Smascherando le false citazioni attribuite a Sant’Agostino…

Se si ha la pazienza di navigare per un po’ in rete, aggirandosi tra i siti anticlericali ed anticristiani, si scoprirà ben presto (e con buona pace della libertà di pensiero di cui pretendono di ammantarsi gli autori) come abbondi il copia&incolla: gira e rigira, infatti, i contenuti sono sempre gli stessi, una serie di luoghi comuni e falsificazioni contro il cristianesimo e contro la Chiesa sistematicamente ripetuti come un mantra fino all’ossessione.

Uno dei più noti cavalli di battaglia è senza dubbio l’esposizione di un florilegio di citazioni attribuite a Padri e Dottori della Chiesa, che per l’assurdità e la ripulsa suscitata dai loro contenuti, dovrebbero immediatamente render manifesta la vacuità e l’inciviltà della religione cristiana, con tutti i suoi duemila anni di storia. Chiunque legga queste frasi dovrebbe porsi la domanda: se la religione cristiana non è allora altro che una tale accozzaglia di sciocchezze, come ha fatto a resistere e diffondersi per oltre duemila anni, ed essere ancora oggi accettata da tanta gente? Purtroppo nella maggior parte dei casi, questo interrogativo non emerge, accontentandosi di credere che la religione sia una cosa da ignoranti e incivili. Chi invece decide di andare a verificare sui testi dei rispettivi autori, scopre che queste attribuzioni sono falsificazioni, in pochi casi inventate di sana pianta e molto spesso frasi estrapolate da veri testi ed opportunamente alterate, così da poter mettere in bocca ai vari autori ciò che si vuole loro far dire. L’anti-cristianesimo (o ateismo moderno), non è mai riuscito a porsi positivamente perché privo di argomenti, ma può affermarsi solo in contrapposizione al Cristianesimo; ed in più, non avendo appunto buone ragioni da esporre, è costretto a inventare menzogne come unico mezzo dialettico a sua disposizione.

Un accanimento particolare è rivolto verso Sant’Agostino, proprio per la sua importanza nella Chiesa. In questa pagina abbiamo mostrato,  testi alla mano, cosa veramente abbia scritto il Dottore della Chiesa limitandoci ad una raccolta di testi che possa fungere da utile fonte primaria (al lettore interessato spetta l’eventuale approfondimento). Ne approfitteremo anche per mostrare come sia falsa l’immagine di Sant’Agostino nemico della donna e della sessualità.

 

Le false citazioni attribuite a Sant’Agostino

 
Francesco Santoni

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53 commenti a Smascherando le false citazioni attribuite a Sant’Agostino…

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  1. Mattia ha detto

    Complimenti! Ottima ricerca!

  2. Piero ha detto

    OTTIMO come sempre Francesco!

  3. Piero ha detto

    [MODE “Brain” ON]

    Ma non dovete dirlo a me queste cose.
    Io cito semplicemente la professoressa Uta Ranke-Heinemann che tra l’altro ha insegnato teologia all’Universita’, autorizzata dalla Chiesa, dal Vaticano, dal Papa, da Dio in persona.
    Quindi io non cito S. Agostino o Tommaso, io cito semplicemente la dfott. prof. Uta.
    Quindi prendetevela con lei. Io continuero’ a citarla.
    [MODE “Brain” OFF]
    😉

    • Salvatore ha detto in risposta a Piero

      Aahhh…il nostro amico Brain…chissà dove è finito??!! E’ sparito dopo che l’Università del Texas ha approvato lo studio di Regnersu…speriamo ricompaia oggi dato che anche i suoi tentativi di citare a muzzo Agostino sono stati oggi confutati.

  4. Paolo Viti ha detto

    un vero peccato che Santoni non aggiorni più il suo blog…qualità ne ha da vendere

    • Francesco Santoni ha detto in risposta a Paolo Viti

      Grazie. Il fatto è che ho poco tempo ed io sono uno un po’ lento a scrivere quando si tratta di questioni complesse. E poi non sono mai soddisfatto di quello che credo di sapere quindi, quando ho tempo, preferisco leggere e studiare qualcosa.

