Rodotà chiede al comune di Bologna di non risparmiare

Stefano RodotàNonostante il 70% dei bolognesi non sia per nulla turbato dal fatto che il Comune finanzi le scuole paritarie (usando lo 0,8% del bilancio totale del Comune), il giurista Stefano Rodotà non si arrende ed è tornato a chiedere al governo di tenere conto del risultato del recente referendum contro le scuole paritarie nel quale soltanto 50mila persone, su 300mila, ha dato credito alla sua iniziativa (e a quella di pochi estremisti rossi) tentando di modificare lo status quo.

La maggioranza dei cittadini non ha colto l’occasione fornita dal referendum (seppur consultivo) e, come spiegato da Stefania Giannini, rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, «ha implicitamente premiato il sistema integrato vigente».

Il giurista di “Repubblica” ha insistito a citare l’articolo 33 della Costituzione che riconosce il diritto dei privati “di istituire scuole senza oneri per lo Stato, nonostante gli sia già stato spiegato ed insegnato da Nicolò Zanon, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Milano e membro del Consiglio Superiore della Magistratura, che «non si tratta di istituire scuole, ma di far funzionare quelle che già ci sono. Nel caso concreto non solo non ci sono oneri per lo Stato; l’amministrazione comunale, a fronte di un contributo di un milione, ci guadagna molto di più, riuscendo a soddisfare una domanda di servizi alla quale diversamente non riuscirebbe a rispondere». Ha dunque commentato questi tentativi come «una lettura forsennatamente giacobina della nostra Costituzione, già documentata in altre occasioni sia da questa battaglia antiparitaria, sia da alcune note manifestazioni pubbliche. C’è un’area culturale radical-giacobina che crede di interpretare la purezza originaria dei valori della Costituzione, in realtà la tradisce dandone una lettura fuorviante e parziale». Andrea Simoncini, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Firenze, ha continuato: «Chiunque abbia studiato la Costituzione sa bene che il “senza oneri per lo stato” non voleva impedire allo Stato di sostenere le scuole nate dalla società civile» (qui un altro approfondimento su questo specifico punto).

Ma Rodotà non ci sente, non gli importa nulla del risparmio, non gli importa nulla dell’efficienza del sistema scolastico bolognese, non gli importa se all’estero le scuole paritarie sono totalmente finanziate dallo Stato, non gli importa della libertà di scelta educativa da parte delle famiglie. Lo Stato padre-padrone deve educare a tutti i costi il cittadino e vanno osteggiate tutte le forme di sussidiarietà verso iniziative che nascono dalla società e dal popolo. E’ una questione di ideologia e lo dice lui stesso: si tratta di «principi che non possono rimanere sulla carta e che, quindi, non possono essere messi tra parentesi con l’argomento dei vincoli imposti dalla crisi economica». Eh già, chi se ne importa della crisi economica e delle famiglie che non sanno arrivare a fine mese, quel che conta sono i principi (suoi)! D’altra parte lui non avrà certamente problemi se il Comune sarà costretto ad aumentare le tasse ai cittadini per cercare di far fronte al costo degli alunni che non potranno più frequentare le ormai fallite scuole paritarie. La sua pensione d’oro a 8.455 euro al mese continuerà a riceverla, come ha fatto notare Beppe Grillo.

In realtà quel che si nasconde dietro i tentativi di Rodotà e tutti i laicisti anticlericali che si sono schierati contro le paritarie (Odifreddi, Augias, Flores D’arcais, Sabrina Guzzanti ecc.) è il tentativo di “neutralizzare le identità cattoliche negli spazi pubblici” mascherando il tutto da battaglia referendaria in favore delle scuole “pubbliche”, secondo la lucida riflessione di Giuseppe Monteduro, assegnista di ricerca in Sociologia presso l’Università di Bologna. Ovvero, il senso profondo di tale iniziativa sta in una concezione distorta del concetto di laicità. In realtà, «proprio in nome della laicità figlia della cultura occidentale, occorre chiedere con forza che lo spazio pubblico torni ad essere lo spazio di tutti, di ciascuno, e nel quale ogni cultura possa contribuire al bene dell’intera comunità».

Come ha spiegato infine Virginio Merola, sindaco di Bologna (Pd), il finanziamento alle paritarie non è nemmeno una questione economica: «noi non eroghiamo fondi alle scuole paritarie solo perché siamo costretti dalla difficile situazione economica, lo facciamo perché è giusto farlo». In ogni caso, ha detto, «su trentasei milioni di budget, uno lo giro alle paritarie, come facciamo da vent’anni. Accolgono 1500 ragazzi. Noi con un milione in più ne ospiteremmo 150». E buonanotte ai sognatori statalisti.

La redazione

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97 commenti a Rodotà chiede al comune di Bologna di non risparmiare

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  1. MarcoF ha detto

    Chissà perchè non gli sfiori l’idea di godersi la pensione e la vita da nonno…..

  2. Andrea. ha detto

    Intanto non avrei citato Grillo che tra gli altri “meriti” ha avuto quello di tirar fuori di nuovo l’altrimenti ormai dimenticato Rodotà…

    Poi io avrei forti dubbi sulle sue capacità da giurista, vista la lettura ideologica ed ottusa che dà della Costituzione e del Codice io mi fiderei sempre poco di una figura così parziale. Grillo ha un bel da dire sulla sua pensione d’oro, l’ha tirato fuori di nuovo ed ora ce lo dobbiamo sorbire!

    • Controinformato ha detto in risposta a Andrea.

      da ex-simpattizzante dei 5 stelle
      Grillo NON ESISTE!!!
      Mi ricordo quando nei suoi tour etichettava come “incantesimo” i politici e giornalisti che li tenevano in vita tramite la televisione, ebbene adesso lui stesso è diventato un “incantesimo” (e questo a prescindere dai suoi sproloqui giacobini). Un comico fallito tenuto in vita da Casaleggio che gli passa il blog, gli pubblica i documentari e gli ha scritto il programma del “suo” movimento.

      Avete presente gli speaker della pubblicità? Quelli che vomitano slogan insulsi e subdoli per accalappiare il consumatore? Pensate davvero che lui creda a quello che sta dicendo? Oppure semplicemente parla perché l’azienda che vende il prodotto lo paga apposta?
      Grillo è solo un banditore, uno speaker, un venditore ambulante che al posto di “cocco bello!” grida “tutti a casa!” e continuerà a farlo finché Casaleggio lo mantiene, a prescindere se sia convinto oppure no di quel che dice.
      quindi basta parlare di Grillo, perché NON ESISTE!

      per quanto riguarda il Movimento e la loro lettura “ideologica ed ottusa” (io direi più “idolatra”), a loro interessa incamerare lo scontento per acchiappare voti e consensi (un po’ come quei tizi in camicia nera che andavano tanto di moda negli anni ’20 e ’30) quindi che importa se la guerra è pace, l’ignoranza e forza, la libertà è schiavitù o il contrario; quello che importa è alimentare il malcontento per poi vendere valvole di sfogo.

      concludo questo logorroico (e delirante) commento con il loro slogan originale:
      Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?) NOI NEPPURE!!!

