Un libro affronta gli argomenti del nuovo “ateismo dello sberleffo”

L’Europa occidentale è l’unica parte del mondo malata del dubbio, del nichilismo e del relativismo. La morte di Dio, si legge su Il Sole 24 ore, che viene accompagnata dal ritorno di un neo-ateismo numericamente piccolo ma di certo più aggressivo. Gerhard Lohfink, teologo tedesco spiega «Uno spirito maligno s’aggira per l’Europa (e non solo): un ateismo isterico come non era più successo dall’Ottocento in poi». Le sue caratteristiche? «Strumentalizza le scienze naturali ai propri fini, facendone un uso scorretto e cercando di imporre la propria visione del mondo». Il teologo ha così deciso di scrivere un libro -recensito sui diversi quotidiani internazionali- col quale entra negli argomenti più diffusi per conoscere che cosa si pretende di demolire. “Dio non esiste! Gli argomenti del nuovo ateismo” (San Paolo 2010), all’insegna del «conosci il nemico», offre la descrizione dei cavalli di battaglia del nuovo “ateismo dello sberleffo”. I territori dell’attacco a rientrano in otto grandi temi: l’esistenza di Dio (nessuno lo ha visto); Dio è una proiezione dell’uomo (si può rinunciare); l’uomo ha avuto origine dal regno animale (non ha bisogno di un creatore); il bene si spiega con l’evoluzione dell’uomo (si è buoni senza Dio); nel mondo c’è dolore (ridicola diventa la fede); le religioni portano violenza (stare lontani dal rischio); l’immagine di Dio nella Bibbia è primitiva e ripugnante (impedire l’indottrinamento dei bambini); l’idea dell’aldilà è paralizzante (il mondo va trasformato da noi). Lohfink entra in ciascun argomento e lo smonta con un linguaggio pacato e approfondito. Con un’accortezza imparata da Ratzinger: la fede si argomenta con la ragione.

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Il Presidente cileno dal Papa: «il nostro Paese tutela la vita del nascituro»

Papa Benedetto XVI ha incontrato il 3 marzo il presidente del Cile, Sebastian Pinera Echenique. Il leader cileno ha richiamato l’attenzione sui temi bioetici nel suo Paese, dicendo che «la nostra democrazia tutela i diritti umani, in particolare il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale». In Cile l’aborto è illegale e cuoriosamente il 25 febbraio, ha ricevuto il International Protect Life Award come il Paese con il più basso tasso di mortalità materna nell’America Latina. L’onorificenza è stata una chiara dimostrazione che l’aborto, contrariamente a quanto sostenuto dei suoi promotori, non fa nulla per diminuire la mortalità materna. La notizia è apparsa anche su Catholic Culture.

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Scienza e fede all’Università degli Studi di Padova

In occasione della presentazione dell’Anno accademico della Facoltà di Teologia del Triveneto, il cardinale Angelo Scola e il Rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria, hanno firmato un accordo di collaborazione tra le due prestigiose istituzioni. Viene prevista perciò la possibilità per gli studenti di acquisire crediti formativi frequentando corsi opzionali di entrambe le università e pone le basi per avviare varie attività in cooperazione, sia didattiche che di ricerca. L’accordo intende tracciare un solco nel quale i semi di dialogo che oggi vengono prodotti, trovino terreno fertile e possano germogliare e dare frutto. Uno dei risultati raggiunti è che docenti di religione, di scienze e di filosofia del Dipartimento di Astronomia e della Facoltà di Teologia, parteciperanno, nella stessa aula, a pomeriggi dedicati alla cosmologia e alla teologia della creazione. L’iniziativa è sostenuta dal Miur-Ufficio Scolastico Regionale e ha avuto un successo imprevisto: i 60 posti messi a disposizione sono stati subito saturati dalle richieste di iscrizione. L’astrofisico Benvenuti -dalle colonne di Avvenire– sottolinea il fatto che si tratta di un’importante svolta culturale. Dopo che la separazione tra cultura umanistica e cultura scientfica ci ha portato all’attuale frammentazione di verità “parziali”, lacerando l’unità della persona, una «luce di speranza sembra brillare all’orizzonte: il principio di indeterminazione della fisica quantistica, i teoremi sull’incompletezza della matematica e i documenti conciliari Gaudium et Spes e Dei Verbum», reclamano la necessità di ritornare ad una riunione dialettica dei “saperi”.

