Nozze e adozioni gay: il Corriere non convince i suoi lettori

Corriere della seraNonostante la evidente mancanza di imparzialità nel trattare la tematica del matrimonio e adozione da parte di coppie dello stesso sesso, il Corriere della Sera, principale quotidiano italiano, e il suo editorialista maggiormente schierato Pierluigi Battista, pare non siano riusciti a convincere i propri lettori.

Più volte abbiamo sottolineato come i giornalisti del quotidiano di via Solferino, sopratutto coloro che lavorano sul sito web del giornale, abbiano in maggior parte abbandonato qualsiasi necessaria presa di distanza dalle notizie su questa controversa tematica, così come ci si aspetterebbe da professionisti del mestiere. Quotidianamente (almeno fino a dicembre 2012, la situazione sembra leggermente cambiata oggi) hanno proposto storielle, spesso sciocche e frivole, a sfondo omosessuale. Titoli sparati e contenuti miseri, offensivi a nostro avviso, innanzitutto per gli stessi omosessuali che si vedono citati solo per banalità da giornaletto di gossip. Secondo l’omosessuale Walter Siti, si tratta dell’opera di “gayzzazione dell’Occidente”, ovvero il tentativo mediatico di modificare con la ripetizione ossessiva il giudizio morale di chi legge. Quest’opera di convincimento, poco adatta ad un quotidiano che vorrebbe essere sopra le parti, non sembra però  essere stata efficace verso i lettori, come mostrano alcuni sondaggi.

 

Il 15 dicembre il Corriere ha chiesto ai suoi elettori, banalizzando un pensiero di Benedetto XVI molto più complesso: «Il Papa contro le nozze gay: sono “un’offesa contro la verità della persona umana”. Siete d’accordo?». Su circa 7800 votanti, il 67,5% ha risposto “si”, contro il 32,5% di “no”.

Sondaggio adozioni3

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un altro sondaggio, questa volta del 12 gennaio 2012, si è concentrato sulle adozioni omosessuali, chiedendo ai lettori se un bambino secondo loro può vivere bene in una coppia formata da due padre o due madri. L’esito è stato abbastanza schiacciante: il 74% ha risposto “no”, mentre il 26% ha risposto “si”. I votanti sono stati numerosi: oltre 40.000.

Sondaggio adozioni

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Il 14 gennaio, invece, è stato domandato se fosse condivisibile l’opposizione al matrimonio omosessuale, condividendo le ragioni delle migliaia di manifestanti del noto corteo a Parigi che hanno sfilato contro il progetto di legge voluto dal governo, svoltosi il giorno prima. Il 63,3% dei votanti ha risposto “si” contro il 36,7% dei “no”. In totale hanno votato 3028 persone.

Sondaggio adozioni

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Il responso non è cambiato molto da quello di due anni fa, quando ad un sondaggio simile realizzato sempre tra i lettori del quotidiano di Ferruccio De Bortoli, chi si è detto contrario ad una equiparazione tra unioni omosessuali ed eterosessuali è stato il 73,8% dei votanti, contro il 26,2% dei “si”. Tuttavia in quel caso avevano votato 34.356 lettori.

E’ giusto informare che i sondaggi online di Corriere.it non hanno un valore statistico, si tratta di rilevazioni non basate su un campione elaborato scientificamente. Sono utili tuttavia per conoscere indicativamente le opinioni dei lettori, sopratutto se votano nell’ordine delle migliaia. In particolare dovrebbero servire come utile feedback per i gestori del sito del quotidiano, forse anche per questo nelle ultime settimane c’è stata una leggera ripresa dell’imparzialità su queste tematiche da parte del Corriere.

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249 commenti a Nozze e adozioni gay: il Corriere non convince i suoi lettori

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  1. Umpalumpa ha detto

    Sondaggio di oggi.
    “Nozze gay: la Francia approva il passaggio chiave del progetto di legge. L’Italia dovrebbe seguire l’esempio?”
    HO notato che nei sondaggi dei siti dei maggiori quotidiani (soprattutto Corriere) il primo giorno il sondaggio da come risultato vittoria schiacciante dei “gay-friendly-laicisti” e poi se si va a rivedere nell’archivio lo stesso sondaggio dopo un mese i risultati sono capovolti in maniera schiacciante come segnalate voi dell’uccr.
    Un caso? Sembrerebbe di si almeno che non ci sia qualcuno che tiene sott’occhio i sondaggi del Corriere (tanto per fare un esempio) per il primo giorno di pubblicazione o fintanto che sono pubblicati in home page del sito.

    http://www.corriere.it/appsSondaggi/pages/corriere/d_11786.jsp

  2. Michele Silvi ha detto

    “Una leggera ripresa dell’imparzialità” c’è stata semplicemente perché Galli della Loggia è fondamentalmente intoccabile, in quella testata.
    Fosse stato uno con meno peso probabilmente non sarebbe andata così.

  3. Max ha detto

    Purtroppo le cose in Via Solferino non vanno sempre bene (vedi in questi giorni). D’altra parte, e’ interessante vedere che molti lettori del Corriere, pur riconoscendo che gli omosessuali dovrebbero avere dei diritti (personalmente, ho gia’ detto in passato che si debba discutere il diritto di visitare il proprio compagno malato in ospedale, cui si vuole bene, indipendentemente dalle proprie inclinazioni sessuali, come possono attualmente fare i membri della famiglia), pero’ si oppongono al riconoscere che l’unione tra persone dello stesso sesso sia equiparabile ad un matrimonio.
    Chissa’, forse si rendono conto che si tocca qualcosa di profondo, anche se non sanno ben articolare il proprio pensiero. O che, se si riconosce che l’unione tra persone dello stesso sesso sia equiparabile ad un matrimonio, allora non si avrebbero argomenti per opporsi a matrimoni a tre ed altre varianti sul tema. Che tale punto non sia semplice teoria e’ dimostrato dal fatto che in Canada, che ha legalizzato il matrimonio tra omosessuali circa 10 anni fa, sembra che alcuni gruppi stiano lottando affinche’ si riconosca la poligamia et similia (http://www.bbc.co.uk/news/world-us-canada-11776534 o, http://www.guardian.co.uk/commentisfree/belief/2011/nov/30/heterosexuality-canada-law-monogamy-polygamy) o che in Brasile, un paese in cui le unioni civili sono state introdotte, un giudice abbia sentenziato che tre persone possono entrare a far parte di un’unione civile: http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/southamerica/brazil/9504746/Three-people-enter-into-civil-union-in-Brazil.html ).

    • Eigub Etted ha detto in risposta a Max

      Ma non obbligano mica te o me, lasciali fare ciò che vogliono della “loro” vita.

      • Raffa ha detto in risposta a Eigub Etted

        Ancora questa cretinata? Nemmeno i pedofili ti obbligano a fare qualcosa a te, lasciali dunque fare quello che vogliono della “loro” vita, così come gli incestuosi, i poligamici, i razzisti, gli schiavisti ecc.
        Ma possibile che questa gente se ne esca ancora con l’argomento: “finché non fanno nulla a me allora possono fare quel che vogliono”??? Roba da pazzi!

        • ilaria ha detto in risposta a Raffa

          Ma vuoi che qualcuno ti imponga cosa fare con il tuo compagno?

          • Raffa ha detto in risposta a ilaria

            No, voglio solo che non mi si imponga di leggere certe cretinate, come il fatto che dato che tra due omosessuali c’è l’amore allora bisogna legalizzare le nozze gay. Per favore, emancipatevi da queste cretinate e cercate di capire quale sia la vera questione.

            • marlin ha detto in risposta a Raffa

              Il punto è che le nozze civili sono una pura questione di soldi, all’atto pratico.
              Di soldi, e di gestione dei figli, ma infatti sulle adozioni resto abbastanza perplesso anch’io.

              Tolto quello, non vedo alcun motivo per negare agli omosessuali la possibilità di sottoscrivere un particolare contratto e di concedersi diritti come quello di visitarsi in ospedale, etc. che dovrei poter concedere a chi mi pare, se lo desidero.

              Ovviamente chi si sposa dà un valore emotivo a tutto ciò che di solito è ben più importante del valore pratico, ma la legge con questo non c’entra nulla. Se la legge dovesse valutare l’amore e la serietà degli impegni presi, metà dei matrimoni andrebbero sciolti domani mattina.

              • Andrea ha detto in risposta a marlin

                Detto in sintesi:

                – Il Matrimonio nasce anche come istituto per garantire stabilità ad una coppia di genitori.
                – Quindi due che contraggano un’unione intrinsecamente sterile (come quella omosessuale) non possono aver figli.

                Considerando che vi sono studi sociologici, psicohiatrici e neuroscientifici sui problemi dei figli nati in famiglie poliginiche, poliandriche e più ancora instabili od omosessuali allora come facciamo ad accettare le “nozze gay”?

                Se poi due omosessuali vogliono stare insieme pochi se ne fanno problemi in Occidente. Ma prima di parlare di “matrimonio per tutti” o di “figli per tutti” andiamoci piano…

                • manuzzo ha detto in risposta a Andrea

                  infatti secondo me non è certo opportuno concedere le nozze gay, però si potrebbe fare qualcosa in termini di diritti per gay, come gistaappunto la visita in ospedale equiparata a quella di coniugi o parenti naturali. Ovviamente da ciò non si possono però discrimare triplette, famiglie aperte(coppie, o forse è più giusto dire, squadre di poligami). Poi riguardo agli incestuosi il problema non si pone perché tanto già sono parenti naturali. Solo riguardo ai necrofili avrei delle perplessità: se ci fosse il cadavere di un vostro parente in una sala mortuaria, ci lascereste una persona dichiaratamente necrofila? se non lo facessimo,significherebbe inficiare il coming out dei necrofili. Ma ciò sarebbe discriminante per loro rispetto ad etero e gay….. È un brutta matassa. Ammettere che gli scienziati che si sono dedicati a curare queste parafilie hanno visto sempre il taglio dei contributi ai loro studi no eh? mica si può tagliare la testa al toro se la gay mafia ci guadagna con i gay…. che fanno pure comodo: una voce in più (ma non sempre) contro la Chiesa. Non penso sarà così facile risolverla la situazione.

              • Raffa ha detto in risposta a marlin

                marlin il tuo è tutto un altro discorso sul quale si può anche ragionare e condividere, capisci però che finché ci troviamo a dialogare con gente come Eigub Etted e Ilaria che dicono “due omosessuali non fanno del male a me amandosi allora bisogna legalizzare matrimonio e adozione gay”, allora come si può pensare di confrontarsi?? Sarebbe più facile far capire la relatività generale a mio nipote di 2 anni.

          • Umpalumpa ha detto in risposta a ilaria

            Con la loro vita possono fare quello che vogliono. Ci mancherebbe.
            Altro discorso è voler modificare la struttura sociale, prevedendo matrimoni per persone dello stesso sesso o più di coniugi ecc ecc….

            • Raffa ha detto in risposta a Umpalumpa

              Grazie per aver avuto la pazienza di spiegare ai militanti del web l’abc della questione, io invece non ce la faccio proprio a partire ogni volta da capo.

        • marlin ha detto in risposta a Raffa

          Gli schiavisti e i razzisti “non obbligano nessuno” a “fare qualcosa”? Come no. Ma vi rileggete quando scrivete?
          Stesso dicasi per i pedofili, dato che per definizione cercano sesso con qualcuno che non può dare un valido consenso – l’espressione americana si traduce con “stupro tecnico” o qualcosa del genere, infatti.

          • Raffa ha detto in risposta a marlin

            Ma non è forse la loro vita? In base a cosa puoi dire che lo schiavismo è sbagliato? Perché vuoi imporre la tua opinione morale o la tua presunta verità agli altri? La verità non esiste altrimenti esisterebbe Dio, e la tua è un’opinione tanto identica quanto quella di uno schiavista. Chi decide che lui sbaglia e tu no? In base a quale criterio? Dove noi laici e secolarizzati siamo in maggioranza, come in Olanda, abbiamo infatti concesso ai pedofili di avere un partito politico perché è giusto così, non dobbiamo imporre le nostre opinioni su nessun’altra opinione. http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/esteri/prtito-dei-pedofili/prtito-dei-pedofili/prtito-dei-pedofili.html

          • Piero ha detto in risposta a marlin

            E tutto questo e’ il problema?
            Basta abbassare, per legge, l’eta’ del “consenso”, e tutto va a posto, no?
            Non e’ quello che predicate sempre voi laicisti? Basta che lo dica “la Legge” e la natura deve piegarsi ad essa…

            • Raffa ha detto in risposta a Piero

              Bravo Piero…basta che lo dica la sacra Corte Costituzionale e la divina Cassazione e tutto diventa lecito. Sono i giudici oggi che decidono cosa è vero e cosa è falso, cosa è il bene e cosa il male.

          • Piero ha detto in risposta a marlin

            basta dire, per legge, che neri, ebrei, donne, minori, embrioni, non sono persone e la cosa e’ fatta, no?
            Non e’ forse il diritto positivo che plasma il mondo, per voi laicisti?
            Non e’ quello che dite degli embrioni, degli acefali, dei disabili gravi?
            Ben vi sta, il giochino vi si sta ritorcendo contro…

            • LC ha detto in risposta a Piero

              You wrote:”basta dire, per legge, che neri, ebrei, donne, minori, embrioni, non sono persone e la cosa e’ fatta, no?”
              RE: Sono contrario alla zooerastia e stiamo parlando di animali e non di persone. Personalmente se si può escludere violenza e sopraffazione, ognuno può fare ciò che più gli piace. Siccome non posso escludere violenza e sopraffazione nella pedofilia e nella zooerastia, dove una parte oggettivamente più debole (l’ animale, il bambino) non può garantire una condivisione ragionata e matura all’ atto sessuale, il sottoscritto è per il divieto di tali pratiche.

              • Piero ha detto in risposta a LC

                basta stabilire, per legge, che il consenso informato dell’animale, tavolino, insetto, mutande, ci sia, se non viene espressamente negato e tutto e’ a posto.
                Facile no?

