E’ fallito il Grupo Prisa, l’impero mediatico spagnolo socialista e anticristiano

Il Grupo PRISA, l’impero mediatico spagnolo fondato da Jesus de Polanco, dominato dall’ideologia socialista, furiosamente anti-cristiano e laicista, è oggi tecnicamente fallito. La situazione già al 10 novembre era disperata: doveva più del doppio di quello che guadagnava (6,496 milioni di debito). Alla fine è stato reso pubblico in questi giorni dalla CNN (ripreso da Religion En Libertad), che la sua attività chiuderà il 31 dicembre 2010. Il Gruppo Prisa è l’editore dell’emittente Canal +, che l’anno scorso, in coincidenza con il Natale, aveva mandato in onda la ricetta per cucinare un Crocifisso al forno (imburrato e scaldato nel forno). Numerosi sono stati poi i dossier creati artificialmente contro la Chiesa e contro Benedetto XVI, in particolare rispetto alla questione pedofilia. Più volte in questi anni alcuni arcivescovi spagnoli hanno sollevato polemiche contro le trasmissioni palesemente anticristiane che il Grupo PRISA mandava in onda. Lo storico Ricardo de la Cierva ha dichiarato che sia il premier Zapatero che il Gruppo Prisa si ispirano alla massoneria (da Il templare.com).

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Impennata di vocazioni sacerdotali in Inghilterra e Galles

Mentre i numeri dei fedeli della Chiesa e le vocazioni stanno aumentando velocemente nel resto del mondo, l’Europa occidentale rappresenta un’eccezione. Eppure sembra ci sia una ripresa: le chiamate alla vita sacerdotale in Inghilterra e Galles infatti, sono le più alte degli ultimi dieci anni. Così il monaco benedettino Christopher Jamison, nominato due mesi e mezzo fa direttore dell’Ufficio nazionale delle vocazioni, noto per i suoi programmi con la BBC, “The monastery” e “The big silence”, commenta i nuovi dati sulle vocazioni per l’Agenzia Sir. Secondo i numeri, 56 uomini hanno cominciato il loro viaggio verso il sacerdozio quest’anno, una cifra record per gli ultimi tempi. Il merito sembra essere dei “discernment groups”, gruppi che aiutano a esplorare la possibilità di una vocazione in un modo diverso rispetto al passato. Quest’estate a Birmingham è stato organizzato un festival dal titolo “Invocation” per promuovere una cultura della vocazione. Hanno partecipato circa trecento giovani dai 16 ai 35 anni. L’evento è stato così popolare che verrà ripetuto il prossimo anno. «Stiamo anche diffondendo materiale nelle scuole e i responsabili dei giovani stanno sviluppando nuovi approcci per diffondere il Vangelo. A Birmingham diverse scuole mi hanno invitato a parlare agli alunni e penso che qualche nuova iniziativa interessante uscirà da questi incontri», ha continuato padre Jamison.

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Skell, padre chimica carbene: «teoria di Darwin poco utile all’evoluzione»

Il 21 novembre 2010 la scienza ha perso un’importante e coraggiosa voce. Si tratta del chimico Philip Skell, membro della US National Academy of Sciences (NAS) e dal 1977 Professore Emerito alla Pennsylvania State University.

Il suo lavoro, si legge sul sito del Discovery Institute, si è concentrato sullo studio delle molecole carbene e per questo è stato più volte chiamato il “padre della chimica carbene“. Con il passare degli anni è diventato uno scettico dell’evoluzione neo-darwiniana, l’argomento più ideologicamente strumentalizzato della storia in chiave antireligiosa. E’ ormai rimasto l’unico baluardo dell’ateismo scientifico, ma nel corso degli anni celebri evoluzionisti (oltre ai fautori dell’insensato “creazionismo”) se ne stanno sempre più discostando. Anche Skell non ne negà mai la fattualità, ma la sua posizione principale si riassume nell’inutilità del darwinismo.