      • Andrea. ha detto in risposta a Controinformato

        Si dice “Grillo” per avere un riferimento, poi chi ha anche solo fatto una piccola ricerca con un motore di ricerca qualsiasi sa che lì comandano Casaleggio ed il grande Oriente d’Italia…

      • Daniele ha detto in risposta a Controinformato

        Comunque tra i Senatori e Deputati del M5S si sta creando una frangia che vuole essere autonoma da Grillo&Casaleggio.

        • Kosmo ha detto in risposta a Daniele

          …per andare in bocca al PD e a SEL (cioè il loro alveo naturale), far cadere Letta (o condizionarlo pesantemente) per formare un nuovo governo di estrema sinistra.

          • edoardo ha detto in risposta a Kosmo

            La sinistra ha una ed una sola cosa in mente: fare pressioni sul PD e tirarlo nuovamente a sinistra, perché sanno bene che da soli il governo lo vedono col binocolo.
            Senza PD non andranno mai e poi mai al governo, ma nel PD ci sono i cattolici e questo è un gravissimo intoppo per loro.
            Se non si sbarazzano di questi cattolici il PD non sbanderà mai a sinistra e Vendola resta da solo, o con alleanze posticce che si esauriscono nell’arco di una meteora, perché non nascono da idee, ma solo da esigenze strategiche.
            La nascita del PD, per la sinistra è stato un disastro.
            Negli anni 2000 la scena politica italiana è stata bloccata dal berlusconismo, che ormai si sta dileguando, dando non pochi grattacapi al centrodestra, dunque per la sinistra questa potrebbe essere l’occasione di arrivare al potere, ma senza PD per loro è più irraggiungibile della Luna.
            I voti dei 5stelle non sono stabili, e provengono in buona parte dalla sinistra stessa.
            Non è possibile fare un’alleanza coi 5stelle che abbia uno straccio di serietà, e Vendola lo sa bene.
            Il PD, a torto o a ragione, volenti o nolenti, è l’ago della bilancia della politica italiana in un periodo cruciale come questo, in lenta risalita da una crisi di dimensioni planetarie.
            Una volta l’ago della bilancia era Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico.
            In altre parole, l’equilibrio veniva da Firenze.
            Io la butto lì, scusate, lo dico con partigianeria, ammetto la mia parzialità:
            Speriamo che nuovamente da Firenze venga l’equilibrio.
            Almeno riconoscetemi una cosa: non ho l’ipocrisia di nascondere i messaggi dietro espressioni apparentemente neutrali.
            OK, non dico più nulla.

            • Daphnos ha detto in risposta a edoardo

              Ciao edoardo, ho compreso bene il significato della tua ultima frase e, per quanto ritenga anch’io il mio concittadino una figura per molti versi rassicurante, la situazione è ancora troppo instabile per comprenderà il prossimo assestamento. E per quel giorno, Matteo il Magnifico potrebbe essere trascinato dove non merita.

            • Kosmo ha detto in risposta a edoardo

              L’unica differenza che Renzi (che rispetto) ha con il PD è che non ha l’ossessione anti-berlusconiana. Vedere le politiche portate avanti in Toscana per rendersene conto.
              E poi tutte le sparate che fa sullo ius soli, sulle politiche energetiche ecc ecc…

          • Daniele ha detto in risposta a Kosmo

            Infatti io mi chiedo chi è il meno peggio…
            la premiata ditta “Grillo&Casaleggio” o l’estrema sinistra?

  3. edoardo ha detto

    Ecco, pensate se fosse riuscito a diventare presidente della Repubblica!
    Con la riconferma di Napolitano, sebbene sia una parentesi in attesa di una soluzione, ci siamo salvati.
    Spero che il maggior numero di persone possibile possa capire quanto è pericolosa la politica odierna con le sue insidie che sembrano innocenti ma nascondono trappole.
    Troppa gente ragiona col cervello sotto i calcagni, credendo ai falsi profeti che sminuiscono la reale portata di decisioni raggiunte con l’inganno.
    Tipo:
    io sono favorevole ai matrimoni gay ma non alle adozioni…cretino! Se hai l’uno, l’altro arriva immediatamente dopo, quasi per processo automatico.
    Proviamo solo qualche anno con le adozioni gay, se i ragazzi avranno problemi, si torna indietro come ora e i gays perdono il diritto di poter adottare…altra grossa cretinata, una volta fatta la legge, è altamente improbabile che possa venire ritirata.
    Proviamo a legalizzare la droga con cannabis libera, riapertura degli smart shops e istituzione delle stanze del buco con droga fornita dall’USL…non voglio commentare perché rischio di attaccare con le parolacce, su quest’argomento, comunque, bisognerà dare battaglia durissima e ben organizzata, non da baraonda di sbandati.

  4. Ottavio ha detto

    OT
    Anche la Nuova Bussola Quotidiana copia da UCCR (senza citare): http://www.lanuovabq.it/it/articoli-i-figli-di-coppie-gay-hanno-problemi-6667.htm
    Da notare il copia incolla da qui: https://www.uccronline.it/2013/06/05/nuovo-studio-padre-e-madre-sono-insostituibili/
    E anche la citazione finale di Cummings, citata in Italia solo da UCCR.

  5. Roberto Dara ha detto

    Il 70% ha votato per l’eliminazione del contributo comunale. Quelli che non sono andati a votare evidentemente erano neutrali di fronte a questo argomento, altrimenti sarebbero andati a votare contro. Il risultato di questo referendum, seppur consultivo, in democrazia deve essere tenuto in considerazione.

    • edoardo ha detto in risposta a Roberto Dara

      Ma che cavolo vai raccontando?
      Il 70% non si è recato al voto, segno evidente e palese che è intenzionato a NON MODIFICARE LO STATUS QUO, ciò che c’è oggi, cioè il milione di euro dal budget di 36 che il Comune passa alle paritarie.
      Il 28% si è recato alle urne: 86.000 su un totale di 300.000 (se fosse stato un referendum VERO e non una pagliacciata da 300.000 euro, il quorum non sarebbe raggiunto: questa è la logica di quel 70% di astensionismo, fino a prova contraria !!!!!
      Di quel 28%, il 59 ha votato CONTRO il finanziamento, il 41 A FAVORE.
      A siamo a Bologna, eh, l’unica città italiana dove c’è uno stradone chiamato Corso Stalingrado.
      Porco boia, fallire lì, a casa loro, ce ne vuole, eh !

      • Daphnos ha detto in risposta a edoardo

        Più che altro, lasciando stare i desideri del 70%, basterebbe far notare che i referendum abrogativi e -quelli sì- davvero vincolanti per legiferare (come stabilisce la democrazzia) non sono validi se la metà degli aventi diritto non vota. Davanti a una percentuale come quella di Bologna qualunque organo legislativo dovrebbe buttarla sul ridere.

      • Daniele ha detto in risposta a edoardo

        Beh, Stalingrado è una città…
        Ben peggio se l’avessero chiamato “Corso Stalin” (o Lenin o Mao…).
        Però ora Stalingrado si chiama Volvograd (specifico che la casa automobilistica svedese “Volvo(R)” non ha nulla a che vedere…), quindi quella strada andrebbe rinominata “Corso Volvograd”.
        In Italia in alcune città esiste pure “Via Unione Sovietica”, che andrebbe rinominata “Via Ex-Unione Sovietica” o “Via Comunità degli Stati Indipendenti”.
        Però mi chiedo (la mia è una domanda retorica…) perché le amministrazioni non procedano a tale cambio.
        Invece nel dopoguerra sono stati molto rapidi nel cambiare il nome della città di Littoria in Latina…

        • Daniele ha detto in risposta a Daniele

          Ah, dimenticavo:
          “Via Leningrado” andrebbe rinominata “Via Sanpietroburgo”.