              • Francesco_ ha detto in risposta a LC

                All’inzio del ‘900 fu stabilito PER LEGGE che alcune razze non godevano di tutti i diritti riconosciuti agli esseri umani. Tutto bene dunque, lo aveva stabilito la legge. Un coerente relativista dovrebbe riconoscere che le leggi razziali non furono – almeno nel periodo di vigenza della medesime – contrarie ad alcuna morale (che essendo appunto relativa al momento storico non esiste in re ipsa).
                Ho capito bene?

            • Pino ha detto in risposta a Piero

              infatti è questo il punto che i laicisti non comprendono, loro vivono nella ideologia della giustizia, ciò che stabilisce la legge è per forza giusto, lo dice la legge.

          • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a marlin

            Certe volte bisogna proprio guardare al Cielo, fermarsi un attimo, pensare che anche questo è un nostro fratello…, altrimenti di fronte a certe immense boiate in malafede l’insulto partirebbe automatico.

            Cerca di ragionare un tantino. Il punto è proprio quello indicato dai commenti che mi precedono. Voi ipocriti criminali affermate principi giacobini astrattissimi nella loro “bellezza”: “ogni persona ha diritto alla vita” (quindi, per carità, tutti contro la pena di morte!!!), “ogni persona ha diritto all’autodeterminazione tramite la propria libertà inviolabile di coscienza” (quindi, per carità, sempre totale libertà di espressione!!!); ma poi basta approntare una “classificazione” ad hoc e per magia ci ritroviamo con esseri umani che non possono però considerarsi persone e dunque possono essere abortiti (= assassinati); oppure con minori che possono essere COSTRETTI a subire un’adozione omosessuale, che gli rovinerà la vita. Attenzione perché, come disse una volta Papa Giovanni Paolo II, “Una volta arriverà il giudizio di Dio!”.

            • Luigi Pavone ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

              Tutti gli uomini hanno un diritto naturale alla vita e alla libertà, inclusi i feti, benché il loro essere persone sia dubbio, nel senso che non sappiamo esattamente quando un feto cominci ad avere i tratti della personalità, della coscienza, della percezione, del sentimento del piacere e del dolore: la posizione secondo la quale è persona sin dallo stadio zigotico è una posizione semplicistica, più interessata alla morale che alla verità delle cose); tutti gli uomini hanno un diritto naturale alla vita e alla libertà, dicevo, il problema è fin dove può spingersi lo Stato nella difesa di questo diritto: credo che lo Stato abbia un limite naturale nella signoria (relativa, ma in ogni caso superiore a quella dello Stato) che ciascun cittadino esercita sul proprio corpo, e dunque lo Stato non può costringere a trattamenti sanitari non-voluti, non può costringere a donare il sangue, benché una simile costrizione potrebbe salvare o migliorare le condizione di vita di molte persone (e quindi sarebbe in difesa del diritto alla vita), e non può costringere le donne ad affrontare tutti i cambiamenti fisici, tutti i trattamenti sanitari che la gravidanza comporta, tutti i controlli che concernono la salute del nascituro, ma che, per uno stato naturale delle cose, che è sciocco negare, passano attraverso il corpo della madre.

              • Daniele Borri ha detto in risposta a Luigi Pavone

                La pseudofilosofia di Pavone comincia a scricchiolare, è un classico dei filosofi fai-da-te. Ieri diceva con sicumera e senza spiegarlo che lo zigote non è persona: https://www.uccronline.it/2013/01/13/tommaso-daquino-il-suo-vero-pensiero-sullaborto-e-sulla-donna/#comment-105657,
                oggi dice che invece il feto potrebbe essere persona.

                Ma cosa succede tra lo zigote e il feto? Per Pavone si diventa persone, e come? Nessuno lo sa. Sembrerebbe che per Pavone uno è una persona quando ha “i tratti della personalità, della coscienza, della percezione, del sentimento del piacere e del dolore”. Dunque Pavone deve concordare con la Bioetica Laica di Maurizio Mori che legittima pubblicamente l’infaticidio, in quanto anche il neonato non ha i tratti classici “della personalità” teorizzati dalla filosofia utilitarista.

                Pavone sostiene anche che numerosi disabili gravi non siano persone perché essi purtroppo hanno perso “la percezione del sentimento del piacere e del dolore”.

                Pavone ancora non capisce che lo Stato già obbliga la donna “ad affrontare tutti i cambiamenti fisici, tutti i trattamenti sanitari che la gravidanza comporta” attraverso la legge 194 dato che l’aborto illegale è illimitato.

              • beppina ha detto in risposta a Luigi Pavone

                la posizione secondo la quale è persona sin dallo stadio zigotico è una posizione semplicistica, più interessata alla morale che alla verità delle cose

                Lo stadio zigotico é preliminare agli stadi successivi. Se NON c’é questo stadio DOPO c’é solo il NULLA; se c’é questo stadio DOPO c’é SICURAMENTE qualcosa. E’ così semplice…

                E’ altrettando indiscutibile poi che un tale modo di “considerare” la vita può essere assorbito e acquisito, come bagaglio culturale personale, solo perché qualcuno altro, in precedenza, non la pensava così.

                • Luigi Pavone ha detto in risposta a beppina

                  Non c’è dubbio che lo stadio zigotico è preliminare etc. Ma c’è anche uno stadio preliminare all’essere zigotico (altrimenti dopo ci sarebbe, come giustamente osservi, il nulla).

                  Conosco un mio amico, il quale esiste, è a favore della legalità dell’aborto, ed ha una madre che la pensa come lui.

                  • beppina ha detto in risposta a Luigi Pavone

                    Speravo in risposte più interessanti.

                    1) non c’è dubbio che lo stadio zigotico è preliminare etc. Ma c’è anche uno stadio preliminare all’essere zigotico (altrimenti dopo ci sarebbe, come giustamente osservi, il nulla)
                    Prima dell’ovocita fecondato non c’é niente che porti a qualcosa di senziente. Se non fosse così sarebbe da preoccuparsi 🙂 …

                    2) Conosco un mio amico, il quale esiste, è a favore della legalità dell’aborto, ed ha una madre che la pensa come lui.
                    Insomma la vita come botta di culo; ma che ci sta a fare l’Uomo a questo mondo? E’ proprio vero, facciamo tanto gli intellettuali ma poi siamo solo dei semplici e banali animali…

            • Luigi Pavone ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

              Possiamo anche dire che è immorale non donare il sangue a chi ne ha bisogno, possiamo anche dire che è immorale interrompere la gravidanza, ma non possiamo dire che spetti allo Stato esercitare una coercizione per la quale risulterebbe obbligatorio donare il sangue o obbligatorio accettare una gravidanza.

              • Daniele Borri ha detto in risposta a Luigi Pavone

                Uccidere un essere umano è una coercizione e dunque il diritto alla vita prevale evidentemente sul presunto “diritto” di scelta di uccidere.

                Per aggirare tale evidenza ti conviene, come ogni buon abortista ormai ha capito, tornare ad insistere sull’esistenza di esseri umani-non persone e coerentemente però a legittimare l’infanticidio e l’uccisione di disabili gravi poiché essi hanno le stesse “incapacità” degli embrioni e dei feti.

              • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Luigi Pavone

                1) Come ti ho già obiettato altre volte, l’esistenza in natura non va confusa con il predicato di esistenza della logica estensionale, per la quale essa coincide con l’essere incluso in un classe (e si può essere inclusi in una classe solo quando si hanno in atto tutte le caratteristiche che delimitano quella classe: esistere come persona = possedere un sistema nervoso, essere pienamente coscienti, poter percepire, poter avere il sentimento del doloro, ecc).

                due – non mi funziona più il tasto del numero due!!! -) La ragione d’essere dello stato è il bene comune. L’omicidio è un male contro il bene comune. Inoltre usare del proprio libero arbitrio per commettere ingiustizie non è in alcun modo un esercizio lecito della libertà, dunque non si ha diritto a fare il male e lo stato (o chiunque altro) non si arroga nessun potere illecito, quando impedisce un omicidio.

                3) Come ti ho già obiettato (testa dura!), non c’è paragone possibile tra essere costretti ad evitare un omicidio ed essere costretti a compiere un atto di generosità, che è un atto diverso da un atto di giustizia.

                • Luigi Pavone ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                  1) L’alternativa non è chiara. Non si può chiedere di passare dalla chiarezza alla confusione. L’alternativa deve essere almeno tanto chiara quanto ciò di cui si propone come alternativa.

                  2) Tu dici che donare il sangue evitando la morte di qualcuno è un atto di generosità (e lo Stato non può costringere alla generosità), mentre donare il proprio corpo per lo sviluppo del feto è un atto di giustizia (onde lo Stato può, anzi deve costringere). La distinzione non è chiara. Non si capisce quali proprietà pertinenti ineriscono al primo caso e non al secondo, o viceversa.

                  • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Luigi Pavone

                    1) L’alternativa è chiarissima ed è basata sul principio di causalità (a meno che tu, come Hume, non lo neghi): enti che per natura sono persone, generano persone, indipendentemente dal fatto che lo sviluppo massimo delle capacità di una persona avvenga processualmente e per gradi o che possa regredire a causa di danni o malattie. In altre parole il feto incosciente di due genitori umani è una persona incosciente, non una non-persona e tanto meno un non umano; esattamente come uno che dorme o è svenuto, non è meno persona di chi è desto e vigile.

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                      Non capisco, scusa. Vuoi dire che, esclusivamente per i viventi, l’effetto è da considerarsi della stessa specie della causa, indipendentemente dalle sue proprietà attuali? Cioè, per ogni x, e per ogni y, se x e y sono viventi, allora se x è causa di y, allora y appartiene alla classe A se e solo se x appartiene ad A?

                      La mia è solo un tentativo di formalizzazione. Il mio scopo è indicarti ciò che intendo per spiegazione chiara. In ogni caso, un oggetto può avere diverse cause, quale sarebbe quella pertinente? E quale l’effetto pertinente? La placenta è una persona? Perché il principio è valido per i viventi e non per i non-viventi? Insomma, un bel po’ di roba da affrontare, non mi stupirei se Daniele Borri preferisse farsi una scampagnata.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                      Per ogni x, y, w, se x e y sono viventi e x e y sono genitori di w, allora w è persona se e solo se x e y sono persone. Come sai, infatti per Aristotele (e San Tommaso) la forma sostanziale è anche causa finale, dunque l’appartenenza a una data specie implica la presenza potenziale (in ragione della forma sostanziale) di tutte le proprietà dell’essere umano.

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                      Non sono così insensibile da non capire che il progetto di fornire un criterio di appartenenza di specie, nel caso dei viventi, alternativo a quello classico sia filosoficamente interessante e stimolante. Occorre però far vedere che esistono dei problemi che il criterio classico non è in grado di affrontare, mentre il nuovo sì. Non può essere considerato un problema filosoficamente rilevante che il criterio classico entri in rotta di collisione con alcune credenze etiche religiose. Detto questo, per ora non vedo problemi con il criterio classico. Vedo ani dei grossissimi problemi con il criterio da te esposto. I problemi sono più di uno, ma è un po’ difficile esporli. Ti espongo quello più paradossale e di facile comprensione (anche per Daniele Borri). Adottando il tuo criterio non saremmo mai in grado di stabilire l’appartenenza di specie di nessun vivente. Infatti, per stabilire se x è un uomo, dovremmo conoscerne i suoi genitori, ma per sapere se i suoi genitori sono uomini, dovremmo conoscere i genitori dei genitori, e per sapere se i genitori dei genitori sono uomini, dovremmo conoscere i genitori dei genitori dei genitori, ma per sapere se i genitori dei genitori dei genitori sono uomini, dovremmo conoscere i genitori dei genitori dei genitori dei genitori, e così via ab libitum.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                      Ehm…, non basterebbe forse essere in grado di riconoscere un bambino da un animale della stessa età non umano? O un cucciolo di balena da uno di scimpanzè?

      • gladio ha detto in risposta a Eigub Etted

        Qui non si tratta di obbligare o non obbligare, qui si tratta di evitare quei comportamenti e quelle mentalità che lentamente minano alla base qualsiasi società e che sono caratteristica comune dei popoli in decadenza. Queste società , col passar del tempo,hanno sempre più difficoltà a sostenersi in quanto le loro conoscenze ,sia scentifiche che umanistiche, vanno sempre più affievolendosi.
        Inesorabilmente si arriva al tracollo, non solo morale ma anche economico e sociale. E questi non sono dogmi religiosi ma storia vecchia, basta dare un’ occhiata ai tristi destini di tante nazioni ed imperi.

      • edoardo ha detto in risposta a Eigub Etted

        Bisogna legalizzare l’eroina e renderne disponibile l’acquisto al prezzo di mercato legale del farmaco, perché non farlo sarebbe una discriminazione ingiusta e antidemocratica nei confronti di coloro che si fanno “le pere” di brown sugar.
        Infatti non obbligano mica te o me, lasciali fare ciò che vogliono della “loro” vita.

        • ilaria ha detto in risposta a edoardo

          Ma l’amore non fa male!

        • marlin ha detto in risposta a edoardo

          Lì il problema è che poi tocca curarli con l’SSN a spese nostre quando stanno male, e che gli effetti della loro dipendenza colpiscono anche le persone che gli stanno vicine e non solo loro stessi.
          Una droga meno pericolosa qual’è il tabacco, infatti, che al massimo ti fa venire il cancro ma non ti rende pericoloso per gli altri, è notoriamente legale. (E non dire che non è una droga)

          • manuzzo ha detto in risposta a marlin

            Il discorso si devia così facendo. È pur vero quello che asserisce marlin sulle proprietà del tabacco, così come è vero che troppi posti di lavoro qui, in occidente, sono legati ad esse. È una solita vecchia storia. Tuttavia cerco di sintetizzare al minimo: ci sono troppe accise sui pacchetti di sigarette affinché lo stato si interessi a bandirle. Detto questo, ricordo ancora che questa discussione va fuori dal tema. Quindi chiudo qui

        • unafides ha detto in risposta a edoardo

          Dovremmo eliminare i limiti di velocità dalle nostre strade, tento non obbligano mica noi ad andare a 200 km/h…

          • marlin ha detto in risposta a unafides

            Puoi spiegare il danno che ti causa una relazione omosessuale fra persone che nemmeno conosci, paragonabile a quello di una macchina che si schianta contro la tua a 130 all’ora perchè non c’erano limiti?

