I rischi (che nessuno dice) della Fivet

Da circa sessant’anni, con Pio XII, la Chiesa si occupa di procreazione assistita. In genere si pensa che la Chiesa, oscurantista per definizione, sia contro il progresso per il semplice gusto di esserlo. In realtà non è affatto così, e diversi documenti, tra cui i recenti Donum vitae” ed Evangelium vitae” di Giovanni Paolo II, lo dimostrano. Oggi la ricerca scientifica aiuta a confermare pienamente la posizione ecclesiale.

Nella “Donum Vitae”, si accetta la procreazione assistita a tre condizioni: a) deve svolgersi all’interno di una coppia legata da un vincolo stabile, che generalmente è quello matrimoniale; b) deve essere effettuata con un comune rapporto sessuale, e non evitando il rapporto coniugale; c) non deve comportare interventi invasivi o rischi rilevanti a danno dell’embrione o del feto. Attualmente queste tre condizioni si verificano solo nella inseminazione artificiale tra marito e moglie conseguente a un rapporto sessuale. Ogni altro intervento che prevede una terza persona, o un danno all’embrione o al feto o alla madre, o che non preveda l’atto sessuale, è per la Chiesa inaccettabile. Da ciò derivano i sette motivi per cui la Chiesa è contraria alla Fertilizzazione in vitro con embryo transfer (Fivet): 1) l’insuccesso di questa metodica; 2) l’enorme spreco di embrioni; 3) l’alta abortività, dal momento che il successo è solo del 15-20%; 4) la frantumazione antropologica e affettiva del legame sessualità-procreazione; 5) la presenza di terze persone, nel caso di donatore di ovuli o di spermatozoi; 6) una più grande proporzione di malformazioni o di malattie congenite; 7) gli effetti economici degradanti, che non sono indifferenti.

E qui, arriviamo al nucleo della notizia di oggi. Davvero la Fivet ha questi effetti indesiderati che la Chiesa teme e per cui non l’accetta? A quanto pare, sì. La rivista scientifica «HEC Forum» è andata a leggere i commenti lasciati in forum specializzati di più di un centinaio di donne che si erano sottoposte alla Fivet ed è arrivata a questa conclusione: «La Fivet ha strette regole che lasciano le donne fisicamente ed emotivamente esauste. Il trattamento di Fiv può avere un tremendo impatto sulle donne: è un iter assai impegnativo dal punto di vista fisico con effetti di vasta portata sul benessere psicologico di una donna […] oltre a causare rotture nel rapporto con il partner e nelle relazioni sociali». Spesso poi le donne si trovano sole in questo percorso perché in genere si pensa che la fecondazione artificiale sia una tecnica semplice e dai risultati garantiti. La speranza di riuscita invece è intorno solo al 15-20% (Istituto Superiore della Sanità).

Inoltre la stimolazione ovarica può provocare: distensione addominale; ciste ovariche; ingrossamento abnorme delle ovaie; nausea; vomito e diarrea; accumulo di trasudato nel peritoneo e nella zona della pleura; alterazione della respirazione; ipercoagulazione, che a sua volta può causare trombi; patologie neurotiche; cancro al seno e all’utero e, anche la morte (Nygren in “Human Reproduction” 2001). Tutto l’iter è così pesante che il 25% delle pazienti rifiuta un secondo tentativo. Ma neanche il nato da provetta è esente da rischi, tra cui il più frequente è la morte: poco più del 6% degli embrioni vedrà la luce. In particolare la mortalità perinatale è 4 volte superiore alle gravidanze normali. La mortalità neonatale è il doppio rispetto alle gravidanze normali (Olivennes, “Human Reproduction” 2002). Secondo uno studio condotto in Belgio, infine, su 2995 nati tramite Fivet il 30% nasce prematuro e con gravi problemi di peso, necessitando nel 25% dei casi di cure intensive. I ricoveri ospedalieri neonatali sono 3 volte superiori. La sindrome di Beckwith-Wiedman, che provoca malformazioni e tumori, nei bambini nati da Fivet è 6 volte superiore. Se mettiamo insieme tutti questi rischi, risulta che il 56% dei nati tramite Fivet ha o avrà qualche patologia. Ecco i rischi (che nessuno dice) della Fivet.

La redazione

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31 commenti a I rischi (che nessuno dice) della Fivet

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  1. Francesco B. ha detto

    Ma adottare un bambino??