  5. edoardo ha detto

    Questo articolo con i link è da conservare al fine di averne accesso rapido e a portata di mano quando serve materiale per smontare le menzogne degli atei sul web.
    A voi della redazione: parecchie volte ho attinto citazioni e pezzi di articoli dal vostro motore di ricerca per tentare di tappare la bocca agli atei che si intrufolano nei siti internet ovunque possibile per fare proselitismo anti-cristiano.
    Avete delle ottime cartucce da sparare, e questo articolo è molto utile e prezioso.

  6. Titti ha detto

    Strano che questo “equivoco” si sia protratto per ben 1600 e rotti anni.

    • Piero ha detto in risposta a Titti

      Eh gia’, chissa’ chi ha contribuito…

      • Titti ha detto in risposta a Piero

        I famosi comunisti del Medioevo

        • Piero ha detto in risposta a Titti

          o magari i boccaloni anticristiani come te…

        • Piero ha detto in risposta a Titti

          Quindi fammi capire…
          Secondo te, S. Agostino ha scritto veramente le cose che credete voi (boccaloni “razionalisti”) pero’ poi, con l'”avvento di Indernette” gli schifosi cristiani non possono piu’ tacere le loro malefatte e rischiano seriamente di essere scoperti, e quindi hanno modificato il passato (magari con il cronovisore di Ernetti), o hanno reinterpretato S. Agostino a loro proprio uso e consumo?
          non ti vergogni di pensare queste fesserie?

          • Titti ha detto in risposta a Piero

            Tu te la canti e tu te la suoni.Fatti un favore, dàtti una calmata che se no, ti si alza la pressione

            • Laura ha detto in risposta a Titti

              Toni un po’ accesi effettivamente, tuttavia Piero ha ragione. Dall’incendio di Roma, i cristiani sono sempre stati accusati di tutto e di più, da sempre si cerca di diffamarli ed eliminarli fisicamente, anche oggi si viene ridicolizzati pubblicamente in Occidente ed ammazzati brutalmente in Oriente. Non c’è una categoria di persone più discriminate nella storia, e tu vieni a domandarti provocatoriamente chi ha contribuito a portare avanti le leggende anticristiane/anticlericali??

            • Piero ha detto in risposta a Titti

              veramente a me pare che la pressione stia aumentando a te, visto che vengono continuamente smascherate le tue credenze alle quali abbocchi alla faccia del tuo dichiararti “razionalista”.
              Ancora non hai risosto alla mia domanda: perche’ secondo te allora questo “equivoco” si e’protratto per 1600 anni? Sentiamo un po’ la mente “razionalista” cosa partorisce…

              • Titti ha detto in risposta a Piero

                Potresti evitare di continuarmi a darmi dell’atea solo perchè non scrivo qualche “amen” o “lode a Cristo” nei commenti. Ti spiego il mio punto di vista: fino a non moltissimi anni fà, non poteva interessare più di tanto il pensiero di Sant’Agostino sulle donne e sul ruolo subalterno femminile perchè ritenuto in sintonia con la società prevalentemente patriarcale. Poi l’istruzione si limitava, a nozioni basilari che ben si confacevano ad una società prevalentemente contadina o di bassa manovalanza: erano infatti ben poche le persone con accesso ad un’istruzione superiore. Questi equilibri si sono andati sfaldando quando le donne hanno rivendicato un ruolo paritario nella società, e, soprattutto, hanno chiesto la giusta dignità, che troppo spesso è stata mortificata da ruoli predeterminati, in cui veniva relegata come fosse qualcosa di naturale e di scontato. Quindi, le frasi ritenute misogine, risaltano in luce negativa.

                • Francesco Santoni ha detto in risposta a Titti

                  Ma di quali frasi parli, di quelle inventate o di quelle decontestualizzate e distorte? La prima domanda che dovrebbe porsi una persona intelligente è: perché qualcuno ha voluto attribuire ad Agostino cose che non ha detto?

