Lo spazio e Dio, dialogo tra Roberto Vittori e Antonino Zichichi

«La cosa più bella è l’atterraggio, il tornare a terra e scoprire che uomini siamo e uomini rimaniamo».  Con queste parole l’astronauta Roberto Vittori, partito l’anno scorso per una missione con lo Shuttle STS-134, è intervenuto recentemente all’evento Lo Spazio e Dio” voluto dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Universitaria, dagli studenti della capitale in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca.

Ha raccontato la sua esperienza nello spazio anche il professor Antonio Viviani, scienziato di fama mondiale che nel 1994 e nel 1996, ha condotto due esperimenti fondamentali a bordo dello Space Shuttle Columbia  presso il NASA Marshall Space Flight Center. Ha ricordato quei momenti in questo modo: «l’esperimento è durato circa 7 ore, durante i brevi intervalli in cui potevo distogliere il pensiero da comandi, schermi, videoregistratori, cuffie, microfoni e quant’altro, mi rivolgevo mentalmente al Signore pregandolo di sostenermi fino al termine e che tutto andasse per il meglio […]. Alla fine dell’esperimento andato a buon fine… non potevo fare a meno di pensare anche io alla grandezza del creato e di Dio». 

Questa grandezza è la spiegazione data dallo scienziato Antonio Zichichi sul perché «lo spazio- tempo a 4 dimensioni, non basta più per descrivere la logica di Colui che ha fatto il mondo. Secondo quello che possiamo capire alla base della nostra esistenza materiale c’è uno spazio-tempo con 43 dimensioni». Questa logica nasce «non osservando lo spazio, non osservando le stelle, ma studiando le pietre che sono state fatte dalla stessa Persona che ha fatto le stelle. Quindi nulla è frutto del caso, ma c’è un Autore supremo al di sopra di tutto».  Lo scorso maggio Roberto Vittori è stato tra gli astronauti protagonisti dello storico collegamento tra Benedetto XVI e la Stazione Spaziale Internazionale: «Il Santo Padre – ha raccontato –  è stato assolutamente capace di superare la barriera dello scienziato e della tecnologia per entrare all’interno dei nostri cuori […]. Per tutti noi quegli istanti, le sue parole di incoraggiamento e di speranza, rimarranno  per sempre nei nostri ricordi, come uno dei momenti fondamentali della missione spaziale».

Possiamo costruire astronavi ed andare nello spazio, possiamo allargare gli orizzonti della conoscenza oltre ogni nostra immaginazione ma, come ci ha ricordato Vittori, rimaniamo Donne e Uomini che si devono misurare con dei limiti, peso e grandezza di questa nostra umanità.

Marta Cutrera

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17 commenti a Lo spazio e Dio, dialogo tra Roberto Vittori e Antonino Zichichi

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  1. Alèudin ha detto

    “A cosa ci serve andare su Marte, se non siamo nemmeno in grado di percorrere lo spazio che ci separa da noi stessi!?”

    T. Merton

  2. Maria Domenica ha detto

    Complimenti per l’articolo che fa molto riflettere.
    Il Signore fra tutte le creature ha scelto noi per donarci la capacità di cogliere tutte le meraviglie dell’intero universo, studiarle e stupirci di esse e di questa enorme opportunità, incomparabile con la nostra condizione di semplici esseri umani.

  3. Daniele Borri ha detto

    Complimenti a Vittori per la sua missione! Stare lassù senza pensare al Creatore sarebbe una forzatura insopportabile.

  4. Christianity ha detto

    Grande Zichichi

  5. Michele Forastiere ha detto

    L’esperienza dello spazio sicuramente aiuta a volgere il pensiero dell’Uomo al suo Creatore: credo che sia la condizione migliore per capire quanto fragili siamo (nonostante le macchine meravigliose che ci portano tanto in alto), ma anche quanto siamo amati – non fosse altro che per questo splendido e accogliente pianeta, su cui ci è stato dato in dono di nascere.

  6. sara ha detto

    Un articolo profondo,scritto con cura e dedizione, che suscita importanti spunti di riflessione…l’uomo finto che vive in un creato infinito di amore!

  7. Ottavio ha detto

    Posso dire una cosa politicamente scorretta? Secondo me lo scienziato credente nello spazio, come Vittori, si gusta molto di più quello che vede rispetto ad uno non credente.

  8. nmarchig ha detto

    l’uomo non ha ancora spiegato una cosa , potrà anche conquistare mille lune, ma perchè deve morire? questa é la domamda che contraddistingue l’uomo dai primati..é l’ansia di sapere e che porta alla conoscenza ovvero la scenza.

  9. nmarchig ha detto

    l’uomo non ha ancora spiegato una cosa , potrà anche conquistare mille lune, ma perchè deve morire? questa é la domamda che contraddistingue l’uomo dai primati..é l’ansia di sapere e che porta alla conoscenza ovvero la scenza.

    ovvero la ricerca di Dio

  10. alessandro pendesini ha detto

    Unico per la sua relativa angoscia, l’uomo lo è anche per la sua curiosità.
    NB Se riteniamo che ci sono « misteri » nell’Universo che, per definizione, sono inaccessibili alla ragione, considero questo come falso poiché non ci sono misteri nella natura, ci sono solo enigmi che finiremo prima o poi (salvo qualche eccezione) per svelarli.

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a alessandro pendesini

      Che differenza c’è tra misteri ed enigmi non svelabili?

      • alessandro pendesini ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Direi che i misteri hanno una correlazione religiosa, metafisica (il mistero della fede, dell’eucarestia ect.) ; gli enigmi per contro li ritengo correlati alla fisica, esempio : l’Universo è finito o infinito ? La vita biologica, cosi come l’intelligenza (intesa come astrazione mentale), esiste solo sulla nostra Terra ? La lista non è ovviamente esaustiva….

    • Nofex ha detto in risposta a alessandro pendesini

      Mi sembri decisamente iper-positivo e iper-ottimista. Spero inoltre che tu per “misteri della natura” intenda mantenerti soltanto in strettissimo campo scientifico.

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