Quando la scienza inciampa trova sempre qualche filosofo “d’ufficio”

«Con questo articolo diamo avvio alla collaborazione con Mariano Bizzarri, docente di Biochimica e professore di Patologia Clinica presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università “La Sapienza” di Roma. E’ direttore del “Systems Biology Group Lab” presso il medesimo Ateneo. E’ segretario generale della ISSBB (Italian Society for Space Biomedicine and Biotechnology) e Presidente del Consiglio Scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana»

 

di Mariano Bizzarri*
*docente di Biochimica presso l’Università “La Sapienza” di Roma

 

Certo, a ben guardare la copertina del n. 1/2012 di Micromega, in cui il ritratto di Che Guevara campeggia a fianco di una sorta di mostro cibernetico, sarebbe ben difficile dubitare che l’uomo – o almeno certi uomini – possano discendere dalla scimmia. Lo aveva già scritto Elio Vittorini – fascista della prima ora e poi redentosi nello scoprirsi improvvisamente comunista, all’indomani del 25 luglio –  quando distingueva tra “Uomini e no”. Così anche per Telmo Pievani, c’è “Scienza” e altre cose che – a suo parere – “Scienza non sono”. Questo modo manicheo di guardare alla ricerca scientifica, accaparrandosi solo i risultati a favore di una tesi precostituita e “rimovendo” tutti gli altri, è invero proprio di coloro che, per la verità, hanno ben poca dimestichezza con la scienza reale. Quella che si fa, concretamente in laboratorio o sul campo. Che insegna molta umiltà e lascia poco spazio al flusso ininterrotto di pubblicazioni che solo un filosofo può permettersi. Ho sempre rilevato quanto fosse anomalo come i più ardenti difensori della scienza positivista allignassero tra i filosofi progressisti, orfani di Marx, incapaci di concepire la Fede se non come un grumo di superstiziosi, costretti a rivolgere il loro bisogno di pietas verso l’idolo ultimo: la Scienza innalzata a suprema dispensatrice di quelle certezze che sarebbero altrimenti  incapaci di  costruirsi.

Per Pievani, enfant prodige coccolato dall’intellighenzia progressista, la teoria di Darwin non è un contributo storicizzato alla ricerca della verità, ma dogma di fede, dato che ha ricevuto ampia e ripetuta conferma sperimentale. Evidentemente Pievani ha poca dimestichezza con l’imponente mole di dati che, pur movendo dalla visione evoluzionistica, hanno nel corso degli ultimi decenni mostrato lacune rilevanti al modello darwinista. Basti, per tutti, citare dall’ultimo libro di Piattelli-Palmarini e J. Fodor, “Gli errori di Darwin”: «Non sappiamo molto bene come funzioni l’evoluzione; non lo sapeva neanche Darwin e non lo sa esattamente […] nessun’altro. Nessuno degli scienziati che lavora in ambito sperimentale è ormai più “un genuino adattamentista”; anche se fanno piacere, questi “riallineamenti” non sono “la norma nella biologia in generale […] certo non sono la norma per l’opinione informata in campi […] come la filosofia della mente, la semantica del linguaggio naturale, la teoria della sintassi, le teorie del giudizio e della decisione, la pragmatica e la psicolinguistica. In tutte queste discipline il neodarwinismo è assunto come un assioma: non viene mai, letteralmente, messo in questione. Una concezione che sembri contraddirlo, direttamente o per implicazione, è ipso facto rifiutata, per quanto plausibile possa sembrare. Interi dipartimenti, riviste e centri di ricerca operano secondo questo principio. Di conseguenza il darwinismo sociale cresce rigoglioso, come il darwinismo epistemologico, il darwinismo psicologico, l’etica evoluzionistica e, il cielo ci scampi, l’estetica evoluzionistica.  Se volete vedere i loro monumenti date un’occhiata alle pagine scientifiche dei quotidiani». Come dir meglio?

Sappiamo però come tale volume sia stato recepito dalla critica. Dopo aver invano cercato di impedirne la pubblicazione in Italia, le corazzate della libera informazione (“Repubblica” e “Corriere della Sera” in testa), lo hanno infangato in tutti i modi possibili. E i due poveri malcapitati, nonostante la loro comprovata competenza e fede anti-religiosa, sono stati messi alla gogna. Il fatto è che la critica al darwinismo va al di là della pur accesa diatriba scientifica. E investe ambiti ideologici (politici) e metafisici. L’adesione (acritica e cieca) al darwinismo è oggi la cartina di tornasole per decidere chi possegga una concezione del mondo “realmente scientifica” e chi sia invece un povero mentecatto. Per Pievani la «scienza [è oggi] in grado di spiegare la meravigliosa e ambivalente unicità di Homo sapiens senza ricorrere a salti ontologici o trascendenze». Siamo contenti che Egli possa trarre da ciò una rassicurante certezza. Ma questa è materia di psicologia. Pievani non ci dice in realtà nulla di come e dove questa verità sia stata acquisita. Un esercito sterminato di ricercatori sta infatti cercando ancora le risposte. Forse Pievani trarrebbe beneficio dal raggiungerli in laboratorio piuttosto che continuare a scrivere libri che, alla lettera, non aggiungono nulla, ma proprio nulla, alla “verità scientifica”. Pievani deve farsene una ragione: quando la comunità scientifica discute ancora accanitamente a proposito di un argomento, questo accade perché è ancora alla ricerca di una spiegazione organica, razionale e non contraddittoria. Insomma, tutto quello che la teoria di Darwin non è.