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Nuovo saggio storico: l’ateo Stalin giustiziò il 90% dei sacerdoti russi

Lo storico francese Nicolas Werth, di madrelingua russa, fra i maggiori specialisti internazionali della violenza politica nell’ex mondo sovietico ha dichiarato: «I massacri del “Grande Terrore” staliniano, nel biennio 1937-1938, non costituirono forse un genocidio in senso tecnico, almeno secondo la definizione restrittiva che di questo termine avrebbe dato l’Onu, a causa in parte delle pressioni della stessa Unione Sovietica. Ma si può probabilmente dire che ci fu un’azione genocidaria almeno verso il clero». Lo ha fatto nell’importante saggio “Nemici del Popolo. Autopsia di un assassinio di massa” (Il Mulino 2011), che esce in Italia in questi giorni, ato dopo lunghe ricerche pionieristiche negli archivi sovietici: «In appena 16 mesi, furono arrestate un milione e mezzo di persone e ci furono circa 800 mila esecuzioni. Si trattò di un autentico processo di ’pulizia profilattica’ dell’intera società, non solo di certe élite. Ciò rappresentò il culmine radicale di una serie di misure già prese fin dall’epoca di Lenin. Occorreva purificare il mondo sovietico da qualsiasi oppositore reale o potenziale del pensiero unico e della nuova società integrata». Lo storico continua raccontando la responsabilità di Stalin i suoi obiettivi principali: «innanzitutto, il clero. Il 90% degli ecclesiastici furono arrestati e giustiziati. Occorre poi citare gli ex membri del Partito socialista rivoluzionario, i trotskisti, principali concorrenti dei bolscevichi», delinquenti ordinari, emarginati, le élite dell’epoca zarista, i kulaki e i polacchi. «Stalin riuscì a presentare tutte queste categorie come membri potenziali di una “quinta colonna” di nemici, spie, insubordinati». Tornando allo sterminio del clero, lo strorico afferma: «Diversi testi mostrano questa volontà di farla finita una volta per tutte con gli ecclesiastici. Anche per questo è paradossale notare che negli anni successivi della Seconda guerra mondiale, la ’guerra patriottica’ della propaganda, Stalin cercherà di strumentalizzare il 10% del clero restante e di attirarlo nella propria orbita. Il dittatore rimase molto colpito dal risultato del censimento del 1937, durante il quale il 57% della popolazione si professò credente. Non si può probabilmente dire che la Chiesa rappresentasse un pericolo diretto per il regime. Ma Stalin la percepì più che mai come l’ultima struttura organizzata autonoma rispetto alle logiche centrali». L’intervista è stata fatta da Avvenire.

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L’attore Verástegui costruirà il più grande centro per la vita degli Stati Uniti

L’attore e produttore messicano-americano Eduardo Verástegui, star del film “Bella”, recentemente convertitosi al cattolicesimo e diventato noto paladino per la difesa del nascituro, ha intenzione di costruire il più grande Centro pro-life degli Stati Uniti, che dispenserà assistenza a ragazze madri per gravidanze indesiderate. «Siamo chiamati a compiere ogni sforzo possibile, per aiutare gli emarginati, i poveri e i malati, per rafforzare i legami familiari, praticare la carità e l’integrità: questo farà entrare Cristo nel nostro cuore», con questo spirito -spiega l’Agenzia Fides– Verástegui ha avviato già due anni fa il progetto per la costruzione del Centro che è tuttora in corso, grazie anche al contributo e al sostegno di diversi donatori. Di recente, intanto ha aperto i battenti a Los Angeles – grazie all’impegno di una organizzazione internazionale da lui curata, “Mantle of Guadalupe” (Il “Mantello di Guadalupe”) – un’altra clinica che fornisce assistenza gratuita pre-natale alle donne in stato di necessità, e fornisce educazione sui metodi naturali. Gli attivisti della sua associazione spesso sono presenti davanti alle cliniche abortive, proponendo alle donne assistenza e altre soluzioni rispetto all’aborto. In una recente serata di raccolta fondi, il produttore messicano ha presentato diversi bambini salvati dall’aborto assieme alle loro madri e annunciato l’avvio di un nuovo sito web, www.IamViable.com, «una community on-line in cui le celebrare i talenti che il Signore ha dato a ogni individuo».

In questo video l’attore racconta la sua folgorante conversione.

