Si accede all’aborto per motivi superficiali e risolvibili: cosa dice la ricerca

Quali sono le cause dell’aborto? Perché le donne scelgono di interrompere la gravidanza? Gravi problemi di salute o rischi di mortalità, vittime di stupro o malformazioni irreversibili del concepito? Niente di tutto ciò, gli studi mostrano che l’accesso all’aborto avviene per motivi superficiali e risolvibili per la maggior parte.


Secondo la legge italiana che depenalizza l’interruzione di gravidanza (legge 194 del 1978), all’aborto potrebbero accedere le donne che riscontrino «un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito». Oltre al fatto che secondo un’ampia letteratura scientifica l’aborto aumenta il tasso di mortalità della donna, dimostriamo qui di seguito che i motivi per cui si giunge ad interrompere la gravidanza non rientrano in quelli previsti dalla legge, ma sono per la maggior parte assolutamente risolvibili con semplici iniziative politiche e culturali. Le donne vittime di violenza non raggiungono (fortunatamente) nemmeno il 5%, così come coloro che sono preoccupate per la propria salute.

Qui di seguito abbiamo raccolto (una lista in costante aggiornamento) i principali studi sociologici sul tema che dimostrano i motivi superficiali per cui si decide, con il consenso della legge, di mettere fine alla vita umana nascente.



ELENCO DELLE RICERCHE SULLA MOTIVAZIONE AD ABORTIRE

 
 

  • Nel gennaio 2014 sulla rivista peer-reviewed PLoS Medicine, i ricercatori hanno scoperto che la violenza domestica è associata a più elevati tassi abortivi e ripetizione di aborti. Per molte donne, hanno concluso, la decisione di abortire non è fatta liberamente ma generata dalla paura, da un aumento del senso di colpa, dalla rabbia. Non è un “motivo superficiale”, ma certamente risolvibile con benefici per la donna e, ovviamente, per il bambino.

 

  • Nel gennaio 2012 il neonatologo Carlo Bellieni ha informato che da uno studio inglese sul destino dei feti cui è diagnosticata la sindrome di Turner emerge che il 65% di essi è stato abortito. Sono tutte femmine e la sindrome di Turner porta ad essere abbastanza basse di statura e in certi casi a non poter aver figli. Accade anche in Italia, in Emilia Romagna dal 2006 al 2008 su 22 feti con sindrome Turner, ne sono stati abortiti 14, cioè il 63,6%. Che i genitori che le hanno abortite siano stati atterriti dallo “spaventoso dramma” di non poter diventare nonni?, si è chesto Bellieni.

 

  • Nel 2005 il The Alan Guttmacher Institute, istituto legato a Planned Parenthood (l’ente abortista più grande del mondo) ha condotto un sondaggio su più di 1.200 pazienti sottoposte ad aborto indotto in 11 grandi strutture abortiste degli Stati Uniti. E’ stato chiesto alle donne di identificare i motivi per cui facevano tale scelta, individuando la ragione principale. Le ragioni citate più frequentemente sono state: “un bambino cambierebbe drasticamente la mia vita” (74%), “non posso permettermi un bambino adesso” (73%), “non voglio essere una madre single” o “ho problemi nel rapporto sentimentale” (48%). Le donne più giovani hanno spesso riferito di essere impreparate per tale evento, mentre quelle più anziane hanno parlato di responsabilità familiari. Le preoccupazioni circa la propria salute sono state citate solo dal 13% delle donne, mentre il 12% hanno detto di essere preoccupate per la salute del bambino, anche se solo il 3% e 4% rispettivamente, hanno dichiarato di abortire proprio per questo motivo. Interessante notare che solo il 14% ha indicato “mio marito/partner vuole che io abortisca” quale motivo principale, dato in calo del 24% rispetto ad un’indagine del 1987. Questo è in conflitto con le indagini svolte sulle donne in post-aborto, il 64% delle quali riferisce di aver interrotto la gravidanza a causa di pressioni da parte di altri. L’1% ha indicato che era stata vittima di stupro, e meno di 0,5% hanno detto di essere rimase incinte in seguito ad un incesto

 

  • Sempre nel 2005, le statistiche del Focus on the Family, hanno dimostrato che circa l’80% delle donne che ha la possibilità di vedere una ecografia del loro feto umano, decide di non procedere all’aborto.

