Le suore travestite da prostitute per salvare le vittime dalla schiavitù del sesso

Thalita KumImmagina una suora travestita da prostituta che lavora in un bordello, fianco a fianco alle tante donne che si intrattengono con i loro clienti. Ci riesci? Fino a ieri nemmeno io. Ma ora ti chiedo di fare un piccolo sforzo per disegnare con la mente uno scenario che, seppur stravagante, non si discosta poi così tanto da quello che accade realmente ogni notte.

Ecco la scena. Un’ora imprecisata della sera, non importa se ti trovi ad Amsterdam, in una banlieue parigina, o nel pieno centro di Bangkok. Oltre la coltre di fumo in cui sono avvolti molti locali inizia lo spettacolo delle schiave (e schiavi) del sesso. Ecco, finalmente sei arrivato. Fermo immagine su quella signorina un po’ impacciata vicino ad un tavolino, accanto ad altre signorine più disinibite. Stacco sul signore in bermuda che le si accosta, una mano in tasca, l’altra che dalla spalla di lei, lentamente scivola sul fianco, lasciandosi dietro una lenta e appiccicosa scia di sudore. Una vignetta come tante se non fosse che la ragazza in top e calze a rete, con inaspettata nonchalance, all’ultimo momento elude la mano umida e grassottella del ricco occidentale, gli sussurra qualche parola all’orecchio e si allontana, lasciandolo lì, lo sguardo spento fisso sul divanetto. E’ molto probabile che la signorina della scenetta che abbiamo appena descritto sia una delle 1100 religiose che ogni notte combattono in prima linea il traffico di esseri umani.

John Studzinski, vice presidente della banca d’investimento The Blackstone Group, in un’intervista rilasciata per il sito Cruxnow, ha raccontato del network chiamato “Thalita kum”, nato nel 2004, i cui membri, sorelle appartenenti a qualsiasi ordine religioso, operano in circa 80 paesi del mondo. Secondo i dati forniti dall’associazione, le vittime del traffico sessuale rappresenterebbero l’1% dell’intera popolazione mondiale, per un totale di circa 73 milioni di persone, di cui la metà non raggiunge i sedici anni di età. Nel 2009 la rete di religiose ha messo a punto un programma di partnership con diverse banche coordinate dall’ufficio centrale di Roma dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG)

Alcuni particolari raccontati da Studzinski sono agghiaccianti: storie di prostitute rinchiuse per giorni in una stanza, senza cibo, costrette a mangiare le proprie feci, ree di non aver raggiunto il target prefissato di dodici clienti giornalieri; o di quelle ragazze costrette ad avere rapporti sessuali con più uomini contemporaneamente. In molti casi veri e propri stupri di gruppo.  «Queste donne diventano invisibili, una merce, trattate come oggetti per il business “comprare e vendere”. Non sono più trattate come esseri umani creati a immagine e somiglianza di Dio», ha raccontato suor Estrella Castalone, coordinatrice di “Thalita kum”. 

«Sono queste storie che hanno portato le nostre suore a convincersi che fosse necessario intervenire. Ed è per salvare queste persone che si travestono e si infiltrano nei bordelli di proprietà delle organizzazioni criminali», ha spiegato Studzinski. In questo clima di terrore, dove la legge del denaro sposa l’abbrutimento esasperato della razza umana, le sorelle di Thalita Kum sono disposte a tutto pur di portare un po’ di speranza là dove nessuno osa più sperare. Ed è così che queste eroine silenziose, forti della loro fede, non hanno paura ad entrare in queste realtà per poter riscattare le esistenze perdute di queste ragazze. E le donne che riescono a strappare da questo inferno le proteggono in case e centri di accoglienza dove possono riposare e avere cibo, vestiti, alcune semplici cure mediche, assistenza legale e formazione professionale. «Questo è importante», ha spiegato suor Estrella, «perché le vittime della tratta spesso sono perdute e devono raccogliere i pezzi della loro vita andata in frantumi».

«Queste sorelle non possono contare su nessuno», ha spiegato Studzinski, presidente del network, «né sui governi, né sulle organizzazioni, né, tanto meno, sulle forze di polizia (spesso esse stesse colluse con i traffici illeciti; nda). In alcuni casi esse non possono neanche confidare sull’appoggio della chiesa locale». Oltre al traffico di prostitute, la rete di carità si occupa anche di salvare quei bambini venduti come schiavi dai loro genitori e della cui sorte c’è l’imbarazzo (macabro) della scelta: dalla miniera di diamanti, al traffico d’organi, passando per il turismo sessuale e l’arruolamento forzato in una qualche milizia. Le suore di Talitha Kum acquistano questi bambini e li mettono al riparo in una delle case protette presenti in Africa, nelle Filippine, in Brasile e in India. «È scioccante, ma è la realtà», ha affermato Studzinski.

