inspiegabile. Un requisito indispensabile perché la Chiesa riconosca un miracolo. La curi a e l’arcivescovo di Napoli hanno sollecitato e incoraggiato più volte la scienza ad effettuare ulteriori studi sul miracolo di San Gennaro. Già nel 2008 il cardinale Crescenzio Sepe aveva espresso il desiderio di porre il prodigio del Santo all’attenzione di esperti internazionali, in modo da far luce su una questione che da sempre ha suscitato polemiche.

 

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2. BREVE STORIA

Tradizionalmente si racconta che il 19 settembre del 305, durante la persecuzione di Diocleziano, Gennaro, vescovo di Benevento, fu decapitato con altri compagni nella Solfatara di Pozzuoli. In altre fonti, è detto che Gennaro fu destinato ai leoni. Qualunque sia la versione ufficiale, sappiamo che la sua nutrice raccolse il suo sangue e il suo corpo, secondo i canoni di una tradizione molto diffusa e caratterizzante l’atteggiamento dei fedeli nei confronti dei martiri. Le cerimonie in onore di san Gennaro furono istituite nel 1337 dall’arcivescovo di Napoli. Bisogna attendere il 1389 quando, il 17 agosto, il fenomeno della liquefazione venne documentato per la prima volta: «fu fatta una grandissima processione per il miracolo che Gesù mostrò mediante il sangue del beato Gennaro conservato e che allora era liquefatto come se quel giorno fosse uscito dal capo del beato Gennaro». Da allora si sono verificate circa 11.000 liquefazioni in condizioni ambientali e culturali molto diverse. L’evento si è ripetuto – quasi sempre – a date regolari, scandendo la storia di Napoli. Il 19 settembre (giorno della decapitazione del santo); il sabato che precede la prima domenica di maggio (anniversario della traslazione delle reliquie del martire nelle catacombe di Capodimonte) e il 16 dicembre (in relazione ad una terribile eruzione del Vesuvio che nel 1631 causò molti lutti e distruzione. Il popolo durante quell’evento si affidò totalmente al Santo). Sono inoltre avvenute altre liquefazioni in giorni diversi e interpretate simbolicamente dai napoletani.

 

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3. IPOTESI E STUDI SCIENTIFICI

Si parla di miracolo quando si è difronte ad un fatto oggettivamente inspiegabile a qualunque disamina, a qualunque procedimento indagativo della ragione. La scienza ci dimostra come il sangue umano, se sigillato in vitro per un certo periodo, solitamente si coaguli, senza più tornare al proprio stato liquido. Ma anche quando dovesse rompersi il coagulo (con conseguente liquefazione), ciò potrebbe avvenire una tantum: senza alcuna possibilità, dunque, di ulteriore ritorno alla coagulazione iniziale. Il liquido conservato nel Duomo di Napoli, invece, sta misteriosamente continuando, nel corso dei secoli, a solidificare ed a liquefarsi più volte, senza entrare mai a contatto con l’aria.

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3.1 ANALISI SPETTROSCOPICA TROVA EMOGLOBINA

Il 25 settembre 1902 una prima analisi spettroscopica sull’ampolla fu fatta dai professori Sperindeo e Januario rivela lo spettro dell’ossiemoglobina, cioè il prodotto di associazione dell’emoglobina -il pigmento contenuto nei globuli rossi del sangue-, con l’ossigeno[1]

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3.2 BAIMA BOLLONE AFFERMA LA PRESENZA DI SANGUE NELL’AMPOLLA

Nel 1989 il dott. Pierluigi Baima Bollone, ordinario di Medicina legale nell’Università di Torino, dichiara: «secondo il parere di alcuni insigni biologi, sembrerebbe ragionevole – sulla base delle conoscenze via via raccolte – presumere che nelle ampolline sia contenuto del sangue certamente antico». Sangue con «metaemoglobina scura e stabile, il che bene corrisponde all’aspetto cupo del materiale contenuto nelle ampolle al momento della fase solida. Nella fase di liquefazione il contenuto delle ampolle diviene invece rosso vivo, quasi che si fosse realizzato l’impossibile ripristino della ossiemoglobina. Inoltre, le conoscenze sulla coagulazione tendono a condurre gli studiosi verso la conclusione che la liquefazione ricorrente contrasta con le conoscenze scientifiche biochimiche e fisiologiche naturali»[2]

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3.3 IL CICAP PARLA DI TISSOTROPIA

Il 10 ottobre 1991 sulla rivista scientifica Nature appare una lettera[3] di Luigi Garlaschelli, responsabile scientifico del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) il quale sostiene di aver risolto l’enigma di San Gennaro. Propone quindi l’ipotesi della tissotropia, proprietà di alcuni gel di diventare più fluidi, fino a passare dallo stato solido a quello liquido, se scossi o fatti vibrare, comunque turbando il loro stato con sollecitazioni meccaniche per poi tornare allo stato precedente se lasciati indisturbati (un esempio di questa proprietà è la salsa ketchup). Ricordiamo che il chimico del CICAP, che ha fatto fortuna, non solo economica, grazie a questa vicenda, non ha mai studiato il liquido direttamente, come non studiò direttamente la Sacra Sindone di Torino prima di realizzarne una artificialmente, così mal fatta da fargli perdere la popolarità ricevuta dal sangue di San Gennaro [4]. Garlaschelli ritiene che il liquido non sia sangue ma una sostanza frutto di una manipolazione da parte di qualche abile alchimista. Ha così ricreato il “miracolo” -cioè i cambiamenti di stato da solido a liquido- utilizzando una sostanza ottenuta tramite il miscuglio di elementi abitualmente adoperati dagli antichi alchimisti. Il CICAP non ha però spiegato perché la sostanza a volte (come nel maggio 1976) non si è sciolta malgrado otto giorni di attesa e che spesso è stata invece trovata già sciolta nella cassaforte dov’è conservata, senza che fosse intervenuta alcuna energia o interferenza esterna.