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Il premier Nicolas Sarkozy: «la Francia debitrice del cristianesimo»

Il presidente francese Nicolas Sarkozy, leader della nazione che più si oppose al riferimento alle radici cristiane nel preambolo della Carta Ue, ha tenuto giovedì 3 marzo 2011 un discorso molto atteso sul patrimonio e l’eredità culturale della Francia al Puy en Velaj, capoluogo dell’Alvernia. Ha dichiarato: «Costruire l’Europa di domani significa continuare a seguire il cammino tracciato più di mille anni fa dai primi pellegrini di Santiago di Compostela». E’ ritornato quel concetto di «laicità d’apertura» che ha caratterizzato la sua campagna elettorale del 2006-2007 come asse portante della sua dottrina politica. «La cristianità -ha continuato- ha lasciato una magnifica eredità di civiltà e di cultura», non c’è quindi «nessuna ragione di essere i soli al mondo a non accettare questa eredità». Il capo dell’Eliseo ha suggerito che «la Francia non deve dimenticare ciò che è stata e ciò che è per il solo fatto che il mondo cambia». Anzi, «il primo dovere è di conservare e restaurare l’eredità per proteggere la storia della Francia. Di fatto, nessuna delle nostre città sarebbe ciò che è senza queste cattedrali». La notizia è ripresa da Avvenire e da L’Osservatore Romano.

Nel 2007, in occasione della sua prima visita ufficiale a Benedetto XVI, dichiarò con particolare vigore: «La Repubblica laica ha sottostimato l’importanza dell’aspirazione spirituale. Io e il Papa abbiamo la stessa vocazione. La Chiesa è necessaria al nostro futuro». Anche in quella occasione rievocò «le radici della Francia essenzialmente cristiane» e il «legame indefettibile che dai tempi di Carlo Magno unisce la Francia alla Città Eterna». E poiché «non basta rendere omaggio al passato, per quanto prestigioso esso sia», la sua «missione» a Roma è un «passo che testimonia la fedeltà della Francia alla sua storia e a una delle fonti maggiori della sua civilizzazione». Il presidente francese esaltò infine i sacerdoti d’Oltralpe che hanno «disarmato l’anticlericalismo» e face «mea culpa» per le «sofferenze» vissute dai cattolici in Francia «prima e dopo la legge del 1905» sulla separazione della Chiesa dallo Stato.

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L’astronoma Wiseman fa coming out: «vivo la scienza come un dono di Dio»

L’eminente astronoma, Jennifer Wiseman, ha partecipato il primo marzo 2011 ad una conferenza al Faraday Institute di Cambridge, in cui si discuteva sulla scoperta di centinaia di pianeti fuori dal sistema solare. La scienziata –racconta la BBC– ha anche parlato di come il suo lavoro e la sua fede religiosa non si contraddicano, ma anzi, si completino l’un l’altro. Di fronte ad una nutrita platea ha dichiarato: «Penso che la scienza sia un dono di Dio per aiutarci a capire come funziona la natura in tutta la sua complessità». La dott. Wiseman, laureata ad Harvard, ha scoperto la cometa periodica 114P/Wiseman-Skiff e attualmente è responsabile dell’ExoPlanets and Stellar Astrophysics Laboratory nella Divisione di scienze astrofisiche alla NASA. E’ inoltre membro dell’American Scientific Affiliation. Nel suo discorso si è anche soffermata sulla possibiltà di altre forme di vita presenti nell’universo. Ha infine spiegato come la sua fede in Dio la incoraggi ad impegnarsi nella scienza, e come la scienza venga da lei considerata un dono di Dio. Ha aggiunto che «mentre la scienza risponde alla questione di “come le cose accadono in natura”, la fede in Dio fornisce una risposta a domande più ampie, come il “perché siamo qui” e “qual’è il nostro scopo”». Riflttendo sulla magnificenza dell’universo, l’astronoma ha detto: «Io credo che Dio è interessanto all’individuo. Egli si cura di noi, ma è anche interessato alla vastità di spazio e tempo che noi abbiamo difficoltà a comprendere con la nostra mente umana».

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In Florida arrestata la coordinatrice degli atei: fingeva di essere avvocato

La coordinatrice della parrocchia degli atei in Florida, la pensionata Ellen Beth Wachs, è stata arrestata giovedì scorso con l’accusa di essersi presentata come un avvocato, anche se non è in possesso di una licenza. La donna ha scritto varie lettere alla città, firmandosi come “Cav.”, titolo che identifica il ruolo di avvocato. Le lettere, inviate sulla carta intestata dell’associazione dei non credenti, sono state scritte dal 16 giugno 2010 al 14 febbraio 2011. In esse si accusava il Polk County Sheriff’s Office di favorire le istituzioni religiose e di aver fatto delle donazioni alle chiese della zona. In altre lettere -si legge anche su MyFox-, forte del sedicente ruolo di “avvocato, veniva chiesto di pubblicare i documenti che mostrassero come fossero avvenute queste donazioni e le misure adottate per il trasferimento del denaro. La donna ha ingannato anche il sindaco della città, il quale avendola incontrata nell’aprile 2010 credeva di avere a che fare con un avvocato praticante. La Wachs è stata infine rilasciata dal carcere dopo il pagamento di una cauzione di 1.000 dollari. La donna ha commentato la vicenda descrivendola nei termini di un complotto della «teocrazia cristiana». Ha dichiarato: «Non vogliono che la barca si scuota, e noi abbiamo scosso la barca». Per ora, a dir la verità, ad essere scossa è solo la sua fedina penale e la credibilità delle persone che rappresenta.

