Manca ancora un anno ma la Calabria è già in fermento per la visita del Papa

Su tutti i quotidiani calabresi è apparsa la notizia che il vescovo Luigi Cantafora ha annunciato l’arrivo di Benedetto XVI nella regione e precisamente a Lamezia Terme il 9 ottobre del prossimo anno. Subito il Sindaco Gianni Speranza ha dichiarato: «Interpretando il sentimento di tutta la comunità lametina, è con deferenza che esprimo gratitudine al Santo Padre. Si tratta di un avvenimento storico per il quale siamo particolarmente grati al nostro vescovo monsignor Luigi Cantafora ed alla Chiesa calabrese tutta. La comunità è pervasa da un sentimento di profonda felicità: sarà un momento straordinario». Il primo cittadino ha anche ricordato che nel 2009 aveva già espresso il desiderio di accoglierlo nella sua terra. «Lavoreremo da oggi alacremente per accoglierlo degnamente, con l’affetto e l’entusiasmo che è proprio del nostro popolo, e per mostrare all’Italia ed al mondo il volto più bello della nostra città e della Calabria». Anche per Franco Talarico, presidente del consiglio regionale, «l’annuncio della visita di Papa Benedetto XVI rappresenta per tutti i calabresi motivo di grande gioia e soddisfazione ed è una forte esortazione alla speranza. La Calabria, a cominciare dalle sue istituzioni e dalle sue classi dirigenti, sono certo che saprà prepararsi adeguatamente ad accogliere il Pontefice». Grande entusiasmo nel PDL e anche nel PD. Il consigliere regionale di sinistra Bruno Censore, ha dichiarato: «l’arrivo del Papa rappresenta un messaggio di speranza per tutta la Calabria». La notizia è ripresa anche da Lameziaclick.com.

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Nuovo studio: l’aborto aumenta i rischi di cancro al seno del 193%

Un nuovo studio ha scoperto che le donne che non hanno partorito, o hanno partorito in età avanzata o hanno subito un aborto, presentano un rischio molto più elevato di possibilità di sviluppare il cancro al seno. Lo rende noto l’Università di Scienze mediche a Babol, in Iran. I ricercatori hanno trovato che la prima gravidanza in età avanzata e un intervento abortivo aumentano il rischio di cancro al seno del 310% e 193% rispettivamente. I risultati sono stati riportati nel numero di Medical Oncology. Anche l’University of Colombo (Sri Lanka), ha pubblicato in giugno 2010 i risultati di uno studio molto simile, con dati molto più drammatici: le donne che hanno abortito hanno il 242% in più probabilità di soffrire di cancro al seno. Ricordiamo che la soppressione del feto è promossa per proteggere la salute della donna. La notizia è ripresa da La Stampa e da FoodConsumer.

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Il vice premier ateo, Nick Clegg, manda i figli in una scuola cattolica

Gli atei inglesi sono su tutte le furie perché Nick Clegg, leader del partito Liberal Democratico e vice premier, ha deciso di inviare i suoi figli in una scuola cattolica. Nella cultura laicista inglese è di gran moda proclamarsi atei, poi però, quando tocca prendere decisioni private e personali, si è un pò meno “politically correct”… Nel 2007, ricorda il Daily Mail, il vice premier ha dichiarato ad un’intervista radiofonica di essere ateo. Ha poi aggiunto di avere: «enorme rispetto per le persone religiose. Sono sposato con una cattolica e sono impegnato a crescere i miei figli come cattolici. Tuttavia, io stesso non sono un credente attivo, ma l’ultima cosa che faccio quando si parla o si pensa alla religione è avere un approccio con un cuore chiuso o una mente chiusa». La scuola che Clegg ha scelto è una delle principali scuole cattoliche della Gran Bretagna, la stessa in cui l’ex premier labourista Tony Blair, convertitosi recentemente al cattolicesimo, ha mandato i suoi figli. La scuola, la London Oratory School, ha un livello molto alto di istruzione, detiene anche un record nel campo delle scienze, con l’86% degli alunni che ottengono due GCSE (General Certificate of Secondary Education), di grado C o superiore, in materie scientifiche. Uscire con un diploma da qui significa trovare spalancate le porte di Oxford e Cambridge. In un altro articolo del Daily Mail, si ricorda che già ampi scandali tra il laicisti erano emersi quando Clegg venne fotografato nella chiesa cattolica vicino a casa per la prima comunione del suo figlio maggiore.

