Quando Kurt Godel dimostrò logicamente la necessaria esistenza di Dio

Una delle più grandi menti del XX secolo è sicuramente quella di Kurt Gödel (1906-1978). Ritenuto uno dei più grandi logici di tutti i tempi, a soli venticinque anni esponeva in un celebre articolo i presupposti dei suoi teoremi di incompletezza destinati a sconvolgere tutte le teorie logico-matematiche elaborate fino a quel momento. Su Avvenire, il filosofo italiano Roberto Timossi, ci informa di un fatto meno noto di Godel, e cioè della sua rielaborazione della prova ontologica di sant’Anselmo di Aosta, ossia di quella dimostrazione logica che ritiene di poter inferire l’esistenza di Dio a priori, partendo dal concetto che abbiamo di lui. Adele, sua moglie, scrisse infatti che Gödel, «sebbene non andasse in chiesa era religioso e leggeva la Bibbia a letto ogni domenica mattina». Egli racconta che su questo tema è ritornato di recente David P. Goldman, il quale rileva innanzitutto come la scoperta dell’impossibilità di fare della matematica un sistema formale in sé compiuto quale conseguenza dei teoremi di incompletezza conduca lo stesso Gödel a concludere che noi non possiamo conseguire un credibile approccio con la realtà senza la presenza di Dio.

Il grande matematico, dopo aver tentato nel 1949 di prospettare una soluzione originale delle equazioni della teoria generale della relatività del suo amico Albert Einstein, proponendo una descrizione logica del cosmo, ritenne che pure così al “sistema” continuava a mancare qualcosa di essenziale: la ragione dell’esistenza del mondo secondo un ordine logico-matematico. E la soluzione di questo problema poteva venire soltanto da una dimostrazione razionale dell’esistenza di Dio, ossia dalla necessità logica della presenza di un ente che assommi in sé tutte le qualità positive. È dunque da presupposti sia logici sia esistenziali che è scaturita nella mente di Gödel l’esigenza di concepire una nuova prova ontologica modale. Formulò così un teorema logico costituito da ventotto passaggi e strutturato con formule ben formate di logica simbolica, la cui conclusione equivale alla seguente perentoria affermazione: «Dio esiste necessariamente, come volevasi dimostrare». Ovviamente nessun cristiano crede in Dio grazie ad una qualche dimostrazione scientifica. Riteniamo comunque interessante che un celebre matematico come Godel abbia voluto interessarsi a tal punto di Dio da tentare una dimostrazione logica della Sua esistenza.

Un ottimo testo per approfondire l’argomento è Prove logiche dell’esistenza di Dio da Anselmo d’Aosta a Kurt Gödel (Marietti 2005).

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