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3.4 IL BIOLOGO GERACI SMENTISCE IL CICAP: C’E’ IL SANGUE, NO LA TISSOTROPIA

Nel 1999 il CICAP presenta i risultati di Garlaschelli durante l’inaugurazine della sezione campana del CICAP. Il Corriere della Sera[5] riporta che in sala è presente anche il professor Giuseppe Geraci, docente di Biologia molecolare e studioso di fama internazionale, che dopo aver precisato che ai miracoli non crede, «smantella pezzo a pezzo le tesi del Cicap». Venti minuti occorrono al «professor Giuseppe Geraci per dare un colpo alla credibilità del Cicap». Secondo Geraci la «tissotropia» non c’entra nulla perché non è gelatina ma proprio sangue quello che si conserva nel Duomo. Il quotidiano continua: «Lo stesso Garlaschelli ha dovuto riconoscere i suoi limiti e con onestà intellettuale ha poi raggiunto il professore, al termine dell’incontro, per chiedergli lumi e la possibilità di leggere i suoi studi». Ed è a questo punto che il biologo rivela: «Il sangue c’è, il miracolo no, tutto nasce dalla degradazione chimica dei prodotti, che crea delle reazioni e delle variazioni anche con il mutare delle condizioni ambientali». Quindi c’è del sangue ma niente miracolo poiché il cambio di stato è dovuto solo reazioni chimiche. Proprio su quest’ultima affermazione l’accademico cambierà idea nel 2010 (come vedremo).

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3.5 IL CICAP CONCEDE QUALCOSA

Il 1/1/2000 sul sito web del CICAP appare un articolo, colmo della solita ironia degli scettici nichilisti, in cui si riassume la vicenda scientifica sull’ampolla di San Gennaro. Sono costretti però ad ammettere che «anche le fonti critiche continuano a descrivere il miracolo come “non spiegato dalla scienza” e “non riproducibile”»[6]. L’ente sul paranormale persiste nel proporre la veridicità della propria ipotesi, cioè il fenomeno tissotropico, ma vuole sollevare la Curia di Napoli dalle accusa di frode, proponendo un compromesso: «Lungi dal porre l’accento sulle responsabilita’ della Chiesa nel partecipare ad un possibile inganno l’ipotesi tissotropica è proprio basata sul fatto che la frode, se c’è stata, è stata fino ad ora in gran parte involontaria. Se con un controllo davvero elementare, cioè scuotendo lievemente l’ampolla, l’ipotesi tissotropica venisse avvalorata, basterebbe ammettere l’errore passato, per salvare la faccia futura»[7]. Cioè, ammettete l’inganno, date ragione a noi e nessuno vi accuserà. Interessante che anche alcuni membri del CICAP comincino ad ammettere la possibilità della presenza del sangue all’interno dell’ampolla: «C’è fra noi una certa gamma di opinioni diverse. Alcuni non hanno esitazioni ad attribuire la creazione della reliquia a persone competenti preoccupate unicamente di ottenere il giusto effetto sorprendente, usando soltanto le materie piu’ adatte. Altri preferiscono tenere aperta anche la possibilità che del sangue, forse originale, forse aggiunto più tardi, faccia parte del contenuto dell’ampolla, magari in proporzione minima»[8]. Come diceva Lev Trotsky, “nessuno è più superstizioso degli scettici”.

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3.6 IL GEL TISSOTROPICO CREATO DAL CICAP NON DURA NEL TEMPO

Nel marzo 2005 Antonio Ruggeri, pur dichiarando di apprezzare l’ipotesi del CICAP, ammette che «comunque, per dovere di correttezza, bisogna anche segnalare che la sostanza ottenuta dal Garlaschelli non riesce attualmente a mantenere le proprie caratteristiche tissotropiche per un periodo superiore ai due anni»[9], mentre -riconosce il Ruggeri- il miracolo di Gennaro avviene ininterrottamente da quasi sette secoli a questa parte. Quindi, non solo il CICAP ha postulato che nell’ampolla non ci sia del sangue, al contrario degli studi precedenti e dell’opinione del biologo Geraci, ma ha anche fallito la presunta dimostrazione attraverso la sostanza tissotropica articifiale.

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3.7 L’ANTROPOLOGO CENTINI RIAPRE LA VICENDA

Nel 2006 l’antropologo e studioso di miti popolari Massimo Centini afferma che «malgrado le tesi scientifiche, il miracolo di san Gennaro continua ad essere un fenomeno che resiste agli assalti del tempo e delle critiche»[10]

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3.8 IL DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA DI NAPOLI DIMOSTRA PRESENZA DI SANGUE E LA PERMANENZA DEL MISTERO

