Il presidente peruviano proclama il “Cristo nero” patrono della nazione

Il presidente peruviano, Alan Garcia, ha firmato una legge che dichiara l’immagine del “Cristo nero” come «un simbolo di religiosità e di sentimento popolare». Il tutto si è svolto in una cerimonia con migliaia di persone assiepate nella Plaza Mayor di Lima. L’immagine del “Signore dei Miracoli” (o “Cristo nero”) risale al 1661, quando uno schiavo di origine africana dipinse l’immagine di un Cristo di colore sulle pareti di un’umile casa del quartiere di Pachacamilla (allora periferia di Lima). L’immagine, rimasta intatta dopo il terribile terremoto del 20 ottobre 1687 che sbriciolò la capitale peruviana, è stata sempre oggetto di molta devozione e attraversa tradizionalmente nel mese di ottobre le strade della capitale, seguita da una affollatissima processione cattolica (in Perù il 90% della popolazione si dichiara “cattolica”). La notizia è apparsa su YahooNoticias.

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La regione Umbria destina 100mila euro agli oratori

Gli oratori umbri avranno a disposizione 100 mila euro per l’anno 2010, da destinare a progetti di valorizzazione della funzione sociale, educativa e formativa svolta dalle parrocchie e dagli istituti religiosi cattolici e al finanziamento di iniziative rivolte agli adolescenti e ai giovani. Tutto ciò grazie ad una convenzione firmata in questi giorni a Perugia tra la Regione Umbria, la Conferenza episcopale umbra e l’Anci Umbria. All’incontro -riporta AgiNews– sono intervenuti la presidente della Regione, Catiuscia Marini (Partito Democratico), il presidente della Conferenza episcopale umbra, monsignor Vincenzo Paglia, la vicepresidente della Giunta regionale dell’Umbria e assessore al welfare e all’istruzione, Carla Casciari, il direttore presso l’Ufficio per la Pastorale giovanile dell’Arcidiocesi di Perugia e la coordinatrice Anci Umbria per le politiche sociali, Luciana Bianco. La Regione Umbria si impegna ad erogare e trasferire alla Conferenza episcopale umbra 100 mila euro da destinare al raggiungimento delle finalità educative e formative di parrocchie, istituti religiosi cattolici e oratori. «Il documento che sottoscriviamo oggi – ha detto la Marini – assume un significato importante che va oltre la destinazione di risorse economiche, che in fase di assestamento del bilancio potrebbero anche essere integrate. La particolarità della convenzione sta nel fatto che il 50% di queste risorse andranno direttamente agli oratori, mentre la parte rimanente, ed è qui la novità, andrà a finanziare progetti individuati dalle Diocesi con il parere favorevole della zona sociale interessata territorialmente». Nei 110 oratori umbri, grazie a 5 mila educatori e animatori, nell’ultimo anno sono stati accolti circa 30 mila ragazzi, tra bambini e adolescenti. «Un aiuto importante per le famiglie – ha detto monsignor Paglia – che sempre più spesso vivono momenti di difficoltà. Ma gli oratori rappresentano anche i luoghi di svago e di amicizia rispondendo alla grande domanda di attenzione che i nostri ragazzi urlano».

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Regno Unito: le T-Shirt del Papa fanno il boom. Aperto outlet in America

Affari d’oro in Scozia dopo la recente visita di papa Benedetto XVI. Il pontefice che la vulgata definisce con “meno appeal” degli ultimi decenni, il freddo censore della dottrina cattolica, vende e fa vendere. Tanto che la società scozzese di abbigliamento «Catholics with Attitude» ha deciso di aprire un secondo outlet in Pittsburgh, Pennsylvania, per rifornire anche il mercato americano. Infatti, dopo la visita del Papa nel Regno Unito del settembre scorso, le vendite dei propri prodotti sono raddoppiate. La società -riporta ItaliaOggi– fa T-Shirts e felpe con cappuccio, e in occasione dell’arrivo del Papa si è inventata scritte un pò particolari, come: «Squadra Benedetto», «Vaticano All Stars», «Amo papa Benny», «Cor Ad Cor Loquitur» (motto della visita papale) ecc.. Ed è stato un «boom», che ancora oggi continua. Così la decisione di buttarsi anche sul mercato americano. Le vendite da gennaio a settembre di quest’anno sono raddoppiate, rispetto allo stesso periodo del 2009, ha detto il portavoce della compagnia: «Abbiamo già superato le cifre economiche dell’anno precedente di un bel po’. Le vendite sono andate al di là di ogni nostra aspettativa. Abbiamo davvero superato ogni più rosea previsione».

