L’ossessione per i “nuovi diritti”: una ideologia statalista (video)

DirittoNell’agosto scorso a Rimini si è svolto l’annuale Meeting per l’amicizia tra i popoli organizzato da Comunione e Liberazione. Il messaggio di saluto di Papa Francesco ha aperto i lavori e tanti appuntamenti ed incontri si sono rivelati come sempre molto interessanti.

In particolare torniamo a riprendere oggi -dopo parecchi mesi- il dibattito sul tema dei “diritti” o “nuovi diritti”, l’ossessione moderna del veder legittimato qualunque desiderio. Ne hanno parlato Andrea Simoncini, docente di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Firenze, Orlando Carter Snead, docente presso il Center for Ethics and Culture dell’University of Notre Dame (USA) e Tomaso Emilio Epidendio, Assistente di Studio alla Corte Costituzionale.

 

 

Durante l’introduzione, il prof. Andrea Simoncini ha riflettuto sul fatto che queste richieste sono espressioni di una domanda/desiderio e che non vanno demonizzate a prescindere, piuttosto occorre domandarsi se la loro realizzazione davvero risponderà all’esigenza di libertà degli uomini. Davvero all’ottenimento di questo presunto diritto gli uomini otterranno quello che cercano per essere liberi? In realtà, spiega il giurista, «il diritto nato per porre un limite al potere dell’uomo sull’uomo, oggi finisce per essere lo strumento che rimuove ogni limite al potere dell’uomo sull’uomo», ma la cosa ancor più paradossale è che «la richiesta ossessiva di nuovi diritti non libera l’uomo dalle dipendenze ma, in realtà, ne crea una gigantesca: la super-dipendenza dallo Stato, che è l’unico erogatore, difensore e controllore di questi diritti».

Il prof. Carter Snead ha invece spiegato perché la Chiesa e i cattolici fanno bene ad essere cauti nell’accodarsi al carrozzone dei cosiddetti e presunti “diritti umani”, formulazione nata in ambito illuminista per un uomo concepito come un insieme di volontà e desideri, radicalmente slegato dagli altri verso i quali esiste un rapporto strumentale di utilità per il raggiungimento dei propri obiettivi (una comunità di stranieri che si riuniscono per vantaggi reciproci e avversari isolati difesi dall’armatura dei diritti). Il massimo bene di questa persona è l’autonomia e il raggiungimento degli obiettivi che si è costruito, dove non esistono vincoli/restrizioni naturali alla natura del desiderio. L’ingiustizia è concepita come il vincolo verso gli obiettivi che l’uomo si è costruito e il ruolo dello Stato è quello di rimuovere i vincoli (sociali, naturali, religiosi ecc.) che ostacolano questo raggiungimento. Quando si parla di “diritti” nella bioetica pubblica si concepisce questo tipo di uomo: tutte le argomentazioni a favore dei presunti “diritti umani”, infatti, fanno perno sul concetto di autonomia e autodeterminazione. Il bambino nella bioetica laica è concepito come l’oggetto del volere dei genitori, il vettore nel quale i genitori riversano le proprie aspirazioni, un prodotto che può essere accolto o respinto nella misura in cui collima con i desideri dei genitori. Per correggere questa concezione impoverita di uomo e di diritti umani, il prof. Snead auspica un recupero di significato vero di persona umana, la quale è dignitosa dal concepimento alla morte naturale indipendentemente dalla sua salute, dalle sue funzioni mentali, dal fatto che sia un peso o meno per gli altri, dal suo sesso, dalla sua età ecc. Non esistono “persone non umane”, neologismo creato per escludere alcune categorie di persone dalle persone stesse, i rapporti con gli altri non sono strumentali ma di solidarietà e comunità, siamo esseri relazionali e radicalmente collegati agli altri.

