Studio inglese: il comportamento transessuale spiegato con l’autismo?

Circa sei mesi fa, il 5 maggio 2011, i siti di divulgazione scientifica annunciavano la pubblicazione di uno studio finanziato dal Medical Research Council (MRC) e pubblicato sul “Journal of Autism and Developmental Disorders”.

Esso ha importanti implicazioni per capire meglio il cosiddetto “Gender Identity Disorder” (GID), ovvero la patologia di cui soffrono, secondo il “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders” e “l’International Classification of Diseases”, le persone transessuali. Esso, come stabilisce questo lavoro del professor Simon Baron-Cohen, direttore dell’Autism Research Centre presso l’Università di Cambridge, deriverebbe da forme di autismo, presenti fin dalla giovinezza.

La transessualità, seppur considerata un disturbo psichiatrico, è l’unica a non essere trattata come tale poiché i tentativi che si fecero negli anni ’60 (con metodi risalenti ad anni ancora precedenti), non funzionarono. I ricercatori hanno stabilito che sopratutto i “Transmen” (femmine che pensano di essere maschi) mostrano un incremento di 11 volte di tratti autistici rispetto ai maschi tipici. «Noi ipotizziamo», scrivono i ricercatori, «che questo aumento del numero di tratti autistici abbia impedito di essere assimilati in un gruppo di coetanee femmine, facendo gravitare la persona verso i maschi. Questo può anche avere portato a difficoltà di socializzazione in un gruppo di femmine di pari età e una sensazione di maggiore appartenenza da un gruppo maschile, aumentando così la probabilità di Disturbo dell’identità di genere (GID)».

«All’interno del gruppo di 198 transwomen», invece, «ci sono stati 6 individui (cioè il 3%) con una diagnosi di autismo. Questo tasso è circa 3 volte di più che nella popolazione generale». Ma lo studio è concentrato sui “Transmen” e «in conclusione, questa ricerca fornisce la prova che i transmen hanno un elevato numero di tratti autistici», concludono gli scienziati, così che queste persone «credono di avere la mente di un ragazzo nel corpo di una ragazza».

La redazione

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25 commenti a Studio inglese: il comportamento transessuale spiegato con l’autismo?

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  1. Alessandro M. ha detto

    Non sapevo che la scienza ritenesse la transessualità un disturbo mentale. Wikipedia fornisce informazioni in più: http://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_dell%27identit%C3%A0_di_genere

    • Laura ha detto in risposta a Alessandro M.

      Anch’io cado dal pero, come si suol dire. Anch’io ho approfondito su wikipedia ed effettivamente: “Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (Manuale di Classificazione dei Disturbi Mentali, redatto dall’Associazione Americana degli Psichiatri) e l’International Classification of Diseases (a cura dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, X edizione[1]), la persona transessuale soffre del disturbo dell’identità di genere (DIG).
      http://it.wikipedia.org/wiki/Transessualit%C3%A0

      E il disturbo dell’identità di genere (DIG) è: “un disturbo mentale in cui una persona ha una forte e persistente identificazione nel sesso opposto a quello biologico cioè quello assegnato anagraficamente alla nascita”.
      http://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_dell%27identit%C3%A0_di_genere

      • Falena-Verde ha detto in risposta a Laura

        Sì però mi piacerebbe sapere chi ha scritto ‘sta roba:
        “L’eziologia del transessualismo è ufficialmente ignota e l’inquadramento psichiatrico sembra più uno stratagemma per far sì che le persone transessuali possano accedere alle mutue, ai Sistemi Sanitari Nazionali dei loro paesi, in attesa che ne venga chiarita la vera eziogenesi.”
        Queste cose non sono da enciclopedia…

  2. Paolo Viti ha detto

    Beh l’OMS la considera una malattia, però sicuramente avverrà quello che è successo con l’omosessualità, ovvero che per opporsi alle discriminazioni verrà cancellata. Ma è un atto politico e non scientifico, infatti sono le lobby che fanno pressione, aiutate dai media.

    Resta il fatto che bisogna opporsi completamente ad ogni forma di discriminazione dell’essere umano.

  3. Chiamata ha detto

    La scienza che ritiene la transessualità un disturbo mentale? Con tutto il “politicamente corretto” che c’è oggi? WOW!