Un articolo abbastanza recente (M. Lynch, The frailty of adaptive hypotheses for the origins of organismal complexity PNAS, 2007, 104: 8597–8604), ha messo criticamente in evidenza come, a proposito di Darwin, occorra fare chiarezza tra ciò che è il dato scientifico e quello che appartiene alla mitologia che ci si è costruito sopra. E’ utile riproporre questa tabella riassuntiva che bene evidenzia i punti principali del darwinismo su cui, contrariamente a quanto possa pensare o dire Pievani, c’è molto da “discutere”. Nel corso degli anni la teoria dell’evoluzione ha dovuto riconsiderare l’ipotesi lamarkiana (includendo nel modello l’eredità epigenetica e quella acquisita), ridimensionando il ruolo delle mutazioni e della selezione naturale, ammettendo l’incapacità di spiegare i “salti” evoluzionistici, gli “anelli mancanti” (stiamo ancora cercandoli da qualche parte), e i processi morfogenetici. Pievani cita incautamente il “caso”, assimilandolo quasi ad “arbitrarietà”. Proprio la disciplina che più estensivamente ha studiato il “caso” (pensiamo qui alla termodinamica dei sistemi dissipativi del Nobel Prigogine) ha contribuito a rimettere in discussione l’ipotesi darwinista. L’evoluzione dei sistemi dissipativi si svolge infatti per salti (facendo pervenire il sistema su stati stabili noti come attrattori) e non per continuità “progressiva”, come previsto dal darwinismo classico. Gli organismi complessi posseggono una dinamica non lineare, estremamente sensibile alla fluttuazioni di stimoli i più diversi (e non necessariamente genetici), capace di orientare il sistema verso l’acquisizione di un numero definito di forme possibili a fronte delle infinite possibilità teoriche. In altri termini, l’evoluzione è consentita solo se, all’interno dello spazio delle fasi, il sistema riesce a raggiungere uno degli attrattori previsti. L’attrattore ha una straordinaria capacità di resistere alle perturbazioni indotte (mutazioni, cambiamenti ambientali) e ciò ne assicura la stabilità. Questo spiega perché a fronte di infinite possibilità gli esseri viventi – dalla cellula all’Uomo – assumano solo un numero definito di conformazioni (forme), privilegiate da una logica che non è più quella delle interazioni microscopiche (bottom), ma impressa a livello globale dall’alto (top-down).

Le forme non sono quindi accidenti casuali dell’evoluzione, ma correlazioni ottimali prescelte da una ratio. Ed è questa ratio che può sfruttare o meno l’eventualità rappresentata da modificazioni casuali: il caso viene utilizzato per produrre ordine solo se è coerente con il disegno impresso nello spazio delle fasi. Materia per riflessione, non per pamplets ideologici e polemiche pretestuose. Insomma, c’è molto da fare e da capire (come ricercatore ne sono contento: saremmo altrimenti disoccupati!). Darwin – è proprio il caso di dirlo – non è il Vangelo. E prima o poi qualcuno dovrebbe dirlo a Pievani. Il Nostro si può sempre consolare con qualche filosofia orientale. Ma altrettanto chiaramente va detto che strumentalizzare la scienza per sostenere una visione politica e filosofica è ben misero sotterfugio. La verità è che da sempre l’uomo è alla ricerca di una spiegazione del tutto. E’ stata cercata nella magia, nella religione, nella filosofia politica (“proletari di tutto il mondo unitevi e poi capirete…”) e ovviamente nella Scienza. Non mi pare che qualcuno abbia però trovato la soluzione giusta. Questo è l’atteggiamento laico per eccellenza: ammettere le limitazioni, riconoscere i fallimenti. E da qui ripartire, inventandosi un approccio diverso. O magari riscoprendo un uso diverso di vecchi strumenti. Per questo, fare di Darwin un dogma è non solo un errore, ma un’offesa per coloro che la scienza la fanno davvero.

92 commenti a Quando la scienza inciampa trova sempre qualche filosofo “d’ufficio”

  • Alessandro M. ha detto:

    Una vera perla!! Grazie professore!!!

  • Luigi R. ha detto:

    Sono contentissimo che abbia iniziato a scrivere anche per questo sito!! La cosa più importante oggi è proprio una risposta alla prevaricazione laicista su queste tematiche da parte degli scienziati stessi. Vogliono che la ricerca sia “cosa loro”, quando si parla di queste tematiche sui quotidiani ci sono sempre loro: la Hack, Odifreddi, Pievani, Boncinelli…è ovvio il messaggio che si vuole far passare. Il Giornale ogni tanto fa scrivere a Zichichi e il resto lo devono fare i giornalisti. Ricordo una puntata in televisione in cui a rispondere a Odifreddi hanno chiamato Francesco Giorgino, il conduttore del TG1!! Grazie molte per la sua disponibilità!!

    • Panthom ha detto:

      Tieni conto che tutti i nomi citati sono pensionati, filosofi o divulgatori. Non c’è nemmeno uno scienziato in attività. Per questo la risposta del prof. Bizzarri ha ancora più valore.

      • Giorgio Masiero ha detto:

        Qual è il “filosofo”? Mi sfugge…

        • Panthom ha detto:

          Pievani per l’appunto…è l’unico non pensionato.

          • Giorgio Masiero ha detto:

            Pievani non è mai stato un filosofo, ma al massimo un professore di filosofia. Un filosofo è un cercatore della verità. Un professore di filosofia è un impiegato pagato dai contribuenti per comunicare ai giovani studenti la sua “verità”, la quale non è la realtà quotidianamente rivissuta nello stupore del cercatore, ma la rappresentazione personalmente codificata della propria esperienza chiusa.

            • Falena-Verde ha detto:

              Spero che lei non pensi questo di tutti i prof di filosofia.
              Comunque do anch’io il benvenuto al sig. Bizzarri.

              • Giorgio Masiero ha detto:

                Ci sono dei professori di filosofia che sono anche filosofi, come ci sono filosofi che non sono professori di filosofia: io affermo soltanto che i due insiemi (quello dei filosofi e quello dei professori di filosofia) non vanno confusi!

  • Daphnos ha detto:

    Davvero, se è un manifesto metto la mia firma. Soprattutto sulla citazione di Piattelli Palmarini.

    L’estetica evoluzionistica… “la MERAVIGLIOSA e ambivalente unicità di Homo sapiens”… “il FASCINO di un’evoluzione che non ci aveva previsto…”. E’ forse un tentativo di trasferire nel darwinismo ideologico l’equivalenza schilleriana “bellezza=verità”?

  • Ugo ha detto:

    Avete letto la tabella??!!

  • Giorgio Masiero ha detto:

    Più chiaro di così non si può. Grazie.

  • Carlo Trevisan ha detto:

    gli scienziati che si spacciano per atei in realtà credono: credono nella scienza, anche quando le cose non si dimostrano, con una fede pari alla nostra. e quando questa fallisce invece che ammettere l’errore, giustificano la cosa con i “miracoli” – “un giorno lo sapremo”…

    copiano le nostre frasi. che ridicoli.

