Nel 2010 aumentano del 40% i pellegrini in Terra Santa

Record di partecipazione. Nei primi sei mesi del 2010 sono stati oltre un milione e 600 mila i pellegrini e turisti che hanno visitato la Terra Santa. Provengono soprattutto da Stati Uniti, Russia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia. Questo dato fa segnare un aumento del 39% rispetto al 2009. Padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, ha dichiarato anche che c’è interesse non solo dall’Europa ma molto – e questa è una novità – anche dall’Asia. La visita del Papa nel 2009 ha sicuramente ha portato un contributo molto importante. Il religioso continua spiegando che un ritorno così massiccio di pellegrini porta anche molta serenità in tante famiglie israeliane cristiane. La notizia è riportata da Radio Vaticana. In Ultimissima del 25/6/10 avevamo segnalato anche l’aumento del numero di pellegrini che nel 2010 hanno partecipato al pellegrinaggio di Santiago di Compostela in Spagna.

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Il biologo ateo Telmo Pievani: «Hawking sbaglia e non prova l’inesistenza di Dio»

Telmo PievaniIl biologo evoluzionista ateo, Telmo Pievani, filosofo della scienza e autore del libro “Creazione senza Dio“, riflettendo sulle recenti dichiarazioni di Stephen Hawkins circa una creazione senza necessità di Dio, ha dichiarato: «Sulla teoria fisica delle stringhe, invocata da Hawking non c’è affatto consenso. Se invece parliamo di evoluzionismo, certo, il processo della vita non sembra procedere secondo un progetto. Ma da qui a dimostrare che un’entità sovrannaturale non esiste ce ne corre. E se anche riuscissimo a conoscere i pensieri di Dio, questo non proverebbe che Lui non esiste» (da Il Corriere della Sera).



Altre risposte “scientifiche” a Stephen Hawking:
Presidente Istituto Nazionale Astrofisica:«tesi di Hawking è totalmente irrazionale(3/9/10)
L’astrofisico Robberto: «la tesi di Hawking è un’opinione non scientifica» (3/9/10)
L’astrofisico Benvenuti: «Hawking è illogico ma ha capito come vendere il libro» (3/9/10)
L’astrofisico Tanzella-Nitti: «Hawking riduce Dio ad un fattore empirico» (3/9/10)
Il fisico Bussoletti: «Hawking? Nulla di nuovo né di convincente» (3/9/10)
Il fisico Zichichi: «Hawking sbaglia, se c’è una logica c’è un Creatore» (3/9/10)
Il fisico Gabici: «caro Hawking, il nulla in realtà è molto complesso» (4/9/10)
Il matematico Lennox: «non si può spiegare l’universo senza Dio» (4/9/10)
Il biologo Denis Alexander: «Hawking parla di un dio scientifico già inesistente» (3/9/10)
Il filosofo Giovanni Reale: «Hawking commette l’errore di molti scienziati» (3/9/10)
Il filosofo ateo Massimo Cacciari: «la tesi di Hawking è illogica e comica» (3/9/10)
Il filosofo Giovanni Reale: «Hawking commette l’errore di molti scienziati» (3/9/10)
Il filosofo Zecchi: «il problema non è l’origine del mondo ma il suo significato» (3/9/10)
Il filosofo della scienza Giorello:«tesi di Hawking non contraddice la fede in Dio»(3/9/10

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Copertura abusi, chiusa indagine su mons. Zollitsch: totalmente estraneo ai fatti