Il chimico si chiese se l’evoluzione darwiniana era davvero fondamentale per la sua ricerca nello sviluppo di farmaci antibiotici. Paragonandosi con molti altri bioscienziati rilevò che nessuno di loro faceva affidamento all’evoluzione darwiniana. Ha così pensato di indagare la storia dei Premi Nobel, non trovando un solo vincitore per il quale l’evoluzione darwiniana aveva direttamente dettato le ricerche. In un articolo del 2005 pubblicato su The Scientist, Skell ha reso noti i risultati di un sondaggio svolto fra 70 scienziati di media-alta importanza, ai quali veniva posta la domanda se la teoria di Darwin guidasse realmente la loro ricerca. «Le risposte erano tutte uguali: No». Skell dichiarò che in molti settori della ricerca biologica «la teoria di Darwin non aveva fornito alcuna indicazione percettibile ma veniva accolta come un racconto d’interessante brillantezza». Disse inoltre: «La forma moderna della teoria di Darwin non fornisce un euristica feconda nel campo della biologia sperimentale. Questo diventa particolarmente evidente quando ci si confronta con il modello atomico. Niente di tutto questo dimostra che il darwinismo è falso, tuttavia ciò signfica che quel che si vuol far passare come la pietra miliare della moderna biologia sperimentale sarà accolta con tranquillo scetticismo da un numero crescente di scienziati impegnati in campi in cui le “pietre miliari” devono poi dimostrarsi realmente innovazioni tangibili».

E’ possibile consultare un articolo di Skell su The Scientist. Ricordiamo che verso fine novembre l‘Università di New York ha pubblicato un articolo sul suo sito in cui affermava: «la teoria di Darwin non è più sostenuta dalla geologia» (cfr. Ultimissima 19/11/10).

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Stati Uniti: un altro centro abortista costretto a chiudere

Il Planned Parenthood (l’ente abortista più grande del mondo) del New Jersey ha chiuso un altro centro grazie al governatore Chris Christie, il quale ha tagliato i finanziamenti al business dell’aborto. Il Planned Parenthood ha anche annunciato la prossima chiusura di un altro centro abortista nel New Jersey centrale. «Ci dispiace sinceramente dell’impatto che tale decisione avrà sulla comunità e sugli individui in questa area di servizio», ha dichiarato Triste Brooks, Presidente di Planned Parenthood del New Jersey. Questo, continua LifeNews, è il secondo centro di Planned Parenthood costretto a chiudere grazie al governatore Christie. «E’ un momento molto frustrante e sconcertante per noi», ha continuato Brooks. Probabilmente però è solo l’inizio, dopo i risultati incoraggianti delle ultime elezioni di Medio Termine (cfr. Ultimissima 4/11/10) infatti, la pacchia per la cultura della morte sembra stia finendo.

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L’ecografia 4D mostra il feto per quello che è: ecco l’ultima arma dei pro-life