    • Giorgio Masiero ha detto:

      Anziché dire che gli scientisti “credono nella scienza” è forse più esatto dire che “non sanno che cosa le scienze naturali siano e in che cosa ne consistano limiti e forza”: infatti tutte le persone ragionevoli, io ritengo, hanno fiducia nella scienza, però ne conoscono anche i limiti in termini di riduzione dell’infinita ricchezza del reale e in termini di conoscenza approssimata e probabilistica dei fenomeni soggetti ad osservazione, con teorie ipotetiche sempre soggette a falsificazione. E la forza del metodo scientifico sta principalmente nella capacità di evolvere riconoscendo limiti ed errori: per questa ragione il dogmatismo scientista colpisce, assolutizzandola, per prima proprio la scienza che pretende di difendere!

  • Tommaso B. ha detto:

    Scusatemi la domanda, io non sono esperto, ma se la selezione naturale fosse effettivamente avvenuta così come ci dicono, i fossili che abbiamo non dovrebbero essere mutazioni venute male (almeno in parte)?
    Secondo il mio dubbio, si giunge a questa domanda: come fare a dimostrare che sono realmente continuità e non “difetti”, i fossili ritrovati, se al principio della selezione stanno le mutazioni? ( che sicuramente porterebbero a più difetti che progressioni ) Come facciamo dunque a considerarli prove?

    la teoria non si elimina da sè, dato questo ragionamento?

    però io non ho letto niente, e chiedo solo spiegazioni. Grazie mille

    (ps. bel sito, anche se non capisco perchè si citano a volte cavolate che attribuiscono a Gesù la “qualità” di Esseno, quando è in realtà molto difficile, ed è stata scartata già negli anni 70 come idea! ps. http://digilander.libero.it/Hard_Rain/Qumran.htm)

    • Giovanni Pastormerlo ha detto:

      Ciao Tommaso…sinceramente non ho capito la tua domanda sui fossili…non capisco cosa c’entrino i difetti? Forse intendi mettere in discussione il gradualismo? Effettivamente nei fossili abbiamo tutto tranne che una gradualità evolutiva…però non so se è questo che chiedi.

      Non capisco nemmeno a cosa ti riferisci con articoli in cui si parla di Gesù come esseno…puoi essere più preciso?
      Grazie ciao.

  • a-ateo ha detto:

    Io mi spiego il problema con una metafora.
    Gli scienziati sono gli scalatori di una montagna non si sa quanto alta, con la cima avvolta dalle nubi.
    Hanno fatto un discreto tratto di salita.
    Sono fermi a riposarsi.
    E si dividono in due gruppi.
    Un gruppo, i peggiori e senza più forze da spendere, guarda verso il basso con sentimenti di orgoglio per la strada percorsa e tanta voglia di fermarsi e commerciare monetizzando sul mercato ideologico le vette conquistate.
    L’altro gruppo, quello perfettamente capace di continuare, guarda verso le vette che continuano a non intravvedersi fra le nubi con sentimenti di realismo e umiltà profonda, e non ha nessun desiderio di cambiare il proprio mestiere di scienziato in commerciante-dispensatore di verità che non gli competono perchè fuori dal campo scientifico.
    A quale dei due gruppi appartiene Pievani?

    • Giorgio Masiero ha detto:

      Bellissima metafora. Cmq Pievani non appartiene a nessuno dei due gruppi, perché non ha mai fatto lo scienziato. E’ solo un giullare del primo gruppo.

  • Gabriele ha detto:

    Grazie tante professore per il suo articolo, per quanto mi riguarda mi è molto utile per diradare la nebbia dell’oscurantismo neodarwinista che istintivamente (pur non avendo la necessaria cultura scientifica per confutarlo) sento come truffaldino, data la sua forte carica ideologica.

  • Ivan B. ha detto:

    Trovo questa discussione (e quella che si è data tra le pagine di Avvenire e Micromega) il solito battibecco tra chi cerca di portare l’acqua al proprio mulino. Credo che le parole di Pievani non vadano lette in senso così assoluto. Dire che la scienza ha spiegato l’evoluzione significa che si è passati dall’idea dell’uomo come atto centrale di una creazione voluta e predeterminata all’idea che gli organismi (e quindi anche l’uomo) sono apparsi come naturale e probabilmente inevitabile evento prima chimico e poi biologico. Sulla nascita della vita si sa tuttavia troppo poco per potersi sbilanciare però è indubbio che tutti gli scienziati la ricerchino a partire dalla materia inorganica, che sia successo nello spazio interstellare, nel brodo primordiale o nella concomitanza dei due ambienti non sposta di molto la questione. Riguardo invece la successiva evoluzione, ormai nessuno la mette più in dubbio, sebbene ci siano ancora tante cose da spiegare ed altrettante da affrontare. Le uniche riserve sembrano arrivare dai creazionisti (non quelli americani che ormai non sanno più dove aggrapparsi) che pongono come unica condizione che tale evoluzione sia in certo qual modo guidata e voluta da un’intelligenza superiore ed è per questo che se di evoluzione bisogna parlare, deve questa necessariamente avvenire per mutazioni non casuali, affinchè venga in un qualche modo dimostrata un’esistenza di una volontà determinata a monte.
    A parer mio anche questo è un pessimo approccio alla scienza, perchè oltre ad essere un falso problema (quando si riesce a scoprire il perchè di un processo come quello della mutazione, questo smette per forza di cose di essere “casuale”), dimostra la fragilità di chi antepone il dogma religioso (necessità di un creatore intelligente) ad ogni proposta della scienza. Questo non è un bel procedere, perchè se affidarsi completamente alla scienza non è la cosa più corretta, meno ancora corretto è mettere come condizione ineludibile che ogni risposta scientifica soddisfi le proprie ipotesi religiose.

    • Wil ha detto:

      Dove Bizzarri ha tirato in ballo dogmi religiosi?

    • Nadia ha detto:

      Tu, Ivan, sei uguale ed opposto ai creazionisti americani che critichi: tiri in ballo sempre Dio, anche in una discussione scientifica. Ma lo vuoi capire che, come ha detto Giovanni Paolo quando forse tu non eri ancora nato, quando si fa ricerca scientifica non si deve ricorrere al Creatore? né per dimostrane l’esistenza, né per negarla come fai tu?
      Hai letto l’articolo? Qui si parla solo di scienza!

      • Ivan B. ha detto:

        Mi spieghi allora perchè per i cristiani è fondamentale difendere l’idea di una mutazione non casuale?

        • Giovanni Pastormerlo ha detto:

          Perché affermi queste cose senza conoscere cosa siano i cristiani, chi siano, cosa affermino, cosa sia una mutazione ecc.? Dove prendi le informazioni caro Ivan?