 

  • Nel 2003 uno studio sul Journal Epidemiol Community Health, ha rivelato che la decisione principale per abortire di una giovane donna è l’essere studente e single. Tra i 25-34 anni, la risposta più comune era non voler avere altri figli. Per le donne più anziane il motivo principale era la preoccupazione per il lavoro o la mancanza di un partner. Interessante notare che un elevato livello di istruzione, della donna e del partner, aumenta la probabilità di abortire

 

  • Nel 2000 uno studio realizzato da The Alan Guttmacher Institute, l’istituto legato a Planned Parenthood (l’ente abortista più grande del mondo) e pubblicato con il titolo Induced Abortion, Facts in Brief, ha rilevato che solo l’1% sui 1.31 milioni di aborti legali realizzati in quell’anno era motivato da stupro. In media, le donne hanno dato tre motivi per giustificare la decisione di interrompere la gravidanza: tre quarti di esse ha dichiarato che un bambino potrebbe interferire con il lavoro, la scuola o altre responsabilità, i due terzi ha invece sostenuto di non potersi permettersi un figlio, mentre la metà delle intervistate ha detto di essere single o di avere problemi di relazione con il partner

 

  • Nel 2000-2001, uno studio concentrato sulla contraccezione e realizzato da The Alan Guttmacher Institute, l’istituto legato a Planned Parenthood (l’ente abortista più grande del mondo), ha rilevato che tra le 10.683 donne intervistate, lo 0,6% ha abortito a causa di stupro/incesto, mentre il 17% lo ha fatto in seguito al malfunzionamento del contraccettivo, nonostante fosse stato usato in modo corretto

 

  • Nel 1998 su International Family Planning Perspectives uno studio ha rilevato che il 25% delle donne che si sono sottoposte all’aborto lo hanno fatto per posticipare la nascita di un figlio, mentre il 21% ha dichiarato di non potersi permettere economicamente un bambino. Il 14% ha motivato la decisione con problemi di rapporto col partner (o che lui non voleva la gravidanza), il 12% si sente troppo giovane, il 10% non vuole interrompere gli studi o il lavoro, mentre l’8% non desidera avere più figli. Il 3% è preoccupata per la salute del feto e un altro 3% è preoccupata per la sua salute.

 

  • Nel 1996 uno studio pubblicato su Ugeskrift For Laeger, ha indagato le risposte di 339 donne danesi e anche in questo caso le risposte più frequenti per giustificare l’aborto era il non volere figli in più, il non avere una relazione stabile, la preoccupazione circa l’occupazione e l’istruzione e infine l’economia e l’abitazione.

 

  • Sempre nel 1996, uno studio apparso sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology ha analizzato il comportamento delle donne dopo essere state vittime di uno stupro. Sulle 30 mila donne intervistate, il 32% ha optato per mantenere il bambino, il 6% lo ha messo in adozione, il 50% si è sottoposta all’aborto e il 12% ha avuto aborto spontaneo

 

  • Tra il 1990, un questionario distribuito a donne in attesa di abortire nel Frederikssund Hospital in Danimarca, ha rivelato che tra le motivazioni addotte dalle donne, la preoccupazione per la loro occupazione o l’istruzione era quella più frequente. Le condizioni di stabilità economica è stato il secondo motivo più frequente. Le donne anziane non volevano più figli mentre la maggioranza di quelle più giovani non si sentivano ancora pronte. Donne con bambini hanno spesso dichiarato che volevano abortire per il bene della famiglia. Il 19% ha dichiarato come ragione la mancanza del rapporto con un uomo

 

  • Nel 1988 un altro studio, pubblicato questa volta sul Family Planning Perspectives, ha rivelato che il 21% delle donne intervistate è principalmente motivata a voler interrompere la gravidanza poiché si sente impreparata alla responsabilità, l’11% si sente invece troppo immatura, il 12% è single, l’1% si è lasciata convincere dal partner, l’8% non desidera altri bambini, il 21% ha parlato di indisponibilità economica mentre il 16% non vuole rivoluzionare la sua vita. L’1% ha motivato l’aborto a causa di uno stupro o incesto, il 3% lo ha giustificato per un rischio della sua salute e un altro 3% per la salute del feto.

 

  • Nel 1985 è apparso uno studio sul Social Work and Health Care, e realizzato su 517 donne in attesa di interrompere la gravidanza nelle cliniche ambulatoriali del Kansas (Stati Uniti). Ha rivelato che l’impreparazione a diventare genitori era il motivo più citato per giustificare la scelta abortiva. Il secondo motivo principale è risultato essere la mancanza di risorse finanziarie, seguito dall’essere donne senza marito.
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