Esiste ormai da qualche tempo l’ecografia in 4D, la quale unisce all’ecografia tridimensionale (3D) la dimensione del tempo e permette dunque di visualizzare il movimento del feto nel grembo materno. Grazie alla nuova tecnica, il pioniere delle ecografie 4D, il professor Stuart Campbell, della Create Health Clinic a Londra, ha dimostrato che già dalla 12esima settimana della gestazione (cioè ancora prima che la madre se ne possa rendere conto) il feto comincia a muoversi e a stiracchiarsi. Dalla 18esima settimana in poi, il piccolo comincia ad aprire gli occhi e dalla 26esima settimana presenta già alcuni comportamenti ‘tipici’ del bebè: sorride, piange e ha il singhiozzo. Al “mondo segreto” del bambino nel grembo materno, il professor Campbell ha dedicato d’altronde un libro, “Watch Me Grow”. La 4D, riporta Zenit.it, permette alle donne incinte dunque di vedere i tratti del loro figlio ancora prima della nascita, ciò aiuta a considerare meno il bimbo come un grumo di cellule ed instaurare o a rafforzare il rapporto tra madre e figlio. Le donne – in particolare quelle più giovani – si rendono conto che il feto in grembo è un bambino in tutti i sensi, solo che non è ancora nato. Proprio questo aspetto spiega perché le ecografie di ultima generazione, fra cui anche i cosiddetti “sonogrammi” (permettono anche di sentire il battito cardiaco del feto), sono diventate un’arma potente e vincente nella lotta contro l’aborto. Donne incinte che si recano ad un consultorio per un’interruzione della gravidanza, cambiano idea quando vedono le immagini del piccolo. Secondo l’associazione cristiana Heidi Group, nei consultori dove vengono effettuati i sonogrammi fino al 90% delle donne che pensano all’aborto cambia opinione e decide di rinunciare all’intervento (da The New York Times, 2 febbraio 2005). Il cristianesimo parte sempre dai fatti, dalla realtà per affermare la verità, così gruppi pro-vita, come l’organizzazione evangelica Focus on the Family, nel Colorado, e chiese cristiane, come la Southern Baptist Convention, hanno lanciato programmi per aiutare i consultori ad acquistare i costosissimi macchinari per effettuare sonogrammi o ecografie 4D. Negli USA, l’impatto “salvavita” di sonogrammi ed ecografie 4D ha indotto tutta una serie di Stati a votare legislazioni anti-aborto, sia aiutando finanziariamente l’attività svolta dai consultori pro vita sia introducendo l’obbligo di realizzare un’ecografia del feto prima di un aborto. Ad esempio, in almeno tre Stati, cioè Alabama, Louisiana e Mississippi, i medici devono mostrare l’esito dell’ecografia alla donna che vuole abortire. Nella scorsa primavera, è entrata in vigore una tale legislazione nell’Oklahoma. La norma richiede fra l’altro che le donne devono ascoltare una descrizione dettagliata del bambino o feto (da The New York Times, 28 aprile 2010).

Ecco un video di una 4D a 9 settimane (sono 2 gemelli)

E a 26 settimane.

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Scoperti nuovi documenti e operazioni segrete su Pio XII, nazismo ed ebrei

Le rivelazioni storiche più recenti confermano la posizione espressa nel suo ultimo libro da Papa Benedetto XVI su Pio XII e il suo sostegno agli ebrei perseguitati. Il 17 novembre, il Papa ha ricevuto il fondatore della “Pave the Way Foundation” (PTWF), Gary Krupp, ebreo, che gli ha consegnato nuove rivelazioni storiche a conferma di questa posizione. In alcune dichiarazioni a ZENIT, Krupp ha dichiarato che attraverso la sua fondazione e il suo sito web, «la controversia che dura da 46 anni sul pontificato di Papa Pio XII possa essere risolta. Finora la PTWF ha inserito oltre 40.000 pagine di documenti, articoli e interviste a testimoni oculari, materiale originale, relativo a questo periodo storico». Krupp ha anche presentato al Papa il libro della PTWF “Papa Pio XII e la II Guerra Mondiale. La Verità Documentata”, appena pubblicato in ebraico. Il testo, di agevole lettura, contiene numerosi documenti, articoli e interviste notevoli che permettono al lettore di giungere a una conclusione su quel periodo controverso. E’ il primo libro scritto da ebrei in ebraico su Papa Pio XII basato su documenti originali piuttosto che su teorie speculative e discutibili. Krupp ha anche presentato al Papa una serie di testimonianze autenticate degli sforzi personali di Papa Pacelli per salvare la vita agli ebrei. E’ stato inoltre presentato a Benedetto XVI il libro del professor Ronald Rychlak (editorialista del The Washington Post e The Wall Street Journal): “Hitler, la Guerra e il Papa”, insieme al testo inedito “The framing of Pope Pius XII”. E’ stato scritto da Rychlak e da Mihai Ion Pacepa, l’agente del KGB di più alto rango ad aver mai disertato. Quest’ultimo descrive le operazioni della rete di disinformazione del KGB e il piano denominato “Seat 12”, volto a infangare la reputazione di Papa Pio XII e a scavare un solco tra il mondo cattolico e quello ebraico. Il piano, ordinato dall’ateo Nikita Kruscev, mirava ad attaccare la Chiesa cattolica e la reputazione di Papa Pio XII. Lo abbiamo già fatto, ma per chi volesse approfondire suggeriamo anche il bellissimo testo La leggenda nera del Papa di Hitler” (tradotto letteralmente dall’inglese sarebbe: Il mito del Papa di Hitler: come Papa Pio XII salvò gli Ebrei dai nazisti), scritto nel 2005 dal rabbino e storico statunitense David Gil Dalin (su Wikipedia una breve recensione).

