La Bibbia non è stata modificata nel tempo, la prova di Qumran

Possediamo i testi biblici originali? Oppure il testo è stato modificato e corrotto nel corso dei secoli? Non c’è più alcun dubbio dopo la scoperta dei Rotoli del Mar Morto e non esiste nessun altro libro antico il cui contenuto è stato meglio conservato nel tempo.

 
 
 

Come essere certi che le parole che leggiamo oggi nella Bibbia risalgano a quelle effettivamente scritte dai profeti, su inspirazione divina?

E, più in generale, l’Antico Testamento è stato alterato e modificato rispetto agli scritti originali?

Queste e altre domande hanno attraversato almeno una volta la mente di ogni credente e sono una delle accuse più utilizzate da chi si spende per convincere dell’infondatezza storica dei libri sacri della religione ebraica e cristiana.

La risposta è molto più semplice di quanto si pensi o perlomeno si è maturato un altissimo grado di certezza dopo la fondamentale scoperta nel 1947 dei rotoli del Mar Morto a Qumran.

Un ritrovamento importantissimo di centinaia di manoscritti contenenti i testi biblici, nascosti in anfore per preservarli dalla furia distruttrice dei Romani e risalenti ad una data sicuramente precedente il 70 d.C. (la scoperta ha anche aperto un dibattito accademico sulla possibile retrodatazione del vangelo di Marco).

 

La versione attuale dell’Antico Testamento

Innanzitutto occorre sottolineare che vi sono prove evidenti che il canone dell’Antico Testamento fu completato nel 450 a.C., mentre la traduzione greca dell’Antico Testamento (detta Versione dei Settanta) è datata circa al 250 a.C., avvenuta durante il regno di Tolomeo Filadelfo (285-246 a.C.).

Ma l’Antico Testamento che usiamo oggi è tradotto da quello che viene chiamato il testo masoretico, nome derivante dai Masoreti, cioè gli studiosi ebrei che tra il 500 e il 950 d.C. diedero all’Antico Testamento la forma che anche oggi conosciamo.

Fino a quando non vennero scoperte le grotte di Qumran, il più antico testo ebraico dell’Antico Testamento era il Codice di Aleppo risalente al 935 d.C.

 

La Bibbia non è stata cambiata nel corso dei secoli.

Grazie all’archeologia, Qumran ci ha donato dei manoscritti che precedono il testo masoretico di quasi mille anni.

Gli studiosi confrontarono fin da subito i manoscritti del Mar Morto con il testo masoretico, a caccia di differenze significative che si pensava avessero corrotto il testo originale (così come affermavano alcuni gruppi religiosi, come i musulmani ed i mormoni).

Ma dopo anni di attento studio si è concluso che i Rotoli del Mar Morto confermano in modo sostanziale che il nostro Antico Testamento è stato accuratamente conservato. Le pergamene sono risultate infatti quasi identiche al testo masoretico, con l’eccezioni di inevitabili errori di traduzione e differenze ortografiche minori.

Lo studioso Millar Burrows, una delle principali autorità sui manoscritti di Qumran e professore emerito alla Yale Divinity School, esclamò: «È una meraviglia sapere che nonostante il passaggio di mille anni il testo biblico abbia subito così poche modifiche. Come ho detto nel mio primo articolo sulle pergamene, “qui sta la loro principale importanza: a sostegno della fedeltà della tradizione masoretica!”»1Millar Burrows, The Dead Sea Scrolls, Viking Press 1955, p. 304.

Un componente dell’equipe editoriale dei Rotoli del Mar Morto affermò a sua volta che essi «confermarono la grande affidabilità con la quale il testo ebraico era stato conservato nel corso dei mille anni compresi tra l’epoca di Qumran e quella in cui furono copiati i manoscritti medievali più antichi»2F. García Martínez e J. Trebolle Barrera, Gli uomini di Qumran, Paideia 1996, p. 168.

