Il filosofo della scienza Evandro Agazzi: «errato escludere a priori l’idea di finalità»

Su “Avvenire” sono recentemente apparsi alcuni stralci del contributo di Evandro Agazzi, prestigioso filosofo della scienza e già docente all’Università di Genova ad un recente convegno promosso dall’Associazione medici cattolici della diocesi ambrosiana. L’intervento è inserito, assieme a quelli di altri relatori (card. Gianfranco Ravasi, il biologo Giorgio Manzi ecc.), nel volume L’evoluzione biologica. Dialogo tra scienza, filosofia e teologia (San Paolo 2011).

Agazzi  è intervenuto dicendo che «la contrapposizione di scienza e religione è un fenomeno recente (se misurato con il metro della storia). Esso è l’arma di cui si serve oggi di preferenza una posizione ideologica che, questa sì, esiste in certo senso da sempre dentro tutte le culture, ossia la concezione antireligiosa del mondo e della vita. Si tratta in sostanza di una fede atea che cerca di convincere la gente che la scienza contraddice la religione e che questa cerca di contrastare il progresso scientifico». Secondo il filosofo della scienza fu il positivismo ottocentesco«movimento di scarso spessore filosofico»– a preparare il terreno. Esso «si presentò come paladino della scienza contro le remore oscurantiste delle religioni e delle filosofie “metafisiche”». Ma in realtà -continua Agazzi- il positivismo era “il parassita” della scienza.

Oggi non è molto diverso: «I sostenitori dell’incompatibilità fra scienza e religione si riducono a far leva su due esempi storici, il processo di Galileo e l’evoluzionismo. Nel primo si assistette per davvero ad un intervento censorio dell’autorità ecclesiastica nei confronti di una teoria scientifica. Si trattò comunque di un episodio isolato. Nel caso dell’evoluzionismo non ci fu mai una contrapposizione intrinseca con la religione, poiché sin dagli inizi ci furono fautori e oppositori delle teorie dell’evoluzione tanto religiosi quanto atei. Invece parecchi intellettuali antireligiosi, diedero un’interpretazione in senso ateomaterialista che pretesero di far passare per una conseguenza logica delle conoscenze scientifiche, anche se in realtà non lo è».

Il filosofo affronta poi proprio l’ingarbugliata questione dell’evoluzione: «Proprio il fatto che spesso la teoria darwiniana dell’evoluzione viene presentata come confutazione scientifica della religione, in quanto ha confutato il “creazionismo”, ha prodotto una reazione di segno opposto (non meno scorretta). Infatti alcuni gruppi di credenti, impegnati a  difendere la tesi della creazione divina del mondo, ritennero di doverlo fare attaccando l’evoluzionismo». E negli Stati Uniti è emersa una vera propria guerra tra avvocati. Il problema del “creazionismo scientifico” è quello di «estrapolare in campo scientifico un concetto teologico, facendogli svolgere un ruolo non corrispondente alle sue caratteristiche definitorie e quindi, alla fine, scientificamente improprio (in sostanza perché introduceva cause soprannaturali nel discorso scientifico)». La critica passa poi verso il Disegno Intelligente: «Proprio di fronte alle inadeguatezze emerse nell’esecuzione del loro progetto, i difensori del creazionismo scientifico vollero mitigarne il riferimento esplicitamente religioso e lo vennero sostituendo con la dottrina del “disegno intelligente”. Questa conserva le caratteristiche di una concezione metafisica, e in essa è altresì chiara l’intenzione di giustificare il riferimento a Dio come autore di tale “disegno”, pur senza alcun riferimento esplicito a una concreta religione. Essa è stata altresì formulata utilizzando un corredo non banale di concettualizzazioni, argomentazioni teoriche e riferimenti empirici conformi allo stile della ricerca scientifica che si compie in biologia; tuttavia non ha incontrato sinora il credito della maggior parte della comunità scientifica dei biologi».