Queste donne alle parole preferiscono i fatti, ai j’accuse ben argomentati degli editorialisti di regime scelgono la concretezza del Vangelo. E mentre sui giornali si scervellano per dare un nome intellegibile al Male (“Terrorismo”, “Daesh” e “Clima” sono quelli che oggi vanno per la maggiore), c’è qualcuno che questo Male lo conosce da sempre e lo combatte a testa alta perché tanto, alla fine, a vincere sarà il Bene. E’ solo questione di tempo. E di fede.

Filippo Chelli

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19 commenti a Le suore travestite da prostitute per salvare le vittime dalla schiavitù del sesso

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  1. chissà come mai queste storie non le scrivono su Repubblica…

  2. Vincent Vega ha detto

    Straordinario. Sono commosso. Grazie.

  3. soren liston ha detto

    ottimo articolo

  4. Alberto ha detto

    Per fare queste cose uno deve avere veramente il cuore pieno di amore per Gesù Cristo, altrimenti non le puoi fare. Chapeau!

  5. Ubi Deus ibi pax ha detto

    Grazie a queste consacrate per aver mostrato ancora una volta e a tanta gente (“clienti” e prostitute) il volto misericordioso di Cristo.

    Il Male ha già perso quel giorno sul Golgota: non vediamo ancora completamente gli effetti della sua perdita, ma per fede ne siamo già certi. E queste suore ci aiutano a ricordarlo.

    Grazie a ognuna di loro! E a Chelli per avercele fatte conoscere.

  6. Licurgo ha detto

    Mi pare che ci sia un passo del Vangelo in cui farisei e dottori della Torah rimproverano Gesù per essere a tavola coi peccatori. Lui rispose che il medico viene per il malato non per il sano. Gesù ha inoltre una grande comprensione umana per le prostitute, assieme però al netto ammonimento fatto all’adultera dopo averne impedito la lapidazione.
    Beh, mi pare che queste suore il Vangelo lo conoscano bene!

    • Vincent Vega ha detto in risposta a Licurgo

      Esatto Licurgo. Purtroppo molti, anche nella Chiesa, il Vangelo si limitano a conoscerlo e non ad applicarlo, al contrario di queste suore.

  7. Giovanni ha detto

    Scusate se non mi accodo al coro generale di meravigliato stupore. Frequento villaggi africani da 50 anni e, per default, purtroppo ho esperienza di come vengono “agghindate” le notizie che provengono dalla povertà estrema. Dunque, solo un paio di domande:
    1 – Se i protettori di queste infelici sfruttate si accorgono della “sleale concorrenza”delle religiose, cosa succede? Nei paesi a povertà estrema, la “giustizia” spesso è anch’essa estrema….
    2 – Come fa a dire, il signor banchiere, che nessuna autorità si occupa di questo agghiacciante problema? Lui, e gli altri come lui, davvero non possono fare niente se non denunciare e stupirsi? Non appartengono ad una delle tante forme di autorità?
    Mi sembra si voglia fare del sensazionalismo, come la presunzione occidentale spesso propone ed i lettori gradiscono.
    Preghiamo perché la misericordia di Dio ci aiutai diventare, a nostra volta, misericordiosi.

    • Fabrizia ha detto in risposta a Giovanni

      Anch’io ho qualche dubbio. Come reagiscono clienti e protettori? Non fanno stupro di gruppo contro l’inerme suora di turno? Non la massacrano di botte?

      • Ubi Deus ibi pax ha detto in risposta a Fabrizia

        @ Fabrizia e Giovanni:

        Personalmente suppongo che i clienti non credo si ritengano invincibili o intoccabili, e anzi paventano la possibilità di essere “scoperti” dalle consorti (la maggior parte di loro è infatti sposata, almeno in Italia). Ed un’eventuale denuncia per percosse o peggio ancora stupro, anche in Stati piuttosto tolleranti nei confronti del mercimonio che è il mercato della prostituzione, potrebbe creare loro grossi problemi “in famiglia” (oltre che eventualmente giudiziari).

        Discorso a parte per i protettori. Ma dubito che le suore che si prestano ad iniziative così rischiose non abbiano preso alcun accorgimento “salva vita”… Il martirio non va certo cercato, ma al più abbracciato.

