Corte Suprema britannica, sentenza storica a favore dei pasticceri perseguitati dalla lobby LGBT

Lgbt e libertà d’espressione. Una decisione storica della Corte Suprema del Regno Unito sul “caso Ashers”, in cui per la prima volta viene legittimata la libertà di coscienza anche in un Paese notoriamente gay-friendly.

 

La Corte Suprema del Regno Unito ha emesso ieri una sentenza storica a favore della libertà di coscienza e di espressione, negli ultimi anni minacciata sopratutto dalla lobby LGBT.

È il caso di una coppia di pasticceri dell’Irlanda del Nord, Daniel e Amy McArthur (nella foto a sinistra), responsabili della catena Ashers Baking Company, che si sono rifiutati di eseguire la commissione di una torta con l’immagine di Bert e Ernie, due pupazzi (nati per trasmettere il valore dell’amicizia ai bambini, ma che la lobby gay considera omosessuali), accompagnata dal messaggio: “Sostengo il matrimonio omosessuale”.

Il caso risale al 2014 e la torta è stata commissionata da un noto attivista gay, Gareth Lee, che ha avviato contro loro una feroce battaglia legale dopo che i pasticceri di Belfast non hanno accettato l’incarico in quanto il messaggio era contrario alle loro convinzioni religiose e morali. Lee ha sostenuto di essere stato discriminato in base al suo orientamento sessuale e la polemica è arrivata alla Corte Suprema.

Aiutati dagli avvocati de The Christian Institute, sia legalmente che economicamente, i pasticceri si sono difesi e hanno incredibilmente vinto. Cinque giudici della più alta corte del Regno Unito hanno infatti emesso una sentenza definita “storica”, sopratutto per un Paese considerato gay-friendly. E’ stato infatti sostenuto che i responsabili di Ashers hanno agito legalmente, senza discriminazione alcuna. Daniel McArthur, assieme alla moglie, hanno espresso gioia e sollievo, aggiungendo: «so che molte persone saranno felici perché questa decisione protegge finalmente la libertà di espressione e libertà di coscienza di tutti. Non abbiamo detto di “no” al cliente ma al messaggio che il cliente voleva veicolare attraverso la nostra arte».

Il caso Ashers è stato chiaramente dibattuto a livello nazionale ed è costato alle casse pubbliche circa 500mila sterline (570mila euro), a cui vanno aggiunte 250mila sterline investite dalla Equality Commission for Northern Ireland per difendere l’attivista Lgbt. Un organismo che è finito sotto il fuoco della polemica per aver sperperato decine di migliaia di sterline per una battaglia ideologica, tanto che viene definita la “torta più costosa della storia del Paese”.

La sentenza è significativa non solo per l’Irlanda del Nord, ma per l’intero Regno Unito. «Nessuno deve essere costretto ad avere o esprimere un’opinione politica in cui non crede», ha concluso la Corte Suprema. Il caso è sovrapponibile a quello del giugno 2018, da noi raccontato, del pasticcere di Denver, Jack Phillips: anche lui rifiutò una torta per un matrimonio gay e fu difeso dalla Corte Suprema degli Stati Uniti che, anche in quel caso, si pronunciò storicamente in questo modo: «Le obiezioni religiose e filosofiche al matrimonio gay sono idee protette e in alcuni casi forme di espressione protette». E’ possibile che i giudici inglesi abbiano tenuto conto anche di questo precedente aperto dalla Corte americana.

Auguriamo ai McArthur, così come avvenuto al pasticcere Phillips, che la loro pasticceria si riempia di nuovi clienti e di tutti i sostenitori della libertà d’espressione contro quella che si sta sempre più caratterizzando come una dittatura arcobaleno. Il “caso Barilla”, in Italia, è lì a dimostrarlo.

La redazione

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24 commenti a Corte Suprema britannica, sentenza storica a favore dei pasticceri perseguitati dalla lobby LGBT

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  1. Tiziana ha detto

    A noi la battaglia a Dio la vittoria!

  2. Umpalumpa ha detto

    La frase della sentenza, richiamando l’articolo è: “nessuno deve essere costretto ad avere o esprimere un’opinione politica in cui non crede”

    Non sono un giurista, ma mi sembra che con questa sentenza – e con queste parole in particolare – siamo andati ben oltre alla tutela della libertà di espressione o di religione.