        • Alèudin ha detto:

          Io mi ritengo cristiano e come Polkinghorne penso che:
          «la casualità sia un dono di Dio alla libertà dell’uomo»

          e ancora:

          «la Creazione divina non è una sorta di proprietà divina in cui Dio abbia posto ogni cosa, in cui faccia accadere tutto. Il dono di Dio è il dono dell’amore, e il dono dell’amore è anche il dono di qualche dovuta forma di indipendenza alle creature che sono amate. Poco dopo che Charles Darwin aveva pubblicato “L’origine delle specie”, il sacerdote inglese Charles Kingsley (1819-1875) disse che Darwin aveva mostrato che Dio ha creato il mondo non già bell’e pronto, con tutto già fissato, ma ha fatto una cosa incredibile: Dio ha creato il mondo dotandolo di un futuro, perché alle creature sia permesso di essere se stesse e di fare se stesse. Questa è la maniera teologica di pensare al mondo che si evolve».

          • Vrnoskij ha detto:

            Aleudin, complimenti sinceri per il tuo progresso estetico, ci stai avvicinandosi al design Ikea.

        • Wil ha detto:

          Ma è una spiegazione scientifica quella di tirare fuori il caso ogni volta che non si sa fornire una spiegazione? Vedi che sei come i creazionisti nordamericani, quelli invocano Dio tu il Caso.

          • Gab ha detto:

            Scusa non ho capito questo ragionamento…

            tra Dio è il Caso chi ci sta in mezzo?

            • Ivan B. ha detto:

              Gab, se fai cadere una foglia dal balcone di casa tua e ripeti l’operazione un milione di volte, questa raggiungerà il suolo sempre in una posizione diversa, sebbene sia in teoria possibile, con complicatissimi calcoli, prevedere dove cadrà. Ciò nonostante si parla di “caso” (in minuscolo) e se ci pensi bene è un grande vantaggio della natura, perchè aumenta le possibilità combinatorie tra gli elementi in questione.

              • Gab ha detto:

                Ma questa dove l’hai letta? La foglia non raggiunge qualsiasi punto per caso ma dipende da:

                – dimensione e peso della foglia

                – presenza di qualsiasi tipo di corrente aerea

                – temperatura e pressione dell’aria, ecc.

                Mi spieghi dove sia il “caso” in tutto questo? La natura non ha nessun merito e risponde a delle leggi quindi evita di dire sciocchezze.

                • Ivan B. ha detto:

                  Stiamo infatti dicendo la stessa cosa. Converrai che le variabili sono così tante che nessuno è in grado (neanche il computer più
                  potente) di calcolare l’esatto punto di atterraggio della foglia. Ho
                  fatto questo esempio per dimostrare come la questione della mutazione non casuale (tra l’altro ancora tutta da dimostrare) sia, a parer mio, un falso problema.

                  • Alèudin ha detto:

                    ok ma ipotizzando di conoscere tutte le variabili potremmo calcolare dove atterra o no? Si tratta del caso solo per noi che non siamo in grado di avere tutti i dati, o mi sbaglio?

                    • Ivan B. ha detto:

                      Concordo assolutamente con quello che dici, se conoscessimo tutte le variabili (anche quelle future) sapremmo calcolare esattamente dove cadrà la foglia, ma rimane il fatto che per ora non lo sappiamo, e meno ancora ne sappiamo del come e del perchè due ceppi di batteri si scambiano i geni dando via così ad un processo evolutivo.

              • Samba ha detto:

                Quante volte al giorni preghi il dio caso, Ivan?

          • Ivan B. ha detto:

            Ho detto semmai l’opposto, cioè che non si parla più di caso quando si riesce a stabilire la regola di un processo. Un altro paio di maniche è affermare che tale processo sia stato deciso da una volontà e da un’intelligenza superiore. Questo sì che è un puro atto di fantasia.

            • Wil ha detto:

              Allora ti ripeto la domanda: dove Bizzarri nel suo articolo ha parlato di volontà o intelligenza superiore? Ma capisci, Ivan, che continui a confondere la scienza con la religione come Pievani, ecc. Tu cristichi i creazionisti nordamericani perché “usano” Dio nella scienza, però tu “usi” la scienza per negare Dio e fare polemica antireligiosa!!

            • Samba ha detto:

              Il continuo appello alla casualità è l’unico atto di fantasia, sostenere invece che esiste un senso ultimo della realtà è un atto di fede, ma pienamente razionale (nessuna contraddizione in questa frase).

    • Giovanni Pastormerlo ha detto:

      Ivan che senso ha il tuo commento? Ma a quale articolo stai facendo riferimento? Non sei forse tu che sostieni sempre che Dio e i miracoli non esistono perché la scienza non ne ha mai confermato l’esistenza? Come può uno che ha questo concetto di scienza poter avventurarsi in spiegazioni di quale approccio vada preferito? Perché parli di religione se nessuno ne ha mai parlato? Ripeto: che senso ha il tuo commento?

      • Ivan B. ha detto:

        Guarda che l’articolo parla chiaramente di strumentalizzazione a fini ideologici, quindi non sono da escludere anche quelli religiosi. Poi ribadisco che tutto gira attorno ad un falso problema, credo che il darwinismo abbia messo in difficoltà la religione per ben altri motivi…

        • Wil ha detto:

          Darwin ha messo in crisi solo la tua idea di scienza, che continui a confondere con la religione.

        • Giovanni Pastormerlo ha detto:

          E’ una tua opinione. Io credo che il fallimento della generazione spontanea, il Big Bang, la scoperta del DNA e il Principio Antropico, abbiano messo in crisi l’ateismo.

          Inoltre concordo con Francisco Ayala: “Il grande dono del darwinismo alla religione”. Ti ricordo che Ayala non è un blogger, ma uno dei più importanti darwinisti viventi.

          • Ivan B. ha detto:

            Appurato che l’articolo tira in ballo indirettamente una questione religiosa, non credo sia una mia opinione il fatto che sia esistito un
            conflitto tra teoria dell’evoluzione e tradizione religiosa. A questo proposito l’altro giorno su questo stesso blog facevo notare i tentativi di Sermonti o Zichichi (completamente ignorati dalla comunità scientifica) per contrastare l’evoluzionismo. Ricordai anche il ministro Moratti quando cancellò la teoria dell’evoluzione dall’insegnamento nelle scuole medie e ricordai chi scrisse il programma scolastico, che la definì senza mezzi termini: “una degenerazione”. Ora qualcuno potrà anche negare l’evidenza, a me basta vedere come queste discussioni sono ricorrenti sui blog cattolici per capire che la questione è ancora tutta aperta.

