“Sento dunque sono”: il feto umano percepisce i suoni precocemente

Sul sito Zenit.it è stato tradotto un articolo di Barbara S. Kisilevsky, docente presso la Queen’s University School of Nursing in cui l’autrice espone un breve excursus sulla storia delle ricerche scientifiche riguardo la capacità dei feti di sentire i suoni, per poi arrivare a trattare dei risultati da lei ottenuti sull’argomento.

Molto suggestivo come parta da Luca 1, (39-44), brano in cui è possibile leggere che il piccolo Giovanni sobbalza in grembo a Elisabetta non appena sente il saluto di Maria alla cugina. I primi studi sulle capacità uditive del feto, a fine Ottocento avevano dato esiti contrastanti, ma già le ricerche di poco successive confermarono la presenza di reazioni fetali in presenza di suoni. La Kisilevsky iniziò ad occuparsi dell’argomento solo agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso, con l’unico obiettivo di comprendere se il feto fosse in grado di udire e da quando, senza alcun condizionamento politico o religioso.

Nei suoi primi esperimenti veniva prodotto un forte suono, simile al rumore statico della radio, dietro la testa del feto, il quale provocava un aumento della frequenza cardiaca e dei movimenti del neonato. Vennero poi fatte diverse prove modificando l’intensità dei suoni e il risultato fu sempre che un’esposizione, anche di breve durata, a suoni forti provocava l’aumento della frequenza cardiaca e dei movimento del feto. Questo indicava in maniera inequivocabile che il feto era in grado di udire.

Il passo successivo fu quello di capire quando compariva per la prima volta la facoltà uditiva. Venne così ripetuto l’esperimento con feti sempre più giovani, questo permise di collocare l’inizio della facoltà uditiva a circa 29 settimane e stimare lo sviluppo dell’apparato uditivo tra la ventiseiesima e la ventottesima settimana (verso la ventinovesima settimana si ha la trasmissione rapida dei segnali uditivi dall’orecchio al tronco cerebrale). La capacità di sentire i suoni permette al feto di adattare e affinare i tratti neurali del cervello ed è interessante sottolineare come i suoni siano percepibili sia dall’interno (il battito cardiaco della madre, ad esempio) che dall’esterno dell’utero. Per approfondire la questione si consiglia la lettura del libro: Sento dunque sono. Sensi e sensazioni del feto(Cantagalli 2011).

Davide Galati

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

5 commenti a “Sento dunque sono”: il feto umano percepisce i suoni precocemente

« nascondi i commenti

  1. Paolo Viti ha detto

    Bellieni è davvero instancabile! Complimenti davvero per tutto quello che fa!

  2. Qumran ha detto

    Credo che davvero ci siano pochi argomenti per sostenere l’aborto, tanto quanti ci sono per sostenere un omicidio.

  3. joseph ha detto

    Va da sè che anche questa prova verrà cestinata immediatamente, dagli abortisti.

  4. Mum ha detto

    Questo studio ha poco a che vedere con il discorso sull’aborto: la ventinovesima settimana corrisponde al settimo mese già compiuto, cioè al momento in cui la gestazione arriva alla sua scadenza naturale mentre l’interruzione volontaria della gravidanza è contemplata fino al novantesimo giorno, cioè ben quattro mesi prima del momento preso in esame dallo studio.

« nascondi i commenti