  4. Giorgio P. ha detto

    In effetti, avevo il vago sospetto che la voglia di tagliarsi il pene effettivamente non fosse un sintomo di salute mentale.
    Ora ne ho avuto una conferma.

    • Jack ha detto in risposta a Giorgio P.

      Bastava comunque Luxuria…non è che la scienza debba sempre confermare che la cacca puzza o che le bottiglie sono trasparenti.

  5. Pino ha detto

    prima della legge Basaglia i manicomi erano pieni di queste persone che venivano curate come affette da malattia mentale. Poi, invece di curare i loro problemi mentali, si è passati a cercare di modificare il loro aspetto fisico mediante dosi massicce di farmaci. Un uomo che pensa di essere donna lo facciamo diventare tale con dosi di ormoni e farmaci vari. Però il disturbo psichico di fondo resta ma non viene più curato.

    • Raffa ha detto in risposta a Pino

      Però è gente sofferente in tutti i casi, dunque girare il coltello nella piaga a me non piace mai. Mi piace la verità e non il politicamente corretto e mi piace se queste persone si facciano aiutare e non tanto che vengano assecondante illudendosi di renderle felici. Poi per i loro disturbi magari finiscono a battere per le strade. Io credo nella dignità di queste persone.

      • Pino ha detto in risposta a Raffa

        concordo ma i problemi di queste persone vengono sfruttati per propagandare l’ideologia di genere

  6. Luke ha detto

    Intanto queste stesse associazioni Gay, Lesbiche e Transgender hanno colto l’occasione del monologo di Fiorello per celebrare il preservativo ed attaccare ancora una volta la Chiesa .
    Non vorrei sviare dall’argomentazione della pagina qui presente, ma mi preme portare qui, in mezzo a tanta gente che conosce bene la realtà della questione-preservativo, le critiche e le frasi che stanno volando negli ultimi giorni: personalmente mi dispiace e non mi va giù che in prima serata, dinanzi a tante famiglie, sia stato fatto quell’inno al profilattico decantandolo quale rimedio all’Aids, facendone scandire e gridare ad alta voce ad una platea intera il suo nome e soprattutto rivolgendosi a tanti giovani incitandoli ad un suo uso sfrenato e libertino .
    Il profilo twitter di Fiorello sta diventando un ricettacolo di anticlericalismo e attacchi alla Chiesa, e questo sinceramente mi ha un pò spoetizzato, considerato che di Fiorello ho sempre apprezzato una certa moderata imparzialità, oltreché le sue grandi doti canore ed una spiccata simpatia .
    http://twitter.com/#!/search?q=%23salvalavitapischelli

    • Luke ha detto in risposta a Luke

      Se qualcuno di noi volesse lì intervenire mettendo chiarezza a riguardo … .

    • Rebecca ha detto in risposta a Luke

      Luke, ma chi se ne importa dico io…?? Abbiamo davvero bisogno del consenso? Credo che l’indifferenza della Chiesa alle critiche la dice lunga, non ha certo bisogno di adattarsi ai tempi delle mode (anche perché poi si scopre che ha ragione). E’ gente impaurita dalla vita che si rifugia sul web per qualche momento di sfogo e non ha certo voglia di capire come stanno le cose. La Chiesa continuerà a dire la sua giustamente, indipendentemente dalla pressione mediatica, non dando peso a queste forme di espressione. In fondo sappiamo che 7 bambini impauriti e agitati fanno molta confusione di 20 adulti, seri e maturi.

      • Luke ha detto in risposta a Rebecca

        Certo, non che debba più di tanto interessarci un manipolo di personcine che si sfogano sul web, è però indubbio che ci è invece d’obbligo mostrare disappunto nei riguardi di eccessi, messaggi sbagliati e talvolta accuse lesive lanciate da personaggi pubblici e non .
        Mostrando perenne indifferenza e lasciando dire e fare tutto a persone dalla risonanza mediatica notevole o bassa che sia, si rischia di lasciare campo libero ad una certa cultura che, sovrastando la scena, finisce per ingolfare il campo di menzogne e sopprimere così la nostra voce, il nostro bagaglio di verità … un bisogno, quello di parlare e reagire a queste cose, non dunque gratuito o inutile, ma dettato ed indicatoci proprio da diversi organi di stampa cattolici che avranno ritenuto sufficientemente valide le motivazioni per intervenire a riguardo:

        http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-fiorin-fiorelloil-profilattico–bello-3832.htm
        http://www.avvenire.it/Lettere/Pagine/Fiorellobravomasinformi.aspx

      • StefanoPediatra ha detto in risposta a Rebecca

        Beh, visto che Fiorello e la RAI sono anche pagati da me a dire la verità a me fa un po’ arrabbiare quello che ha detto e fatto dire e cantare a Benigni e ai vari ospiti.