            • Giovanni Pastormerlo ha detto:

              I tuoi argomenti sono pari allo zero, te li smonto in un minuto ed è già troppo il tempo che ho sprecato per te.

              1) Non hai affrontato quello che ha messo in crisi l’ateismo.

              2) Sermonti ha presieduto la International Commission for Genetics of Industrial Microorganisms, l’Associazione Genetica Italiana ed è stato vicepresidente del XIV Congresso Internazionale di Genetica a Mosca. Zichichi è uno dei fisici più importanti in Italia, conosciuto in tutto il mondo. Sermonti ha fatto la sua proposta, Piattelli Palmarini, ateo dichiarato, ha fatto la sua proposta. Zichichi ha affermato giustamente che parte dell’evoluzione non è scienza galileiana perché non è indagabile con il metodo scientifico. E’ un’ovvietà. Michael Ruse, ateo dichiarato, ha rivolto una tale quantità di critiche al darwinismo da passare costantemente per creazionista. Immagino dunque che secondo i tuoi argomenti il darwinismo crei problemi anche all’ateismo. Zichichi e Sermonti, in ogni caso, parlano a nome loro. Come Bizzarri e Ayala o Kenneth Miller (altro che Dawkins!), cattolici, parlano a nome loro e non certo della Chiesa.

              3) Quando ho letto della Moratti ho capito il livello del mio interlocutore. E mi sono messo a ridere.

              4) L’argomento: “se ne parla spesso e dunque siete in crisi” è peggio di quello della Moratti. Tu ad esempio non parli mai del principio antropico e questo è ovviamente perché mette in crisi il tuo ateismo, inutile negare l’evidenza. Ti avverto però: non rispondermi su questo perché se ne parli allora significa che ho colto nel segno e quindi il Principio antropico ha messo in crisi il tuo ateismo.

              Ivan, i militanti da strapazzo me li mangio a colazione. Un consiglio? Lascia perdere… è controproducente per la causa dell’ateismo

              • Ivan B. ha detto:

                Caro Giovanni, non credo che la tua arroganza ti porti a fare indigestione di alcunchè… Non credo nemmeno tu abbia smontato quello che io ho detto sul conflitto tra evoluzione e religione. Rispondo comunque ai tuoi punti:

                1) non capisco come il Big Bang o la scoperta del DNA possano mettere in crisi il pensiero di chi pensa non esista (o se esiste non si è mai manifestata) un’entità dotata d’intelligenza che abbia deciso un giorno crearci dal nulla più assoluto. Ma tu magari puoi illuminarci…

                2) Le ipotesi di Sermonti sono pseudoscienza, non lo dico io ma la comunità scientifica.
                Zichichi invece è un fisico e quando ha trattato temi di evoluzione biologica non ha fatto altro che prenedere enormi cantonate, prima fra tutte quella di considerare 10.000 anni un tempo sufficiente per osservare la macroevoluzione nella specie umana. Anche la sua affermazione: “Nè la Matematica nè la Scienza possono scoprire Dio”, seguita però dalla scelta di scrivere, come scienziato, un libro dal titolo: “Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo” dimostrano la poca coerenza dei suoi ragionamenti.

                3) La Moratti fa ridere anche me, su questo siamo d’accordo. Strano però che nessuno dal mondo cattolico l’abbia stoppata.

                4) Se hai qualcosa da dire sul principio antropico lo puoi fare, sarò felici di ascoltarti, ti avverto però che questo principio non sovverte un bel niente: è stato a volte usato dai fautori dell’ID dimentichi del fatto che lo stesso ID non è una teoria scientifica e quindi, nel loro ambito, tale principio non può essere applicato.

                • Giovanni Pastormerlo ha detto:

                  1) Il fatto che ne hai parlato e hai reagito dimostra che la crisi esiste. Sta a te ora dimostrare come la vita non sia stata progettata. Come vedi è facile usare i tuoi stessi argomenti, pure fallacie logiche che però ora incastrano te.

                  2) La comunità scientifica non esiste, non è un organismo unico. Sermonti ha fatto una proposta, Piattelli Palmarini ne ha fatta un’altra, Zichichi ha criticato l’approccio all’evoluzione, Ruse ha criticato l’approccio all’evoluzione. Due sono cattolici, due sono atei. E il punto due va a farsi benedire.

                  3) Strano anche che nessuno del mondo ateo abbia condannato la persecuzione degli scienziati da parte di Stalin (ateo militante) e durante la rivoluzione francese. Antoine-Laurent Lavoisier venne ammazzato perché credente così: “La rivoluzione non ha bisogno degli scienziati”. Nessun ateo ha fermato l’esecuzione. Strano.

                  4) Vedo che hai reagito nervosamente, continui a parlare del principio antropico (sia nel punto 1 che nel punto 4), dunque la crisi che induce nell’ateismo è evidente. Evidentemente la scienza rende anacronistico l’ateismo. Questo è il tuo ragionamento rivoltato, è per dimostrarti a che livello sei.

                  Ripeto: me li mangio a colazione i militanti da strapazzo…, mi auguro che vengano ad aiutarti persone più serie.

                  • Ivan B. ha detto:

                    1)Puoi arrampicarti dove vuoi ma ricorda che non hai ancora spiegato come il Big Bang o la scoperta del DNA possano mettere in crisi chi non crede nell’esitenza di una qualsivoglia divinità.

                    2) Sermonti non ha pubblicato neanche mezzo riga della sua ipotesi devoluzionistica su di una rivista peer review. Ha infatti abbondonato la carriera scientifica per dedicarsi a quella dello scrittore. Il suo devoluzionismo non è scienza ma pseudoscienza. Ripeto che non è un’opinione mia ma quello che qualsiasi biografia seria dice di lui.
                    Sul fatto poi che la teoria dell’evoluzione sia passibile di correzioni e che di questo se ne possa discutere, sembra che hai scoperto l’acqua calda, infatti io non ho mai affermato il contrario.

