La fecondazione in vitro aumenta del 37% i problemi genetici

“Maschio o femmina?”. Era il ritornello ricorrente posto agli aspiranti genitori in attesa del nascituro. E si ipotizzavano le soluzioni. Si pensava alla forma della pancia, alle sensazioni; ma il tutto restava una dolce sorpresa al momento della venuta alla luce. Poi, il sesso del nascituro è divenuto certezza, col progredire della scienza. Dunque gli interrogativi son cambiati: “a chi somiglia?”.Nonostante il piccolo o la piccola non siano ancora venuti al mondo. Le nuove ecografie infatti sembrano foto digitali. Pare che riescano ad evidenziare addirittura i tratti del viso del feto. Ancora qualche anno ed i quesiti volgeranno alla bellezza, alle dimensioni, al peso del bebè. Con relative pretese. “Lo voglio bello, intelligente, con gli occhi verdi …”. Come scegliersi un abito, un gioiello, una automobile. Il rischio di “selezionare” i tratti genetici a proprio uso e consumo esiste. Ed è “giustificato” in nome della riduzione delle disuguaglianze. Come se, diventando uguali , o perlomeno simili, potessimo diventare “giusti”. Ma per chi?

Un recente articolo pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, poneva seri interrogativi sull’effettiva efficacia della mappatura del genoma umano per elaborare previsioni sull’insorgere di malattie. La rivista scientifica “Fertility and sterility” ha evidenziato invece come dall’analisi di gemelli monozigoti, il sequenziamento del Dna non risulta essere una tecnica capace di predire la futura salute di una persona. Stesse perplessità sussistono anche in merito al destino dei nati da fecondazione artificiale. Al contrario, il concepimento in laboratorio aumenta del 37% la probabilità di difetti alla nascita. Analoghe considerazioni, cause dirette della fecondazione in vitro, sono state rilevate da uno studio pubblicato sulla rivista dell’American Heart Associatio” (problemi vascolari). E’ stato anche riscontrato, in uno studio pubblicato nel 2010 su “Pediatrics” (rivista ufficiale dell’accademia americana di pediatria) un alto rischio di tendenza alla tumoralità per i bambini nati da fecondazione. La Fivet (Fertilizzazione In Vitro con Embryo Transfer) dunque, oltre a creare un alto numero di embrioni umani scartati, congelati o distrutti, incrementa anche il rischio di far nascere bambini con problemi genetici importanti.

Questo dato però non viene particolarmente diffuso perché l’industria della fecondazione assistita fattura attualmente 6 miliardi e mezzo di dollari l’anno; motivo per cui far andare avanti il discorso nonostante i danni che arreca alle donne che si prestano a questo tormento; di matrice psicologica e fisica, come riportato in un documentario prodotto dal “Center for Bioethics and Culture”. L’insuccesso di questa tecnica , la morte degli embrioni e l’abortività che comporta, non ne consentano l’accettazione da parte della Chiesa. Ma è veramente così degradante questa tecnica? La rivista scientifica «HEC Forum» ha risposto di “si”: «La Fivet ha strette regole che lasciano le donne fisicamente ed emotivamente esauste. Il trattamento di Fiv può avere un tremendo impatto sulle donne: è un iter assai impegnativo dal punto di vista fisico con effetti di vasta portata sul benessere psicologico di una donna […] oltre a causare rotture nel rapporto con il partner e nelle relazioni sociali».

Secondo uno studio condotto in Belgio, ancora, su 2995 nati tramite Fivet il 30% nasce prematuro e con gravi problemi di peso, necessitando nel 25% dei casi di cure intensive. I ricoveri ospedalieri neonatali sono 3 volte superiori. La sindrome di Beckwith-Wiedman, che provoca malformazioni e tumori, nei bambini nati da Fivet è 6 volte superiore. Ma non è finita: un’equipe svedese ha studiato oltre 13.000 bambini nati da fecondazione in vitro. Le conclusioni sono state così sintetizzate: «I bambini nati da FIV hanno conseguenze ostetriche peggiori rispetto alla popolazione generale. I nati singoli, indipendentemente se nati dopo trasferimento di un solo embrione o di due embrioni, hanno anch’essi conseguenze ostetriche peggiori, con tassi maggiori di prematurità e di basso peso alla nascita». Alla luce di questi considerevoli dati, delle conseguenze sottolineate da autorevoli ricercatori, la domanda cambia ancora. Possiamo tutto? E la risposta è evidente. Non ha bisogno di ricerche, o forse si. Quelle della coscienza e dell’etica. Non sempre ciò che vien dopo è progresso, spiegava Alessandro Manzoni.