        • Daphnos ha detto in risposta a Daniele

          Perché per loro la guerra non è ancora persa.

          Comunque, per quanto tu mi abbia incuriosito e fatto notare come in alcuni siti (Tripadvisor specialmente) la città venga chiamata VolVograd, credo che la dizione corretta sia VolGograd, città del Volga.

        • StefanoPediatra ha detto in risposta a Daniele

          Purtroppo abbiamo anche viale Lenin a Bologna! 🙂

      • harryburns ha detto in risposta a edoardo

        a bologna c’è di molto peggio di via stalingrado, credimi….

      • Simone ha detto in risposta a edoardo

        Se quel 70% voleva che si mantenesse lo status quo perché non è andato a votare contro la proposta?

      • unafides ha detto in risposta a edoardo

        A dire il vero a Torino c’è Corso Unione Sovietica…

    • Daphnos ha detto in risposta a Roberto Dara

      Fortunatamente la democrazia ha stabilito che il referendum consultivo non è vincolante.

      Ps se questo sito avesse ricevuto un centesimo per ogni volta in cui il termine “democrazia” è stato usato, ovviamente a sproposito, ad uso e consumo del totalitarismo laicista, UCCR avrebbe potuto fare a meno di ricorrere ai soldi delle pubblicità a margine degli articoli per le prossime tre ere geologiche.

    • Gennaro ha detto in risposta a Roberto Dara

      Il 70% di cosa?? A votare a favore soltanto 50.000 cittadini su 300.mila.

      Gli altri? Agli altri cittadini andava bene la situazione attuale che già prevede i fondi alle paritarie…non è possibile essere neutrali, o si è a favore dell’attuale situazione delle cose (dunque non si è turbati da esso) o si è contro.

      Visto che sei tra i sostenitori del referendum, buona educazione sarebbe contribuire a pagare i 300mila euro spesi dai cittadini bolognesi per realizzarlo. Eppure te ne lavi le mani, come mai Roberto?

      • Roberto Dara ha detto in risposta a Gennaro

        I cittadini a cui andava bene la situazione attuale hanno votato contro la proposta, e sono il 30% dei votanti. Quelli che non hanno votato evidentemente non hanno alcuna opinione in merito e si rimettono al volere della maggioranza. Quando si fanno i sondaggi, questi vengono identificati come i “non so/non rispondo”. Vorrei vedere cosa avreste scritto su questo blog se, a parità di votanti, il risultato fosse stato opposto. L’onestà intellettuale deve essere bipartisan!
        Il referendum era consuntivo, siamo d’accordo, non aveva valore giuridico, ma è bene ricordare che TUTTI i partiti hanno dato indicazioni di voto, e il risultato è stato fortemente diverso dai valori che i vari partiti esprimono. Quest’ultimo è un dato molto significativo, al di là del merito specifico della questione.

        • Roberto Dara ha detto in risposta a Roberto Dara

          *contrari il 41, non il 30, correggo.

        • Roberto Dara ha detto in risposta a Roberto Dara

          Per ricordare le forze in campo citiamo proprio UCCR https://www.uccronline.it/2013/04/10/referendum-scuola-a-bologna-comunisti-contro-moderati/ in cui (ultimo paragrafo) si sostiene anche che “il risultato avrà un significato nazionale”.

          • edoardo ha detto in risposta a Roberto Dara

            Ribadisco che chi non ha votato ha voluto che le cose restassero così come sono ora, altrimenti si sarebbe recato alle urne e avrebbe votato l’opzione A.
            C’è anche un’altra cosa da dire: la sinistra “storica”, quella “moderna” e i 5stelle sono andati a votare in massa, irreggimentati.
            Quelli ci vanno sempre, è nella loro cultura, nel loro DNA di elettori di sinistra.
            Tutti gli altri sono più svincolati.
            Dunque la considerazione che possiamo a ragione fare è che quel 59% di elettori dell’opzione A, corrispondenti a 50.700 elettori sul totale di 300.000, esauriscono le possibilità numeriche dei promotori del finto referendum, che avrebbe dovuto essere una prova per un referendum su scala nazionale.
            Affermare che chi non si è recato alle urne fa parte dei non so e del non voto e del qualunquismo e solo chi si è recato ai seggi ha espresso un’opinione, è un trabocchetto in cui solo i tordi possono cascare.

            • Roberto Dara ha detto in risposta a edoardo

              Puoi ribadire quello che vuoi, ma se quelli che volevano che le cose rimanessero come sono non sarebbero andati a votare, quelli che sono andati e hanno votato l’opzione B che cosa ci sono andati a fare allora? Ti rendi conto che è una tesi poco sostenibile…
              Ripeto la mia domanda: a parità di votanti, ma con risultato opposto, cosa avrebbe scritto questo blog (e cosa avresti sostenuto tu)?

              • Gennaro ha detto in risposta a Roberto Dara

                Puoi replicare quanto vuoi (magari usando i verbi in modo corretto la prossima volta), ma chi indice un referendum di questo tipo per cambiare le cose deve stravincere se vuole vincere, ed invece non è nemmeno stato raggiunto un eventuale quorum.

                Chi era contrario alle paritarie è andato a votare, chi non è andato certamente non era d’accordo ai referendiani altrimenti non avrebbe mancato l’appuntamento per modificare lo status quo. Dunque non è turbato dal finanziamento come d’altra parte non lo è l’Europa e i maggiori Paesi europei.

                Se a parità di votanti il risultato sarebbe stato opposto avrebbe comunque vinto il finanziamento alle paritarie perché la maggioranza non avrebbe approfittato per cambiare le cose, appoggiando implicitamente lo status quo.

                • Roberto Dara ha detto in risposta a Gennaro

                  Bene, mi pare di capire che per te avresti vinto comunque tu. Fine della discussione allora.

                  • Gennaro ha detto in risposta a Roberto Dara

                    Ripeto: se volevano vincere dovevano stravincere, ma si è visto che alla maggioranza vanno bene le cose come stanno. Avrebbero vinto se la maggioranza avesse colto l’occasione di modificare lo status quo votando a maggioranza contro le paritarie, ma non è accaduto perché il sistema è vincente e funziona, nonostante le polemiche di poche decine di statalisti ex comunisti come te.

                  • Pelide Achille ha detto in risposta a Roberto Dara

                    Ammetterai che in italia spesso e volentieri non si va a votare per non far raggiungere il quorum e non si fa raggiungere il quorum se sei contrario alla proposta in esame.

                    • Pelide Achille ha detto in risposta a Pelide Achille

                      anche se quorum non c’è ma è comunque una soglia che da significatività alla proposta

                    • Roberto Dara ha detto in risposta a Pelide Achille

                      Il referendum era consultivo, non c’era alcuna necessità “tattica” di non far raggiungere il quorum. Chi non è andato a votare lo ha fatto perché rispetto a quel tema non aveva opinioni, quindi era indifferente all’una e all’altra opzione.