Ai laicisti è andata male un’altra volta: dopo essersi eccitati come adolescenti per qualche sacerdote  accusato di atti pedofili, hanno provato anche a diffamare il presidente dei vescovi tedesco. Ma l’accusa si è rivelata, anche questa, totalmente infondata. L’arcivescovo di Friburgo, Robert Zollitsch, non si infatti reso complice del sacerdote che negli anni Sessanta avrebbe (sarà vero o anche qui è una montatura??) abusato sessualmente di un minore. L’archiviazione dell’inchiesta è stata chiesta dalla Procura di Costanza. Non si ritiene infatti che mons. Zollitsch abbia mai coperto o in qualche modo agevolato il religioso. Secondo la presunta vittima degli abusi, mons. Zollitsch – che all’epoca era responsabile del personale della Chiesa friburghese – sarebbe stato a conoscenza degli abusi e nonostante ciò avrebbe confermato al suo posto il religioso cistercense. La Procura, tuttavia, ha concluso che in quello stesso lasso di tempo non si era a conoscenza degli abusi e che dunque ciò fa decadere qualsiasi responsabilità da parte dell’attuale presidente dei vescovi tedeschi. Fin da subito, 2 giugno 2010, l’arcidiocesi di Friburgo aveva parlato di totale estraneità, ricordando le stesse conclusioni a cui è giunta ora la procura tedesca. La notizia è riportata su Radio Vaticana e su Kath.net.

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L’astronomo Coyne: «il dinamismo dell’Universo è un segno di Dio»

Il gesuita George Coyne è uno dei pionieri nel campo della polarimetria astronomica. La sua libertà intellettuale nella pluriennale attività scientifica, per ventotto anni presidente della Specola Vaticana, è stata riconosciuta con il Premio internazionale alla Libertà 2010, a lui assegnato dalla Associazione “Società libera”, organismo fondato nel 2003 da esponenti del mondo accademico, imprenditoriale, del giornalismo e dell’editoria italiana, con la missione di approfondire e promuovere i valori liberali nella società (vedi Ultimissime 23/6/10). Attualmente dirige gli Arizona Observatories e la sezione operativa della Specola Vaticana, la cui attività di ricerca è stata recentemente potenziata dall’installazione sul monte Graham di uno dei più grandi telescopi esistenti. Intervistato dall’Osservatore Romano, ha dichiarato: «Penso che la scienza non ci dica niente riguardo a Dio. Ma il dinamismo dell’universo è sempre stato per me una prova della fantasia e dela sua esistenza di Dio. L’universo è dinamico fin dai suoi inizi, dalla sua chimica e io vedo in questo un potere creativo. Ma il cielo lo possono guardare e studiare tutti. La fede è un dono». Rispetto al premio ricevuto ha detto: «Tutti i Papi miei datori di lavoro, non solo non hanno mai ostacolato le mie ricerche, ma le hanno incoraggiate e sovvenzionate. L’Osservatorio di Castel Gandolfo aiuta molti giovani a fare i primi passi nel mondo degli studi di astronomia. L’astronomia è stata per me una passione grandissima, non ho mai neppure pensato che fosse un lavoro. Un premio per le mie ricerche? Per avermi lasciato vivere pienamente la mia passione? Mi sembra quasi un’esagerazione». Per i risultati dei suoi studi in campo astronomico, gli è stato anche dedicato l’asteroide 14.429. Il gesuita è un membro attivo della Unione Astronomica Internazionale, l’American Astronomical Society, la Società Astronomica del Pacifico, l’ American Physical Society e la Society of America. Su Wikipedia le sue pubblicazioni scientifiche. Le sue parole ricordano quelle di Copernico, suo celebre collega: «Quale ammirevole simmetria del mondo e che sicuro nesso armonico tra il movimento e la grandezza delle orbite. Tanto divina è per certo questa fabbrica dell’Ottimo e Massimo Artefice». (De revolutionibus orbius caelestium libri sex, libro I, cap. X, Einaudi Torino 1975m pag. 97-103)



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Claudio Zemmi: pittore ateo-comunista si converte al cattolicesimo