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Timor Est: crescita esponenziale dei fedeli e dei sacerdoti cattolici

La Chiesa cattolica del Timor Est gode di ottima salute. La particolarità dello Stato del sud-est asiatico è quello di essere a maggioranza cattolica in un’area prevalentemente musulmana (Wikipedia sostiene che nel 2004, il 93% della popolazione si è dichiarata “cattolica”). In questi anni sta anche avvenendo una crescita esponenziale di seminaristi. Come riferisce Radio Vaticana, il Seminario maggiore di San Pietro e Paolo a Dili contiene oggi 126 seminaristi che stanno completando il loro corso di studi e già si pensa a dover adeguare le strutture per dare a tutti i giovani spazi adeguati dove poter studiare. Anche le ordinazioni sacerdotali sono fiorenti. La popolazione del Timor Est è composta per il 75% da giovani sotto i 30 anni e continua ad avere nella Chiesa cattolica un solido punto di riferimento per la ricerca di identità. Ad esempio, nella parrocchia di Santa Teresina, che abbraccia un territorio con oltre 20mila fedeli, padre Tiago Soares da Costa ha visto crescere in modo esponenziale la partecipazione alla Santa Messa domenicale e alle attività pastorali: migliaia di fedeli si assiepano ogni volta al di fuori dell’edificio, senza nemmeno che vi sia un adeguato impianto di amplificazione. Per questo il sacerdote ha iniziato a ricevere il sostegno dalle Pontificie Opere Missionarie dell’Australia, che hanno messo i progetti di aiuto a Timor Est fra quelli in evidenza nell’ottobre missionario.

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Ungheria: la nuova costituzione potrà citare i benefici del cristianesimo

La Corte dei Conti ungherese ha proposto che la nuova costituzione del Paese citi la Sacra Corona ungherese, per sottolineare il beneficio che ha avuto il cristianesimo nello sviluppo morale della nazione e per i principi di libertà, uguaglianza e fraternità. Secondo Politics.hu, è stato il presidente del comitato di redazione della nuova costituzione, László Salamon (KDNP), a chiedere alla Corte dei conti di presentare proposte per la nuova costituzione, che verranno discusse e selezionate in dicembre.

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Luca Toni: «sono cattolico. La squalifica per chi bestemmia ci sta tutta»

Oltre 200 reti in carriera, uno scudetto di Germania con il Bayern Monaco, ma soprattutto un titolo mondiale conquistato nella finale di Berlino 2006. Qualche discesa ardita, molte di più le risalite. E a 33 anni, potrebbe ritentare quella alla Nazionale. Luca Toni ha risposto alle domande di Avvenire. Rispetto all’argomento delle bestemmie in campo, ha dichiarato: «Sono cattolico, con un concetto ampio di fede. I comportamenti sono fondamentali. Sbagliare capita a tutti, ma gli errori servono per imparare e per fermarsi un attimo a guardarsi dentro. Non ho l’abitudine di bestemmiare, che senso ha? Quindi, per chi bestemmia, la squalifica ci sta tutta».

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Un vescovo anglicano si dimette per unirsi al Santo Padre

Il vescovo anglicano di Fulham, presidente di Forward in Faith International ha annunciato che darà le dimissioni entro la fine dell’anno per entrare in un Ordinariato cattolico. Egli è il vescovo ausiliare della diocesi di Londra. Questa è la notizia apparsa su CatholicHerald.uk e RadioVaticana. Parlando all’Assemblea Nazionale di Forward in Faith, ha detto di aver intenzione di rassegnare le proprie dimissioni prima della fine dell’anno e di volersi unire all’Ordinariato in Gran Bretagna quando esso verrà eretto. Egli ha aggiunto che resterà il presidente di Forward in Faith, poiché non è un’organizzazione dipendente dalla chiesa anglicana. Altri due vescovi (Andrew Burnham, vescovo di Ebbsfleet e Keith Newton Vescovo di Richborough), rivela l’articolo sarebbero in procinto di presentare le dimissioni entro la fine dell’anno al fine di entrare nell’Ordinariato. Altri starebbero ancora valutando l’offerta che Papa Benedetto XVI ha fatto lo scorso autunno con la Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus, la quale consente l’erezione di una nuova struttura canonica per gli anglicani che desiderano essere in piena comunione con Roma pur mantenendo la loro identità.

