Regno Unito: rifiutati gli slogan proselitistici della British Humanist Association

In Inghilterra sono stati vietati i manifesti-appello della British Humanist Association, i quali -rivolgendosi alle persone non religiose- chiedevano loro di dichiararsi tali anche nella compliazione del censimento previsto per questo anno. I manifesti avrebbero dovuto comparire con lo slogan “Se non siete religiosi, per l’amor di Dio, ditelo”, ma sono stati rifiutato dai proprietari degli spazi pubblicitari delle stazioni ferroviarie UK, aiutati ed incoraggiati dalla consulenza della Standards Advertising Authority (ASA) e del Comitato delle Advertising Practice. Il motivo è che lo slogan ha il potenziale per causare offese gravi e generalizzate. Il portavoce della British Humanist Association (BHA) ha dichiarato: «Questa censura è frustrante: la legge sulla blasfemia in Inghilterra è stata abolita, ma lo stesso principio viene applicato comunque». Il messaggio -spiega il Guardian– è infatti risultato troppo provocatoriamente ironico ed inoltre invoca a sproposito una divinità nello spazio pubblico. Ossessionati da numeri e statistiche, come tutte le infervorate e inascoltate minoranze, gli irreligiosi britannici volevano chiedere ai non religiosi di barrare il box “nessuna religione” quando dovranno compilare i moduli per il censimento 2011. Ritengono infatti che il censimento nazionale, laddove pone la domanda “Qual è la vostra religione?”, stia in realtà distorcendo intenzionalmente e subdolamente i risultati in favore della fede e non dell’ateismo. Ecco perché, a loro avviso, il precedente censimento del 2001 ha registrato percentuali di cristiani così elevate (oltre il 70 % in Inghilterra e Galles). Con questi dati -concludono i complottisti- sarebbe aumentata anche l’assegnazione di risorse verso le organizzazioni religiose L’associazione ha dovuto modificare il suo accattivante slogan per poter essere accettato. L’ultima campagna proselitistica della British Humanist Association ha avuto come conseguenza circa 391 denunce.

Nell’informare della faccenda, The Spiked, il magazine inglese non proprio filo-religioso (lo si è visto nella campagna  che ha creato contro la Chiesa per lo “scandalo pedofilia”), ha scritto: «Non è molto facile simpatizzare con la BHA: la sua caccia alla religione ha acquisito una qualità quasi patologica. Secondo loro, il censimento nazionale distorce intenzionalmente i risultati. In realà non è vero e la questione del censimento è talmente vaga che si dubita venga molto utilizzato per l’assegnazione burocratica delle risorse. Probabilmente questo non importa molto alla BHA però, l’obiettivo principale di questa iniziativa sembra essere solo quello di irritare i religiosi». Insomma, è il solito “ateismo dello sberleffo”. Continua però l’editoriale: «C’è qualcosa di meschino in questo tipo di ateismo militante. La libertà delle persone di credere, la loro libertà di pensare, insomma la loro libertà di coscienza, non sembra per la BHA un qualcosa di cui tutti gli individui devono avere il diritto, ma è vista come un problema. Il “New Atheism”, in opposizione al suo predecessore più tollerante, è caratterizzato da un brutto ceppo di intolleranza». Comunque, concludono, «non siamo d’accordo con la crociata anti-religiosa della BHA, ma all’assocazione dovrebbe certamente essere consentito di perseguirla. Se vuole diffondere la Parola di Dawkins sui lati degli autobus o predicare al pubblico nelle stazioni ferroviarie, il BHA dovrebbe essere libera di farlo, così come noi siamo liberi di ignorare tutto ciò, di discutere e deridere la BHA».

