Scuola paritaria, risposta a Stefano Rodotà

Referendum BolognaA Bologna il 26 maggio si terrà un referendum sul finanziamento delle scuole paritarie. Il quesito è fazioso: “Vuoi utilizzare le risorse del comune per le scuole comunali e statali (a) o per le scuole paritarie e private (b)?” Come se non ci fosse differenza tra scuole paritarie e semplicemente private; come se le scuole comunali non fossero paritarie; e come se scuole comunali, statali e paritarie non fossero scuole pubbliche. Si taglia con l’accetta, e via andare.

La spartizione delle risorse disponibili per l’istruzione deve essere fatta con giustizia, legalità e pragmaticità. Tutti elementi che nell’articolo di Stefano Rodotà non si vedono. Visti i pregiudizi diffusi e ricorrenti, è necessario ricordare alcuni aspetti della questione “scuola pubblica”.

 

1) La scuola privata si distingue in privata e paritaria. Quella paritaria, che non ha fini di lucro e segue standard certificati, è inserita a pieno titolo nel “sistema nazionale dell’istruzione”, e pertanto è pubblica, come afferma l’art. 1 della legge n. 60 del 2000 (voluta dal Ministro della *Pubblica* istruzione Luigi Berlinguer): “1. Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall’articolo 33, secondo comma, della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali”.

 

2) Cosa significa “senza oneri per lo Stato”, che si legge nell’art 33 della costituzione? Non vuol dire che tutto deve essere a carico delle famiglie, rendendo così vano il concetto di libertà di educazione, il “trattamento scolastico equipollente” per gli studenti delle scuole che chiedono la paritarietà (sempre art. 33), e contro il dettato dell’art. 34: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”. Gratuita. E dice “scuola” senza specificazioni.

– La frase “senza oneri per lo Stato” fu proposta dal liberale Corbino e dall’azionista Codignola. Cito: «A pag. 3378 degli Atti della Costituente si legge la dichiarazione rilasciata dall’on. Corbino che, insieme con l’on. Codignola, aveva proposto l’aggiunta di quel ’senza oneri per lo Stato’ all’art. 33 della Costituzione. “Vorrei chiarire brevemente il mio pensiero. Forse da quello che avevo in animo di dire, il collega Gronchi avrebbe capito che le sue preoccupazioni sono infondate. Perché noi non diciamo che lo Stato non potrà mai intervenire a favore degli istituti privati, diciamo solo che nessun istituto privato potrà sorgere con il diritto di aver aiuto da parte dello Stato. E’ una cosa ben diversa: si tratta della facoltà di dare o di non dare». Tristano Codignola, l’altro firmatario dell’emendamento, si associò alla precisazione, dichiarando: «Si stabilisce solo che non esiste un diritto costituzionale a chiedere tale aiuto». L’aiuto economico non è obbligatorio ma può, legittimamente e legalmente, esserci.

Se vogliamo giocare ai letteralisti (“la chiarissima lettera” dice Rodotà), senza tenere conto delle intenzioni dei proponenti dell’articolo costituzionale, allora si legga attentamente il testo dell’art 33. “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Istituire senza oneri per lo Stato. Istituire significa “fondare, intraprendere, iniziare”. Messa così lo Stato non interviene per iniziare una scuola ma può farlo (e forse deve farlo) per farla continuare.

 

3) L’articolo di Rodotà dice il falso quando afferma: “Il cardinale Bagnasco ha dichiarato che quel finanziamento permette allo Stato di risparmiare. Non comprende che non siamo di fronte a una questione contabile”. Non è sempre lui che poco sopra afferma: “In tempi di crisi, questa norma dovrebbe almeno imporre che le scarse risorse disponibili siano in maniera assolutamente prioritaria destinate alla scuola pubblica in modo di garantirne la massima funzionalità possibile”? E questo sarebbe l’insigne costituzionalista che doveva diventare Presidente della Repubblica? Io lo trovo un ideologo neanche troppo bravo, perché poco capace a mascherare i suoi pregiudizi politici e laicisti. Accertato che ne fa anche una questione di contabilità, contraddicendo la sua critica (laicista) al card. Bagnasco, auspica che “le scarse risorse disponibili siano in maniera assolutamente prioritaria destinate alla scuola pubblica”. Non l’ha ancora capito che le scuole paritarie rientrano nel sistema pubblico di istruzione? Che fanno servizio pubblico? La contrapposizione non è tra scuole statali e paritarie, entrambe pubbliche, ma tra pubbliche e private non paritarie.