        • Matyt ha detto in risposta a Roberto Dara

          Tecnicamente, hai ragione.
          I referendum consuntivi non hanno quorum, ergo…
          Poi, possiamo sindacare quanto si vuole su quanto il problema sia sentito dalla popolazione (così come si riflette sull’astensionismo dilagante che ha colpito il secondo turno delle amministrative… ma non si annullano le elezioni), però il referendum l’han vinto i “giacobini”.

          Poi, per quanto mi riguarda, penso che il quorum sia un alibi per gli ignavi che non han voglia di andare a votare, ma è una posizione mia: ho sempre trovato molto, molto scorretta la posizione della Chiesa che per i referendum “etici” ha sempre invitato all’astensione, come fosse una scelta valida.
          Chi è in disaccordo, va a votare e vota no, chi è daccordo va a votare e vota si, chi non va a votare se ne frega, e ho sempre odiato le persone che se ne fregano.

          • Gennaro ha detto in risposta a Matyt

            Il referendum lo hanno vinto coloro che volevano far rimanere le cose come stanno, e infatti così è stato. Chi indice un referendum per modificare le cose, se vuole vincere deve stravincere e i “giacobini” oggettivamente hanno perso.

            I referendum “etici” erano formulati malissimo e non si può lasciare decidere su questioni complesse ai cittadini, i quali non a caso votano loro rappresentanti che dovrebbero avere le giuste competenze a rispondere per loro a tematiche non alla portata di tutti. La Chiesa, per questo, ha fatto benissimo a invitare all’astensione.

            • Matyt ha detto in risposta a Gennaro

              Purtroppo per lei, non esiste alcuna norma che prescrive che chi vince un referendum consuntivo debba stravincere: basta che ottenga il 50%+1 dei voti.

              Questo dice la legge.
              Poi, possiamo lanciarci in tutte le letture sociologiche che vogliamo, ma, tecnicamente, al referendum è passato il si.

              E, perdonami, ma da quanto ricordo, le dichiarazioni della Chiesa per i referendum non erano così “nobili”: anzi, mi parevano dei colpevoli inviti a non andare a votare, e quindi a non ottemperare al DOVERE che ogni cittadino ha di fronte alla legge, con buona pace del suo moralizzare quello che è una posizione indifendibile (il non prendere parte al processo democratico)

              • LawFirstpope ha detto in risposta a Matyt

                Il tuo definire ‘nobile’ o meno, dipende solo dalla legge positiva vigente?

                • Matyt ha detto in risposta a LawFirstpope

                  Assolutamente no, anzi, mi pare di essere in apertissimo contrasto con la legge vigente, che, in un certo senso “premia” l’ignavia.

                  • LawFirstpope ha detto in risposta a Matyt

                    Non andare a votare per una causa valida (spiegandone razionalmente i motivi) per te è una cosa poco ‘nobile’ e ‘indifendibile’?
                    Dai queste definizioni solo in riferimento al ‘dovere’ di andare a votare (che è definito tale dalla legge positiva).
                    Solo per l’istigazione all’astensione ti indigni?
                    O ti rode semplicemente il fatto che la religione in quel frangente non sia rimasto fatto privato?

                    • Roberto Dara ha detto in risposta a LawFirstpope

                      Nel caso del referendum sulla legge 40, è più che evidente che l’invito a non andare a votare è stato dato perché si sapeva che i votanti sarebbero comunque stati pochi, e in questo modo, con quelli che non sono andati a votare per l’invito fatto dalla Chiesa, si è raggiunto con il minimo sforzo il massimo risultato, peraltro potendo poi liberamente arruolare come voti propri i tanti non-voti che ci sarebbero comunque stati lo stesso. È stata un’operazione furba ma triste. Nei paesi di lunga tradizione referendaria, come la Svizzera, il quorum minimo non esiste.

                    • LawFirstpope ha detto in risposta a LawFirstpope

                      E quindi quale da dove deriiverebbe la necessità del raggiungimento di un quorum (per referenda non consultivi)?

                    • LawFirstpope ha detto in risposta a LawFirstpope

                      *Pardon, riformulo meglio:

                      E quindi da dove deriverebbe la necessità del raggiungimento di un quorum per referenda non consultivi?

                    • Roberto Dara ha detto in risposta a LawFirstpope

                      La norma fu introdotta nella Costituzione per limitare l’uso del referendum, evenienza da considerarsi eccezionale e, teoricamente, da utilizzare solo su temi di grande importanza sociale. Il primo referendum si tenne infatti ben 26 anni dopo l’entrata in vigore della Costituzione.

              • Gennaro ha detto in risposta a Matyt

                Dammi pure del tu, certamente sono più giovane di te.

                Chi vuole modificare il sistema deve stravincere, altrimenti le cose stanno come stanno e infatti così resteranno nonostante questi ridicoli sussulti di preistorici statalisti.

                Tra pochi anni il finanziamento sarà totale anche in Italia come nel resto d’Europa, con buona pace dei nostalgici dello stato padrone dittatoriale.

                E’ nobile evitare di votare se gli argomenti del referendum non dovrebbero essere risolti da persone non competenti. Ben venga l’astensionismo in questi casi, è un dovere e un diritto.

                • Roberto Dara ha detto in risposta a Gennaro

                  In democrazia il concetto “deve stravincere” non ha senso. Forse ti confondi con la “democrazia” bulgara (di qualche decennio fa fortunatamente).
                  E anche questo concetto che su certi temi debba votare solo “chi è competente” mi sa tanto di poco democratico… Posso capire (a fatica) alcuni referendum su argomenti tecnico-specialisti, ma su un tema come la scuola chi ma può essere più competente se non un cittadino-genitore?

        • Gennaro ha detto in risposta a Roberto Dara

          Edoardo ha completamente ragione.

          Il referendum è stato realizzato per cambiare le cose, chi è contrario è andato a votare chi non è andato certamente non era d’accordo ai referendiani ma non era turbato dallo status quo. Se fossero andati a votare certamente avrebbero votato a favore delle scuole paritarie, come la maggioranza degli europei, degli studiosi e degli esperti di tematiche scolastiche (oltre a Scamarcio, ovviamente).

          • Roberto Dara ha detto in risposta a Gennaro

            Essendo un referendum consultivo, è stato organizzato non per cambiare le cose ma per sentire il parere dei cittadini, ed il risultato è esattamente questo: il 70% ha detto “fate come vi pare”, mentre del restante 30% una buona maggioranza ha detto di cambiare le cose. Qualsiasi altra interpretazione è forzata.

            • Gennaro ha detto in risposta a Roberto Dara

              A casa mia e dei maggiori studiosi che si sono esposti il 70% che è rimasto a casa ha detto: “a me va bene il sistema attuale”. Non si può essere neutrali su una questione tanto calda, tanto dibattuta e sopratutto dibattuta a Bologna, una delle stalingrado d’Italia.

              Accetta la sconfitta, le paritarie saranno fra pochi anni finanziate completamente dallo Stato in quanto fonte di risparmio e di ottima preparazione, così come lo sono in Europa e in America.

              • Roberto Dara ha detto in risposta a Gennaro

                Gennaro a casa tua puoi dire e pensare quello che ti pare. La logica, la legge e i fatti invece dicono che se per esprimere favorevole al contributo comunale alle paritarie occorreva votare l’opzione B, quelli che non l’hanno votata questo parere non lo hanno espresso. Contano solo i voti effettivamente dati, e l’opzione B ne ha avuti meno. Coerentemente con quanto detto da UCCR nell’articolo che io ho postato sopra, quindi, il voto dovrebbe avere un significato nazionale, come Rodotà ha richiesto, probabilmente proprio seguendo il suggerimento di UCCR.