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Fecondazione artificiale: il doppio delle possibilità di malformazioni genetiche

Recentemente è stato assegnato il Premio Nobel per la Medicina a Roberts Edwards, “padre” della fecondazione in vitro. Nessuno però, a parte esponenti cattolici, ha ricordato i risultati, emersi verso la fine del mese di giugno 2010 sulle principali riviste mediche, del più grande studio mai realizzato fino ad oggi sulle conseguenze genetiche derivanti dalle tecniche di riproduzione assistita (FIVET). Ebbene, si è dimostrato che i bambini concepiti in tal modo hanno il doppio delle probabilità di soffrire di difetti genetici rispetto ai bambini concepiti naturalmente. E’ possibile approfondire i termini della ricerca su ScienceDaily o su The Medical News. Lo studio ha coinvolto 33 centri per la fecondazione in vitro in Francia e oltre 15.000 nascite dal 2003 al 2007. In questa sede riportiamo le parole del Dr. Géraldine Viot, genetista clinico del Maternité Port Royal hospital di Parigi: «Studi precedenti hanno sostenuto l’11% di possibilità di difetti alla nascita nei bambini nati con la FIVET. Ma oggi l’immagine reale è molto più grave. Un tasso di malformazione di questa portata è un problema di salute pubblica. E’ importante che tutti i medici, ma anche i politici, siano informati di questo».

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Cile: i minatori e governo uniti in una celebrazione di ringraziamento a Dio

Un solenne Te deum di ringraziamento si svolgerà lunedì prossimo nel Tempio nazionale votivo della Madonna del Carmine per celebrare il successo delle operazioni che hanno consentito di riportare in vita sani e salvi i 33 minatori cileni intrappolati 69 giorni in una miniera della regione di Atacama, nel nord del Paese. Alla celebrazione eucaristica -informa Radio Vaticana– saranno presenti i minatori con le loro famiglie, e le più importanti autorità del Paese, guidate dal Presidente della Repubblica, Sebastián Piñera. Il desiderio comune è quello «di ringraziare il Signore non solo per vite restituite ai parenti e a tutta la nazione, ma anche per lo sforzo e la generosità con le quali si sono prodigati i soccorritori». Nel corso della Messa, sarà presentata una preghiera speciale per i 33 minatori e per tutte le persone che lavorano nell’ambito minerario in Cile.

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Tea Party: la nuova destra americana che crede in Dio ed è “pro life”.

Non abbiamo ancora avuto modo di parlare del Tea Party, il nuovo movimento politico conservatore americano, emerso nel 2009 (e arrivato anche in Italia, vedi Sky.it e Il Sole 24 ore). Più passa il tempo e più sembra aumentare di importanza e pare stia coinvolgendo milioni di americani. In molti sono pronti a scommettere che nelle prossime elezioni saranno loro a togliere Camera e Senato ai Democratici di Washington e lasciare Barack Obama a battersi nei prossimi anni con un Congresso controllato dai repubblicani. Il giovanissimo popolo che affolla il Tea Party è in grandissima parte conservatore e credente (quindi, in America, cristiano). Non a caso La Stampa offre un’analisi del partito politico titolando: «L’America profonda che crede in Dio ma non in Obama». Anche per Repubblica il Tea Party è essenzialmente un movimento religioso. Mentre in un altro articolo de Il Sole 24 ore si parla dei congressi e dei momenti di festa organizzati dal nuovo partito di destra, in cui trovano posto canzoni e preghiere. Sono in molti a sottolinerare che questo movimento spontaneo è radicalmente pro-life. Resta da appurare se sia il tentativo americano di ritabilizzarsi sulle sue radici cristiane oppure se si tratti di fondamentalismo.

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Crescono notevolmente i cattolici nella Penisola Arabica

