Luoghi di preghiera nell’Università di Barcellona? L’80% è favorevole

A causa di proteste da parte dei rampolli del laicismo, all’Università di Barcellona si sta discutendo se sia lecito o meno che all’interno dell’Università di Barcellona ci sia spazio per la religione. Un sondaggio del quotidiano El Pais ha chiesto ai lettori di rispondere a questa domanda: «Siete d’accordo che ci siano cappelle cattoliche nelle università pubblica?». L’80% ha risposto di essere favorevole (vedi i risultati). Alcuni studenti, per reazione, hanno tentato di bloccare l’accesso all’Università ai cristiani e cattolici, cercando anche di impedire la celebrazione della Messa. Sono così comparse delle guardie di sicurezza vicino all’ingresso della cappella della facoltà di Economia. L’Università di Barcellona ha rilasciato un comunicato nel quale spiega che «dal 1979, di comune accordo col consiglio di direzione, l’Università ha contribuito a realizzare un centro di assistenza e di formazione religiosa. Nel 1988 ha sottoscritto un contratto con l’Arcidiocesi con il quale si prevede l’utilizzo di luoghi di culto». Luoghi di preghiera per gli studenti che lo desiderano sono d’altraparte presenti nelle più importanti università del mondo (Harvard, Oxford, Cambridge, New York University ecc..).

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Corrado Augias trasforma il mago Giordano Bruno in un paladino della scienza

L’ormai noto giornalista Francesco Agnoli ci regala un approfondimento (uno di quelli che di solito è abituato a fare nei suoi apprezzatissimi saggi) sul suo collega Corrado Augias. Un giornalista, dice su Libertà e Persona, che da tempo scrive di filologia evangelica, religione, scienza, proponendo tesi peregrine, ideologiche, non suffragate dai fatti. Con lo stesso nemico, ogni volta: la Chiesa e Cristo.

Augias si è dedicato recentemente in uno spettacolo su Giordano Bruno (chiamato “Le fiamme della ragione”), mito del mondo massonico, cercando di fare di questo oscuro, esoterico e inquietante mago del XVI secolo, il simbolo del pensiero razionale represso dalla Chiesa. Lo spettacolo è tratto dal libro omonimo in cui Corrado Augias, così dice lui «propone una delle pagine più tragiche del pensiero scientifico e culturale del nostro paese, l’assassinio mediante condanna al rogo di Giordano Bruno, uno dei massimi geni della storia della cultura occidentale».

Ecco che Giordano Bruno in un attimo diventa da mago a paladino del mondo scientifico e genio culturale. Come, riporta pure il celeberrimo studioso di storia delle religioni Mircea Eliade, il quale afferma: «Se Giordano Bruno accolse con tanto entusiasmo le scoperte di Copernico [canonico cattolico], fu anche perché riteneva che l’eliocentrismo avesse un profondo significato religioso e magico; quando si trovava in Inghilterra Bruno profetizzò il ritorno imminente della religione magica degli antichi Egizi quale veniva descritta nell’Asclepius. Bruno interpretava lo schema copernicano come il geroglifico dei misteri divini» (M. Eliade, “Storia delle credenze e delle idee religiose“, Bur, vol.III, p. 279). Bruno, lungi dall’avere un “genio scientifico”, era uno dei tanti maghi del Cinquecento che credeva agli oroscopi e al determinismo delle stelle, e che vide nell’eliocentrismo non una dottrina scientifica, un fatto astronomico, ma la conferma della sua visione magica, astrologica, che contemplava una eliolatria animista di stampo egizio.

Sullo stesso argomento ha scritto Matteo D’amico nel suo saggio Giordano Bruno. Avventure e misteri del grande mago nell’Europa del Cinquecento (Piemme 2000). Lo stesso Agnoli ne ha parlato più approfonditamente a questo link: “Giordano Bruno: un grande mago spacciato per scienziato”. Un interessante archivio di notizie sul celebre mago del sedicesimo secolo è raccolto sull’ottimo sito Storia Libera. Concludiamo consigliando inoltre la lettura dell’opera della giornalista Rita Pomponio, Il Papa che bruciò Giordano Bruno (Piemme 2003), che aiuterà certamente a capire cosa realmente accadde tra il mago e la Chiesa, senza intrusioni di revisionismi laicisti.

