Il Premio Nobel Montagnier: «nei miracoli di Lourdes c’è qualcosa di inspiegabile»

Strano dialogo quello fra un premio Nobel per la Medicina, celebre per aver scoperto il virus dell’Hiv, e un monaco cappellano per lunghi anni a fianco di reclusi di Francia. Un uomo di fede e uno di scienza uniti da una comune vocazione: la ricerca, l’uno della verità terrena, l’altro della verità eterna. Preoccupati entrambi per la dignità dell’uomo e per l’auspicio di un’alleanza positiva tra uomini di scienza e di fede.

Lo scienziato è Luc Montagnier, già direttore dell’Istituto Pasteur e Nobel per la medicina nel 2008, quello di fede è padre Michel Niaussat, monaco cistercense. I loro dialoghi sono raccolti nel testo appena uscito Oltralpe, Le Nobel et le Moine. Sollecitati dalle domande del giornalista Philippe Harrouard, hanno messo a confronto le loro posizioni su fede, scienza, etica e ricerca. Lorenzo Fazzini su Avvenire presenta una recensione e racconta che è sopratutto l’ex “rosso” Montagnier (il quale ammette: “all’inizio ho creduto al marxismo, come molti giovani della mia epoca”) a sollevare alcune affermazioni interessanti.

Come quando ammette la natura misteriosa dei miracoli che avvengono a Lourdes: «Quando un fenomeno è inspiegabile, se esso esiste veramente, non serve nulla negarlo. Molti scienziati fanno l’errore di rifiutare ciò che non comprendono. Non mi piace questo atteggiamento. Cito spesso questa frase dell’astrofisico Carl Sagan: “L’assenza di evidenza non è l’evidenza dell’assenza”. Riguardo ai miracoli di Lourdes che ho studiato, credo effettivamente che si tratti di qualcosa non spiegabile. […] Io non mi spiego questi miracoli, ma riconosco che vi sono guarigioni non comprese allo stato attuale della scienza». Anche lui quindi è arrivato alla stessa conclusione del suo collega Nobel per la medicina, Alexis Carrel, il quale si convertì al cattolicesimo per aver assisitito direttamente e personalmente ad un miracolo durante il suo viaggio a Lourdes (il racconto dei fatti è su Cultura Cattolica).

Il Premio Nobel continua parlando del grande ruolo che il mondo cattolico svolge verso i sofferenti: «Con il mio collega americano Robert Gallo avevamo ottenuto un’udienza con il Papa (Giovanni Paolo II, ndr) per parlargli del modo in cui potremmo accrescere la nostra collaborazione con il personale delle missioni cattoliche che lavorano nell’ombra in Africa. Essi curano i malati di Aids e fanno prevenzione contro la diffusione del virus». Al che il monaco ribadisce: «Molti preti, religiose e religiosi sono all’opera. Troppo spesso ci si dimentica di parlarne». Gli fa eco il medico: «Gli ordini religiosi cristiani hanno svolto un ruolo molto positivo nella presa in carico dei malati. […] Riconosco che, nel campo delle cure ospedaliere, la Chiesa è stata pionieristica».

Si passa poi alla visione teologica dei due interlocutori. Mentre Niaussat racconta l’inizio della sua vocazione, Montagnier parla della religione: «Le religioni sono fondate su testi sacri: Bibbia, Corano, Torah. Anzitutto si dice che questi testi vengono da Dio, ovvero sono la Rivelazione, e che bisogna seguirli alla lettera. Questi sono dogmi fondatori e comprendo che si esita a modificarli. Ma si potrebbe anche adattare le religioni alle conoscenze di base della scienza, conservando la credenza in Dio». Il Nobel francese però riconosce implicitamente che, se nel mondo prevalesse l’opzione religiosa, in primis quella cristiana, il nostro pianeta ne avrebbe solo da guadagnare: «Vi sono 2 miliardi di cristiani, di cui 1 miliardo e 100 milioni di cattolici. I loro buoni sentimenti sono presenti ma sfortunatamente i rapporti di forza continuano a governare il mondo. Nel nostro secolo la compassione e l’amore del prossimo guideranno il mondo? Ne dubito».

http://it.wikipedia.org/wiki/Alexis_Carrel
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Smascherato un tentativo laicista di screditare la Chiesa: ecco come funziona

Una piccola dimostrazione di come nascano le leggende nere contro il cattolicesimo (avete presente quel che gli ateo-fanatici dicono rispetto all’inquisizione spagnola, le crociate, la caccia alle streghe, il Medioevo, Pio XII e il nazismo ecc..?).