I cristiani del Golfo Persico sono in tanti e crescono senza sosta. Ne dà notizia Avvenire. Nel Vicariato d’Arabia, che con i suoi tre milioni di chilometri quadrati è il più esteso al mondo – oltre agli Emirati Arabi comprende il Qatar, il Bahrain, l’Arabia Saudita, l’Oman e lo Yemen, mentre il Kuwait è un Vicariato a sé – i battezzati sono milioni. Secondo stime ricavate dal Rapporto 2009 del Dipartimento di Stato americano sulla libertà religiosa, integrato da fonti “dirette”, in tutta la Penisola arabica, i cattolici sono circa tre milioni e i cristiani rappresentano, nei diversi Paesi, tra il 7 e il 10% della popolazione (altri dati parlano di oltre il 30%). Fanno parte di quegli immigrati che, dopo il boom petrolifero, hanno cominciato a riversarsi nella regione. E non hanno mai smesso, visto che il Golfo continua ad importare dall’estero sia le «braccia», sia i «cervelli» indispensabili alla sua crescita continua: in certe zone degli Emirati i migranti sono l’80% della popolazione. La loro presenza, sebbene discreta, è viva ed entusiasta. Si dice che la parrocchia di Dubai, con i suoi 200 mila fedeli, sia tra le più grandi del mondo. I ragazzi che da tutta la città convergono ogni settimana nel complesso delle strutture parrocchiali di Saint Mary per la catechesi sono oltre 4000. Nella Cattedrale di Abu Dhabi, invece, al venerdì si celebrano dieci Messe: si comincia alle 6 e mezza di mattina mentre l’ultima celebrazione, quella in arabo, è alle 20,15. In mezzo, Messe in inglese, tagalog, konkani, urdu, seguite spesso da incontri di preghiera e momenti conviviali. Padre Muthu, parroco della Cattedrale, calcola che la media delle ostie da preparare per le celebrazioni e di 30mila alla settimana. Tutto questo nonostante la ristretta libertà di cui godono in tema di pratica religiosa. Non sono ammesse infatti processioni, né simboli religiosi evidenti, né crocifissi in cima alle chiese. Eppure, proprio in terra d’Arabia, dove le campane non suonano mai, lo Spirito soffia.

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Cuba: altri tre prigionieri politici liberati grazie alla Chiesa

In Luglio, il governo cubano ha emesso un comunicato attraverso il quale accettava la scarcerazione di tutti i 52 dissidenti – in maggioranza intellettuali, giornalisti e artisti –, arrestati durante la “Primavera Negra” del 2003. A ottenere il “cambio di rotta” del regime è stata la Chiesa cubana che, da maggio, sta negoziando con il dittatore Raul Castro. Non a caso, la notizia della liberazione di massa è stata comunicata al cardinale Jaime Ortega proprio dal presidente, dopo un incontro a quattro, a cui hanno partecipato anche Moratinos e il cancelliere cubano Bruno Rodriguez Parrilla (vedi Avvenire). Fino ad ora sono stati 39 i prigionieri liberati. Si apprende in questi giorni, da Zenit.it, che l’Arcidiocesi dell’Avana ha confermato la prossima liberazione di altri tre prigionieri politici che però non farebbero parte dei 52 prigionieri politici del cosiddetto “Gruppo dei 75”, che il Governo del generale Castro si è impegnato a liberare. Ricordiamo che fino a 18 anni fa il regime comunista cubano adottava l’ateismo di Stato (ora rimasto soltanto in Cina e Corea del Nord).

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Si sbattezzano in 480. Esilarante flop dell’UAAR

L’associazione più divertente d’Italia, l’UAAR (ovvere Unione degli Atei e degli Agnostici e perfino -così dicono- dei Razionalisti), ci regala un altro momento di buon umore. Dopo la sua campagna contro il crocifisso nelle scuole, che ha portato a moltiplicare la presenza del simbolo cristiano nelle aule scolastiche e nei municipi (cfr. Ultimissima 21/6/10), tocca palare della sua iniziativa più importante (ovviamente dopo le idiozie scritte su uno o due autobus di Genova). Si tratta della “Giornata Nazionale dello sbattezzo”, che quest’anno ha raggiunto la terza edizione. Ma, dopo una estenuante campagna di informazione e militanza in tutta Italia, si è rivelata anch’essa un clamoroso flop.

Già a settembre qualche uaarino cominciava a parlarne insistentemente e per tutto ottobre sono stati organizzati dalle sedi dell’UAAR in Italia, dei banchetti informativi su questa portentosa “Terza giornata dello sbattezzo”. I capi chierichetti delle sezioni italiane (tutti con nostalgici capelli bianchi, vedere le foto per credere…) si sono impegnati a fare proselitismo  nelle maggiori città: Bergamo, Bologna, Genova, Pescara, Poggibonsi (SI), Reggio Emilia, Rimini, Torino, Verona ecc… I quotidiani e le riviste nazionali ne hanno parlato abbondantemente, come L’Arena, Ravenna24ore, Trentinoweb, Pisanotizie (e tanti altri quotidiani locali che è possibile visionare personalmente dopo una ricerca con Google), Il Secolo XIX, Il Velino, MicroMega, Repubblica, ecc.. aspettandosi un evento dell’altro mondo. La notizia è apparsa anche su tutti i siti delle sezioni uaarine italiane, su tantissimi siti internet di impostazione comunista (come Pclavoratori, Radioradicale ecc.) e omosessuale (vedi Gaynews). Perfino la pagina dedicata su Wikipedia ne ha parlato e ovviamente non si sono risparmiati gruppi e pagine (ufficiali e meno) di Facebook, vari social network e blog di utenti privati. L’UAAR ha inoltre acquistato banner pubblicitari che appaiono continuamente su Internet e a Roma si sono svolti vari incontri pubblici di avvicinamento e conoscenza a questa III° Giornata. Non solo, quest’anno a differenza degli altri anni, il capo tribù Raffaele Carcano, ha annunciato la terza giornata nazionale dello sbattezzo nientepopodimeno che nella Sala stampa della Camera dei Deputati. «Il tutto -si legge sul sito uaarino- è avvenuto per l’interessamento e con la partecipazione del deputato radicale Maurizio Turco». Insomma, una vera e propria costosissima militanza coi fiocchi.