            • Piero ha detto in risposta a marlin

              e perche’ dovrebbe schiantarsi? Ci perde la vita pure l’altro…
              Secondo te lo fa per farti un dispetto?

            • unafides ha detto in risposta a marlin

              Non è detto che una macchina che và a 200 km/h ti venga addosso, non è detto nemmeno che una coppia di omosessuali che decide di adottare un figlio possa arrecare danni al bambino…non è detto…

              • Raffa ha detto in risposta a unafides

                @unafides
                Non è detto nemmeno che un bambino cresca male con due scimmie molto affettuose (anzi è anche accaduto), perché non legalizzare anche queste adozioni?

                • unafides ha detto in risposta a Raffa

                  Il mio intervento era chiaramente provocatorio, tendeva a dimostrare che il semplice fatto di eliminare dei divieti non sia solo un palesamento della libertà, ma potrebbe risultare pericoloso anche per chi non accetta determinate scelte.

            • Semelets ha detto in risposta a marlin

              La posta in gioco non è il danno che può fare a me la relazione omosessuale tra due persone che non conosco, tant’è vero che nessuno avanza proposte di legge per punire tali relazioni.
              La questione riguarda il matrimonio, cioè un fatto di rilevanza sociale. L’introduzione del matrimonio omosessuale e l’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali (che dovresti accettare per costrizione logica) significa un modello sociale diverso da quello che conosciamo, con conseguenze, ad esempio a livello educativo, che coinvolgerebbero tutti.
              Poniamo che venga legittimato il matrimonio omosex e di conseguenza, per il principio di non discriminazione, la possibilità di adozione: è chiaro che anche i miei figli, se dovessero rimanere orfani, potrebbero essere adottati da una coppia omosessuale e questa è una conseguenza che mi riguarda e alla quale non potrei oppormi, ad esempio con una dichiarazione di non adottabilità dei miei figli da parte di persone dello stesso sesso, perchè tale dichiarazione sarebbe discriminatoria e tacciabile di omofobia.
              Non si tratta dunque di questioni private (a casa propria ognuno fa quello che gli pare), ma di modelli sociali diversi, con conseguenze per tutti. L’opposizione al matrimonio gay è dunque legittima in quanto opposizione a un modello sociale e non a un comportamento meramente privato.

              • manuzzo ha detto in risposta a Semelets

                comportamento che già hanno, ma che ci lascia, appunto, abbastanza indifferenti (una volta prestai finanche la macchina a due mie vecchie amiche lesbiche per uscire, raccomandando però di non farmici trovare brutte sorprese, quanto meno per igiene, tutto qui)

            • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a marlin

              Unafides, Semelets già concedete un punto morale fondamentale, che rappresenta il grimaldello ideologico del liberalismo libertario: non ci si può suicidare, non si può pervertire il creato violentando la propria natura sessuale, che è sempre e solo maschile o femminile; dunque l’omosessualità è un male in sé e non solo in ragione delle sue conseguenze sociali.

              • semelets ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                La discussione non verteva sulla questione se l’omosessualità sia un bene o un male, ma se sia un problema meramente privato oppure di rilevanza sociale.
                Non mi sembra di avere offerto il grimaldello ideologico cui fai riferimento, ma direi l’opposto: il grimaldello ideologico del pensiero radicale è il concetto di autodeterminazione, cioè il ricondurre ogni comportamento a una questione privata (è stato così per tutte le battaglie radicali). Per smantellare questo impianto ideologico bisogna prima di tutto mostrarne la falsità, evidenziando come detti comportamenti abbiano in realtà una rilevanza sociale.
                Semplicemente l’aspetto etico non era l’argomento della mia discussione.

                • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a semelets

                  Difficile sostenere che un cambiamento sociale sia da evitarsi se non è un male…

                  • semelets ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                    Credo tu non abbia capito i termini della discussione.
                    Se uno mi dice che il matrimonio tra omosessuali è una questione privata, io gli rispondo che non è vero, che è invece una questione di rilevanza sociale.
                    Se uno mi dice che il matrimonio tra maschio e femmina è una questione privata, io gli rispondo che non è vero, ma che è una questione di rilevanza sociale.
                    Se uno mi dice che adottare un bambino è una questione privata, io gli rispondo che non è vero, ma che è una questione di rilevanza sociale.
                    E così via…
                    Se stiamo parlando di rilevanza sociale, stiamo parlando di rilevanza sociale, indipendentemente dal fatto che si stia parlando di una cosa buona o cattiva.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a semelets

                      Ho capito e hai ragione. Ma alla fine dei conti il motivo per cui il matrimonio gay non è accettabile, non è che esso ha rilevanza sociale, ma che è un male avere rilevanza sociale per chi non approva quel tipo di cambiamento. E se non fosse un male per i tuoi orfani essere adottati da una coppia omosessuale, che motivo valido avresti per volerti opporre ad una tale ipotesi?

                    • Semelets ha detto in risposta a semelets

                      @ a-theòs=a-éthos

                      Beh, se l’adozione gay non fosse un male, allora si configurerebbe come un bene e neanche tu potresti opporti, perchè ti opporresti a un bene, il che sarebbe abbastanza paradossale (unioni gay no, ma adozioni sì).
                      A parte gli scherzi, non vorrei essere stato frainteso: non intendo dire che la non liceità del matrimonio gay deriva dalle sue conseguenze.
                      Io dico che quando entrano in ballo questi temi (aborto, eutanasia, famiglia,ecc…) ci troviamo di fronte non più a singoli problemi su cui possiamo trovare un accordo, un compromesso o una sintesi, dopo una pacata e democratica discussione, ma a visioni dell’uomo completamente diverse e inconciliabili, un vero e proprio scontro di civiltà.
                      Mi sembrava che, relativamente alla discussione in atto, fosse opportuno porre l’accento su questi aspetti.

  4. Pino ha detto

    sono anni che ripeto anche su questo sito che le redazioni dei giornali online sono infarcite di gay, il Corriere evidentemente non fa eccezione. Sarebbe interessante conoscere la percentuale di gay presenti nella redazione online del Corriere. Alcuni giornali online erano/sono diretti da omosessualisti. Leggendo i commeti dei lettori del Corriere (almeno quelli che scrivono) agli articoli relativi a diversi argomenti, emerge un livello intellettuale e culturale miserrimo. Evidentemente il Corriere si adatta al suo pubblico.

    • Umpalumpa ha detto in risposta a Pino

      I commenti sul Corriere sono fin troppo filtrati

      All’articolo che vi segnalavo ho provato a scrivere un commento e non è mai stato pubblicato…

      • Pino ha detto in risposta a Umpalumpa

        ovvio, c’è la censura relativista dei gay del Corriere. Cercare di scrivere qualche commento che contrasti con la loro verità rivelata è solo tempo perso

  5. GT ha detto

    E’ chiaro che il Corriere è letto dalla borghesia italiana.
    Proprio per questo motivo spesso si spiegano tanti articoli sull’omosessualità. I borghesi, intendo coloro che si sono specializzati in materie economiche, sono tonti sotto molti punti di vista, tra i quali: etica e filosofia. Spesso per difendere il loro status quo ricalcano posizioni tradizionale. E’ facile persuaderli però, convincerli che il mondo sta cambiando… Ci pensano quindi tutti gli astuti agenti di marketing a smuoverli.
    Dobbiamo liberarci solamente da questi finti amici interessati soltanto al “soldus” e alla posizione sociale.

  6. Eigub Etted ha detto

    La maggior parte della gente è egoista, omofoba e razzista in alternanza o simultaneamente.
    Non stupisce il risultato, pensate che durante la seconda guerra mondiale erano quasi tutti fascisti, finita la guerra quasi nessuno.
    Tendenzialmente la gente non è buona o cattiva, ma pecora.

    • Salvatore ha detto in risposta a Eigub Etted

      Cos’è un autobiografia?

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Salvatore

        Ha,ha,ha ottima questa!
        Senti chi parla di pecoraggine e fascismo! Non c’è peggior fascista di chi tramite la finzione dell’omofobia imporrà l’educazione forzata dei fanciulli secondo il luciferino omosessualismo, l’adozione per le coppie gay e la galera per chi oserà dire alcunché in contrario. Oppure mi lascerete dire quello che voglio, come ora vi è permesso?

    • Giorgio P. ha detto in risposta a Eigub Etted

      “Bugie Dette” al contrario, bel nick!

    • edoardo ha detto in risposta a Eigub Etted

      Prima della seconda guerra erano fascisti in larghissima maggioranza.
      Quando Hitler venne in visita ufficiale a Roma nel 38 o 39, poco prima dell’inizio della guerra, trovò una folla esultante ad osannarlo.
      Gli Italiani MILITARI hanno incominciato a rendersi conto in quale casini li aveva ficcati il Duce in due occasioni: la battaglia di El Alamein e il crollo del fronte russo e la conseguente ritirata a piedi. Gli Italiani CIVILI,

      • edoardo ha detto in risposta a edoardo

        è saltato accidentalmente il commento, lo continuo qua in risposta alla pecoraggine italica intavolata dalle bugie dette al contrario.
        …..gli Italiani CIVILI, quando hanno incominciato a sentire sulle loro teste i motori dei B29 e dei Lancaster, e poco dopo hanno sentivano i fischi.
        Allora si son resi conto in che casini li aveva messi il loro idolo.

        • marlin ha detto in risposta a edoardo

          Non penso che la maggioranza degli italiani ci “credesse davvero”. Anzi, era convinta che le naturali conseguenze belliciste del fascismo non fossero poi probabili, che le sparate su Roma Imperiale e cose del genere fossero solo colore; si andava avanti convinti che nulla sarebbe veramente successo, e nel mentre ci si prendevano i posti di lavoro statali facili e le opere pubbliche.

    • manuzzo ha detto in risposta a Eigub Etted

      si bugie dette, ci avete provato a farci fuori con la violenza fisica. Ormai in Europa è del tutto scontato che non si può arrivare all’uccisione di una persona in base al credo religioso. Così, dopo la sconfitta del comunismo (vedi le attuali percentuali di credenti in russia) vi state accontentando di farci pressione morale, come qui ad esempio: https://it-it.facebook.com/pensieroliberopensieroateo/timeline?filter=2. Ovvio che non ci trovi nulla di libero pensiero, ci trovi solo anticattolicesimo. Secondo te se fosse un gruppo contro gli ebrei (contro i quali ti sottolineo: non ho nulla) non sarebbe già stato chiuso? Ovviamente, un buon cattolico dice, davanti a queti insulti gratuiti: “chissenefrega”, e magari si dedica anche a qualcosa di meno trascendentale mentre voi bastemmiate con cura e raffinatezza…..

      • edoardo ha detto in risposta a manuzzo

        Ho dato una guardata al link per curiosità.
        Ho ulteriormente confermato quello che pensavo già da prima: la media degli atei sono proprio così.
        Anche se alcuni atei si comportano apparentemente meglio, quella è la gentaglia che da una connotazione indelebile all’ateismo.
        Ma non sono una novità, c’erano anche 30-40 anni fa, che si divertivano a bestemmiare ed inveire in maniera offensiva contro i credenti, degni, secondo loro, solo di essere sterminati.
        Io, gli hezbollah, li giudico molto meglio di quelli lì: nella loro follia perversamente religiosa, sono degli uomini e dei combattenti.
        Uno di quegli eroi da letamaio di quel sito FB, ha l’ardire di dichiararsi “ateo combattente”…..combattente, in quel contesto, fa ridere i polli. Un vile, dietro l’anonimato di internet. Un pagliaccio del web.

  7. Andrea ha detto

    I giornali in quanto “media freddi” sono il meno peggio.

    Quel che fa paura di ogni forma di propaganda è la diffusione via TV o sui forums

    • Ercole ha detto in risposta a Andrea

      E’ vero questo, la televisione ha una potenza di convincimento 10 volte maggiore del web o della carta stampata. Perché? Perché può giocare molto di più sul sentimentalismo.

  8. GT ha detto

    Quello che si evince da questo dibattito è la necessità, senza dubbio, di avere Dio, come ente di un’etica. Altrimenti le opinioni di uno schiavista, di un pedofilo, di un peccaminoso, di un razzista avrebbero, nella nostra democraticità, la stessa consistenza di coloro che non la pensano così. E’ una differenza di qualità. I laicista fingendo un progresso scendono sempre più a compromessi verso il basso.

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a GT

      Bravo, hai colto il punto. Se non c’è Dio non c’è nemmeno etica (o, più precisamente, non può esserci etica razionalmente giustificabile), come dice il mio nickname. Ci sto studiando su da anni e tra poco dovrebbe uscire un volumetto che riassume i punti teorici fondamentali che dimostrano questa tesi (perdonatemi la pubblicità, che mi farà guadagnare milioni 😉 ).

  9. Birdy ha detto

    Ma com’è che tutti questi (sì li chiamo “questi”), che quando si parla di matrimoni gay ogni volta fanno una dichiarazione di guerra contro chi si permette di pensarla diversamente e quando si parla di centinaia di cattolici uccisi ogni giorno non dicono nulla? Yuhuuuuuu moralisti dove siete? Non mi citate leggi e idiozie varie? Qui non fate più i dottori della legge? Dobbiamo dire che fra i cattolici assassinati c’erano degli omosessuali?

    • Birdy ha detto in risposta a Birdy

      quando*

    • LC ha detto in risposta a Birdy

      centinaia di cattolici uccisi ogni giorno? E dove? Forse intendevi dire centinaia di musulmani uccisi nelle loro terre, in casa loro (Iraq, Afghanistan, Palestina) ad opera di soldati cristiani ed ebrei!