 

scuola italia

Un risparmio di 6,3 miliardi non interessa? Per l’ideologia laicista, che vuole sempre e comunque affossare la religione e la Chiesa, non si deve guardare in faccia all’interesse nazionale. Si vuole boicottare ciò che è legittimo per subordinarlo alla lotta politica e alla ricerca del consenso, infischiandosene del cospicuo risparmio. E Rodotà sarebbe l’esperto che tutela l’interesse nazionale… È solo un soldato semplice dell’ideologia laicista e innazionalista (sì, ho scritto bene: non irrazionalista, che potrebbe anche starci, ma egli è innazionale, contro l’interesse della nostra nazione).

Massimo Zambelli

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31 commenti a Scuola paritaria, risposta a Stefano Rodotà

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  1. Giacomot ha detto

    Ma che differenza c’è tra Scuole Paritarie e Statali (a parte l’economia) ?

    • Panthom ha detto in risposta a Giacomot

      Le paritarie sono scuole private che rilasciano titoli equivalenti ai diplomi della scuola statale perché si sono appunto “parificate”, cioè sottoposte ai programmi e al regolamento del MIUR (ministero dell’istruzione).

      • Giacomot ha detto in risposta a Panthom

        E allora a che servono ? Sono meglio quelle paritarie ? E che differenza c’è con quelle private e basta ? Scusami ma non ci capisco molto di queste cose ^^”…

        • Panthom ha detto in risposta a Giacomot

          La differenza con quelle private te l’ho spiegata: hanno un programma parificato a quelle statali. Non capisco però cosa non ti è chiaro…

      • Andrea2 ha detto in risposta a Panthom

        Non è corretto dire che sono “scuole private”;

        La prima divisione è tra scuole pubbliche e scuole private;

        Tra quelle pubbliche ci sono le statali (gestite dallo stato) e quelle paritarie (gestite da enti o privati)

        • Giacomot ha detto in risposta a Andrea2

          ah ecco…

        • Emanuele ha detto in risposta a Andrea2

          Infatti, per fare un esempio una scuola elementare (o primaria che dir si voglia) comunale è una paritaria a tutti gli effetti.

          La costituzione non prevede distinzioni tra privato e pubblico, ma tra statale e non statale (ove rientrano privati, enti locali, etc.)

  2. controinformato ha detto

    qual’è la fonte della tabella?
    e come è stato calcolato il risparmio?

  3. Daniele ha detto

    Dunque:

    Scuola pubblica statale:
    57.6 miliardi di € diviso 7.865.445 studenti fa 7.323,17 €/studente;

    Scuola pubblica paritaria:
    511 milioni di € diviso 1.072.560 studenti fa 476,43 €/studente;

    Ora: 100*(476.43/7327.17) fa 6.5%, cioè vuol dire che la scuola paritaria fa risparmiare allo Stato il 93.5% delle spese per l’istruzione.

    Ora alcuni solleveranno l’obiezione che la scuola paritaria costa così poco allo Stato perché sono poi le famiglie degli studenti a dover contribuire in maniera significativa alle spese (mentre la scuola statale è pressoché gratuita*), così che chi non ha soldi deve rinunciare ad iscrivere i propri figli alle paritarie (per cui si potrebbe arrivare a dire che lo Stato, finanziando le paritarie, pur risparmiando non garantirebbe più a tutti gli italiani, soprattutto ai più poveri, il diritto all’istruzione, e quindi si arriverebbe alla seguente discriminazione: scuole paritarie = scuole per ricchi, scuole statali = scuole per poveri).