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Università del Texas: «gli anziani non religiosi hanno maggior tasso di mortalità»

La vita cristiana ha dei benefici enormi. Di essi però possono goderne appieno solo coloro che  si recano alla Messa, ricevono la comunione e partecipano alla vita ecclesiale non in modo saltuario. Questa non è solo una sensazione vaga che può percepire il cristiano, ma è  una verità appurata dalla ricerca scientifica, sopratutto a partire dalla fine degli anni ’90. Un esempio  è  uno studio svolto tra la popolazione ispanica che vive negli Stati Uniti. Il Dipartimento di Sociologia dell’Università del Texas ha infatti esaminato sei anni fa, nel marzo del 2005, gli effetti della partecipazione religiosa sul rischio di mortalità dei messicani americani oltre i 65 anni. Nel complesso, i risultati -ripresi dal National Institutes of Health, cioè il Dipartimento di Salute degli Stati Uniti, mostrano che coloro che vanno in chiesa una volta alla settimana presentano il 32% di riduzione del rischio di mortalità rispetto a coloro che non partecipano alle funzioni religiose. I benefici della partecipazione religiosa -secondo i ricercatori- influiscono anche sulla salute cardiovascolare, le attività della vita quotidiana, le funzioni cognitive, la mobilità fisica, il sostegno sociale, la salute mentale e la salute soggettiva.

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A Rimini nasce una lista civica di cattolici

Una nuova lista civica è spuntata a Rimini, in vista delle amministrative del 15/16 maggio 2011. Ragione sociale, simbolo, composizione e soprattutto nome del candidato verranno annunciati tra “una settimana, dieci giorni”. I protagonisti comunque si conoscono: Antonio Polselli, direttore del centro culturale “Paolo VI”, Domenico Pirozzi, per dieci anni presidente della Compagnia delle Opere di Rimini, Luigi Bonadonna, già segretario comunale del Pd e tuttora consigliere nello stesso gruppo in Comune. Polselli specifica: «Non siamo né i ‘Papa boys’ nè la ‘lista della Curia’ nè un ‘avatar’ del mondo cattolico. Da questo mondo proveniamo e non lo neghiamo, ma non abbiamo la benedizione di nessuno. Semplicemente, non ci sentiamo rappresentati da nessuna forza politica attualmente in campo e riteniamo che gli attuali amministratori si siano allontanati dai bisogni della gente. Dunque ci impegniamo, senza la presunzione di essere l’unica voce cattolica». Ci tengono a specificare di non volere etichette: «Il vescovo sa che cosa stiamo facendo leggendo i giornali».

Qualcuno dà per scontato -si legge su Il Resto del Carlino– che la nuova lista verrà imbarcata dal centrodestra, ma Bonadonna sottolinea: «La logica è che saranno gli altri a convergere su di noi se sottoscriveranno il nostro programma. Non siamo a disposizione del miglior offerente e non ci interessano le beghe altrui come quelle in casa Pdl». L’ex capogruppo dell’Ulivo in Consiglio comunale chiarisce anche come stanno le cose col Terzo Polo: «La nostra piattaforma è aperta alle istanze comunali, siamo civici e andiamo oltre le diatribe nazionali. Alle prossime elezioni politiche ciascuno voterà secondo coscienza».

I “cattolici” punteranno sulla cultura e sul sociale, anzitutto. Il direttore del “Paolo VI” inserisce tra le priorità il tema dei «contenitori culturali a partire dal teatro Galli, una banca dati per mettere in sinergia gli eventi, un registro delle eccellenze locali, sussidiarietà e solidarietà». «Non richiediamo il certificato di battesimo a nessuno», hanno scherzato: per aderire, basta condividere il Manifesto che è stato presentato e sul quale sarà basato il proprio programma elettorale e di governo della città.

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L’Università Cattolica di Brescia festeggia tra scienza e fede

Il 2011 è un anno importante per l’Università Cattolica di Brescia. Innazitutto perché si celebrano i 90 anni della fondazione dell’Ateneo dei cattolici italiani, i cui festeggiamenti culmineranno il 21 maggio nel pellegrinaggio alla sede Apostolica di Roma alla presenza del Papa Benedetto XVI. Inoltre perché quest’anno – oltre al ventesimo della Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere e al decennale di quella di Sociologia – l’Ateneo bresciano festeggia il 40esimo anniversario della fondazione della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, sorta con il corso di laurea in Matematica nel lontano 1971 (quello di Fisica si aggiunse solo nel 1997).