    • manuzzo ha detto in risposta a Birdy

      È bello vedere come essere contro tendenza verso una società opprimente e impositrice è visto come “dichiarazione di guerra”….. Sarebbe o la si pensa in maniera libertina o si è dei guerrafondai? se è così, questa mi mancava 😀

      • Birdy ha detto in risposta a manuzzo

        Contro tendenza? Veramente essere a favore dei matrimoni gay è una moda che va alla grande! Chissà come mai tutto questo amore (???)che voi volete insegnare a chi non la pensa come voi non lo dimostrate verso i cattolici!? Non eravate voi i peace and love, manifestazioni,bandierina della pace,ecc.? Vi dà tanto fastidio il fatto che i cristiani se ne freghino altamente delle mode del momento mentre voi ragionate a maggioranza perchè non avete altri parametri se non “il mondo va avanti così quindi bisogna fare così”? 😀

      • Birdy ha detto in risposta a manuzzo

        Ecchiteli qui i moralisti dei matrimoni gay, dell’eutanasia,dell’aborto, del divorzio…. insomma la rovina ed il declino della società.http://www.youtube.com/watch?v=iWx8-htaaSs PS: da notare le facce cadaveriche dei cattolici.

        • Umpalumpa ha detto in risposta a Birdy

          E’ stato uno schifo. Faccio notare che nessun media italiano ha riportato la notizia nè tantomeno il video. Altrimenti i benpensanti italiani si svegliano…

          Fortunatamente nessuno fra quei talebani laicisti è scivolato per la gradinata della cattedrale sennò la maggior parte dei giornali italiani avrebbe titolato “Gradino cattolico antiabortista rompe gamba a variopinto manifestante”

          • Birdy ha detto in risposta a Umpalumpa

            Perchè ti risulta che il film kolossal politicamente scorretto “Cristiada” l’abbiano fatto uscire in Europa?

    • Roberto Dara ha detto in risposta a Birdy

      A parte il fatto che non vedo cosa c’entri l’essere a favore dei matrimoni omosessuali rispetto alle uccisioni dei cattolici, ma dove sarebbero queste centinaia di cattolici uccisi ogni giorno?

      • Hileotech ha detto in risposta a Roberto Dara

        Ehm… http://www.avvenire.it/Dossier/Cristianofobia/Pagine/aiuto-alla-chiesa-che-soffre.aspx (giusto per mettere il primo link uscito su Google) che rimanda al Rapporto ACS per il 2012. Centocinquemila cristiani uccisi nel 2012. Non saranno tutti cattolici, ma rendono *anche* numericamente l’idea delle centinaia di cristiani uccisi ogni giorno. Non ricordo più dove (ne chiedo scusa), ma qualcuno faceva il conto di 1 cristianuccio ucciso ogni 25 minuti.

        • Roberto Dara ha detto in risposta a Hileotech

          Nel link che hai postato non si parla affatto di centocinquantamila cristiani uccisi. Come ho riferito prima, quel numero, che è uscito in seguito ad una intervista ad Introvigne, è stato largamente confutato perché basato su stime del decennio scorso quando in un unico conflitto interetnico africano morirono un milione d persone, tra cui moltissimi cristiani. Fortunatamente i numeri delle morti (quasi tutte avvenute per conflitti interreligiosi) sono molto inferiori, il che non ne diminuisce l’importanza.

      • manuzzo ha detto in risposta a Roberto Dara

        Grazie di chiarire il concetto che non ci dovrebbe essere correlazione tra uccisioni e opinioni sui matrimoni gay, però le consiglio un gioco: vada a farsi un viaggio in corea del nord, dicendo di essere cattolico (è italiano, forse le credono). Poi mi dirà dove sono i cattolici uccisi. (magari non cento al giorno, però se sommiamo quelli della corea del nord, quelli dei paesi a forte e intollerante presenza araba, facciamo un bello strale di anime che si incammina verso il paradiso……). Come ho detto in un altro commento, qui in Europa non possono ucciderci (pena qualche anno dietro le sbarre), così ci denigrano costantemente. Fosse per certi individui già avrebbero scritto sui loro negozi “vietato l’ingresso ai cani e ai cattolici”. Ma non possono (per ora) ucciderci a sangue freddo (come non pochi vorrebbero), e poi con la crisi nemmeno il denaro dei cattolici puzza….

        • Roberto Dara ha detto in risposta a manuzzo

          Che ci siano persecuzioni nessuno lo mette in dubbio, ma troppo spesso si enfatizzano trasformandole in omicidi. In Corea del Nord sono perseguitati un po’ tutti, compresi i cristiani. Morti però molto pochi, un post recente qui ne ha parlato (6000 cristiani nei gulag – insieme a migliaia di altri oppositori al regime), ma si è raccontato di soli due morti (uno perché voleva espatriare clandestinamente in Cina ucciso da una guardia di frontiera, un altro perché morto durante i lavori forzati), entrambi non uccisi specificatamente perché cristiani.

          • Piero ha detto in risposta a Roberto Dara

            Ogni volta le sparate di Dara mi lasciano senza fiato.
            http://www.tempi.it/ogni-cinque-minuti-un-cristiano-viene-ucciso-per-la-propria-fede-petizione-al-parlamento-europeo#.UQ9x4_L6Z6I

            Meno male che ha lasciato la religione cattolica, avrebbe altrimenti abbassato di molto il quoziente intellettivo medio dei cristiani.
            In merito poi alle altre sue sparate quotidiane,
            e’ proprio vero che chi non ha idee proprie fa sue quelle degli altri (cioe’ chiamasi “pappagallo”).

            • Roberto Dara ha detto in risposta a Piero

              Quei dati sui cristiani uccisi sono stati pubblicati qualche mese fa ma sono stati abbondantemente confutati, non essendo basati su stime precise ma solo su intuizioni basate su un vecchio calcolo, che conteggiava i cristiani morti in un conflitto etnico africano di una quindicina di anni fa. Infatti nemmeno UCCR ha ritenuto il caso di farne un articolo su questo blog. Sulle persecuzioni invece mi sono detto abbondantemente d’accordo, ci sono, come purtroppo è accaduto sempre un po’ per tutte le religioni, talune volte, in condizioni di minoranza.

          • gladio ha detto in risposta a Roberto Dara

            Roberto, non penso che in un lager coreano si stia da re e, anche se non si viene fucilati (questo però è ancora dubbio), non credo sussistano le condizioni per poter raggiungere la vecchiaia…Stesso discorso , Roberto, vale anche per le prigioni cinesi.
            Quanto ai morti ammazzati sicuri, certificati e conclamati beh… vediamo un po’: L’ India con suoi progrom nell’ Orissa ( ma non solo) il suo contributo lo da, così pure il Pakistan con la sua legge nera ed i suoi linciaggi,non è da meno l’ Iraq, qualcosina anche in Afghanistan e saltuariamente anche in Indonesia,forti contributi si hanno dalla Nigeria e dall’ Egitto, mentre in Siria Dio solo sa cosa stia succedendo,In Arabia Saudita bisogna vivere la condizione di cristiani nella più assoluta clandestinità, nel tollerante Marocco invece l’ articolo 222 del codice penale prevede pene detentive per chi fa opera di allontanamento dall’ islam. Tirando quindi le somme da tutto questo credo proprio che qualche centinaio di cristiani uccisi nel mondo non sia una cifra esagerata, anzi…

            • Roberto Dara ha detto in risposta a gladio

              Ripeto, sulle persecuzioni siamo tutti d’accordo, sui morti ho qualche dubbio. Tra l’altro, a parte la Corea, hai citato stati integralisti, in prevalenza islamici, per cui si tratta di conflitti interreligiosi (tra l’altro compiuti da stati che nei confronti degli omosessuali adottano comportamenti ben peggiori di quelli rivolti ai cristiani).

              • Daniele Borri ha detto in risposta a Roberto Dara

                No, sono conflitti verso la religione cristiana, nessun cristiano mette bombe davanti alle moschee ed è ingiusto parlare di “guerra religiosa” se di fatto sono gli islamici che perseguitano i cristiani e non il contrario. In questa mistificazione, che ti serve per dipingere di nero le religioni, sta tutta la tua ideologia e intolleranza atea.

              • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

                Roberto capisco che tu possa avere le tue idee. Ci mancherebbe. Ma almeno mantieni un minimo di rispetto per le persone (e relativi familiari) che vengono accoppati solo perchè credono in qualcosa di diverso da te.
                Negheresti perfino l’evidenza…

                • Roberto Dara ha detto in risposta a Umpalumpa

                  Io aborrisco qualunque violenza, figuriamoci se non ho orrore per quella anticristiana.

                  • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

                    Senza offesa ma dai tuoi commenti non sembrerebbe proprio.
                    In parte metti in dubbio i morti, in secondo luogo cerchi di derubricarli come vittime di guerre interreligiose.
                    Insomma..per carità possono starti sui maroni i preti, ok, però quando si parla di vittime meglio condannare i carnefici senza se e senza ma. E’ come se parlassimo della notte di San bartolomeo e ti dicessi “si, ma bisogna valutare tante cose, gli altri provocavano ecc ecc”. Senza se e senza ma come fece Giovanni Paolo 2 alla GMG di Parigi del 1997.

          • Xadren ha detto in risposta a Roberto Dara

            “Molto pochi”? “Soli due”? Quanti devono morire per essere “troppi”, secondo voi?

        • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a manuzzo

          Per ora in quanto cattolici non ci uccidono; a breve incominceranno semplicemente a metterci in galera, quando, dopo le leggi contro l’omofobia, ci permetteremo di esprimere una qualunque critica all’omosessualismo. Tranquillo che poi arriveranno pure ad appenderci.

          • Roberto Dara ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

            Non lo credo, e, ovviamente, non me lo auguro. Se ciò dovesse avvenire, farò tutto quanto in mio potere per evitarlo e combatterlo.

            • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

              Ecco, allora fallo subito. Convertiti alla verità, che è l’unico modo per fare in modo che non avvengano ingiustizie.

            • Daniele Borri ha detto in risposta a Roberto Dara

              Quanta credibilità hanno le tue promesse se già alle discriminazioni subite oggi da chi si oppone alle nozze gay tu stai sempre dall’altra parte?

            • beppina ha detto in risposta a Roberto Dara

              In Inghilterra gli istituti cattolici non possono intervenire sulle adozioni perché, per ovvi motivi etici e di fede, non possono tener conto delle domande delle coppie “sposate” omosessuali; così ha deciso lo Stato inglese. Non é necessario venire a conoscenza di una morte per vedere dove arriva la prevaricazione e l’indottrinamento laicista… Se continuiamo così dubito che un cristiano possa diventare medico visto che, probabilmente, l’obiezione di coscienza verso la IVG é destinata a sparire come possibile scelta ovvero é destinata a diventare tecnicamente inapplicabile.

              • Umpalumpa ha detto in risposta a beppina

                Aggiungo che un altro utente ha segnalato un articolo in cui si parla di un pastore svedese (non è un cane ;)) che si è fatto 1 mese di carcere perchè in una sua predica criticava i comportamenti omosessuali.
                Nella francia della fraternitè, legalitè libertè..l’attuale ministro all’istruzione ha messo “sotto osservazione” le scuole cattoliche intimandole di non promuovere discussioni sui matrimoni gay, nonostante il ministro stesso avesse pochi mesi prima visitato numerose scuole parlando e pubblicizzando i matrimoni gay.

                • Roberto Dara ha detto in risposta a Umpalumpa

                  Il pastore svedese non si è fatto nemmeno un giorno di carcere, è stato condannato in primo grado e poi assolto in appello.

                  • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

                    Guarda personalmente non so. Magari se hai il link postalo perchè non lo trovo.
                    Ti confesso che non sono molto informato su quel preciso episodio. Però se è vero che è stato condannato in primo grado non ti fa rabbrividire. Nella “civile” europa qualcuno è stato condannato al carcere perchè ha espresso la sua opinione?

                    Per quanto dicevo sul “diktat” francese hai qualcosa da dire?
                    Sto aspettando altre risposte da te..pensi di darmele???

                  • gladio ha detto in risposta a Roberto Dara

                    Beh , insomma… beccarsi una condanna a piede libero, affrontare due sentenze in tribunale8 (sia pure per venire assolti) solo per aver criticare i comportamenti omosessuali… e per di più nella democratica Svezia… non so se mi spiego.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a gladio

                      Ma è ancora peggio, perché il pastore non ha fatto che citare e commentare, in modo del tutto educato, seppur fermo, i passi delle Sacre Scritture; il che implica che siamo proprio giunti al ribaltamento…

  10. GT ha detto

    L’informazione gioca un ruolo molto importante, è sempre stata gestita da gruppi di potere nelle democrazie liberali o dallo Stato nelle dittature…

  11. Roberto Dara ha detto

    Non vedo per quale motivo il Corriere dovrebbe essere imparziale nei confronti del matrimonio gay. Se la maggior parte degli intellettuali e dei governi democratici mondiali ritiene questo argomento un diritto civile conquistato o da conquistare, è giusto che il più importante quotidiano d’informazione italiano appoggi tale diritto.

    • edoardo ha detto in risposta a Roberto Dara

      Dì piuttosto governi dominati da una oligarchia mercantilista dove chi dispone di molta grana è in grado di influenzare politiche, media ed eserciti.
      E gli intellettuali, ieri erano penne vendute, oggi tastiere vendute.
      Per fortuna anche questo mondo è in crisi profonda e irreversibile, anche se questo ci costa sofferenza. Ma non può andare avanti in questo modo balordo, ci pensano le forze prementi dal Terzo Mondo che è sempre meno Terzo, a mandarci a zampe all’aria.

    • Semelets ha detto in risposta a Roberto Dara

      Davvero pensi che la “mission” di un importante quotidiano d’informazione sia essere il pecorone che segue ciò che dice la maggioranza?
      Diciamo allora che è vero l’opposto: essere il pecorone che liscia il pelo alla maggioranza (o meglio a chi fa la voce più grossa) ti garantisce di essere il più importante quotidiano d’informazione.