Hanno avuto così successo nella storia che ancora oggi frequentemente vengono artificiosamente create per tentare di diffamare l’unica sana istituzione che resiste all’imbarbarimento della civiltà occidentale (declino che, tra l’altro, va di pari passo alla secolarizzazione). Assistiamo oggi alla creazione di leggende a scopo sessuale: ecco infatti il rigonfiamento forzato di dati e numeri legati ad atti pedofili esclusivamente in ambito cattolico (si è poi scoperto che la verità è profondamente diversa, vedi Ultimissima 22/9/10). Ed ecco in questi giorni un’altra leggenda (minore) di questo tipo: tra il 13 e il 15 novembre 2010 su diversi canali informativi del web è comparso un articolo intitolato: “Usa, prete vittima di sesso estremo: muore mentre si fa possedere da uno stallone”. (cfr. Il Blitz Quotidiano, MondoNotizie, ExpressNews e ovviamente i siti delle lobby omosessuali, probabilmente invidiosi ed entusiasti dell’insolita fantasia sessuale: GayNews e GayTV. Stranamente nè Repubblica, né il Fatto Quotidiano, né Libero, nè l’Unità, né la setta dei razionalisti ne parla).

Per fortuna l’amministratore del blog Illuministicamentando decide di approfondire la faccenda. Innanzitutto scopre che sul sito del TGcom 9/6/10 la notizia era già apparsa, con gli stessi nomi dei protagonisti, ma senza che vi si accennasse minimamente alla presenza di un sacerdote, vedi: TGcom: Usa, sesso con cavallo: muore uomo. Addirittura poi, scopre l’esistenza di una pagina di Wikipedia sulla vicenda. I protagonisti, la sequenza dei fatti (avvenuti nel 2005) e la località sono gli stessi. Eppure come si può vedere non si tratta nel modo più assoluto di un prete. Un altro tentativo di diffamazione dovuto alla frustrazione da minoranza.

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Il nuovo libro del Papa, “Luce del mondo”, ha già fatto il boom di vendite

“Luce del mondo” è il libro intervista nel quale Benedetto XVI si racconta seguendo le domande di Peter Seewald (acquistabile online anche su LibreriaDelSanto). Edito dalla Libreria Editrice Vaticana, ha già fatto boom di vendite e ha debuttato il 23 novembre con il tutto esaurito. Le 50mila copie stampate sono già introvabili, tutte prenotate. Business People e The Explorer informano che è prevista a breve la prima ristampa. Lo stesso era avvenuto con “Gesù di Nazaret”: dopo un solo giorno di uscita andarono a ruba le 50mila copie. Lo comunicò direttamente la casa editrice Rizzoli (vedi Books.it), che fece un grande “colpo” avendo dalla Libreria Editrice Vaticana il mandato di curare in tutto il mondo la vendita dei diritti del libro del Papa. Si fecero immediatamente pubblicare altre 400 mila copie.

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L’Ospedale di Padre Pio all’avanguardia nella ricerca scientifica mondiale