                • Piero ha detto in risposta a Titti

                  Potresti evitare di continuarmi a darmi dell’atea solo perchè non scrivo qualche “amen” o “lode a Cristo” nei commenti

                  Gia’ questa frase ti smaschera in pieno.
                  Poi ci sono anche gli altri tuoi commenti qui a smarcherarti.
                  Ma chi vuoi prendere in giro? Come se poi non sapessi da dove vieni

                  Quindi e’ addirittura PEGGIO di quello che scherzosamente io avevo prospettato…
                  Quindi le citazioni da Sant’Angostino sarebbero state volutamente storpiate per avallare il carattere “maschilista” del Cristianesimo…
                  Ammettendo solo per un attimo che questa tua paranoia sia vera, e non e’ vera affatto, basta vedere quante badesse erano a capo di organizzazioni che per grandezza e complessita’ rivaleggiavano con dei piccoli stati, l’importanza di donne nella Chiesa stessa, a cominciare da Maria (che i protestanti detestano con tutte le loro forze) e dalla Maddalena, per proseguire con Caterina da Siena e mille altre, alcune anche Dottori della Chiesa.
                  Dicevo, ammettendo solo per un attimo che sia vera la tua paranoia, come mai quelli come te non se ne sono mai accorti prima, ma anzi facevano a gara a storpiarle queste affermazioni?
                  Perche’ sono sempre stati i nemici della Chiesa a storpiare gli scritti di S.Agostino? E come mai gli uomini di Chiesa li difendevano?
                  E perche’ non storpiare addirittura il Vangelo, tanto chi vuoi se ne accorgesse?
                  Vediamo che ti inventi questa volta.

  7. Max ha detto

    Caro Francesco,

    mille grazie davvero. Leggere questo tuo lavoro dissipa tanti dubbi che vengono anche a chi e’ credente, figurarsi da chi e’ lontano dalla Chiesa e pensa, cosi’ per dire, solo in base a luoghi comuni, specie sulla sessualita’.

    Oltretutto, rileggere queste cose rinforza la mia stima per Sant’Agostino. Nell’Universita’ estera dove lavoro, vi e’ una sua citazione esposta di fronte il Dipartimento di Antropologia, che recita:

    ” Vuoi diventare grande? vuoi costruire una struttura grande ed ambiziosa? Pensa prima ai fondamentali dell’umiltà. Piu’ alto sara’ il tuo edificio, maggiore deve essere la profondità delle sue fondamenta. ”

    Soltanto una piccola quibble: forse non sarei stato cosi’ risoluto contro gli atei moderni in generale – ve ne sono di intellettualmente onesti anche al giorno d’oggi. E non pochi di questi hanno stima per il pensiero di persone religiose.

    Ti invito, quando avrai tempo e modo, a creare una pagina analoga per San Tommaso D’Aquino, anch’egli spesso vittima di fraintendimenti, quando non di falsificazioni, del suo pensiero.

    Ciao e grazie ancora.

    • Paolo ha detto in risposta a Max

      Grazie Francesco per il lavoro interessante e lodevole e grazie Max per le tue osservazioni che condicido e per la citazione esposta da te riportata.

      Ho solo un’osservazione che mi è impossibile trattenere:

      ERRATA CORRIGE
      <>
      E NON
      <>

      E’, infatti, errore comune, alimentato e diffuso dall’ingnoranza/incompetenza di molti giornalisti, confondere l’estrapolazione con la decontestualizzazione. In particolare l’estrapolazione è legata al concetto di previsione a partire da un numero limitato di dati oggettivi e di determinate condizioni al contorno, ipotizzando che l’andamento in un campo ignoto o futuro si mantenga vincolato a quanto ci è noto.

      Cordialmente.

  8. alessandro giuliani ha detto

    Grazie Francesco, un gran servizio alla Verità !

