La Francia boccia nuova proposta di legge sull’eutanasia

Il Senato francese ha bocciato la proposta di legge relativa all’assistenza medicalizzata per morire. Contro il provvedimento che, se fosse stato approvato, avrebbe spianato la strada all’eutanasia in Francia, una forte mobilitazione bipartisan, delle associazioni antieutanasiche e, a sorpresa, un deciso no del premier François Fillon, che ha scelto la stampa come veicolo per comunicare pubblicamente il suo no: «Dobbiamo stabilire se la società sia in grado di legiferare per riconoscersi il diritto di dare la morte – ha scritto in un lungo articolo – ritengo che questo limite non debba essere superato». Della proposta di legge il premier ha criticato anche la definizione ambigua di fine vita e l’assenza di un obbligo specifico di consultare la famiglia del malato. I due emendamenti votati ieri dall’assemblea hanno eliminato il primo controverso articolo del testo che consentiva a ogni persona maggiorenne e in grado di intendere, affetta da un male incurabile allo stadio terminale causa di una sofferenza fisica o psichica insanabile, di chiedere assistenza medica per ottenere una morte rapida e indolore.

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Alla fine l’UE decide di aggiungere le feste cristiane al suo diario

Il diario europeo, edito dalla Commissione Europea per essere distribuita nelle scuole, verrà corretto – riferisce Radio Vaticana – includendo anche le feste cristiane. Alle copie già stampate, che omettevano queste feste mentre menzionavano quelle di altre religioni (Halloween compreso), verrà invece aggiunto un supplemento. Dopo che vari esponenti politici europei hanno duramente protestato e dopo una petizione lanciata su Internet il 12 gennaio con 32 mila adesioni in sette lingue in una settimana, il commissario europeo Dalli si è impegnato ad inviare una correzione alle scuole che hanno già ricevuto l’agenda e a correggere l’errore nelle prossime versioni.

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L’astrofisico Bersanelli plaude al discorso di Benedetto XVI sui Magi

«La figura dei Magi che da lontano giungono a Betlemme seguendo la luce di una stella è un’immagine magnifica dell’uomo che cerca la verità attraverso l’osservazione della natura». Così inizia un articolo di Marco Bersanelli, docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano e collaboratore presso IASF, Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Agenzia Spaziale Europea, su Il Sussidiario. Bersanelli si occupa di cosmologia osservativa, in particolare dell’osservazione dell’universo primordiale attraverso il Fondo Cosmico di Microonde. Attualmente è a capo della progettazione e sviluppo del Low Frequency Instrument utilizzato dal satellite Planck. Continua l’astrofisico: «Ancora una volta, in occasione della festa dell’Epifania, Benedetto XVI ci ha regalato un intervento con spunti di straordinaria bellezza che interrogano l’esperienza non solo dell’uomo di fede, ma di chiunque sia impegnato in una seria ricerca. Un ricercatore, in effetti, non inizia la sua indagine se non assumendo che la realtà fisica nasconda in sé un senso, sia costruita secondo una razionalità o un ordine che lui è in grado di decifrare attraverso segni accessibili alla sua esperienza. Può non chiamarlo “Dio” come fa Benedetto ma, più o meno consapevolmente, ogni ricercatore nella tenacia del suo agire esprime una fede incrollabile in questa “misteriosa” razionalità impressa nel reale». Tutto il contrario della «presunzione razionalistica moderna, della quale un po’ tutti siamo vittime, per cui l’uomo pretende di rinchiudere nella propria corta misura il criterio di ciò che esiste e di ciò che non esiste, e in cui la libertà è come bloccata e incapace di lasciarsi commuovere da qualunque cosa. Così, al di là dell’interessante dibattito sull’interpretazione astronomica della “stella” dei Magi (molto probabilmente la congiunzione dei tre pianeti Marte, Giove e Saturno, fenomeno rarissimo datato nell’anno 7 A.C. del nostro calendario), la questione che il papa pone è quale sia lo scopo ultimo del ricercare e del conoscere. «L’universo», commenta, «non è il risultato del caso, come alcuni vogliono farci credere». Conclude il ricercatore: «La conoscenza scientifica non è «in concorrenza con la fede»: essa mette in luce nuovi e straordinari aspetti del reale, ma non è in grado di rispondere alle questioni che all’uomo maggiormente stanno a cuore: il senso della suo vivere e soffrire, il significato delle cose, il valore della singola persona, il suo desiderio di felicità, la sua esperienza di tradimento e di perdono. Così la scienza, meraviglioso e potente metodo conoscitivo, diventa una «limitazione della mente» se pretende di assorbire tutta la capacità conoscitiva dell’uomo»