Evandro Agazzi però non intende «esprimere un giudizio sulla validità scientifica di questa dottrina». Certo, non ha credenziali scientifiche serie ma questo non intacca «la legittimità di parlare di un disegno intelligente a livello di interpretazione filosofica del mondo naturale e neppure la legittimità di operare un “conferimento di senso” di natura religiosa a questo disegno». Bisognerebbe, secondo il filosofo, capire se il rigetto della dottrina del “disegno intelligente” sia fondato su una critica tecnica o parta da un «rifiuto aprioristico della categoria di finalità che fa catalogare automaticamente come “scientificamente errato” o semplicemente “non scientifico” ogni discorso in cui traspaia la categoria di finalità». Sarebbe più ragionevole, conclude Agazzi, «l’accettazione del concetto di disegno intelligente utilizzato sul terreno filosofico e teologico, senza lasciarlo debordare sul terreno scientifico. Il che, d’altro canto, non esclude che anche in campo scientifico si possa tentare di darne una precisazione accurata e scevra da riferimenti espliciti ad interpretazioni filosofiche o ad immagini antropomorfiche, come è stato fatto nella scienza per tanti concetti, e potrebbero derivarne allargamenti fecondi di prospettive teoriche e linee di ricerca fuori da ogni ibrida mescolanza di scienza, filosofia e fede, le quali possono reciprocamente arricchirsi nella misura in cui siano chiare le loro specifiche differenze non meno che i possibili punti d’incontro».

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82 commenti a Il filosofo della scienza Evandro Agazzi: «errato escludere a priori l’idea di finalità»

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  1. Karma ha detto

    Molto interessante…, sopratutto detto da Agazzi che non è certo un pierpippo odifreddi qualsiasi 🙂

  2. Nofex ha detto

    Il positivismo è il parassita della scienza…spero che chi abbia orecchie per intendere intenda..

  3. Fabio Moraldi ha detto

    Discorso molto intrigante…mi è piaciuto moltissimo. Si potrebbe sintetizzare dicendo che non c’è bisogno di aderire ad un Disegno Intelligente ma semplicemente al disegno intelligente.

  4. Hugo ha detto

    caspita è proprio la posizione cattolica questa! non conoscevo questo filosofo…grandissimo!

  5. Jack ha detto

    Sono veramente contento che la Chiesa si sganci dai fondamentalisti americani che stanno veramente rovinando il cristianesimo. Guardate questo qui: http://www.corriere.it/esteri/11_novembre_03/burchia-predicatore-si-dimette_be9e40d2-05ed-11e1-a74a-dac8530a33df.shtml

    Un altro che pensa che la Bibbia debba avere codici matematici sulla fine del mondo! Ecco cosa succede a chi esce dalla Chiesa!

    • gabriele ha detto in risposta a Jack

      i protestanti le combinano di tutte i colori
      però è ovvio, non hanno dogmi
      dai, che alla fine speriamo tornino cattolici

  6. Giulia ha detto

    Che la scienza contraddica la religione non è invenzione di nessuno ma un semplice dato di fatto, anche le statistiche pubblicate su questo stesso sito dimostrano come gli scienziati di un certo rilievo tendano molto più all’agnosticismo o all’ateismo che il resto della popolazione.

    • Vauro ha detto in risposta a Giulia

      Ricordo a Giulia che:

      1) Il 22% degli scienziati agnostici o atei si dichiara “spirituale”, ovvero si vuole distinguere nettamente dagli scienziati atei: http://www.uccronline.it/2011/06/15/ricerca-usa-il-22-degli-scienziati-atei-si-definisce-spirituale/

      2) Il 70% degli studenti universitari americani vede la relazione tra religione e scienza come indipendente o collaborativo, solo il 15% parla di “contraddizione”: http://www.uccronline.it/2011/06/02/usa-la-maggioranza-degli-studenti-non-vede-conflitti-tra-scienza-e-religione/

      3) Secondo uno studio della Rice Univerisity, pubblicato dalla prestigiosa Oxford University Press, il 50% degli scienziati si definisce “credente/religioso”: http://www.uccronline.it/2010/07/02/il-50-degli-scienziati-americani-e-religioso-dalloxford-university-press/

      4) Il 70% degli scienziati e ricercatori non vede conflitti tra scienza e fede, in aggiunta, un 15% ritiene che “non siano mai state in conflitto nella storia”: http://www.uccronline.it/2011/09/26/studio-usa-maggioranza-degli-scienziati-non-vede-conflitti-tra-scienza-e-religione/

      Ancora una volta i fatti contro le opinioni. Giulia, non demordere!