    • Nemo ha detto in risposta a Roberto Dara

      Se De Bortoli dichiarasse, in un editoriale, che la linea del giornale è pro associazionismo gay allora non ci sarebbe nulla da obbiettare. La scelta, lecita, potrebbe non essere condivisibile ma, sicuramente, darebbe lustro al giornale per l’onestà intellettuale dimostrata. Purtroppo non è così. Per paura di perdere lettori (e potere sull’opinione pubblica) il Corriere della Sera cerca di apparire un giornale moderato, equidistante (linea storica del giornale) ed imparziale.
      Ma non è così.
      L’articolo di Galli della Loggia di qualche settimana fa è la classica rondine che non fa primavera.
      I blog al femminile “La 27 Ora” (ma in realtà è più un bollettino dell’arcigay) ne è un esempio (Non parliamo poi della censura che applicano ai post. La Pravda degli anni 70 era a confronto una testata liberale e pluralista).

      • Roberto Dara ha detto in risposta a Nemo

        Non hanno bisogno di annunciare una linea editoriale sul tema perché è scontato che di fronte ad un diritto civile largamente ormai riconosciuto il Corriere debba sostenerlo, il fatto che ogni tanto venga ospitato qualche opinionista contrario o dubbioso è allo stesso modo scontato, il Corriere non è la Pravda.

        • DSaeba ha detto in risposta a Roberto Dara

          Visto che parliamo di “maggioranza” o di “diritto civile riconosciuto”, questi sondaggi cozzano direttamente con la tua opinione. La “gggente” non è d’accordo. E, siccome si passa direttamente per la “gggente” per votare un referendum, mi sembra che questo consenso sia decisamente diverso da quello che “l’elite” si aspetta.

          • Roberto Dara ha detto in risposta a DSaeba

            Come correttamente riportato nell’articolo che stiamo commentando, quei sondaggi non hanno alcun valore statistico.

            • DSaeba ha detto in risposta a Roberto Dara

              Non è molto rilevante, nè stupefacente. E’ più rilevante il fatto che il “consenso” non sia generale come si può pensare.

              • Roberto Dara ha detto in risposta a DSaeba

                Su quanti argomenti di tua conoscenza il consenso è generale? Nemmeno sulla schiavitù lo è, c’è ancora chi pensa che sia accettabile.

                • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

                  Roberto a parte che paragonare la schiavitù ai matrimoni gay è completamente fuori luogo. Ma a parte questo..
                  Deciditi o la tematica è “largamente ormai riconosciut”a oppure il non c’è il consenso generale.
                  Temo invece che sul tema si stia cercando di far passare attraverso i media l’idea che tutti la pensano in una maniera e, visto che non è così, bollare con epiteti insultati e pochissimi contenuti chiunque sollevi delle perplessità (anche se civili sia nel merito che nella forma).

                  • Roberto Dara ha detto in risposta a Umpalumpa

                    Mi sembra che in Italia chi non sia a favore dei matrimoni omosessuali abbia ampia libertà di esprimere la sua opinione, e anche ampio risalto sui media. A cominciare dal Papa.

                    • Pelide Achille ha detto in risposta a Roberto Dara

                      E nessuno gli è avverso, nono. “OMOFOBO STFU” [cit.]

                    • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Beh..ci mancherebbe altro che non si potesse parlare.
                      Ciò nonostante ogni volta che qualcuno critica in maniera civile le politiche laiciste “gay-friendly” viene sommerso di insulti e bollato come “omofobo”. Il Papa? certo parla, fintanto che i laicisti non saranno al potere. Già ora urlano all’ingerenza. Poi vogliamo ricordare le femen che intervengono in cortei democratici smerd**ndo i pacifici manifestanti oppure che irrompono in celebrazioni religiose nude urlando al papa di tacere perchè omofobo e dipinte in alcuni giornali (anche rinnomati) come vittime perchè hanno ricevuto 2 ombrellate da una vecchia.

                      Cmq io non ho detto che chi solleva perplessità contro il nuovo trend che segnali non possa dire la sua. Ho detto che chi critica è bollato come omofobo, insultato e deriso.

                      Per quanto riguarda l’ampio risalto sui media ti faccio notare che sicuramente hanno più “minutaggio” i “laicisti” piuttosto che i sostenitori della famiglia. Es. manifestazione in Francia per la difesa della famiglia e dei bambini (quasi un milione di persone) passato quasi sotto silenzio nei media, manifestazione a favore del disegno di legge (100mila persone), servizi sui tg della sera con intervista ad un manifestante che parlava in italiano.

                • unafides ha detto in risposta a Roberto Dara

                  C’è solo una voce che si è sempre levata contro la schiavitù anche 5 secoli fa, quando tutti i salotti d’Europa pensavano che i selvaggi indoamericani fossero poco più di un animale, è la stessa voce che per due millenni si è alzata per difendere chi voce non ne aveva. Allora a favore degli schiavi, poi a favore dei malati, oggi a fianco dei concepiti, delle famiglie e dei malati terminali. È sempre stata una voce sola, ma non ha mai smesso di avere ragione, oggi come nel XV secolo, è la voce della Chiesa.

        • semelets ha detto in risposta a Roberto Dara

          Mi risulta che siano poco più di una decina gli stati che hanno legalizzato i matrimoni gay, dunque non “la maggioranza dei governi democratici mondiali”.
          Secondo la tua linea di pensiero dunque, il Corriere, da brava banderuola, dovrebbe sostenere la linea opposta.

          • Roberto Dara ha detto in risposta a semelets

            Non so quanti siano, però ormai la tendenza è quella di approvarli. Lo ha appena fatto la Francia, lo farà tra poco il Regno Unito, negli Usa molti stati lo hanno introdotto, lo stesso dicasi per Spagna e paesi nordici, oltre all’Argentina, il Canada, il Sudafrica e alcuni stati del Brasile, direi che ce n’è abbastanza per identificare un trend di un certo tipo che inevitabilmente verrà seguito anche in Italia.

            • semelets ha detto in risposta a Roberto Dara

              Che senso ha impostare un’argomentazione su un dato (la maggioranza dei governi… ecc.) e poi confessare candidamente di non conoscere quel dato?

              • Roberto Dara ha detto in risposta a semelets

                Allora, nell’ex europa occidentale gli unici paesi che non riconoscono i matrimoni o le unioni civili omosessuali sono Italia e Grecia.
                In nordamerica Canada sì, Usa in parte. Australia e Nuova Zelanda sì, in sudamerica non le riconoscono solo Bolivia e Paraguay (oltre a Venezuela che non è molto democratico peraltro), in Africa praticamente l’unico paese democratico è il Sudafrica, che le ammette, in Asia praticamente solo Israele riconosce diversi diritti agli omosessuali (tra cui il riconoscimento di matrimoni contratti all’estero), mentre gli altri (pochi) stati democratici no.
                Mi sembra che in base a questi dati si possa senza problemi già affermare che la maggioranza degli stati democratici riconosca i diritti civili degli omosessuali.

                • semelets ha detto in risposta a Roberto Dara

                  1) avresti dovuto conoscere i dati PRIMA di argomentare, non dopo.
                  2) “USA in parte” significa, numericamente, che circa 40 stati non ammettono il matrimonio gay.
                  3) quelli che hai elencato non sono “dati”, ma un elenco approssimativo degli stati che ammettono il matrimonio gay. Fornire dei dati significa dare numeri precisi e giustificare la propria griglia di selezione.
                  4) rimane la questione di fondo: se la vocazione di un quotidiano, come tu affermi, è quella di sostenere ciò che dice la maggioranza, allora quel quotidiano è inutile, anzi controproducente, non essendo altro che la cassa di risonanza del potere.
                  Io penso invece che un quotidiano debba avere una “linea editoriale” che lo caratterizzi e lo renda di volta in volta critico o sostenitore delle questioni in campo, indipendentemente da quelle che siano le idee dei potenti di turno.

                  • Roberto Dara ha detto in risposta a semelets

                    Io non ho detto che la linea editoriale debba essere quella di sostenere ciò che dice la maggioranza, ma ciò che, ragionevolmente, si ritiene sia giusto. Il matrimonio omosessuale è ritenuto giusto da larga parte dei governi democratici (il piccolo elenco che ho proposto indica che appunto il rapporto numerico è tale, non solo relativamente ai matrimoni ma anche alle unioni civili), e da larga parte dei media e degli intellettuali di tutto il mondo. L’opinione pubblica è divisa, ma lo è stata sempre su tantissimi temi, anche su quelli che poi sono stati dati come scontati (ad esempio il voto alle donne o la pena di morte).

                    • semelets ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Non è vero.
                      Quello che hai detto è “Se la maggior parte degli intellettuali e dei governi democratici mondiali ritiene questo argomento un diritto civile conquistato o da conquistare, è giusto che il più importante quotidiano d’informazione italiano appoggi tale diritto” il che significa inequivocabilmente che è giusto appoggiare ciò che pensa la maggioranza.

                    • Roberto Dara ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Se quello che appoggia la maggioranza è qualcosa di ragionevolmente giusto, fa bene il Corriere ad appoggiarlo. Se la maggioranza approva la pena di morte (cosa che in alcuni momenti poteva anche accadere) fa bene a non appoggiarla.

                    • Daniele Borri ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Il matrimonio gay non è ragionevolmente giusto, come spiegano gli stessi omosessuali: https://www.uccronline.it/2013/01/27/nathalie-de-williencourt-noi-omosessuali-contro-nozze-gay/

                      Dunque il Corriere fa male ad appoggiare tali amenità.

                    • semelets ha detto in risposta a Roberto Dara

                      @Roberto Dara

                      Non è quello che avevi detto, perchè ciò che dici ora significa che un quotidiano dovrebbe avere una propria linea editoriale e, come obiettivo, la ricerca della verità e la difesa della giustizia, indipendentemente da quale sia il pensiero o il trend della maggioranza.
                      Questa tua nuova posizione riflette un pensiero certamente condivisibile.

                    • semelets ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Al di là del fatto che non sia condivisibile, nello specifico, appoggiare la legalizzazione del matrimonio omosessuale.

                • unafides ha detto in risposta a Roberto Dara

                  In Europa oltre a Grecia e Italia, l’unione tra persone dello stesso sesso non è contemplata in Croazia, Serbia, Polonia, tutte le repubbliche baltiche, e la quasi totalità dei paesi dell’Europa orientale. Fermo restando che in molti attri paesi europei, come ad esempio l’Irlanda, l’Austria, la Svizzera, la Germania sono contemplate delle unioni che sono molto lontane dall’essere paragonate ai matrimoni eterosessuali.

            • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

              Su questo siamo d’accordissimo. Il trend è chiaro. Ti informo (a proposito di trend) che in Brasile e Canada (e anche in Belgio e olanda) i poligami (completamente laici) hanno già iniziato a rivendicare “diritti” di matrimonio…
              Ti faccio notare comunque che se il trend possa essere come dici tu non lo fa diventare automaticamente giusto o utile.

              PS a me risulta che negli usa molti cittadini nei vari stati siano stati chiamati ad esprimersi sul tema e abbiano dato parere negativo.

              • Roberto Dara ha detto in risposta a Umpalumpa

                Ci sono stati risultati a volte favorevoli, a volte contrari, ma, come ho detto sotto, sottoporre la “concessione” di diritti civili a minoranze non dovrebbe essere oggetto di referendum, a mio avviso.

                • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                  Certo, a patto che i “diritti” ci siano…

                  • Roberto Dara ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                    Io, e moltissimi altri, riteniamo che il matrimonio omosessuale sia un diritto, perché chiunque ha il diritto di vivere con chi ama e di vedere riconosciuta ufficialmente questa unione.

                    • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

                      oh là..finalmente ci siamo. Tu e molti altri pensate una cosa, altrettanti e probabilmente di più pensano il contrario.
                      Si può discutere senza essere insultati e battezzati come omofobi, razzisti, idioti ecc?

                    • Max ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Non si può riconoscere il diritto al matrimonio a tutti coloro che si amano per il solo fatto che si amano»: per esempio a una donna che ami due uomini.

                      Ci vuole qualcosa d’altro.

                    • Daniele Borri ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Roberto Dara è una persona coerente e saggia, per questo si batte anche per la poligamia e l’incesto che devono essere equiparati, assieme alle relazioni omosessuali, al matrimonio eterosessuale. Anche loro vivono assieme e si amano, no?

                    • Piero ha detto in risposta a Roberto Dara

                      si batte anche perchè i medici obiettori non possano obiettare e siano costretti a praticare aborti.
                      E insinua anche che lo facciano per fare carriera.
                      Da par suo, come tutte le sue statistiche, non suffragate da ALCUNA prova.
                      Ma state ancora dietro un troll come lui?

                • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

                  Non vorrei sbagliarmi ma negli Usa 40 stati si sono dichiarati contrari. In 9 stati sono riconosciute le unioni civili in maniera diversa da stato a stato

            • Daniele Borri ha detto in risposta a Roberto Dara

              Certamente sono di più gli stati che non vogliono il matrimonio gay, pensiamo all’Italia, all’Austria, alla Russia, il Regno Unito (per ora) alla Polonia, alla Germania, all’Irlanda, alla Romania, all’Ucraina, alla Bulgaria, alla Georgia, alla Jugoslavia, a Malta, a Cipro, alla Grecia, all’Albania, ad Israele, all’Estonia..ecc,

              A tutti questi occorre includere la maggioranza dei Paesi extraeuropei, sudamericani e asiatici, e gli USA (tranne cinque stati).

              La tua deboluccia tesi cade dunque: la maggioranza dei Paesi al mondo non vuole il matrimonio gay e il Corriere è decisamente controcorrente nel volerli sostenere.

        • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

          “perché è scontato che di fronte ad un diritto civile largamente ormai riconosciuto il Corriere debba sostenerlo,”
          Prego?
          Diritto civile?
          Ormai largamente riconosciuto?