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Nuovo studio: gli omosessuali attivi sono la maggior parte dei malati di AIDS

Come ricorda il giovane filosofo convertito, Fabrice Hadjadj, la Chiesa rigetta l’omosessualità semplicemente perché non si tratta di vera sessualità. «Dire omosessualità è come dire “cerchio quadrato”: se i due hanno lo stesso sesso, viene meno l’ordinazione reciproca dei due sessi. Se la sessualità non è aperta alla fecondità, di cosa si sta parlando?». Anche qualsiasi manuale di zoologia parla di sessualità sempre legandola alla questione della fecondità, della procreazione. Continua Hadjadj su Tempi: «Gli omosessuali in realtà fanno un uso non sessuale delle loro parti sessuali. Non è perché le parti sessuali entrano in gioco che si è obbligati a definire ciò sessualità: io posso, se voglio, ficcare il mio pene in una porta, ma quel che faccio non è sessualità. Non sono necessariamente atti sessuali tutti gli atti che io posso fare con le mie parti sessuali. Se vivo l’amore e la comunione in opposizione al dato fisico del mio corpo, vivo una situazione schizofrenica, dualista. La Chiesa dice: siete liberi di fare quel che volete, ma vi ricordiamo soltanto che se andate in quella direzione, vi sarà una rottura della vostra unità personale, questa rottura noi la chiamiamo peccato».

Questa “rottura”, questo disagio interno descritto dalla Chiesa e riportato da Hadjadj, è anche dimostrato dalle ricerche sociologiche sul mondo omosessuale. Non ci sentiamo quindi omofobi se riportiamo all’attenzione un recente studio sociologico sull’AIDS, il quale mostra come gli omosessuali attivi rappresentino quasi la metà di tutti gli americani infetti dall’HIV-positivo. Il Centers Disease Control (CDC) informa che «gli uomini che fanno sesso con altri uomini soffrono il 53% delle nuove infezioni da HIV segnalati ogni anno, anche se questi costituiscono solo il 4% della popolazione americana. Le diagnosi di HIV tra gli omosessuali attivi negli Stati Uniti sono 44 volte superiori a quelle degli altri uomini». Mentre il tasso di infezione da HIV tra gli altri gruppi a rischio (come i consumatori di droghe) è diminuito, il sondaggio CDC mostra che il tasso di infezioni tra gli omosessuali attivi continua a evidenziare un trend al rialzo. Qui è possibile consultare i risultati della ricerca. Sempre che le lobby omosessuali ci permettano di dirlo, ricordiamo come altre ricerche dimostrino la grande affinità tra la pratica omosessuale e la dipendenza, l’utilizzo e l’abuso di droga, fumo e alcool rispetto al resto della popolazione (vedi ad esempio Centro Studi Ricerca e Documentazione su Dipendenze e AIDS, Gay.it e PinkNews).

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Minatori in Cile: una vicenda di fede e preghiera sotto gli occhi del mondo