      • Franz ha detto in risposta a Vauro

        a-a-a-….giulietta beccata in castagna ancora una volta…..e io che pensavo che in tutto questo tempo fossi andata a documentarti…..prova a prenderti un altro mese sabbatico….però cerca di studiare questa volta! Ti aspetto!

      • Giulia ha detto in risposta a Vauro

        Caro, tratto dal vostro stesso sito: “… un recente studio condotto dalla sociologa Elaine Howard Ecklund della Rice University, la quale ha intervistato circa 1.700 scienziati d’élite delle università americane rilevando che il 25% è religioso e un altro 20% dice di avere un «rapporto individualizzato e non convenzionale» con Dio (cfr. Ultimissima 2/7/10).”

        Quindi, anche a voler essere di manica larga, è meno della metà la percentuale di scienziati che si dichiarano religiosi, ben al di sotto della soglia del resto della popolazione, che (mi sembra di aver letto sul vostro stesso sito) negli Stati Uniti riguarderebbe più del 90% della popolazione.

        Numeri cantano!

        Ciao

        • Piero ha detto in risposta a Giulia

          Come al solito sei un’imbrogliona patentata:
          preso dalla fonte diretta:
          http://www.uccronline.it/2010/07/02/il-50-degli-scienziati-americani-e-religioso-dalloxford-university-press/

          Risultati. 1) Coloro che affermano di avere una religione rappresentano il 50% del campione di ricerca. 2) Gli atei o gli agnostici dichiarati arrivano solo al 30% (e pensare che la maggior parte degli intervistati si dice evoluzionista) 3) Il restante 20% si qualifica come avente un «rapporto individualizzato e non convenzionale» con Dio. 4) Solo la metà di quanti si dichiarano atei (quindi meno del 15%) pensa che religione e scienza siano «inevitabilmente in conflitto» e una minima parte è antireligioso. 5) Gli scienziati più giovani sono più religiosi di quelli con i capelli più bianchi e considerano meno antagoniste ricerca scientifica e indagine spirituale. «Non so precisamente il motivo per il quale i più giovani si dichiarano maggiormente religiosi – annota Ecklund –. Forse questo può derivare dal fatto che oggi vi è più possibilità di conversare sulla religione nelle migliori università di quanto avveniva nel passato» (confermato anche dalla Oxford University Press).

        • Vauro ha detto in risposta a Giulia

          Non so da dove hai estrapolato questa frase…ti ho linkato almeno 4 link che confutano completamente le tue fantasia del giovedì.

          Mi soffermo su quello da te citato: http://www.uccronline.it/2010/07/02/il-50-degli-scienziati-americani-e-religioso-dalloxford-university-press/

          1) Coloro che affermano di avere una religione rappresentano il 50% del campione di ricerca.
          2) Gli atei o gli agnostici dichiarati arrivano solo al 30%
          3) Il restante 20% si qualifica come avente un «rapporto individualizzato e non convenzionale» con Dio.
          4) Solo la metà di quanti si dichiarano atei (quindi meno del 15%) pensa che religione e scienza siano «inevitabilmente in conflitto» e una minima parte è antireligioso.
          5) Gli scienziati più giovani sono più religiosi di quelli con i capelli più bianchi e considerano meno antagoniste ricerca scientifica e indagine spirituale.

          Questi sono i numeri veri. Cito ancora il link: http://www.uccronline.it/2010/07/02/il-50-degli-scienziati-americani-e-religioso-dalloxford-university-press/
          Ovviamente puoi risalire facilmente all’originale che è accuratamente linkato. Ricordo che è un’indagine tra le più complete e risale al 2010, quindi anche la più recente.

          Ti va di rimanere su questi numeri piuttosto che su estrapolazioni astratte?
          Un caro saluto.