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Grande flop per i testamenti biologici

Attraverso una verifica telefonica con i Comuni italiani si è scoperto che il numero dei testamenti biologici depositati presso gli uffici comunali è una sciocchezza…e la vogliono far passare come «un’esigenza a livello nazionale». Qualche esempio: a Torino, nonostante l’approvazione in giunta a novembre, «il registro non è ancora attivo – spiega l’assessore ai Servizi civici – dopo la circolare interministeriale che stoppa i testamenti biologici e la risposta critica dell’Anci, la giunta ha deciso di sospendere l’applicazione della delibera, in attesa di un approfondimento giuridico». A Cagliari e provincia (oltre 560 mila abitanti, un terzo dei sardi), spiega l’assessore provinciale alle Politiche sociali spiega che si sono avvalsi di quest’opportunità «una cinquantina di persone, in genere motivate e preparate». A Genova (oltre 600 mila abitanti) il Comune da novembre 2009 ha raccolto circa 170 testamenti: «All’inizio erano in tanti a interessarsi, poi il flusso si è stabilizzato», raccontano dall’ufficio competente. Il Comune di Palermo fa sapere che «non si è dotato di un registro dei testamenti, anche in considerazione dei contenuti della nota ministeriale». Testamento biologico «congelato» anche a Bologna, dove secondo il commissario Cancellieri è meglio occuparsi di cose più «urgenti». Più consistenti i numeri di Roma, dove i testamenti sono rispettivamente 900 (da aprile 2009) e 200 (da ottobre 2009), ma per una popolazione urbana di oltre due milioni e mezzo di abitanti. Peccato che comunque, in assenza di una legge nazionale molto lontana da essere attuata, anche quei pochi testamenti depositati non valgano assolutamente nulla.

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O’Sullivan: «il vero motore della fine del comunismo fu Giovanni Paolo II»

Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, quando il comunismo appariva ancora vincente sulla scena internazionale emersero tre personalità rivoluzionarie. I loro nomi erano Ronald Reagan, Giovanni Paolo II e Margaret Thatcher. Nel giro di dieci anni riuscirono a rovesciare le sorti dell’umanità con il risultato della sconfitta del blocco sovietico, del crollo del Muro di Berlino, della fine della guerra fredda e dell’apertura di una lunga stagione di pace e di sviluppo economico. Il tema è trattato in modo sistematico nel saggio storico “Il Presidente, il Papa e il Primo Ministro” (Editrice Pagine, 2010) di John O’Sullivan – noto giornalista e scrittore britannico, già consigliere speciale della Thatcher – recentemente tradotto in italiano. «Il vero motore del cambiamento, tuttavia, fu soprattutto Giovanni Paolo II – sottolinea O’ Sullivan in un articolo su Corrispondenza Romana– specie dopo la sua prima storica visita in Polonia. In quell’occasione il papa sfidò apertamente il comunismo e spianò la strada alla nascita, nell’anno successivo, del primo sindacato libero del blocco comunista: Solidarnosc. La sfida di Wojtyla all’Unione Sovietica fu di carattere morale e culturale. Prima ancora di diventare presidente degli USA, Reagan apprezzò il coraggio del papa e presto ne divenne un alleato imprescindibile nella battaglia per la pace nel mondo. La vittoria di Reagan sul comunismo fu soprattutto una vittoria geopolitica e militare, mentre la Thatcher contribuì a un cambiamento epocale soprattutto sul piano economico, con il ritorno a politiche liberiste che riportarono il benessere nel nostro Paese».

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Sagrada Familia: 20mila visitatori in 4 giorni

Circa 20mila persone hanno visitato la Basilica della Sagrada Familia a Barcellona nei primo dei quattro sabati del mese di gennaio, tra le 9.00 e le 14.00. La chiesa è stata consacrata da papa Benedetto XVI il 7 novembre 2010 ed elevata al rango di basilica minore. Da queste immagini è possibile farsi un’idea.



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La scrittrice spagnola Maria Vallejo Nagera si converte a Medjugorie

Tra le più importanti scrittici spagnole c’è Maria Vallejo Nagera. Wikipedia rivela che potrebbe diventare la più importante scrittice spagnola contemporanea. Come molti altri ha avuto la fortuna di convertirsi a Medjugorje, luogo in cui appare ancora oggi la Vergine Maria. E’ rimasta particolarmente colpita dalle migliaia di giovani che abitualmente si radunano in questo paesino della Bosnia-Erzegovina. In questo video ha raccontato quel che le è accaduto.