Bene, peccato che siano stati solo 485, in tutta Italia, coloro che abbiano aderito (vi preghiamo, per rispetto al razionalismo italiano, di trattenere le risate!!!). L’UAAR sul suo sito si è subito affrettata a giustificarsi: «Abbiamo risentito del fatto che nessun organo di informazione ha dato notizia dell’evento, i circoli hanno concentrato i banchetti in un weekend caratterizzato da maltempo e assai prossimo al congresso dell’associazione, che si svolgerà domenica e lunedì prossimo a Varese». Quindi la colpa sarebbe della pioggerellina (in realtà se ne parla da settembre), da una vicinanza al congresso dell’associazione (ma non si capisce questo cosa c’entri..) e dai quotidiani italiani non interessati all’evento (ma come abbiamo visto, non è per nulla vero, e comunque bisognerebbe domandarsi il perché nessuno sia interessato…). Ricordiamo che Raffaele Carcano nel comunicato stampa (ripreso anche dall’ASCA), pubblicato prima di questo evento clamoroso, aveva scritto: «Durante la giornata nazionale dello sbattezzo si invitano i futuri sbattezzandi a scrivere tutti insieme, nello stesso giorno, la raccomandata con la richiesta alla parrocchia, perché il messaggio alla Chiesa e alle istituzioni sia piu’ forte». E in effetti è stato senz’altro un messaggio forte, fortissimo, anzi, quasi un boato. Si, di ilarità… D’altra parte la secolarizzazione colpisce tutte le religioni, ma proprio tutte!

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La star Susan Boyle: «i medici volevano che mia madre abortisse»

Se la mamma di Susan Boyle (attualmente la cantante con più successo a livello europeo), non avesse giudicato «impensabile» il mettere fine alla sua nona gravidanza, oggi non avremmo il piacere di ascoltare una delle voci più splendide del panorama musicale internazionale. Lo ha dichiarato la nuova star della musica pop internazionale -notizia ripresa da APCom.net, raccontando in una recente biografia che il personale medico aveva suggerito a sua madre di non farla nascere e di ricorrere all’aborto. Motivo: la gravidanza era a rischio. Ma Bridget Boyle, immigrata irlandese a Blackburn, paesino nel West Lothi, a quel tempo già mamma di 8 figli, rifiutò categoricamente tale possibilità «perché era una cattolica devota». E così diede alla luce Susan la quale, al momento del parto, soffrì di asfissia perinatale, malanno che causò alla bambina un leggero danno celebrale. Questa bambina -riporta Avvenire-, è diventata una delle più grandi cantanti di oggi: perfino l’attrice Demi Moore è una sua fan sfegatata ed è entrata nel Guinnes dei primati per la sua rapidissima celebrità (9 milioni di dischi venduti in sole 6 settimane). SuBo, come l’hanno ribattezza i media inglesi, ha rivelato tutto questo nella sua autobiografia The Woman I Was Born To Be, appena pubblicata in Inghilterra, pochi giorni dopo la performance dell’artista davanti a Benedetto XVI a Londra. Dopo la nascita i dottori dissero a sua madre: «Doveva darci ascolto. Adesso dovrà acccettare il fatto che Susan non diventerà mai niente di buono». Provate a chiedere quante Susan Boyle ha già soppresso Carlo Flamigni…

Proprio nei mesi scorsi un altro cantante molto noto e apprezzato, Andrea Bocelli, aveva raccontato che a sua madre i medici avevano suggerito di abortire perché il bambino che portava in grembo avrebbe subito delle menomazioni a causa di un attacco di appendicite da lei subito (cfr. Ultimissima 9/6/10). Sebbene completamente cieco (e quindi, per i laicisti, senza possibilità di raggiungere una vita dignitosa), Bocelli è diventata una star della canzone pop e della lirica.

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