  9. Per la Redazione. Per comodità di lettura avete tagliato una parte dei testi che vi avevo inviato. Questo va bene, però mi piacerebbe che fosse almeno reinserito questo:

    “A ciò si aggiunge che mentre essi si rendono a vicenda il debito coniugale, anche quando esigono questo dovere in maniera piuttosto eccessiva e sregolata, sono tenuti comunque alla reciproca fedeltà. E a questa fedeltà l’Apostolo attribuisce un diritto tanto grande da chiamarla potestà, quando dice: Non è la moglie che ha potestà sul proprio corpo, ma il marito; allo stesso modo non è il marito che ha potestà sul proprio corpo, ma la moglie. La violazione di questa fedeltà si dice adulterio, quando, o per impulso della propria libidine, o per accondiscendenza a quella altrui, si hanno rapporti con un’altra persona contrariamente al patto coniugale. Così si infrange la fedeltà, che anche nelle cose più basse e materiali è un grande bene dello spirito, e perciò è certo che essa dev’essere anteposta perfino alla conservazione fisica, sulla quale si fonda la nostra vita temporale.” (Sulla dignità del matrimonio, 4.4)

    Mi pare infatti un passo importante dove Agostino sostiene la pari dignità dei coniugi nel matrimonio, alla faccia di chi lo dipinge misogino.

    • Daphnos ha detto in risposta a Francesco Santoni

      Ciao Francesco. Credo che ci sia un’altra citazione di Sant’Agostino da contestualizzare, presente anche nel dawkinsiano “God Delusion”, da te molto amato 😉 .

      E’ quella della “scienza” come nemica della fede… chiaramente viene fatta passare come contestazione del metodo scientifico comparso 1200 anni dopo, ma in generale l’immagine di un Sant’Agostino che si disinteressasse della conoscenza del mondo per dedicarsi alla sola teologia mi pare ridicola in partenza. Però, come sai, questi cervelloni ci sguazzano. Meriterebbero una strigliata anche qui.

      • Francesco Santoni ha detto in risposta a Daphnos

        Non ho capito di quale citazione parli. Forse la stessa usata anche dal nostro Matematico Incontinente: http://archiviostorico.corriere.it/2007/marzo/15/Calendario_co_9_070315026.shtml ?

        • Mattia ha detto in risposta a Francesco Santoni

          A proposito Francesco, hai mai letto il libro di Augias e Caccitti “Inchiesta sul cristianesimo”? Da un ritratto di Agostino pietoso, se hai tempo riesci a scriverci due righe?

        • Daphnos ha detto in risposta a Francesco Santoni

          Purtroppo non ho il libro di Dawkins sotto mano, perciò non posso scriverla per come è riportata. Riguarda un monito contro la “scienza” che deve essere rifiutata perché pericolosa, ma si tratta, ovviamente, di un rigo e via, fatto per screditare e basta. nessun riferimento a opere precise, questo me lo ricordo.

          Comunque quella di Odifreddi è una chicca, non la conoscevo, ma purtroppo sono talmente abituato a certe uscite che mi hanno stancato.

          • Francesco Santoni ha detto in risposta a Daphnos

            Ok, l’ho trovata io. Dawkins cita Agostino non direttamente ma da un altro autore (a dimostrazione che Dawkins non si è mai letto Agostino e ne parla solo per sentito dire; ma del resto Dawkins è un disonesto che scrive per un pubblico ignorante e presuntuoso, quindi non ci meravigliamo…)

            Questo è quello che riporta Dawkins: ‘There is another form of temptation,
            even more fraught with danger. This is the disease of curiosity. It is this which drives us to try and discover the secrets of nature, those secrets which are beyond our understanding, which can avail us nothing and which man should not wish to learn’

            Dawkins usa questa citazione per sostenere che secondo i religiosi è meglio non studiare la natura, è meglio che essa resti un mistero così da poter attribuire a Dio ogni fenomeno naturale.

            In realtà, indovinate un po’, quando Agostino parla di curiosità, non si riferisce affatto allo studio della natura. Ma è inutile che lo spieghi io, basta riportare il suo testo completo (Confessioni, libro 10):