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Il neurochirurgo Gandofini contro l’eutanasia e il riduzionismo laicista

Massimo Gandofini, è un primario di neurochirurgia e direttore del dipartimento di Neuroscienze della Fondazione Poliambulanza di Brescia. E’ anche membro dellassociazione Scienza & vita, di cui è presidente a Brescia. Il neurochirurgo sa bene che la ricerca scientifica è perfettamente in sintonia con il disegno che Dio ha inscritto nella creazione: «Sarà forse la frequentazione dei santi ad aiutarmi -confessa riferendosi all`impegno come consulente della omonima congregazione vaticana – ma da quando nel 1990 ho iniziato a occuparmi di neuroscienze ho avuto ancora motivi di stupore per la complessità e la bellezza di cui è portatore l`uomo anche nelle sue strutture cerebrali». Gandofini, rispondendo alle domande di Avvenire, si augura un uso virtuoso delle neuroscienze: «Grazie a Dio queste applicazioni sono già in atto. Basti pensare alle recenti acquisizioni in tema di studio della coscienza negli stati vegetativi. Solo trent’anni fa dichiaravamo con certezza che lo stato vegetativo (allora si chiamava “coma apallico” o “coma vigile”) era caratterizzato dalla “assenza” di coscienza. Ora il neuroimaging ci ha dato la prova che non è esattamente così: la coscienza è gravemente lesa, “frantumata” o “sommersa”, ma è presente. La prima conseguenza di queste scoperte è prettamente scientifica: dobbiamo studiare possibili strategie terapeutiche per tentare un recupero. La seconda è etica: contrastare tentazioni di abbandono di questi pazienti, o peggio di eutanasia, con il comodo alibi della “irreversibilità clinica”». L’argomento approda poi al riduzionismo che certo laicismo scientista tenta di promuovere: è in sostanza il tentativo di spiegare deterministicamente la complessità di pensiero e di comportamenti dell’uomo sulla base delle sue reti neuronali. Come all’indomani della lettura del genoma ci fu chi sentenziò che “l’uomo è i suoi geni”, oggi c’è chi pensa di poter affermare che “l’uomo è i suoi circuiti neuronali”. Si parte da alcuni reperti scientifici incontestabili per approdare poi ad impostazioni riduzionistiche inaccettabili, filosofiche non scientifiche, quindi confutabili sul piano empirico».

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Ecco la conversione di Brigitte Bedard: atea, femminista e lesbica

