Gli italiani restano contrari al ddl Cirinnà

Siamo quindi arrivati alla resa dei conti: il 26 gennaio prossimo inizierà al Senato la discussione del ddl Cirinnà, che propone unioni civili solamente per persone omosessuali, completamente omologate al matrimonio (con tanto di adozione del figlio del partner). Micaela Campana, responsabile nazionale del Partito Democratico al Welfare e Terzo Settore, ha subito dichiarato: «Il Pd, appena dopo l’approvazione delle unioni civili, non può che incamminarsi sulla strada del matrimonio gay». E’ quello che è accaduto in tutti i Paesi che hanno poi regolamentato le nozze per persone dello stesso sesso.

Lo aveva già chiarito anche il sottosegretario del Pd, Ivan Scalfarotto, affermando: «Il matrimonio gay precede le unioni civili. Sono due cose diverse e l’una viene logicamente prima dell’altra». Curioso leggere in queste ore le sue motivazioni del perché si è rifiutato di partecipare ad un dibattito sulle unioni civili al liceo Giulio Cesare: «il rappresentante degli studenti ha voluto specificarmi che il dibattito avrà chiaramente una controparte composta da membri di un’associazione in difesa della famiglia naturale, questo perché (giustamente) non mi è stata concessa l’opportunità di organizzare un dibattito a senso unico». Un rappresentante dei cittadini che interviene soltanto se gli si garantisce un dibattito a senso unico: ognuno tragga le sue conclusioni. Ancora più chiaro Rosario Crocetta, presidente PD della Regione Sicilia: «partirei con una legge sulle unioni civili. Una volta diffuso il modello di famiglia omosessuale, aprirei un dibattito sulle adozioni».

Il progetto (già svelato da noi) è dunque chiaro e pubblicamente dichiarato: le “unioni civili” sono solamente un trampolino di lancio per il matrimonio omosessuale -alla faccia di chi considera le unioni civili il “male minore”- ed, infine, alle adozioni per le coppie dello stesso sesso. Il tutto in modo graduale per dare al pollo il tempo giusto di cuocersi a puntino. Strategia dovuta poiché gli italiani, di nozze e adozioni gay, non ne vogliono proprio sapere e, seppur oggi siano diventati maggiormente favorevoli alle unioni civili (etero) in seguito all’ossessiva campagna dei media, rimangono comunque contrari al simil-martimonio proposto dal ddl Cirinnà (disegno di legge incostituzionale, come ha rilevato Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale).

Questo emerge da tutti gli istituti di ricerca: per Ipr Marketing il 74% degli italiani è favorevole al riconoscimento delle coppie di fatto etero (non unite in matrimonio), ma solo il 46% è favorevole alle unioni gay (contro il 40%). I favorevoli alle adozioni si riducono al 50% per le coppie di fatto e al 15% per le unioni gay. Conferma che arriva anche dall’istituto Piepoli: alle adozioni Lgbt è contrario il 73% dei cittadini. L’istituto Ipsos di Nando Pagnoncelli ha rilevato la contrarietà del 55% degli italiani al ddl Cirinnà (sopratutto alla stepchild adoption) e solo il 38% sarebbe favorevole.

sondaggio

 

L’istituto Ferrari Nasi & Associati ha sottolineato che solo il 29% è favorevole alle unioni come simil-matrimonio e all’ipotesi di adozione in esso contenuta (ovvero il ddl Cirinnà), mentre il 51% è favorevole al riconoscimento delle unioni civili come istituto a sé. Renato Mannheimer, fondatore di Ispo, ha spiegato che «la maggioranza resta contraria al simil matrimonio per i gay, e resta, soprattutto, una forte contrarietà all’adozione, anche fra i favorevoli alle unioni. La ragione? Credo perché di mezzo ci sono i bambini e gli italiani sono molto sensibili su questo».

Anche per ribadire tutto questo, dopo il successo del Family Day del 20 giugno scorso (che ha creato grossi problemi al “cattolico boy scout” Matteo Renzi), il 30 gennaio 2016 il popolo della famiglia tornerà nuovamente in piazza, probabilmente in piazza San Giovanni (con probabile presenza di diversi parlamentari del Pd). La CEI ha chiarito la ferma contrarietà al ddl Cirinnà, il segretario mons. Nunzio Galantino lo ha ribadito in queste ore (confermando quanto detto nell’ottobre scorso), spiegando però che non c’è bisogno di “vescovi-piloti” che organizzino manifestazioni, anche se «non lasceremo soli quanti nelle sedi opportune e nel rispetto delle proprie competenze vorranno dare un loro contributo costruttivo». Una risposta al condivisibile appello promosso su La Croce da Mario Adinolfi.