 

La facoltà scientifica si articola in ben quattro corsi di laurea triennali e specialistici e al cui interno sono presenti anche i filoni formativi delle scienze informatiche e ambientali. E’ stata quindi resa protagonista del tradizionale “dies academicus” svoltosi il 3/3/11. Dopo celebrazione eucaristica è seguita una tavola rotonda sul tema «Il valore del sapere “esatto”. Il ruolo della matematica e della fisica», proseguito poi per tutto il pomeriggio con un incontro di laureati e docenti.

Ad inaugurare i lavori è stato il rettore Lorenzo Ornaghi che, innanzi alla folta platea di autorità (dall’assessore regionale allo Sport a quello provinciale all’Istruzione Aristide Peli, dal sottosegretario regionale all’Università e alla ricerca Alberto Cavalli al prefetto Narcisa Brassesco Pace) ha sinteticamente ripercorso alcune tappe della crescita dell’Ateneo bresciano (che oggi ospita ben 6 Facoltà e 15 corsi di laurea) per soffermarsi poi su alcune iniziative specifiche come l’ormai nota «Benvenuta Matricola», l’open day per gli studenti, la «Disfida matematica» e la nuovissima «Settimana della fisica» che prenderà il via per la prima volta il prossimo 18 marzo. Oggi ci sono ben 1100 studenti che partecipano a tirocini formativi e 2450 sono le convenzioni sottoscritte con le aziende e gli enti locali, una testimonianza dell’intenso rapporto di «collaborazione tecnico-scientifica, oltre che di servizio culturale» che l’Università ha con le istituzioni di governo e la rappresentanza del territorio.

«La comunità scientifica della Facoltà si avverte al tempo stesso locale e globale» ha aggiunto il rettore sottolineando non solo l’importanza di molte pubblicazioni uscite su riviste internazionali ma anche e soprattutto il valore di una Facoltà che «concretamente mostrasse quanto sia essenziale, per la cultura cattolica, l’incessante approfondimento del rapporto tra fede e scienza». La notizia è apparsa su Bresciaoggi.

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John Finnis, il filosofo di Oxford, racconta la sua conversione al cattolicesimo

Uno dei maggiori riformulatori del giusnaturalismo è unanimemente considerato John Finnis. Docente nelle prestigiose Università di Oxford e Notre Dame, ateo negli anni della giovinezza, è quindi passato a una visione teistica, arrivando a convertirsi al cattolicesimo dopo il primo anno di permanenza a Oxford. Descrive così questi passaggi in un’intervista su Avvenire: «Avevo due amici all’Università di Adelaide che fecero un viaggio simile al mio e nei medesimi anni, tuttavia seguendo autori e riferimenti diversi. Arrivammo alla consapevolezza, attraverso lo studio e la riflessione, che Dio esisteva, che era intervenuto nella storia e che la fede cattolica era la sola, seria possibile espressione di tale divina rivelazione. E la Chiesa cattolica era l’unica seria candidata a essere la comunità fondata per trasmettere tale rivelazione e la grazia di Dio fino alla fine dei tempi». Continua il filosofo: «A me furono di grande aiuto per superare David Hume e Bertrand Russell alcuni libri sull’empirismo inglese scritti da un sacerdote e filosofo inglese scomparso prematuramente durante il Concilio, D.J.B. Hawkins. Ma importanti furono anche le letture di Newman, specialmente l’Apologia pro vita sua, e la critica dell’empirismo fatta del gesuita Bernard Lonergan».

Finnis ha elaborato una filosofia della legge naturale che verte su una serie di “basic goods” di evidenza antropologica, i quali non necessitano di essere di per sé dei credenti in Dio. Lui la spiega così: «Tutta la realtà poggia ontologicamente o “presuppone” un’esistenza divina, una Creazione e una Provvidenza. Ma uno può occuparsi di fisica anche senza occuparsi del suo presupposto ontologico definito filosoficamente. Allo stesso modo, uno può arrivare molto lontano nella ragion pratica senza doversi confrontare con le primissime precondizioni ontologiche (metafisiche) dei beni verso i quali si orienta. L’ordine epistemologico della scoperta e l’ordine metafisico della dipendenza seguono direzioni opposte, è possibile quindi trovare un punto di incontro con tutti coloro che non siano nichilisti dogmatici».