  2. Karma ha detto

    E ora chi è contro la donna?

    • joseph ha detto in risposta a Karma

      La Chiesa, è ovvio. Milioni di baby-donne uccise con l’aborto, migliaia di donne distrutte dalla SPA (Sindrome Post Aborto), “donatrici” donne devastate dall’iperstimolazione ovarica, donne pompate di ormoni per concepire o per non concepire, il tutto per alimentare un mercato di miliardi di dollari. E’ lapalissiano, che sia la Chiesa, bigotta e retrograda, a voler ridurre le donne a oggetto….

  3. Riccardo ha detto

    Lo so ragazzi, ma la disinformazione su questo campo impera, pensate che ho conosciuto molte ragazze e ragazzi che sono convinti che in caso di insuccesso gli sarebbero stati restituiti i soldi spesi per l’intervento!

    http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/politica/dossifeconda/dossifeconda/dossifeconda.html

  4. Contedduca ha detto

    Ragazzi!
    Vorrei farvi leggere un articolo:

    http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-la-battaglia-culturale-sullaborto-nel-pantano-del-mississippi-3466.htm

    con la richiesta di illuminarmi su questa frase:


    I vescovi cattolici concordano nel merito dell’iniziativa ma dissentono pubblicamente sul metodo, tanto che non sostengono la Proposition 26: “La chiesa cattolica e i suoi vescovi sono senza ombra di dubbio a favore della vita, ma non sosteniamo pubblicamente tutte le iniziative che si presentano in nome della vita”, ha scritto il vescovo di Jackson, Joseph Latino, che già all’inizio della raccolta delle firme per il referendum, nel 2009, considerava strategicamente miope la proposta: “Un emendamento a livello statale può mettere in pericolo il nostro tentativo di ribaltare la Roe vs. Wade. ”

    Cioè, la Roe vs. Wade è la legge alla quale si fa riferimento in materia di aborto negli USA.
    Ma non capisco perchè diventi irribaltabile con questo emendamento. Cioè una cosa come questa che da pieni diritti al concepito come fa a non ribaltare automaticamente una legge come la Roe vs.Wade che gllieli da solo a partire dal momento in cui ha la capacità di sopravvivere da solo?

    • Valeria Maggioni ha detto in risposta a Contedduca

      Sinceramente non so rispondere…credo che StefanoPediatra o Aldo Vitale sappiano farlo senz’altro. Io capisco solo che quello in Mississippi è un metodo completamente nuovo di affrontare la questione e probabilmente i Vescovi americani lo reputano meno efficacie. Ma bisognerebbe attendere un esperto.

      • StefanoPediatra ha detto in risposta a Valeria Maggioni

        Buongiorno a tutti e buona Domenica.

        Provo a dirvi il mio pensiero ma non è assolutamente detto che coincida con quello che spinge i vescovi americani a non incoraggiare la proposta di modifica della legge. Infatti non conosco così bene la legge americana nè tantomeno sono poi così esperto in materia di morale.

        Una delle preoccupazioni dei vescovi, come appare anche dal testo dell’articolo, è secondo me la salvaguardia della vita della donna in cui la prosecuzione di una gravidanza in una situazione particolare può veramente mettere a repentaglio la vita. Certamente stiamo parlando di una minoranza di casi ma i vescovi ritengono evidentemente che i medici, sapendo di poter essere accusati di omicidio colposo nel caso praticassero terapie per salvare la donna che come conseguenza indiretta e non voluta (ma probabile e attesa) portassero alla morte del feto ebbene questi medici si asterrebbero dal fare qualunque cosa con il probabile effetto di perdere madre e feto.

        Conoscendo indirettamente il sistema assicurativo statunitense, i premi enormi che pagano i medici per le proprie assicurazioni contro i rischi professionali ma anche l’enorme numero di contenziosi legali cui i medici americani (soprattutto ostetrici/ginecologi, anestesisti e chirurghi) vanno incontro, credo che questa “paura” non sia da trascurare.

        Ora, io non sono nemmeno un esperto di diritto internazionale ma credo che esista anche la situazione di “omissione di soccorso” o comunque di omicidio colposo anche in caso uno si astenga dal fare qualsiasi cosa, ma evidentemente, se i vescovi americani temono questa deriva ci dev’essere qualcosa che io non so. Il fatto è che dichiarare persona l’essere umano fin dal momento del suo concepimento (interessante l’arrampicamento sugli specchi di coloro che hanno sentenziato che i diritti della persona sono successivi alla possibilità di auscultarne il battito cardiaco) ovviamente ha come conseguenza che chiunque può intervenire in suo soccorso (anzi dovrebbe) e difesa.