Livia Carandente

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53 commenti a La fecondazione in vitro aumenta del 37% i problemi genetici

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  1. Eaglet ha detto

    Scusate l’ignoranza, ma in cosa consiste questo iter così impegnativo da lasciare le donne fisicamente ed emotivamente esauste?

  2. Roberto Dara ha detto

    Anche i vaccini (contro i quali alcune religioni si sono opposte o si oppongono) presentano effetti collatarali a volte letali, via via ridotti con l’evoluzione della medicina. Analoghi risultati arriveranno sulle fecondazioni in vitro.

    • Gennaro ha detto in risposta a Roberto Dara

      I vaccini eliminano esseri umani imperfetti?

      • Roberto Dara ha detto in risposta a Gennaro

        La natura già di suo lo fa, vista la percentuale di aborti naturali soprattutto nelle primissime settimane, e le coppie che adottano la fecondazione in vitro lo fanno spesso proprio per quel motivo. Anche i vaccini possono farlo, dal momento che soggetti più deboli potrebbero non sopravvivere al vaccino pur non avendo la certezza di prendere successivamente in vita la malattia per la quale il vaccino è stato realizzato.

        • gemini ha detto in risposta a Roberto Dara

          E allora che facciamo sopprimiamo il debole, perché la natura?

          • Roberto Dara ha detto in risposta a gemini

            La fecondazione in vitro non ha come scopo quello di sopprimere i deboli, ma di consentire il concepimento laddove i genitori non riescono a farlo naturalmente. In questo articolo si parla del fatto che questi bambini nati (e non uccisi) in vitro avrebbero maggiori probabilità di avere alcune malattie. Ne prendiamo atto e personalmente mi auguro che, come tutte le tecniche mediche, la cosa possa migliorare nel futuro.

            • gemini ha detto in risposta a Roberto Dara

              E se non migliora la pratiche medica?
              Per forza l’egoismo dei genitori deve venir soddisfatto?
              L’individualismo valvola di sfogo della modernità?

              • Roberto Dara ha detto in risposta a gemini

                Le pratiche mediche di solito migliorano, sarebbe insolito se in questo caso non fosse così. Non credo che due genitori che chiedono di fare un figlio debbano essere considerati egoisti, nè tanto meno individualisti. Il matrimonio, soprattutto per i cattolici, non ha come principale vocazione l’apertura alla vita e la procreazione?

                • Ottone ha detto in risposta a Roberto Dara

                  E che razza di apertura alla vita è uccidere 5 bambini giudicati “imperfetti” per averne uno solo “sano”?? I nazisti eliminavano i disabili: informati sull’operazione T4.

                  • Roberto Dara ha detto in risposta a Ottone

                    Scusa che c’entrano i nazisti?

                    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Che c’entrano??? Il principio è esattamente lo stesso, caro amico. Selezionare il “migliore” e scartare il “peggiore”. Si chiama eugenetica, benvenuto al mondo!

                • gemini ha detto in risposta a Roberto Dara

                  Migliorano e chi lo ho detto?
                  Allora dammi una migliore definizione di egoismo perché non la trovo…
                  Sì sono egoisti, vogliono un figlio a tutti i costi (come fosse un divano ec)!
                  La vocazione dei cattolici è attenersi alla natura.

                  • Roberto Dara ha detto in risposta a gemini

                    Beh, se la vocazione dei cattolici è attenersi alla natura, allora dovrebbero essere contrari anche ai vaccini, o alle medicine in genere, e a tante altre cose che la nostra civiltà ha creato per risolvere i problemi che la natura crea…

                    • gemini ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Attenersi al corso naturale in ambiti strettamente etici, non riguarda di certo gli anticorpi e comunque non ne modifica l’integrità.

                    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Ma chi lo ha detto che “la vocazione dei cattolici è attenersi alla natura”??
                      Ma cosa stai dicendo??