          • Giulia ha detto in risposta a Vauro

            Io non imbroglio nessuno, più che citare testualmente quanto scritto sul vostro sito non posso fare: http://www.uccronline.it/2011/11/02/il-fisico-alan-lightman-contro-dennett-%c2%abgli-atei-dovrebbero-rispettare-i-credenti%c2%bb/

            Prendete i numeri come volete, girateli e rigirateli, ma non potete negare che gli scienziati di un certo rilievo sono atei o agnostici in misura parecchio superiore al resto della popolazione, se voi non vedete in questo dato un evidente conflitto tra scienza e religione, vi lascio tranquillinel vostro brodo, tanto mi sembrate felici così.

            • GiuliaM ha detto in risposta a Giulia

              Infatti non lo vedo; io vedo invece che la maggior parte degli “atei” che conosco sono atei per ignoranza, dato che criticano tanto i dogmi cattolici ma appena uno chiede loro cosa sia la transustanziazione o cosa si festeggia l’8 dicembre fanno scena muta. E sto parlando, tra gli altri, di miei colleghi ingegneri laureati con voti altissimi; non metto certo in discussione la loro intelligenza e preparazione, quanto il fatto che fondano i loro ragionamenti su pregiudizi e slogan, senza fare lo sforzo di sfogliare una Bibbia o un Catechismo.

            • Box33 ha detto in risposta a Giulia

              Mi sembra che se l’ateismo per contare qualcosa deve fare queste sciocche gara vuol dire che siete proprio alla frutta. Nel 2012 ancora devo sentire parlare qualche fondamentalista di scienza contro fede. Svegliatevi cari atei altrimenti ci sarà presto bisogno dei new new atheist che vi sostituiscano.

            • Lucio ha detto in risposta a Giulia

              Questo non dimostra nulla, anzi e’ logico che sia cosi’: nella scienza domina una lobbye scientista che disprezza a priori la religione. Per uno scienziato e’ piu’ difficile liberarsi dai pregiudizi sulla religione ed arrivare a credere!

              • Giulia ha detto in risposta a Lucio

                Aspettavo che qualcuno se ne uscisse con la solita litania vittimista, se non è la lobby omosessuale, quella degli intellettuali, quella comunista, quella del libero mercato o quella del rock satanico… è quella degli scienziati! E ti pareva… Visti da te, questi scienziati sarebbero addirittura schiavi di pregiudizi antireligiosi, come se nei manuali di astrofisica o biologia siano nascosti pericolosi ed occulti messaggi pro-ateismo! Penso che tu abbia detto tutto…

                • Carlo ha detto in risposta a Giulia

                  Beh non capisco perché ignori tutta la produzione scientifica dell’800-900 che ancora oggi è ben presente. Si chiama appunto positivismo-scientismo e cioè strumentalizzazione della scienza per motivi anti-religiosi. Nella patria dell’ateismo, l’Unione Sovietica, si usava la scienza nei corsi obbligatori di ateismo scientifico e lo stesso più velatamente succedeva in Europa. Da quella cultura nascono la Hack, Odifreddi, Dawkins, Dennett…se ci pensi sono tutti vecchi bacucchi e filo-sovietici o filo-comunisti. Devi ampliare le tue conoscenze, emergi dal popolo di Wikipedia appena puoi.

                  • Giulia ha detto in risposta a Carlo

                    Scusa, ma allora state facendo voi la stessa cosa qui sul sito dell’UCCR: propinare strumentalizzazioni scientifiche per soli motivi religiosi. Non mi sembra poi che la Hack o Stephen Hawking abbiano studiato in università sotto il regime sovietico, semplicemente essi dicono che attraverso lo studio della cosmologia sono arrivati alla conclusione che trovano molto inverosimile l’idea di un Dio creatore ed ordinatore così come descritto dalle principali religioni del mondo. Dovreste piuttosto essere voi a fare uno sforzo per capire le loro argomentazioni e porvi ad un livello di dialogo paritario e cercando di contrastare la loro opinione senza ricorrere alle sole convinzioni religiose.