          Sarebbe da fare un bel referendum con la domanda “siete favorevoli che il matrimonio e le adozioni siano “concesse” a qualsiasi gruppo che si dichiara amore consapevolmente a prescindere dal sesso, numero, parentela e/o altro?”
          Tant’è vero che i partiti favorevoli a queste politiche si guardano bene dal proporlo perchè sanno che al momento lo perderebbero e si creerebbe un precedente di espressione popolare contraria che poi farebbero fatica a superare.
          Vedresti quanto è largamente riconosciuto dal popolo. Altro discorso è se mi dici che è largamente riconosciuto dall’intellighenzia mondiale e media. Allora li siamo d’accordo.

          • Roberto Dara ha detto in risposta a Umpalumpa

            In Italia, com’è noto, un referendum di quel tipo non è contemplato. Io sono comunque contrario a sottoporre a referendum questioni relative a diritti civili, soprattutto se queste riguardano delle minoranze, poiché in democrazia i diritti civili o ci sono o non ci sono, e non devono essere “concessi” dalle maggioranze.

            • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

              A parte che potremmo iniziare un discorso lunghissimo sul perchè il matrimonio non è un diritto in assoluto e sicuramente non lo è l’adozione. Ma a parte questo, quindi seguendo il tuo ragionamento, saresti favorevole a riconoscere i diritti dei poligami e degli incestuosi (parlo di relazioni consenzienti). Giusto?
              Personalmente credo che sebbene queste relazioni non debbano essere criminalizzate in alcun modo non possano essere equiparate alla famiglia che è la cellula fondamentale della nostra società e di conseguenza il tema matrimonio riguarda tutta la collettività e non semplicemente l’individuo. Per questo a mio parere un referendum sarebbe molto utile e appropriato.
              Ti faccio notare che la domanda non sarebbe di togliere il diritto ad amarsi per i gay ma in quale società vivere. Vivere in una società fondata sulla famiglia basata sul matrimonio fra un uomo e una donna (come avevano previsto i padri costituenti) oppure vivere in una società fondata su una serie di unioni formate da coniugi che si dichiarano amore consapevole a prescindere da tutto chiamate famiglie.
              Non ci sarebbe alcuna concessione ma una scelta democratica e popolare.

            • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

              Appunto, non ci sono: non c’è diritto al matrimonio, di per sé ontologicamente possibile solo tra opposti sessi; non esiste diritto all’adozione da parte di coppie omosessuali; non esiste diritto a violentare le menti dei fanciulli andando a fare propaganda-plagio nelle scuole elementari; non c’è diritto a vedere approvate leggi anti-omofobia (inesistente) che implicano condanne penali per chi è contro l’ideologia omosessualista…

              • Roberto Dara ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                E’ una tua libera opinione, che contrasta con quella di moltissimi altri.

                • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                  Ovviamente si tratta di mie opinioni, ma spiegami dove sono false. Forse mi sarà possibile dire queste cose, appena approvata una legge anti-omofobia?

                  • Roberto Dara ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                    Certo che potrai dirle. La c.d legge anti-omofobia introduce semplicemente delle aggravanti per chi commette delle violenze su qualcuno per il semplice motivo dell’omofobia. Se queste cose le dici o le scrivi nessuno ti farà nulla, salvo pensare che sei un po’ antiquato, cosa che avviene anche ora. Se le dici mentre picchi due omosessuali che si stanno sposando allora ti condanneranno con un’aggravante.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Il che è totalmente falso. Ovviamente se c’è differenza tra picchiare ingiustamente e picchiare ingiustamente un omosessuale, tale differenza consiste non nella violenza simpliciter, ma nella violenza applicata ad un omosessuale, il che a sua volta implica che essere omosessuale non può essere considerato in alcun modo un male e una cosa sbagliata.

                      Se io picchio ingiustamente un ladro (cioè uno che non ha commesso un’azione buona), mi condannano per l’ingiusta aggressione e basta, non mi danno alcuna aggravante per il fatto che lui era un ladro (anzi magari mi concedono qualche attenuante, proprio perché essere un ladro è un male); ossia l’aggravante c’è quando ciò che vi corrisponde è considerato un bene da tutelare.

                      Ma se l’omosessualità va considerata un bene, allora io verrò condannato, coerentemente, una volta che esprimessi giudizi negativi sull’omosessualità, dichiarando che essa è un male da evitarsi. Dunque la mia opinione di cattolico verrà sicuramente censurata appena sarà approvata una qualsiasi legge anti-omofobia.

                    • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Roberto..sto ancora aspettando che tu mi risponda…

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Ed eccotene la prova empirica (non l’unica possibile): http://www.akegreen.org/

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Roberto Dara

                      “aggravante c’è quando ciò che vi corrisponde è considerato un bene da tutelare”

                      I don’t think so.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                      So what you think about?

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Roberto, anche io sto aspettando che tu mi risponda. Fallo con calma, ma non fuggire come da protocollo dell’ideologo omosessualista.

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Considera che Tizio abbia una avversione nei confronti delle persone calve, Sempronio è per l’appunto calvo, così che sembra naturale a Tizio colpirlo con un cazzotto (proprio nella zone della calvizie). Credo che in questo caso sia plausibile pensare all’aggressione come aggravata ,senza per ciò stesso compromettersi con la tesi che la calvizie sia un bene da tutelare. Ancora: supponiamo che Sempronio rubi a Tizio una caramella del valore di 1 centesimo, allora Tizio si sente autorizzato a infliggere a Sempronio una coltellata. Anche in questo caso è plausibile pensare all’aggressione come aggravata, benché questo non significhi che rubare caramelle del valore di 1 centesimo sia un bene da tutelare. Nella considerazione dell’aggravante si mettono a confronto diversi fattori, e c’è aggravante quando il motivo dell’aggressione è stupido, futile, quando la reazione è eccessivamente esorbitante etc. Mi pare che aggredire qualcuno perché omosessuale sia piuttosto futile. Tuttavia, sono contrario alla introduzione di una legge ad hoc per l’omofobia (troppa cultura da civil law!), è sufficiente sperare o incoraggiare una giurisprudenza che consolidi una prassi per la quale l’aggressione ad un omosessuale in quanto omosessuale sia inquadrata nelle norme che prevedono gli aggravanti per futili motivi.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                      1) L’esempio della calvizie rientra nei casi di aggravanti per futili motivi?

                      due) L’aggravante per omosessualità non sarebbe aggravante per futili motivi. E ciò significa che nel caso dei futili motivi il bene che si vuole tutelare non è il diritto all’esistenza di ciò che di volta in volta è valutato come futile (esistenza che può anche corrispondere, come fai notare tu, ad un male di piccola o minore importanza, rispetto alla reazione violenta), ma il diritto a non subire aggressioni se non per gravi motivi o motivi proporzionati. Invece quando ci sono aggravanti come l’omosessualità o il razzismo (che non a caso sono spesso equiparati) si vuole proprio affermare il fatto che essere omosessuali o essere di diverse razze, non può in alcun modo essere considerato un male, ma, anzi, deve essere considerato un bene alla stregua di qualsiasi varietà positiva presente in natura.

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Fai il processo alle intenzioni di una legge che non esiste! Un testo di legge esiste, anche se non è vigente. Leggiamolo e poi ne parliamo a ragion veduta. In particolare, se il tuo timore è che la legge stabilisca l’omosessualità essere un bene da tutelare, avrai modo di indicare le parto del testo che potrebbero avere questa conseguenza. Io ho cercato di argomentare che non lo possiamo stabile a priori e che l’aggravante non si applica necessariamente in relazione a beni da tutelare.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Luigi Pavone ha scritto: “Io ho cercato di argomentare […] che l’aggravante non si applica necessariamente in relazione a beni da tutelare”.

                      Appunto, hai tentato, ma non ci sei riuscito, dato che ti ho fatto notare che l’aggravante per futili motivi intende tutelare il bene-diritto a non essere aggrediti senza proporzione e non, invece, tutelare qualche specifico motivo di futilità (che di per sé può corrispondere anche a un non-bene).

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Inoltre non si tratta per nulla di processo alle intenzioni, ma di quanto è estremamente probabile (io lo do per certo), dati i casi precedenti, di cui uno al link che ho indicato sopra. Prova ad andare in Canada e dire che l’omosessualità è un male…

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Ma io sono d’accordo con le tue osservazione. Non solo il calcolo degli aggravanti, ma la totalità delle leggi è finalizzata a tutelare dei beni. Nel caso della nostra immaginaria legge contro l’omofobia il bene da tutelare non è l’omosessualità (come tu paventi), ma il diritto a non essere aggrediti per il futile motivo di essere omosessuale. I casi che ho presentato non negano che il calcolo delle aggravanti sia finalizzato alla tutela di un bene, negano che il bene da tutelare sia la calvizie, rubare caramelle, essere omosessuale, cioè ciò per cui l’aggressore aggredisce.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Luigi, cerca di accettare le cose per come stanno, anche quando stanno diversamente da come vorresti per avere ragione.

                      Quando si danno le aggravanti per futili motivi, i futili motivi non sono specificati uno per uno nella legge relativa (se non è così e mi sbaglio dimostramelo), invece per quanto riguarda aggravanti come razzismo e omosessualità essi sono/saranno specificamente nominati, il che basta a rendere diverso il caso di aggravante dovuta a “futili motivi” in genere dal caso di aggravanti dovute a “razzismo” o “omosessualità”; e ciò proprio perché l’essere di razze diverse e l’omosessualità sono considerati delle COSE BUONE da tutelare, al contrario dei singoli futili motivi, che possono corrispondere anche a cose non buone (la calvizie in sé non è una cosa buona, pur non costituendo motivo valido di aggressione).

                      Sono sicuro che riesci a capire questa differenza, dunque smettila di fare il finto tonto (devi lavorare su questo aspetto del tuo carattere!).

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Come volevasi dimostrare Roberto Dara si è sciolto come neve al sole e non se ne ha più traccia… SVEGLIATI, fratello!!! Siamo qui per te, dacci segni della presenza di un barlume di onestà intellettuale. Dai, che Dio esiste e ti ama. Un abbraccio in Domino.

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Cercherò di lavorare sul mio carattere, nel frattempo ti dico che la tua idea secondo la quale l’indicazione di un aggravante da parte del legislatore implichi una tutela di ciò che è indicato come aggravante è destituita di ogni fondamento. E’ solo uno dei casi possibili. Il legislatore potrebbe voler specificare che c’è un aggravante nel caso in cui la vittima sia incinta. In questo caso non si tratterebbe di specificare un futile motivo, ma si tratterebbe di valutare che il danno è maggiore, perché c’è un interesse della collettività alla riproduzione etc. In questo caso la tua interpretazione sarebbe giusta. Ma il legislatore potrebbe voler specificare che c’è aggravante quando l’aggressore aggredisce un omosessuale, un ebreo, un asiatico etc. in quanto omosessuale, ebreo, asiatico, perché ritiene non già che essere omosessuale, ebreo, asiatico siano dei beni da tutelare, ma perché ritiene che il danno che la vittima subisce è maggiore: è maggiore perché è fisico e morale, e morale non genericamente, ma specificamente; la sessualità, l’essere asiatico etc. essendo parti integranti della personalità della vittima.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Forse non ti rendi conto che quando dici “parti integranti” stai dicendo esattamente: caratteristiche talmente fondamentali della persona e dunque ontologicamente così dotate di valore (buone), che addurle come ragione di una violenza ingiustificata, rende il gesto ingiusto ancora più grave; ossia è più grave uccidere qualcuno per razzismo, piuttosto che ucciderlo per rubargli in casa (rapina che non è un motivo futile). La futilità non c’entra nulla, perché futile vuol dire banale e odiare una razza può essere tutto, fuorché una cosa banale, come lo sarebbe invece odiare qualcuno perché vestito di rosso.

                      Con una legge sull’omofobia tendono ad ottenere la tessa cosa: chiunque disprezzerà l’omosessualità (non l’omosessuale), sarà trattato né più né meno come se fosse un nazi-razzista. Fai uno sforzo, che lo capisci.

        • Nemo ha detto in risposta a Roberto Dara

          Dici:
          “Non hanno bisogno di annunciare una linea editoriale sul tema perché è scontato che di fronte ad un DIRITTO CIVILE…”

          Non so di che diritti parli visto che tu stesso ammetti che la richiesta di adozioni da parte dei gay “Non è IN ALCUN MODO UN DIRITTO” (per comodità riporto il link e parte del post)

          https://www.uccronline.it/2013/01/21/adozioni-gay-risposta-a-roberto-saviano/#comment-106764

          “ Avere un figlio oggi, PUR NON RAPPRESENTANDO IN ALCUN MODO UN DIRITTO, è un risultato che si può conseguire, senza traumi di alcun tipo, in vari modi, compresa l’adozione […]”

          Ti contraddici sempre ma ti capisco. Anche le parole hanno il loro peso.
          Il termine esatto sarebbe “CAPRICCIO”, ma sono consapevole che con slogan: “I CAPRICCI DEI GAY VANNO RICONOSCIUTI” et simili non si andrebbe molto lontano.

          Poi affermi:
          “…il Corriere non è la Pravda.”

          Vedo che mi dai ragione perché io ho affermato: che “La Pravda degli anni 70 era al confronto una testata liberale e pluralista”

          Mi fa piacere che tu riconosca l’indottrinamento di stampo sovietico del Corriere 🙂

          • Roberto Dara ha detto in risposta a Nemo

            Infatti io ho distinto parlando di “diritto al matrimonio” e mai di “diritto ad aver figli”, non mi sono mai contraddetto. Qui si parla di matrimoni, non di adozioni.
            Sul Corriere e sulla Pravda inutile commentare, si gioca. Se il Corriere, che ha una linea tendenzialmente a favore dei matrimoni gay, ospita anche commenti opposti, vuol dire che non è la Pravda, che non lo avrebbe consentito.

            • semelets ha detto in risposta a Roberto Dara

              Ti sbagli: il titolo dell’articolo è “nozze e adozioni gay” e nell’articolo si riportano sondaggi relativi a matrimoni e adozioni. Dunque qui si parla di matrimoni e di adozioni.

              • Roberto Dara ha detto in risposta a semelets

                Ma relativamente ai diritti ho sempre parlato di quelli al matrimonio, non a quelli di avere figli. Che poi sia giusto che possano adottarli è un altro discorso.