            “35. 54. S’aggiunge un’altra forma di tentazione, pericolosa per molteplici ragioni. Esiste infatti nell’anima, oltre la concupiscenza della carne, che risiede nella soddisfazione voluttuosa di tutti i sensi, cui si asserviscono rovinosamente quanti si allontanano da te, una diversa bramosia, che si trasmette per i medesimi sensi del corpo, ma tende, anziché al compiacimento della carne, all’esperienza mediante la carne. È la curiosità vana, ammantata del nome di cognizione e di scienza. Risiedendo nel desiderio di conoscere, ed essendo gli occhi, fra i sensi, lo strumento principe della conoscenza, l’oracolo divino la chiamò concupiscenza degli occhi. La vista infatti appartiene propriamente agli occhi, ma noi parliamo di vista anche per gli altri sensi, quando li usiamo per conoscere. Non diciamo: “Ascolta quanto luccica”, oppure: “Odora come brilla”, oppure: “Assapora come splende”, oppure: “Tocca come rifulge”; in tutti questi casi si dice sempre: “Vedi”. Non solo diciamo: “Vedi quanto riluce”, per le sensazioni cioè che gli occhi soli possono avere; ma anche: “Vedi che suono, vedi che odore, vedi che sapore, vedi che ruvido”. Perciò qualunque esperienza sensoriale viene chiamata, come dissi, concupiscenza degli occhi, perché l’ufficio di vedere, prerogativa degli occhi, viene usurpato anche dagli altri sensi per analogia, quando esplorano un oggetto per conoscerlo.

            35. 55. Ora si può distinguere più chiaramente quale sia la parte del piacere, e quale quella della curiosità nell’azione dei sensi. Il piacere cerca la bellezza, l’armonia, la fragranza, il sapore, la levigatezza; la curiosità invece ricerca anche sensazioni opposte a queste, per saggiarle; non per affrontare un fastidio, ma per la bramosia di sperimentare e conoscere. Cos’ha di piacevole la visione di un cadavere dilaniato, che ti fa inorridire? Eppure, non appena se ne trova uno in terra, tutti accorrono ad affliggersi, a impallidire, e temono addirittura di rivederlo in sogno, quasi fossero costretti a vederlo da svegli, o fossero indotti dalla promessa di uno spettacolo ameno. La stessa cosa accade per gli altri sensi, ma sarebbe lunga la rassegna. Da questa perversione della curiosità derivano le esibizioni di ogni stravaganza negli spettacoli, le sortite per esplorare i segreti della natura fuori di noi, la cui conoscenza è per nulla utile, e in cui gli uomini cercano null’altro che il conoscere; e ancora le indagini per mezzo delle arti magiche, col medesimo fine di una scienza perversa; e ancora, nella stessa religione, l’atto di tentare Dio, quando gli si chiedono segni e prodigi, desiderati non per trarne qualche beneficio, ma soltanto per farne esperienza.

            35. 56. In questa foresta tanto immensa, disseminata di insidie e pericoli, ecco, ho potuto sfrondare e spogliare molto il mio cuore: quanto tu, Dio della mia salvezza, mi hai dato di fare. Eppure quando oserei dire, fra i richiami fragorosi di tante sollecitazioni di questo genere, che assediano da ogni parte la nostra esistenza quotidiana, quando oserei dire che nessuna trattiene su di sé il mio sguardo e assorbe la mia vana curiosità? Certo non mi attirano più i teatri né mi curo di conoscere i passaggi degli astri, e mai l’anima mia ha cercato di conoscere i responsi delle ombre; detesto qualsiasi rito sacrilego. Ma quante macchinazioni non compie il nemico per suggestionarmi e spingermi a chiederti, Signore Dio mio, che devo servire in umiltà e semplicità, qualche segno! Ti supplico per il nostro Re, per la nostra semplice, pura patria, Gerusalemme, che il consenso a queste sollecitazioni, come è lontano da me oggi, così lo sia sempre, sempre più. Quando invece ti prego per la salute degli altri, il fine che mi propongo è ben diverso; perciò mi concedi e mi concederai di assecondare volentieri la tua opera, qualunque sia.