        Secondo me il problema è un po’ lo stesso che hanno i sostenitori della 194 in Italia (parlo di coloro che sarebbero antiabortisti, ovviamente, non degli abortisti): la loro paura è, penso, che l’abrogazione della 194, riportando la situazione com’era prima della legge quando l’aborto era un crimine farebbe rifiorire il business e l’orrore dell’aborto clandestino. E’ per questo, immagino, che molti si battono più per far applicare la 194 (considerata il male minore) e magari per rafforzarne alcuni punti a maggior difesa del feto.

        Personalmente, come ho scritto più volte, nom sono molto d’accordo con questa posizione che mi sembra un po’ “tiepida”, “soft”, un po’ troppo “prudente”. Ma i vescovi non è che siano proprio le ultime ruote del carro della Chiesa in termini di conoscenza della bioetica e quindi se prendono una posizione avranno i loro motivi (che mi piacerebbe conoscere e che dunque cercherò di reperire da qualche parte: se trovo qualcosa ve lo faccio sapere).

        • Jack ha detto in risposta a StefanoPediatra

          Grazie mille, sicuramente ora è più chiaro a me. Anch’io provo a cercare in giro perché la questione mi interessa.

        • joseph ha detto in risposta a StefanoPediatra

          E’ il “nodo gordiano” della battaglia contro l’aborto: l’abrogazione della 194 deve essere un fine o un mezzo? quale delle due opzioni risulerebbe meno drammatica?

        • Contedduca ha detto in risposta a StefanoPediatra

          Ok grazie per avermi suggerito uno spunto.
          Però vediamo il caso dell’Irlanda che attraverso la legge ripudia ogni attacco alla persona dal concepimento sino alla morte.
          Alla fine basterebbe includere nell’emendamento che nei casi di vita o di morte per una sola delle due vite (madre e feto), non ci sia alcuna responsabilità di sorta ma una scelta lasciata alla madre.
          Ma forse la faccio troppo semplice… 🙂

    • Jack ha detto in risposta a Contedduca

      Anche qui la questione viene affrontata: http://www.ilfoglio.it/soloqui/10936

      • Contedduca ha detto in risposta a Jack

        Ma infatti quello che ho linkato io lo avevano preso dal foglio (alla fine c’è scritto…).
        Ciò che vorrei capire è il perchè i Vescovi si oppongano a questo provvedimento.

  5. filippo ha detto

    Conosco parecchia gente che ha usato metodi di fecondazione assistita e mi pare che fossero ben coscienti dei rischi: hanno deciso di correrli per diventare genitori.

    I bambini che nascono con questi metodi sono molto desiderati e amati e non vedo perché questa felicità umana debba essere oggetto del nostro giudizio e della nostra riprobazione.

    • Alessandro M. ha detto in risposta a filippo

      Perché per far nascere un bambino sano si scartano decine di esseri umani considerati sbagliati. Inoltre è una tecnica molto rischiosa, sia per i genitori che per i bambini. Lo sapevi che anche i bambini adottati possono rendere felici? Pensa che non bisogna neppure sacrificare nessuno….

      • filippo ha detto in risposta a Alessandro M.

        Ma davvero si scartano consapevolmente? Non che io sappia. Da quello che so io gli embrioni sono impiantati 3 per volta per avere la ragionevole sicurezza che almeno uno si impianti. Del resto anche in natura la maggior parte degli embrioni non si impianta ed è eliminata senza che nessuno se ne accorga.

        Sicuramente anche l’adozione dà grandi gioie, ma non è la stessa cosa per molte persone. Inoltre, le procedure per adottare un bambino sono lunghe e difficili e scoraggiano molta gente.

        • Alessandro M. ha detto in risposta a filippo

          Innanzitutto ti contraddici: prima dici che non c’è consapevolezza e poi dici che ne vengono impiantati 3 alla volta perché almeno uno si impianti. Dunque la consapevolezza c’è. Ti ricordo che ormai, dopo che lo ha riconosciuto settimana scorsa la Corte di Giustizia Europea, sei l’unico che sostiene ancora che l’embrione non sia un essere umano. In natura vengono scartati gli embrioni??? Ma che caspita dici? Al massimo stai parlando di spermatozoi…inoltre anche se accadesse in natura non significa che l’uomo deve replicare quel che accade in natura, dove gli animali si mangiano tra loro.