Nel febbraio 2010, il Dipartimento di Biologia Molecolare dell’Università Federico II di Napoli, guidato dal professor Giuseppe Geraci, ha dimostrato definitivamente la presenza di sangue umano all’interno dell’ampolla di San Gennaro. Il biologo, dopo quattro anni di intense ricerche, sostiene: «Senza contare le notti passate nel buio della Cappella reale del Tesoro di San Gennaro sono partito proprio da lì, dal luogo dove la teca con l’ampolla è custodita. Ho applicato il massimo del rigore scientifico a un evento ritenuto assolutamente metafisico, inspiegabile». Dopo centinaia di osservazioni e rilevazioni non si è rilevata alcuna misteriosa variazione di peso, anche quando ci sono i mutamenti di stato. L’analisi però ha portato a una sostanziale conferma dei dati emersi nel 1989 con l’analisi spettroscopica, i quali rivelarono lo spettro dell’emoglobina. A confermare ulteriormente questo dato per il professor Geraci ha contribuito un evento assolutamente imprevisto: «Nelle disponibilità della Delegazione della Curia napoletana c’era una teca con ampolla, in tutto simile a quella di San Gennaro. Una reliquia – afferma Geraci- proveniente dall’Eremo dei Camaldoli», ritrovata dieci anni fa. L’ampolla, che è identica a quella di San Gennaro ma è di datazione diversa (risale al 1600 secolo mentre quella di San Gennaro è del 1300) è stata sottoposta a numerosi test. Geraci racconta: «abbiamo riprodotto una serie di condizioni per verificare le reazioni del liquido, rossastro e schiumoso, in tutto simile a quello di San Gennaro. Poi abbiamo potuto aprire l’ampolla e, durante l’operazione, abbiamo verificato un elemento che ci ha convinto che all’interno ci fosse sangue ancor prima di poterlo verificare direttamente. Il sangue umano, in particolare condizioni, sprigiona una sostanza che, di fatto, è un vero e proprio mastice naturale. Il tappo, così come quello dell’ampolla di San Gennaro, era praticamente incollato al vetro. Impossibile da aprire senza romperlo». In conclusione, Geraci cambia idea rispetto a quanto sostenuto nel 1999 e afferma: «così come per San Gennaro, non c’è dato scientifico univoco che spieghi perché avvengano questi mutamenti. Non basta attribuire al movimento la capacità di sciogliere il sangue, il liquido cambia stato per motivi ancora tutti da individuare»[11] Convegno scientifico. I lavori del dipartimento di Biologia molecolare dell’università di Napoli sono sono stati esposti il 5/2/10 durante il convegno “Il miracolo di san Gennaro: esperimenti e considerazioni di un biologo molecolare”[12] presso l’Accademia nazionale di Scienze fisiche e matematiche presieduta a Napoli dal rettore Guido Trombetti e rappresentata dal segretario nazionale Carlo Sbordone, titolare della cattedra di Analisi matematica alla federiciana. Sono stati riportati gli eventi che hanno portato ad eseguire misure sulla reliquia di sangue di San Gennaro, i loro risultati e le conseguenti considerazioni sulla autenticità della reliquia. Il biologo Geraci ha aperto il convegno mostrando ai presenti un campione del proprio sangue solidificato e agitandolo ne ha provocato la liquefazione. Lo scienziato ha però poi sottolineato l’incredibilità e unicità dell’ampolla dell’Eremo dei Camaldoli e di quella di San Gennaro: «non basta l’evento meccanico, uno scossone, a far cambiare stato. Quando ho aperto l’ampolla dei Camaldoli [quindi a contatto con l’aria] il sangue contenuto da liquido è divenuto gelatinoso, ho sottratto del calcio per riportarlo allo stadio fluido. Per l’ampolla con il mio sangue è invece bastato uno scossone. Quello che non sappiamo è in base a quali circostanze il sangue dell’ampolla di San Gennaro passa da solido a liquido e viceversa»[13]. Ricordiamo che la liquefazione del sangue di San Gennaro non avviene per contatto con l’aria e rimane aperto il mistero per cui in alcuni casi nonostante numerosi giorni di “agitazioni” dell’ampolla, il sangue sia rimasto solido e altri in cui si è sciolto senza intervento esterno.

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3.9 IL RETTORE TROMBETTI CONFERMA IL LAVORO DI GERACI E LA NON SPIEGABILITA’ DEL FENOMENO

Il matematico Guido Trombetti, accademico di prestigio internazionale, Presidente dell’Accademia di Scienze Matematiche e Fisiche, docente di Analisi Matematica I e II per il corso di laurea in Fisica e già Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ha confermato il lavoro del biologo Geraci affermando: «nella teca custodita in cattedrale vi è certamente sangue umano. Facendo così giustizia di ipotesi fantasiose. Perché il 19 settembre di ogni anno, agitando la teca, il sangue ivi racchiuso possa sciogliersi nessuno sa dirlo. Neanche gli esperimenti di Geraci». Per poi concludere così: «I punti di incontro e di dialogo tra scienza e fede vanno cercati tenacemente. Superando però un equivoco sempre in agguato: bisogna smetterla con la pretesa superiorità intellettuale della posizione dei non credenti rispetto a quella dei credenti. Si tratta in entrambi i casi di una posizione dogmatica. O, se vi piace di più, si tratta della scommessa di Pascal»[14]


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4. Note

1 ^ Ferdinando Grassi, I Pastori della Cattedra Beneventana, Auxiliatrix 1969, pag. 13
2 ^ P.L. Baima Bollone, San Gennaro e la scienza, SEI 1989, pag. 204
3 ^ http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100063
4 ^ si veda La Sindone dell’UAAR e del CICAP è una perfetta bufala
5 ^ da Il Corriere della Sera 5/2/10
6^ http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100062#Altre_ipotesi
7^http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100062#Non_un_accusa_ma_la_possibilita_di_un_onorevole_via_d_uscita
8 ^ http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100062#C_e_del_sangue
9 ^ A. Ruggeri, “Il sangue di San Gennaro”, marzo 2005
10 ^ Massimo Centini, “Misteri d’Italia“, Newton & Compton 2006, pag. 55 e seguenti.
11 ^ Il Mattino di Napoli, 5/2/10
12 ^ sito web dell’Accademia nazionale di Scienze fisiche e matematiche
13 ^ Il Levante, 9/5/10
14 ^ Il Messaggero, 7/2/10

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Filosofi credenti, cristiani e cattolici: elenco completo

Quali sono i principali filosofi credenti e cristiani nella storia? Pubblichiamo il più completo elenco sui più grandi filosofi che hanno abbracciato la fede religiosa e hanno contribuito al progresso del pensiero filosofico.

 
 

Il susseguirsi delle vicende umane ci ha mostrato, e continua a mostrarci, la bellezza e la profondità di un’alleanza che dura ininterrottamente da secoli: quella tra cristianesimo e filosofia.

Se nel nostro tempo, il tentativo è quello di porre fine a questo armonico incontro, cercando di dimostrare in tutti i modi l’incompatibilità assoluta tra fede e ragione, la storia dell’uomo ci dimostra l’esatto contrario: grandissimi pensatori, giganti della storia della filosofia, erano credenti e cristiani.

In questo dossier (costantemente aggiornato) mostriamo l’elenco più completo ed esaustivo sul web dei principali filosofi credenti e cristiani nella storia, accompagnati da una breve biografia.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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1. FILOSOFI CREDENTI IN ETA’ CONTEMPORANEA.