            35. 57. Eppure chi può enumerare le moltissime miserie risibili che tentano ogni giorno la nostra curiosità, e le molte volte che cadiamo? Quanto spesso, partiti col tollerare un racconto futile per non offendere la debolezza altrui, a poco a poco vi tendiamo gradevolmente l’orecchio! Se non assisto più alle corse dei cani dietro la lepre nel circo, però in campagna, se vi passo per caso, mi distoglie forse anche da qualche riflessione grave e mi attira quella caccia; non mi costringe a deviare il corpo della mia cavalcatura, ma l’inclinazione del mio cuore sì; e se tu non mi ammonissi tosto con la mia già provata debolezza a staccarmi da quello spettacolo per elevarmi a te con altri pensieri, o a passare oltre sprezzantemente, resto là come un ebete vano. Che dico, se spesso mi attira, mentre siedo in casa, una tarantola che cattura le mosche, o un ragno che avvolge nelle sue reti gli insetti che vi incappano? Per il fatto che sono animali piccoli l’azione che si compie non è la medesima? Di là passo, sì, a lodare te, creatore mirabile, ordinatore di tutte le cose; ma non è questa la mia intenzione all’inizio. Altro è l’alzarsi prontamente, altro il non cadere. La mia vita pullula di episodi del genere, sicché l’unica mia speranza è la tua grandissima misericordia. Il nostro cuore diventa un covo di molti difetti di questo genere, porta dentro di sé fitte caterve di vanità, che spesso interrompono e disturbano le nostre stesse preghiere. Mentre sotto il tuo sguardo tentiamo di far giungere fino alle tue orecchie la voce del nostro cuore, l’irruzione, chissà da dove, di futili pensieri stronca un atto così grande.”

      • Alèudin ha detto in risposta a Daphnos

        E cosa dire di chi tira fuori la solita frase in cui s. Agostino invita a diffidare dei matematici? Usata pure da Odifreddi in uno dei suoi libri?

        Evidentemente o non ha svolto nemmeno una verifica o sono i mala fede vito che con poche ricerche si scopre che il santo non intendeva la scienza matematica ma chi pretendeva di predirre il futuro o praticava la divinazione degli astri come si può evincere chiaramente qua:

        http://utenti.quipo.it/base5/poetico/sagostino.htm

    • Piero ha detto in risposta a Francesco Santoni

      Potresti riportare tutto il tuo articolo sul tuo blog, e qui fare un comodo riferimento per chi vuole leggere proprio tutto.

  10. Alèudin ha detto

    Ottimo!

    Sarebbe da fare una cosa simile anche per S. Tommaso d’Acquino, troppe volte la sua concezione, di ispirazione aristotelica, della donna viene fatta passare per misoginia.

    Quando definisce la donna “uomo mancato” lo fa esclusivamente dal punto di vista anatomico, secondo le conoscenze del tempo, mentre per quanto riguarda dignità e salvezza mette uomo donna sullo stesso piano ma vi lascio immaginare le strumentalizzazioni del caso…

    Qui una spiegazoine decisamente migliore della mia:
    http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=1256

  11. Roberto crociera ha detto

    S. Paolo e i suoi discorsi su donne e schiavitù, fare un bell’articolo su questo dissiperebbe molte ombre che spesso vengono portate su di lui 😉

  12. Davide ha detto

    Cito da Wikiquote sotto la voce Agostino d’Ippona:
    “La donna non è fatta a immagine e somiglianza di Dio. È nell’ordine della natura che le mogli servano i loro mariti ed i figli i loro genitori, e la giustizia di ciò risiede nel principio che gli inferiori servano i superiori[…]. È la giustizia naturale che vuole che i meno capaci servano i più capaci. Questa giustizia diventa evidente nel rapporto tra gli schiavi ed i loro padroni, che eccellono in intelletto, ed eccellono in potere. (da Questioni sull’Eptateuco, Libro I, § 153)”

    http://it.wikiquote.org/wiki/Agostino_d%27Ippona

    Qualcuno si prenda l’incarico di smentirli.