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La Chiesa e le vocazioni crescono abbondanti anche in Guinea-Bissau

«Negli ultimi anni assistiamo ad una ‘corsa’ per ricevere i sacramenti e pensiamo che sia necessario rivedere il cammino catechistico». Queste le parole di suor Maria Auxiliadora Queiroz Motta, missionaria dell’Immacolata, responsabile della Commissione Inter-diocesana della Catechesi in Guinea-Bissau allAgenzia Fides. Per questo i rappresentanti delle diocesi di Bissau e Bafata si sono riuniti presso il Centro di spiritualità di Ndame, per concludere la stesura di un Documento che riguarda il cammino dell’iniziazione cristiana in Guinea Bissau. Cesar Ignacio Viera, catechista della parrocchia di Nostra Signora del Soccorso, a Bissau, che svolge questo servizio da 24 anni, condivide l’impressione che la comunità cattolica stia attraversando un buon momento: il fatto che le persone vadano alla ricerca della Chiesa è una cosa molto buona, che non avveniva 20 anni fa. In tutte le parrocchie il numero delle persone iscritte alla catechesi è molto elevato, circa tre cattolici su quattro frequentano la catechesi. Il tutto conferma le parole del Vescovo di Bafata, Mons. Pedro Zilli, il quale il 4 giugno ha definito quest’anno come «un momento di grazia e di abbondanza per il numero di sacerdoti ordinati nella Chiesa della Guinea Bissau». I numeri indicano la crescita della Chiesa locale e la risposta, nella fede, delle famiglie cristiane.

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Paolo Villaggio e l’ateismo perfetto: «credo nella magia e nel suicidio»

Paolo Villaggio è intervenuto all’interno della trasmissione «Un giorno da pecora» di Radio 2. Il comico 80 enne, invecchiato cinicamente come la sua creatura Fantozzi, ha pensato di utilizzare l’occasione per sbrodolare la sua accanita anticlericalità. Ripetendo pedissequamente certe litanie care al duo fantozziano Pannella/Bonino ha accusato la Chiesa nientepopodimeno di antichità, di avere ancora filosofia medioevale su tutto: «eutanasia, preservativi e via dicendo. Se non si rinnova, muore». Ha poi attaccato anche Benedetto XVI: «Questo Papa, che parla molte lingue – soprattutto il tedesco – senza dubbio se comparisse sul balcone di piazza San Pietro con la sua voce ma vestito come Himmler farebbe svenire di paura molti ebrei». Il comico è stato subito interrotto dal ministro Gianfranco Rotondi, anche lui presente alla trasmissione: «Questa è una provocazione inaccettabile. C’è un limite all’ironia – ha detto – Lei non ha il diritto di mancare di rispetto nei confronti del Pontefice e degli ebrei, che sono morti davvero». Ma non è certo finita qui. L’incontenibile Villaggio, continua Il Tempo, ha poi continuato con molta coerenza rispetto al suo ateismo: «Sto pensando seriamente al suicidio, so già la data della mia morte, me l’ha detta una maga russa. Ha rivelato a una decina di miei amici la data della loro morte con 20 anni di anticipo». Accuse noiose e fantozziane alla Chiesa e al Pontefice e una vita depressa, tanto da non desiderare altro che suicidiarsi. Come se non bastasse la fede -assolutamente non in Dio (per l’amor del cielo!!)- ma nella magia, nei maghi, magari nell’astrologia. Chi sceglie di non voler credere a Dio si ritrova a dover credere in altri idoli, altre divinità (la magia, la scienza, la politica, il lavoro, il denaro ecc…) che rispondano all’esigenza di significato della vita. E se non funzionano? Suicidio collettivo, è chiaro. Un articolo molto ironico è anche apparso su Libero.