Ogni volta che pubblichiamo un articolo che parla di conversioni dall’ateismo, riceviamo puntualmente una serie di e-mail con insulti e minacce di ogni tipo da parte di qualche razionalista. Evidentemente la questione brucia parecchio… Oggi raccontiamo la storia di un pittore italiano, affermato nel suo campo, ha esposto e venduto i suoi quadri in campo internazionale. Ateo e animato da idee socialcomuniste, ma si sentiva vuoto e l’ideologia non colmava la sua ricerca di verità e bellezza. Claudio Zemmi era, ed è, un artista, scultore, pittore e insegnante d’arte. E’ diplomato in Arte ed insegna nelle scuole locali, ha praticato la pittura e la scultura con discreto successo, esponendo anche a livello internazionale. Alcune delle sue opere sono esposte presso la Walton Gilbert Gallery di S. Francisco (USA). Zenit.it lo ha intervistato e lui ha parlato della sua conversione dall’ateismo comunista: «Già nel 1972 cominciai a dubitare di certe idee comuniste, visto quello che stava succedendo nei paesi dell’est europeo, a Cuba o in Cina [ateismo di Stato]. La dittatura e l’appiattimento ideologico erano in contraddizione con il mio pensiero di artista libero e quindi mi dissociai radicalmente. Poi nel 1986 cominciai a provare i primi sintomi di un vuoto interiore sempre crescente. In quel momento mia madre si ammalò e presto morì, mio figlio maggiore iniziò a soffrire di una malattia grave, ora abbastanza risolta». Questa difficile situazione lo ha portato alla conversione: «sono stato segnato ed ho sentito il bisogno di avere una risposta al perchè si nasce e si muore, perchè ci si ammala, dove sta Dio e che fa. Sono stati momenti di buio completo, angoscia e sofferenza. Un giorno la risposta è arrivata e Dio si è fatto presente nella mia vita. Mentre stavo prendendo coscienza di questa presenza, uno spiraglio si apriva. La risposta mi si è manifestata attraverso una signora, madre di famiglia, saggia e colta, che è stata la mia samaritana al pozzo di Giacobbe. Rimasi sorpreso di sentire parlare un cattolico così, in modo concreto, di Gesù. Cominciai a prender coscienza di questo evento: mi stavo convertendo. Le cose non cambiavano, però io stavo cambiando, Dio aveva pensato bene la mia storia. Pensai subito come mettere al servizio della Chiesa le mie qualità». Ora Claudio dipinge icone sacre. Le potete osservare nel suo sito: www.iconeclaudio.com.

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Christopher Hitchens: «sono commosso da chi prega per la mia guarigione»

Di atei veramente convinti e anche intelligenti ce ne sono pochi. In Italia abbiamo qualche rimasuglio 68ino, qualche vecchio marxista e un manipolo di neo-illuministi confusi e razionalisti L’Inghilterra e l’America invece appaiono più all’avanguardia, anche se i numeri rimangono risicati. Christopher Hitchens è comunque uno di questi. Scrittore, giornalista e politico ateo, o meglio anti-teista, come lui si autodefinisce (quindi, dal suo punto di vista, è contro qualcosa che non esiste…). Ha dichiarato: «Sono un ateo. Non sono neutrale rispetto alla religione, le sono ostile. Penso che essa sia un male, non solo una falsità. E non mi riferisco solo alla religione organizzata, ma al pensiero religioso in sé e per sé» (Intervista al Free Inquiry, 1996). Ovviamente è anche un comunista trockijsta (vedi Odifreddi). E’ noto al mondo per i suoi insulti e facili ironie verso gli esponenti cattolici e diversi personaggi del calibro di Madre Teresa di Calcutta e San Francesco D’Assisi. Stretto collaboratore dal paladino dell’ateismo internazionale Richard Dawkins, ha pubblicato nel 2007 il libro: «Dio non è grande: Come la religione avvelena ogni cosa» (Einaudi 2007).

Malattia.
Il 1 luglio ha annunciato di avere un tumore alla gola (vedi Corriere della Sera). Molti esponenti cristiani hanno invitato i propri fedeli a pregare per la sua guarigione. Il paladino ateo ha dichiarato in un’intervista a Hugh Hewitt: «E’ emozionante essere pensato in questo modo. Vorrei che questo fosse più consolante. Devo dire che ci sono persone estremamente buone che hanno dichiarato che pregano per me. Posso solo dire che io sono toccato da questo pensiero». Secondo Ross Douthat, giornalista del New York Times, Hitchens sta rispondendo con “pazienza, grazie e gratitudine” alla campagna di preghiera promossa per la sua guarigione da alcuni gruppi religiosi (vedi Avvenire 22/7/10 e New York Times). Strano, ma il cardine del suo pensiero non era mica che la religione fosse un male da eliminare? Qualcuno ha cominciato ad augurarsi la conversione, come accadde nel 2004 al padrino dell’ateismo scientifico Anthony Flew (da Faith & Reason).