                      E’ come se io dicessi: se la vocazione degli atei è attenersi alla scienza allora dovrebbero supportare l’uso della bomba atomica e la vivisezione umana e animale. Ti rendi conto del livello di quanto dici? Ma perché non fate uno sforzo ogni tanto???

                    • Roberto Dara ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Lo ha detto Gemini, che credo sia cattolico.

                    • gemini ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Facciamo una commedia sulle intenzione?
                      Come fai a trarre la posizione di una persona attraverso brevi battute? Sì sono cattolico adesso ti sfogherai.

                    • gemini ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Facciamo una commedia sulle intenzione?
                      Come fai a trarre la posizione di una persona attraverso brevi battute? Sì sono cattolico adesso ti sfogherai.

                    • Roberto Dara ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Gemini, rilassati, è con Moraldi che devi metterti d’accordo, non con me, rileggi bene i commenti precedenti.

                    • gemini ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Sono costantemente rilassato, Moraldi ha distinto gli ambiti.

                    • Roberto Dara ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Forse non aveva letto bene…

                • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Roberto Dara

                  @Dara

                  Un conto è procreare, un conto è selezionare in laboratorio il figlio perfetto. Certo, un nazista non avrebbe capito ma su di te ho qualche speranza in più.

            • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Roberto Dara

              @Roberto Dara
              “La fecondazione in vitro non ha come scopo quello di sopprimere i deboli”
              Assolutamente no. La fecondazione ha proprio il compito di selezionare l’embrione migliore (meno “difettoso”, perché i disabili sarebbero “difettosi”) e scartare (sopprimere) quello difettoso.

              Per ogni bambino nato in vitro, muoiono almeno 10 esseri umani scartati. Devi essere grato che tua madre non la pensava come te, altrimenti ora non saresti qui (anche tu eri un embrione, lo sai?)

            • StefanoPediatra ha detto in risposta a Roberto Dara

              E nel frattempo che la tecnica prova a migliorarsi? Quante centinaia di migliaia di embrioni siamo disposti a sacrificare?

              • Roberto Dara ha detto in risposta a StefanoPediatra

                Mi auguro il minimo possibile. Poi non dipende da me, purtroppo.

                • StefanoPediatra ha detto in risposta a Roberto Dara

                  Io invece credo che dipenda da ciascuno di noi. Quando siamo favorevoli o contrari ad una cosa, la nostra “singolarità” si somma a tante altre “singolarità” e quando diventiamo una “pluralità” possiamo influenzare le cose con più forza.

                  Eh no, Roberto: nessuno di noi può dire “non dipende da me”.

                  🙂

                  • Roberto Dara ha detto in risposta a StefanoPediatra

                    Nel mio piccolo non ho praticato fecondazioni assistite e esprimo le mie critiche quando ne parlo con altre persone. Pensi che possa bastare?

                    • StefanoPediatra ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Roberto, ovviamente il mio era un discorso generale, non rivolto a te in modo particolare. Ognuno sa cosa può fare e dire per promuovere la vita in questo mondo e per contrastare chi vi attenta in modi sempre diversi e subdoli.

                      Comunque credo che astenersi da certe pratiche e condividere con i nostri interlocutori le nostre “convinte” perplessità non possa che far bene alla causa della vita. Magari non è sufficiente per risolvere completamente il problema. Ma se tu fossi in grado di mettere dei dubbi anche ad una sola coppia, così che questa decida di soprassedere alla fecondazione artificiale magari per adottare un bimbo senza famiglia, avresti salvato numerosi embrioni (e avresti evitato anche importanti disturbi fisici alla donna in questione). Ti pare poco? A me no.

                      🙂

        • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Roberto Dara

          La natura uccide anche tante persone anziane. Dunque depenalizziamo l’omicidio?

          Roberto Dara, si può sapere che razza di argomenti usi????

          • Roberto Dara ha detto in risposta a Fabio Moraldi

            Se è per questo la natura uccide anche i giovani. Compito della fecondazione in vitro è “far nascere” laddove la natura non lo consente o lo rende difficoltoso. Il fatto che questa pratica provochi, volontariamente o involontariamente, la morte di embrioni è una conseguenza che la scienza dovrebbe cercare di evitare. Mi rendo conto che per un cattolico, che considera l’embrione un essere umano già compiuto, questa pratica è inaccettabile, ma su questo tema non tutti hanno le stesse certezze.

