Francesco sgrida i vaticanisti: «scrivono ciò che non penso»

Francesco su aereoNell’ottobre scorso UCCR ha pubblicato un articolo in cui riassumeva tutte le falsità e le manipolazioni dei vaticanisti italiani sul Sinodo per la Famiglia voluto da Papa Francesco. Per ognuno abbiamo osservato i tentativi di orientare l’opinione pubblica verso direzioni opposte a quelle emerse dal Sinodo, a contrapporre fazioni diverse di cardinali patteggiando apertamente per quella più mediaticamente “simpatica”.

L’obiettivo era mostrare una Chiesa in guerra, divisa, pronta allo scisma e dunque inquinare l’autenticità del responso, rendere la verità che proclama come relativa e far apparire la sua voce inattendibile davanti all’opinione pubblica. Ancora oggi ci scrivono lettori confusi e arrabbiati con Papa Francesco perché si sono ridotti ad informarsi sui quotidiani, cadendo nella trappola della disinformazione. Da tempo invitiamo invece a riferirsi sempre al sito del Vaticano, all’Osservatore Romano, a Radio Vaticana e ad “Avvenire” per leggere i discorsi originali di Francesco e a non acquistare più i quotidiani dato che un corretto uso di internet basta a sufficienza per informarsi adeguatamente.

Siamo contenti del fatto che Papa Francesco ci ha proprio “dato ragione” su questo nella sua recente intervista rilasciata a “La Nación” (ben tradotta sull’“Osservatore Romano”). Parlando del timore in molti fedeli cattolici per quelle incomprensibili e presunte “aperture” propagandate sui media, ha spiegato: «Sempre ci sono timori, però perché non leggono le cose, o leggono una notizia in un giornale, un articolo, e non leggono quello che ha deciso il Sinodo, quello che si è pubblicato. Che cosa vale del Sinodo? La relazione post-sinodale, il messaggio post-sinodale, e il discorso del Papa. Il Sinodo è stato un processo e così come l’opinione di un padre sinodale, era di un padre sinodale, la prima bozza era una prima bozza, dove si raccoglieva tutto. Nessuno ha parlato di matrimonio omosessuale nel Sinodo. Quello di cui abbiamo parlato è come una famiglia che ha un figlio o una figlia omosessuale, come lo educa, come lo cresce, come si aiuta questa famiglia ad andare avanti in questa situazione un po’ inedita. Dunque al Sinodo si è parlato della famiglia e delle persone omosessuali in relazione alle loro famiglie, perché è una realtà che incontriamo nei confessionali». Si leggono i giornali e si resta confusi, dice il Papa, invece bisogna andare direttamente al testo ufficiale del Sinodo.

Se qualche cattolico è confuso è perché sbaglia ad informarsi, si fida dei vaticanisti e degli opinionisti. Il Papa continua: «io ho scritto un’enciclica a quattro mani, e un’esortazione apostolica, di continuo faccio dichiarazioni e omelie, e questo è magistero. Questo sta lì, è ciò che penso, non ciò che i media dicono che io pensi. Vada lì, e lo trova ed è ben chiaro. L'”Evangelii gaudium” è molto chiara». Questo è un metodo che dobbiamo imparare se non vogliamo farci manipolare e prendere in giro.

Nella sua intervista Francesco ha parlato apertamente di tanti altri argomenti, chiarendo molte delle questioni amplificate e strumentalizzate dalla stampa. Pensiamo al caso della sostituzione del cardinale conservatore statunitense Raymond Leo Burke, che ha lasciato la Segnatura apostolica per diventare patrono dell’Ordine di Malta, e alle speculazioni su quotidiani conservatori e progressisti che hanno legato questa nomina alle posizioni espresse dallo stesso Burke all’ultimo Sinodo. Un esempio: il vaticanista Marco Ansaldo di “Repubblica” aveva definito la sostituzione di Burke come una «prima resa dei conti in Vaticano», parlando di Francesco come di un despota che elimina tutti coloro che non la pensano come lui: «E la scure di Francesco si abbatte sulle teste dei principali oppositori», come il card. Burke, «reo di avere criticato Francesco anche in alcune dichiarazioni pubbliche». Questa è la disinformazione di Ansaldo, smentita da Papa Francesco: «Il cardinale Burke un giorno mi ha chiesto che cosa avrebbe fatto, dato che non era stato ancora confermato nel suo incarico. Gli ho detto: “Mi dia un po’ di tempo, perché si sta pensando a una ristrutturazione degli organismi giuridici nel C9” e gli spiegai che ancora non c’era niente di fatto e che si stava pensando. Poi è arrivata la questione dell’Ordine di Malta e lì mancava un americano vivace, che si potesse muovere in quell’ambito, e mi è venuto in mente lui per quel compito. L’ho proposto a lui molto prima del Sinodo. E gli ho detto: “Questo avverrà dopo il Sinodo, perché voglio che lei partecipi come capo dicastero…”. Mi ha ringraziato molto, e lo ha accettato… è un uomo che si muove molto, che viaggia e lì avrà lavoro. Dunque non è vero che l’ho sostituito per come si è comportato al Sinodo». Ricordiamocelo la prossima volta che vogliamo leggere un articolo di Ansaldo su “Repubblica”.

