Sinodo sulla famiglia: l’ingerenza dei media laici viola la laicità

Non praevalebuntOggi inizia l’atteso “Sinodo per le famiglie” voluto da Papa Francesco. Tante sono le tematiche su cui si confronteranno vescovi e cardinali, anche se in questi giorni è divampata un’ossessione mediatica per la comunione ai divorziati risposati.

Premettiamo la nostra posizione: essere cattolici significa riconoscere nel Pontefice e nella Chiesa il luogo storico in cui la Verità rimane incarnata nella storia umana. E’ perciò inutile esprimere un’opinione pro o contro sul magistero della Chiesa, attendiamo la fine del Sinodo e la soluzione che troveranno i vescovi sarà certamente quella giusta, ispirata dallo Spirito Santo, per meglio aiutare queste persone nel loro cammino. Chi ha dubbi su questo è perché ad essere dubbiosa è la sua fede. Allora il problema è un altro.

Ma oggi vorremmo parlare di quegli opinionisti dei quotidiani “laici” che fino a ieri proclamando la laicità condannavano le opinioni (definite “ingerenze”) del Papa o dei vescovi su tematiche la cui autorità dipende dallo Stato. Eppure oggi non si fanno remore a ficcare il naso in argomenti che riguardano esclusivamente la Chiesa e la sua dottrina. I più scatenati sono i moribondi comunisti del “Manifesto” che fanno della laicità la loro bandiera e che invece continuano a violarla con articoli denigratori verso i cosiddetti “vescovi conservatori” che non approvano la soluzione di far accedere ai Sacramenti i divorziati risposati. Per non parlare delle solite urla di Marco Politi e Alberto Melloni. Ma a loro cosa importa? Da quando si impicciano di sacramenti e dottrina della Chiesa? E così gli altri media, con opinioni e giudizi (non richiesti) di improbabili vaticanisti e commentatori (rigorosamente laici, almeno così si fanno chiamare).

Sono davvero interessati alle coppie divorziate? No, la questione che sta sotto crediamo sia il brivido d’eccitazione che la Chiesa possa modificare la sua dottrina, possa avere un cambiamento. Per loro sarebbe un segno di debolezza (ma perché mai?), significherebbe che il mondo riesce a piegare questa inedita istituzione secolare. Come giustamente ha osservato Antonio Socci, la questione sulla comunione ai divorziati risposati «è diventata “un simbolo”, cioè una bandiera ideologica. È una posta in palio nello scontro fra ciò che resta del cristianesimo in Europa e un neopaganesimo aggressivo. Tutti gli avversari del cristianesimo vorrebbero che la Chiesa capitolasse su questo punto. È molto importante sottolineare questo, perché davvero ciò che sembra premere agli innovatori non è tanto la condizione di sofferenza di certe coppie (in questo caso si percorrerebbero altre vie, già individuate), ma il ribaltamento di fatto della dottrina cattolica attraverso la cosiddetta “pratica pastorale”».

Su questo come su tantissimi altri temi (ordinazione donne, annullamento celibato per i sacerdoti, posizioni bioetiche ecc..), è infatti insopportabile per molti uomini che la Chiesa cattolica mantenga la stessa posizione di certezza da secoli, da sempre possiamo dire, anche quando la maggioranza degli uomini ha scelto una via più facile e anche quando tutte le altre chiese hanno ormai abdicato al “volere del popolo”. Il tentativo disperato dei media laici di modificare o azzoppare qualunque punto della dottrina cattolica è ultimamente mosso dall’invidia verso chi ha una certezza, un valore in cui crede, ed è capace di difenderla con valide ragioni. Anche se ha contro tutto e contro tutti, perché il metro di giudizio della Chiesa non è il capriccio degli uomini ma lo sguardo di Dio.

Come ha detto un vecchio missionario: «L’unica istituzione che non si fa piegare e che tiene testa, ferma sui veri valori dell’uomo, è la Chiesa Cattolica. Teniamo duro e non intorbidiamo la nostra fontana. Un giorno, quando saranno stanchi e assetati, tanti uomini sapranno dove trovare un po’ di acqua fresca». E’ già successo tante volte nella storia, succederà ancora.