          L’adozione è l’unica sana alternativa e le code per le procedure sono un mito popolare: https://www.uccronline.it/2011/02/15/adozioni-la-cassazione-apre-ai-single-ma-gli-esperti-rifiutano/

          • filippo ha detto in risposta a Alessandro M.

            1. “We now know that for every successful pregnancy that results in a live birth many, perhaps as many as five, early embryos will be lost or will “miscarry” (although these are not perhaps “miscarriages” as the term is normally used because this sort of very early embryo loss is almost always entirely unnoticed).”
            http://www.ugr.es/~perisv/congresos/lecturasfc/2005-2006/ArtHARRIS.pdf
            Quando si impiantano 3 embrioni, lo si fa perché si stima che solo uno si svilupperà, come succede nella maggior parte dei casi. Comunque i parti gemellari sono più frequenti con la fecondazione assistita, anche se rappresentano una minoranza di casi, proprio per via di questa pratica: non c’è nessuna eliminazione volontaria, ci si vuole semplicemente premunire contro un evento naturale come il mancato impianto dell’embrione.

            2. La Corte di Giustizia UE ha detto: «Sin dalla fase della sua fecondazione qualsiasi ovulo umano deve essere considerato come un embrione umano dal momento che la fecondazione è tale da dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano». Non è un’equiparazione dell’embrione all’essere umano: se avesse equiparato l’embrione all’essere umano avrebbe d’un sol colpo dichiarato l’illegittimità dell’aborto.

            Io sono contrario all’aborto, ma un conto è il feto che sta crescendo e che ha già sviluppato un sistema nervoso e un sistema cardiaco e un altro è un ammasso di cellule senza queste caratteristiche. Se l’embrione non ancora impiantato è già un essere umano completo e finito potrei sapere perché Dio ci ha dato un sistema riproduttivo che provoca la morte nei primi giorni di vita della maggior parte dell’umanità? Non voglio affatto difendere la distruzione delle blastule, invito semplicemente a prendere in considerazione la sofferenza umana provocata da certe battaglie di principio.

            3. Le code per le adozioni sono un mito popolare: adesso vado a dire alle coppie che conosco, e che hanno messo 5 anni a completare le procedure, che sono degli imbranati.

            • Alessandro M. ha detto in risposta a filippo

              1. Che sia volontario o meno delle vite umane vengono sacrificate. L’omicidio è deprecabile sia se è volontario che involontario.

              2. Infatti la Corte è contraddittoria e più fonti lo hanno notato. Per essa l’embrione è «un soggetto di diritto» in qualsiasi suo stadio di sviluppo. Tale «concetto autonomo del diritto europeo» ora dovrà essere recepito in tutti i 27 paesi dell’Unione europea. Di fatto è il riconoscimento che l’embrione umano fin dalla fecondazione è un soggetto con piena dignità antropologica e giuridica. L’embrione è un essere umano fin dal concepimento, d’altra parte lo dimostra l’embriologia moderna: https://www.uccronline.it/2010/04/22/la-scienza-dimostra-che-embrione-e-feto-sono-persone-umane/ Non c’è differenza sostanziale tra embrione e feto, così come di fatto non c’è differenza tra giovane e anziano.

              3. Dipende anche dal luogo, come vedi nel link che ti ho dato, chi ci lavora non la pensa così.

    • Contedduca ha detto in risposta a filippo

      Ma anche perchè i bambini non sono un oggetto di arredo della nostra esistenza ma un dono.
      Se ti viene concesso questo dono bene, altrimenti bene lo stesso perchè vuol dire che per la tua conversione è meglio così.
      Sei chiamato a fare la volontà di Dio non la tua, e la volontà di Dio è che tu sia felice (ma guarda un pò che paradosso eh?)

  6. StefanoPediatra ha detto

    Caro Filippo, è vero: in natura, una percentuale di gravidanze variabile tra il 10 e il 40% a seconda degli studi va incontro ad un’interruzione spontanea entro il 180° giorno (dopo questo termine non si parla più di aborto ma di parto prematuro).