    A tale obiezione si risponde dicendo che lo Stato utilizza quei 476,43 €/studente (a cui vanno aggiunti i contributi spesso erogati – e questo è proprio il caso del Comune di Bologna – dagli enti pubblici locali: Comuni, Province, Regioni) proprio per mettere in grado tutti, anche i meno abbienti, di poter scegliere se frequentare una scuola statale o una paritaria: per cui, anche se, per ipotesi, il sistema scolastico italiano fosse basato interamente sulle scuole paritarie, il diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione sarebbe comunque garantito a tutti, anche ai meno abbienti.

    *qui parlo esclusivamente di scuola (materna, elementare, media e superiore), non di università.

  4. Andrea2 ha detto

    come tante altre campagne, anche questa contro le scuole paritarie si basa esclusivamente sulla disinformazione!

  5. Giovanni Pastormerlo ha detto

    Stefano Rodotà non sa quel che dice, ora lo dimostro grazie alla lettera scritta per il Corriere (http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=5642).

    1) “Si è detto, anche dal cardinale Bagnasco, che quel finanziamento permette allo Stato di risparmiare. Non si comprende che non siamo di fronte a una questione contabile. Si tratta della qualità dell’azione pubblica, del modo in cui lo Stato adempie ai suoi doveri nei confronti dei cittadini” Dunque a lui non gliene frega nulla del risparmio e del denaro, è qualcosa di principio.

    Passano poche righe e leggete cosa scrive:

    2) “In tempi di crisi, questa norma dovrebbe almeno imporre che le scarse risorse disponibili siano in maniera assolutamente prioritaria destinate alla scuola pubblica in modo di garantirne la massima funzionalità possibile.”

    Ma come? Ora parla di risorse? Ma se prima ha confermato lui stesso che con le paritarie si risparmia denaro? Capite che gente abbiamo come avversari? Roba da matti….oltretutto ancora non sa che alle paritarie vanno 511 milioni contro i 60 miliardi che vanno alle statali!!!

  6. Andrea. ha detto

    Grazie a Grillo ed alla sua armata totalistoide per aver tirato fuori di nuovo certi personaggi, eh?

  7. Eigub Etted ha detto

    Preferirei che non si risparmiassero (!?!?!?!) questi soldi, scuola pubblica uguale per tutti, la religione a casa propria.

    • Laura ha detto in risposta a Eigub Etted

      Religione? Guarda che nelle paritarie l’ora di religione è identica alle statali. Forse c’è uno sguardo più umano sull’alunno, ma questo è un altro discorso 🙂

      La scuola pubblica per la legge è la scuola statale e la scuola paritaria, usa i soldi almeno per la tua istruzione.

    • beppina ha detto in risposta a Eigub Etted

      Se fosse per me leverei dalla gestione “pubblica” anche l’anagrafe dei Comuni…

  8. lorenzo ha detto

    Gli studenti delle scuole pubbliche statali e paritarie sono 8.938.005.

    Se, a parità di costo per servizio fornito, lo Stato optasse esclusivamente per le scuole pubbliche statali, spenderebbe 65.454.530.075,8 euro.

    Se, a parità di costo per servizio fornito, lo Stato optasse esclusivamente per le scuole pubbliche paritarie, spenderebbe 4.258.333.722,15 euro.

  9. Max ha detto

    C’e’ qualche previsione su come andra’ a finire? Qualcuno sai di sondaggi?

  10. Kosmo ha detto

    @Max

    che vincerà A perché i cattolici spec in certe regioni ssono sempre gli utili idioti della sinistra

  11. Daphnos ha detto

    Anche se la notizia va presa con le molle, visti i toni di cui solitamente fa uso questo giornale,

    http://www.ilgiornale.it/news/interni/ragazzo-insultato-e-fatto-spogliare-classe-aperta-919643.html

    credo sia chiaro a tutti che questo sia uno dei motivi per cui si attaccano a qualunque cosa pur di consegnare alla scuola pubblica il monopolio dell’istruzione. Pagherebbero di tasca loro per avere più insegnanti di questo calibro!

  12. Kosmo ha detto

    Chissà se la maglietta fosse stata del Che

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