    Viene riconosciuto a livello giurisprudenziale, tra l’altro in un paese di common law, che le istanze lgbt non sono dei diritti civili nè tantomeno dei diritti “assoluti” a cui tutti devono uniformarsi, consentendo al massimo il dissenso solo esclusivamente grazie alla libertà di espressione.
    E’ stato stabilito ben di più: le politiche lgbt (com’è ovvio) rappresentano una semplice “opinione politica”. In quanto tale si può concordare o meno, senza neppur dover ricorrere alla libertà di espressione.

    Gli effetti di questo distinguo potrebbero essere notevoli.
    Un conto è paragonare le istanze lgbt (utero piuttosto che matrimonio gay) all’abolizione della schiavitù. Altro discorso è paragonarle all’introduzione del “bonus 80 euro”.

    Cmq accetto e spero di ricevere risposte da persone più ferrate di me in diritto e sentenze varie (cosa abbastanza semplice).

    • Burt ha detto in risposta a Umpalumpa

      Non sono un giurista ma forse la motivazione sta sulla frase da scrivere sulla torta:
      “Sostengo il matrimonio omosessuale “
      Sembra che per chi lo ha dettato , che tale matrimonio non sia ancora un diritto e lo rivendichi ,mentre in chi si è opposto alla sua scrittura sia contrario .

      • Acero ha detto in risposta a Burt

        Umpalumpa e Burt,
        non so se sono più preparato di voi, ma, per quel che vale, proverò comunque ad esternare la mia opinione. Naturalmente, Umpalumpa ha ragione quando afferma che i diritti LGBT non sono diritti assoluti, ma ciò è solamente dovuto al fatto che, in realtà, nessun diritto è assoluto, cioè incomprimibile, nemmeno quelli che vengono chiamati “umani” o “fondamentali”, come il diritto alla vita(pensiamo, ad esempio, alla legittima difesa o all’aborto). Tuttavia, non vedo da cosa si possa dedurre l’esistenza dell’antitesi prospettata da Umpalumpa: l’esistenza di un diritto in capo a Tizio e il fatto che Caio esprima un opinione politica per avversarlo non sono due concetti che si escludono mutualmente. Molto semplicemente, può capitare che due diritti ugualmente fondamentali siano in contrasto tra di loro, in modo che per realizzarne uno occorra per forza sacrificarne un altro; solo momentanemente, pero’: il fatto che uno dei due, nel bilanciamento di interessi, debba cedere, non fa venire meno la sua qualità di diritto fondamentale, che infatti potrà essere spiegata in tutte le altre occasioni. Pensiamo al caso di un Testimone di Geova che, in virtù delle sue concezioni religiose, pretenderebbe di vietare delle trasfusioni di sangue al figlio: nel nostro ordinamento, il diritto alla salute del figlio prevale su quello alla libertà religiosa del padre, che nondimeno rimane un diritto fondamentale, anche se temporaneamente compresso. Torniamo al caso della legittima difesa: nessuno può essere obbligato a scrivere su una torta un’opinione come “la difesa è sempre legittima”, come viene ripetuto da certe forze politiche, ma questo di certo non implica che essa non sia un diritto, sebbene il suo ambito di estensione possa essere oggetto di opinioni politiche contrastanti.
        Ciò non toglie, chiaramente, che finchè le varie istanze non vengono tradotte in diritti, a livello legislativo o giurisprudenziale, esse rimangono pur sempre delle opinioni.
        Spero di essere stato sufficientemente chiaro ed esaustivo.

        P.S. Credo che fosse questo il senso del discorso di Umpalumpa, ma ovviamente, nel caso in cui io abbia male interpretato, si accettano sempre dei chiarimenti.

  3. Max De Pasquale ha detto

    Incredibile, devo ammettere che non ci speravo. Questi pasticcieri hanno vinto come sentenza di appello; la prima sentenza, invece, era stata contro di loro.

    • Klaud ha detto in risposta a Max De Pasquale

      Ma allora vuol dire che potrò rifiutarmi di confezionare una torta con scritto: “Dio c’è”? 😆

      • Gennaro ha detto in risposta a Klaud

        Prendo la tua ironia in modo serio… l’esistenza di Dio non provoca alcuna riprovazione morale e nemmeno chi non vi crede giustifica il suo ateismo per altre motivazioni e non chiama in causa l’obiezione di coscienza. Quindi non provarci, furbetto e corri a fare una torta cristiana 😉

      • Preghierecorte ha detto in risposta a Klaud

        Si certo, potevi farlo giá prima, senza alcun problema.