La redazione

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44 commenti a Sinodo sulla famiglia: l’ingerenza dei media laici viola la laicità

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  1. Fabrizia ha detto

    Ha ragione il vecchio missionario. Come sempre, anche oggi è solo la Chiesa che è dalla parte dell’uomo. E perché non dovrebbe essere così? Finché sarà fedele al suo Maestro, il mare può essere in tempesta e gli elementi scatenati, ma la barca non affonderà mai.

    • Max ha detto in risposta a Fabrizia

      Concordo, l’articolo dice qualcosa di vero: l’argomento della comunione ai divorziati risposati e’ diventato un fantoccio. Molti vorrebbero che la Chiesa Cattolica “capitolasse” a riguardo. Vi saranno vari temi importanti trattati, ma chissa’ perche’ l’attenzione si concentra solo su quel punto e pochi altri…

  2. Francy ha detto

    Che bella istituzione la famiglia, ma che sia questa la famiglia cattolica basata su sani e profondi principi. Ricordo a questo caso l’on. Miele, il deputato dell’Udc che fu sorpreso in un festino con prostitute e cocaina perchè “stare lontano dalla famiglia dal lunedì al giovedì è difficile, così difficile da far cadere facilmente in tentazione…” Ricordo ad esempio l’on. Mussolini che sempre ha difeso la famiglia tradizionale basata sul matrimonio tra uomo e donna, peccato poi che l’uomo di famiglia frequentuasse abitualmente prostitute appena quattordicenni. Ricordo l’inossidabile Berlusconi, così entusiasta del Family Day da organizzare anche i Family Night con giovani che avevano a malapena l’età delle sue nipotine. Ricordo ad esempio l’on Formigoni che, avendo fatto voto di castità e così rinunciato ad avere una famiglia, convive stabilmente con il suo compagno sentimentale. Eh sì, la famiglia è un’istituzione così importante che bisogna preservarla sempre ed in ogni momento, ma solo alla luce del sole, quando cala la sera però ognuno faccia ciò che vuole…

    • Sebastiano ha detto in risposta a Francy

      Dopo tutte queste spalate di cacca, se fossi Formigoni ti denuncerei all’istante. E così la volta prossima potresti imparare che:
      a) il cervello, visto che ce l’abbiamo, dovrebbe servire a qualcosa
      b) dire le bugie può costare caro.

    • Sophie ha detto in risposta a Francy

      Qual è il tuo problema, non riesci ad avere una famiglia tua?

    • Laura ha detto in risposta a Francy

      Cara Francy, non capisco sinceramente il tuo intervento. Vuoi forse mostrare pubblicamente che gli uomini possono essere contraddittori e ipocriti? Perché ti scandalizzi? Pensi davvero che tutti coloro che difendono un’idea di famiglia che si ritiene essere la cellula fondamentale della società, poi vadano a prostitute? Sono sicuro che se ti conoscessi scriverei un elenco di tue contraddizioni e ipocrisie. E allo stesso modo faresti tu con me.

      In ogni caso, preferisco politici incoerenti che difendono la famiglia piuttosto che politici dalla vita retta e cattolicissima che la distruggono attraverso leggi distruttive. Per questo mille volte meglio l’indagato Formigoni che il cattolicissimo Ignazio Marino.

    • Fabrizia ha detto in risposta a Francy

      Caro/a Francy, ma non mi dire! Hai scoperto che ci sono persone ipocrite, bugiarde, incoerenti? Hai scoperto che l’uomo è peccatore? Bravo/a, ma questo non cambia affatto la verità di quanto annuncia e sostiene la Chiesa.
      P.S. Io starei un po’ più cauta con le accuse alle persone…

    • Tommasodaquino ha detto in risposta a Francy

      non me ne parli guardi ci sono un sacco di persone che in televisione e nei media si autodefiniscono democratiche e poi vanno a picchiare la gente in piazza che legge un libro in silenzio. Oppure deputati di partito “democraticamente” eletto che vengono esclusi perchè hanno delle idee loro…….

  3. Tommaso ha detto

    Il problema dei divorziati risposati non è dogmatico, bensì di diritto canonico, basta leggere la prassi della Grande Chiesa in merito a questa questione (digami), proibendo la comunione anche ai vedovi risposati, ovviamente fu poi modificato, grazie al Concilio di Nicea 325 d.c, chiudendo la bocca al vescovo Novaziano e seguaci.