                    3)Non perdo tempo in chiacchere da bar. Se vuoi, spiega tu ai presenti il parallelismo tra un ministro dell’istruzione che nell’anno 2005 cancella la teoria dell’evoluzione dall’insegnamento scolastico con le purghe staliniste della rivoluzione russa.

                    4)Il principio antropico lo hai titato in ballo tu! Hai proprio scritto: “Tu ad esempio non parli mai del principio antropico…” Ma leggi quello che scrivi?
                    Stiamo apettando ancora le tue spiegazioni riguardo questo punto del tuo commento precedente…

                    Mi sa che anche questa mattina dovrai far colazione con la solita… boccata d’aria fresca! 😉

                    • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

                      Brucia molto ad un frequentatore di bar dello sport come te,del lavoro di Sermonti…..”qualsiasi”biografia…Si della tua fazione!
                      Non credo che il Professore potrà mai risponderti.
                      Parli della Evoluzione come fosse una tua propietà privata.Sei anche un grandissimo esperto di Big Bang e di DNA.Sei una vera enciclopedia vivente.

                    • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

                      purghe staliniste della RIVOLUZIONE RUSSA ???? 1917 ?

                    • Giovanni Pastormerlo ha detto:

                      1) Nemmeno tu hai spiegato come la relatività, la scoperta della mongolfiera e il darwinismo possano mettere in crisi chi non crede alla divinità del caso e del nulla.

                      2) Non hai nessuna competenza per parlare di scienza e sopratutto la tua opinione non è pubblicata su nessuna rivista peer review. Non capisco perché debba stare ad ascoltarti. Finché non pubblichi qualcosa di critico verso Sermonti su qualche rivista, avrà sempre ragione lui. Mi piace discutere con gente come te 🙂

                      3) Spiega tu perché gli atei razionalisti e illuministi misero a morte gli scienziati credenti durante la rivoluzione.

                      4) Ti vedo nervoso sul principio antropico…ne continui a parlare quindi vuol dire che mette in crisi l’ateismo.

                      Mangiato in un solo boccone e usando gli argomenti classici e stupidi della noiosa propaganda laicista.

                    • Ivan B. ha detto:

                      1) Continui ad arrampicarti sugli specchi e non spiegare il perchè delle tue parole: “…il Big Bang, la scoperta del DNA e il Principio Antropico hanno messo in crisi l’ateismo”.

                      2) Prendiamo atto che non sei capace (e con te l’utente sto’co’frati e zappo l’orto) di indicare una sola pubblicazione peer review sul devoluzionismo di Sermonti.

                      3) Ti ripeto che no perdo tempo in chiacchere da bar.

                      4) Insisti a mentire su chi ha tirato fuori l’argomento del principio antropico?
                      Chiunque può verificarlo rileggendo i tuoi commenti.

                      Insomma, hai buttato lì qualcosa a casaccio e poi, dall’alto della tua arroganza e non sapendo spiegare il perchè delle tue parole hai comiciato ad insultare e tirare in ballo Stalin e le momgolfiere. Complimenti! Sei un autentico razionalista!

                      Ti lascio andare avanti solo, non ho dubbi che lo farai.

                      Stammi bene (e non fare indigestione di atei) 😉

                    • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

                      Studia la Storia prima di aprire bocca!
                      Studia la Storia prima di aprire bocca!
                      Non sono il difensore di ufficio di Sermonti.
                      Ho la fortuna di non conoscerti,ma dovresti sapere che ho sempre preso le difese di C.Darwin e della evoluzione.Intesa come scienza e non filosofia.SEI UN FREQUENTATORE DI BAR DELLO SPORT E NIENTE ALTRO.

                    • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

                      Pensare di poter discutere in pochissime righe di una scienza enorme come il Big Bang e addirittura di DNA,oltre al Principio Antropico e mille altre cose messe assieme.Quando sono stati scritti migliaia e migliaia di lunghissimi libri,oltre a milioni di articoli scientifici ecc.ecc.è veramente una offesa alla Scienza.

                    • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

                      Sia Zichichi,sia Sermonti credo abbiano altre cose da fare.
                      Ma dato che li hai citati in “giudizio”sarebbe giustissimo che potessero risponderti.

    • Gab ha detto:

      Che ridere Ivan.. guarda un pò il metodo scientifico lo hanno inventato scienziati cristiani. Su dai ripassati un pò di storia.

      • Ivan B. ha detto:

        Ma tu sei di quelli che credono che il motore a vapore sia un’invenzione “cristiana”? O che se non fosse esistito il cristianesimo non si sarebbe scoperta la penicilina?

        • Enrico ha detto:

          Non ha senso fare la storia con i se, a contare sono i dati di fatto. E questi ci dicono che la scienza così come la intendiamo oggi si è definita nell’occidente cristiano ed è nata nell’ambito di una concezione metafisica della realtà di impronta giudeo-cristiana (certo con l’apporto, comunque non decisivo, anche dell’eredità del pensiero greco). Poi con il passare dei secoli se ne è in parte emancipata ma questo non toglie che l’idea di un conflitto insanabile tout-court tra fede cristiana e scienza sia storicamente e concettualmente insostenibile e che una simile concezione può essere giustificata solo dalla malafede o dall’ignoranza.

          • Ivan B. ha detto:

            Enrico, non per polemizzare, ma noto che tirate fuori sempre questa storia come se fosse il prezzemolo. Mi puoi spiegare (e rivolgo la domanda anche a Gab)cosa c’entra con quello che stavamo dicendo sulla teoria ell’evoluzione?
            Ti faccio notare che se vai negli Usa gli ebrei ti diranno che la loro è la cultura più avanzata perchè loro sono solo il 2% della popolazione ma rappresentano ben il 20% degli scienziati e degli intellettuali. Se vai in Giappone ti diranno che senza di loro non sarebbe potuta partire la rivoluzione elettronica che tanto sta cambiando le nostre vite. Gli islamici invece ti diranno che i primi ospedali si costruirono sulle loro terre e che da lì si diede il via alla medicina ed alla chimica moderna. In India ti racconteranno qualcos’altro ancora e così succederà in Cina o in Messico…
            Io mi chiedo: ha senso tirare fuori, in questo contesto, queste argomentazioni? Personalmente credo sia una grandissima perdita di tempo, utile solo a chi vuole erigere muri ideologici, politici o religiosi. Tu dirai…

  • Michele Forastiere ha detto:

    Grazie al prof. Bizzarri per questo splendido articolo! 🙂

  • Enzo Pennetta ha detto:

    Mi associo ai benvenuto al prof. Bizzarri!
    E lo ringrazio per questo articolo che aggiunge ancora argomenti che mostrano come l’opera propagandistica condotta dal prof. Pievani e dal gruppo editoriale che lo sostiene, sia facilmente contrastabile proprio sul piano dei contenuti.
    Solo che finora quasi nessuno l’aveva fatto. Adesso abbiamo cominciato.