La drammatica vicenda dei minatori cileni intrappolati per oltre 60 giorni sotto terra è stata una testimonianza di fede e speranza sotto gli occhi di tutto il mondo. Lo hanno testimoniato gli stessi minatori che in condizioni disperate recitavano il Padre Nostro a 700 metri dalla superficie (vedi L’Occidentale). Lo hanno dimostrato gli stessi uscendo tutti con addosso una maglietta con scritto “Grazie Signore” e dietro un versetto della Bibbia (vedi fotografia e l’articolo di ReligionEnLibertad). Lo ha dimostrato uno dei 33 minatori, Mario Sepulveda, quando ha dichiarato ai microfoni di mezzo mondo: «Stavo con Dio e con il diavolo, però mi sono aggrappato alla mano di Dio e in nessun momento ho dubitato del fatto che Dio sarebbe venuto a salvarmi. Ho sempre avuto fede nei professionisti cileni e nel Creatore» (vedi Mainfatti.it). Lo ha confermato il 23enne Carlos Maman che, una volta uscito dalla capsula che lo ha portato all’esterno, si è inginocchiato a terra per ringraziare Dio prima di abbracciare la moglie. Evo Morales ha invece detto: «Non ho mai perso la fede». Anche il presidente americano Barack Obama ha invitato tutti a pregare prima e durante il salvataggio dei minatori: «Mentre l’operazione di salvataggio è lontana dall’essere conclusa e rimane ancora un difficile lavoro, preghiamo perché, con la grazia di Dio, i minatori possano emergere sani e salvi e riabbracciare le loro famiglie», si legge in un comunicato del capo della Casa Bianca, diffuso poco prima dell’inizio delle operazioni. Lo stesso ha fatto il presidente cileno, Sabastian Pinera, quando ha ringraziato pubblicamente Dio e le squadre di soccorso per aver portato a termine una missione di salvaraggio difficilissima (vedi L’Occidentale). La stessa operazione di soccorso è stata denominata “San Lorenzo”, patrono dei minatori, mentre il responsabile dell’operazione -continuamente intervistato dai telegiornali, è un devoto cattolico, il quale ha dichiarato che è stata la fede e la preghiera quotidiana la vera chiave dell’incredibile successo (vedi ReligionEnLibertad).

Benedetto XVI ha da subito mostrato vivo interesse per la vicenda e ha voluto essere continuamente informato sugli sviluppi del salvataggio. In questo video gli viene regalata una bandiera cilena firmata dai 33 minatori, che il Santo Padre ha subito esposto nel suo appartamento.

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Quando Kurt Godel dimostrò logicamente la necessaria esistenza di Dio

Una delle più grandi menti del XX secolo è sicuramente quella di Kurt Gödel (1906-1978). Ritenuto uno dei più grandi logici di tutti i tempi, a soli venticinque anni esponeva in un celebre articolo i presupposti dei suoi teoremi di incompletezza destinati a sconvolgere tutte le teorie logico-matematiche elaborate fino a quel momento. Su Avvenire, il filosofo italiano Roberto Timossi, ci informa di un fatto meno noto di Godel, e cioè della sua rielaborazione della prova ontologica di sant’Anselmo di Aosta, ossia di quella dimostrazione logica che ritiene di poter inferire l’esistenza di Dio a priori, partendo dal concetto che abbiamo di lui. Adele, sua moglie, scrisse infatti che Gödel, «sebbene non andasse in chiesa era religioso e leggeva la Bibbia a letto ogni domenica mattina». Egli racconta che su questo tema è ritornato di recente David P. Goldman, il quale rileva innanzitutto come la scoperta dell’impossibilità di fare della matematica un sistema formale in sé compiuto quale conseguenza dei teoremi di incompletezza conduca lo stesso Gödel a concludere che noi non possiamo conseguire un credibile approccio con la realtà senza la presenza di Dio.

Il grande matematico, dopo aver tentato nel 1949 di prospettare una soluzione originale delle equazioni della teoria generale della relatività del suo amico Albert Einstein, proponendo una descrizione logica del cosmo, ritenne che pure così al “sistema” continuava a mancare qualcosa di essenziale: la ragione dell’esistenza del mondo secondo un ordine logico-matematico. E la soluzione di questo problema poteva venire soltanto da una dimostrazione razionale dell’esistenza di Dio, ossia dalla necessità logica della presenza di un ente che assommi in sé tutte le qualità positive. È dunque da presupposti sia logici sia esistenziali che è scaturita nella mente di Gödel l’esigenza di concepire una nuova prova ontologica modale. Formulò così un teorema logico costituito da ventotto passaggi e strutturato con formule ben formate di logica simbolica, la cui conclusione equivale alla seguente perentoria affermazione: «Dio esiste necessariamente, come volevasi dimostrare». Ovviamente nessun cristiano crede in Dio grazie ad una qualche dimostrazione scientifica. Riteniamo comunque interessante che un celebre matematico come Godel abbia voluto interessarsi a tal punto di Dio da tentare una dimostrazione logica della Sua esistenza.

Un ottimo testo per approfondire l’argomento è Prove logiche dell’esistenza di Dio da Anselmo d’Aosta a Kurt Gödel (Marietti 2005).

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