«Sono stata un’atea per tutto il tempo che posso ricordare», ha detto Brigitte Bedard, una giornalista di 41 anni davanti ad una folla di 200 partecipanti di un conferenza in Quebec. La Bedard è cresciuta in un’epoca in cui la società era nella fase chiamata dagli storici “Quiet Revolution”, un periodo di tempo dai primi anni Sessanta alla metà degli anni Settanta, quando la società del Quebec tentò di liberarsi dalla sua eredità cristiana, adottando i valori laici. La Bedard ebbe un’infanzia tipica per chi nasce in una famiglia non religiosa, andò all’Université du Québec a Montréal, ambiente notoriamente di sinistra, dove studiò letteratura: «Riempì la mia mente con tutta la letteratura del famminismo radicale, bevetti tutto», ha ricordato. Iniziò anche una serie di rapporti eterosessuali, finiti tutti male: «spronata da tutto ciò che leggevo, cominciai a pensare che, poiché tutti i miei rapporti eterosessuali erano un disastro, avrei dovuto essere una lesbica». Così cominciò a frequentare delle donne e sembrò anche che tutto si sistemasse: «Fu davvero un momento molto buono, in un certo senso. Stavo sempre con un grande gruppo di ragazze, navigavamo per la città, fumavamo una sigaretta come se non ci fosse il domani. Ero anche molto attiva sessualmente». Ma, nonostante l’eccitante divertimento e le forti emozioni dovute al trasgressivo stile di vita, si sentiva sempre più senza un’identità: «Ero in naufragio mentale. Sentivo che stavo perdendo il controllo, mi aggrappavo alle divertenti apparenze, ma dentro ero profondamente infelice». La faccenda precipitò quando, inspiegabilmente, scoppiò in lacrime e si mise a gridare nel suo appartamento vuoto in un quartiere alla moda di Montreal alle 3 di notte, implorando Dio di “portarla via: «Un’atea militante lesbica e femminista distesa sul pavimento di casa mentre piangeva implorando aiuto da Dio», questa è la fotografia che la Bedard ha fatto di quella notte. «Ero in disperato bisogno di aiuto». Cominciò così a chiedere aiuto, serpeggiando dentro e fuori a innumerevoli cliniche mediche, nella speranza di trovare qualche tipo di soluzione per la sua ansia. Smise persino di fumare: «Fui improvvisamente costretta ad affrontare la vita, senza alcuna protezione o tampone». Un conoscente le parlò dei monaci della famosa Abbazia di Saint-Benoît a Saint-Benoît-du-Lac, in Quebec. L’idea era talmente bizzarra che la incuriosì. Vi andò, ma non senza riserve: «Andai al monastero armata di tutto il disprezzo e l’odio per la Chiesa patriarcale, accumulato durante gli anni di studio del femminismo radicale. Per le femministe radicali la Chiesa è fondamentalmente il nemico numero 1». Nel convento conobbe un monaco, con il quale conversò due volte al giorno. «Per tre giorni di fila, due ore al giorno, ho assillato, urlato, praticamente schiuma alla bocca, di fronte a questo monaco, vomitando ogni insulto, cliché, pensiero sporco che mi veniva in mente circa il cristianesimo. Ero così arrabbiata, così ferita e arrabbiata, e buttai fuori tutto contro questo monaco, il quale non disse mai una parola per tutto il tempo, ma mi guardava appena, scuotendo la testa. Poi, alla fine di quei tre giorni, accadde qualcosa che cambiò la sua vita per sempre: E’ accaduto il terzo giorno. Stavamo per concludere ancora una volta la nostra “conversazione”. Tra una pausa e un’altra delle mie urla, il monaco mi guardò e mi disse: “non hai assolutamente idea di quanto Dio ti ama. Ti ha fatto dal nulla, ti conosce, sei sua figlia. Quindi non provare vergogna, lascia andare tutto. Dai tutto, dai la tua vita a Lui… Egli ti ama così tanto». Queste semplici parole, accompagnate da quello sguardo amorevole, permisero improvvisamente un nuovo sguardo, un’apertura, e in Brigitte nacque lentamente una nuova concezione di sè. Cominciò così una nuova vita di fede e di avvicinamento al cristianesimo. Ha trovato lavoro come giornalista ed ora è sposata e con sei figli. Certo, la vita continua a non essere tutta “pesche e crema di latte”, tuttavia ora, attraverso la fede ha acquisito un’identità stabile e forte. La bella testimonianza è apparsa sul sito del Quebec Life Coalition.

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I cattolici e John Boehner si sono insediati nel parlamento degli Stati Uniti

A Washington si è insediato il nuovo Congresso federale. Marco Respinti su La Bussola Quotidiana ha pubblicato un lungo commento: il Partito Democratico, alleato del presidente Barack Obama, non ha più la maggioranza in entrambi i rami del “parlamento” statunitense. Le elezioni “di medio termine” hanno consegnato la maggioranza della Camera al Partito Repubblicano. I due anni che separano gli Stati Uniti dall’elezione del presidente e del vicepresidente federali prossimi, il 6 novembre 2012, saranno quindi di grande battaglia legislativa tra Democratici e Repubblicani, spesso e volentieri conservatori, forti di una vasto consenso di popolo non solo ma anche rappresentato dal movimento dei “Tea Party”. Nel 2008 Obama iniziò l’avventura presidenziale promettendo di cancellare una serie di provvisioni di legge varate dalla precedente Amministrazione e riguardanti l’aborto, il finanziamento con soldi pubblici della ricerca sulle cellule staminali embrionali, l’eutanasia, la questione omosessuale, il rinnovo dell’appoggio economico a quelle organizzazioni internazionali a cui George W. Bush jr. fece mancare i preziosi denari americani poiché fautrici nel mondo di politiche contrarie al diritto alla vita e alla dignità della persona umana. Il Congresso a maggioranza Democratica gli ha dato man forte e così la Casa Bianca qualche significativo passo in quella direzione, fortunatamente non tutti, lo ha compiuto. Ma da oggi sarà sempre più difficile muovere passi ulteriori, e forse gli ostacoli si riveleranno insormontabili. Uno bello grosso, porta il nome di John Bohner, nuovo presidente della Camera da poco insediato, deputato dell’Ohio e vero cattolico pro-life tutto d’un pezzo.

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