Il filosofo conclude elogiando il pensiero di San Tommaso: «Tutta la mia filosofia della ragione pratica, della legge naturale, della giustizia, della legge positiva, dell’intenzione e dell’azione, i miei lavori sulla teologia naturale seguono profondamente la linea, per quanto posso giudicare, di san Tommaso. In particolare, la sua teoria della legge positiva è di un tale livello che non è stata veramente mai superata. Il mio lavoro a riguardo è poco più che una sua elaborazione». In un’intervista per II Tempo, oltre a elogiare il Santo Padre e il suo discorso a Ratisbona, ha dichiarato: «Considero Tommaso un fondatore del pensiero moderno perché è alla lunga il più lucido e comprensivo divulgatore delle parti migliori della migliore tradizione filosofica della storia umana». Ha poi accennato anche alla portata dei cambiamenti culturali inaugurati dalla contraccezione: «è emersa l’auto-distruzione demografica delle culture che li hanno abbracciati».

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Le nuove generazioni (18-29 anni) sono sempre più pro-life

La Echo Boomers, cioè la Generazione Y, formata dai nati tra la metà degli anni ’70 e i primi anni 2000, stanno prendendo le redini del lungo e decennale sforzo di ripristinare la protezione legale dei bambini non nati in Alaska e negli Stati Uniti. Questi giovani sono nati e cresciuti dopo l’era della legalizzazione dell’aborto, ma un terzo della loro generazione non è sopravvissuto: si calcola che 26 milioni di loro coetanei sono stati soppressi. Un sondaggio del 25/1/10 ha mostrato che quasi il 60% della popolazione dai 18 a 29 anni considera l’aborto “moralmente sbagliato”, mentre solo il 20% lo ritiene “moralmente accettabile” (cfr. Erlc.com). Nel 2002 i giovani pro-life avevano comunque già raggiunto la maggioranza (cfr. BNET). Qui sotto il grafico dei risultati del sondaggio nel 2010 (cliccare sopra per vederlo in dimensioni maggiori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi giovani sono spesso fondatori e coordinatori di diversi gruppi pro-life. Ad esempio molti studenti di medicina hanno organizzato e stanno portando avanti delle coalizioni nazionali per interrompere il finanziamento governativo all’aborto in campo sanitario. La notizia è apparsa su Catholic News Agency, la quale ha intervistato anche diversi responsabili.

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L’atea Corea del Nord al primo posto nelle violenze contro i cristiani

L’anno 2011 si è aperto con la nuova ondata di violenze anticristiane, tanto che l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ne sta parlando dalla prima ripresa dei lavori dopo le vacanze natalizie (seppure senza prendere alcuna posizione concreta). Sono comunque pronte le modalità di richiesta verso 47 Stati membri dell’organismo, per mettere in atto ogni possibile forma di difesa. All’esame dei parlamentari del Consiglio d’Europa c’è, tra l’altro, un rapporto presentato dall’associazione internazionale “Porte aperte“, sui Paesi dove i cristiani subiscono maggiormente tali persecuzioni. Guardando a quanto è avvenuto nel 2010, secondo tale rapporto, il numero maggiore di violenze contro i cristiani si sono verificate in Corea del Nord, dove ci sono stati centinaia di arresti e torture da parte del governo. «Alcuni sono stati uccisi, altri inviati in campi di detenzione per prigionieri politici», specifica il rapporto dell’associazione, realizzato annualmente dal 1999. La Corea del Nord, in cui vige tuttora l’ateismo governativo (e gli atei, razionalisti o meno, raggiungono il 65% della popolazione), è dal 2007 in testa a questa macabra classifica.

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Il fisico Polkinghorne: «nel XXI secolo nuovi legami tra scienza e fede»

L’eminente teorico della fisica quantistica, John Polkinghorne, docente all’Università di Cambridge e membro della Royal Society, ha recentemente messo in luce  un nuovo modello di armonizzazione tra scienza e religione proprio del XXI secolo. Se ne è parlato su Eurekastreet.