Uno dei più grandi Policlinici d’Italia è la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (provincia di Foggia), struttura sanitaria creata ed inaugurata da Padre Pio il 5 maggio 1956 (qui il sito internet). Chiamato nel mondo “l’Ospedale di Padre Pio”, è un “ospedale religioso classificato” ad elevata specializzazione, dove regnano “preghiera, scienza e carità per il sollievo della sofferenza”. Wikipedia lo descrive come «uno dei più grandi Policlinici d’Italia ed un importante punto di riferimento assistenziale e di ricerca scientifica per tutto il Centro-Sud. Dispone di circa 1000 posti letto suddivisi tra 30 reparti di degenza medici e chirurgici, 50 specialità cliniche con un “catalogo” di circa 4300 prestazioni diagnostiche e terapeutiche, alcune delle quali si possono eseguire in Italia in pochissimi altri centri di eccellenza altamente specializzati». In stretto contatto con il Ministero della Salute, e con i più importanti poli di ricerca italiani ed europei, si occupa anche di ricerca clinica, in particolare nel settore della genetica e delle malattie eredo-familiari. L’opera rispecchia fedelmente il pensiero di Padre Pio, il quale aveva infatti intuito, già 50 anni fa, che la ricerca deve costituire parte integrante dell’impegno professionale dei medici in genere, in particolare di quelli della “Casa”, e parte attiva del progresso scientifico. Si spese anche perché i risultati della ricerca scientifica venissero direttamente trasferiti al letto del malato. Intervenendo al convegno organizzato a Roma dall’istituto, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha dichiarato che «programmi, specie quelli sullo studio delle cellule staminali adulte, hanno fatto dell’istituto garganico un ente all’avanguardia nella ricerca mondiale». Zenit.it rivela che durante il convegno Angelo Vescovi, genetista di fama internazionale e direttore scientifico dell’ospedale di Padre Pio, ha presentato l’ultima iniziativa: attraverso una piccola donazione (per le varie modalità consultare il sito: www.adottaunacellula.it), potranno essere adottate le cellule staminali cerebrali necessarie a sperimentare sui pazienti una cura per le malattie degenerative. Il ministro Fazio ha poi concluso: «L’istituto di San Giovanni Rotondo si tratta di un’istituzione che punta sulla qualità, in essa abbiamo insieme il passato e il presente, l’uomo e la ricerca, elementi fondamentali che ci piacerebbe mettere a sistema per l’intera sanità».


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    Grazie a “Vieni via con me”, 7 programmi ospiteranno (esclusivamente) i pro-life

    Come tutti sappiamo lunedi 15 novembre 2010 è andata in onda in prima serata su RaiTre la seconda puntata della trasmissione “Vieni via con me” (dal titolo si può già scorgere un chiaro invito eutanasiaco), condotta da Fabio Fazio e Roberto Saviano. La trasmissione ha scatenato un’onda di polemiche (vedi risultati del sondaggio de Il Sole 24 ore), anche perché i conduttori hanno voluto dare vergonosamente ed unicamente spazio a vecchi radicali nostalgici e ambigui personaggi di bassa moralità come Peppo Englaro e Mina Welby, la moglie di Piergiorgio (mancava solo Pannella con  il suo inseparabile spinello e la Bonino in braccio a Odifreddi, mentre quest’ultimo declamava quanto è scientifico e razionalistico suicidarsi per “mancanza di prove”). Ospite anche una sorta di prete come don (che vergogna scrivere “don”) Andrea Gallo, che ha “benedetto” il tutto. Dopo 10 giorni di proteste in cui mezza Italia si è sollevata (più sotto trovate una brevissima sintesi), Fazio e Saviano sono riusciti a rimanere ideologicamente e laicisticamente aggrappati al loro rifiuto di parlare della “vita” e di dare spazio ad una replica (prontamente concessa invece al ministro Maroni). Così, per un programma che manda in onda uno spot per l’eutanasia e si rifiuta di replicare, ne sono emersi ben 7, tra Rai e Mediaset, che si dichiarano pronti e disponibili ad accogliere (esclusivamente) “la vita” e i movimenti “pro-life”: ieri Raiuno con A Sua immagine (alle 10:30) e “L’Arena di Giletti” (all’interno di Domenica In alle 14), hanno avuto diversi ospiti tra cui il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, Mario Melazzini e Fulvio De Nigris. Il Tg1 delle 20 ha invece aperto ospitando rappresentanti delle associazioni pro-vita. Domani, durante Mattino 5, condotto da Paolo Del Debbio con Federica Panicucci su Canale 5, ospiterà, fra gli altri, Max Tresoldi, quasi quarantenne e “risvegliatosi” dopo dieci anni di stato vegetativo. Martedì sera alle 21,10 su Retequattro, sarà la volta di Viaggio a… e in settimana il programma Porta a porta di Bruno Vespa manderà in onda una puntata speciale dedicata alle persone che vivono in uno stato vegetativo assistite da familiari: «Nessun politico, nessun commentatore, solo protagonisti di storie alle quali altrove si è deciso di non dare voce», è stato fatto sapere dalla redazione. Mentre, nel programma in sei puntate che sta preparando Vittorio Sgarbi per Raiuno, «quelli che resistono e sono per la vita, se non avranno spazio da Fazio e Saviano ne avranno da me comunque e quanto vogliono», ha fatto sapere (da Avvenire). Per fortuna che, a parte Fazio e Saviano, c’è ancora qualcuno che dà senso alla vita.