C’è anche una domanda sul cambio del comandante della Guardia Svizzera Daniel Rudof Anrig. La vaticanista Franca Giansoldati de “Il Messaggero” si era inventata che il motivo della sostituzione sarebbe stato quello che Francesco «avrebbe voluto vedere un corpo militare meno rigido, con regole meno ossessive di quanto non fossero quelle imposte dal colonnello Anrig», insultandolo gratuitamente con definizioni come «persona rigidissima. Teutonica». Francesco ha smentito anche le invenzioni della Giansoldati (e di altri che hanno speculato anche su questo pur di dimostrare fantomatici “cambiamenti” del Pontefice attuale): «Due mesi dopo la mia elezione era scaduto il suo mandato di cinque anni. Non mi sembrava giusto prendere una decisione in quel momento e prorogai il mandato». Durante la visita al quartier generale delle Guardie, «ho conosciuto le persone e mi è sembrato più sano un rinnovamento… nessuno è eterno. Ho parlato con lui a luglio, rimanendo d’accordo che alla fine dell’anno avrebbe lasciato. È un cambio normale, non c’è niente di strano, non c’è alcun suo peccato né alcuna sua colpa. E’ una persona eccellente, un cattolico molto buono che ha un’eccellente famiglia». Alla domanda se il cambio è avvenuto perché il comandante era troppo severo, risponde: «No, certamente no». E quanto al suo grande appartamento: «L’anno scorso si è fatta una ristrutturazione degli appartamenti, quello suo è certamente spazioso perché ha quattro figli». Ricordiamocelo se vogliamo ancora leggere gli articoli della Giansoldati sul “Messaggero”.

Rispetto ai “lupi conservatori” che ostacolerebbero ogni iniziativa di Papa Francesco, di cui parla continuamente il vaticanista Marco Politi de “Il Fatto Quotidiano”, il Pontefice ha spiegato semplicemente di ritenere «le resistenze come punti di vista diversi, non come una cosa sporca. Hanno a che vedere con le decisioni che prendo, questo sì. È chiaro che ci sono decisioni che toccano alcuni aspetti economici, altre più pastorali… Non sono preoccupato, mi sembra tutto normale, sarebbe anormale che non ci fossero punti di vista divergenti. Sarebbe anormale che non emergesse nulla».

E’ stata toccata anche la questione della comunione ai divorziati risposati: «Non è una soluzione dargli la comunione», ha risposto Francesco. Questo soltanto non è la soluzione, la soluzione è l’integrazione. Non sono scomunicati. Ma non possono essere padrini di battesimo, non possono leggere le letture a messa, non possono distribuire la comunione, non possono insegnare il catechismo, non possono fare sette cose, ho l’elenco lì. Se racconto questo, sembrerebbero scomunicati di fatto! Allora, aprire un po’ di più le porte. Perché non possono essere padrini? “No, guarda, che testimonianza vanno a dare al figlioccio?”. La testimonianza di un uomo e una donna che dicano: “Guarda, caro, io mi sono sbagliato, sono scivolato su questo punto, ma credo che il Signore mi ami, voglio seguire Dio, il peccato non mi ha vinto, vado avanti”. Ma che testimonianza cristiana è questa? O se arriva uno di questi truffatori politici che abbiamo, corrotti, a fare da padrino ed è regolarmente sposato per la Chiesa, lei lo accetta? E che testimonianza va a dare al figlioccio? Testimonianza di corruzione?».