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David S. Oderberg, 1963, filosofo cattolico
E’ professore all’Università di Reading. La sua opera spazia dalla metafisica alla filosofia della religione, passando dalla filosofia della mente e dalla filosofia morale; ambito, quest’ultimo, nel quale è considerato sostenitore di idee conservatrici. E’ un convinto assertore delle tesi caratteristiche dell’aristotelismo e del tomismo. E’ ritenuto uno dei cinquanta filosofi viventi più influenti in tutto il mondo.
(Biografia | Citazioni)

John J. Haldane, 1954, filosofo cattolico
Di origine scozzese, presidente del Royal Institute of Philosophy e docente all’Università di St Andrews. Appartiene alla tradizione analitica ed è noto in particolare per la sua opera su Tommaso d’Aquino e per aver coniato il termine “tomismo analitico”. E’ cattolico, consigliere del Papa in Vaticano dal 2005 e considerato uno tra i 50 più influenti filosofi al mondo.
(Biografia | Citazioni)

William Lane Craig, 1949, filosofo e teologo cristiano
Filosofo della religione di primissimo piano, è anche teologo protestante ed apologista cristiano dal punto di vista storico oltre che filosofico. Difende l’argomento cosmologico di Leibniz nonché l’argomento morale per l’esistenza di Dio, propone il cosiddetto argomento del “fine tuning” come miglior spiegazione dell’esistenza di Dio. E’ altresì per aver riproposto l’argomento cosmologico Kalam, derivato dalla filosofia araba, per il quale l’esistenza di Dio si dedurrebbe dalla finitezza del tempo passato. E’ ritenuto tra i 50 filosofi viventi più influenti al mondo.

(Biografia | Citazioni)

James Porter Moreland , 1948, filosofo cristiano
Professore di Filosofia presso la Biola University, è ritenuto tra i 50 filosofi più influenti al mondo. In metafisica e filosofia della mente è un sostenitore del dualismo di sostanza, difende filosoficamente il libero arbitrio e l’esistenza dopo la morte.
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Jean-Luc Marion, 1946, filosofo cattolico
Considerato uno dei più brillanti esponenti della filosofia contemporanea francese, Marion è uno dei più noti interpreti internazionali di Cartesio. Nel campo della Filosofia della religione, ha elaborato l’originale proposta della “fenomenologia della donazione”.
(Biografia | Citazioni)

Peter van Inwagen, 1942, filosofo cristiano
Docente di filosofia presso la Duke University, è una delle figure di spicco contemporanee della metafisica e della filosofia della religione. Dal 2012 al 2013 è stato il presidente della Society of Christian Philosophers ed è ritenuto uno dei 50 filosofi più influenti al mondo. In filosofia della religione ha scritto un volume sul “problema del male” tentando di confutare tale argomento, ed un altro volume in cui tenta di dare una descrizione filosofica della resurrezione cristianamente intesa. In filosofia dell’azione, infine, è un sostenitore della realtà del libero arbitrio.
(Biografia | Citazioni)

Robert Merrihew Adams, 1937, filosofo cristiano
Docente presso l’Università del North Carolina, si è occupato del problema del male e della relazione tra teismo e l’etica. Ex presidente della Society of Christian Philosophers, è stato membro della British Academy e dell’American Academy of Arts and Sciences.
(Biografia | Citazioni)

Alvin Plantinga, 1932, filosofo cristiano
Professore Emerito di Filosofia presso l’Università di Notre Dame, è considerato il più importante filosofo cristiano vivente. E’ stato presidente dell’American Philosophical Association e della Society of Christian Philosophers, ha ricevuto innumerevoli premi e lauree honoris causa.
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Alasdair MacIntyre Chalmers, 1929, filosofo cattolico
Celebre filosofo, è Senior Research Fellow presso il Centre for Contemporary studi aristotelici di Etica e Politica (CASEP) alla London Metropolitan University, e professore emerito di Filosofia presso l’ Università di Notre Dame. E’ ampiamente riconosciuto come uno dei più importanti autori di filosofia morale e politica del 20 ° secolo e uno dei 50 più influenti filosofi nel mondo. Ritiene che la ragione morale abbia conosciuto un declino negli ultimi secoli a motivo del rifiuto della filosofia di Aristotele e Tommaso d’Aquino. Si è convertito al cattolicesimo negli anni ’80 grazie allo studio del tomismo.
(Biografia | Citazioni)

Joseph Ratzinger, 1927, filosofo e teologo cattolico
Salito al soglio pontificio con il nome di Benedetto XVI, Joseph Ratzinger ha compiuto studi di Filosofia e Teologia a Monaco di Baviera e a Frisinga. Pur avendo successivamente privilegiato l’aspetto teologico (il cui approfondimento ne ha fatto uno dei teologi più stimati del mondo), la formazione di Ratzinger risente fortemente del neoplatonismo agostiniano e del pensiero di Pascal. Uno dei punti fondamentali della sua riflessione, è il continuo richiamo al rapporto tra fede e ragione come dimostrano alcune sue citazioni : “agire contro la ragione è in contraddizione con la natura di Dio“; “il settarismo e il fondamentalismo emergono quando viene data una non sufficiente attenzione al ruolo purificatore e strutturante della ragione all’interno della religione“.
(Biografia | Citazioni)

Robert Spaemann, 1927, filosofo e teologo cattolico
Professore emerito di filosofia presso la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera ed è considerato il filosofo cattolico più importante della Germania, molto apprezzato da Joseph Ratzinger è conosciuto per il suo lavoro nel campo della bioetica, ecologia e diritti umani.
(Citazioni)