      • Max De Pasquale ha detto in risposta a Klaud

        Per me non c’e’ problema, Klaud.

        Purche’ tu non mi imponga di raffigurarti con spaghetti e colapasta in testa, nel qual caso sarei tentato di farlo 😉

      • Sebastiano ha detto in risposta a Klaud

        Perché prima era vietato?

        • Klaud ha detto in risposta a Sebastiano

          No di certo, non si capisce perché si sia dovuto arrivare al tribunale.
          Io non faccio il pasticcere, ma se una commissione non mi piace non l’accetto, con o senza la decisione del tribunale.

  4. giuliano ha detto

    Il Paese dei fuori di testa sui problemi etici (Alfie Evans insegna…).
    C’è da stupirsi di come sia andata a finire la storia dei McArthur, chissà cosa c’è sotto….

  5. Cappone ha detto

    l’esistenza di Dio non provoca alcuna riprovazione morale

    Invece si.. il dio cristiano è un concetto altamente immorale per una lunghissima serie di motivi estremamente validi e importanti e avrei tutte le ragioni per promuovere la mia obiezione di coscienza, a partire dai principi democratici contrari a ogni forma di teocrazia, che il vostro dio rappresenta.

    In generale potrei anche appartenere ad una religione che per motivi reali o inventati, come quelli che avete inventato voi contro i gay, mi vieta di fare torte ai cristiani.

    L’obiezione di coscienza non prevede alcuna giustificazione.

    Siete favorevoli all’obiezione di coscienza giusto?

    • Brunello ha detto in risposta a Cappone

      Non hai la minima conoscenza del Vangelo,vediamo se indovini chi ha detto la frase “Dare a Cesare quello che e’ di Cesare e a Dio quello che e’ di Dio”

    • Mister R. ha detto in risposta a Cappone

      Cappone

      Lei ed altri si sbrigherebbero prima dicendo: “Il colpo più duro che l’umanità abbia ricevuto è l’avvento del cristianesimo.”
      Indovini chi pronunciò questa frase…

  6. Cappone ha detto

    Ricordiamo con giubilo e felicità prorompente il recente fallimento del referendum contro i matrimoni gay in Romania.

    A noi la battaglia a noi la vittoria!

  7. Cappone ha detto

    Non hai la minima conoscenza del Vangelo,vediamo se indovini chi ha detto la frase “Dare a Cesare quello che e’ di Cesare e a Dio quello che e’ di Dio”

    Non so chi abbia coniato quell’espressione, ma che c’entra con l’obiezione di coscenza e con il mio post?

    Diciamo però che so con precisione chi pronunciò le seguenti frasi:

    “È necessario, ai fini della salvezza, che ogni creatura sia sottomessa al papa

    Il potere temporale è subordinato a quello spirituale, così che il potere temporale è giudicato da quello spirituale”

    per cui è lecita la massima obiezione di coscienza contro i cristiani.

    https://www.uccronline.it/2018/08/09/largentina-respinge-laborto-storico-voto-grazie-a-donne-e-chiesa/

    ma non c’entra con i gay!!

    • andrea g ha detto in risposta a Cappone

      Lei, cappone-Shiva, ritiene di soffrire a causa
      della religione cattolica?
      Cos’è successo nella sua vita, può rispondere?
      Di fatto, il mondo è pieno di gente che non
      crede in Dio, ma non è minimamente ossessionata
      come lo è invece lei: e dunque?

    • andrea g ha detto in risposta a Cappone

      Altra cosa: “è lecita la massima obiezione di coscienza contro i cristiani”.
      Cosa intende, all’atto pratico?
      Venga al dunque, cappone-

    • Mister R. ha detto in risposta a Cappone

      Cappone

      “Dare a Cesare quello che e’ di Cesare e a Dio quello che e’ di Dio”

      Uno degli insegnamenti più famosi dell’uomo chiamato Gesù di Nazareth…

      Mo postato quel link per avere la sua opinione al riguardo.

  8. andrea g ha detto

    Da quando ha deciso, sig. shivacappone, che la sua vita doveva
    essere impegnata in una furiosa missione:
    la distruzione del Cattolicesimo?
    Coraggio, non sia timido, dica tutto.

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