  • a-ateo ha detto:

    Scienza e religione operano in campi non sovrapponibili in nessun modo.
    Scienza e religione possono e devono “dialogare” in un campo filosofico di terzietà, senza invasioni di campo altrui.
    In particolare fanno ridere i cosmologi (hawking?) che, immemori del fatto che ancora il 95% della materia nel cosmo non sanno dove, tanto che la chiamano “materia oscura”, pontificano nel campo religioso, non sovrapponibile al campo scientifico in nessun modo, figurarsi il filosofo che invade due campi contemporaneamente….

    • Gab ha detto:

      Ma perché dici questo? La Religione pone elementi di Rivelazione sia dell’Antico che del Nuovo Testamento che io non ho mai trovato in contrasto con la scienza. Piuttosto ho visto sempre il contrario, è la scienza che spesso e volentieri vuole invadere i campi della Religione negandoli, senza che nessuno glielo chieda (e smentendosi magari il giorno dopo).

      Se ad esempio la Religione pone il tema della Creazione e l’evoluzione è una idea speculativa, per quale motivo la scienza dovrebbe far fatica ad ammettere un processo creativo? Perché non lo può dimostrare? Invece si che può farlo, caso mai non lo si vuole “leggere”. Come l’improvviso cambiamente nella storia dei fossili o l’aver accertato che un pesce “fossile” non si era mai estinto ma esiste ancora sono elementi già di per sé sufficienti a smontare l’idea stessa di evoluzione. Eppure ci si ostina a non vedere i fatti. Io parlerei più che altro di cecità mentale, piuttosto che una cosa non può dimostrare l’altra.

      • Gab ha detto:

        Il corto circuito nasce quando da parte di scienziati credenti si dice “ok Darwin sbaglia perciò dobbiamo capire meglio l’evoluzione”…….

        Non sono le osservazioni di Darwin il problema, ma il concetto stesso di evoluzione che di per sé non è scientifico ma solo speculativo in ambito filosofico. La scienza dovrebbe semplicemente liberarsi del concetto stesso di evoluzione per poter fare le proprio ricerche e solo successivamente porre una definizione di quello che vede. Che già oggi possiamo che non è “evoluzione”. E quindi che male c’è nell’ammettere un processo creativo?

  • Francesco Santoni ha detto:

    Tutti i miei complimenti al prof. Bizzarri, credo che questo sia uno dei migliori articoli mai pubblicati su questo sito. Preciso, semplice, impeccabile nella logica e nei contenuti. Chissà se Pievani lo leggerà mai. Ora provo a segnalarlo sul sito di Micromega, fosse mai che qualche affezionato lettore della rivista cominci a cambiare idea.

  • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

    Leggo sempre con estrema attenzione gli articoli che mi interessano,su questo bellissimo sito.
    E prima di sparare “sentenze”conto fino a 100: bellissimo articolo.
    PARLATE(SCRIVETE)SEMPRE DI EVOLUZIONE.AVETE LASCIATO IN MANO DI QUESTI SIGNORI UN TEMA ASSOLUTAMENTE UNIVERSALE.Firmato Da tutti i veri Laici.

  • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

    Amico se ti rivolgi a me sei banalissimo(studente?)…canne o cosa?…
    L’evoluzione è una scienza che dimostri di non conoscere per niente.Spiegaci il tuo concetto di processo creativo!E non qualche parolina letta in qualche libriccino.
    Se sei un fondamentalista creazionista ti dico fin da adesso addio.

    • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

      Sono i kamikaze come te che hanno spinto il Mondo Dei Credenti in un angolo.
      La vostra ottusità ha fatto il gioco dei nemici assoluti dello Spirito.
      Solo combattendo su lo stesso piano si può arrivare alla vittoria della Verità.

      • Giovanni Pastormerlo ha detto:

        Calma, calma…secondo me vi siete solo fraintesi.

        • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

          Gab non mi conosce per niente.Dopo tantissimi posts ho dimostrato fin troppo di essere nettamente contro sia l’evoluzionismo fonfamentalista,sia contro il creazionismo senza basi scientifiche.Sono e sarò sempre felicissimo di far parte di questa splendida comunità.E riconfermo parola per parola quello che ho scritto:Solo combattendo su lo stesso piano si può arrivare alla vittoria della Verità.
          Pardon ho scritto fonfamentalista invece di fondamentalista.ps.sono io che chiedo scusa per primo.

          • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

            I Veri Laici sono coloro che non accettano ingerenze da nessuna Grande Potenza.
            Neutrali.Corretti.
            Alla ricerca della Verità.
            Non inteso in senso religioso(o meglio antireligioso).

            • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

              Ho una giornata libera e mi dedico in buona parte a questo sito.
              Gab non preoccuparti non diverremo mai amici.
              Ti ho chiesto scusa per il mio post,sicuramente scritto in modo troppo infantile.Ma pieno di enorme entusiasmo.
              E’ una gioia leggere articoli validissimi che potrebbero scuotere il potere assoluto delle Grandi Inaffondabili Corrazzate.
              Sono decenni che cerchiamo un punto di riferimento(anzi moltissimi punti)per poter capire in MODO NEUTRO le nostre origini.
              Capisci?Le nostre ORIGINI?
              Le Origini addirittura del Mondo.
              VIVA L’ENTUSIASMO,VIVA LA PASSIONE.

  • Nadia ha detto:

    Anch’io penso a un misunderstanding.

    • Vrnoskij ha detto:

      Misunderstanding tiene vivo la comunicazione Web, e forse anche i altri modi di comunicare.

      • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

        Invenit aemulos etiam infelix nequitia quid si floreat vigeatque?

      • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

        Pensa un pò!7 miliardi di abitanti del mondo…e propio il più intelligente dovevo incontrare!

    • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

      Invenit aemulos etiam enfelix nequitia quid si floreat vigeatque?

      • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

        Grazie di avermi classificato,comunque ho studiato 30 anni sia l’inglese,sia il tedesco.Nel prossimo futuro spero di studiare anche il russo e il cinese.