            • Harry Burns ha detto in risposta a Roberto Dara

              non riesco a capire come puoi dare il”diritto” di sposarsi a due persone ma negargli il diritto ad adottare… è un controsenso logico capisci???

        • Pino ha detto in risposta a Roberto Dara

          scusa Dara “diritto civile largamente ormai riconosciuto” diritto civile? Ma tu sai di cosa stai parlando o le spari solo per dare aria ai denti?

          • Roberto Dara ha detto in risposta a Pino

            So benissimo di cosa sto parlando. Il diritto all’amore e a vivere con chi si ama, e vederne riconosciuta ufficialmente l’unione, è un diritto che spetta a chiunque.

            • Piero ha detto in risposta a Roberto Dara

              quandi anche agli incestuosi, ai poligami, ai zoofili , ai feticisti e agli avari e a chissà quanti altri…
              Riconosci il diritto ad uno di sposarsi con le mutande di sua nonna?

              • Roberto Dara ha detto in risposta a Piero

                Io riconosco a chiunque il diritto di amare chi vuole. Per sposarsi bisogna essere due persone maggiorenni nel possesso delle proprie facoltà mentali, requisito che mi pare un paio di mutande non possieda.

                • Pino ha detto in risposta a Roberto Dara

                  non ne sarei così sicuro, a leggere certi commenti sono arrivato alla conclusione che un paio di mutande ragioni meglio di certi forumisti.

                • Piero ha detto in risposta a Roberto Dara

                  nella tua ideologia non sai neppure perche’ lo stato riconosce il matrimonio (l’unico, quello eterosessuale) e cosa porti di positivo nella societa’, e di conseguenza l’inutilita’ del riconoscimento statale delle unioni omosessuali.
                  La legge puo’ sempre disporre che un paio di mutande esprimano il loro consenso, se non espressamente negato. Quindi dal punto di vista legale siamo a posto.
                  Questo per dire che gli atei non hanno idoli, preconcetti, e dogmi, come sempre millanti tu a ogni pie’ sospinto.

                • Piero ha detto in risposta a Roberto Dara

                  poi non capisco questa DISCRIMINAZIONE per i maggiorenni o minorenni.
                  Se due minorenni si amano perche’ non si possono sposare?
                  E poi chi l’ha stabilito che si e’ maggiorenni a 18 anni?
                  Io ero molto piu’ adulto dei miei coetanei, a 17 anni.
                  Perche’ non mettere la maggiore eta’ a 12? E perche’ non a 10, o a 9?
                  Ci arrivi da solo all’assurdita’ della tua ideologia?

                • Daniele Borri ha detto in risposta a Roberto Dara

                  Roberto Dara è una persona coerente e saggia, per questo si batte anche per la poligamia e l’incesto che devono essere equiparati, assieme alle relazioni omosessuali, al matrimonio eterosessuale. Anche loro vivono assieme e si amano, no?

                • Leonardo ha detto in risposta a Roberto Dara

                  “Per sposarsi bisogna essere due persone maggiorenni nel possesso delle proprie facoltà mentali, requisito che mi pare un paio di mutande non possieda.”

                  Mamma mia che bigotto, quanti paletti, quanti oostacoli all’Amore.
                  Due? E perchè? Maggiorenni? Ma se c’è amore… Facoltà mentali? Ma basta l’Ammore!!

                  L’Ammore vince!
                  W l’Ammore!

            • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

              Certo che proprio fate finta nemmeno vi siano state date un milione di risposte: sempre a ripetere ‘sto mantra dell’amore… Lo vuoi capire che un sentimento di per sé non può costituire né criterio etico né criterio giuridico-legislativo! La morale si regge sul bene (e l’omosessualità è un male) e la giurisprudenza si regge sul giusto (direttamente o, perlomeno, indirettamente).

              • Roberto Dara ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                Purtroppo l’amore fa paura… E’ sempre stato così, ma oggi meno che in passato, fortunatamente…

                • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

                  Data come risposta questa boiata, vorresti ora cortesemente rispondere con un argomento?

                • Daniele Borri ha detto in risposta a Roberto Dara

                  Caro a-theòs=a-éthos, Roberto ha capito benissimo ma la sua indole da provocatore (attempato oltretutto, come ha dichiarato lui stesso) lo frega ogni volta.

                  Comunque essendo anche una persona coerente e saggia, Roberto si sta battendo anche per la poligamia e l’incesto che vuole siano equiparati, assieme alle relazioni omosessuali, al matrimonio eterosessuale. Anche loro vivono assieme e si amano follemente, ci dice Roberto, e dunque non vanno discriminate come unioni.

                  • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Daniele Borri

                    Quello che sconvolge è che, appena messi di fronte a qualche obiezione solida, svaniscono come neve al sole, per tornare a ripetere sempre le medesime superficiali falsità al prossimo articolo dedicato all’argomento. E il dramma è che alla fine (non alla fine dei tempi: lì sarà un’altra storia!) vinceranno loro e noi andremo in galera o staremo zitti. Agghiacciante per la brutale banalità, come diceva qualcuno a proposito del male.

                    • Semelets ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                      cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno:

                      1) il fatto che le critiche siano sempre le stesse rende più facile il lavoro di replica.

                      2) il fatto che l’interlocutore abbandoni il campo può essere recepito (da chi magari legge senza intervenire), come carenza di argomenti.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                      Certo, infatti è per questo che spendo tempo negli interventi, ma spero anche di insinuare sani dubbi in un Roberto Dara, capaci prima o poi di fruttificare, perché caduti nello scampolo di coscienza onesta che gli resta…

                • Harry Burns ha detto in risposta a Roberto Dara

                  No.. lei è un fake .. non posso credere che sia vero @_@

                  Mettiamola così: trattare due cose diseguali come due cose eguali è fondamentalmente stupido prima ancora che immorale o non etico.
                  Siccome è evidente che un unione omosessuale è diversa da una eterosessuale non c’è bisogno di cianciare di matrimonio e con questo equipararle.
                  Vogliamo dare dei diritti ai conviventi quali la reversibilità della pensione, il diritto alla mutua assistenza? Va benissimo, ditemi dove devo firmare che lo faccio subito. Ma non accetto l’idiozia dell’equiparazione.
                  Motivo semplice: il criterio non può essere l’amore. E senza andare su esempi estremi IO AMO mia nonna, IO AMO i miei amici e amiche. E’ possibile pure che – per tutta una serie di motivi – io finisca col vivere con mia nonna o con qualche mio amico. Sarebbe un matrimonio? Direi di no… Eppure c’è indubbiamente una forma di amore. Se il criterio è esclusivamente l’amore chi sia rroga il diritto di dire questo amore va bene e quest’altro no? Allora io voglio poter stipulare un contratto per la reversibilità di pensione col mio amico Arnold (tanto per citare un po di pop culture) o con nonna Pina che fa delle tagliatelle tanto buone…
                  Come dice? non posso?
                  Qual’è la discriminante allora? Forse il tipo di amore?

                  Va bene, lo accetto. L’amore deve avere, per poter parlare di matrimonio, la componente sessuale…
                  Nell’amore coniugale la componente sessuale è fondamentale (addirittura la retrograda Chiesa Cattolica permette l’annullamento se il matrimonio non è “consumato”). Guarda caso il sesso è il metodo con cui si perpetra la specie (ma guarda un po!) che poi è il motivo per cui è stato istituito l’istituto del matrimonio (non perpetrare la specie, quello l’abbiamo sempre fatto, ma dare una valenza un ruolo e una stabilità sociale ai due individui che decidono di fare un figlio, cioè formare una famiglia).
                  Ora per aggiungere dello scontato nozionismo colorito: due omosessuali possono praticare la fellatio o il – cosiddetto – sesso anale. Due lesbiche potranno praticare il connilungus o la mastrubazione reciproca..
                  Una coppia etero non solo può praticare sesso anale, fellatio, maturbazione reciproca e cunnilinguo, ma soprattutto può praticare il sesso, quello vero cioè con il contatto – sarebbe meglio dire la penetrazione – fra due organi genitali. (Il resto è, per dirla alla Clinton, “sesso improprio” perchè prevedono l’uso di un solo organo genitale a contatto con altre parti del corpo. Il che appartiene certamente alla sfera della sessualità e può essere piacevole e soddisfacente, ma non mi sembra molto diverso da talune pratiche solitarie della stragrande maggioranza degli adolescenti).
                  Che poi è il motivo per cui due adolescenti che fanno petting non fanno sesso…
                  E soprattutto è anche il motivo per cui una coppia omosessuale è ontologicamente sterile.
                  Per citare un must della pornografia contemporanea “cazzo in culo non fa figli” (e scusate il francesismo)

                  Quindi caro il mio lei: delle due l’una: o si abolisce de facto il matrimonio e si equipara ogni tipo di unione che viene a crearsi fra adulti consenzienti (fra due etero, fra due omo, fra nonna e nipote, fra amici etc..) oppure si riconosce che lo status di matrimonio è qualcosa di particolare rispetto ad altri tipi di unione (a cui cmq si possono attribuire determinati diritti caso per caso) e che questa particolarità non può risiedere semplicemente nel bene che si prova verso l’altro, ma in più caratteristiche peculiari, non ultima la possibilità del sesso e in particolare del sesso generativo. cosa che nel matrimonio gay è assolutamente assente.

                  Tutto il resto è pastrocchio, via di mezzo, moralismo.
                  In altre parole sesso improprio che fa col suo cervello.

            • Pino ha detto in risposta a Roberto Dara

              questo è il solito diritto inventato per i gay, il matrimonio, ma qui ci ripetiamo per l’ennesima volta, ha delle caratteristiche che rendono impossibile quello fra persone dello stesso sesso.

    • gladio ha detto in risposta a Roberto Dara

      Che la maggior parte degli intellettuali e dei governi democratici mondiali ritiene questo argomento ( e purtroppo tanti altri) un diritto civile conquistato o da conquistare non ne ho alcun dubbio, basta vedere cosa questi governi stanno producendo, dall’ America di Obama all’Europa dell’Euro passando attraverso la Spagna di Zapatero e l’ Italia dei “Professori”: finanza cinica e selvaggia, ,delocalizzazione ,disoccupazione, depauperamento di conoscenze tecnologiche mediante la demolizione del manufatturiero,depauperamento di energie umane dovute al crollo della natalità, macelleria sociale, corruzione,”Caste” parassitarie di “Intoccabili”, ddebito pubblico e chi più ne ha più ne metta…ce n’è di che esserne fieri!

      • Roberto Dara ha detto in risposta a gladio

        Sono d’accordo, ma nessuna di queste conseguenze è causata dalla legalizzazione del matrimonio gay.

        • gladio ha detto in risposta a Roberto Dara

          Ma dalla testa di chi la pensa a questo modo si

          • Roberto Dara ha detto in risposta a gladio

            Assolutamente no, visto che spesso e volentieri chi appoggia i diritti degli omosessuali politicamente si trova all’opposizione e in disaccordo con le politiche dei governi in tema, soprattutto, di economia.

            • Umpalumpa ha detto in risposta a Roberto Dara

              Eh si..puoi farmi qualche esempio.
              Intanto te ne dico un paio io…mi pare che in Germania ci siano le unioni civili e l’econonomia europea sia nelle loro mani, Cameron non mi pare uno spauracchio per le banche e le società finanziarie della city però ora inserirà i matrimoni gay, di Obama non ricordo misure per limitare la finanza o per ridurre il debito (oltre a continuare a far svolazzare i droni in tutto il mondo, sbagliare mira nei lanci di missili in afganistan, mantenere operativa Guantanamo, appoggiare rivolte in tutto il mondo ammantandole di un’aurea di democrazia quando è chiaro che i democratici di quei paesi vengono del tutto “scavalcati”, mantenere in vigore il patriot act che tanto era stato utilizzato per contestare giustamente Bush, …però gli hanno dato il nobel per la pace tra l’altro a priori) però parla gay-friendly e allora viene dipinto come un santo nei media

              • Roberto Dara ha detto in risposta a Umpalumpa

                Intendevo dire che le persone che appoggiano i matrimoni omosessuali hanno idee politiche spesso diverse da quelle dei governi in carica, e con ideali diversi dal capitalismo che sta dominando e che ci ha portati nella crisi in cui ci troviamo.

                • Harry Burns ha detto in risposta a Roberto Dara

                  anche questa è una sua opinione…
                  la battaglia per i cosiddetti diritti gay è una battaglia che la sinistra (tanto è a questo che alludeva no?) ha intrapreso in ottemperanza a due cose:
                  1) la endocrina stupidità dogmatica insita nella sinistra stessa votata sempre alla causa che sembra (agli occhi dei sinistrorsi stessi) quella del “perdente” (e tendono a vederla e a cercare di farla vedere così anche quando è palese che hanno l’endorsement della maggior parte del mondo culturale)
                  2) l’aver perso ormai la battaglia sul modello economico. E quindi la necessità di sopravvivere traslando sul piano esclusivamente sociale tutte le istanze di rivalsa.

                  Ecco perchè abbiamo politici di sinistra che, al governo, sul piano economico e di politica estera fanno una politica di destra (salvo qualche contentino a qualche categoria particolare da far pagare ovviamente alla collettività) e poi, per compiacere i liberal, non essere tacciati di fascismo, tenere buono il popolo bue e farsi perdonare qualche taglio al istruzione, qualche bombetta lanciata qua e là, tirano fuori qualche legge pro gay, pro trans, pro cannabis…
                  do you know Zapatero? or maybe you know mr Obama…

                  La cosa davvero buffa (ridicola?) è che tutte queste istanze gaie (ma non solo quelle gaie) sono in realtà l’esclusivo prodotto del liberalismo più sfrenato. Impensabili in qualsiasi altro sistema economico-sociale.

                  Questo amore della sinistra per le cause “umanitarie” figlie del capitalismo succede all’incirca dagli anni ’60. Prima i comunisti, me ne frego di loro, erano davvero comunisti, gente tutta d’un pezzo che non cedeva alle lusinghe e al malcostume capitalista. Onore al merito.

                  la cosa fondamentalmente buffa è che tutto sto cirpame ideologico altro non è che il frutto del liberalismo.