    Forse a molti sfugge che il matrimonio fu considerato sacramento solo alla metà dl secondo millennio, quindi non scandalizziamoci, e sopratutto non si faccia l’errore di Novaziano, il quale disse che la Chiesa non può perdonare tutti i peccati, tale affermazione è eretica, Gesù ebbe a dire alla “Sua” Chiesa “a chi perdonerete i peccati saranno perdonati”, il fatto che la Chiesa non possa perdonare un divorziato risposato fa si che Novaziano diceva il vero, e il concilio di Nicea abbia sbagliato.

    Aggiungo, se dovessimo considerare il matrimonio secondo la “Piena Consapevolezza e Libero Consenso”, moltissimi matrimoni sarebbe invalidati all’origine, e nei secoli passati quasi tutti.

    • Eli Vance ha detto in risposta a Tommaso

      Sussistono notevoli differenze fra la situazione dei divorziati separati da quella dei vedovi risposati.
      A prescindere l’atteggiamento piu coerente sarebbe quello di collocare la propria presa di coscienza dogmatica o canonica in seguito alla conclusione del sinodo e non prima.

    • Max ha detto in risposta a Tommaso

      Che il matrimonio si sia cominciato a celebrare regolarmente a meta’ del secondo millennio e’ vero. Che esistano differenze tra incorre nel peccato una volta e chi vive in tale stato, e’ altrettanto vero…

    • Ottavio ha detto in risposta a Tommaso

      La questione è che per essere perdonati bisogna essere pentiti, tuttavia chi si risposa permane a vivere nella contraddizione del sacramento del matrimonio. Per questo non è possibile l’ammissione ai sacramenti, dato che la persona ne sta tradendo uno.

    • Tommasodaquino ha detto in risposta a Tommaso

      Essendo il concilio di Nicea precedente alla definizione del matrimonio come sacramento la sua chiave di lettura è quantomeno pretestuosa (dando per buono il suo ragionamento). Nel concilio di Nicea tra i temi principali non c’era certamente il matrimonio per cui inutile mischiare le carte in tavola. Essendo il matrimonio un sacramento non è possibile divorziare e restare in comunione con Dio, questa è una contraddizione certa. La situazione del divorziato risposato è sanabile sempre qualora la persona cessi di vivere con la nuova moglie (o marito nel caso di una donna), quindi non c’è alcuna contraddizione con Nicea. “La piena consapevolezza e libero consenso” c’è dal mio punto di vista quasi sempre e riguarda l’impegno matrimoniale, a meno che lei non abbia conosciuto personalmente tutti i casi singoli.

  4. Liliana ha detto

    Spero,spero con tutto il cuore che non cambi la dottrina della chiesa. La Chiesa deve essere una roccia a cui aggrapparsi durante il mare in tempesta e non un pallone che va secondo la corrente! Se la Chiesa Cattolica diventa una delle tante comunità protestanti da chi si dovrà andare per sentire parole di verità? Se passa la comunione ai divorziati , (in nome della misericordia,) nel nome della stessa misericordia ci saranno altre richieste da parte di omosessuali ,conviventi,pedofili ecc. Naturalmente senza ne pentimento ne cambiamento di vita!

    • Ottavio ha detto in risposta a Liliana

      Io sono d’accordo con l’articolo. Se “passa” la comunione ai divorziati, vorrà dire che è giusto così e sarò felice di cambiare idea.

      • Sophie ha detto in risposta a Ottavio

        No vorrebbe dire solo che a capo del Vaticano c’è l’anticristo, è molto semplice. Io sono figlia di una divorziata risposata e credimi, le pressanti richieste di comunione dei divorziati risposati sono una battaglia per partito preso contro la Chiesa non per amore di Gesù Eucarestia.

  5. Liliana ha detto

    La Dottrina non appartiene ne ai vescovi ne al papa ma ce l’ha data Gesù Cristo stesso! Secondo me,con la scusa di cambiare la pastorale, vogliono,Kasper e & ,cambiare la dottrina. Ma non riusciranno a prendere in giro Nostro Signore

  6. Noemi ha detto

    sono duemila anni che tentano di cambiare la dottrina della Chiesa. Non credono a niente. Tantomeno al ” non praevalebunt”. Peggio per loro. E se anche sembrasse il contrario, ricordiamoci come, ai tempi di sant’Ambrogio, il mondo che sembrava tutto ariano, alla fine rimase cristiano.