                • Gennaro ha detto in risposta a Roberto Dara

                  Avrebbe avuto valore nazionale se fosse stato votato a maggioranza, la quale invece non è andata alle urne premiando implicitamente lo status quo.

                  Arrenditi Roberto, sei circondato 😉

                  • harryburns ha detto in risposta a Gennaro

                    la mensa passa il cocomero.
                    sembra vada bene a tutti.
                    poi si alza uno e dice “io non trovo giusto che ci sia il cocomero, voglio il melone”
                    appena detta detta sta cosa sembra che in realtà ci siano molto altri che invece del cocomero vogliono il melone.
                    Indicono un referendum. per proporre il melone al posto del cocomero.
                    al referendum la maggior parte degli avventori della mensa non va a votare.
                    fra quelli che vanno la maggior parte dice che preferirebbe il melone al posto del cocomero.
                    E’ indicativo di quello che vogliono gli avventori? no perché un conto è scegliere fra 2 opzioni quando non ve ne è nessuna (mettiamo il caso che la mensa finora sprovvista di frutta chiedesse ai suoi avventori di scegliere fra melone e cocomero) un conto è recarsi a votare (“sbattersi”) per dire la propria opinione su uan cosa che assolutamente non mettevo nemmeno in discussione, visto che già l’avevo. a me sta bene che ci sia il cocomero! Ecco perchè la percentuale dei non votanti, comprende si gli astensionisti cronici ma non può essere assimiliabile ad una maggioranza che delega agli altri la scelta… ma come, a mensa c’è il cocomero, a me sta bene che ci sia, arrivi tu che vuoi sostituirlo col melone e io dovrei pure sbattermi per dimostrarti che mi sta bene il cocomero? starà a te sbatterti per dimostrare che la maggioranza della gente la pensa come te.

                    • Roberto Dara ha detto in risposta a harryburns

                      Hai fatto bene a fare questo esempio, è esattamente quello che è accaduto. Di fronte alla prospettiva di veder modificato il frutto da cocomero a melone, la maggioranza, non votando, ha chiaramente fatto capire che per loro entrambi i frutti vanno bene. Della residua minoranza, coloro che volevano il melone erano di più di chi invece voleva che restasse l cocomero. A Bologna il 70% dei cittadini è assolutamente indifferente al fatto che il comune finanzi o meno le paritarie.

                  • Roberto Dara ha detto in risposta a Gennaro

                    Nel post di UCCR che ho citato non si diceva affatto che il risultato avrebbe avuto un “significato nazionale” solo se i votanti fossero stati la maggioranza! Ribadisco, se, a parità di votanti, il risultato fosse stato opposto, su questo blog avremmo avuto squilli di tromba e requiem per i nostalgici post-comunisti.

                    • Harry Burns ha detto in risposta a Roberto Dara

                      no gentile Roberto, non michiamo le carte in tavola:
                      se a me uno status quo sta bene, non vedo perchè dovrei dimostrare che mi sta bene (a meno che non ci fosse una proposta di legge di cambiarlo)
                      sta a chi non sta bene e vuole cambiarlo dimostrare che la maggioranza è con lui.
                      Anzi, le dirò di più , non solo a me sta bene il cocomero alla mensa, ma sono talmente convinto che stia bene a tutti che il referendum mi sembra un’inutile spreco di soldi (come infatti è stato). E non vedo perchè io debba appoggiare un’inutile spreco di soldi!

                    • Roberto Dara ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Supponiamo che a Bologna il Comune non finanziasse le paritarie. Un gruppo di cattolici raccoglie le firme per promuovere un referendum consultivo per chiedere ai bolognesi se vorrebbero che il comune le finanzi. Il 70% non va a votare, e quelli che votano esprimono per il 60% parere favorevole alla proposta di finanziamento. Cosa avrebbero chiesto a quel punto i promotori del referendum? Cosa avresti detto tu? Cosa avrebbe scritto UCCR?

                    • LawFirstpope ha detto in risposta a Roberto Dara

                      Le stesse cose che vedi scritte ora: si tiene lo status quo.

    • Harry Burns ha detto in risposta a Roberto Dara

      questi sono i dati che ho io: http://www.today.it/citta/risultati-referendum-scuola-bologna.html
      il 29% degli aventi diritto è andato a votare, di questi il 58% è favorevole all’abrogazione.
      in soldoni:
      in pratica su 100 persone che potevano esprimersi ce ne sono andate 29, di queste 16 hanno detto che non vogliono il finanziamento.
      Siccome è evidente che 16 bolognesi su 100 è una percentuale molto minore rispetto anche solo ai soggetti coinvolti (cioè genitori di ragazzi in età scolare) ne deduciamo che ai bolognesi, in media, di queste questioni non gliene può fregar di meno, accetta perciò lo status quo. E io (eventuale sindaco) dovrei tenere in considerazione l’opinione di 16 babbei?

      Ho poi personalmente sempre trovato che chi “sponsorizza e publicizza” (i vari artisti) ste cose è sempre e comunque gente che non ha nessun problema economico a mandare suo figlio non ad una paritaria ma a vere e proprie scuole private. e di solito lo fanno.. si magari fanno le elementari e le superiori alle scuole statali ma poi non vuoi dare a tuo figlio l’occasione di un master negli states? o dif are l’università in francia?
      ma andassero davvero dove di solito manda Grillo…

      • Roberto Dara ha detto in risposta a Harry Burns

        Scusami Harry, ma “non gliene può fregare di meno” vuol dire che gli può andar bene lo status quo ma anche no!!! Forse non hai capito ancora che a chi andava bene lo status quo doveva esprimere un parere sulla c.d. Opzione B.
        Poi sul resto hai ragione, il sindaco può tranquillamente ignorare il risultato del referendum (e lo farà), anche per la non elevatissima partecipazione, e sul fatto che spesso chi sponsorizza queste cose è ricco e lo fa solo per ostentazione. Ma questo è un tipico male italico e non solo,

        • Harry Burns ha detto in risposta a Roberto Dara

          “non hai capito ancora che a chi andava bene lo status quo doveva esprimere un parere sulla c.d. Opzione B.”
          ma perchè “DEVO”?
          Io non DEVO nulla, semmai posso. che è ben diverso.
          Se a me s ta bene la legge X e il parlamento si accinge a cambiarla, ho il DOVERE, se la legge X mi sta a cuore di esprimere la mia opinione affinchè il parlamento non la cambi.
          Ma se a me sta bene la legge X e c’è 1 tizio che dice che non va bene e fa un sondaggio io non sono tenuto a rispondere al sondaggio e ciò non può significare minimamente che io sia d’accordo con quel tizio o che sia indifferente…
          Un referendum è un sondaggio. fatto con denaro pubblico.
          E ad un sondaggio così idiota io non rispondo, non perchè qualsiasi risposta mi sta bene, ma perchè mi sta già sulle scatole che si sprechi denaro per un sondaggio voluto da un gruppo di radical chic della minchia.

