“Nati per credere”, le banalità ateologiche di Pievani e Vallortigara

Telmo Pievani e Giorgio Vallortigara 
di Francesco Agnoli*
*scrittore e saggista

 
 

In Italia i più celebri ateologi sono Piergiorgio Odifreddi e Margherita Hack, ma sarebbe un torto non riconoscere l’intensa attività, nella stessa  direzione, di altre personalità minori, come Telmo Pievani, filosofo, e Giorgio Vallortigara, neuroscienziato.

Costoro sono coautori, con Vittorio Girotto, di “Nati per credere” (Codice 2008), un testo che sposa un assoluto naturalismo, che negherebbe per via razional-scientifica Dio, l’unicità dell’uomo, l’esistenza di una morale oggettiva…

Riguardo a quest’ultima, mentre se ne nega l’esistenza, si dedica un intero capitolo (“Dio, morali e giustizie”) a spiegare che varie ricerche individuerebbero nei credenti un minor e non ben definito “senso civico” (per intenderci, i mali del sud deriverebbero dall’alto tasso di frequenza in chiesa ecc., non da circostanze storiche che gli storici conoscono). Scrivono per esempio –citandolo come studio assai significativo, ma negando furbescamente che non sia “conclusivo” – che tale Gregory Paul “ha potuto documentare un’impressionante serie di correlazioni positive tra tassi di omicidio, suicidio, aborto e gravidanze di minorenni e tasso di diffusione delle credenze religiose”.

Dunque: si nega l’esistenza di una morale naturale, e poi si vuole far passare l’idea che i credenti siano degli immorali; si contraddice l’idea che l’opposizione della chiesa ad aborto, suicidio assistito ecc. abbia un fondamento oggettivo nella natura dell’uomo e nel bene, e poi si accusano i credenti di compiere ciò che, se fatto da loro, diverrebbe, improvvisamente, male oggettivo. Si priva l’uomo della coscienza e del libero arbitrio, riducendolo a un oggetto determinato, e poi si incolpa qualcuno perché agisce in un determinato modo (quasi fosse creatura libera e perciò imputabile). Sarebbe come incolpare il sasso, lanciato da una mano, di cadere verso terra.

Quanto a Dio, il problema è semplice: sarebbe stata l’evoluzione ad aver creato Dio, e non viceversa. Come, quando e perché? Non è chiaro: E’ probabile che le credenze nel soprannaturale siano la conseguenza indiretta (forse priva di qualsiasi vantaggio biologico) di certi adattamenti che sono, questi sì, di importante valore biologico. Adattamenti che hanno tra le loro conseguenze inattese anche un’inclinazione al fraintendimento del darwinismo”. Bastano il “probabile” e il “forse” per far capire che di scientifico, in questo discorso, non vi è nulla. E non vi è nulla di logico nel negare, come fanno gli autori, la differenza ontologica, di qualità e non di grado, tra l’intelligenza simbolica e la coscienza umana e vagamente analoghe facoltà animali. Dovrebbero bastare a dimostrarlo l’esistenza di facoltà unicamente umane, che non sono collegabili a un fine puramente biologico: dall’idea stessa di Dio, alle sue facoltà morali, artistiche, musicali, poetiche.

Per Vallortigara e Pievani Dio è una creazione dell’evoluzione e non viceversa: non ne era sicuro Darwin, che alla fine dell’“Origine delle specie” parla di un Dio Creatore, e che mai si definì ateo, ma semmai agnostico; non ne erano certi neppure la gran parte dei primi evoluzionisti, per lo più teisti. Non ne sono convinti Francis Collins, autore della mappatura del genoma umano, e uno dei più insigni evoluzionisti viventi, il credente Francisco Ayala, il quale in un  capitolo del suo “L’evoluzione”, intitolato “L’unicità umana”, nota come le cose che contano di più rimangano a tutt’oggi “circondate da un’aura di mistero”: “Come i fenomeni fisici diventino esperienze mentali, come emerga dalla diversità delle esperienze la mente, realtà con proprietà unitarie come il libero arbitrio e la coscienza di sé”.