    Vediamo comunque quali sono state le interessantissime reazioni all’unica visione della vita (anzi, della morte) promossa dal duo “pro-death”.

    Il 19 novembre il direttore di Avvenire -Marco Tarquinio- ha rivolto un appello alla dirigenza Rai perché faccia conoscere persone come Mario Melazzini, Fulvio De Nigris, Mariapia Bonanate e suo marito, Angelo Carboni, Rosy Facciani, Simone Schonsberg e la mamma Gloria, Moira Quaresmini e la sua famiglia. Voci di chi vive e lotta e soffre e non molla, e non solo ai “profeti” dell’eutanasia». (da “Fateli parlare, Avvenire).

    Il 20 novembre c’è stata immediatamente una reazione all’appello. In modo bipartisan la politica ha risposto: oltre centoventi firme in due lettere distinte, da parte dei primi due partiti italiani (PDL e PD) per chiedere al cda Rai di garantire nei programmi del servizio pubblico, e in particolare in quello condotto da Fazio e da Saviano, «la voce di chi difende la vita e soprattutto di chi lo fa vivendo una condizione di sofferenza» (qui il testo dell’appello). Si schierano 91 parlamentari del PDL e Lega Nord (primi firmatari: Alfredo Mantovano, Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi, Eugenia Roccella, Barbara Saltamartini, Enrico La Loggia, Valentina Aprea, Giuseppe Cossiga). A sinistra sono 32 membri del PD (i primi sono Giuseppe Fioroni ed Enrico Gasbarra) a scrivere a Fazio&Saviano per «segnalare come sia mancata la voce dell’altra scelta» (qui il testo dell’appello). Si associa idealmente Giorgio Merlo (Pd), mentre Pier Ferdinando Casini (Udc), si rivolge ai vertici Rai affinché «diano voce a chi non vuole l’eutanasia». Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha dichiarato di condividere l’invito del direttore di Avvenire e anche lui chiede al Cda della Rai di garantire la voce di chi difende la vita. Si mobilitano anche diverse associazioni, come l’Aiart (associazione telespettatori cattolici). Anche il Tg2, dà immediatamente spazio all’appello e Mattino Cinque si dice disponibile ad ospitare queste storie altrimenti dimenticate. (da Avvenire, Yahoo Notizie, AdnKronos).

    Il 21 novembre Souad Sbai (Pdl) è pronta a un’interrogazione parlamentare e Giuseppe Fioroni (Pd) concorda: «Non può passare l’idea che “staccare la spina” sia un atto d’amore illuminato, mentre quello che consapevolmente fanno giorno dopo giorno decine di migliaia di famiglie nel silenzio, nella fatica e nella sofferenza, accudendo malati gravi e gravissimi, sia una scelta dettata da oscurantismo. Questo non può e non deve essere ignorato da una tv che intende promuovere il civismo, scuotere le coscienze e rilanciare la dignità degli uomini e delle donne» (da Avvenire). Interviene anche Marina Corradi, con un giudizio -come al solito- decisamente chiaro (da Avvenire).

    Il 23 novembre si muove qualcosa nel palazzo di viale Mazzini (incontri, richieste, appelli e sit in). Il direttore generale Mauro Masi ha infatti chiama il direttore di Raitre Paolo Ruffini per sollecitare che nell’ultima puntata di Vieni via con me, venga dato spazio anche alla difesa della vita. Una richiesta era già esplicitamente arrivata anche da due componenti del consiglio di amministrazione della RAI: Antonio Verro (per la maggioranza) e Rodolfo De Laurentiis (per l’opposizione). Intanto anche gruppi parlamentari dell’UDC hanno sottoscritto una lettera al direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, per dirgli che «l’iniziativa promossa dal giornale per dare voce a chi voce non ha è stato subito accolto con il massimo consenso» (qui il testo della lettera). Sempre l’Udc ha promosso una manifestazione davanti alla sede Rai con lo slogan: “Più voce alla vita”, a cui hanno partecipato 32 associazioni per la vita (da Agenzia Asca e Avvenire). Il noto giornalista Antonio Socci ha intanto inviato una bellissima lettera al suo amico Roberto Saviano, che potete trovare su www.antoniosocci.com. Giuliano Dolce, direttore sanitario dell’Istituto Sant’Anna di Crotone (“la clinica dei risvegli”), invita pubblicamente Saviano a visitare la clinica e confrontarsi con lui poiché «quando parla di accanimento terapeutico non ha le idee chiare» (da CN24 e Avvenire). Interviene anche Carlo Verna, segretario del sindacato dei giornalisti della tivù di Stato, dicendo: «bisogna riparare ad un finto pluralismo» (ad Avvenire).