            • Raffaele ha detto in risposta a Roberto Dara

              In realtà il cattolico considera l’embrione un essere umano in via di sviluppo, non un essere umano già compiuto. Probabilmente volevi dire che per il cattolico l’embrione non è un essere umano in potenza, ma lo è già in atto. Ad ogni modo è bene ricordare che ciò non è per il cattolico, ma per la scienza, che ritiene che con la fecondazione abbia origine un nuovo organismo, un nuovo essere umano che inizia il suo sviluppo. Quindi per favore evitiamo di dire che l’embrione è un essere umano solo per il cattolico, perché in realtà è la biologia a dirlo.

              • Roberto Dara ha detto in risposta a Raffaele

                Ok diciamo che l’embrione è un essere umano e basta. Questo ovviamente non solo per i cattolici, ma per moltissimi altri, ma non per tutti, evidentemente, altrimenti la soppressione di embrioni umani sarebbe considerata sempre un omicidio.

                • Raffaele ha detto in risposta a Roberto Dara

                  A me non interessa né il parere dei cattolici, né il parere dei “moltissimi altri”, ma solo il parere oggettivo della scienza, che parla di essere umano, in una delle sue tante fasi di sviluppo. Noto come tu abbia colto perfettamente l’immane paradosso che viviamo, e cioè che la scienza parla di essere umano, e nonostante tutto continuiamo ad ammazzare embrioni, cioè esseri umani. Che poi qualcuno non sia d’accordo me ne frego, così come me ne frego se ci sono persone che dicono che l’AIDS è una malattia inventata, non determinata dall’HIV. Per me conta ciò che dice la scienza, non l’ignoranza della gente che non vuole informarsi.

                  • Roberto Dara ha detto in risposta a Raffaele

                    Sostanzialmente sono d’accordo, ma non credo che la “scienza” abbia all’unanimità espresso l’opinione (o la certezza) che l’embrione umano sia un essere umano.

                    • Raffaele ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Non solo c’è unanimità, ma c’è certezza, viste le moderne acquisizioni che ci hanno consentito di capire cos’è e come avviene la fecondazione, cos’è il patrimonio genetico e quali caratteristiche hanno in comune tutti gli essere umani. Fermo restando che il concetto di certezza nella scienza è un po’ relativo, perché ogni acquisizione della scienza, come diceva Galilei, pur essendo esatta non potrà mai essere certa, perché può essere sempre passibile di revisione. Per renderti conto di quanto dico, basta leggere i moderni libri di embriologia. Il mio, che è il libro di embriologia più usato in Italia e nel mondo, è scritto.

        • StefanoPediatra ha detto in risposta a Roberto Dara

          A dire la verità mi risulta che è proprio per i soggetti più deboli che i vaccini sono più importanti. Tant’è vero che si vaccinano i bambini prematuri, oltre che i neonati ed i lattanti, ma anche i soggetti portatori di importanti patologie di base (i cosiddetti soggetti a rischio). Le controindicazioni VERE alle vaccinazioni si contano sulle dita di una mano (e avanza anche qualche dito!).

          Certo, casi eccezionali di reazioni mortali ad un vaccino (causa, per lo più, anafilassi) sono possibili. Ma si tratta di situazioni eccezionali.

          Mi scuso per l’intervento fuori tema ma ho ritenuto corretto precisare quanto espresso in un altro intervento altrettanto fuori tema.

          Inoltre mi sembra importante questa precisazione perchè si sta diffondendo una paura DEL TUTTO INGIUSTIFICATA nei confronti delle vaccinazioni di legge (secondo me più che altro si tratta della solita ideologia secondo cui tutti dovremmo essere liberi di fare ciò che ci pare e non avere alcun obbligo) che certamente rappresenta un rischio non solo per il singolo individuo (gravi rischi di complicanze a seguito di malattie a torto considerate banali) ma anche per la società intera (diffusione di patologie anche potenzialmente gravissime e letali).

          Quanto al fatto che la natura “selezioni” autonomamente i soggetti più deboli non permettendone (ma solo in taluni casi) la sopravvivenza, trovo che questa affermazione dia assai poca giustificazione all’eugenetica “artificiale”.