Pensiero.
Oltre per la sua ideologica avversione al tesimo, si è distinto per essere pro-life. Il Foglio riporta un suo articolo dove dice: «Ovviamente il feto è vivo, quindi la disputazione se debba o meno essere considerata ‘una vita’ è casuistica. Lo stesso si applica, da un punto di vista materialistico, alla questione se questa vita sia o no ‘umana’. Cos’altro potrebbe essere? Anche per la sua ‘dipendenza’, questo fatto non mi ha mai convinto, così come la radicale critica di ogni agglomerato di cellule umane in qualunque stato esse siano. Anche i bambini sono ‘dipendenti’. Chiunque abbia visto un sonogrammo o abbia speso un’ora su un manuale di embriologia sa che le emozioni non sono il fattore decisivo. Al fine di terminare una gravidanza, devi ridurre al silenzio un cuore che batte, spegnere un cervello che cresce e, al di là del metodo, rompere delle ossa e distruggere degli organi». (da Il Foglio 5/3/08). L’argomento centrale della sua opposizione al teismo è il concetto che Dio o un essere supremo è per forza una convinzione totalitaria che distrugge la libertà individuale, la libera espressione e la scoperta scientifica. Questo in sostanza è scritto nel suo ultimo libro. Pensiero abbastanza banale, vediamo perché. Repressione libertà individuale: come mai gli atei convertiti (molto più dei credenti convertiti) dicono che è l’ateismo a rendere schiavi? Come mai i cristiani sono così liberi interiormente da andare volontariamente in ogni parte del mondo, in mezzo a malattia e morte, a sostenere ogni tipo di essere umano? Repressione libera espressione e scoperta scientifca: come mai i maggiori artisti e i maggiori scienziati mai esistiti erano tutti credenti? (vedi Elenco famosi credenti). Il rapporto con Dio evidentemente non ha mai creato contraddizioni o repressioni espressive.

I colleghi dicono di lui.
Il giornalista Brent Bozell, dalle colonne di TownHall lo ha definito «un noto depravato anti-cattolico». Il suo collega ed ex-amico Alexander Cockburn ha scritto: «Che disgustoso pezzo di merda Hitchens, un uomo che prima chiama Sid Blumenthal “uno dei miei migliori amici” e poi cerca di farlo sbattere dentro per diffamazione, uno che aspetta che il suo amico Edward Said sia in punto di morte per attaccarlo dalle colonne dell’Atlantic Monthly, uno che conosce benissimo il peso di Israele nell’agenda politica americana ma che non si fa scrupoli di bollare Cindy Sheehan come seguace di LaRouche o, peggio, antisemita, solo perché ha osato pronunciare la parola “Israele”» (vedi Counter Punch 08/05). Nel settembre 2005 fu elencato tra i migliori «Cento Intellettuali Famosi» dalla rivista britannica Prospect. Hitchens però, al contrario degli altri candidati (ad esempio Joseph Ratzinger), ha promosso una grande opera di auto-promozione, anche dalle pagine del proprio sito, al fine di poter ottenere le preferenze necessarie per rientrare nella classifica. Il deputato socialista britannico George Galloway invece, in un’audizione al Senato degli Stati Uniti lo ha invece definito «un pupazzo ubriacone ex trockijsta, nonché un utile idiota» (dal Guardian 18/5/05).