Xavier Tilliette, 1921, filosofo e teologo cattolico, religioso
Professore emerito presso la Pontificia Università Gregoriana, ha insegnato Filosofia in moltissime università europee e non (Lima, Santiago del Cile, Tubinga, Roma, Monaco, Torino, ecc…). Oltre ad essere un esperto di Husserl e della fenomenologia tedesca, ha elaborato, conciliando in maniera mirabile Filosofia e Teologia, una “Cristologia filosofica”. E’ stato quattro volte vincitore di un premo all’Accademia di Francia, ed è membro dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
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William Payne Alston, 1921, filosofo cristiano
Ha dato un importante contributo nell’ambito della filosofia del linguaggio e dell’epistemologia, è stato docente presso l’University of Chicago, l’University of Michigan, la Rutgers University, l’University of Illinois e la Syracuse University, nonché presidente dell’American Philosophical Association, della Society for Philosophy and Psychology e della Society of Christian Philosophers.
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Cornelio Fabro, 1911, filosofo e teologo cattolico, religioso
Cornelio Fabro si inserisce nel filone di pensiero neotomista. La sua riflessione metafisica, ripercorre la strada tracciata da Tommaso d’Aquino. Scrisse un saggio sull’ateismo, evidenziando come quest’ultimo nasca dal sopravvento della “Filosofia dell’immanenza” sulla “Filosofia della trascendenza”.
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Augusto Del Noce, 1910, filosofo, politologo e politico cattolico
Il lavoro svolto da Augusto Del Noce è senza dubbio degno di nota, soprattutto nel campo della Filosofia politica. Eccellente studioso di dottrine politiche, criticò il fascismo e giudicò inconciliabili cristianesimo e marxismo. Svolse anche un importante lavoro di analisi sul razionalismo cartesiano.
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Emmanuel Mounier, 1905, filosofo cattolico
Laureatosi in Filosofia a Grenoble, Mounier è noto soprattuto per aver definito la posizione filosofica conosciuta come “personalismo comunitario”. Autore di diverse riviste, venne imprigionato a causa del suo appoggio alla resistenza francese.
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Gustavo Bontadini, 1903, filosofo cattolico
Professore di Filosofia teoretica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Bontadini fu un esponente di spicco del neotomismo. Svolse interessanti studi di metafisica e gnoseologia, e disse : “Se Dio non ci fosse, il mondo sarebbe contraddittorio“.
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Elizabeth Anscombe, 1919-2001, filosofa cattolica
Cresciuta in una famiglia anglicana, discepola di Wittgenstein, convertitasi al cattolicesimo, fu ricercatrice a Oxford poi docente a Cambridge. La sua riflessione sulla filosofia morale ha cercato di coniugare la tradizione aristotelico-tomista con la filosofia analitica.
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Mortimer Adler, 1902-2001, filosofo cattolico
Conoscitore della tradizione aristotelica e tomista, ha lavorato per la Columbia University, la University of Chicago, la Encyclopædia Britannica.
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Edith Stein, 1891 – 1942, filosofa cattolica, religiosa
Convertitasi al cattolicesimo dall’ebraismo, entrò nell’ordine carmelitano con il nome di Teresa Benedetta della croce. Sul piano filosofico, condusse numerosi tentativi di conciliazione fra il sistema filosofico di Tommaso d’Aquino e quello di Husserl. In seguito alla lettera di denuncia dei vescovi olandesi contro le deportazioni degli ebrei, venne deportata ad Auschwitz, dove incontrò la morte in una camera a gas. E’ stata canonizzata da Papa Giovanni Paolo II nel 1998, e dichiarata compatrona d’Europa l’anno successivo.
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Étienne Gilson, 1884 – 1978, filosofo e storico cattolico
Francese, è considerato fra i massimi esponenti del neotomismo. Insegnò storia della Filosofia all’università di Strasburgo, a Sorbona e ad Harvard. Scrisse numerosi saggi su Agostino, Bonaventura, Duns Scoto e Tommaso; in quest’ultimo, riconobbe il primo vero esponente della metafisica dell’essere.
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Jacques Maritain, 1882 – 1973, filosofo cattolico
Francese, fu allievo di Henri Bergson. E’ considerato uno dei massimi esponenti del neotomismo, e tra i più grandi pensatori cristiani del ‘900. Il suo sistema di pensiero riprende Aristotele e Tommaso d’Aquino.
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Joseph Maréchal, 1878 – 1944, filosofo e psicologo cattolico, religioso
Gesuita belga, Maréchal fondò il cosiddetto “Tomismo trascendentale”, una scuola di pensiero che si proponeva di coniugare il pensiero di Tommaso d’Aquino, con l’indagine filosofica di Immanuel Kant.
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Maurice Blondel, 1861 – 1949, filosofo cattolico
Blondel figura certamente fra gli esponenti di spicco della filosofia francese del ‘900. A partire dal 1934, elaborò una filosofia cosmica centrata sulla provvidenza e sulla redenzione.
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Pierre Duhem, 1861 – 1916, filosofo, fisico e matematico cattolico
Francese, i suoi contributi sono diretti in particolar modo alla Filosofia della scienza (vedi “Tesi di Duhem – Quine“). Pubblicò anche alcune opere riguardanti la storia del progresso scientifico durante il Medioevo. Riguardo alla sua fede, dichiarò : “Certo, io credo pienamente nelle verità rivelateci da Dio e trasmessaci dalla sua Chiesa, non ho mai nascosto la mia fede e Colui nel quale la ripongo mi salvaguarderà, lo spero nel profondo del cuore, dall’arrossirne. In questo senso è lecito affermare che la fisica da me professata è quella di un credente”.
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Søren Kierkegaard, 1813 – 1855, filosofo e teologo protestante
Le pricipali linee di pensiero del filosofo danese, vanno dalla critica all’hegelismo, al cosiddetto “paradosso della fede”. Kierkegaard è inoltre inquadrato tra i precursori dell’Esistenzialismo.
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Gaetano Sanseverino, 1811 – 1865, filosofo e teologo cattolico, presbitero
Sanseverino è considerato uno dei massimi precursori del neotomismo. Dopo l’ordinazione sacerdotale, continuò lo studio della Filosofia, con lo scopo di comparare i vari sistemi filosofici. Questo gli permise di approfondire la conoscenza della Scolastica e del pensiero di Tommaso d’Aquino. La sua indagine filosofica è sostanzialmente un tentativo di restaurazione del tomismo.
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Bernhard Bolzano, 1781 – 1848, filosofo, teologo, logico e matematico cattolico, presbitero
Boemo, si iscrisse alla facoltà di Filosofia dell’Università degli Studi di Praga. Successivamente si diede allo studio della Teologia, ed ottenne un dottorato in Geometria. In campo filosofico, condusse studi incentrati principalmente sulla teoria della conoscenza. Diede, inoltre, un notevole ed importante contributo anche in campo matematico (ad esempio, con il Teorema di Bolzano – Weierstrass).
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Antonio Rosmini, 1797 – 1855, filosofo cattolico, presbitero
Dotato di un acutissimo ingegno, Rosmini elaborò un sistema di pensiero teso a contrastare l’illuminismo e il sensismo. Considerato uno dei principali esponenti dello spiritualismo ottocentesco, riprese i temi agostiniani dell’interiorità della coscienza e della trascendenza di Dio. E’ stato beatificato il 18 novembre 2007.
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2. FILOSOFI CREDENTI IN ETA’ MODERNA.