                    • Carlo ha detto in risposta a Giulia

                      Qui, come vedi, si commentano articoli che appaiono sul web. Lo chiami “strumentalizzare”….beh è proprio un controsenso da un rimasuglio di positivismo ottocentesco come sei tu. Ho fatto presente che tutti coloro che dicono qualcosa contro la religione sono vecchi comunisti in pensione, Hack, Odifreddi, Dawkins ecc… Hawking fino a ieri parlava di Dio nei suoi libri (se ne avessi letto qualcuno), incontra il Papa ed è un membro della Pontificia Accademia delle Scienze. Paragonarlo con i vecchi bacucchi dell’ateismo scientifico è abbastanza offensivo.

                      L’idea di un Dio creatore è sempre stata un’ottima ipotesi e ancora oggi ha un grosso peso. D’altra parte l’85% degli scienziati non vede incompatibilità tra scienza e fede: http://www.uccronline.it/2011/09/26/studio-usa-maggioranza-degli-scienziati-non-vede-conflitti-tra-scienza-e-religione/

                      Non c’è alcuna argomentazione seria che non utilizzi il “caso” al posto di Dio. L’unica differenza è che il “caso” non spiega nulla e Dio invece spiega tutto, essendo la Causa Prima che necessariamente deve esserci.

                      Ricordo che fra “noi” ci sono i più grandi scienziati della storia e moltissimi dei più importanti scienziati al mondo. Dunque ribaltando la questione, dovreste essere “voi” a trovare qualcuno che vi dia retta oltre ai vecchi falliti e rimasugli dell’ideologia sovietica. E senza ricorrere alle sole convinzioni anti-religiose. Ce la farete mai?

                    • lorenzo ha detto in risposta a Giulia

                      Scusa Giulia, ma quando Hawking afferma: “Poiché esiste una legge come la gravità, l’universo può essersi e si è creato da solo, dal niente…”, la legge di gravità da dove sbuca fuori? Si è “autocreata” dal niente?
                      A volte, alcune cunsiderazioni, fanno venire in mente quando si riteneva che la terra poggiasse sul carapace di una immensa tartaruga, che a sua volta poggiava su un’altra tartaruga, che poggiava su un’altra tartaruga…..
                      Un’altra domanda, non è che sei per caso un’invenzione dei curatori del sito per stimolare interventi?

                • Azariel ha detto in risposta a Giulia

                  Per esperienza personale ti posso dire una cosa. Purtroppo la facoltà di fisica della mia università (che ho frequentato solo per un certo periodo, perché vi seguivo pochi corsi), ormai, si è quasi trasformata in un centro di diffusione dell’anticlericalismo e anticristianesimo. Cosa che, chiaramente, con la scienza vera non c’entra un bel niente.
                  Gruppi studenteschi che organizzano riunioni o “eventi” antireligiosi, e professori che durante le lezioni infilano ad hoc frasi come “ma voi non siete stupidi come i cattolici, vero?”. Ovviamente un ragazzo che si è iscritto lì per amore della scienza, vi trova una tale pressione ateista e un tale odio verso le religioni, che alla fine può anche cedere a queste pressioni. In pratica gli fanno il lavaggio del cervello.

                  • Zecca ha detto in risposta a Azariel

                    Ma di dove sei??? Io sono al primo anno di fisica….ma finora l’unica volta che si è usciti dal tema ho sentito stimare una volta Benedetto XVI per la sua passione della ragione e un paio di volte sostenere che “questa cosa è favorevole al concetto di una causa prima”. Io sono di Padova….

            • Azariel ha detto in risposta a Giulia

              Non credo che il problema sia capire se gli scienziati sono più o meno credenti del “resto della popolazione”, anche perché nella percentuale di persone credenti rientrano ovviamente anche gli scienziati che si dichiarano tali.
              La cosa davvero importante è che ci sono molti scienziati credenti, quindi non si può sostenere che fede e scienza si escludano a vicenda.

            • Nicola ha detto in risposta a Giulia

              Dovendomi basare sulla mia esperienza, sarei portato a dire che questi numeri non stanno né in cielo né in terra; di ricercatori ne conoscono un buon centinaio. Tra questi, i religiosi, sono veramente una manciata. Ma il mio campione è costituito per la maggior parte di italiani.