L’esempio più clamoroso fu quello del Libro di Isaia, i due testi (mesoterico e le pergamene di Qumran) erano praticamente identici.

Ad esaminarlo fu, tra gli altri, l’eminente biblista americano Gleason Archer Jr., che giunse a questa conclusione: «Anche se le due copie di Isaia scoperte nella Grotta 1 di Qumran vicino al Mar Morto nel 1947 risalivano a mille anni prima rispetto al più antico manoscritto in nostro possesso (980 d.C.), dimostrarono di essere identiche alla nostra Bibbia ebraica in oltre il 95%. Il 5% delle variazioni presenti consisteva principalmente in variazioni ortografiche»3G. Arciere, A Survey of Old Testament. Introduction, Moody Press 1985, p. 25.

 

Nessun altro libro è stato meglio conservato dall’originale.

Non esiste alcun libro antico che può vantare un passato così trasparente.

Per questo il paleografo e papirologo britannico, Sir Frederic Kenyon, presidente della British Academy, scrisse: «Nessun altro libro antico ha documentazioni del suo testo altrettanto primitive e copiose, e nessuno studioso imparziale negherebbe che il testo che ci è pervenuto è sostanzialmente accurato»4citato in F. García Martínez e J. Trebolle Barrera, Gli uomini di Qumran, Paideia 1996, p. 184.

Gli fece eco lo studioso William Henry Green: «Si può affermare con sicurezza che nessun’altra opera antica ci è pervenuta in forma così accurata»5citato in F. García Martínez e J. Trebolle Barrera, Gli uomini di Qumran, Paideia 1996, p. 184.

La redazione

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8 commenti a La Bibbia non è stata modificata nel tempo, la prova di Qumran

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  1. Patrizio ha detto

    ma l’accusa si riferisce al fatto che sono le affermazioni bibbliche ad essere corrotte (cioè non veritiere, mitologiche) non la loro datazione!

    La schiavitù degli ebrei in egitto e il loro esodo, la figura di Mosè ecc. sono un esempio di fatti storicamente infondati.

    • Laura ha detto in risposta a Patrizio

      In realtà le accuse sono molte, una è che oggi si leggerebbero passi non risalenti ai profeti. Poi c’è l’altra accusa sulla storicità ma ovviamente è un altro discorso e quelli che tu chiami fatti infondati sono ovviamente una tua opinione.

    • Rick ha detto in risposta a Patrizio

      “La schiavitù degli ebrei in egitto e il loro esodo, la figura di Mosè ecc. sono un esempio di fatti storicamente infondati” assolutamente no e lo dimostrano le ricerche storiche e archeologiche degli ultimi anni, poi che uno creda o no al racconto biblico è un fatto di fede, ma che effettivamente gli ebrei (in generale popoli semitici) vissero in Egitto (nell’ultimo periodo in schiavitù) e lo lasciarono con un esodo (che forse avvenne a più ondate e con numeri notevolmente inferiori a quelli descritti nell’Antico Testamento) sono fatti altamente probabili per molti studiosi, corroborati anche da alcuni insediamenti semitici ritrovati in Egitto.
      Per chi fosse interessato c’è un bel documentario su Focus di cui lascio il link youtube https://www.youtube.com/watch?v=qKmR06RdjSY e questi articoli niente male https://storiedistoria.com/2017/03/lesodo-degli-ebrei-mito-o-evento-storico/
      http://gioiant.altervista.org/lesodo-biblico-e-un-fatto-storico-o-pura-finzione/

    • CarloMarko22 ha detto in risposta a Patrizio

      Nessun fatto nella storia è discutibile, ad eccezione della Bibbia. Non è Patrizio ?

  2. Alx ha detto

    Come se la cosa avesse la benchè minima importanza.

    • Laura ha detto in risposta a Alx

      Beh può non aver importanza per te, legittimamente. Ma questo non significa che non sia importante per milioni di altre persone.

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