Vita privata.
Pupazzo, ubriacone, ex trockijsta e utile idiota? Sicuramente la seconda è vera. Più volte è stato infatti criticato per il suo massiccio uso di alcoolici e l’abuso di sigarette (addirittura lui stesso ha dichiarato di non poterne stare senza e di fumare anche sotto la doccia). Spesso questo gli ha causato, giustamente, perdita di credibilità. Per esempio, lo storico Juan Cole, ha scritto: «Non è un segreto che Hitchens sia da tempo un bevitore con seri problemi. Una volta si presentò alticcio a un dibattito e mi mise in imbarazzo con una serie di domande fuori luogo. Posso solo supporre che i suoi recenti scritti da pensatoio di destra radicale siano dovuti ai fumi dell’alcool. Mi dispiace solo di assistere alla rovina di quella che fu una raffinata mente giornalistica» (da Informed Comemd 3/06). Ha dichiarato di bere poiché perché questo «rende gli altri meno noiosi. Ho una grande paura di essere annoiato». Nel 2003 Hitchens scrisse senza vergogna che il suo consumo giornaliero di alcool sarebbe stato sufficiente per «stordire un mulo di stazza media». Ha dichiarato di essere anche omosessuale e di ammirare molto Ernesto Che Guevara (da Wikipedia). E’ contro la regina d’Inghilterra e ha chiesto l’abolizione della ” guerra alla droga “, sostenendo la legalizzazione della cannabis.

Il fratello si è convertito al cristianesimo.
Le più grandi discussioni di religione però le ha comunque avute in famiglia. Peter Hitchens, suo fratello, è infatti un noto personaggio pubblico convintamente, dichiaratamente e attivamente cristiano ed ex militante ateo. Non più famoso di lui, ma quasi è, al contrario di Christopher, in ascesa. Celebre editorialista e scrittore, ha pubblicato recentemente il suo quinto libro dove critica l’ateismo. Ha avuto molto successo e s’intitola “The Rage Against God, come l’ateismo mi ha portato alla fede” (recensione su Wikipedia).

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Fidel Castro: dall’ateismo militante all’inaspettata apertura alla Chiesa

Dopo Cina e Corea del Nord, ci occupiamo dell’ateismo di Stato a Cuba. Il leader maximo cubano è riapparso in tv in questi giorni dopo 4 anni. Fidel Castro è stato il dittatore dal 1959 al 1976, e dal 1976 al 2008 ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio di Stato e Presidente del Consiglio dei ministri, affidandola poi al fratello Raul. Castro appena eletto nel 1959 decretò l’ateismo di Stato. Egli infatti è un fervente ateo, come i maggiori dittatori del XX secolo. Ha anche dichiarato: «Non sono mai stato un credente, e ho la convinzione totale che esiste una sola vita» (da Oliver Stone ‘s documentary, Il Comandante). E ancora: «Quando ero ragazzino mio padre voleva che io fossi un bravo cattolico e che mi confessassi tutte le volte che avevo pensieri impuri sulle ragazze. Così ogni sera io diventavo rosso a confessare i miei pensieri. Dopo una settimana decisi che la religione non era fatta per me» (da Joan Konner, The Atheist’s Bible, New York, HarperCollins, 2007, pag. 62). E così, senza Nessuno a cui rendere conto della propria vita, di peccati ne ha commessi molti.

Crimini dell’ideologia atea cubana. Castro è stato frequentemente accusato da organizzazioni e governi occidentali, di non rispettare i diritti fondamentali dell’uomo. L’organizzazione Human Rights Watch ha dichiarato che il dittatore ha costruito una “macchina repressiva” che “continua a privare i cubani dei loro diritti di base” (da HRW.com). Si parla anche di 2.113 esecuzioni politiche da 58 al 67. Altri stimano 5.000 esecuzioni fino al 1970. La Ong italiana contro la pena di morte, Nessuno tocchi Caino, ha affermato: «non si tiene conto minimamente della realtà cubana e dei misfatti compiuti dal dittatore di più lungo corso al mondo. La Perla dei Caraibi non è tutta sole, mare e sabbia. È anche galera e centri di rieducazione» (dal sito dell’associazione). Le attività religiose ed il proselitismo vennero limitati e i beni degli enti ecclesiastici confiscati senza compensazione. Centinaia di sacerdoti vennero espulsi dall’isola. Papa Giovanni XXIII scomunicò Castro nel 1962 sulla base del decreto di Pio XII del 1949 che vietò ai cattolici di sostenere i terribili governi comunisti. Attualmente il governo comunista cubano approva ancora la pena di morte e -come in ogni governo ateo-comunista (vedi Cina, Corea del Nord…)- è imposta la censura. I canali d’informazione sono infatti di proprietà del regime e l’utilizzo di Internet è strettamente sorvegliato (vedi Diritti umani a Cuba e Censura a Cuba).