        • Francesco B. ha detto in risposta a Giulia

          Comunque anche se il 99% degli scienziati fosse religioso, non sarebbe una prova dell’incompatibilità tra scienza e religione. Lo diventerebbe quando la scienza confuterà tutti e i soli dogmi religiosi, ma ti voglio vedere a confutare il dogma della Trinità con un vetrino e un microscopio 🙂

          • Karma ha detto in risposta a Francesco B.

            Concordo. Tra l’altro se alcuni scienziati sono irreligiosi non significa che sia la scienza contro la fede. Come ci sono musicisti atei non è affatto detto che la musica sia contro la religione o l’arte o la cucina gastronomica se ci fossero dei cuochi atei. Ma di cosa stiamo parlando??!

          • Giulia ha detto in risposta a Francesco B.

            Scusa, ma un dogma non si può smontare perchè si tratta appunto di un principio (non un fatto) non dimostrabile.
            La scienza sarà in grado di smontare un dogma religioso quando tu sarai in grado di “dimostrare l’indimostrabilità di qualcosa indimostrabile”?

            • Jack ha detto in risposta a Giulia

              Ma parli dei dogmi scientifici? Sai che è pieno, vero?

              • Giulia ha detto in risposta a Jack

                Ce ne sono eccome, ma sono completamente un’altra cosa, hanno una funzione ed un significato completamente diverso.

                • Jack ha detto in risposta a Giulia

                  E allora è inutile che ti ossessioni con i dogmi…si riduce tutta qui la tua critica? Grande flop…

                • GiuliaM ha detto in risposta a Giulia

                  Tu conosci benissimo questo significato, immagino…

                • Nicola ha detto in risposta a Giulia

                  Non so che intendi, ma non ci sono “dogmi” nella scienza. Ci sono postualati, che sono assunzioni arbitrarie fissate solo per esplorarne le conseguenze, non pperché siano ritenuti “veri”. Ci poi sono paradigmi scientifici, complessa struttura di teorie e fatti osservazionali che forniscono un quadro interpretativo temporaneo della attività di ricerca, e anche questi possono benissimo essere rivisti. Ma non mi risulta proprio che ci siano dogmi.

                  • Karma ha detto in risposta a Nicola

                    Per dogmi si intende assunti che non possono essere verificati come veri o verificati come falsi. La matematica si fonda su questi assunti e se tu dici che non ce ne sono significa che non hai idea di cosa sia la matematica. Ovvero il linguaggio della scienza.

                    • Nicola ha detto in risposta a Karma

                      Scusa, è vero che quando dico “scienza”, penso alle scienze naturali. Mi faresti un esempio di “dogma” in matematica?

    • Carlo ha detto in risposta a Giulia

      Strano che tu voglia contraddire un filosofo della scienza. Hai qualche competenza tecnica sull’argomento? Sembra che tu abbia anche le competenze per controbattere ad un dirigente di ricerca dell’Enea di Frascati. Insomma cara Giulia, di la verità, tu punti direttamente al Nobel? E’ così? Perché in caso contrario stai assumendo una posizione assolutamente ridicola e arrogante.

      • Carlo ha detto in risposta a Carlo

        P.S. potresti dirci in cosa sei laureata e quale ente di ricerca scientifica dirigi? Grazie.

      • Giulia ha detto in risposta a Carlo

        Quando non sapete cosa argomentare, tirate fuori la storia che il dialogo può avvenire tra pari, forse per questo in tanti vi chiamano pecorelle, forse lo siete veramente…

        Riguardo il dirigente dell’Enea di Frascati, io gli ho ho solo posto due semplici domande, alle quali però non ha saputo o voluto dare risposta.

      • Nicola ha detto in risposta a Carlo

        Qual è il problema, Carlo, vige il principio di autorità nelle discussioni del forum UCCR?

        • Karma ha detto in risposta a Nicola

          Il principio d’autorità vige ovunque, anche nei dibattiti scientifici. Non vige invece di fronte ad uno studio scientifico in cui ci sia presente il procedimento.