Non sarebbe persuaso dalle tesi di Vallortigara e Pievani neppure il premio Nobel per la Fisica Sir Nevill Mott, secondo il quale esiste un “gap per cui non ci sarà mai una spiegazione scientifica, e questo gap è la coscienza umana”, o il premio Nobel per la Medicina Sir J. Eccles, per il quale l’anima è “creazione diretta di Dio” ed è impossibile “spiegare le funzioni superiori del cervello… facendo riferimento soltanto all’attività del cervello”. Non concorderebbero il neurochirurgo Gandolfini, di Scienza e Vita, per il quale è utopico pensare di poter “definire i ‘correlati dell’essere’, cioè dell’essenza propria, intrinseca, profonda che fa di ciascun uomo, un uomo irripetibile”, o molti linguisti e neuroscienziati che considerano la parola il Rubicone invalicabile tra uomo e animale. Tra questi, Andrea Moro, per il quale il linguaggio umano, che non si può “essere sviluppato per una pressione  evolutiva sul piano della comunicazione”, manda in frantumi le visioni riduzioniste, ed è “il vero scandalo della natura”: con esso “siamo di fronte alla prima porta verso il mistero… Lo stupore che la struttura del linguaggio umano e la sua aderenza alla realtà ci provocano non è in questo differente da quello che prova il fisico quando si accorge che una funzione matematica è in grado di descrivere un fatto del mondo”.

Da Il Foglio, 31/01/13

28 commenti a “Nati per credere”, le banalità ateologiche di Pievani e Vallortigara

  • nicola ha detto:

    Il fatto strano è che proprio dove la Chiesa Cattolica ha amministrato direttamente, penso al regmo pontificio preunitario o ai principi vescovi del trentino, è stato costruito un senso civico che si respira in modo evidente, ‘si taglia col coltello’. I due autori probabilmente non ne hanno tenuto conto.
    Il fatto che, ad esempio, in Emilia e romagna, Umbria, Marche e La zio si sia radicata una propensione al ‘voto’ a sinistra si può interpretaare come un tentativo di ‘laicizzare’ in modo radicale i valori radicati dall’amministrazione cattolica. Il loro ragionamento non spiega, ad esempio, il grande sviluppo economico e sociale del nord-est, Veneto e Friuli, profondamente cattolico fino ad un decennio addietro. Lo sviluppo più strepitoso, quello degli USA, si motiva con la schiavitù non con una struttura ‘civica’ superiore. Lo diceva anche Marx, gli USA non esisterebbero se non esistesse la schiavitù.

    • Xlove ha detto:

      Caro Nicola, fai bene a confutare queste cretinate di Pievani ma prendere sul serio una persona del genere significa dargli un’importanza che non merita. Pievani non è né più né meno troglodita tanto quanto Odifreddi, nonostante il suo approccio apparentemente più soft.

    • Giuseppe ha detto:

      Questa della schiavitù è una inesattezza. Infatti lo sviluppo economico degli Usa si ebbe soprattutto nel nord industriale, e non nel sud latifondista e schiavista. Gli Stati Uniti crebbero perché ebbero la possibilità di dispiegare la potenza del capitalismo in un territorio vastissimo e quasi privo di strutture sociali preesistenti che potessero ostacolare questo sviluppo in maniera determinante.

      • nicola ha detto:

        Un presupposto dello sviloppo è la conquista dei mercati. Nel 1800 era rappresentato in gran parte dal commercio del cotone, prodotto al sud e, probabilmente, trasformato al nord. E’ un fatto che la ‘guerra del mercato del cotone’, fra USA e Inghilterra, è stat vinta dai primi. Questo ha permesso la poderosa accumulazione capitalistica fondamento del futuro sviluppo statunitense.

    • unafides ha detto:

      Perdonami, ma la propensione al voto di sinistra si può tranquillamente sottoscrivere in Umbria, Emilia Romagna e Marche, mentre nel Lazio possiamo notare una tendenza storica esattamente opposta

      • Andrea ha detto:

        Secondo me legare troppi effetti ad una sola causa è sempre un male. Anche quando si parla di Religione.

        Storicamente, per esempio, il voto a sinistra in Emilia è dovuto anche al radicamento della classe operaia e del settore metalmeccanico. Lombardia e Veneto hanno conosciuto uno sviluppo economico maggiore della media nazionale grazie anche al fatto di esser state a lungo sotto l’Austria e di esser quindi venute in contatto più facilmente con l’economia liberale ed industriale mittel-Europea.