        Non che sia l’unica trasmissione che mi ha fatto arrabbiare negli ultimi 15 anni… 🙂

        Ma indipendentemente dai contenuti, condivisibili o meno del “pistolotto” di Fiorello sul preservativo (attenti a non sottovalutare il potere sulle menti dei giovani di questi pseudopredicatori mediatici) devo dire che dopo aver visto (per la prima e ultima volta) l’ultima puntata dello spettacolo di Fiorello ho provato più che altro una grande tristezza per le volgarità da scuola elementare della canzone di Benigni e per la stupidità del suo “sermone” antiberlusconiano (indipendentemente dalle simpatie di ciascuno mi spiegate che bisogno c’era di insistere sui soliti luoghi comuni? non riusciva a ridere veramente nemmeno Fiorello!) ma anche tanta tristezza a vedere adulti comportarsi, sul palco e in prima serata di fronte a milioni di Italiani, come bambini dell’asilo (Jovanotti-Fiorello, Jovanotti-Bolle, Jovanotti vampiro…).

        Ma pensano che siamo tutti deficienti? Beh, magari qualcuno…

      • Pino ha detto in risposta a Rebecca

        @ Rebecca
        non sono d’accordo, non si può sempre far finta di nulla, considerato anche il fatto che Fiorello non faceva la trasmissione da una TV privata ma dalla RAI, quindi pagata anche dal sottoscritto con il canone. Quindi un personaggio che fa grandi ascolti non può permettersi di fare il piazzista di preservativi in prima serata a RAI1. Io non lo guardo come non ho mai guardato Santoro e le trasmissioni di maggior successo di audience. Se tutti facessero come me avrebbero già chiuso ma poichè ci sono milioni di persone che guardano queste trasmissioni il conduttore non può permettersi atteggiamenti di questo tipo.

  7. Enrico da Bergamo ha detto

    Non credo però che basti ciò a spiegare la transessualità la quale è più diffusa in paesi come quelli sud americani dove generalmente si hanno figure paterne assenti.

  8. Lili ha detto

    La stessa psichiatria che ritiene il cristianesimo una malattia mentale dovuta alla mancanza di una figura paterna?
    Ma l’avete mai letto Freud?

    • Matteo ha detto in risposta a Lili

      Certamente. Secondo Freud, si diventa adulti quando si “uccide” il proprio padre, e per questo l’ateismo sarebbe la condizione esistenziale dell’umanità finalmente divenuta adulta. Io mi limito ad osservare che, quando si uccide il proprio padre, più che adulti si diventa orfani.

    • Carlo ha detto in risposta a Lili

      Che bello che gli atei dimostrino di non avere alcun rispetto del prossimo…evidentemente il cristianesimo è ancora più eccezionale di quanto pensassi. Oltre a parlare di nazi-cattolici e cristiani come malati di mente non riescono a imbandire un minimo di discorso. Continuate così che tutti arriveremo a pensarla come gli americani, ovvero a paragonare la violenza degli atei a quella degli stupratori (lo ha dimostrato una ricerca recente)…e poi si stupiscono…

    • Karma ha detto in risposta a Lili

      Bentornato/a Lili…dopo averci chiamati nazisti (vedi qui: http://www.uccronline.it/2011/12/06/gli-atei-integralisti-delluaar-compiono-25-anni-i-cattolici-festeggiano/#comment-36483) ora pure malati di mente.

      Chissà quante altre belle cose che vi insegna la vostra religione atea, eh?

    • Falena-Verde ha detto in risposta a Lili

      Ciao. Tu l’hai letto? Secondo Freud, voi donne vi considerate dei “maschi mancati” e avete una sorta di complesso di inferiorità.
      Hai sempre voluto essere maschio e ora che sai che non lo sei ti senti inferiore. Anzi, ti rendi conto di essere inferiore.
      Grande Freud, nevvero?

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