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Ecco i 7 inganni di Fazio e Saviano sull’eutanasia di Welby e Eluana

L’argomento è così importante che andiamo avanti a parlarne, anche se i fatti sono avvenuti il 15 novembre 2010. Andò infatti in onda la seconda puntata di Vieni via con me, condotta da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Un frullato di luoghi comuni e gravi ‘inesattezze’ fatte passare per verità indiscutibili. Nella seconda parte i due laicocomunisti hanno dato ampio spazio alla promozione dell’eutanasia, invitando la moglie di Piergiorgio Welby e il padre di Eluana Englaro. Il tutto “benedetto” da un pretaccio zerbino come don Antonio Gallo. Ma vediamo come si possano ingannare milioni di telespettatori…

1) Welby lottava per l’eutanasia. Saviano, improvvisandosi bioeticista, ha affrontato l’argomento del “fine vita”. Sinteticamente, riporta il sito Libertà e Persona, ha detto questo: nessuno osa rifiutare un bene prezioso come la vita, tutti inneggiano al diritto alla vita. E’ per il diritto alla vita Beppino Englaro, ha detto Saviano, esattamente come ieri lo erano Piergiorgio Welby e Luca Coscioni. E’ poi seguita una ricostruzione commovente della vicenda Welby, nella quale il nemico della camorra ha spiegato come costui non volesse altro che il rifiuto dell’accanimento terapeutico. L’ha ripetuto decine di volte: il rifiuto dell’accanimento terapeutico. Era questo, ha insistito con la sua aria messianica Saviano, il solo, vero obbiettivo politico di Welby. Terminato il monologo Fabio Fazio ha fatto leggere alla vedova Welby l’elenco delle ultime parole del marito prima di morire. Dopo pochi vocaboli si è subito parlato di ”la lotta per l’eutanasia”. Era infatti a questo che, anche prima di morire, pensava Piergiorgio Welby: alla “lotta per l’eutanasia”. E lo diceva, vincolato, come purtroppo era, a potersi esprimere solo con gli occhi, senza giri di parole, con chiarezza. Eppure accanimento terapeutico -pratica che tutti, ma proprio tutti, laici, laicisti e clericali, rifiutano – è molto diverso da eutanasia. Ma forse incitare milioni di telespettatori a battersi contro l’accanimento terapeutico, anziché per l’eutanasia, suona più soft.

2) Welby e i funerali religiosi. Saviano e Fazio hanno anche strumentalizzato le vicende degli ambigui personaggi sopra citati per diffamare la Chiesa. Infatti si è più volte ripetuto che la terribile gerarchia vaticana non ha voluto concedere a Welby i funerali religiosi. Ma, come si osserva correttamente sul blog Illumisticamentando, Welby era un ateo a cui non interessava nulla avere funerali religiosi (come ad esempio non sono stati fatti a Monicelli). L’autore del blog continua: «Anche la sua famiglia era atea, tranne la madre. Non risulta che Welby nelle sue tante lettere abbia espresso un benché minimo sentimento religioso o che abbia chiesto un funerale cattolico. Ergo, fare un funerale a Welby (pace all’anima sua) sarebbe stato come farlo a Odifreddi se morisse, solo perché voluto da sua zia, e non da lui. Chiedete al “matematico impertinente” se ne sarebbe contento».

3) Eluana e Welby. Volontaria poi la confusione tra le due storie, in realtà antitetiche. Si finge di non sapere che Eluana, a differenza di Welby, non viveva attaccata ad alcuna macchina e a differenza di Welby, non aveva alcuna malattia, tantomeno era quindi terminale. Come racconta Lucia Bellaspiga su Avvenire, Eluana era una disabile come migliaia di casi analoghi, non aveva bisogno di cure specifiche ma solo di essere accudita. Si finge anche di non sapere che Welby, a differenza di Eluana, era lucido nonché capace di esprimere una volontà. Confondere i piani significa far passare l’idea che Eluana fosse malata di qualcosa, che fosse terminale, che patisse sofferenze, che volesse morire. Un’altra immensa differenza: Englaro chiede di «non scambiare per eutanasia » la morte procurata ad Eluana mentre Mina Welby ammette la loro lotta «per l’eutanasia».