  3. Marco Comandè ha detto

    Voglio premettere che i dati sul fallimento della fecondazione assistita non sono stati scoperti in modo così improvviso, come apparirebbe dall’articolo. Si sapeva già dall’inizio che le donne che ricorrono alla fivet non hanno alternative: gli aborti spontanei erano già messi in conto!
    Allora perchè questo articolo così tardivo? Se il criterio fosse stato quello della non violenza sugli embrioni, allora si sarebbe dovuto vietare fin da subito la fecondazione assistita! Invece si è scelto di barattare il male maggiore con quello minore.
    Tralascio perchè ormai ripetuta mille volte la domanda: come mai l’aborto terapeutico non è considerato il male minore? Mi pare che si giochi sulle parole…
    I progressi tecnici hanno comunque bisogno di ricerca, ma se la si blocca in mome del diritto dell’embrione di non essere toccato, allora si arriva al paradosso che pur di non toccarlo lo si fa morire!
    Ultimo punto: cosa si intende per bello, intelligente, buono? La scienza non può rispondere a questa domanda, perchè è soggettiva! Per un cinese la donna ideale è magra, dagli occhi neri, seno piccolo, infatti la moda barbara dei piedi fasciati sta perdendo appeal solo in questi ultimi decenni.
    La mia risposta è semplice: i figli devono somigliare ai genitori, perchè hanno lo stesso corredo genetico. Ma il padre e la madre hanno scelto il rispettivo coniuge da sposare proprio in virtù dei geni che possiedono. Si è scelto di sposare uno perchè è bello, intelligente, simpatico, forte, buono, altruista, ricco, tutte qualità che derivano dai geni. Forse che questa selezione sessuale darwiniana sia scandalosa? No. Allora non è così alto il rischio di manipolare gli embrioni solo a fini estetici!

    • Karma ha detto in risposta a Marco Comandè

      Comandé, quanta confusione ragazzo mio.

      1) cosa c’entrano gli aborti spontanei? Qui si parla di problemi genetici.
      2) Non esiste “aborto terapeutico”. Non so quanti anni hai, ma sono decenni che è un termine in disuso in quanto il feto non è una malattia e l’aborto non è una terapia dato che aggrava la saluta della donna.
      3) Articolo tardivo? Oppure riprende studi pubblicati di recente?
      4) Male minore? Il male va evitato, non c’è nessun baratto sulla vita.
      5) “In nome del diritto dell’embrione”…chiara ideologia eugenetica la tua. La ricerca si dovrebbe fermare davanti ai topi ma dovrebbe proseguire usando gli esseri umani. Scommetto che quando eri un embrione non la pensavi allo stesso modo, vero?
      6) La tua ideologia scientista è ridicola 😀

      Ovviamente ho scritto questo commento perché me l’hanno imposto i miei geni.

      • Marco Comandè ha detto in risposta a Karma

        Mi rimprovarano di non leggere attentamente gli articoli, ma stavolta sono io che dovrei lamentarmi. Mi hai indicato un criterio: “Il male va evitato” sempre e comunque. Ma con questo ragionamento la fecondazione assistita sarebbe da proibire sempre e comunque, come ho già detto e come ripeto. Così com’è congegnata oggi, la fivet porta al successo in gravidanza in meno del 50% dei casi (almeno mi risulta e l’articolo di oggi non mi fa pensare a miglioramenti). Ma negli altri casi, cioè negli insuccessi, quanti aborti spontanei ci sono stati?
        E visto che questa situazione è quel che si definisce “il male minore”, allora non sarebbe opportuno riflettere sulla ricerca rivolta agli embrioni, così da danneggiarli ora per non danneggiarli più in un futuro magari prossimo?
        Questa è la contraddizione della legge 40, che ho rilevato. O proibiamo del tutto la fecondazione assistita per impedire i fallimenti riproduttivi (leggasi: aborti spontanei in seguito all’impianto degli embrioni), oppure si parli chiaramente di “male minore”, che in questo caso è la ricerca.
        Solo un negoziato giuridico può chiarire meglio i limiti alla ricerca sugli embrioni.