  7. Noemi ha detto

    In quanto al post di Tommaso, non sono molto d’accordo. Il Matrimonio è stato istituito da Dio nel giardino dell’Eden e ribadito come sacramento da Cristo alle nozze di Cana. Meglio ripassare bene il Catechismo della Chiesa Cattolica, non perché ha su delle regole che se le osservi troppo sei un fariseo, ma perché esprime i concetti chiari della fede che dovrebbero conoscere tutti i cattolici per vivere in unità con il Papa, nella verità. Chi si aspetta grandi cambiamenti oggi, rimarrà deluso. Non è possibile cambiare la volontà di Dio.

  8. Menelik ha detto

    Scusate, ma io qui mi schiero contro, senza minimamente mischiarmi con gli atei che vogliono ficcanasare in Vaticano, personaggi che trovo abominevoli a dir poco.
    Adesso, mettetevi nei panni di un uomo (spero non sia il caso di nessuno di voi), che in gioventù, quando non si hanno ancora le idee chiare particolarmente se si hanno alle spalle pesanti situazioni famigliari (cioè genitori matti, e ce n’è di gente che ne ha avuti), si sposa salvo poi rendersi conto di aver commesso un errore sposando la persona più sbagliata del mondo, ammettiamo che colei che dovrebbe essere tua moglie, anziché tenere la fedeltà coniugale come fai te, sia una cornificatrice seriale o, nel caso di una donna, il marito sia un puttaniere di prima classe che tiene la famiglia in povertà per pagarsi le donnine-mignotte.
    Oppure una donna con figli in difficoltà economiche perché il marito, disattendendo i suoi obblighi matrimoniali, spende la gran parte del suo stipendio con la slot-machine (ce ne sono di pagliacci così, non negatelo!).
    Davanti a situazioni del genere, dopo anni di disperazione e difficoltà economiche, prendi la decisione di interrompere il rapporto con quell’uomo che è la causa prima della disgrazia tua e di quella dei figli avuti con lui da giovane.
    Adesso io vi chiedo, chiedo a voi cattolici che frequentate UCCR e Tempi (atei prego astenersi, del vostro giudizio non so cosa farmene, tanto già lo conosciamo), ma secondo voi è giusto che quella persona arrivata al divorzio per salvare sé stessa e i figli dalla disperazione, sia anche tagliata fuori dal sacramento della comunione?
    Io ve lo chiedo senza spirito polemico, io me lo chiedo spesso.
    Sono sposato da 32 anni, per evadere da una situazione brutta, con una “fuitina” (in Inghilterra, esattamente), e, grazie a Dio, il matrimonio è andato bene, ma io mi chiedo: e se le cose fossero naufragate…oggi ho fatto la comunione, ma se….
    Una parte di divorzi sono senz’altro per leggerezza, e su quelli concordo in toto con le posizioni della Chiesa, ma per quei divorziati arrivati a quel passo per disperazione come i casi che ho citato all’inizio, è ancora giusto estrometterli dal sacramento della comunione?
    Io non lo so.

    • Eli Vance ha detto in risposta a Menelik

      Esistono certamente matrimoni preceduti da situazioni disperate fin dall’inizio non celebrati sotto lo spirito cristiano, che la Chiesa giustamente reputa nulli procedendo al relativo annullamento. Per quanto riguarda l’immaturità ci sono gli appositi corsi pre-matrimoniali che a mio avviso possono seriamente aiutare i futuri sposi a prendere la decisione e imparare ad amarsi risolvendo alla radice il problema e gettando le fondamenta per il futuro.
      Altre domande che onestamente mi chiedo sono dove si trova la coerenza in questo atteggiamento di pretesa del sacramento che serpeggia, oppure che cosa si pensa di risolvere con questo espediente, forse portare a meno divorzi? ne dubito.
      Ad ogni modo il sinodo è stato convocato proprio per fare chiarezza su questo e altri temi, dovremmo pregare affichè la Chiesa, nel rimanere integra in se stessa, giunga a fornire aiuto alle famiglie secondo le soluzioni piu opportune.

    • beppino ha detto in risposta a Menelik

      E’ il divorziato risposato che é “tagliato fuori” dalla Comunione. E sono i divorziati risposati che si mettono nella condizione di non poter accedere alla Comunione dal momento che portano avanti uno stato di vita completamente in antitesi col significato stesso di Eucarestia.