DIO HA LIBERATO LA NATURA. Polkinghorne sostiene che il secolo scorso ha assistito alla morte di una visione puramente meccanicistica del mondo, mentre la scienza del XXI secolo ha riaperto la possibilità di un mondo casuale e imprevedibile a volte, non per l’assenza di Dio, ma dovuto al fatto che «Dio ha disegnato un mondo con la capacità di creare e di agire liberamente, secondo la sua natura». Polkinghorne suggerisce che questa capacità di cambiamento e di creatività della realtà, è indicativo di un Dio che non interviene in modo magico. Ad esempio, la crosta terrestre è libera di comportarsi secondo la propria natura. Questo può portare a terremoti e maremoti, ma comunque è libera di agire a modo suo, così come noi siamo liberi di agire a modo nostro. L’imprevedibilità della natura, quindi, è legata nell’essenza stessa del suo design. Certo -continua lo scienziato-, il termine “imprevedibile” potrebbe non corrispondere al nostro concetto di natura e di scienza, ma d’altra parte questo è il mondo quantistico.

CREDERE SENZA VEDERE. I quark sono particelle più piccole di protoni e neutroni e le loro proprietà sono del tutto casuali. Nessuno è mai riuscito ad isolare un singolo quark in laboratorio. La scoperta del quark è stato un esperimento interessante per l’uomo di fede. Nel panorama scientifico sono apparse queste invisibili realtà che però danno intelleggibilità al mondo, illuminano molti suoi funzionamenti che prima rimanevano non spiegabili. Parallelamente è stato possibile trarre qualcosa di utile anche per il dialogo tra scienza e religione, in particolare quando facciamo riferimento al “credere senza vedere”. Polkinghorne tiene a specificare che la nostra comprensione del rapporto tra scienza e religione non può essere basata solo sul vecchio “Dio delle lacune” (per un approfondimento su questa tematica si rinvia alla sezione “Il «dio» delle lacune scientifiche”), l’idea cioè di credere in un Dio per comprendere le cose che la scienza non può spiegare. Egli suggerisce che se Dio è il Dio della verità, allora più la scienza avanza, più impariamo a conoscerLo.

LA DOPPIA NATURA DI DIO? La grande intuizione del 20° secolo che luce è sia una particella che un’onda, ha suscitato molti dubbi sulla visione del mondo in modo “meccanico”. Il fatto che la luce poteva esibire entrambe le proprietà, onde e particelle, ha lasciato perplessi molti scienziati. Alcuni si sono rifiutati di crederlo, altri hanno accettato quest’evidenza stringendosi nelle spalle. Eppure oggi, un secolo più tardi, vi è un consenso generale che diverse sostanze presenti nel mondo fisico possiedono una doppia natura. Polkinghorne si chiede se sia ragionevole credere se  anche Dio possa avere una duplice natura. Ha potuto davvero entrare nella Terra, come Dio e come uomo? Non è -sottolinea- un tentativo di usare la scienza per dimostrare l’esistenza di Dio, ma piuttosto sono suggerimenti per mostrare che Dio e la scienza possono e devono coesistere in un insieme armonioso e complementare. Anche perché, lo scienziato è fermamente convinto che la scienza esplori un solo strato dell’esistenza. Dio opera attraverso la poesia e le opere d’arte, i santi e i mistici. Non è possibile apprezzare appieno un’opera esaminando la composizione chimica della sua pittura. Allo stesso modo, non è possibile capire la funzione di Dio nell’universo, cercando solo nella sua natura fisica.

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Essex University: «i bambini sono più felici se hanno entrambi i genitori»

Il 3 marzo 2011 sono apparsi i risultati di uno studio condotto dall’Istituto di ricerche economiche e sociali (ISER) dell’Università di Essex, Reno Unito. Dopo aver utilizzato un campione di 11.825 adulti e 1.268 giovani (età 10-15)-spiega il dr Knies Gundi, ricercatore con sede nel ISER- è stato valutato il grado di felicità dei bambini nelle famiglie con alto e basso reddito. La ricerca ha anche stabilito che in Gran Bretagna ci sono «alcuni dei bambini più infelici del mondo sviluppato». Inoltre l’influenza maggiore sulla felicità di un bambino è se essi vivono con entrambi i genitori -maschio e femmina- e dal rapporto che hanno con essi, in particolare la loro madre. Inoltre, i bambini che vivono in famiglie monoparentali, sono meno in grado di riferire se stessi come completamente felici della loro situazione. La dott.ssa Maria Maria Iacovou ha dichiarato: «Le famiglie sono una parte importante della vita di ogni bambino, e la nostra ricerca mette in evidenza che le buone relazioni familiari permettono un maggiore benessere per i bambini». Un articolo è apparso su ScienceDaily. Proprio il 3/3/11, Papa Benedetto XVI ha elogiato i vescovi filippini per il loro «sostegno alla famiglia di fronte alle influenze che tentano di sminuire o distruggere i suoi diritti e la sua integrità».