  • dome ha detto:

    Bellissimo articolo!
    Ottime argomentazioni, narrazione lineare ed esposizione efficace.

  • Enrico ha detto:

    In effetti il mio intervento può sembrare un pò fuori tema, ma sei stato tu a tirare polemicamente in ballo la storia dell’apporto del cristianesimo allo sviluppo scientifico (con la tua domanda retorica su Fleming e quant’altro). Concordo con te sul fatto che in troppi tirano acqua al proprio mulino piegando i risultati scientifici in favore della propria visione metafisica (atea, agnostica o credente) della realtà e facendo (volontariamente?) confusione tra quello che è il dato strettamente scientifico e quella che è l’interpretazione filosofica della realtà. Poi però noto che nei tuoi interventi sembri proprio sposare una specifica visione metafisica della realtà affermando più o meno esplicitamente il fatto che a sostenerla sono i dati scientifici e comunque dicendoti certo che altre visioni metafisiche (ovviamente diverse dalla tua) sono proprio “squalificate” dalle osservazioni scientifiche. In questo mi sembra ci sia un’incoerenza abbastanza evidente nelle tue parole.

  • Enrico ha detto:

    PS: il mio post è risposta ad Ivan B.

    • Ivan B. ha detto:

      Caro Enrico, mi dispiace dover contraddirti ma il discorso lo ha tirato fuori Gab esattamente qui: https://www.uccronline.it/2012/02/27/quando-la-scienza-inciampa-trova-sempre-qualche-filosofo-dufficio/#comment-55148
      Personalmente non so a che pro, bisognerebbe quindi chiederlo a lui. Io sicuramente avrei fatto meglio ad ignorarlo, ma questo è unaltro discorso…

      Riguardo alla mia visone metafisica non so a cosa ti riferisci, dovresti dirmi tu in cosa pensi che io ricorra alla metafisica. So che, come tutti gli esseri umani, ho una natura che può sfociare anche in comportamenti irrazionali ed in tal caso lo riconosco. Ritengo però che la scienza (o meglio la conoscenza) possa squalificare maggiormente una visione metafisica legata ad esempio ad un Dio che interviene quotidianamente in luoghi determinati ed anche in piccole faccende umane ripsetto ad un Dio panteista o inteso come forma di energia primordiale.

      • Enrico ha detto:

        Per visione metafisica intendo (dando una definizione un pò grossolana) l’interpretazione filosofica che si dà al dato empirico in senso stretto. Per esempio sostenere che tutto è materia è fornire un’interpretazione metafisica delle evidenze scientifiche, così come lo è allo stesso modo dire che tutto è spirito. Si tratta di estrapolazioni generali che non sono in nessun modo necessariamente implicate dalle evidenze scientifiche. Un esempio di confusione (anche se solo parziale) in questo senso mi sembra che ci sia nella tua ultima frase dove sarei stato probabilmente d’accordo con te se avessi evitato di tirare in ballo la scienza e fossi rimasto più genericamente sul piano della conoscenza (che hai messo tra parentesi). Le evidenzee scientifiche, sempre rivedibili e perfezionabili, possono a mio parere deporre in un dato momento storico a favore della maggiore o minore ragionevolezza di una certa visione metafisica ma affermare con sicumera che supportano in modo certo l’una o l’altra (come fa Pievani) mi sembra semplicemente scorretto. Relativamente al tuo esempio (possibilità di interventi quotidiani di Dio in luoghi determinati) anche qui le tue considerazioni possono essere ragionevoli, ma sono sempre metafisica (o filosofia se preferisci). Forse la fisica classica, intesa in modo meccanicistico ottocentesco, poteva (sempre a mio parere con un certo livello di forzatura) essere proposta come confutazione scientifica dell’interventismo di Dio, ma sulla base delle conoscenze attuali non ritengo si possa fare altrettanto.

        • Ivan B. ha detto:

          Hai ragione, sicuramente a volte separo troppo scienza e conoscenza (scienza + filosofia + tutto quello che vuoi aggiungere) ma lo faccio per evitare discussioni che si possono prolungare all’infinito (le opinioni) e per questo a volte preferisco accorciare sul concreto (i dati).

          Per il resto, non credo che si possa definire “metafisica” una visione che parte da quanto di reale e verificabile c’è attorno a noi, altrimenti scadremmo in una definizione ossimorica.

          Il fatto infine che un Dio (quello cristiano) si sia rivelato solo ad una parte della popolazione, solo in un determinato periodo e solo in certe regioni (come del resto succede con il Dio di ogni altra religione) mi porta a pensare che c’è una grandissima differenza tra il concetto assoluto, (di cui la scienza può occuparsi solo limitatamente, perchè si tratta appunto di una questione sostanzialmente filosofica) a quello con cui quotidianamente interagisce ogni religione organizzata. La differenza è molto grande: nel primo caso possiamo parlare di massimi sistemi ed ognuno è libero di dire la sua, mentre nel secondo caso il confronto oggettivo verificabile è inevitabile.

          • Enrico ha detto:

            Ok ci siamo chiariti. L’unico mio appunto è che non considero metafisica il fatto di basare le proprie convinzioni a partire da ciò che è verificabile quanto piuttosto sostenere per esempio che è reale solo ciò che è verificabile. Spero sia chiara la differenza. Per quanto riguarda il discorso sulle religioni, posso capire benissimo che una persona, sulla base delle proprie conoscenze (scienza + filosofia + storia ecc.) possa ritenere più o meno plausibile ad esempio la resurezzione di Cristo, e che possa argomentare la propria posizione nei modi più disparati. Se però dice che l’impossibilità di quella resurrezione è dimostrata scientificamente mi sembra corretto evidenziare che sta dicendo una cosa non vera. Pievani a proposito dell’evoluzione ha fatto qualcosa di simile e mi è parso ineccepibile l’articolo di Bizzarri nel sottolienaerlo.

            • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto:

              Chiedo perdono nell’intervenire nella vostra relazione ma debbo compiacermi(e non solo io)finalmente in un ritorno al Buon Senso.
              Senza più citare PRO DOMO SUA quella povera signora di cui tutti abbusano per la sua troppa bontà e beltà(oltre ovviamente intelligenza)che corrisponde al nome meraviglioso di Scienza(maritata Conoscenza).Che bello leggere banalissimi colloqui,scritti altrove miliardi di volte….ma sempre,sempre interessantissimi.