      Allo stesso modo va ricordato che nessuno può sciogliere il vincolo del primo matrimonio (neanche il Papa), salvo venga dimostrato che il matrimonio sponsale di fatto non si è mai verificato. Inoltre non è possibile un nuovo matrimonio sacramentale con il precedente compagno sposato sponsalmente ancora in vita.
      Ammettere alla Comunione i divorziati risposati vorrebbe dire dar per scontato la necessità di avvalorare ineluttabilmente un secondo matrimonio che non può ne ha ragione d’esserci (ragione teologica ma anche ragione “pratica”, sempre per un battezzato).

      Vedo sui siti “specializzati” che sulla Comunione ai divorziati risposati si prevede che il Sinodo confermerà l’impossibilità di accedere alla Comunione ma nel contempo proporrà un percorso “parallelo” di incontro col Cristo perché la Chiesa tutto può essere ma non madre accogliente.

      Probabilmente andrà a finire così (non so se i tipi di “Repubblica”, il “Fatto” e altri giornaletti similari saranno contenti, ma questo presumibilmente passerà… la parrocchia).

      Quanto agli atei… diffidare sempre di chi si professa, ragiona o si comporta come ateo. Diffidare sempre… in questo concordo con Edoardo.

    • Tommasodaquino ha detto in risposta a Menelik

      @ Menelik
      Nei casi da lei citati è ammisibile da parte della Chiesa accettare la separazione che è una situazione direi intermedia che permette di comprendere meglio le ragioni che hanno spinto al matrimonio e prendere le giuste decisioni di conseguenza. Una delle domande nella cosiddetta promessa è “siete venuti senza obblighi”. Cioè una persona che si sposa per fuggire, non ha come motivazione principale lo sposarsi ma il fuggire, dal mio punto di vista la volontà è carente, la volontà è uno degli elementi essenziali del sacramento. Per questo esiste l’istituto della nullità o annullamento.

  9. Luke ha detto

    Spero davvero che la Chiesa non capitoli annegando in un bicchiere d’acqua. Purtroppo ammetto che in questo momento, guardando al Sinodo, le parole di Kasper mi fanno venire i brividi

  10. Il cavaliere oscuro ha detto

    Sono veramente stufo di sentire parlare di comunione ai divorziati risposati da giornali e Tv, quando è chiaro come il sole che su 159 punti dell’Instrumentum laboris del sinodo tale tematica occupa soltanto 3 punti appena! Ma i mass media ci fanno o ci sono?!?

  11. Annalisa ha detto

    Ma che bell’articolo. Mi ha commosso, grazie.

  12. Luca ha detto

    Che i media laici siano interessati mi pare una cosa bellissima. Mi pare il segno di quanta gente – magari più o meno consciamente – sia realmente interessata ai valori che cerchiamo di testimoniare.

    • Piero ha detto in risposta a Luca

      mi sorprendi ogni volta di piu’, tu. Non riesco a capacitarmi come tu possa ogni volta, essere, diciamo cosi’, “ingenuo”…
      Ma tu , te ne rendi conto da solo?
      Secondo te i media laici(sti) sono interessati ai valori cattolici, o piuttosto spingono affinche’ questi vengano cancellati in nome di una malintesa “misericordia”?

      • Luca ha detto in risposta a Piero

        Ti ringrazio per la chiarezza Piero e porvo a spiegarmi. Diciamo che sì, sono coscientemente ingenuo e trovo che l’ingenuità sia l’atteggiamento che possa (forse debba) avere un testimone. Un pò l’ingenuità del Padre di fronte al figliol prodigo. Trovo che l’alternativa, il richiuderci in un recinto di regole, leggi, comportamenti pre-costituiti ci porti in un vicolo cieco. E’ esattamente questo il punto che con i miei interventi provocatori mi piacerebbe sollecitare. Perché questa alternativa “rigida” che leggo costantemente su queste pagine (pur su argomenti sempre azzeccati e ben informati) in definitiva mi pare finisca per ridurre drammaticamente la nostra fede ad un’ideologia politica come le altre, con gli stessi limiti e caducità storica delle altre anziché ad una Via (un cammino, un progresso), un Vita (storicamente incarnata e perciò dinamica) che é anche la sola Verità. Posso sbagliare, come tutti, ma a me pare sia questa la strada che papà Francesco ci sya indicando.