Il giurista Tomaso Emilio Epidendio ha infine rappresentato la realtà odierna evidenziando come ci abbiano fatto credere che «promettere e sopratutto esaudire un desiderio sembra innocuo», il mito del diritto mite cioè il diritto non fa male. «Questo è il motivo del successo di tanti diritti “scomodi”», ha affermato. «Che cosa ci perdo io? Ci guadagna solo qualcun’altro». Il linguaggio dei diritti viene usato appositamente nella sua ambiguità: il “diritto al figlio” può voler dire rivendicare giustamente il diritto della coppia ad avere un figlio contro il controllo statale delle nascite, ma anche aver diritto ad un (o su un) figlio, a spese dello Stato. E può significare ricorrere alle tecniche biomediche per avere figli innaturalmente. Lo slogan “diritto al figlio” nasconde i suoi eventuali risvolti eugenetici e censura l’interesse del bambino, il quale ad esempio vedrà moltiplicarsi le figure genitoriali o verrà privato di una madre o di un padre in caso di adozione omosessuale. Il diritto, ha spiegato Epidendio, è diventato un idolo, un’identificazione morale con il diritto.

La redazione

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7 commenti a L’ossessione per i “nuovi diritti”: una ideologia statalista (video)

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  1. Dario* ha detto

    Segnalazione typo, penultima riga del penultimo paragrafo:
    siamo esserE relazionali –> esserI

  2. Umpalumpa ha detto

    Scusate…non centra molto..Articolo del Corriere di oggi

    http://www.corriere.it/scienze/cards/omosessualita-animalicomportamento-anomalo-o-dna/strana-coppia-otaria-maschio-pinguino-reale.shtml

    La strana coppia otaria-pinguino, descritta come amore gay: “isola di Marion, nell’oceano Indiano, sono stati osservati e documentati dai ricercatori dell’Istituto di ricerca sui mammiferi dell’Università di Pretoria almeno quattro casi di rapporti tra maschi di otaria orsina antartica e pinguini reali (non identificati sessualmente). Le ragioni non sono spiegabili fino in fondo, ma la questa sorta di accoppiamento misto (oltre che probabilmente omosessuale) è sufficientemente ricorrente da far pensare che in un questa zona circoscritta sia diventata una prassi”

    Ora…basta una semplicissima ricerca in internet per “scoprire” che non si tratta affatto di amore gay o bisessuale, nè tantomeno l’esempio di natura buona e bucolica dove tutti si amano. Anzi..i fatti e la realtà sono che il maschio dell’otaria “in preda” agli ormoni, non trovando le femmine disponibili (scarse in quell’isola e x la presenza di altri maschi più grossi), preda i pinguini, ci si accoppia e poi alle volte li sbrana. Avete presente il vostro cane quando prende la coperta, se la monta e magari la morde pure un po’? e quando la si trova in mezzo al giardino, si trova la copertà un po’ sbrindellata? bene. Il concetto è pressochè lo stesso. Solo che al posto della coperta c’è il pinguino, che ha l’unica sfortuna di trovarsi in una spiaggia in cui ci sono animali più grossi di lui. Perchè nel regno animale non c’è Giustizia, vige la legge del più forte, con buona pace degli animalisti.

    http://www.blitzquotidiano.it/photogallery/otarie-maschi-senza-femmine-abusano-di-pinguini-sesso-poi-una-volta-uccidono-2026190/
    http://www.ilpost.it/2014/11/20/foche-sesso-pinguini/

    • Francesco F. ha detto in risposta a Umpalumpa

      Se tu avessi letto l’articolo completo avresti visto che quello è solo un caso citato tra altre decine di casi meglio circostanziati. Nessun etologo ha infatti certificato che il caso dell’otaria orsina si trattasse di accoppiamenti omosessuali o ha avanzato ipotesi sul vantaggio evoluzionistico per le otarie. E’ meglio quindi attenersi al resto dei numerosi casi meglio conosciuti e studiati.

      • Umpalumpa ha detto in risposta a Francesco F.

        Vorrei pure vedere se qualche etologo l’avesse fatto.

        Il fatto che un caso così talmente chiaro sia stato usato in un articolo simile, fa riflettere.

        Gli altri casi…mi piacerebbe studiarli. Purtroppo faccio un altro lavoro. Però vorrei verificare quanti di questi “rapporti” sono ricercati da entrambi gli esemplari in maniera “libera” e quanti invece sono frutto della prevaricazione dell’esemplare più forte sul più debole. Inoltre vorrei verificare quanti di questi “rapporti” siano effettivamente di natura sessuale. Perchè se 2 uccelli si becchettano a vicenda e vivono assieme, non hanno alcun rapporto sessuale. Sarebbero molto più paragonabili ad amici più che ad amanti.