  8. cristiano ha detto

    Buongiorno, non c’entra nulla con l’interessante articolo, ma vorrei ringraziare Vincent Vega per le risposte che mi ha fornito su alcune questioni da me sollevate sui Vangeli, sia per la disponibilità che per la preparazione

    • Vincent Vega ha detto in risposta a cristiano

      Ma figurati, Cristiano. Anche se continuo a non condividere il compliments sulla “preparazione” (dato che ne ho ancora di strada di fare) cerco, come ti ho detto, almeno di essere equilibrato e di non farmi trascinare dalla voglia (compresibile per un cattolico come me) di dire “è tutto vero senza eccezioni”.
      Diciamo che cerco di dividere il lusco dal brusco, accettando i metodi storico critici, se ti ho aiutato sono felice. 🙂

    • Vincent Vega ha detto in risposta a cristiano

      Tra l’altro sottolineo questa cosa per l’ultima volta e poi chiudo l’off topic: se oggi possiamo dire con certezza che Gesù è un personaggio storico tanto quanto Cesare, Garibaldi eccetera lo dobbiamo al metodo storico critico, nonostante esso sia stato applicato ai Vangeli in origine per volere degli illuministi, che volevano dimostrare la falsità del NT e distruggere il cristianesimo.
      Se oggi siamo in grado di dire che buona parte dei Vangeli contiene materiale storico sui detti e fatti della vita di Gesù lo dobbiamo al metodo storico critico, esattamente come è grazie al metodo storico critico (e non al Denzinger) che possiamo affermare senza timore di smentita che i miracoli sono inscindibili dal Gesù storico, che possiamo affermare l’altissima probabilità della storicità della tomba vuota ritrovata dalle donne e il fatto che i discepoli ebbero davvero esperienze che li convinsero di avere a che fare col Cristo risorto (anche se la storia, come già detto e ripetuto, non può certificare la sovrannaturalità di queste esperienze anche se, va detto, la tesi materialista sta in piedi quanto un serpente zoppo).
      Pertanto, se accettiamo il metodo storico critico quando conferma in gran parte la storicità dei Vangeli lo dobbiamo accettare anche quando, per esempio, ci dice quello che in ambiente biblista è già risaputo da decenni, ovvero che il Vangelo di Giovanni è il più teologico dei quattro Vangeli e che alcune parole di Gesù li riportate (come “in verità vi dico, prima di Abramo io sono” o “io e il Padre siamo uno”) al 99,99 per cento periodico non risalgono al Gesù storico.

      La sintesi è: non si può accettare il metodo storico critico per quello che ci fa comodo (e come abbiamo visto, ci torna molto utile, specie in questi tempi) e al contempo non accettarlo quando ci dice quello che alcuni (i più conservatori e attaccati ad un’inerranza biblica che mai è stata in campo storico ma sempre e solo in campo di Fede e di morale) non vogliono sentirsi dire.
      O meglio, lo si può fare, lo scotto da pagare però è la perdita di qualunque credibilità e, soprattutto, il non poter rispondere agli atei aggressivi (perché alle loro stupidaggini tipo “i vangeli sono favole” non si può rispondere con un’altra stupidaggine uguale e contraria del tipo “è tutto vero, senza eccezioni, in ogni virgola, il teologumeno nei Vangeli non esiste”) e ai credenti dubbiosi come ad esempio Cristiano.

      Con questo ultimo messaggio chiudo l’off topic, chi ha orecchie per intendere intenda. Se si vuole fare apologetica, ovvero difendere la Fede, cosa buona e giusta e che faccio quotidianamenre sia nella vita privata che sul web, bisogna prima di tutto accettare le regole del gioco, se non si accettano le regole del gioco si perde a tavolino.

      Saluti, scusate ancora l’ot ma ci tenevo a chiarire quest’ultimo punto.

    • Vincent Vega ha detto in risposta a cristiano

      Ultima informazione per Cristiano: il fatto che i passi dei Vangeli dove Gesù prevede la sua morte e resurrezione siano una costruzione post facta degli evangelisti è cosa sostenuta persino da MESSORI , l’apologeta per antonomasia, e come ti scrivevo nell’altro topic, questa cosa è molto importante, perché dimostra ulteriormente che le visioni del Risorto arrivarono come un fulmine a ciel sereno, senza che gli apostoli potessero aspettarsele minimamente, ulteriore elementi che indiboliscd ancora di più la tesi ridicola dell’autosuggestione (anche perché che suggestione poteva avere Paolo, un persecutore della Chiesa che mai aveva visto Gesù, e i 500 fratelli estranei alla cerchia apostolica che lui stesso menziona nelle sue lettere?).

      Quindi sui detti di Gesù che fa predizioni della sua morte e resurrezione il verdetto è praticamente unanime: trattasi di costruzione posteriore.

  9. Francesca ha detto

    L’articolo mi ha ricordato un video di Don Andrea Panont .
    Prostitute o suore https://m.youtube.com/watch?v=6uD2F2WNt18

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