    • Enrico ha detto in risposta a Luca

      Se fosse come dici tu, avremmo risolto ogni nostro problema…

  13. EquesFidus ha detto

    Per quanto mi riguarda, la Santa Dottrina è irreformabile. Pertanto, se a questo Sinodo dovesse passare, come linea di condotta, la liceità del divorzio (che contravviene la Sacra Scrittura) o similiari, è segno che i promulgatori sono eretici e scismatici (e sì, anche un Papa può essere scomunicato, qualora sia scismatico). Ecco, a me questo tono dell’articolo, per cui tutto è ispirato dallo Spirito Santo perdonatemi ma mi sembra sciocco e molto clericalmente corretto: se una nuova disposizione papale va in rotta di collisione con quanto affermato dal Magistero precedente, semplicemente questa non è valida, poiché la Dottrina, procedendo da Dio, è immutabile e non può contravvenire sé stessa. Quindi se qualcuno al Sinodo, pensando di essere nel giusto, promuovesse o promulgasse (Dio non voglia!) ciò non deve essere ascoltato, perché si pone al di fuori della comunione cattolica.

    • Luca ha detto in risposta a EquesFidus

      Scusa ma non mi pare sia questo l’argomento in discussione. Non vedo da nessuna parte proporre la liceità del divorzio. Mi pare di vedere piuttosto una seria riflessione sulle forme di accogleinza e misericordia nei confronti di chi si trova in oggettiva difficoltà.

      • EquesFidus ha detto in risposta a Luca

        Sto semplicemente discutendo il secondo paragrafo, per cui qualsiasi decisione verrà presa andrà bene; e no, invece! Non è così che funziona, con un’arbitrarietà che non appartiene alla ragionevolezza della fede cattolica.

        • Luca ha detto in risposta a EquesFidus

          Infatti, ti do ragione: se il sinodo prendesse decisioni contrarie alla Parola di Dio sarebbe in sé scismatico. Tuttavia mi pare che questa possibilità non risulti in nessuna parola letta al proposito perciò non mi pare meriti parlarne. Meglio far fede appunto allo Spirito. Poi comunque é strano. Ricordo discussioni su questo sito – forse con te ma non ricordo bene – dove per aver sostenuto qaulche posizione critica sulla base di una mia lettura della Parola di Dio mi si dava del protestante luterano. Io credo sia importante distinguere bene tra Verità rivelata – dogmi – e pastorale della Chiesa, quest’ultima necessariamente e doverosamente sempre da riferirsi ai mutevole e storici “segni dei tempi”; sempre aperta – se siamo “Popolo di Dio” – alle discussioni della nostra coscienza personale.

          • EquesFidus ha detto in risposta a Luca

            Il problema è proprio questo: la pastorale è il riproporre all’uomo moderno delle verità, sancite dalla Santa Dottrina, immutabili e perfette. Punto. Non c’è da adattare alcunché ai “tempi”, ad eccezione della suddetta. Non si deve adattare la Dottrina ad uno schema pastorale, bensì l’esatto contrario; quindi, la Scrittura, la Tradizione ed il Magistero non sono in discussione, bensì contesto chi vorrebbe cambiarli. Dette Scritture, tra l’altro, non sono “interpretabili” se non in una ermeneutica della continuità che discende dalla Tradizione e dal Magistero perenne; altrimenti, chiunque potrebbe fare proprio come i protestanti, cioè prendere i moti del proprio cervello per moti del Cielo.

            • Luca ha detto in risposta a EquesFidus

              Ho paura tu faccia un pò di confusione e basterebbe confrontarsi proprio su quel che dice il magistero su questi punti. Basterebbe capacitarsi di quanto sia storicamente cambiata nei secoli la pastorale su punti cruciali come omicidio, guerra, aborto, (… che pure nella continuità sono sempre stati considerati un male). In tutti i casi il punto resta un altro: come si passa secondo te dalla comunione ai divorziati ad intaccare il sacramento del matrimonio ? Io questo legame non riesco a vderlo.

              • EquesFidus ha detto in risposta a Luca

                Ma cambiata cosa? La posizione della Chiesa sulla guerra è sempre stata chiarissima, da Sant’Agostino in poi, come sull’omicidio (la pena di morte è sempre lecita, seppure in rari casi, per esempio) e sull’aborto; ciò che tu dici è un cambiamento dottrinale che non può essere avallato. Per quanto riguarda il dare la Comunione ai divorziati, ciò è un sacrilegio che inevitabilmente porta a sfaldare il Sacramento del matrimonio, in quanto non è lecito che l’uomo divida ciò che Dio ha unito e che la Chiesa avalli lo stato di adulterio; questo è sempre stato chiaro, basti vedere lo scisma d’Inghilterra.