  6. edoardo ha detto

    Il fatto è che Rodotà, Vendola e compagnia bella credevano il gioco facile, ma hanno fatto i conti senza l’oste.
    E allora cercano di confondere le carte con articoli sui giornali facendo il giochino delle tre carte.
    Quelli avranno pensato: proviamo Bologna che era casa nostra, e in più con le tensioni che dilaniamo il PD tra Bersani che ha dovuto dare le dimissioni, Renzi che gli hanno fatto l’articolo su l’Unità chiamandolo FASCISTOIDE in prima pagina a caratteri cubitali, le sceneggiate fuori da Montecitorio a far finta di stracciare tessere regalate a cani e porci per l’occasione con la trasferta.
    La gente non è mica scema come credono !!!!!!!

  7. Max ha detto

    Come gia’ detto in passato, avrei preferito che si fosse raggiunto un quorum di almeno meta’ piu’ uno degli aventi diritto, e che la maggior parte dei votanti avesse votato ‘no’ (tenere i finanziamenti). Cosi’ non ci sarebbero discussioni e dubbi.

    Cio’ detto, un referendum consultivo in cui va a votare meno del 50% non conta granche’, quindi Merola e’ liberissimo di tenerne conto ma tirare dritto per la sua strada. E, per quanto mi riguarda, fa bene.

  8. edoardo ha detto

    E certo che se facciamo un referendum per la liberalizzazione delle droghe, gli spinelloni vanno di corsa ai seggi e gli altri non ci vanno, il 90% degli Italiani sarebbe a favore?
    Comodo fare i referendum così.
    Tornando a Bologna, c’è una cosa che i promotori del referendum, e meno ancora gli elettori di A, considerano: la gente si fa i conti in tasca; non sono mica tutti “ragazzi di belle speranze”, al mondo ci sono anche gli uomini e le donne di mezz’età con la pancia sfibrata di smagliature da parto, contrariamente alle modelle ucraine Femen, e i seni cadenti per allattamento, gente che “fa guerra” col conto corrente che, se va bene, resta su valori bassi senza scendere, ma se va bene; che quando vede le carte di accredito delle bollette a momenti gli viene un colpo, e che quando un loro figlio viene bocciato gli si fa un groppo alla gola….GENTE VERA, ITALIA POPOLANA.
    Quelli i conti se li fanno, quando ricevono l’estratto conto con la lista delle spese, e si mettono a tavolino a studiare come ridurre le voci in uscita di quell’estratto conto, perché quellA in entrata è quella che è, e se perdi quella…”addio mia bella Napoli, mai più ti rivedrò”.
    Ecco, quella è la famiglia italiana di adesso, non le cazzate degli intellettuali.
    Quei 1500 bambini bolognesi che sono coperti da quel milione di euro del Comune, negli istituti statali verrebbero coperti solo per 150 di loro, e 1350 resterebbero scoperti.
    Ecco i conti che fanno le famiglie bolognesi a tavolino: l’economia delle massaie, del popolino che fa i salti mortali per sbarcare il lunario, altro che i manager gran dottori e gli intellettuali Balanzoni e i giuristi Azzeccagarbugli !!!

    • Matyt ha detto in risposta a edoardo

      Questo appello al pauperismo intellettuale mi fa venire i brividi.
      Ovviamente, si stava meglio quando si stava peggio, non ci sono più le mezze stagioni, i giovani d’oggi si fanno tutti le canne, non hanno più voglia di studiare.

      E ovviamente, chi ha studiato e ne sa di più dell’uomo medio (è quello, il significato di intellettuale…) è solo un povero secchione che ha buttato via la salute dietro ai libri.

      • edoardo ha detto in risposta a Matyt

        Essere contro la vulgata di un sinistrismo da dandies non è pauperismo intellettuale.
        Questo referendum era un imbroglio: non si può far credere alla gente che il Comune di Bologna, o lo Stato, negando il contributo agli istituti paritari risparmia i soldi e ne ha più a disposizione per l’istruzione pubblica.
        Questa è disonestà intellettuale.
        Pensa che ne abbiamo discusso anche in margine ad un collegio docenti.
        E parimenti affermare che le scuole pubbliche italiane sono tra le migliori d’Europa (!!!!!) mentre gli istituti privati sono dei diplomifici.
        Questa è nuovamente disonestà intellettuale.
        Poi non confondiamo un intellettuale con l’intellettuale di sinistra, il classico tuttologo della vulgata di cui sopra, che fondamentalmente considero un parolaio che disquisisce di tutto senza sapere un cavolo, specialmente nel campo dell’ecologia e ambientalismo.
        Quanti di questi intellettualoidi, brutte copie di intellettuali veri, sarebbero disposti a sostenere progetti di estendere lo studio della Storia dell’Arte anche ad ordini di scuole che oggi non hanno questa materia, come gli istituti professionali ad indirizzo moda (di cui ho fatto esperienza avendoci insegnato un anno)?
        Nessuno, e lo sai perché?
        Perché lo studio della storia dell’arte italiana è per almeno metà studio di opere realizzate in ambito religioso.
        Le ragazzette della moda non conoscono concetti come romanico, gotico, barocco, neoclassico,…..e lo stesso i ragazzi degli istituti tecnici ad indirizzo costruzione, ambiente, territorio (gli ex-geometri).
        Si suppone che i geometri siano versati in architettura, dunque storia dell’architettura e delle arti figurative, sapendo riconoscere gli stili e collocarli nel contesto storico opportuno.
        Ma non si fa, e se si facesse sti quattro CAZZONI DI INTELLETTUALI (perdonatemi l’espressione, adesso non parlo da contadino, ma da professore) farebbero il diavolo a quattro dicendo che la storia dell’arte è come una seconda ora di religione, perché tra i principali committenti e fruitori dell’opera d’arte era la Chiesa.
        Ho sentito questi discorsi da intellettuali seguaci della vulgata.
        Abbattere le scuole paritarie e concentrare l’istruzione, tutta, quella di qualità e quella da area di parcheggio in attesa dei 16 anni, in mani statali non è per far risparmiare denari allo Stato o per metterne di più a disposizione dell’istruzione (se mai il contrario, visto che c’è un ritorno economico a sovvenzionare le paritarie quantificabile in 1% del budget “distolto” a fronte del 10% di studenti che sono serviti da chi riceve quell’1%, e questa è matematica ed economia, non retorica), ma serve, per riprendere la frase, per “incoconare l’oca”.
        Urge spiegazione: una volta c’era l’abitudine barbara e crudele di ingrassare l’oca a dismisura, povera bestia, per gonfiare il fegato e venderlo per il patè. Allora prendevano l’oca e la stringevano tra le gambe, le tiravano il collo, gli infilavano un imbuto e le riempivano la pancia, povere bestie.
        In senso traslato, incoconare l’oca significa obbligare a ripetere la pappardella della vulgata fin dai primi anni di scuola sottraendo l’istruzione alla scelta individuale, fermo restando l’obbligo di adempimento dei programmi ministeriali, beninteso, e obbligando i genitori e gli alunni alle direttive culturali imposte dall’alto, conformemente al principio di eliminare il più possibile ogni presenza cristiana sul territorio, lavorando sulle nuove generazioni.
        Ecco il contesto in cui si colloca la diatriba tra istruzione statale e paritaria.
        Il discorso del finanziamento distolto dalla scuola pubblica è una truffa, gli istituti paritari non sono istituzioni idrovore di denaro, son mica partiti, eh?!
        Quattro anni fa, luglio 2009, ero in Texas a presentare una ricerca ad un convegno. Ero alla Schreiner University, di Kerrville. Questa:
        http://www.schreiner.edu/
        E’ una istituzione universitaria presbiteriana, dunque fa parte delle Chiese Riformate Protestanti, non è cattolica.
        Devo dire, però, che la presenza religiosa è talmente discreta che neanche te ne accorgi, se non ti dicono che sei in una struttura presbiteriana.
        Accolgono tutti, atei, agnostici, islamici, cattolici, altri protestanti, indifferenti…basta che vai lì a studiare e non fare casino.
        E prendono sovvenzioni dal governo federale e dallo Stato del Texas.
        Io ho potuto fare il confronto con le strutture universitarie che ho conosciuto: Verona e Padova. Va be’, altri anni.
        Magari avessimo anche noi 10, 100, 1000 Schreiner Universities !!!!!!!!!
        Altro che diplomifici.
        Il motto è: Learning by Heart (gioco di parole tra imparare a memoria e imparare col cuore).
        E’ “pauperismo intellettuale da brividi” quello mio ?????????