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Maria Gaetana Agnesi, 1718 – 1799, filosofa e matematica
Fu la prima donna autrice di un libro di matematica e la prima a ottenere una cattedra universitaria di matematica, dopo aver insegnato nell’Università di Bologna per tre anni in sostituzione del padre.
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Étienne Bonnot de Condillac, 1715 – 1780, filosofo ed enciclopedista cattolico, abate
Francese, come il fratello prese l’ordine sacro e divenne abate. Si stabilì per qualche tempo presso la corte di Parma, come tutore, e fu eletto all’Accademia francese. Nella sua opera “Trattato delle sensazioni”, espose la linee generali della dottrina del sensismo.
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George Berkeley, 1685 – 1753, filosofo e teologo anglicano, vescovo
Irlandese, è uno dei tre grandi empiristi britannici, insieme a John Locke e David Hume. E’ conosciuto per aver formulato il principio metafisico dell’immaterialismo. Condusse diverse battaglie contro i deisti e i liberi pensatori, difendendo tenacemente il cristianesimo.
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Giambattista Vico, 1668 – 1744, filosofo, storico e giurista cattolico
Operante nel florido ambiente filosofico napoletano, Giambattista Vico fu influenzato da diversi pensatori quali Agostino o Suaréz. Ebbe modo di elaborare alcuni scritti in polemica con la filosofia cartesiana (allora predominante nel suo circolo filosofico) ed elaborò, tra le altre, la teoria della Provvidenza storica.
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Gottfried Wilhelm Leibniz, 1646 – 1716, filosofo e matematico cristiano razionalista
Tedesco, fu un fanciullo molto precoce (a soli 6 anni imparò autonomamente il latino). In Matematica, a lui si devono il termine “funzione” e il concetto di “calcolo integrale”. Sebbene non fosse un filosofo di professione, Leibniz ha elaborato diverse teorie, soprattutto in campo metafisico, che gli hanno accordato un ruolo di rilievo anche nella storia della Filosofia. Famoso è il concetto di “Monade”, ovvero la forma sostanziale dell’essere. La monade è un atomo spirituale, una sostanza semplice, senza parti, e quindi priva di estensione : come tale, è eterna e solo Dio può crearla o annullarla. Dio, è la monade delle monadi, in quanto rappresenta il mondo sotto tutti i punti di vista possibili.
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Nicolas Malebranche, 1638 – 1715, filosofo e teologo cattolico, presbitero
Figlio del tesoriere di Richelieu, mostrò ben presto le sue notevoli doti intellettuali. La sua riflessione filosofica si concentra principalmente sulla metafisica. Proprio nell’ambito di questa disciplina, Malebranche elabrò una dimostrazione razionale dell’esistenza di Dio.
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Blaise Pascal, 1623 – 1662, filosofo, teologo e scienziato cristiano giansenista
I suoi studi hanno fortemente influenzato diverse discipline scientifiche come la Matematica, la Geometria, la Meccanica, la Probabilità e la Fisica. E’ inoltre considerato il precursore dell’Informatica poichè progetto la “Pascalina”, un semplice calcolatore meccanico in grado di eseguire addizioni e sottrazioni. Dal punto di vista filosofico, famosa è la sua “scommessa” : “Valutiamo questi due casi: se vincete, vincete tutto, se perdete non perdete nulla. Scommettete, dunque, che Dio esiste, senza esitare”.
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René Descartes (Cartesio), 1596 – 1650, filosofo e matematico cattolico
E’ considerato il padre della Filosofia moderna e del razionalismo. Sul modello di Anselmo d’Aosta, Cartesio propose una prova ontologica, esclusivamente razionale, dell’esistenza di Dio, partendo dal principio “Ex nihilo nihil fit” (Nulla viene dal nulla).
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Francisco Suaréz, 1548 – 1617, filosofo, teologo e giurista cattolico, religioso
Il pensiero di Suaréz si inserisce nel periodo dell’ultima Scolastica. Dopo un incerto avvio agli studi (non superò per due volte l’esame di ammissione alla facoltà universitaria), si affermò a tal punto che i suoi contemporanei arrivarono a considerarlo il più grande filosofo del tempo. I suoi contributi principali in campo filosofico, riguardano la metafisica e la Filosofia del diritto.
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Erasmo da Rotterdam, 1466/1469 – 1536, filosofo, teologo ed umanista cattolico
L’autore dell'”Elogio della follia”, fu un grande sostenitore della necessità di riforme all’interno della Chiesa Cattolica. Con l’avvento della riforma protestante, Erasmo venne accusato di essere Luterano. Egli però, nonostante condividesse molti punti della critica di Lutero all’apparato ecclesiastico, volle rimanere fedele al cattolicesimo, come dimostra la brillante critica che rivolge al riformatore tedesco nel “De Libero Arbitrio”.
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Giovanni Pico della Mirandola, 1463 – 1494, filosofo e umanista cattolico
Appartenente alla casata dei conti della Mirandola e della Concordia, Giovanni compì i suoi studi fra Pavia, Ferrara, Bologna, Padova e Firenze (in seguito studiò Teologia alla Sorbona di Parigi). Pur avendo un fondamento nel platonismo di Marsilio Ficino, Pico della Mirandola cercò di realizzare una sintesi fra platonismo ed aristotelismo (al contrario di Ficino, che polemizzò fortemente contro gli aristotelici). L’idea di Pico, infatti, era quella di di realizzare una Filosofia universale, che accomunasse tutte le varie dottrine filosofiche, per farle poi culminare nel messaggio della Rivelazione cristiana. Si interessò anche alla cabala, a cui guardò positivamente, mentre polemizzò aspramente contro l’astrologia.
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Marsilio Ficino, 1433 – 1499, filosofo e umanista cattolico
Dopo aver stretto amicizia con Cosimo de’ Medici, Ficino fondò la nuova Accademia Platonica, il cui scopo era quello di studiare le opere di Platone e dei platonici per promuoverne la diffusione. Insieme a Nicola Cusano, rappresenta il migliore esempio del platonismo rinascimentale. In seguito ad una grave malattia (cercò conforto nella filosofia antica, ma guarì solo dopo aver fatto un voto a Maria), decise che il suo pensiero filosofico avrebbe dovuto essere messo al servizio della Rivelazione cristiana, attuando una sintesi fra il platonismo e il cristianesimo.
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3. FILOSOFI CREDENTI IN ETA’ MEDIEVALE.

