Un cristiano del Pakistan: «perdono i kamikaze»

Attentato pakistanEnnesimo attentato in Pakistan contro le chiese cristiane, questa volta, domenica 22 settembre, è stata attaccata dai talebani la chiesa di Peshawar durante la Messa uccidendo 85 vite e ferendo 140 persone.

“Il Sussidiario” ha intervistato Z.Y., cristiano pakistano di 21 anni, che era uscito da Messa pochi istanti prima che due kamikaze si facessero esplodere in chiesa.

«Mi trovavo all’esterno», ha raccontato, «ho visto le due esplosioni provocate da altrettanti kamikaze. Ho visto bene in viso i due terroristi, erano due uomini giovani. Quando i due ordigni sono deflagrati mi sono trovato circondato da persone agonizzanti che gridavano chiedendo aiuto, riverse a terra davanti a me, e nei muri della chiesa c’erano dei grossi buchi da cui si vedeva l’interno della navata».

«Non c’è nessuna legge che protegge i cristiani», ha spiegato Z.Y., tuttavia «non ho paura di andare a Messa e non l’avrò mai in futuro. Quando un terrorista ti lancia una bomba addosso ti uccide, ma quando hai paura è come se fossi tu a ucciderti da solo. Per questo motivo noi cristiani pakistani non possiamo permetterci di avere paura. Non temo per me stesso, ma ho paura per i miei familiari e per la comunità cristiana della mia città, e soffro molto per il fatto di non potere vivere liberamente la mia religione. Nella fede trovo però la forza per affrontare tutto ciò».

Nell’attentato ha perso 13 parenti tra zii e cugini, anche bambini, e numerosi amici. «Ciò di cui abbiamo bisogno è di maggiore sicurezza e di medicine per le persone ferite. I Paesi occidentali hanno risorse che spesso vanno sprecate e che potrebbero essere utilizzate per aiutarci. Qui in Pakistan c’è bisogno del vostro sostegno».

Nonostante tutto, ha concluso, non ha esitato a perdonare i due kamikaze «perché Gesù Cristo ci ha insegnato a perdonarli in quanto non sanno quello che fanno».

 

Qui sotto l’attacco di islamici ad una Chiesa in Siria

La redazione

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

15 commenti a Un cristiano del Pakistan: «perdono i kamikaze»

« nascondi i commenti

  1. Sacha Alessandro ha detto

    Un coraggio da monumento.

  2. Tizio ha detto

    Che nome è Z.Y??

  3. francesco ha detto

    La cosa che tutte le volte mi crea disagio è vedere come i cristiani di questi paesi sono disposti a morire pur di andare a Messa mentre i cristiani d’occidente spesso la domenica mattina preferiscono dormire o andare al centro commerciale di turno, è una cosa che non concepisco.

  4. Livio ha detto

    grande animo in questi fratelli di Fede, ma basta con i martiri! Non è possibile lasciare impuniti vigliacchi assassini con la complicitá dei governi.

    • Roberto Dara ha detto in risposta a Livio

      Beh, se gli assassini erano kamikaze penso che si sono già puniti da soli.

      • Livio ha detto in risposta a Roberto Dara

        questi disgraziati che si fanno saltare in aria sono le prime vittime del lavaggio del cervello fatto dai loro capi barboni, a suon di promesse di gloria e di vergini disponibili. molto piu furbi e razionali i loro “superiori”, che di certo non hanno alcuna intenzione di saltare in aria per la causa.

    • EquesFidus ha detto in risposta a Livio

      Tutti noi dobbiamo essere martiri, cioè testimoni, del Cristo. Questi fratelli, che ci ricordano quanto sia obsoleto e borghese l’atteggiamento del fedele “medio”, secolarizzato ed ignorante delle cose religiose, hanno patito il martirio rosso per la loro salvezza; ma anche noi siamo tenuti a quello bianco, fino agli insulti ed alla derisione (tanto tra un po’ inizieranno anche in Occidenti le cacce ai cristiani, basti vedere Inghilterra o Francia).

      • Roberto Dara ha detto in risposta a EquesFidus

        Ci sono cacce ai cristiani in Inghilterra o in Francia? Dove?

        • EquesFidus ha detto in risposta a Roberto Dara

          Vai a dare un’occhiata all’Osservatorio sulla Cristianfobia, vai a vedere le cappelle incendiate da squadristi in Spagna, o i licenziamenti iniqui e le persecuzioni nel Regno Unito in virtù della legge contro l'”omofobia” (perfetto grimaldello per tutto ciò), o in Francia dove non si possono più nemmeno fare pubbliche processioni né tantomeno portare simboli religiosi in luoghi pubblici. Ciò ti è sufficiente? Da queste forme di persecuzioni mascherate da liberismo alla caccia vera e propria il passo è preoccupantmente breve, ed oggigiorno in Europa è meglio dirsi seguaci di Maometto o satanisti invece che appartenenti alla sequela del Cristo; questa è la verità!

          • Roberto Dara ha detto in risposta a EquesFidus

            Sono casi molto limitati e tutti da verificare nel loro effettivo svolgimento. In Francia non è assolutamente vietato né fare processioni né portare simboli religiosi in luoghi pubblici, ma solo simboli religiosi particolari nelle scuole pubbliche. Non facciamo il solito vittimismo di maniera. I cristiani sono straperseguitati in ben altri posti.

            • EquesFidus ha detto in risposta a Roberto Dara

              Che coincidenza, sono sempre tutti casi da verificare, anche quando i socialisti zapaterini minacciano di bruciare (e bruciavano davvero fino ad un paio di anni fa, poi per fortuna c’è stato un cambio ai vertici del governo spagnolo) gli edifici di culto! E non ha alcuna importanza se l’Osservatorio quantifica una crescente cristianofobia in Occidente, se la libertà di poter manifestare la propria religione è sempre più messa in dubbio, se oggi essere cristiani espone al ludibrio ed alla diffamazione: macchè, finchè non veniamo uccisi ed i nostri beni espropriati è tutto giusto, tutto lecito, anzi magari ce lo meritiamo pure perché siamo “nemici del popolo” come nell’Unione Sovietica.

            • EquesFidus ha detto in risposta a Roberto Dara

              Hai ragione, ho verificato, è permesso fare le processioni: in compenso, chi dice la sua sulla base delle proprie convinzioni etiche e morali (derivati magari dalla propria fede, perché no) sul “matrimonio” gay è messo in galera, tanto che non è più neppure possibile portare una maglietta con una famiglia normale (un padre, una madre e due figli), il Primo ministro (e gran massone?) Hollande si rifiuta di fare un discorso dinanzi ad un dipinto a tema religioso (ma poi promulga un francobollo con la faccia della capobanda delle Femen) ed il suo ministro Pellion fa di tutto per estirpare il cattolicesimo dalla scuola pubblica, e neppure nascostamente. Sono questi uomini e donne o serpenti? Ai posteri l’ardua sentenza.

« nascondi i commenti