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Revocate definitivamente le licenze mediche di alcuni medici abortisti

E’ risaputo che i paladini dell’aborto si spendano non tanto per la libertà della donna (una mistificazione della sua libertà, tra l’altro) ma più per il business che vi sta dietro. Finché ovviamente non vengono scoperti. E’ così accaduto che il noto medico abortista del Maryland, Steven Chase Brigham, ha definitivamente perso la sua licenza medica. Era stato sospeso dal Consiglio dei medici del Maryland dopo che diverse denunce erano state presentate contro di lui. Brigham, riporta LifeNews, ha infatti gestito un sistema illegale di aborto (ma molto redditizio) oltre le 36 settimane nel centro abortisto del New Jersey. Gli è anche accaduto di ferire gravemente una donna durante un’operazione abortiva ma ha evitato di chiamare l’ambulanza per non richiamare l’attenzione verso il suo centro abortivo, l’American Women’s Services. Le autorità hanno fatto irruzione nel centro di Brigham e hanno scoperto i resti di 35 bambini abortiti tardivamente inseriti in grandi vasi di vetro. Un portavoce del mondo pro-life, Cheryl Sullenger, ha dichiarto che «il caso Brigham è solo un esempio in un settore dove questo tipo di comportamento è la norma e non l’eccezione. Dobbiamo ancora trovare un abortista che non viola la legge». Assieme al suo centro ne sono stati chiusi altri quattro per violazioni simili e anche diversi suoi collaboratori si sono visti sospendere definitivamente la licenza medica.

Informiamo anche che a Chicago, un noto sostenitore pro-life, Joe Scheidler, è da tempo diventato un bersaglio degli attivisti pro-aborto. Nei giorni scorsi, riporta LifeNews, la sua casa è stata vandalizzata. E’ accaduto nel mezzo della notte, verso le ore 2:00. Una delle sue finestre è andata in frantumi a causa del lancio un mattone, accompagnato da una nota minacciosa: «Noi siamo pazze femministe che distruggeranno le vostre idee sessiste». Nel messaggio compare anche un segno anarchico e alcuni scarabocchi in una scrittura infantile (qui è possibile vedere la finestra rotta e il messaggio). La nota continua: «P.S.: Ho avuto un aborto e nessuna legge potrà mai fermarmi». Ricordiamo che il manifestante pro-life, Jim Pouillon fu ucciso l’11/9/09 fuori dalla scuola superiore di Owosso, Michigan per gli stessi motivi. L’8/9/10 una leader abortista, Linda Mansueto, ha inscenato un finto “allarme bomba” nella sua clinica abortista, con l’intenzione di diffamare i sostenitori pro-life. Subirà a breve una causa federale per “informazione false e fuorvianti all’autorità” (vedi Ultimissima 21/10/10).

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Il dott. Zangrillo: «Eluana? Assolutamente certo: è stata uccisa e ha sofferto»

alberto zangrilloDurante la trasmissione Matrix dell’8/12/10 il dott. Alberto Zangrillo, direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Cardio-Toraco-Vascolare presso l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano, ha preso posizione sull’eutanasia e sul caso Englaro.

Le parole che ha pronunciato sono andate aldilà di qualsiasi previsione. Il tema della trasmissione era il cosiddetto “fine vita”, presenti in studio la radicale Rita Bernardini, Paola Binetti, il cronista Pino Ciociola, lo scrittore Cavallari e il senatore del PD Ignazio Marino (il quale si è dichiarato “pro testamento” ma “contro l’eutanasia” e “contro il suicidio assistito”).

Rispondendo a quest’ultimo, il dott. Zangrillo ha affermato che in trent’anni di attività non ha mai staccato una volta il respiratore ad un paziente, nemmeno in casi di malati terminali, per la semplice ragione che esistono altre modalità – per esempio la graduale sospensione della somministrazione di farmaci – per evitare ogni accanimento terapeutico ed accompagnare alla morte naturale pazienti oramai prossimi al decesso. Lo specialista ha pure spiegato che, sulla base della sua trentennale esperienza medica (e non politica), il testamento biologico non serve.

Il tema si è poi concentrato sul caso Englaro e Zangrillo ha ricordato che la medicina non ha ancora stabilito se i casi come quello di Eluana siano irreversibili o meno. Ma è stato subito dopo il momento pubblicitario che il dottore genovese ha fatto emergere, senza troppi giri di parole ma con la precisione terminologica dello specialista, ciò che tutti in realtà sanno: «Eluana Englaro è stata uccisa». Zangrillo ha sottolineato di esserne assolutamente certo e di averne a lungo parlato con i suoi colleghi. E’ stato un atto di ipocrisia, perché sottrarre alimentazione e idratazione significa, di fatto, uccidere -con sofferenza- di fame e di sete il paziente. Chi voleva praticare questo omicidio aveva a disposizione mille modi più semplici e meno dolorosi, ma, spinti dal consenso del padre e dall’attivismo dei radicali, si è voluta praticare la sospensione di cibo e acqua per poter poi strumentalizzare il caso in vista di una legge politica, battendo il chiodo sull’esistenza di un (inesistente) principio di autodeterminazione.