  13. minstrel ha detto

    E ancora, anche se avesse scritto qualcosa di sbagliato, non vedo dove sia il dogma che un Padre della Chiesa scriva solo cose vere senza se e senza ma. Anzi, un Padre della Chiesa può addirittura essere santo ed eretico allo stesso tempo, figuratevi.
    Cito l’utente Polymetis al riguardo che scrive sul forum “cristianesimo primitivo”: «Un Padre della Chiesa può essere ovviamente sia santo che eretico per quanto concerne determinate dottrine, e questo è ovvio anche in casa cattolica, considerato che nessuno è infallibile, neppure il papa, bensì, com’è noto, alcuni suoi atti sono infallibili.
    Che dunque singoli autori possano avere, accanto al loro tronco ortodosso, dei singoli rami eretici, è pacifico.
    Ingenuo poi è pensare che possa esistere un “numero” di Padri della Chiesa che rende un dato appartenente alla Traditio. La cosa non ha senso. Esattamente come per la Scrittura, l’unica autorità che può stabilire cosa faccia parte o meno della Traditio è il giudizio della Chiesa, nessun calcolo matematico esterno dunque può dar conto di questo fatto.
    La più famosa definizione di ciò che deve essere considerato Traditio è la definizione di Vincenzo di Lerins, il quale dice: “Magnopere curandum est ut id teneatur quod ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est“.
    Ma, come mostrano i cascami eretici dei singoli Padri della Chiesa, non esiste niente che sia stato creduto “sempre, ovunque, e da tutti”, sicché, da capo, bisogna, per stabilire cosa è stato creduto da tutti, che il giudizio della Chiesa separi quella che è la deviazione eretica del Padre della Chiesa x sull’argomento y, al fine di stabilire che, con l’eccezione di quel Padre della Chiesa e di pochi altri, sull’argomento y in tutte le epoche c’è stata concordanza, cioè, al tempo in cui il Padre della Chiesa professava l’eresia riguardo a y, c’era tuttavia il resto della Chiesa che professava l’opinione corretta. Sicché in ogni epoca occorrerebbe esser in grado di distinguere il parere comune dalla singola opinione eretica che si trova in questo o quell’autore. Sicché fa parte della Tradizione ciò che abbia un filo di sviluppo interrotto, e sia stato patrimonio della maggioranza. Vale a dire che nel secolo x ci potrebbero essere anche 10 Padri della Chiesa che professano un eresia, ma ciò è irrilevante se nello stesso secolo 100 predicano l’ortodossia. Sicché, non può esistere alcun numero “minimo” per entrare nella Traditio.
    A questo proposito, il giudizio su quale dottrina soddisfi il requisito di essere sempre stata parte dell’ortodossia maggioritaria, spetta sempre alla Chiesa.
    Nel cattolicesimo e nell’ortodossia il giudizio su cosa faccia parte della Traditio non è scollegabile dal parere dei depositari stessi della Traditio, cioè i vescovi.»

    Utente Polymetis, Studi sul Cristianesimo Primitivo, http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=56574144#entry462153637, 22 Agosto, Il Purgatorio

  14. Paolo ha detto

    Grazie Francesco per il lavoro interessante e lodevole e grazie Max per le tue osservazioni che condivido e per la citazione esposta da te riportata.

    Ho solo un’osservazione che mi è impossibile trattenere:

    ERRATA CORRIGE
    frasi estratte (svincolate) da veri testi
    E NON
    frasi estrapolate da veri testi
    E’, infatti, errore comune, alimentato e diffuso dall’ingnoranza/incompetenza di molti giornalisti, confondere l’estrapolazione con la decontestualizzazione. In particolare l’estrapolazione è legata al concetto di previsione a partire da un numero limitato di dati oggettivi e di determinate condizioni al contorno, ipotizzando che l’andamento in un campo ignoto o futuro si mantenga vincolato a quanto ci è noto.

    Cordialmente.

    • Francesco Santoni ha detto in risposta a Paolo

      Capisco la tua precisazione, ma credo che “estrapolare” possa essere utilizzato anche in modo generico. Isolando una frase si eliminano i vincoli ermeneutici imposti dal contesto, e quindi si può adattarla al paradigma che più aggrada, in tal caso l’Agostino misogino e sessuofobo. Come se io prendessi due punti da una parabola e li fittassi con una retta.

      • Max ha detto in risposta a Francesco Santoni

        Caro Francesco,

        volevo chiederti, quando hai un po’ di tempo, correggi anche la Wiki inglese. Alcune delle frasi false o “out-of-the-context” sono anche la’. Se vuoi una mano con l’inglese sono a disposizione.

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