        • Luca S. ha detto in risposta a edoardo

          Edoardo, purtroppo hai ragione, molta parte della distruzione del territorio e del paesaggio si deve ad una cattiva formazione di tecnici, ai quali negli anni ’70 è stato spiegato come costruire alveari invece che luoghi umani legati nessi vitali ai sedimi storici da cui sono circondati. Purtroppo molti danni sono fatti e irreparabili.

  9. gladio ha detto

    Cose da manuale di psichiatria…

  10. Giannino ha detto

    Chi non è andato a votare è indifferente semmai al problema non ad una delle parti! Significa che puo stargli bene anche il cambiamento, ammesso che siano stati informati..
    le forze clericali si sono date molto da fare per spiegare le forze in campo a favore delle scuole paritarie quindi è un __vostro__ fallimento..

    a chi stava a cuore la polemica è sicuramente andato a votare, come ci sarei andato io o voi di questo forum, e la vostra fazione NON ha vinto..

    • LawFirstpope ha detto in risposta a Giannino

      Infatti non ha vinto la ‘nostra fazione’ (che poi chissà che vuol dire): ha vinto lo stato attuale delle cose.

    • Gennaro ha detto in risposta a Giannino

      Difficile essere indifferenti a questo tipo di problema, sopratutto a Bologna, sopratutto dopo che in campo sono scesi pezzi da 90 come Rodotà, Odifreddi, Flores D’arcais, Margherita Hack, Corrado Augias, il sindaco, il vice sindaco, il PD, il PDL, il Movimento 5 stelle e la Curia, oltre a un centinaio di docenti universitari.

      E’ una tematica bollente e la gente ha premiato il sistema attuale delle cose e infatti le scuole paritarie continuano ad essere finanziate. Mi diverte che quei quattro gatti fondamentalisti dicano a noi che siamo una “fazione”, dato che noi siamo l’Europa e quasi tutti i Paesi occidentali che finanziano le scuole paritarie.

  11. manuzzo ha detto

    solo un comunista può pendere dalle labbra di uno che dice che “…non debbono avere oneri per lo stato” e poi si spazzola più di ottomila euro al mese mentre gli esodati e i piccoli imprenditori si suicidano. E purtroppo di comunisti ce ne sono tanti in giro, con tutti i loro neo-stalin!

    • beppina ha detto in risposta a manuzzo

      Dalle mie parti si usa dire “a padroni e matti non si comanda”. Viste le esternazioni prive di qualsiasi validazione in rapporto al contesto economico che il signor Rodotà esprime mi viene da pensare che o é l’una (é padrone delle sue idee ma col paraocchi delle proprie convinzioni ideologiche) o é l’altra (l’ometto ha perso tutti i contatti con la realtà). Consiglio al signor Rodotà di ripartire dall'”esproprio proletario” che andava di moda nelle manifestazioni di una trentina di anni fa…; in alternativa si vada a vedere (in tempo reale) il livello raggiunto dal debito pubblico che, pur con tutte le manovre di Monti, continua ad essere caratterizzato da una deriva assolutamente incontrollata. E’ proprio il tempo di “perorare” risparmi destinati solo ad aprire la strada ad altre voragini debitorie…

      • Kosmo ha detto in risposta a beppina

        L’unica è che temono di perdere il monopolio dell’educazione, che farebbe perdere loro la capacità di indottrinare con teorie che ormai mostranola corda, ma che resistono ancora per la COLLA EPOSSIDICA tra il loro sederone e le loro poltrone.

        • Simone ha detto in risposta a Kosmo

          Ma per favore…
          Spiegami quali sarebbero queste “teorie che mostrano la corda”….
          Ho studiato in una scuola pubblica, e di sentire che sarei stato “indottrinato” o che il luogo dove ho imparato fosse una specie di covo di comunisti, di studenti asini e di insegnanti incapaci non ne ho proprio voglia.

          • Kosmo ha detto in risposta a Simone

            beh… mi pare che tu sia l’esempio perfetto di questo indottrinamento.

            Per esempio il Risorgimento Italiano, le bufale sulla situazione del Regno delel Due Sicilie, le omissioni sull’occupazione piemontese, le bufale sull’Illuminismo e la Rivoluzione Francese, le omissioni sulla Vandea, le balle sul Medioevo, le assurde menzogne sulla Chiesa Cattolica, le balle sul neodarwinismo, sulla terra piatta…
            Ti bastano?

            • gladio ha detto in risposta a Kosmo

              Aggiungo:

              Le balle sulle Crociate, le balle sulla tolleranza dell’ Islam, le balle sui missionari in Sudamerica, le omissioni sulla persecuzione ai cattolici in Irlanda, le omissioni sulle persecuzioni ai Cristiani prima e durante la guerra civile spagnola,le omissioni sulle persecuzioni ai cristiani nel Messico degli anni ’20, le distorsioni sul processo a Galilei, le distorsioni sull’ Inquisizione, le distorsioni sui “processi alle streghe”…

            • Simone ha detto in risposta a Kosmo

              “beh… mi pare che tu sia l’esempio perfetto di questo indottrinamento.”

              Avendo pubblicato si e no una decina di messaggi su questo sito (spesso a favore degli articoli e contro le rozze semplificazioni degli anticlericali di turno), trovo ridicolo che tu mi etichetti così solo perché ho detto qualcosa che non ti piace, ammesso e non concesso che classificare le persone in base a una frase scritta su di un sito non sia il tuo sport preferito, ovvio.

              “Per esempio il Risorgimento Italiano, le bufale sulla situazione del Regno delel Due Sicilie, le omissioni sull’occupazione piemontese, le bufale sull’Illuminismo e la Rivoluzione Francese, le omissioni sulla Vandea, le balle sul Medioevo, le assurde menzogne sulla Chiesa Cattolica, le balle sul neodarwinismo, sulla terra piatta…”

              Voglio dirti una cosa, anzi, due:
              1)le tue critiche riguardano esclusivamente le materie storiche: come puoi affossare l’intero sistema d’istruzione pubblico sulle (presunte) mancanze in una sola materia? In pratica io potrei anche avere eccellenti insegnanti di matematica, geografia, latino, diritto, economia, ecc… Però se il prof di storia non è un revisionista allora è tutto da buttare.