Il filmato integrale della trasmissione è possibile visionarlo a questo link: www.videomediaset.it. L’audio della trasmissione invece si può ascoltare su Radio Radicale.

La redazione

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Cattolici in Cina: 150 mila conversioni adulte ogni anno

Il cattolicesimo diventa sempre più forte in Cina: circa 150.000 adulti ogni anno abbracciano la fede cattolica. La presenza dell’ateismo governativo, la mancanza di libertà religiosa, la persecuzione costante da parte delle autorità contro sacerdoti e vescovi, il silenzio della stampa e le campagne anti-religiose non sembrano affatto un motivo sufficiente per fermare la diffusione del cattolicesimo. In un’intervista per Aceprensa, Bernardo Cervellera, direttore dell’agenzia Asia News e missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), ha dichiarato: «Il degrado inevitabile derivato dalla corruzione dell’ideale comunista è uno dei motivi principali per la diffusione del cristianesimo. All’altra estremità troviamo principalmente l’attrattiva che ha il cristianesimo, preferita alla reincarnazione buddista e taoista». La situazione del cattolicesimo in Cina è sempre stata segnata dalla divisione tra la Chiesa “sotterranea” (fedele al Papa) e quella “patriottica” (legata al Partito comunista). Continua Cervellera: «Il più grande fallimento del Partito comunista è stata la politica religiosa. Nonostante i suoi sforzi per eliminare tutte le tracce del cristianesimo nel Paese la popolazione cinese si sente sempre più attratta dalla fede e in particolare dal cattolicesimo». Gli atei comunque rimangono i padroni dei media. Lo si è capito quando l’anno scorso (il 23 novembre 2009) quaranta uomini del governo hanno picchiato alcune suore dell’ordine delle Francescane Missionarie del Sacro Cuore della diocesi di Xian. E’ accaduto perché hanno cercato di fermare la demolizione di una scuola diocesana che il governo aveva venduto illegalmente a una società di costruzioni. Nessun giornale cinese ha riportato la notizia, e sorprendentemente il popolare portale cinese di fede cattolica (www.chinacatholic.org), ha subito un black-out per diverse ore. Solo il 30 novembre ha potuto denunciare la vicenda con informazioni dettagliate. Un approfondimento sull’aumento massiccio dei cristiani in Cina è apparso anche su Italia Oggi.

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La Bbc proietterà la storia della Natività nei giorni antecedenti al Natale

Un racconto della storia della natività verrà proiettato dalla BBC One nei giorni che precedono il Natale. Non essendo proprio un’emittente capace di emanciparsi dalla moda laicista, la notizia appare di un certo interesse. Scritto e prodotto da Tony Jordan (creatore di “Life on Mars”, “Hustle”, “East Enders”) e diretto da Coky Giedroyc, l’adattamento offre un ritratto fresco e rivitalizzante degli eventi che circondano la nascita di Gesù. La Natività andrà in onda in quattro episodi di 30 minuti ciascuna, da lunedi 20 dicembre a giovedi 23 dicembre. Ogni episodio avrà inizio alle 19:00. Durante questo orario solitamente si trasmette il programma One Show, che ha un ascolto medio di circa 5 milioni di telespettatori. Questo è il sito web della serie televisiva.

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Perché il cristianesimo esplose da 12 apostoli a 32 milioni in 300 anni?

Da 12 apostoli a 32 milioni in soli 350 anni. La cristianità esplose letteralmente nell’impero romano non solo in virtù della forza della sua dottrina. Non avevano grandi mezzi economici, non erano protetti dai potenti, e al contrario predicavano tra poveri e deboli. Eppure il cristianesimo divenne la religione più diffusa nell’Impero romano (e oggi la situazione non è cambiata). Su questi e altri argomenti ha ragionato con estrema lucidità uno dei più importanti sociologi delle religioni viventi, Rodney Stark, docente di Scienze Sociali presso la Baylor University del Texas. Lo ha fatto attraverso due consigliatissimi volumi: Ascesa e affermazione del Cristianesimo. Come un movimento oscuro e marginale è diventato il pochi secoli la religione dominante dell’Occidente (Lindau 2007) e La città di Dio. Come il cristianesimo ha conquistato l’impero romano (Lindau 2010). In entrambi i volumi –riporta Zenit.it– l’autore raccoglie le diverse testimonianze storiche per cercare di svelare il mistero del successo cristiano attraverso la rigorosa applicazione di metodi scientifici e strumenti sociologici. Analizzando e mettendo insieme le testimonianze scritte di autori del tempo, relative alle diverse città dove erano presenti comunità cristiane, Stark disegna una curva che mostra l’aumento del numero dei cristiani dall’anno 40, in cui erano 1000, al 350 quando arrivarono a 32 milioni. Secondo Stark, non fu Costantino a permettere la crescita della Chiesa cristiana, al contrario fu l’enorme crescita dei cristiani a convincere l’Imperatore che il cristianesimo avrebbe sostenuto e rafforzato il cosmopolita popolo romano e quindi l’impero.