Visita di Giovanni Paolo II. L’ateismo smise di essere ufficiale nel 1992 quando venne promulgata la nuova costituzione che, all’art. 55 della garantisce la libertà di religione. Nel 1998 papa Giovanni Paolo II visitò l’isola e gli fu permesso di celebrare liturgie di massa. Durante la visita il Pontefice condannò il governo di Castro per lo stato dei diritti umani nell’isola, ma incoraggiò anche la riconciliazione. Castro rispettò gli accordi e, per un accordo preesistente, liberò 106 detenuti, che comparivano in una lista di 260 nomi consegnata a Castro dal segretario vaticano Angelo Sodano. Il dittatore ricevette il Santo Padre con tutti gli onori, rinunciando per la prima volta alla sua famosa divisa militare, per indossare giacca e cravatta. Nello stesso anno Castro ha formalmente riattivato il giorno di Natale come celebrazione ufficiale per la prima volta dalla sua soppressione da parte del Partito comunista nel 1969.

Aperture di Fidel Castro negli ultimi anni. Qualcosa però è cambiato. Lo conferma un italiano che ha avuto molto a che fare con il Lider maximo. Il suo nome è Alfredo Luciani, sociologo, docente di filosofia della religione, autore di opere sociologiche fondamentali e fondatore del movimento “Associazione internazionale Missionari della Carità Politica”. Racconta a Zenit.it il suo rapporto stretto con il dittatore: «Fidel era un marxista legato al materialismo ateo. Questo era il suo ruolo politico. In realtà, nel privato, le cose erano diverse. Non aveva dimenticato del tutto e tanto meno rinnegato l’educazione cattolica ricevuta da giovane (ha studiato dai gesuiti). Un altro fatto strano che mi colpì molto riguarda un grosso complesso per l’assistenza agli anziani che si trova al centro dell’Avana. E’ un complesso statale, quindi finanziato dallo Stato, ma gestito dalle suore. Ho parlato con esse e mi hanno confermato di non aver mai avuto ingerenze, imposizioni. Svolgevano il loro lavoro in piena autonomia ed erano contente. Con il passare degli anni, anche in lui erano maturate convinzioni diverse, idee nuove, una visione del socialismo che aveva più punti di contatto con la dottrina sociale cattolica che non con le teorie marxiste». Castro sembra essere rimasto folgorato da Giovanni Paolo II tanto che nel 2003 ha partecipato ad una benedizione in un convento cattolico, il cui scopo era quello di celebrare il quinto anniversario della visita del Papa a Cuba. L’evento era evidentemente inedito (da BBC News). Dopo la morte di Giovanni Paolo II, nell’aprile 2005, un emozionato Castro ha addirittura partecipato ad una messa in suo onore nella cattedrale dell’Avana, volendo firmare a tutti i costi il libro di condoglianze al pontefice presso l’ambasciata vaticana (da CNN.com e NetNews). Certo, questo non dice molto, però apre la speranza che col tempo possa cominciare a ravvedersi verso gli enormi errori che, da buon dittatore ateo-comunista, ha commesso.

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Philip Jenkins: «in Brasile, Russia, India e Cina sarà incisivo il cristianesimo»