Ha anche ricordato che «la Chiesa non vuole impegnarsi nel proselitismo, perché la Chiesa non cresce sul proselitismo ma sull’attrazione, come ha detto Benedetto XVI. La Chiesa ha bisogno di essere un ospedale da campo e dobbiamo guarire le ferite, proprio come fece il buon Samaritano».

La redazione

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19 commenti a Francesco sgrida i vaticanisti: «scrivono ciò che non penso»

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  1. Hugo ha detto

    Ovviamente i vaticanisti hanno riportato anche questo discorso del Papa senza lasciarsi interrogare su come stanno svolgendo il loro lavoro.

  2. Laura ha detto

    Ma la Giansoldati non è mica la nuova fidanzata del laicissimo Italo Bocchino, che su Rai3 sponsorizza le unioni omosessuali??
    http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11711344/Gossip–l-indiscrezione-su-Italo.html

  3. htagliato ha detto

    Mi aiutate a capire questo passo: “La testimonianza di un uomo e una donna che dicano: “Guarda, caro, io mi sono sbagliato, sono scivolato su questo punto, ma credo che il Signore mi ami, voglio seguire Dio, il peccato non mi ha vinto, vado avanti”. SE questo è ciò che pensa il papa, allora lo trovo ambiguo.

    • Enrico ha detto in risposta a htagliato

      Credo che Sua Santità avesse posto l’accento sull’asserzione “il peccato non mi ha vinto”: essere divorziati risposati, al di là di tutto ciò che vogliamo o meno dire, significa porsi in una situazione permanentemente peccaminosa, ed è questo il motivo per cui non è possibile, a giudizio della dottrina cattolica, dar loro la comunione.

      Anzi, a mio giudizio (non me ne vogliano i vaticanisti, ma credo che il papa la pensi così), sarebbe bello se tale persona testimoniasse di non voler né svolgere alcun ministero né comunicarsi al santissimo sacramento poiché, in virtù del propio stato, commetterebbe un sacrilegio ed offenderebbe gravemente quel pezzo di pane che è Corpo di Cristo, dunque è la CHiesa.

      Non dimentichiamo che noi siamo “chiesa” grazie al battesimo, ma ciò che ogni volta ci rende Chiesa è il sacramento eucaristico. Il dogma della comunione dei santi consiste proprio in questo: gli ortodossi hanno ragione quando, nella loro liturgia (che è realmente sacramentale, non come quella protestante), dicono “Sancta sanctis” (le cose sante alle persone sante).

      • htagliato ha detto in risposta a Enrico

        Grazie Enrico, ma così ancora non mi è chiaro: se “il peccato non mi ha vinto” allora perché continuo a vivere da divorziato risposato? Non è una contraddizione?

        • Dario* ha detto in risposta a htagliato

          Anche io non ho trovato il senso in quel passaggio, la mia interpretazione invece è che l’accento sia su “vado avanti” inteso come vado avanti sulla mia via di peccato nonostante tutto. Resta però una mia ipotesi, l’unica cosa oggettiva è che quella frase messa così non ha molto senso (probabilmente se si potesse ascoltarla invece che leggerla sarebbe diverso)

          • Emanuele ha detto in risposta a Dario*

            in effetti, così come è scritta è eretica: come può uno dire “il peccato non mi ha vinto” se ha disintegrato un sacramento, anzi l’archetipo di tutti i sacramenti, che trova perfezione nell’eucarestia.

            Riporto la benedizione degli sposi nel rito del matrimonio:

            “O Dio, con la tua onnipotenza hai creato dal nulla tutte le cose e nell’ordine primordiale dell’universo hai formato l’uomo e la donna a tua immagine, donandoli l’uno all’altro come sostegno inseparabile, perché siano non più due, ma una sola carne; così hai insegnato che non è mai lecito separare ciò che tu hai costituito in unità.
            O Dio, in un mistero così grande hai consacrato l’unione degli sposi e ha reso il patto coniugale sacramento di Cristo e della Chiesa.
            O Dio, in te la donna e l’uomo si uniscono, e la prima comunità umana, la famiglia, riceve in dono quella benedizione che nulla poté cancellare, né il peccato originale né le acque del diluvio.
            Guarda ora con bontà questi tuoi figli che, uniti nel vincolo del matrimonio, chiedono l’aiuto della tua benedizione: effondi su di loro la grazia dello Spirito Santo perché, con la forza del tuo amore diffuso nei loro cuori, rimangano fedeli al patto coniugale.