              2) Come fai a dire che nella scuola pubblica si insegnano realmente questo genere di cose? Per me il tuo ragionamento è tutto frutto di un pregiudizio.

              Per il resto posso dirti in tutta sincerità che io ho avuto vari insegnanti di storia, ognuno aveva le sue idee e i suoi metodi, e in pratica sono passato dall’insegnante antiberlusconiano, a quello che smontava i miti del Medioevo, a quello “neutrale”, sino al cattolico convinto. Ognuno era una persona a sé, i malvagi professori statalisti ed anticlericali esistono solo nella tua testa.

              Forse sarà per la mia giovane età, ma ho studiato sia il Medioevo reale (non quello immaginario degli anticlericali), la storia sanguinosa della rivoluzione, la strage di Vandea, sia le un po’troppe vaccate dei neoborbonici sul Risorgimento. La caccia alle streghe giustamente non l’ho fatta, la rivoluzione messicana credo non la studino nemmeno nelle paritarie, mentre per l’evoluzione ti consiglio di guardare alle tanto ammirate scuole private Usa, dove mi risulta la si studi anche lì.

              • Kosmo ha detto in risposta a Simone

                “vendo pubblicato si e no una decina di messaggi su questo sito (spesso a favore degli articoli e contro le rozze semplificazioni degli anticlericali di turno), trovo ridicolo che tu mi etichetti così solo …”

                la mia “etichetta” era riferita al tuo post, mi sembrava ovvio.
                Non ricordo TUTTI quelli che intervengono e COME intervengono, nè potrei farlo.

                Fatto sta che tutte quelle bufale vengono continuamente propalate nella “scuola di stato”. E sono continuamente stampati nei libri di testo adottati.

                Ecco, io per il solo fatto che ci insegna Luigi Pavone darei fuoco a tutte le scuole statali, ma ammetto che è un atteggiamento un “pochino” radicale, eh! 😉
                A parte gli scherzi, io tutta questa “selezione”, tutta questa preparazione delle scuole “statali” non ce la vedo.
                E si vede, dove il tasso di promozione è mediamente del 99,8%, e non si può bocciare perchè “non ci sono soldi” (come al solito, ma per infornate di raccomandati sì però), o per puro “buonismo”.
                O si è tutti geni, o la promozione non vale un fico secco.
                Quando poi, alla fine dell’anno, i 3 diventano 6, e i 4 diventano 7, per puro pietismo, allora, vale ancora meno.
                I risultati sono sotto gli occhi di tutti, nei compiti, negli scritti dei ragazzi in età scolastica.
                Adesso arriva anche l’indottrinamento di gender, e tra poco ogni giustificazione per ogni parafilia.
                einfite, scusate, io sono l’unico che ha avuto professori che leggevano in classe i comunicati delle BR?

                • Kosmo ha detto in risposta a Kosmo

                  *E infine

                  • Simone ha detto in risposta a Kosmo

                    Ammetto di aver usato toni forse troppo drastici nel messaggio di sopra, per il resto, anche se solo in parte, concordo con te che nella statale ci sono ancora dei problemi, anche se non mi sembra giusto usarli per svalutarla nei confronti della scuola privata, anche visto che la stragrande maggioranza degli studenti frequenta scuole pubbliche.
                    Per il resto direi che sulle nostre differenti vedute possiamo metterci metaforicamente una pietra sopra 🙂

            • Max ha detto in risposta a Kosmo

              Kosmo, Simone… cerchiamo un po’ di equilibrio e di comprensione di posizioni diverse, dai.

              Sicuramente esistono dei professori che insegnano in maniera oggettiva ed equilibrata anche nelle scuole pubbliche. Il sottoscritto studio’ li’ e gli insegnanti non inculcavano idee anticlericali, e mi pare di capire che per Simone sia stato lo stesso.

              D’altra parte, credo che esistano anche dei problemi nelle scuole pubbliche. Gli autori di testi scolastici storici sono spesso (non sempre) personalita’ di sinistra, che hanno piu’ o meno un certo uggio nei confronti della Chiesa.

        • beppina ha detto in risposta a Kosmo

          Colla epossidica bicomponente, ovviamente 🙂 .

  12. Max ha detto

    OT (fino ad un certo punto)

    Notavo che sulla pagina inglese di Wikipedia della voce “concordato”, vi sono le “leggerezze” scritte da Maltese:

    “When the political will is present, such concordat privileges can be extended by domestic legislation. In 1992 the tax exemption granted the Church by the Italian concordat was interpreted by a law which permits the Catholic Church to avoid paying 90% of what it owes to the state for its commercial activities.[7] Thus, a small shrine within the walls of a cinema, holiday resort, shop, restaurant or hotel is sufficient to confer religious exemption.[8]”

    http://en.wikipedia.org/wiki/Concordat

    C’e’ qualcuno che scrive su Wikipedia che e’ disposto a correggere ? Pensate a quante persone si stanno convincendo leggendo questa pagina…

    • edoardo ha detto in risposta a Max

      Vi prego, qualcuno con una buona mano per l’informatica lo faccia davvero, mettendo link e referenze.
      Non facciamoci calunniare così.

  13. edoardo ha detto

    OT: Papa Bergoglio ha fatto benissimo a rendere di dominio pubblico quel che ha detto a Reflexion y Liberacion.
    Tra parte della Curia e il Papa è in corso un braccio di ferro: questo è il senso di quel “vediamo cosa si può fare”.
    Io mi schiero risolutamente dalla parte di Bergoglio, che non per niente si è chiamato Francesco.
    Speriamo che Bergoglio, con l’aiuto di tutto il popolo cattolico, riesca a spuntare le unghie di quei vampiri che umiliano Cristo nuovamente sulla via del Calvario.
    Bergoglio-Francesco, che Dio ti possa mostrare la via, il popolo cristiano è con te: scaccia questi demoni dal tempio !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  14. gladio ha detto

    L’ articolo sulle bambanate espresse da Rodotà indubbiamente suscita sentimenti contrastanti:c’è chi stigmatizza e c’è chi plaude; è normale
    Una cosa però non la suscita, proprio in nessuno, la meraviglia:
    Il mummione, infatti, appartiene a quella generazione di comunisti tenacemente inchiavardati al mito dell’ Unione Sovietica; quelli, tanto per capirci, che chiamavano Giusepope Stalin “il Padre dei popoli” esaltandone le opere di misericordia in cui costui si prodigava verso i deboli e gli afflitti.

    I morti di fame, i deportati, i Gulag e le condizioni di miseria permanente in cui si viveva nel blocco Orientale era grossolana propaganda dei preti e degli americani.
    Il massacro di Budapest è stato descritto da costoro addirittura come una missione di “Peacekeeping”.
    Pertanto , nessuno meraviglia se questo ciarlatano, in nome di non so che cosa, cerca di far tacere una volta per tutte la voce della Chiesa, di quel nemico cioè che ha combattuto( e ancora combatte) da una vita intera.
    Sperariamo che qualche voce autorevole,specialmente nel campo dei media, gli faccia osservare che, dati i suoi trascorsi, dovrebbe a dir poco vergognarsi di fare certe dichiarazioni.

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