    Il 24 novembre Avvenire in primis critica la terza puntata di “Vieni via con me”, avvenuta snobbando la sollevazione popolare, politica e dirigenziale di chi nella seconda puntata non si era affatto riconsociuto nelle parole di Fazio-Saviano (da Avvenire). E mentre Antonio Verro, consigliere d’amministrazione Rai, promette battaglia contro la “trasmissione faziosa”, i parlamentari schierati con l’appello di Avvenire arrivano a 169 (tra Pdl, Lega, Pd e Udc). Il sottosegretario Eugenia Roccella spedisce a Fazio e Saviano una copia del documento del ministero della Salute sugli Stati Vegetativi, frutto del lavoro dei maggiori esperti in materia, e una copia del Libro Bianco, scritto in prima persona dalle associazioni dei familiari di questi disabili gravi, perché si rendano conto che «i disabili in stato vegetativo sono persone con cui si può stabilire una relazione, persone che possono sentire dolore e possono avere elementi di coscienza» (da YahooNotizie e Avvenire)

    Il 25 novembre il Cda della Rai approva un ordine del giorno (quasi all’unanimità, 7 su 9) firmato dal consigliere Rodolfo De Laurentiis e sostenuto dalla maggioranza, per far replicare, nell’ultima puntata di “Vieni via con me“, le Associazioni per la vita. Ad esprimersi a favore dell’odg anche il presidente della Rai Paolo Garimberti. Per De Laurentiis «così come il ministro Maroni ha chiesto e ottenuto di replicare a Saviano nella scorsa puntata, chiedo che venga data voce alle associazioni pro-vita in merito al tema dell’eutanasia». Fazio e Saviano si rifiutano blaterando che non vogliono far passare l’idea che la trasmissione sia stata “pro-morte” e «un programma di racconti come il nostro non ha la pretesa, né il dovere, né la presunzione di rappresentare tutte le opinioni». Peccato però che a Maroni sia stato immediatamente concesso di replicare. Mentre Avvenire commenta le contraddizioni della replica dei due autori pro-death Fazio e Saviano, le reazioni politiche sono durissime (specie dal centrodestra). Per Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato, «le argomentazioni di Fazio e Saviano sono ipocrite e contraddittorie» e per Daniele Capezzone, portavoce del Pdl: «Sono laico e liberale convinto, notoriamente vicino alle sensibilità di Englaro e Welby. A maggior ragione, trovo assurdo il “no” di Fazio e Saviano». Il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, afferma: «Fazio e Saviano sono stati chiari: dobbiamo essere liberi di fare propaganda per l’eutanasia, i disabili gravi, se proprio vogliono parlare, vadano altrove» (da Avvenire: Il Cda Rai: parlino i malati. Fazio & Saviano si rifiutano).

    Il 26 novembre il direttore di Avvenire scrive un altro editoriale sulla vicenda (da Avvenire). Interviene anche il ministro Sacconi: «Da cittadino e parlamentare non posso che desiderare che abbiano voce quella moltitudine di persone che curano amorevolmente altri soggetti che, pur in una condizione di grave fragilità, hanno bisogno di essere incoraggiati a riconoscere il valore della vita anche in quella terribile condizione». Intanto gli incontri tra il direttore generale della Rai, Mauro Masi, e il direttore della terza rete, Paolo Ruffini, si susseguono (da Avvenire, Sacconi: dare voce ai malati. Ma da Fazio arriva un altro «no»).

    Il 27 novembre i due laicisti Fazio e Saviano permangono nel resistere al parere ufficiale del Consiglio d’amministrazione dell’azienda (pubblica) che permette loro di andare in onda. Altri incontri tra il direttore generale della Rai Mauro Masi e il direttore di Raitre Paolo Ruffini (da Avvenire: Il Cda Rai: parlino i malati. Fazio & Saviano si rifiutano).