            …come si può dire che distruggere tutto ciò non è una vittoria del peccato?

            Diverso è il discorso di non cedere alla disperazione: Dio è pronto a perdonare qualunque peccato. Diversa è anche la comprensione per il peccatore che non ha forza di uscire dal peccato ma vorrebbe farlo.

            Invece, pare che ci sia un certo lassismo…. “vabbene, vivo ne peccato, non posso comunicarmi ed allora? Tanto sono più bravo degli altri, faccio il catechista, faccio il padrino, etc.” ….questa, scusate, è superbia.

            Infine, per rispondere al Papa direi: evitiamo i divorziati risposati ed anche i corruttori.

            Certo, se continua sempre a muoversi sull’orlo del precipizio è facile che molti fraintendano…..

            • Dario* ha detto in risposta a Emanuele

              Secondo me non si tratta tanto di muoversi sul precipizio, a ben vedere le idee di fondo che passano sono giuste se si sta attenti e non si cerca la manipolazione (in fondo anche in questo stralcio l’esempio era incomprensibile ma aveva già espresso chiaramente appena prima il concetto), è solo che Papa Francesco non ha la stessa dimestichezza con l’italiano che avevano i suoi due predecessori

              • Enrico ha detto in risposta a Dario*

                Non dobbiamo dimenticare, in ogni caso, la difficoltà del pontefice ad esprimersi correttamente in italiano: forse tutta la questione si risolverebbe in un uso scorretto della “nostra lingua italiana”, come disse san Giovanni Paolo II.

              • Emanuele ha detto in risposta a Dario*

                …e allora parli spagnolo…

                • Dario* ha detto in risposta a Emanuele

                  Dato che non c’è più cieco di chi non vuol vedere, ci sarebbe comunque chi fraintenderebbe. Il senso di ciò che dice è chiaro per chi vuole capire, gli altri sentirebbero comunque solo ciò che vogliono sentire…

        • lorenzo ha detto in risposta a htagliato

          Sono caduto e mi sono rotto una gamba: sta a me scegliere se stare tutto il giorno a riposo o continuare, come posso, la vita di ogni giorno.

          • Dario* ha detto in risposta a lorenzo

            Non credo l’esempio sia calzante. Chi si rompe la gamba e reagisce è un esempio positivo mentre qui si parlava di chi divorzia e si risposa quindi chi si adagia nel fallimento del proprio matrimonio, proprio l’opposto a ben vedere

            • lorenzo ha detto in risposta a Dario*

              Sei regolarmente sposato in Chiesa, non hai figli, e divorzi.
              Ti risposi, civilmente, ed hai figli: sei ancora parte della Chiesa o sei fuori fino a quando non abbandoni la tua nuova famiglia al suo destino?

      • Luca ha detto in risposta a Enrico

        Secondo me Francesco vuol dire semplicemente che noi non abbiamo il diritto di entrare nella coscienza di un’altra persona, questo può farlo solo Dio. Possiamo é vero definire buone o cattive le azioni, la loro maggior o minor vicinanza al nostro ideale, ma non i motivi personali che ci stanno dietro. Come diceva in altro contesto “chi sono io per giudicare ?”

        • Piero ha detto in risposta a Luca

          Infatti chi siamo noi per giudicare Hitler? Chi lo sa per quali motivi ha fatto quello che ha fatto?

          • Dario* ha detto in risposta a Piero

            Paradossalmente io trovo che sia corretto non giudicare neppure Hitler. Certo ciò che ha fatto è oggettivamente mostruoso e disumano ma lasciamo che se la veda col Padre Eterno…

  4. Max ha detto

    Ed invece continueremo a sentire i soliti “chi sono io per giudicare?” quasi dappertutto…

  5. lorenzo ha detto

    I messaggi dei “vaticanisti” stanno purtroppo passando e facendo danni: molti parroci si stanno trovando in difficoltà perché i divorziati risposati vogliono fare da padrini in quanto sono convinti che il Papa lo abbia permesso!!!

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