                • Luca ha detto in risposta a EquesFidus

                  Prova a vederla così: un divorzio può anche essere “subito”, senza vera colpa se non quella della “svista” iniziale. Perché la Chiesa dovrebbe punire persone già in sé così “segnate” dal destino, persone che in perfetta buona fede chiedono solo di essere accolte ? Conosco personalmente una persona così. Mica chiedono il riconoscimento di un nuovo matrimonio …
                  Quanto a dottrina e pastorale, considera questo esempio:
                  Catechismo Chiesa Cattolica (1997)
                  2305 La pace terrena è immagine e frutto della pace di Cristo, il « Principe della pace » (Is 9,5) messianica. Con il sangue della sua croce, egli ha distrutto in se stesso l’inimicizia, ha riconciliato gli uomini con Dio e ha fatto della sua Chiesa il sacramento dell’unità del genere umano e della sua unione con Dio.
                  2307 Il comandamento proibisce la distruzione volontaria della vita umana. A causa dei mali e delle ingiustizie che ogni guerra provoca, la Chiesa con insistenza esorta tutti a pregare e ad operare perché la bontà divina ci liberi dall’antica schiavitù della guerra.
                  Con tutta la buona volontà continuista, una certa differenza io la vedo con la bolla papale che indice la terza crociata nel 1187 dove Gregorio VIII (audita tremendi) scrive: … assalire i feroci e malvagi nemici e non esitare in alcun modo a fare in pro di Dio ciò che essi non temono di osare contro di Lui…
                  Se é così, forse bisogna intendersi meglio su cosa sia un “cambiamento dottrinale”

                  • EquesFidus ha detto in risposta a Luca

                    Nel primo caso, infatti, si tratta di un non-problema, ovverosia la Chiesa è mater et magistra per tutti; inoltre, coloro che hanno subito un divorzio non incorrono in alcuna sanzione ecclesiale, purché non si riaccompagnino commettendo adulterio e pubblico scandalo.

                    Per la seconda parte (polemica), peccato che poi ignori, a bella posta, il can. 2309, che dice così:

                    “2309 Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale. Occorre contemporaneamente:

                    — che il danno causato dall’aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave e certo;

                    — che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci;

                    — che ci siano fondate condizioni di successo;

                    — che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare. Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione.

                    Questi sono gli elementi tradizionali elencati nella dottrina detta della « guerra giusta ».

                    La valutazione di tali condizioni di legittimità morale spetta al giudizio prudente di coloro che hanno la responsabilità del bene comune.”

                    La Terza Crociata rispondeva perfettamente a questi attributi, che risalgono dritti dritti a Sant’Agostino; anche in questo caso, non vi è stato alcun cambiamento dottrinale.

                    • Luca ha detto in risposta a EquesFidus

                      Tanto sulla crociata che sui matrimonisiamo sono (ovviamente) daccordo sul piano “legale”. Ma nella pastorale di una Chiesa che ha legalmente stabilito
                      1779 L’importante per ciascuno è di essere sufficientemente presente a se stesso al fine di sentire e seguire la voce della propria coscienza. Tale ricerca di interiorità è quanto mai necessaria per il fatto che la vita spesso ci mette in condizione di sottrarci ad ogni riflessione, esame o introspezione: « Ritorna alla tua coscienza, interrogala. […] Fratelli, rientrate in voi stessi e in tutto ciò che fate fissate lo sguardo sul Testimone, Dio ».
                      Giusto Domenica scorsa (calendario ambrosiano) veniva letto in Chiesa questo passaggio della lettera ai Galati: Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella legge; siete decaduti dalla grazia (Gal 5,4).

                      … nella pastorale di questa Chiesa, un piano di testimonianza “legale” pensi sia quello giusto e opportuno ?
                      Non sto dicendo che la terza crociata sia stata una scelta moralmente contraria ai principi cattolici ma sto dicendo che oggi quella scelta non sarebbe possibile e che questo nuova sensibilità nei confronti degli identici comandamenti trova appoggio in una lettura rinnovata e approfondita della Parola (si citano a sostegno di 2305 Is 9,5; Ef 2, 14; Mt 5, 9; Ef 2, 16; Col 1, 20-22).