    Il 28 novembre interviene anche il noto scrittore Ferdinando Camon: «Finora la trasmissione aveva la forza d’urto di una verità che voleva apparire tale per tutti. Da questo momento la loro verità si presenta come limitata, partigiana, una porzione di verità» (da Avvenire). Enrico Gasbarra, deputato PD, invia una sua riflessione sulla questione al direttore di Avvenire (da Avvenire), stessa cosa la fa Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute, informando il direttore che «ieri il Consiglio dei ministri ha istituito la Giornata nazionale degli stati vegetativi, scegliendo la data del 9 febbraio, giorno della morte di Eluana Englaro» (da Avvenire).

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    Premio Sakharov al dissidente cubano: «il ruolo della Chiesa è basilare»

    «Voglio andare in Europa a riceverlo. Vediamo se me lo lascieranno fare». Queste le parole di Guillermo Farinas subito dopo aver appreso la vittoria del premio Sakharov. Nuovo braccio di ferro quindi con le autorità comuniste cubane: «è ora che Cuba riconosca la libertà di coscienza ed espressione, e di por fine alla dittatura». Come riporta correttamente Wikipedia, la Repubblica di Cuba è uno Stato laico: infatti l’ateismo di Stato è stato formalmente abolito nel 1992. Avvenire ha intervistato il dissidente cubano chiedendogli quanto è pesato l’intervento della Chiesa come mediatrice per far liberare non solo i 26 dissidenti malati ma tutti i 52 arrestati nella “Primavera nera” del 2003. Lui ha risposto: «Il ruolo del cardinale Ortega e della gerarchia ecclesiastica è stato basilare. Le pressioni della Chiesa hanno “costretto” il governo a cedere».

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    Scienza e Fede: intervista al fisico John Polkinghorne

    Uno dei più celebri fisici d’Europa è John Polkinghorne, conosciuto per il suo ruolo nella spiegazione dell’esistenza dei quark. Professore di Matematica all’Università di Cambridge ed ex presidente del Queens College, membro della Royal Society e vincitore del Premio Templeton. Nel 1982 lasciò però il mondo della fisica e divenne sacerdote nella chiesa di Inghilterra. Da allora ha scritto più di 30 libri sul rapporto tra fede e scienza, ed è una delle voci leader su questo argomento. Sul North Country Times è uscita una bellissima intervista (che vale la pena leggerla integralmente) realizzata da Dean Nelson, autore del libro in uscita nel 2011: “Salto quantico: come John Polkinghorne ha trovato Dio nella Scienza e nella Religione”. Fra le altre cose, ha dichiarato: «Scienza e fede sono amici, entrambi sono alla ricerca della verità. La scienza chiede come le cose si verificano, ma non fa domande sul significato o lo scopo di esse. Coloro che pensano che essa dica tutto hanno un’arida visione della vita. Esistono fondamentalisti religiosi che sostengono che la Bibbia dia risposte a tutte le domande, anche quelle scientifiche. Ma gli scienziati come Richard Dawkins sono altrettanto fondamentalisti».

    Polkinghorne si concentra poi sulle recenti dichiarazioni di Stephen Hawking circa l’inutilità di Dio nella creazione del cosmo: «Anche se supponiamo che abbia ragione, si continua a non rispondere alla domanda di come le cose siano cominciate o perché esse esistono. Se la sua teoria è corretta, da dove è venuto tutto? La scienza non potrà mai rendere Dio superfluo. Su molte cose la scienza ha corretto la visione religiosa, e questo è stato vantaggioso per entrambe le parti per aiutare a vedere più chiaramente. Chi ha fede dovrebbe accogliere la verità da qualunque fonte essa proviene. Non tutta la verità viene dalla scienza, ma molto si. Mi dispiace quando vedo cristiani che voltando le spalle alla scienza. Invece alcuni scienziati ritengono che la fede sia una questione di chiudere gli occhi e stringere i denti, credere a cose impossibili presentate da qualche autorità indiscutibile, un libro infallibile o una chiesa infallibili. Non è nulla di tutto questo».