        • nicola ha detto:

          Lo sviluppo economico del Veneto, il cosiddetto miracolo Nord-Est, è iniziato negli anni 70. Prima si parlava del Veneto come ‘il sud del nord’. Lo provano anche i flussi emigratori che hanno caratterizzato tale regione. La ragione dello sviluppo economico successivo agli anni 70 è da ricondursi alla qualità sociale di tale regione diventata essenziale dopo i mutamenti legislativi degli anni 70-80. Qualità sociale costruita non dai 50 anni di amministrazione austriaca ma dai millenni di profondo cattolicesimo.

  • Giuseppe ha detto:

    Sono quasi sicuro che il recensore non abbia davvero letto il libro, come tra l’altro capita spesso…

    • Boomers ha detto:

      Sono sicuro che lo abbia letto, tanto quanto l’ho letto io. E confermo la recensione, un libro ideologico e di chiaro intento proselitistico verso la fede atea.

      • Giuseppe ha detto:

        Ho letto il libro, e posso affermare che, dialetticamente parlando, questa recensione è solo una confutazione per denigrazione, niente di più. Non è comunque un caso isolato.

        • Boomers ha detto:

          Siamo in due ad avere letto il libro, confermo che in gran parte di esso c’è una chiara spinta ideologica che dovrebbe essere assente in un volume di divulgazione scientifica. In alcune parti mi sono anche sentito offeso come credente, trattato come un cretino. Ma ormai ci sono abituato.

        • Xlove ha detto:

          Ma tu sei mica lo stesso che dice che Odifreddi e Dawkins sono rispettosi della fede religiosa? Ah beh, siamo a cavallo allora 🙂

        • Eli Vance ha detto:

          L’unico che ha usato lo strumento della denigrazione per ora sei solo tu Giuseppe, e mi chiedo il perchè di questa bassezza. Al posto di discutere sui temi specifici del libro vai ad accusare chi non si piega all’ideologia di Pievani di non aver nemmeno letto il suo libro?

    • lorenzo ha detto:

      Da dove si evince che la tua supposizione rispecchi la realtà?

  • Andrea ha detto:

    Ma i loro argomenti sono sempre gli stessi dai tempi dell’illuminismo?

    Si direbbe di si…

    • DSaeba ha detto:

      Durkheim, 130 anni fa, fece uno studio statistico sul suicidio decisamente più avanzato.

      Ma questi signori non hanno la finezza del grande sociologo.

  • DSaeba ha detto:

    Comunque, faccio notare che, se anche si ammettesse che le credenze sono ESCLUSIVAMENTE un adattamento ad un ambiente dovuto ad un’evoluzione della società umana (e di certo non è così ovvio), ciò non proverebbe comunque che siano false in alcun modo.

  • manuzzo ha detto:

    altra roba che va a foraggiare il populismo anticlericale. Nè più nè meno. Grazie della recensione, ma penso che se avessi venti euro da buttare, comunque non comprerei quel libro.

  • Klaus ha detto:

    A quanti affermano che a un alto tasso di cattolicesimo corrisponde un basso tasso di senso civico c’è sempre un consiglio da dare: fatevi un giro in Sud-Tirolo (o Alto Adige che sia) e l’evidenza empirica vi smentirà. Poi, certo, anche lì hanno i loro difetti.

    • DSaeba ha detto:

      Considerando che non mi volevano servire un’aranciata perchè sono italiano…

      • Klaus ha detto:

        A me non è mai successo niente di simile, ma non si può mai dire. In ogni caso, ti dirò, preferisco (si fa per dire) chi mi considera male perché sono italiano in una zona germanofona a chi mi considera male perché sono romano in una zona italofona (succede, succede …)

      • Francesco_ ha detto:

        Ma ancora questa storia del “non vogliono servirmi perchè sono italiano” ??? In una regione che campa soprattutto grazie al turismo, dove una percentuale altissima di residenti (una grandissima parte dei quali impiegati nei servizi turistici) sono extracomunitari, i baristi si mettono a fare gli schizzinosi con l’etnia del cliente?? Ma dove è stato ??? La prego, anzi la imploro, mi dia le coordinare per raggiungere questo famigerato bar così anche i possa incontrare quello che in decenni di familiarità con questo pezzo di terra non ho mai incontrato. Forse non lo sanno nemmeno loro di essere così famosi. O forse non esistono. O forse lei ha frainteso perchè partito già con qualche pregiudizio. O forse ne ha sparata una come fanno tanti per far credere di essere testimoni viventi della leggenda.
        (scusate l’OT)

      • Francesco_ ha detto:

        Errata corrige: si legga “una gran parte degli impiegati nel settore turistico sono extracomunitari”.
        Comunque anche a residenti extracomunitari non si scherza.