Il BRIC è un acronimo utlizzato in economia dal 2001 per identificare le quattro potenze emergenti di spessore: Brasile, Russia, India e Cina. Nel 2050, secondo gli esperti, i paesi del BRIC sfideranno gli Stati Uniti per la supremazia economica mondiale. L’autorevole professore di storia e religione, Philip Jenkins, ha scritto su Avvenire che «la teoria del BRIC ha implicazioni politiche, strategiche e militari ma mette anche in primo piano domande che interessano il futuro religioso del mondo. Il BRIC sarà lo scenario per profondi dibattiti sulla fede e sulla sua pratica». Lo studioso descrive il Brasile e la Russia come aree profondamente radicate nell’eredità cristiana. Il primo ha una delle popolazioni cristiane più grandi del mondo e il Paese ha una fiorente tradizione di partiti che si basano sulla confessione religiosa. In Russia i credenti ortodossi si aggirano su una media compresa tra il 20 e l’80% della popolazione (difficile stabilirlo), e neppure 70 anni di secolarismo e ateismo governativo omicida sono riusciti a eliminare il nucleo profondo della fede cristiana nella popolazione russa. Dalla caduta del comunismo la nazione ha visto un emozionante risveglio del monachesimo e alcuni dei più antichi ed importanti edifici cristiani sono stati restaurati. Ultimamente la Russia si è schierata ufficilamente e poleticamente a difesa del crocifisso e della posizione cattolica italiana. India e Cina hanno al loro interno una componente cristiana sostanziale. In Cina ci sono tra i 60 e i 100 milioni di cristiani – più di qualsiasi Paese europeo – e la maggior parte degli osservatori prevedono una crescita costante per gli anni a venire. E mentre nessuno dubita che l’India rimarrà a stragrande maggioranza hindu, nel Paese vivono probabilmente 40 milioni di cristiani. In entrambi i Paesi i cristiani sono influenti con una forte rappresentanza nei settori in espansione dell’economia. In entrambi il cristianesimo è associato al progresso sociale e individuale – in termini di alfabetizzazione, istruzione e mobilità sociale. Lo studioso chiude dicendo: «Nonostante gli Stati asiatici del BRIC non abbiano intenzione di «farsi cristiani», per lo meno non nelle attuali generazioni, le religioni potrebbero giocare un ruolo politico chiave. Qualunque cosa riserbi il futuro politico, le religioni incideranno molto in un mondo dominato dal BRIC».

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La modella Chernyshova: «non scorderò mai gli occhi del Santo Padre»

Dopo moltissime richieste di essere ricevuta in udienza dal Papa, il suo desiderio è stato esaudito. Si chiama Eugenia Chernyshova (qui potete ammirare la sua bellezza) Ne parla il Corriere della Sera: richiestissima e corteggiatissima, è stata la diva-modella di AltaRoma. «Speravo tanto in un sì del Santo Padre che è arrivato quasi inaspettato. Sono ortodossa, molto credente. Gli occhi del Papa non li scorderò mai, mi sono commossa, mi tremavano le gambe». Da poco ha avuto la conferma che il regista Bobby Paunesco, Palma d’oro a Cannes nel 2008, l’ha scelta per il suo prossimo film, Shine. Eugenia ha già lavorato con Quentin Tarantino e a settembre sarà al Festival di Venezia. «Da qualche mese sono innamoratissima -rivela Eugenia-. Lui è italiano, vorrei sposarmi in chiesa».

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Crisi del libro: solo il settore religioso è in aumento

La crisi sta arrivando adesso nelle librerie e il primo semestre del 2010 segna una batosta. Ma non per tutti. Il lettore «religioso», infatti, cresce e il cliente che sceglie un libro di religione fa parte della categoria «significativa» dei cosiddetti «decision maker», cioè quella fascia di età tra i 20 e i 44 anni che comprende docenti universitari, operatori di aziende, insegnanti: insomma, quella categoria sociale che «fa opinione». Questi i dati emersi a Bergamo durante la presentazione del secondo report elaborato dall’Uelci (Unione degli editori e librai cattolici italiani) e riportati su Avvenire. La Bibbia si conferma -come è sempre stato- la superstar della classifica dei volumi a sfondo spirituale (e non solo): dopo la prima edizione della nuova traduzione CEI nel febbraio 2010, è pronta a settembre 2010 una seconda ristampa. Giovanni Peresson dell’Associazione italiana editori, curatore del dettagliatissimo rapporto, ha dichiarato che il settore spirituale va meglio di tutto l’ambiente librario: «Il libro religioso è uno dei segmenti a più alta crescita e anche gli editori laici se ne stanno accorgendo». Nel 2000 gli italiani che dicevano di aver letto almeno un libro religioso erano 2 milioni 650 mila, saliti a 3 milioni 15 mila nel 2007 ed impennatisi a 3 milioni 320 mila l’anno scorso. Un boom del 25%. Si rafforza la quota dei 25-59enni: nel 2000 erano il 50,3%, oggi sono il 51,7%. Altri dati: nel 2009 sono stati pubblicati 4600 titoli religiosi.

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