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Nicola Cusano, 1401 – 1464, filosofo, teologo e matematico cattolico, cardinale
Tedesco, Nicola Cusano è considerato la più compiuta figura filosofica del ‘400. Insegnò Teologia e Diritto canonico, e si dedicò anche agli studi di Astronomia e Matematica. E’ il filosofo della “dotta ignoranza” : il suo impianto filosofico è di stampo neoplatonico, con forti richiami alla teologia negativa dello Pseudo-Dionigi.
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Alberto di Sassonia, 1316 – 1390, filosofo cattolico, vescovo
Tedesco, studiò a Praga e alla Sorbona, fu quindi rettore dell’Università di Vienna e vescovo di Halberstadt (Germania). Si occupò di filosofia naturale e logica.
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Nicola d’Oresme, 1323 – 1382, filosofo e scienziato cattolico, vescovo
Fu uno dei più famosi ed influenti pensatori del tardo Medioevo. Condusse eccellenti studi di Matematica, Fisica, Astronomia e Psicologia. Con i suoi studi, pose le basi per lo sviluppo di numerosi concetti utilizzati dalla scienza moderna . Da un punto di vista filosofico, la sua riflessione si innesta nella tarda Scolastica.
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Guglielmo di Ockham, 1288 – 1349, filosofo e teologo cattolico, religioso
Entrato in giovane età nell’Ordine francescano, Ockham fu uno dei principali esponenti del “volontarismo”, in contrapposizione a Tommaso d’Aquino. Esponente della corrente nominalista all’interno della disputa degli universali, la sua impostazione filosofica si colloca alla fine della Scolastica.
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Meister Eckhart, 1260 – 1328, filosofo e teologo cattolico, religioso
Il Maestro (Meister in tedesco) Eckhart, fu uno dei più importanti filosofi, teologi e mistici tedeschi del Medioevo cristiano. Priore nel convento domenicano di Erfurt, fu per ben due volte magister a Parigi (fino ad allora, solo Tommaso d’Aquino possedeva un tale curriculum). Fondatore di un’originale dottrina mistica, inaugurò le predicazioni in volgare tedesco, affiancandolo al latino.
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Dante Alighieri, 1265 – 1321, poeta e scrittore cattolico, padre della lingua italiana
Nonostante sia da tutti conosciuto come l’autore della Divina Commedia, quindi in veste di scrittore, il “Sommo poeta” ebbe un notevole interesse anche per la Filosofia. Nel “Convivio”, infatti, afferma di aver letto opere di Severino Boezio e di Cicerone. Il suo impianto filosofico oscilla tra l’averroismo brabantino e il neoplatonismo, sfiorando anche la metafisica della luce di Grossatesta.
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Giovanni Duns Scoto, 1265/1266 – 1308, filosofo e teologo cattolico, religioso
Insieme a Bonaventura da Bagnoregio, il “Doctor Subtilis” (come viene soprannominato) è il principale esponente della scuola di pensiero francescana. Dotato di notevole ingegno, insegnò ad Oxford, a Parigi e a Colonia. L’intensa attività di lavoro a cui si sottopose, minò la sua salute e si spense poco più che quarantenne. Papa Giovanni Paolo II lo ha beatificato il 20 marzo 1993.
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Pietro di Giovanni Olivi, 1248 – 1298, filosofo e teologo cattolico, religioso
Esponente di spicco della tradizione filosofica francescana, si laureò in Teologia a Parigi nel 1270. Il suo pensiero, similmente a quello di Bonaventura, è di stampo agostiniano. E’ considerato il capostipite del movimento dei Francescani spirituali.
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Tommaso d’Aquino, 1225 – 1274, filosofo e teologo cattolico, religioso e dottore della Chiesa
Appartenente all’ordine dei frati domenicani, Tommaso fu allievo di Alberto Magno. Principale esponente della Scolastica aristotelica, nel suo impianto filosofico il rapporto “fides et ratio” è particolarmente accentuato. Fornisce le famose 5 vie per dimostrare l’esistenza di Dio, dimostrazione che avviene su un piano esclusivamente razionale. E’ dottore della Chiesa con l’appellativo di “Doctor Angelicus”.
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Enrico di Gand, 1217 – 1293, filosofo e teologo cattolico, religioso
Prese parte alle dispute del tempo fra clero secolare e ordini mendicanti. Nel 1277 divenne maestro di Teologia a Parigi, e questo contribuì notevolmente ad accrescere la sua fama, tanto che viene considerato uno dei più importanti teologi del XIII secolo.
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Bonaventura da Bagnoregio, 1217 – 1274, filosofo e teologo cattolico, cardinale e dottore della Chiesa
Al secolo Giovanni Fidanza, una volta divenuto Maestro generale dell’Ordine francescano, impresse una svolta decisiva per l’ingresso dello studio nella sua comunità religiosa. Di tradizione neoplatonico – agostiniana, Bonaventura sosteneva la presenza delle “impronte di Dio” nella natura, e considerava le creature come “immagine, vestigia o similitudine del Creatore“. E’ dottore della Chiesa con l’appellativo di “Doctor Seraphicus”.
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Ruggero Bacone, 1214 – 1294, filosofo, teologo e naturalista cattolico, religioso
Figlio di una famiglia benestante poi caduta in disgrazia, Ruggero Bacone studiò ad Oxford e successivamente entrò nell’Ordine francescano. Pensatore della Scolastica, condusse numerosi studi di alchimia, matematica e ottica. A livello teologico, fu un sostenitore dello studio della Bibbia in lingua originale.
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Alberto Magno, 1206 – 1280, filosofo, teologo e scienziato cattolico, vescovo e dottore della Chiesa
Considerato il maggiore filosofo tedesco del Medioevo, si impegnò fortemente affichè il mondo occidentale riconoscesse la validità del pensiero di Aristotele. Dotato di una grande erudizione, eccelse anche nello studio delle scienze naturali come la fisica, la chimica (alchimia), la mineralogia, l’astronomia e la geografia. Come tutti i filosofi cristiani, fu un convinto sostenitore della compatibilità tra fede e ragione. E’ dottore della Chiesa con l’appellativo di “Doctor Universalis”.
