Tutto è omofobia, anche la foto delle tue nozze su Zoom

Se partecipi ad una videochiamata da casa e alle tue spalle compare la foto del tuo matrimonio soffri di omofobia inconscia: ecco il nuovo psicodramma dell’associazionismo arcobaleno. Ma qual è il vero obbiettivo di questa campagna e delle Giornate contro l’omotransfobia?

 
 
 

Oggi i grandi media e le associazioni Lgbt ci impongono di celebrare la Giornata contro l’omotransfobia.

Fortunatamente, non ce n’è bisogno.

I dati statistici imparziali indicano chiaramente che non esiste alcuna emergenza in Italia, tant’è che gli unici numeri che vengono citati sui giornali sono quelli divulgati (ed autocertificati) dall’associazionismo arcobaleno.

 

Cosa c’è dietro le Giornate contro l’omotransfobia

In molti hanno ormai capito cosa si cela dietro alla celebrazione delle Giornate contro l’omotransfobia ed al tentativo di autoconvincere gli italiani di essere un popolo di indomiti omofobi.

E’ un grimaldello per legittimare una legge apposita (come si cercò di fare con il ddl Zan), in cui includere i veri obbiettivi: il self-id (la libera autocertificazione del proprio genere sessuale), le restrizioni della libertà di manifestazione del pensiero e l’imposizione alle scuole di corsi propagandistici sul gender (mascherati da lotta all’omofobia).

Nel marzo scorso abbiamo elencato tutti gli esponenti più autorevoli (in gran parte laici) che si sono accorti di questo e hanno condannato il ddl Zan all’affossamento: giuristi, costituzionalisti, magistrati, accademici, avvocati, storiche femministe, importanti filosofi ed opinionisti e perfino alcune sigle ed esponenti del mondo Lgbt.

 

Si vede la tua foto del matrimonio su Zoom? E’ omofobia

E’ surreale ormai constatare i livelli di psico-ossessione dell’omofobia.

A partire dal lockdown, in tempo di coronavirus, applicazioni come Skype, Teams e Zoom hanno permesso a milioni di persone di continuare a lavorare in smartworking, partecipando a riunioni online collegandosi da casa propria.

Anche su questo, incredibilmente, è nato l’ennesimo pretesto per urlare all’omofobia.

Il tutto è partito da Caroline Brooks e Amy Bonomi, omo-femministe della Michigan State University che lottano contro il fantomatico eteropatriarcato, per le quali ci sarebbe un «pregiudizio inconscio nelle riunioni online», un ennesimo problema urgente di dilagante omofobia.

I dipendenti delle aziende che si confrontano tra loro in videoconferenza, infatti, starebbero utilizzando un «linguaggio non verbale, manifestando simbolismo e segnali che rafforzano le identità sociali normative rispetto a genere, razza, preferenza sessuale e stato socioeconomico».

Un esempio? «Quando lo sfondo virtuale di un partecipante alla riunione su Zoom presenta immagini del suo matrimonio, rinforza involontariamente l’idea che il matrimonio sia più adatto tra sessi opposti».

Detta in parole semplici: la foto del matrimonio che si scorge sulla mensola alle spalle mentre si è in call con i colleghi comunica un’insopportabile discriminazione omofobica.

Si, serve assolutamente una legge.

La redazione

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

6 commenti a Tutto è omofobia, anche la foto delle tue nozze su Zoom

« nascondi i commenti

  1. anonimo ha detto

    Io personalmente queste gionatine del cavole le eliminerei,tranne il 17 marzo

  2. CarloMarko22 ha detto

    Ho cercato di non ridere leggendo gli stupidi argomenti usati da queste due “omo-femministe”.

  3. mwlo ha detto

    Tutto è omofobia

    Tutto, no 😀

    • Roan83 ha detto in risposta a mwlo

      Solo quello che fa comodo, via!

    • Roan83 ha detto in risposta a mwlo

      A proposito: chi decide cosa è e cosa non è? C’è un comitato o cose del genere? Oppure ognuno fa per sé?

      • mwlo ha detto in risposta a Roan83

        Il più delle volte è self-evidence, tipo il ragazzino di 16 anni con quattro costole rotte dallo zio che non voleva ricc****i in famiglia, qualche giorno fa in provincia di Cosenza 🙁

        A quel ragazzino lo conforterà sapere che “in Italia l’omofobia è un caso eccezionale” 🙁

« nascondi i commenti