        • Karma ha detto in risposta a Marco Comandè

          Va sempre proibita, verissimo. La fivet porta a gravissimi danni alla madre e al bimbo, pochissimi casi di successo, il 90% dei quali porta a gravidanze gemellari a donne over 60 (tre gemelli ad una 58 pochi giorni fa, dunque 3 orfani tra poco con un’infanzia a badare ai vecchi).

          Non esiste il “male minore”, uccidere un bambino non è il “male minore” rispetto ad un adulto.

          • Marco Comandè ha detto in risposta a Karma

            Guarda che i cristiani fondamentalisti auspicano continuamente la rimozione della legge sull’aborto, ma in questo caso (legge 40) hanno fatto finta di niente quando sono stati i parlamentari cattolici ad approvare la legge sulla fecondazione assistita.
            E’ così divertente il gioco delle tre scimmiette?

  4. credino ha detto

    Scusate, si può avere il riferimento corretto all’articolo di Sci Transl Med? Il link punta solo a una cosa di avvenire.it.
    Inoltre l’articolo dice “Uno studio condotto all’Università di Harvard ha evidenziato invece come…”, ma secondo l’articolo linkato si tratta sempre dello stesso studio, non di un altro studio (ed è coinvolta pure la Johns Hopkins).

    • Redazione UCCR ha detto in risposta a credino

      1) “Fertility and sterility”, difetti genetici alla nascita per i concepiti in vitro: http://www.fertstert.org/article/S0015-0282(12)00287-7/abstract (4/04/12)

      2) “Aha journals”, disfunzione vascolare per i concepiti in vitro (problemi correlati non a fattori genitoriali, ma alla assisted reproductive technology stessa): http://circ.ahajournals.org/content/early/2012/03/13/CIRCULATIONAHA.111.071183.abstract (20/03/12)

      3) “Pediatrics”, aumento moderato del rischio di cancro per i bambini concepiti in vitro: http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2010/07/19/peds.2009-3225.abstract (07/04/10)

      • credino ha detto in risposta a Redazione UCCR

        Grazie… ma io chiedeveo il rifferimento all’articolo in Sci. Transl. Med. Non è nessuno dei tre.

        • StefanoPediatra ha detto in risposta a credino

          Prova a vedere se riesci a scaricare qui il lavoro in originale (io ci riesco ma magari, per motive professionali, ho accesso libero a lavori per altri criptati).

          http://stm.sciencemag.org/content/4/133/133ra58.full.pdf

          Nel caso tu non riesca a vedere il lavoro per esteso il link all’abstract è il seguente:

          http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22472521

          Nel caso tu non riuscissi a vedere nemmeno l’abstract (o ti fidassi del mio copia-incolla), il testo del riassunto è il seguente:

          Sci Transl Med 2012 May 9;4(133):133ra58. Epub 2012 Apr 2.

          The predictive capacity of personal genome sequencing.

          Roberts NJ, Vogelstein JT, Parmigiani G, Kinzler KW, Vogelstein B, Velculescu VE.

          Ludwig Center for Cancer Genetics and Therapeutics and The Howard Hughes Medical Institute at Johns Hopkins Kimmel Cancer Center, Baltimore, MD 21231, USA.

          Abstract. New DNA sequencing methods will soon make it possible to identify all germline variants in any individual at a reasonable cost. However, the ability of whole-genome sequencing to predict predisposition to common diseases in the general population is unknown. To estimate this predictive capacity, we use the concept of a “genometype.” A specific genometype represents the genomes in the population conferring a specific level of genetic risk for a specified disease. Using this concept, we estimated the maximum capacity of whole-genome sequencing to identify individuals at clinically significant risk for 24 different diseases. Our estimates were derived from the analysis of large numbers of monozygotic twin pairs; twins of a pair share the same genometype and therefore identical genetic risk factors. Our analyses indicate that (i) for 23 of the 24 diseases, most of the individuals will receive negative test results; (ii) these negative test results will, in general, not be very informative, because the risk of developing 19 of the 24 diseases in those who test negative will still be, at minimum, 50 to 80% of that in the general population; and (iii) on the positive side, in the best-case scenario, more than 90% of tested individuals might be alerted to a clinically significant predisposition to at least one disease. These results have important implications for the valuation of genetic testing by industry, health insurance companies, public policy-makers, and consumers.

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