                  • Roberto Dara ha detto in risposta a Harry Burns

                    Può darsi che hai ragione, anche se resto dell’idea che i diritti civili degli omosessuali sia una conquista e non una perdita. L’unico appunto che posso fare è che, sì, la sinistra avrà perso la battaglia sul modello economico, ma le conseguenze di ciò non sono stata certamente positive.

                    • Harry Burns ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Il fatto è che lei sbaglia i termini.
                      Il matrimonio non è un diritto civile. Equiparare due cose che uguali non sono non è un diritto civile, è un’idiozia.

                      PS non ho mai sostenuto che la scomparsa di alcune istante “di sinistra” in merito al modello economico sia un bene. Ma colpa principale di questa scomparsa è della sinistra stessa: senza il suo “peccato originale (un politica per il popolo pensata e propagandata da un elitè) forse le cose sarebbero andate in maniera diversa.

                  • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Harry Burns

                    E il liberalismo nella propria essenza altro non è che il relativismo della ribellione luciferina.

    • Pino ha detto in risposta a Roberto Dara

      ho sempre trovato divertenti espressioni quali “la maggior parte degli intellettuali ………. ritiene questo argomento un diritto civile” intellettuali chi? Quando sento parlare di “intellettuali” ricordo sempre quello che cantava Giorgio Gaber “in Italia ogni intellettuale fa opinione ma se lo guardi bene in faccia scopri che è solo un gran coglione”.

      • Roberto Dara ha detto in risposta a Pino

        In Italia può darsi, nel mondo un po’ meno… E gli intellettuali che fanno opinione sostenendo di essere contrari al matrimonio gay sono più in Italia che altrove…

        • Piero ha detto in risposta a Roberto Dara

          certo, anche nelle altre parti “democratiche” erano a favore del “razzismo scientifico” e dell’eugenetica.
          Ripeto: chi non ha idee proprie, fa proprie quelle degli altri.
          Chi non ha testa, pensa con quella degli altri.
          C.V.D.

          • Roberto Dara ha detto in risposta a Piero

            Il tempo dirà quali idee fatte proprie dalla larga parte degli intellettuali siano giuste o meno. Ciò non toglie che attualmente il pensiero dominante vada in quella direzione, e, su quel tema specifico, io sono d’accordo, mentre non lo sono su altri temi.

            • Pino ha detto in risposta a Roberto Dara

              il “pensiero dominante” ecco un’altra frase celebre, di quelle da incorniciare. Scusa ma perchè devi sempre parlare con frasi fatte? Mi ricordi i contestatori marxisti del ’68 che si esprimevano tutti con lo stampino.

              • Piero ha detto in risposta a Pino

                forse perche’ e’ tale.

                • Pino ha detto in risposta a Piero

                  ma infatti, le persone che parlano per frasi fatte dimostrano di non avere idee proprie. Mi ricordo che una frase usata sempre e in qualsiasi discorso dai sessantottini era “nella misura in cui” che non significava assolutamente nulla ma faceva chic, dimostrava che eri uno intelligente, che aveva studiato. Anche se eri un perfetto imbecille.

            • Piero ha detto in risposta a Roberto Dara

              di quello che pensano e dicono di quelli che si autodefiniscono “intellettuali” non me ne puo’ fregar di meno.
              Cio’ nonostante la maggior parte delle loro ideologie si sono rivelate mortifere oltre ogni massimo grado: comunismo, eugenetica, arte del cavolo…

              • Daniele Borri ha detto in risposta a Piero

                E oltretutto era sostenute, oltre che dalla legge, anche dalle università e dai maggiori intellettuali, come ad esempio per l’eugenetica. Contraria sempre e solo la retrograda Chiesa cattolica…

        • Daniele Borri ha detto in risposta a Roberto Dara

          “E gli intellettuali che fanno opinione sostenendo di essere contrari al matrimonio gay sono più in Italia che altrove…”

          Urge dimostrazione, altrimenti la tua frase equivale completamente alla mia che dice: Roberto Dara è considerato un perditempo più all’estero che in Italia”.

        • Pino ha detto in risposta a Roberto Dara

          il pensiero di Gaber non può essere letto in modo letterale ma ha un carattere estensivo, si riferisce a tutto il mondo intellettuale, non solo a quello italiano, ma a voi laici occorre spiegare proprio tutto.

  12. Penultimo ha detto

    “Il retore e la retorica si trovano in questa posizione rispetto a tutte le altre arti:non c’e’ alcun bisogno che sappia come le cose stanno in se’,ma occorre solo che trovi qualche congegno di persuasione,in modo da dare l’impressione,a gente che non sa’,di saperne piu’ di quelli che sanno.”(Socrate di Platone,Gorgia)

    La retorica usata per indottrinarele masse e nauseabonda come nauseabondi sono i giornalisti che tentano di continuo di ideologozzarci nella loro vanita per rendere le masse ignoranti al fine di poterle soggiogare con l’illusione di una “conoscenza o gnosticismo del tutto ignorante e irrazionale”.

  13. Penultimo ha detto

    P.S chiamatela “gayzzazione retorica (perche queste sono il tipo di argomentazioni,vedi argomento fallace “orfanotrofio”) ipocrita ( perche questa genera contraddizioni moraliste irrisorie,ma “logiche”secondo chi non sa) della massa ( io detesto questo termine,ma se si lasciano persuadere cosi allora siamo considerati massa irragionevole,dagli stessi che tentano di retorizzarci)

  14. Penultimo ha detto

    @Slemets

    Mi viene in mente “penso che per maggioranza si intendano i gruppi di poteri forti o partiti che detengono la quota di maggioranza,che influnza il bilancio economico del giornale stesso con buona pace dei fatti e afavore di opinioni fiabesche” Sarebbe realismo estremista fanatico secondo le loro opinioni ma congruente sui fatti.

  15. Pino ha detto

    illuminante articolo sull’argomento, che ovviamente non si trova sul Corriere

    http://www.ilgiornale.it/news/interni/nozze-gay-suicidio-delleuropa-881999.html

  16. Max ha detto

    Il tema degli intellettuali che si dicono d’accordo con il matrimonio tra omosessuali e’ stato trattato da un altro gustoso articolo di Galli della Loggia sul Corriere:

    http://27esimaora.corriere.it/articolo/il-mondo-gay-e-le-vestali-di-un-certo-conformismo/#more-9082

    C’e’ questo bel pezzo:

    «Il conformismo degli intellettuali non si misura su ciò che pensa la gente comune, bensì si misura su ciò che pensano gli altri intellettuali». (George Orwell)

    “Ora si dà il caso che oggi, nell’intero Occidente, l’opinione ultramaggioritaria di costoro sia tutta, in linea di principio, dalla parte delle rivendicazioni dei movimenti omosessuali. Per una ragione ovvia, e cioè che gli intellettuali occidentali, da quando esistono, amano atteggiarsi a difensori elettivi di ogni minoranza la quale si presenti come debole, oppressa, o addirittura perseguitata: al modo, per l’appunto, in cui di certo è stata storicamente, specie nei Paesi protestanti, la minoranza omosessuale.

    Per questo è abbastanza ovvio che nell’ambiente intellettuale chi pure dentro di sé è magari convintissimo che la natura esiste, che il genere corrisponde a una base sessuale biologica, che non si possa parlare di alcun diritto alla genitorialità ma che semmai il solo diritto è quello del bambino ad avere un padre e una madre, chi è pure dentro di sé, dicevo, è magari arciconvinto di tutte queste cose, esita tuttavia a dirlo chiaramente. Per la semplice ragione che non ama sottoporsi al giudizio negativo che una tale affermazione gli attirerebbe immediatamente da parte dei suoi simili. Perlopiù, infatti, gli intellettuali non temono affatto il giudizio della gente comune (che anzi assai spesso si compiacciono di contrastare); temono molto, invece, quello del loro ambiente, degli altri intellettuali. Come Orwell per l’appunto aveva capito benissimo.”

    Lo stesso Galli della Loggia ha ricordato (anche se dovrebbe essere ovvio) che non si può riconoscere il diritto al matrimonio a tutti coloro che si amano per il solo fatto che si amano»: per esempio a una donna che ami due uomini. Forse occorre considerare qualcosa d’altro.

    • Max ha detto in risposta a Max

      E riguardo questo “altro”, forse sarebbe il caso di riflettere con calma, invece di correre dietro alle emozioni.

    • Penultimo ha detto in risposta a Max

      Infatti “questi intelletuali” si meritano l’ingiuria che Socrate dette loro pur messo sotto processo,siete dei portatori di ideologia non di sapere.Giudicate i popoli masse ma voi siete una massa di rettori,e spacciate la vostra retorica,la vostra eristica,i vostri sofismi per sapere,traformando l’ignoranza in gnosi,ma in realtà cio che volete non è sapere,ma essere glorificati dai vostri pari.E come disse un’altro molto,ma molto più grande di Socrate:

      Come potete capire voi che vi glorificate gli uni gli altri?

  17. Daniele ha detto

    C’è un aspetto su cui mi piacerebbe sentire un po’ di pareri: se un/a bimbo/a vive con una coppia, etero- o omosessuale che sia, di persone non sposate (intendo non sposate in Chiesa), e se questa coppia chiede per lui/lei il Battesimo, è giusto che la Chiesa lo conceda?
    O, detta in un altro modo, una coppia “non sposata davanti a Dio” si trova nelle condizioni necessarie per chiedere il Battesimo per i propri figli (siano essi biologici, adottivi, nati in provetta, ecc…)?
    A mio avviso sì, poiché il Battesimo è la Grazia che il Signore fa al/alla bimbo/a e quindi non è giusto che il/la piccolo/a, che in questa situazione non ha alcuna responsabilità, sia escluso/a da questa Grazia.
    Certo è, però, che nella Liturgia Battesimale si fa appello ai genitori, al padrino e alla madrina del/della piccolo/a affinché il/la bambino/a sia educato/a secondo i valori cristiani: è, quindi, evidente che un ambiente famigliare in cui il Sacramento del Matrimonio non è stato celebrato o in cui l’amore tra un uomo ed un uomo o tra una donna ed una donna viene messo sullo stesso piano dell’amore tra un uomo ed una donna non è capace, soprattutto per quel che concerne l’importante aspetto delle relazioni amorose ed affettive, di educare in senso cristiano.
    Tuttavia il Signore sa agire in infiniti modi (che noi nemmeno immaginiamo), per cui anche un/a battezzato/a che dovesse crescere in un ambiente non propriamente esemplare dal punto di vista cristiano potrebbe, per Grazia di Dio, diventare un/a degno/a cristiano/a.

    • semelets ha detto in risposta a Daniele

      In effetti è come dici tu. Il bambino ha diritto al battesimo e, in linea di principio, i genitori potrebbero anche essere non credenti senza che questo pregiudichi il diritto del bambino a ricevere il battesimo. Lo stesso NON vale per il padrino e la madrina, che rappresentano la Chiesa e si impegnano ad affiancare i genitori nell’educazione alla fede e per i quali sono richiesti determinati requisiti. Dal punto di vista dell’educazione, i genitori non credenti che si impegnano ad educare il bambino alla fede, si impegneranno a non ostacolare e anzi a favorire tale educazione da parte dei padrini e della comunità cristiana.
      Questo in linea teorica. Nella realtà credo che spesso ci si trovi di fronte a situazioni nebulose e sgangherate e che stia al sacerdote valutare di volta in volta se ci sia, da parte dei genitori, vera consapevolezza di ciò che si chiede o se sia opportuno invitarli ad intraprendere un cammino di formazione.

    • Penultimo ha detto in risposta a Daniele

      1.Ogni vita umana è individuo,ogni individuo è persona, simile ma non identico agli altri.
      2.Siccome ogni individuo è responsabile delle sue azioni davanti a Dio,e visto che un bambino,è un’individuo dinamico,direi che ci sono tutte le premesse necessarie del battesimo.Perchè?

      Se Dio permette la vita sia di quelli che lo rinnegheranno si di quelli che lo crocifigeranno,non deve essere certo la chiesa a negare cio che Dio non ha negato,nonostante tutto,non si nega il battesimo a chi prima perseguitava i cristiani,a maggior ragione non si deve negare a chi non è responsabile.Toglierei il potrebbe,succede anche per chi prima perseguitava cristiani poi te lo ritrovi Santo.

      Su una cosa non sono d’accordo:
      Dio difficilmente agisce in infiniti modi,altrimenti sarebbe sceso dalla croce piuttosto che rimmanerci,su questo baso le mie affermazioni.

      • Penultimo ha detto in risposta a Penultimo

        Ovvero esistono infiniti modi per arrivare al bene.E quindi e come se questi infiniti modi si annullassero nell’unica cosa che serve.

  18. Eaglet ha detto

    Vi invito a verificare di persona che mentre ieri, dopo circa 2000 voti, il sondaggio era nettamente a favore delle nozze gay (più del 60%) oggi, con circa 11000 voti, la situazione è praticamente all’equilibrio, con una leggera maggioranza che si dichiara contraria alle nozze gay.

    http://www.corriere.it/appsSondaggi/votazioneDispatch.do?method=risultati&idSondaggio=11786

    • Eaglet ha detto in risposta a Eaglet

      E continua ad aumentare!
      Le cose son due (anche alla luce degli altri sondaggi): o gli omosessualisti votano i sondaggi preferenzialmente nelle prime ore dall’apertura del sondaggio, oppure i primi voti sono per così dire “pilotati”…

  19. Umpalumpa ha detto

    Al momento il sondaggio è 53% “profamiglia” e 47 “progay”..per semplificare. La cosa strana è che hanno votato 12.677 persone. Cifre molto alte neanche paragonabili (tranne il 40mila) agli altri 2 sondaggi che segnala l’articolo (poche migliaia di voti).
    Voglio pensare male..è una deformazione personale..non è che grazie all’articolo dell’uccr si è smosso qualcosa ai piani alti?? bah..magari è solo una coincidenza…

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