                      Sto invece cercando di dire che la mia fede nella Chiesa ed in Cristo non ha nulla a che fare con l’adesione formale ad un canone di regole di comportamento; che qualunque norma comportamentale il Sinodo decida di adottare non smentisce un bel niente, va invece letta come un aiuto a vivere meglio, più in profondità e con maggior responsabilità le nostre scelte etiche e morali. Non é, non può, non vuole rappresentare la Verità assoluta ma qui e oggi come dice l’articolo “sarà certamente giusta”.

                    • EquesFidus ha detto in risposta a EquesFidus

                      Certo che penso che lo sia, ma che ragionamenti sono scusa! Questi ragionamenti sono propri dei protestanti, non dei cattolici, quindi confermo la mia posizione sul tuo pensiero, degno di un protestante luterano. Ma cosa vuol dire il qui ed oggi, o i Galati (che non intendevano quello che dici tu), o anche il discorso della coscienza (in cui tu, ancora, eludi i punti del Catechismo che non si fanno comodo, come quelli inerenti la retta formazione della coscienza e di come questa non debba essere un voler fare ciò che più aggrada ma un conformarsi al Cristo): la Santa Dottrina è irreformabile. Enon può essere altrimenti e non può essere una questione di sensibilità, dato che Dio non può contraddire sé stesso; pertanto, essendo legge di Dio, non può essere mutata.
                      Certo che la Santa Dottrina rappresenta una realtà immutabile, ma cosa vogliono dire questi discorsi? Ciò che si può cambiare è la pastorale, non la realtà, la verità!

                    • Luca ha detto in risposta a EquesFidus

                      Esatto. Non cambia la realtà di un amore purtroppo finito male ma nemmeno né la Verità del sacramento celebrato né nquella della Misericordia di Dio. La sintesi di queste realtà e verità che la storia può talora far confliggere tra loro sta nella Sapienza divina, mentre le scelte pastorali che cercano di incarnare quella Sapienza possono cambiare ed evolvere con le sensibilità del Popolo di Dio. Continuo a non capire perché il riconsiderare il problema della comunione ai divorziati risposati costituirebbe in sé un cambiamento dottrinale. Capisco solo che l’argomento e tale da non permettere convergenze e proprio per questo l’unica cosa da fare é fidarsi (da cui tanto fede e Fidus).

                    • EquesFidus ha detto in risposta a EquesFidus

                      E’ un problema dottrinale in quanto esistono già dei provvedimenti magisteriali (dunque infallibili) che sanciscono che a) il divorzio non è mai lecito, e la separazione solo a certe (stringenti) condizioni, b) che le parole del Cristo sono inequivocabili (cioè che chi ripudia, o divorzia, da una donna, o da un uomo, se non in stato di concubinato, cioè di convivenza o di matrimonio non sacramentale, commette adulterio). Pertanto, essendo lo stato di adulterio pubblico e conclamato, i divorziati risposati in ogni caso non possono accedere alla Santa Comunione, come tutti gli altri pubblici peccatori. Chiariamoci, nessuno di coloro che è stato di peccato mortale dovrebbe mai accostarsi alla Santa Eucaristia, ma essendo questi casi conclamati di adulterio (e, quindi, di pubblico scandalo ed in cui sono presenti perlomeno materia grave e deliberato consenso) ciò è particolarmente evidente. Tutte le alternative proposte (dal “metodo ortodosso”, gravemente irrazionale, all’accelerazione dei processi di annullamento, potenzialmente sacrilego) confliggono con tutto il Magistero sino ad oggi; non solo, confliggono anche con la Scriptura e con il dogma dell’infallibilità papale. Ti esorto pertanto ad abbandonare queste tue erronee posizioni.

  14. Graziano Salvadé ha detto

    …D’altronde è profondamente ingiusto -sembra banale dirlo, ma quanti la pensano così?-che l’umanità si senta in diritto di pensare che la Chiesa debba piegarsi alla volontà dell’uomo …i divorziati risposati, e quindi privi dell’annullamento del primo matrimonio, non devono sentirsi “maledetti” o lontani da Dio perché non sono ammessi ai Sacramenti (che, ci mancherebbe!, non voglio di certo sminuire…). A mio modestissimo parere, non sono un Canonista, permettere la Comunione in casi come questi, non sminuirebbe le parole evangeliche: “L’uomo non separi ciò che Dio ha unito”?…o anche:”Chi sposa una donna ripudiata(=separata, divorziata dal marito) commette adulterio…”?

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