1) Cura del prossimo e prevenzione sociale. Il cristianesimo divenne più attraente del paganesimo e delle altre religioni presenti in quegli anni innanzitutto per l’attenzione e la cura per il prossimo da parte dei cristiani. I pagani fuggivano difronte ad epidemie, incendi e disastri naturali, mentre i cristiani rimanevano per accudire parenti, figli, mogli, nonni, amici. Il loro amore per gli altri era tale che rischiavano la vita pur di prestare carità, cura e attenzione per gli altri. L’assistenza verso i deboli e l’assistenza medica elementare, che i cristiani praticavano verso tutti, ridusse notevolmente la mortalità e li fece apparire di fronte ai pagani come degli eroi innamorati dell’umanità. La carità dei cristiani era tale che giungeva fino alla testimonianza eroica dei martiri. Tutti rimanevano impressionati dai cristiani che sopportavano torture e martirio senza ribellarsi e senza mai tradire il loro fondatore. Stupefacente era anche la mancanza di azioni di vendetta e di violenza dei cristiani, i quali addirittura pregavano Dio affinché perdonasse i persecutori.

2) Difesa, protezione e dignità delle donne. L’altro elemento fondamentale per il massiccio processo di conversione fu l’attenzione, la stima, il rispetto e la protezione che i cristiani praticavano nei confronti delle donne. Nella cultura cristiana le donne godevano di uno status più alto rispetto alle donne del mondo greco-romano. I cristiani combattevano la poligamia, la schiavizzazione e lo sfruttamento sessuale delle donne, proibivano la pratica dell’infanticidio e dell’aborto, che spesso veniva esercitato proprio nei confronti della nascita delle bambine. Questi elementi insieme al culto di Maria, fecero sì che nelle comunità cristiane fin dall’inizio ci fu una prevalenza numerica delle donne. La crescita di comunità sane con la presenza di molte donne virtuose fu decisiva per la crescita demografica dei cristiani: accadde infatti che i pagani trovavano donne virtuose per contrarre matrimoni nelle comunità cristiane. La percentuale di matrimoni misti tra donne cristiane e uomini pagani fu relativamente alta, e generò molte conversioni dei coniugi maschi al cristianesimo. La conseguenza ultima di questi fenomeni fu un aumento del tasso di natalità all’interno dei circoli cristiani.

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Il regista Exitu: «su 5mila malati di Sla spazio solo a chi si vuole far fuori»

Un’inquadratura «troppo stretta» sulla malattia. Una posizione ideologica all’insegna del «nichilismo gaio» già stigmatizzato dal pensatore Augusto Dal Noce. È quanto afferma Emmanuel Exitu, regista bolognese, già premiato per il suo “Greater-defeating Aids” al festival di Cannes da Spike Lee, ad Avvenire. Exitu sta ultimando un documentario dal titolo: «Io sono qui. Sette giorni d’appunti di vita di Mario Melazzini», il chirurgo di Pavia affetto da sindrome laterale amiotrofica con una scandalosissima voglia di vivere e di non farsi fuori. Il regista parla della trasmissione pro-etuanasia “Vieni via con me”: «Sento rabbia rispetto a quanto visto da Fazio e Saviano. Mi ribello perché su 5mila malati di Sla in Italia, ce n’è uno che si è voluto far ammazzare e due ci stanno pensando. Ma ce ne sono 4.497 che hanno scelto di vivere! Insomma, quelli di “Vieni via con me” hanno tenuto l’inquadratura troppo stretta su un caso chiudendo i microfoni rispetto agli altri: se l’avessero allargata a persone come Stefano Borgonuovo (l’ex calciatore della Fiorentina affetto da Sla, ndr) sarebbero rimasti sconvolti. Saviano e Fazio hanno parlato di realtà, i casi Welby ed Eluana, che hanno le loro ragioni, che posso non condividere, ma costituiscono solo un pezzetto della realtà: perché non hanno inquadrato tutto il resto?». Si risponde da solo dicendo: «Si dice che fa più rumore un albero che cade rispetto ad una foresta che cresce. Invece in questo caso, se li si volesse ascoltare, sono gli alberi della speranza che fanno rumore. Ma non li si vuole vedere né prendere in considerazione. Gente come Melazzini o Saverio, un altro malato di Sla che parla solo tramite il pc, ci mettono in discussione, sfidano il nostro modo di vivere futile, addormentato ed accomodante. Ci fanno paura». Il documentario uscirà in primavera.