4) Eluana non era in coma. Secondo Fazio, Eluana viveva «da 17 anni in coma». Eppure, come tutti sanno, dal coma si esce nel giro di poche settimane, oppure si muore. Alla fine del coma il paziente riapre gli occhi, riacquista il ritmo di sonno e veglia, torna a un grado di coscienza e percezione del mondo esterno che è diverso da soggetto a soggetto e soprattutto è ancora una grande incognita anche per i neurologi. Non è un obbligo essere specialisti, ma se si affronta un tema davanti a milioni di persone e si ha la responsabilità di volerne orientare la coscienza, almeno si dovrebbe studiare la materia.

5) Coscienza e incoscienza di Eluana. Il padre Beppino parla di «una vita priva di coscienza» e Fazio di «una vita priva di relazioni con il mondo esterno». Di Eluana e della sua coscienza non sapremo mai nulla perché è morta prima che le venisse fatta una normale risonanza magnetica funzionale: il 40 % dei presunti stati vegetativi sono risultati in realtà stati di minima coscienza: i pazienti coglievano ciò che avveniva loro intorno ma non potevano dirlo, da anni. Nonostante molte pressioni, a Eluana questo esame non fu fatto. Si sa però da più di un testimone che sorrideva, che quando sentiva nella stanza una voce cara il suo respiro mutava, che quando la portarono a morire a Udine in ambulanza ebbe una grave crisi nervosa. E si legge a chiare lettere nella cartella clinica dell’ospedale di Sondrio che ‘se opportunamente stimolata’ risponde a semplici ordini e che due volte nella notte ha pronunciato una parola: «mamma».

6) La volontà di Eluana. Beppino sostiene che non poteva non rispettare la volontà di Eluana. Eppure gli stessi magistrati che hanno permesso a Englaro di staccare il sondino dell’acqua e del cibo a Eluana parlano di ‘volontà presunta’, ovvero ‘ricostruita’: ovviamente Eluana non aveva mai lasciato espresso alcunché, e il suo pensiero di ventenne è stato quindi azzardato a tentoni sulla base del suo carattere.

7) Gli amici di Eluana. Fazio ha letto il ricordo di Eluana pronunciato da alcuni amici, «gli unici che possono dire di averla davvero conosciuta». Tra decine di testimonianze che provavano come Eluana non avrebbe voluto morire, solo tre ritenevano invece il contrario, e i magistrati solo queste tre hanno preso in considerazione. Basta fare una piccola ricerca su internet per trovare conferme a questo.

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Nasce un nuovo quotidiano online cattolico: la “Bussola Quotidiana”

Ieri è nato La Bussola Quotidiana (BQ), un quotidiano online di opinione, il cui scopo e’ offrire ”una prospettiva cattolica nel giudicare i fatti del giorno”.

La nuova testata, raggiungibile al sito www.labussolaquotidiana.it nasce dall’amicizia di alcuni giornalisti cattolici consolidatasi intorno all’esperienza del mensile ”Il Timone”.. La squadra raccoglie veramente grandi nomi e per questo il quotidiano si preannuncia una novità molto interessante, oltre al direttore responsabile, il vaticanista de ”Il Giornale” Andrea Tornielli, c’è Vittorio Messori come direttore editoriale.

Tra i collaboratori figurano Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, Luigi Negri, vescovo di Rimini e San Marino, Robi Ronza, Massimo Introvigne, Giorgio Torelli, Gianfranco Fabi, Rino Cammilleri, Paolo Rodari, Claudio Risè, Vincenzo Sansonetti, Saverio Gaeta, Francesco Agnoli, Carlo Bellieni, Bernardo Cervellera, Mario Palmaro, Giacomo Samek Lodovici, Piero Gheddo, Giorgio Carbone, Roberto Marchesini e Gianni Valente. A questo indirizzo si può trovare una sintesi dell’incontro che alcuni di questi giornalisti hanno avuto con la stampa.

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