        Ma a parte questo, mi aveva colpito il fatto delle otarie e i pinguini, perchè era lampante che si trattava di tutt’altro

        • Francesco F. ha detto in risposta a Umpalumpa

          Ma scusa, stai parlando di un articolo del Corriere, non di una rivista scientifica. E comunque la giornalista, nelle sole quattro righe di spiegazione, non dice che il caso dell’otaria sia di omosessualità e non ne specifica il supposto vantaggio evolutivo. Hai preso insomma la notizia meno interessante al caso.

          • Umpalumpa ha detto in risposta a Francesco F.

            “E comunque la giornalista, nelle sole quattro righe di spiegazione, non dice che il caso dell’otaria sia di omosessualità”
            Ma leggiamole le quattro righe (te le avevo anche riportate).
            “…questa sorta di accoppiamento misto (oltre che probabilmente omosessuale) è sufficientemente ricorrente da far pensare che in un questa zona circoscritta sia diventata una prassi”

            Meglio attenersi ai casi più circostanziati? D’accordissimo, ma non l’ho inserito io nell’articolo.
            Gli altri casi “circostanziati” mi lasciano perplesso. Innanzitutto non sto dicendo che in natura non ci siano rapporti sessuali fra esemplari dello stesso sesso. Magari ci sono. Però, così al volo, prendendo un altro caso, quello del “branco” di leoni maschi, a me non ha sorpreso particolarmente e non ci vedo l’omosessualità. I branchi di leoni solitamente sono formati da un capobranco maschio, molte femmine, cuccioli. Quando un cucciolo maschio cresce, ha 2 alternarnative: o sfida il capobranco o se ne va. Solitamente se ne va. Alle volte assieme ad altri giovani maschi per avere maggior probabilità di sopravvivvere. Poi ciascun maschio cercherà di formarsi un proprio branco, sfidando altri capibranco oppure resteranno assieme tutta la vita o si disperderanno in solitaria perchè non sono abbastanza grossi per sfidare altri leoni. In soldoni funziona così.
            Sarebbe interessante vedere se questi raminghi hanno rapporti sessuali fra di loro, oppure no. A me non risulta, però magari sbaglio. Innanzitutto senza confondere un rapporto sessuale con un “semplice” atto di dominazione. Sarebbe come confondere un rapporto sessuale umano con una stretta di mano o un pugno in testa. Intendo, che anche i cani maschi o femmine fra di loro si “montano” sulla schiena, ma in quel caso non c’è alcun rapporto sessuale. E’ semplicemente un gesto di dominazione o sottomissione.
            In secondo luogo, se c’è questo rapporto sessuale, sarebbe interessante vedere se è una “libera” scelta di entrambi, oppure semplicemente lo sfogo del più forte sul più debole. Anche in quel caso, non c’è l’omosessualità, semplicemente il più debole è trattato come un oggetto. L’esempio dell’otaria sul pinguino è l’esempio perfetto, oppure del cane con la coperta.
            In terzo luogo, se la convivenza liberamente scelta è dovuta per un fine di accoppiamento “ludico”, ossia non finalizzato alla procreazione ma solo al divertimento, oppure non centra niente l’accoppiamento ma il fine è solo quello di dividersi i lavori. In quel caso il comportamente sarebbe molto più paragonabile ad un’amicizia, al limite ad una società commerciale, piuttosto che ad un’eventuale omosessualità. Questo riguarda l’altro caso, gli albatros delle hawaii.
            Più interessate è il discorso dei primati. In quel caso sembrerebbe che si diano reciprocamente piacere sessuale a prescindere dal sesso e dal fine “procreativo”. Ammesso che sia vero, è giusto parlare di omosessalità? potrebbe non esserlo affatto ma essere paragonabile allo spulciarsi a vicenda. Provano piacere nello spulciarsi e nell'”accarezzarsi”.

            Ad ogni modo, sono ignorante sul tema. Quindi è probabile che sia completamente fuori strada.
            Mi aveva solo fatto riflettere l’esempio dell’otaria.
            Ciao 😉

  3. Blas ha detto

    La base del problema é che npi cattolici abbiamo dimenticato che non abbiamo “diritti”. Tutto é dono del Signore.

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