    Purtroppo, per numerosi motivi, alcuni embrioni e alcuni feti non riescono ad annidarsi, a crescere e a svilupparsi fino al termine della gravidanza. Tra questi motivi, tanto per darti un’idea, ti posso citare fattori genetici (più o meno il 50% degli aborti spontanei sono causati da anomalie genetiche/cromosomiche), anomalie anatomiche (congenite o acquisite) dell’utero materno (che sono la causa del 15% circa degli aborti ricorrenti), fattori endocrini (deficit della fase luteale, alterata funzione tiroidea, squilibri nella produzione ormonale come nel caso della sindrome dell’ovaio policistico, iperprolattinemia, …), fattori infettivi, fattori immunologici, trombofilie, fattori ambientali, farmaci, anomalie placentari, altre malattie materne.

    Ma quello che avviene in natura cosa ci azzecca con ciò che è l’uomo, coscientemente, a provocare? In natura avvengono i terremoti, ma sebbene l’effetto sia lo stesso, non mi dirai che possiamo paragonare l’evento naturale terremoto con la distruzione di una città sotto i bombardamenti. Come possiamo giustificare la seconda con la prima delle due cause di distruzione di una città?

    Inoltre, la grandissima differenza è che se in natura vengono fecondate più uova contemporaneamente (cosa assai più rara peraltro di quanto non avvenga “al di fuori” della natura, se non addirittura “contro” natura, nella fecondazione assistita) la perdita eventualmente conseguente di una vita umana (non di un ammasso di cellule, come dici tu tradendo il tuo vero orientamento su questo tema) non è consapevolmente accettata dalla madre come ineludibile conseguenza di un atto medico che riduce lo sviluppo di una vita umana ad un mero calcolo statistico (3 impianti hanno, statisticamente, più probabilità di 1 impianto solo di andare avanti).

    Prova a dare un’occhiata al sito dell’European Hospital di Roma, nella pagina dedicata alla medicina e alla biologia della riproduzione. Laddove si parla di FIVET (http://www.icsiroma.it/html/fivet.php#trasferimento_embrionale). In particolare leggi le tabelle relative ai risultati della procedura negli anni 1998-2001.

    1. Tecnica classica (FIVET) (i dati si riferiscono al solo centro di Roma, uno dei più avanzati del settore; moltiplica questi numeri per tutti i centri italiani e mondiali che fanno le stesse cose): 1472 embrioni “di buona qualità” ottenuti (il 74% del numero totale di embrioni ottenuti; quindi devi aggiungere altri 517 embrioni “di non buona qualità”, ma comunque embrioni di esseri umani), con una media di 4,7 per paziente; di questi solo 753 embrioni sono stati trasferiti (circa la metà; gli altri sono stati congelati in attesa di essere distrutti quando “scadranno” come lo yogurt? sono stati distrutti? usati come cellule staminali per sperimentazioni?) e da questi trasferimenti si sono ottenute 118 gravidanze di cui solamente 93 sono arrivate a termine. Facendo due semplici calcoli mi mancano all’appello 1896 embrioni, cioè esseri umani. Non sono un matematico ma mi sembra che 93 su 1989 sia percentualmente un po’ più che il suddetto 15-40% di gravidanze che terminano spontaneamente.

    2. Tecnica FIVET-ICSI: 1554 embrioni trasferiti (qui manca il dato del numero totale di embrioni prodotti; chissà perché non è riportato); di questi il 16% si è impiantato (quindi 249 embrioni); si sono realizzate solo il 36% di gravidanze (89) di cui solamente il 30% a termine (27). Anche qui mi mancano all’appello moltissimi embrioni. Credi ancora che i numeri siano paragonabili con quelli degli aborti spontanei?

    Nel caso qualcuno fosse interessato, qualche sito che parla dei problemi di salute, oltre che etici, della fecondazione assistita (o almeno di un certo tipo di tecniche).

    http://www.ilgiornaledibioetica.com/?p=574#more-574
    http://www.ilgiornaledibioetica.com/?cat=10&paged=2
    http://veritaevita.blogspot.com/2009/01/la-fecondazione-artificiale-uccide.html

    Per curiosità, esiste un centro per la fecondazione assistita che, in un delirio di onnipotenza si è dato il nome “CREA”!!! Guardare per credere http://www.creasrl.eu/main/metodi.php?voce=rischi