  • saracino ha detto:

    Interessante, curiosando nella mia libreria qualche giorno fa ho trovato proprio questo libro…

  • Lucio ha detto:

    Complimenti agli autori: sono riusciti a scrivere un libro che non ha nessun valore scientifico e filosofico…… La cultura occidentale ha rinnegato Dio e, come conseguenza, cade sempre piu’ in basso. Tra un po’, magari, lo vedremo pubblicato a puntate su Focus….

  • Max ha detto:

    Riguardo l’affermazione secondo cui i credenti sono moralmente peggio dei non credenti, anche il biologo evoluzionista non credente H. Allen Orr, recensendo il libro di un certo suo collega britannico ( 😀 ) scriveva…

    “What of the possibility that present-day churchgoers are worse morally than those who stay away? They might be. Indeed C.S. Lewis, in perhaps the most widely read work of popular theology ever written, Mere Christianity, conceded the possibility. Emphasizing that the Gospel was preached to the weak and poor, Lewis argued that troubled souls might well be drawn disproportionately to the Church. As he also emphasized, the appropriate contrast should not, therefore, be between the behavior of churchgoers and nongoers but between the behavior of people before and after they find religion. Under Dawkins’s alternative logic, the fact that those sitting in a doctor’s office are on average sicker than those not sitting there must stand as an indictment of medicine. (There’s no evidence in The God Delusion that Dawkins is familiar with Lewis’s argument.)^5”

    5 – Even when comparing believers and nonbelievers, Dawkins is curiously silent on one of the best-known differences. Believers give far more to charities—even nonreligious charities—than do secularists. See, for instance, the Social Capital Community Benchmark Survey

    http://www.nybooks.com/articles/archives/2007/jan/11/a-mission-to-convert/?page=2

    Sarebbe bastato ricordare cosa diceva C. S. Lewis riguardo questo argomento.

  • Penultimo ha detto:

    “ha potuto documentare un’impressionante serie di correlazioni positive tra tassi di omicidio, suicidio, aborto e gravidanze di minorenni e tasso di diffusione delle credenze religiose”.”

    1.L’impressionante opinionismo soggettivo non è un fatto.
    2.E’ una fallacia logica affermare implicitamente o non implicitamente che:”tutte le credenze sono identiche”,confutarla significa trovare anche solo un elemento che non sia afferibile “tutte” tale che A non è B,sia se è universale affermativa che particolare affermativa.Ne ho a centinaia di migliaia per farlo,sia sul piano Quantità,sia sul piano Qualità.

    3.Qual’è il numero di campionamento,ovviamente relativo alla credenza in analisi,perchè la 2 è un argomento sopresso sofisticamente sull’intera strutura argomentativa,e il numero di campionamento deve tenere conto anche della 2 per essere valido.

    “E’ probabile che le credenze nel soprannaturale siano la conseguenza indiretta (forse priva di qualsiasi vantaggio biologico) di certi adattamenti che sono, questi sì, di importante valore biologico. Adattamenti che hanno tra le loro conseguenze inattese anche un’inclinazione al fraintendimento del darwinismo”

    Il probabile è gia una parola opinionistica.Nota che ammenità fallace:

    1.Le credenza sono conseguenza di adattamento biologico
    2.Gli adattamenti sono inattesi

    Se sono consequanziali non sono inattesi se sono inattesi non sono consequenziali.

    E come fa il concetto di credenza a essere sotto il medesimo attribuito inateso (casuale) e determinato (incausale) nello stesso momento?

    “e poi si accusano i credenti di compiere ciò che, se fatto da loro, diverrebbe, improvvisamente, male oggettivo.”

    Sanno costoro,sono coscienti,che questa struturazione di pensiero oltre che fanatica (è fallace affermare che poichè qualcuno appartiene a un credo o credenza sia quindi fanatico),è un argomentum ad hominem prevaricante?

    Misteri della fede (fiducia) dei sofisti.

    Non ci sarà di scientifico nulla è vero, è anche vero che non c’è nulla di logico in tali affermazioni perentorie.