E’ probabile che per mons. Galantino le manifestazioni di piazza non siano più sedi opportune, poiché avrebbero perso di efficacia (si attende comunque la prolusione del card. Bagnasco del 25 gennaio, vigilia del dibattito parlamentare). Eppure è l’unico modo che ha il popolo di far sentire la sua voce, anche perché -come dimostrano i sondaggi citati- il simil-matrimonio promosso dal ddl Cirinnà è una bandiera dell’opinione pubblica, non dei cittadini. Lo ha spiegato Giuseppe De Rita, fondatore del Censis: «quello sulle unioni civili è un grande mutamento di pensiero dell’opinione pubblica», a cui non corrisponde «un altrettanto consenso sociale. Penso che, negli ultimi mesi, ci sia stata una tale mobilitazione dell’opinione pubblica su questo tema da far venire il sospetto che non ci sia altro, in una sorta di accettazione passiva verso ciò che afferma la maggioranza. L’umore sociale invece potrebbe essere differente. Nelle dinamiche sociali vince chi riesce ad organizzare un ampio consenso dell’opinione pubblica che, attenzione, non significa consenso della maggioranza del corpo sociale».

La redazione

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58 commenti a Gli italiani restano contrari al ddl Cirinnà

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  1. Corrado ha detto

    Sarà che sto invecchiando ma sono del tutto contrario al disegno di legge che cerca di mettere tutti sullo stesso piano. Perché di fatto non si estende i diritti ad altri soggetti ma li si toglie alla famiglia tradizionale. Quindi, ritengo, che la legge può prevedere forme di convivenza diverse dalla famiglia ma queste non possono avere gli stessi diritti in materia di benefici fiscali, assegnazione alloggi e sopratutto adozione figli. Mi sembra assurdo che una famiglia tradizionale venga scavalcata, nell’adozione ai figli, da coppie gay, così come è assurdo che si trovi scavalcata nell’assegnazione di alloggi, o abbia minori benefici fiscali perché occorre ripartirli con qualsiasi tipo di coppie. O si decide di tutelare la famiglia o di non farlo, il che equivale paragonare una famiglia a tutto quello che non lo è. Senza contare poi che la legge si presta ad abusi (mi pare di ricordare di un film americano che parlava di una finta coppia di gay per avere dei privilegi in finanziamenti). Non è solo una questione di essere cattolico o meno ma è propriamente una questione di diritto. Se già da adesso non ci si sposa più per i problemi che tale impegno comporta figuriamoci poi.

  2. vincenzo commercialista ha detto

    Che senso ha un’unione civile tra coppie eterosessuali? Esiste già il matrimonio. Queste unioni allora sarebbero un matrimonio di serieB? E quali sarebbero le differenze giuridiche? Tutto ciò crea solo ulteriore confusione.Chi non si vuol sposare, conviva e basta. Oppure si vuol far vedere che si è “progressisti”, di facciata, ma non si vuol rinunziare ai benefici economici del matrimonio?

  3. Albertus ha detto

    Questa faccenda mostra come i duri e puri lumi della sinistra siano manipolabili dai media (gli stessi che straparlavano del controllo mentale con cui le televisioni del berlusca avrebbero avviluppato i suoi elettori). Io, fino a due-tre anni fa, frequentavo molto vari forum-blog di politica legati alla sinistra e non ho mai visto accenni filo-omosessualisti. Oggi invece è un continuo stillicidio, condito di tonnellate di scorie azotate spalate contro la Chiesa. Lavaggio del cervello, o ovvie conseguenze di un’ideologia che, esaurita la ragion d’essere di natura economico-politica, si sta scatenando definitivamente contro i principi non negoziabili?

  4. Raffaele Vargetto ha detto

    L’unica arma che può bloccare il disegno di legge Cirinnà è la preghiera. Uniamoci spiritualmente in preghiera col S.Rosario in tutta Italia, un’ora al giorno per questo fine.