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Roberto Grossatesta, 1175 – 1253, filosofo, teologo e scienziato cattolico, vescovo
Francescano, Roberto Grossatesta è considerato il fondatore della tradizione del pensiero scientifico nella Oxford medievale. Dotato di una grande erudizione, la sua riflessione filosofica è orientata soprattutto alla metafisica; è infatti il principale esponente della “Metafisica della luce”, ovvero quella teoria che pone la luce come componente strutturale essenziale di ogni essere fisico, animato o inanimato.
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Ildegarda di Bingen, 1098 – 1179, filosofa e naturalista cattolica, religiosa
Considerata la prima botanica della storia, Ildegarda di Bingen occupa anche, e a buon diritto, un posto importante nella storia della Filosofia. Punto centrale del suo pensiero è il concetto di “Viriditas”, ossia l’energia vitale insita nel rapporto dell’uomo con la natura. E’ venerata come santa dalla Chiesa Cattolica.
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Pietro Abelardo, 1079 – 1142, filosofo e teologo cattolico razionalista
Sebbene i suoi scritti teologici gli abbiano procurato non pochi contrasti con la Chiesa Cattolica (in particolar modo con Bernardo di Chiaravalle), possiamo tranquillamente affermare che Pietro Abelardo non rinunciò mai alla sua fede cattolica. Pur avendo un fortissimo impianto razionalista, che sembrava spesso voler sovrastare la fede, Abelardo non mise mai espressamente in discussione alcun dogma cristiano e negli ultimi anni della sua vita riuscì, grazie alla mediazione di Pietro il Venerabile, a riconciliarsi con Bernardo. (disse : “La logica mi ha reso odioso al mondo… Ma io non voglio essere filosofo in modo da oppormi a Paolo, nè essere un Aristotele in modo da separarmi da Cristo“). Prese parte alla disputa degli universali, elaborando la cosiddetta tesi del “concettualismo”.
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Anselmo d’Aosta, 1033/1034 – 1109, filosofo e teologo cattolico, vescovo e dottore della Chiesa
Considerato il padre della Scolastica, fu arcivescovo di Canterbury. La formula “Fides quaerens intellectum” (La fede richiede l’intelletto), sarà il fondamento di tutta la sua riflessione filosofica. La sua forte impostazione razionale (disse : “Non far passare la fede in primo luogo è presunzione; ma non far appello in seguito alla ragione è negligenza.“), lo indusse a formulare il cosiddetto “argomento ontologico”, ovvero una prova esclusivamente razionale dell’esistenza di Dio, indagando sull’essenza stessa dell’Essere Supremo. E’ dottore della Chiesa con l’appellativo di “Doctor Magnificus”.
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Giovanni Scoto Eriugena, 810 – 877, filosofo e teologo cattolico, monaco
Irlandese (Eriugena = nativo dell’Irlanda), è considerato il più grande filosofo altomedievale. Traduttore alla “Schola” di Carlo il Calvo, riprese con forza il principio agostiniano della collaborazione tra fede e ragione. Si distinse inoltre nelle dispute sul libero arbitrio (di cui fu uno strenuo difensore) e sulla predestinazione (per lui inesistente). Secondo Eriugena, autorità e ragione non possono mai essere in contrasto. A questo proposito scrive : “Qualunque tipo di autorità che non venga confermata da una vera ragione dovrebbe essere considerata debole… Non è infatti vera autorità se non quella che coincide con la verità scoperta in forza della ragione, anche se si dovesse trattare di un’autorità raccomandata e trasmessa per l’utilità dei posteri dai santi Padri”. Nell’udienza generale del 10 giugno 2009, Papa Benedetto XVI conferma, dopo varie incertezze, la validità e la forza della sua riflessione filosofica.
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Anicio Manlio Torquato Severino Boezio, 475 – 525, filosofo cattolico
Romano, Boezio è noto soprattutto per il numero considerevole di traduzioni. Intervenne, con uno scritto teologico, anche nella disputa di papa Ormisda contro l’oriente monofisita (sostenitore cioè dell’unica natura divina di Cristo). Da un suo commento all’Isagoge di Porfirio, nacque la famosa disputa degli universali (generi e specie). Condannato a morte a causa di false accuse di tradimento, è venerato come santo e martire dalla Chiesa Cattolica.
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Agostino di Ippona, 354 – 430, filosofo e teologo cattolico, vescovo e dottore della Chiesa
Dopo un iniziale approdo al manicheismo, si converte al cristianesimo a seguito dell’incontro col vescovo Ambrogio, da cui riceverà il Battesimo. Nominato vescovo di Ippona, concilia il ministero pastorale con le durissime battaglie contro le varie eresie dell’epoca (manichei, donatisti, pelagiani). Padre del neoplatonismo cristiano, fu un grande sostenitore dell’accordo tra fede e ragione (“Credo ut intelligam, intelligo ut credam” – Credo per comprendere, comprendo per credere). E’ dottore della Chiesa con l’appellativo di “Doctor Gratiae”.
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4. FILOSOFI CREDENTI IN ETA’ ANTICA.

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Ilario di Poitiers, 315 – 367, filosofo e teologo cattolico, vescovo e dottore della Chiesa
Nato in ambito pagano, scrive di aver intrapreso un lungo cammino alla ricerca della verità, culminato nella conversione al Cristianesimo. Battezzato nel 345, fu eletto vescovo di Poitiers intorno al 353 – 354. In ambito filosofico, risentì decisamente dell’influenza neoplatonica. Teologo dotto e di spessore, scrisse un trattato sulla Trinità la cui validità è rimasta intatta fino ai nostri giorni. Fu nominato dottore della Chiesa da Papa Pio IX nel 1851.
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