          Ti faccio un esempio: se io dicessi che “Nicola esce di casa nudo e quindi è matto e non bisogna ascoltarlo”, allora tu mi diresti “ma chi sei tu per dirlo?”. Se io dimostrassi di essere tuo fratello allora il discorso cambierebbe completamente. In questo caso avrei più autorità e tutti ci avvaleremmo del principio d’autorità e ti riterremmo tutti uno un po’ matto.

          • Nicola ha detto in risposta a Karma

            In un forum dove si posta da anonimi, il principio di autorità è una grandissima sciocchezza, Karma. Es:
            “Chi sei tu per dirlo, un vescovo?”. “Sì, sono un vescovo!”.
            “Chi sei, il presidente dell’accademia dei lincei?” Sì, sono proprio io!”.
            Nei dibattiti scientifici cmq no, non vige. Sebbene l’autorità, spesso, aiuti.

            • Karma ha detto in risposta a Nicola

              Alcuni sono anonimi altri no….Giulia sopra, anonima, ha pensato di sostenere che un fisico dell’Enea avrebbe paura a risponderle. Nei dibattiti scientifici vale il principio d’autorità, un astronomo non ha autorità a dibattere con un biologo sui processi microevoluzionisti. Nemmeno uno studente del liceo ha autorità per dibattere con un Premio Nobel. Cmq, cerchiamo di non uscire dal tema proposto.

              • Nicola ha detto in risposta a Karma

                Ma chi te l’ha detto questo? Cioè i Nobel possono dibattere solo con i loro pari?? Eddai Karma. Tu, per dire, per me sei anonimo (sei solo “Karma”), puoi pure spacciarti per nobel, per dire, se occorre. Alla faccia del principio di autorità. (Comunque non credo che sto fisico Enea avrebbe paura a risponderle, ma questo non c’entra nulla con le qualifiche dell’interlocutore).

                • Karma ha detto in risposta a Nicola

                  Il mio era un semplice esempio….è difficile che si possa organizzare un dibattito pubblico tra un insegnante del liceo di fisica e Paul Davies. Il secondo non ci andrebbe mai, proprio perché l’autorità del primo non è adeguata. Nei dibattiti scientifici c’è sempre il principio d’autorità…esso vale -lo ripeto per l’ennesima volta- solo quando si ha di fronte uno studio scientifico. Allora anche Karma o Nicola avrebbero il diritto di essere ascoltati da Paul Davies. Resta il fatto che oggi se non si ha un certo “nome” non si riesce ad accedere alle pubblicazioni peer-review, ma questi sono meccanismi interni al mondo scientifico che tutti conoscono…dunque il principio d’autorità vale anche in questi casi. Il prof. Tartaglia, docente di fisica a Torino, ha fatto notare che oggi Einstein non sarebbe mai diventato nessuno proprio perché nessuna rivista pubblica studi rivoluzionari da parte di sconosciuti e Einstein era un signor nessuno quando ha reso noto il lavoro sulla relatività.

                  • Nicola ha detto in risposta a Karma

                    Allora, su molte cose che dici hai ragione; cioè, l’ambiente della scienza è molto clientelare ed elitario. Ma internamente a questo giro, non ci sono problemi di autorità, e anche l’ultimo dei dottorandi puo’ contestare le teorie un premio Nobel. Per pubblicare, il peer-review è concepito per non discriminare in base all’autorità (tra l’altro il processo di reviewing è portato avanti in forma anonima), questo almeno è ciò che dichiarano da statuto le case editrici scientifiche (se poi, sotto sotto, lo fanno.. non posso saperlo). Pero’ ci sono vari ostacoli da superare; e in pratica se non sei ricercatore di professione, pagato da una qualche stituzione, difficilmente sei nella condizione di prendere parte al dibattito scientifico. Qui non è il principio di autorità (che discrimina tra persona e persona); come ho detto, è il fatto che l’ambiente è elitario (discrimina tra 2 macro-categorie: o sei dentro o sei fuori).
                    Questo non ha a che vedere con un forum UCCR.. non ha senso chiedere le credenziali perché chiunque vi può postare in forma anonima. No?