    Da ultimo (e mi scuso per la lunghezza del commento), facciamo un macabro gioco e proviamo a sommare il numero delle IVG così come riportate dal Ministero della Salute nei suoi rapporti ufficiali (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1585_allegato.pdf) col numero degli aborti clandestini. Ora aggiungiamo a questo subtotale il numero degli aborti causati dalla pillola del giorno dopo (domani dovremo aggiungere tutti quelli conseguenti all’utilizzo della pillola dei 5 giorni dopo). Infine proviamo ad aggiungere il numero degli embrioni “sacrificati” nelle procedure di fecondazione assistita in tutti i laboratori italiani in cui queste pratiche sono effettuate (157 pubblici o privati convenzionati + 193 privati nel 2009) (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1568_allegato.pdf) e vediamo un po’ cosa viene fuori come totale. Il macabro gioco però non potremo farlo e il totale vero non lo troveremo mai, perché nessuno ha i dati veri. Ma il numero di aborti, direttamente o indirettamente volontari, è enormemente superiore a quello riportato dal Ministero della Saluta che tutti siamo felici di sapere essere in calo progressivo dall’emanazione della legge 194.

    Date un’occhiata al report ufficiale di cui all’ultimo link citato: le percentuali di nati vivi non malformati sul totale degli embrioni prodotti sono sconfortanti.

    • Elena ha detto in risposta a StefanoPediatra

      Risposta perfetta, grazie!

    • filippo ha detto in risposta a StefanoPediatra

      Grazie. Mi rimane il dubbio di fondo, quello dell’equiparazione tra le blastule da una parte e i feti che hanno già sviluppato un sistema nervoso e cardiaco e persone sensibili, capaci di amare e di soffrire, dall’altra. Esempio: a questo stadio preliminare gli embrioni possono dividersi e produrre dei gemelli monozigoti; se l’embrione in questione è già una persona umana prima della divisione, cosa sono i due gemelli? Mezze persone? Questi dubbi non sono solo miei. Anche un medico attivista pro-life come Bernard Nathanson dice nel suo libro “Aborting America” di identificare l’inizio della vita con l’impianto nell’utero della madre.

      Non mi fa per niente piacere il congelamento degli embrioni e la loro distruzione, proprio per niente: li metto solo sulla bilancia della felicità umana generata dall’arrivo di una nuova vita che non sarebbe mai esistita senza questi metodi.

      So di non concordare con il magistero della Chiesa, il mio problema è proprio quello. La Chiesa tra l’altro si oppone anche all’inseminazione artificiale, che non coinvolge la creazione di embrioni.

      • StefanoPediatra ha detto in risposta a filippo

        Caro Filippo, un articoletto semplicissimo tanto per non fare confusione sull’origine della gemellarità.

        http://www.gyneconline.net/page28/page82/gravidanza-gemellare.html

        Inoltre, è noto da tempo che lo zigote (la cellula fecondata) secerne esso stesso sostanze che gli permettono di annidarsi nell’utero materno. E’ dall’interazione tra questi fattori e quelli secreti dalla madre che l’annidamento, la sopravvivenza dell’embrione e il suo sviluppo è assicurato. Se non è inizio della vita questo!

        🙂

  7. filippo ha detto

    Grazie per l’articolo ma non mi pare che risponda al punto che ho sollevato, ma sarò lento io ed è tardi. Comunque, inutile continuare a giocare a ping pong: per me è importante la felicità e la sofferenza umana. La fecondazione assistita ha molti aspetti negativi, ma ha reso molte persone felici e dato la vita a persone che non sarebbero mai esistite.

  8. StefanoPediatra ha detto

    Caro Filippo, l’articolo è pertinente eccome, così come il mio commento.

    Tu parli di “equiparazione tra le blastule da una parte e i feti che hanno già sviluppato un sistema nervoso e cardiaco e persone sensibili, capaci di amare e di soffrire, dall’altra. Esempio: a questo stadio preliminare gli embrioni possono dividersi e produrre dei gemelli monozigoti; se l’embrione in questione è già una persona umana prima della divisione, cosa sono i due gemelli? Mezze persone?”