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Mario Giordano: «senza radici cristiane perderemo la sfida con l’Islam»

L’editorialista ed ex-direttore di Studio Aperto e de Il Giornale, Mario Giordano, ha scritto un interessante articolo intitolato: «Che sorpresa è quaresima, ma l’Italia non se n’è accorta». Il giornalista si lamenta del fatto che «nessun giorna­le e nessuna Tv ha riservato alla vicenda la benché minima atten­zione. Il mercoledì delle Ceneri è passato via inosservato, fra gli avanzi del Carnevale grasso, le ul­time feste di Venezia e le ricadute di polemiche scatenate attorno al­la festa della donna. Di tutte le pagine ricoperte di mimose, fra tutte le iniziative in rosa, e le quote rosa, le ricorrenze rosa e i palazzi illuminati di rosa, possibile che non ci sia uno spa­zietto viola per ricordare che oggi inizia il tempo più importante per i cristiani?».

Giordano accusa anche gli ipocriti che si lamentano dell’avanzata islamica ma che poi sono proprio loro a fargli spazio: «Scommetto che se oggi fosse co­minciato il Ramadan avremmo già stampato titoli a caratteri cubi­tali. Succede ogni volta: cinque­mila a Vicenza per il Ramadan, diecimila a Milano per il Ramaman, e giù a raccogliere opinioni degli esperti per dire come ci si comporta durante il Ramadan, quali sono le regole del Rama­dan, com’è bello fare il Ramadan». Sui quotidiani ci si lamenta dell’Eurabia, si citano le profezie di Oriana Fallaci, sci si spaventa per l’arrivo delle mas­se di immigrati dal Nord Africa e per il conseguente «suicidio del­l’Europa» e poi-continua Giordano, «non ci si ac­corge nemmeno che non c’è una riga per ricordare che sta accadendo qualcosa di importante per i cristiani. È inutile per­ché non si può vincere la sfida con l’islam cancellando la nostra me­moria, le nostre tradizioni, la no­stra fede. Chi perde le proprie ra­dici rischia di essere spazzato via anche d un venticello, figuriamo­ci da una bufera come quella che si è sollevata in terra araba». Continua lo scrittore: «Abbiamo perso perché sappiamo tutto del­le celebrazioni del venerdì in moschea e nulla delle Ceneri. Abbia­mo perso perché nella preghiera laica del mattino, che sono i gior­nali, citiamo i carri di Viareggio e le arance di Ivrea, ma non sappia­mo più perché esiste una festa che si chiama Carnevale. Abbia­mo perso perché se domani, che è il primo venerdì di quaresima, nelle mense scolastiche serviran­no prosciutto e bistecca nessuno avrà nulla da dire. E magari sono gli stessi che giustamente si scan­dalizzano se, per errore, sul tavo­lo di un musulmano finisce un tocco di maiale. Abbiamo paura perché non sappiamo più chi siamo, mentre gli islamici lo sanno benissimo e sono così orgogliosi della loro fe­de e del loro passato da difender­lo anche in terra straniera. La Quaresima no, quel­la l’abbiamo cacciata via».

«Ed invece sbagliamo» -conclude Giordano. «Perché la Quaresima è sem­pre meno il rito del­la malinconia, e sempre più è il rito dell’ironia, che «sorride in faccia ai gufi della storia». Basta guar­darsi intorno. Pro­prio perché i tempi sono già così cupi, proprio perché siamo di fronte a un mondo che crolla, proprio per­ché la vita già ci sembra una serie di infinite quaresime, non c’è al­tra strada che sperare nella Quare­sima. Quella vera. Che, se non al­tro, a differenza delle tante quare­sime quotidiane, dà un senso ai sacrifici, portando con sé la spe­ranza della Pasqua».

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