Qui sotto una videotestimonianza del dott. Mario Melazzini:

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Nasce un nuovo centro pro-life a Roma

Accanto alla Basilica di Sant’Anastasia, nel centro di Roma e a due passi dal Vaticano, è stato costituito il 13 novembre scorso il terzo Centro di Aiuto alla Vita (CAV) della Capitale che il 4 dicembre ha inaugurato la sua sede di piazza S. Anastasia 1. Alla cerimonia di “avvio lavori” del CAV hanno partecipato l’ing. Roberto Bennati, Presidente di Federvita Lazio e Vicepresidente del Movimento per la Vita italiano, don Alberto Pacini, Rettore della Basilica di Sant’Anastasia e il presidente del neo-nato CAV, Anna Spurio Consoli. Rispondendo ad alcune domande di Zenit.it, la Consoli ha dichiarato: «Negli anni ’70 in Italia i radicali e le sinistre lanciarono una forte offensiva contro la famiglia e la vita, raggiungendo molti dei loro obiettivi, nella cultura e nella legislazione nazionale. D’allora, però, persone di ogni ceto e di ogni provenienza si sono organizzate per contrastare questa crescente cultura della morte. Fra questi, i tanti che hanno dato vita ai CAV, che sono associazioni di volontariato, oggi ne lavorano in Italia circa 300 in Italia, ed hanno salvato almeno 120.000 tra bambini e bambine dall’aborto. Hanno dato vita a grandi opere sociali, di aiuto alle famiglie, alle donne incinte, alla vita, fra cui soprattutto il Progetto Gemma ed il Telefono SOS Vita. L’aiuto che intendiamo offrire è morale (colloqui, condivisione) e materiale (vestiti per la mamma ed il bambino, pannolini, latte in polvere, passeggini, ecc…), finalizzato ad evitare in tutti i modi la tragica “scelta” dell’aborto. Il nostro CAV, non è dipendente dalla Chiesa cattolica o da altra organizzazione religiosa, ma si ispira ai principi dell’etica naturale e cristiana ed ai valori di solidarietà ed umanità nel pieno rispetto della vita umana, fin dal suo concepimento. E’ poi, logicamente, anche un’associazione apartitica e che non persegue fini di lucro: tutte le prestazioni degli aderenti e le cariche sociali sono gratuite. Al CAV, come è scritto nello Statuto, è vietato distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione comunque denominati, nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’associazione stessa, a meno che la destinazione o la distribuzione siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre organizzazioni che perseguano le stesse finalità». I contatti dell’associazione sono: telefono: 347/55.33.452 ed e-mail: cavsanastasia@libero.it. Il sito web del CAV di Roma invece si può raggiungere su www.cavroma.blogspot.com

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Nazareth potrebbe diventare patrimonio dell’umanità

Rivolgendosi a Zenit.it, Omar Massalah, musulmano e segretario del Mediterranean Peace Forum ha dichiarato di essere l’autore della proposta di chiedere all’UNESCO la dichiazione di Nazareth come “patrimonio mondiale dell’umanità”. Ha espresso anche la propria intenzione di parlare dell’iniziativa con i Paesi arabi. La proposta è avvenuta durante il primo colloquio internazionale dedicato alla città di origine di Gesù Cristo, sul tema “Nazareth: archeologia, storia e patrimonio culturale”, svoltosi dal 21 al 24 novembre presso l’hotel Al-‘Ayn di Nazareth. Vi hanno partecipato il sindaco di Nazareth, Ramiz Jaraisy, l’ambasciatore di Francia in Israele, Christophe Bigot, e il vicario patriarcale per Israele, monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo. L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione Maria di Nazareth, dal Centro Internazionale Maria di Nazareth e dall’Associazione di Nazareth per la Cultura e il Turismo, con il sostegno della Commissione israeliana per l’UNESCO, del Centro Culturale francese di Nazareth e del Centro Culturale italiano di Haifa.

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