    Parti da un presupposto sbagliato (l’embriologia è una scienza, non una favola, occorre essere precisi) visto che i gemelli non derivano dalla divisione della blastula ma hanno origine diversa: la fecondazione di 2 cellule uovo da parte di 2 spermatozoi oppure la divisione in 2 dello zigote, cioè della cellula uovo fecondata. La blastocisti, che entra nella cavità uterina al 4° giorno dalla fecondazione, aderisce all’endometrio a partire dal 5° giorno e che vi si annida tra l’8° e il 9° giorno trasformandosi in sinciziotrofoblasto, è un unico essere vivente e non sarà mai mezzo essere vivente non solo perché non si sdoppierà mai ma perché, se anche lo facesse, semmai sarebbe un doppio essere vivente (due gemelli infatti sono due persone e non ognuno una mezza persona). Il presupposto da cui parti è sbagliato (non so quanto volutamente o meno) e dunque il quesito che poni è quantomeno non coerente se non provocatorio.

    Inoltre, è antica come la discussione sull’aborto la distinzione tra “ammasso/ricciolo di cellule” e “vita umana”. Personalmente credo (e non sono solo in questa convinzione) che la vita sia vita fin da subito. Si tratta di una vita in sviluppo, che giorno dopo giorno, ma fin dal primo giorno, manifesterà se stessa un po’ di più. Ma la vita umana è nello zigote in provetta o nella tuba materna come nella blastocisti che si impianta nell’utero materno in maniera naturale o che vi viene infilata artificialmente.

    Poi dici: “Questi dubbi non sono solo miei. Anche un medico attivista pro-life come Bernard Nathanson dice nel suo libro “Aborting America” di identificare l’inizio della vita con l’impianto nell’utero della madre”.

    Io ti cito recenti acquisizioni che mi fanno pensare (e non solo a me) che la nuova vita dell’essere umano sia già presente nel momento stesso della formazione dello zigote, subito dopo la fecondazione da parte dello spermatozoo della cellula uovo. Infatti morula prima e blastocisti e sinciziotrofoblasto poi, secernono sostanze chimiche che, insieme a quelle prodotte dalla mamma, ne permettono la sopravvivenza stessa, la crescita e lo sviluppo nonché l’impianto e quindi l’ulteriore crescita e sviluppo.

    Infine tu dici: “Non mi fa per niente piacere il congelamento degli embrioni e la loro distruzione, proprio per niente: li metto solo sulla bilancia della felicità umana generata dall’arrivo di una nuova vita che non sarebbe mai esistita senza questi metodi”.

    Vedi, per me avere un bambino non è un “diritto”. Non lo è per le coppie eterosessuali come non lo è per quelle omosessuali o per i single. Né lo è, come ho sentito ieri sera alla trasmissione radiofonica “Tornando a casa”, per una coppia di gemelle italiane che hanno deciso di farsi inseminare artificialmente all’estero perché si vogliono così bene in quanto gemelle da pensare di completare la propria famiglia costituita da loro stesse come mamme e da nessun papà (ndr: questa evenienza ha spiazzato anche l’esperto di turno che ha dovuto ammettere di non conoscere altri casi al mondo di questa ennesima, permettimi di definirla, “follia”!). Avere un figlio, secondo me, è un dono che la vita (e la natura, se uno non vuole credere in Dio) ti fa e un dono che l’amore di due persone fa alla vita.

    Confermo: avere figli propri in dono da Dio e dalla vita dà una grande felicità (io ne ho avuti due di questi regali). Ma un figlio non può essere qualcosa che si compra come una borsa o che si fa costruire come un appartamento. Nessuno penserebbe di far costruire 4-5 appartamenti per poi sceglierne uno in cui abitare e radere al suolo gli altri 3-4. Perché dobbiamo fare questo ragionamento con la vita? Lo trovo aberrante. Ma, come sempre: è solo il mio modesto pensiero.

    Non è un segno ancora più grande di un grande amore tra un uomo e una donna adottare un bimbo che altrimenti vivrà sempre solo in un istituto piuttosto che ostinarsi a volerne uno proprio (che poi, proprio del tutto proprio, scusa l’allitterazione, un figlio in provetta siamo sicuri che lo sia?!) “fabbricato” in laboratorio e “scelto” tra un gruppo di altre vite “fabbricate” insieme e condannate a morte (o al congelamento temporaneo) immediatamente?

    Un’ultima annotazione, Filippo. Capisco che discutere sia impegnativo e stancante ma chiudere la discussione per due volte dicendo che è tardi, non si capisce il commento dell’interlocutore e che è ora di andare a dormire non trovi che sembri un po’ una fuga dopo aver voluto dire l’ultima parola o che comunque sia un po’ “banalizzante” rispetto all’intervento dell’interlocutore?

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