                    • Karma ha detto in risposta a Nicola

                      Sicuramente l’ultimo dei dottorandi può contestare le teorie di un Premio Nobel, ma nessuno lo ascolterà o non avranno peso le sue riflessioni. Tu giustamente chiedi alla scienza di escludere il principio di autorità e su questo ti sono compagno, dovrebbe essere così. Ma non lo è. Dici che “se non sei un ricercatore non puoi prendere parte al dibattito scientifico”. Eppure la maggioranza di coloro che intervengono nei media sono ex ricercatori (o non lo sono mai stati) come i nostri amici Hack e Odifreddi. La loro autorità l’hanno costruita in televisione e nei partiti politici e dunque vengono ascoltati anche se di fatto non hanno mai fatto nulla a livello di ricerca.

                      Quando hai visto che qualcuno chiede le credenziali a Giulia è un modo realista per fare capire che bisogna avere un attimo di controllo per sostenere che il dott. Di Lazzaro abbia paura di rispondere o si sono poste domande troppo difficili per lui. Ma tutto sto discorso era per difendere Giulia?

                    • Nicola ha detto in risposta a Nicola

                      L’ultimo dei dottorandi, in linea di diritto, può contestare il nobel; come poi reagirà la comunità scientifica… mica lo sappiamo (la questione va appunto impostata in linea di diritto). Perché tutto sto discorso? Se siamo d’accordo nel dire che nella scienza non dovrebbe vigere il principio di autorità (anche se magari non è sempre così), allora, ti pare bello o sensato chiedere le credenziali a chi posta qui (che tra l’altro, potrebbe pure inventarsele)? Su, dai!!

                    • Karma ha detto in risposta a Nicola

                      Ma su quest’ultima domanda ti ho già risposto….è un modo simpatico per far capire che si sta leggermente esagerando.

    • Valeria Maggioni ha detto in risposta a Giulia

      “Che la scienza contraddica la religione non è invenzione di nessuno ma un semplice dato di fatto”

      Come mai se è un dato di fatto il filosofo della scienza Evandro Agazzi non ne è al corrente mentre ne sei al corrente tu? Con quale autorità puoi sostenere che Agazzi non capisce nulla del suo mestiere e tu avresti più competenze di lui? Grazie.

    • a-ateo ha detto in risposta a Giulia

      Uaarina accademia delle scienze…Hack e Odifreddi…..,Giulia quello che hai opinato sopra può essere detto serenamente soltanto in quell’asilo infantile del sito Uaar, PROTETTO da un muro di “moderazione”che fa concorrenza a quello che fu il muro di Berlino…

  7. Maffo ha detto

    In merito al rapporto tra scienza e fede, segnalo il bellissimo articolo storico della Scaraffia sull’OR di oggi: http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/cultura/2011/254q11-Freud-e-l-ebraismo-un-rapporto-da-psicanali.html&title=Freud%20e%20l%E2%80%99ebraismo%20un%20rapporto%20da%20psicanalizzare&locale=it

    Anche nella psicoanalisi ci fu un grandissimo dibattito religioso…

  8. Francesco B. ha detto

    Grande Evandro, ho studiato su un suo libro per l’esame di maturità 🙂

  9. Orbitalia ha detto

    ‘intervento censorio dell’autorità ecclesiastica nei confronti di una teoria scientifica’? dubito che si possa semplificare così il ‘caso’ Galileo, fatto di errori (anche scientifici) da tutte e due le parti.

    • lorenzo ha detto in risposta a Orbitalia

      Per non parlare di ripicche personali di papi e cardinali: a leggere i resoconti del processo a Galileo, più che un processo ad una teoria scientifica, sembra di assistere alle beghe di accademici che pensano alla poltrona.

      • Paolo Cattani ha detto in risposta a lorenzo

        “beghe di accademici che pensano alla poltrona”: sembra il ritratto di quelli che avversano la presenza del Papa alla “Sapienza”. Nihil sub sole novi…

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