    E’ opinione comune che i fisici siano statisticamente gli scienziati più credenti. Polkinghorne ne spiega il motivo: «Se si lavora in fisica fondamentale si è colpiti dall’ordine meraviglioso del mondo. Si è colpiti da un profondo senso di fondo e di meraviglia e questo porta le persone che lavorano nel campo della fisica fondamentale a chiedersi se ci sia una sorta di mente dietro a questo. I fisici utilizzano un linguaggio che comprende la “mente di Dio” quando scrivono per il grande pubblico. Vi è anche l’intuizione che il mondo è meravigliosamente ordinato in un modo che non sembra proprio essere una felice coincidenza. I fisici credono nella realtà invisibile, senza nemmeno pensarci. Credo che l’eseprienza personale suggerisce l’esistenza di Dio, una volontà e uno scopo e una mente dietro a tutto».

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    La Corea del Nord attacca Seul: l’ateismo comunista torna a far tremare il mondo

    Il comunismo ateo macina ancora oggi violenza e ideologia: la Corea del Nord ha attaccato la Corea del Sud, spaventando il mondo. L’attacco di Pyongyang, riporta  Il Corriere della Sera, è stato «intenzionale e pianificato» e costituisce una «chiara violazione dell’armistizio» tra le due Coree. Intanto è stata immediata la reazione dal principale partner economico della Corea del Nord, vale dire la Cina (anch’essa guidata ufficialmente dall’ateismo governativo), che si è detta «preoccupata» per la situazione venutasi a creare tra le due Coree. La questione è ancora più preoccupante poiché giorni fa Il Giornale aveva informato che la Corea del Nord ha costruito «rapidamente e in segreto» un nuovo impianto nuclerare dove, secondo i nordcoreani, sono già state installate 2.000 centrifughe. Totalitarismi atei alla riscossa e il mondo trema.

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    Nuovo anti-reality in TV: giovani in Terra Santa tra amicizia e Vangelo

    Nuovo programma sul canale digitale gratuito per l’infanzia, chiamato Boing. Cinque ragazzi del liceo (15-18 anni) a spasso sulle orme del Vangelo in Terrasanta, fra Israele e Palestina, seguiti passo passo dalle telecamere. Nel programma “6 in cammino“, i ragazzi entusiasti si lanciano in un’avventura fra scenari mozzafiato, incontri toccanti e letture del Vangelo. «Il programma vuole trasmettere un’esperienza vera di ragazzi veri, anzi è un antireality show – spiega Jaime Ondarza, amministratore delegato di Boing, ad Avvenire –. Saranno i ragazzi stessi a condividere con il pubblico la loro esperienza di vita in modo spontaneo e non a caso, la telecamera ogni giorno sarà affidata a uno di loro». Da una parte, quindi, c’è il viaggio vero e proprio, la scoperta di Gerusalemme e di Nazareth, del Lago di Tiberiade e del fiume Giordano guidati da Manolo Martini, già volto di Trebisonda. Dall’altra, aggiunge Ondarza, «c’è l’aspetto della riflessione e della spiritualità, che non si rivolge solo ai credenti, ma a tutti. Ogni tappa del percorso è legata alla lettura di un episodio del Nuovo Testamento fatta dagli stessi ragazzi. Gli adolescenti sono molto più profondi di quanto pensiamo. In quanto canale gratuito ci sentiamo servizio pubblico e quindi abbiamo presente la nostra responsabilità sociale verso le famiglie. Ecco, è giunto il momento di fare qualcosa di più. Riteniamo importante dare al pubblico un contenuto più spirituale, legato alla tradizione cristiana e cattolica italiana».

    Qui sotto un “promo” del programma.

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    La regione Veneto destina 2 milioni alle Chiese: «uniche risorse di valori»

    La regione Veneto, su proposta dell’assessore ai lavori pubblici Massimo Giorgetti (PDL), ha approvato un versamento di 2,2 milioni di euro finalizzati al restauro e alla manutenzione di Chiese e Oratori. Anche il Veneto, così come l’amministrazione del PD della regione Umbria (vedi Ultimissima 29/10/10), riconosce il grande apporto della religione cattolica e della Chiesa alla società italiana. Giorgetti infatti, riporta la Cronaca di Verona e del Veneto, afferma che: «le chiese, i patronati e gli istituti religiosi delle nostre città sono luoghi unici di dialogo e di incontro, dove vengono trasmessi, soprattutto ai giovani, quei valori e quegli ideali che appartengono alla nostra storia e alla nostra cultura, o dove le persone anziane hanno la possibilità di ritrovarsi e di stare insieme, superando la solitudine».


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