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Il 22 aprile Benedetto XVI in televisione: prima volta nella storia

Per la prima volta nella storia del Papato e della televisione, un Pontefice risponderà alle domande dei fedeli in un programma tv. Succederà venerdì 22 aprile, il Venerdì Santo. L’appuntamento -si legge su Il Corriere della Sera (e sui principali quotidiani nazionali)- è alle 14.10 di quel giorno su Raiuno (la stessa ora della morte sulla Croce) durante la trasmissione «A sua immagine-Domande su Gesù». Il tema sarà la figura del Cristo al quale Papa Ratzinger ha già dedicato un primo suo libro. Il secondo sta per uscire e un terzo è in preparazione.

NEL PROGRAMMA “A SUA IMMAGINE”. A condurre il programma e a presentare le domande, in tutto tre, sarà l’autore-conduttore Rosario Carello. La regia sarà affidata a Marco Brigliadori e alla co-regista Gaia Rosa mentre la troupe sarà del Ctv, il Centro Televisivo Vaticano. Lo spiega proprio Carello: «Il Papa registrerà il suo intervento due o tre giorni prima del venerdì Santo nel Palazzo Apostolico, probabilmente nel suo studio privato o nella Cappella». Da domenica «A sua immagine» aprirà un sito che raccoglierà le domande dei telespettatori. Nelle prossime settimane, spiega Carello, si procederà alla scelta: «Potremmo individuare tre interrogativi particolarmente significativi. Oppure raggruppare il materiale per aree omogenee e capire i punti più salienti e evidentemente più sentiti dal pubblico». L’idea dell’appuntamento è dello stesso Carello che si è messo in contatto con i più stretti collaboratori del Pontefice: «Non desidero fare nomi ma si tratta di persone assai prossime al Papa, che ha manifestato una totale disponibilità a spiegare e a far capire chi sia davvero Gesù Cristo». Impossibile stabilire ora quanto durerà lo spazio del Papa: «Noi abbiamo a disposizione 80 minuti di trasmissione. Il Pontefice utilizzerà ciò che crederà opportuno. Finita la registrazione riordineremo il materiale e lo manderemo in onda, appunto, il Venerdì Santo».

A DICEMBRE ERA ALLA RADIO BRITANNICA. È prevedibile che molti network del mondo vorranno ottenere il materiale e trasmetterlo nei propri Paesi: è comunque l’esordio di un Pontefice Romano in un set televisivo, anche se approntato nei Sacri Palazzi della Città del Vaticano. Il 24 dicembre 2010, Papa Benedetto XVI era intervenuto su Radio 4, il canale più “culturale” della BBC, cioè l’emittente di Stato britannica. Anche il quel caso si trattò di un evento unico. Ad invitare il Pontefice era stato il direttore della Bbc, Mark Thompson (cfr. Ultimissima 24/12/10).

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Chicago: un flash-mob cattolico invade la manifestazione abortista

Sabato 26 febbraio 2011, i manifestanti pro-aborto di Chicago hanno organizzato una «passeggiata per la scelta». Non potevano però sapere che un gruppo di giovanissimi e gioiosi paladini della vita del nascituro aveva organizzato un “flash mob”, cioè quella riunione apparentemente improvvisa di persone in uno spazio pubblico. Il nutrito gruppo antiabortista, come si può vedere nei video qui sotto, è apparso nella Daley Plaza, dov’erano riuniti gli abortisti. Munito di coloratissimi palloncini gialli con la scritta “vita”, hanno intonato canti e balli in un crescendo di festa,  surclassando la timida reazione degli attivisti pro-choiche (rigorosamente dal capello bianco). Gli abortisti si erano radunati per protestare contro l’iniziativa politica che vuole porre fine al finanziamento pubblico all’aborto (cfr. Ultimissima 23/2/11), ma non si sarebbero mai aspetti di trovarsi di fronte ad un flash-mob di giovanissimi e agitatissimi difensori della vita. I cattolici pro-life, arrivati da una vicina parrocchia, hanno dichiarato a LifeNewsSite che l’effetto complessivo è stato senz’altro un successo. Lo possiamo vedere da questi video amatoriali.

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