    • fede ha detto in risposta a Raffaele Vargetto

      Io prego te invece. Commenti come il tuo fanno passare ad uno che cerca la fede come me totalmente la voglia, e rende anche i credenti un ammasso di ned flanders agli occhi di scettici e antireligiosi, suscitando facile ironia… ne sei consapevole? È un suggerimento che ti do.

      • Raffaele Vargetto ha detto in risposta a fede

        La fede è suscitata dall’annuncio della Parola di Dio e dall’aprirsi a Dio con la preghiera; ripeto, con la preghiera. Senza preghiera non c’è fede. Se lei cerca la fede, incominci a pregare, altrimenti la sua è voglia di ideologia. Negli ultimi decenni, nella Chiesa vi sono state varie correnti ideologiche: pauperiste, cattocomuniste, moderniste, ecc., che hanno ridotto la fede cristiana a una sorta di umanitarismo sociale. Nel caso specifico del disegno di legge Cirinnà, nei tempi ristretti che ci troviamo davanti, oltre all’azione di uomini impegnati nella politica e nel mondo della cultura, è necessaria una grande preghiera per salvare l’Italia da una grande sciagura, nel caso il suddetto progetto di legge venisse approvato. Se lei, fede, non comprende questo, non so proprio di quale fede parli e che cosa cerchi.

        • fede ha detto in risposta a Raffaele Vargetto

          Ho sempre pensato che la fede fosse una cosa oltre quattro filastrocche recitate pensando di avere un filo diretto di conversazione con Gesù, Dio o la Vergine (e che la ricerca della stessa non fosse limitata ad iniziare a pregare senza effettivamente credere nell’efficacia o valenza delle stesse) non pensi che prima di pregare a vanvera una persona la fede dovrebbe prima di tutto sentirla ineluttabile dentro di lui?
          Non fraintendermi, io sono agnostico e rispetto chi crede, invidio chi ha il dono della fede. Ma la tua risposta è una supercazzola che non mi aiuta concretamente!

          • Ubi Deus ibi pax ha detto in risposta a fede

            «Ho sempre pensato che la fede fosse una cosa oltre quattro filastrocche recitate pensando di avere un filo diretto di conversazione con Gesù, Dio o la Vergine»

            E hai sempre pensato bene: approfondisci il senso del Rosario, cioè della meditazione dei misteri della vita di Cristo, passando per Sua Madre, e per il suo sì.

          • Marco S. ha detto in risposta a fede

            Comunque la cosiddette “filastrocche”, se non recitate pensando alla formazione della Juventus o alle grazie della velina favorita, credo aiutino a pregare bene.
            Non e’ un caso se lo stesso Gesu’ Cristo ci ha esortato a mandarne a memoria una, cioe’ la preghiera del “Padre Nostro”.
            Evidentemente ripetere la filastrocca, pensando continuamente ai suoi contenuti, mentre la si recita, aiuta a chiedere a Dio, con sempre maggiore profondita’ e sincerita’ cose che, evidentemente, ci sono abbastanza ostiche.

            E’ cosi’ facile infatti chiedere a Dio “Venga il Tuo Regno”, “Sia fatta la tua volonta’” ? (per me non c’e’ giorno in cui quest’ultima affermazione non sia costretto a sputarla fupri dai denti…).
            Ma forse sono uno sfigato dalla vita grama.

            Mi chiedo poi come possa la fede rafforzarsi nel proprio intimo, fino a diventare “ineluttabile”, senza avere ogni giorno un “filo diretto” con Gesu’, il Padre o la S.Vergine Maria, a meno che si alluda a qualcosa di abbastanza intimistico, autoreferenziale…direi quasi “autogeno”.

            I canoni della preghiera ci aiutano perlomeno a confrontarci con le aspettive di persone, magari trascendenti, ma comunque che sono “altro” da noi, come avviene del resto per tutte le autentiche relazioni umane.

      • Gianni Zero ha detto in risposta a fede

        Se hai in mente una fede che non sia derisa dagli scettici non credo che il cristianesimo faccia per te. Te lo do io un consiglio: associati a qualche religione orientale o a movimenti new age, troverai molta considerazione nella società che ti circonda.

      • Sophie ha detto in risposta a fede

        Credo tu abbia in mente un cristianesimo fai da te, a parte il fatto che scrivi come se ti dovessimo a tutti i costi convincere ad entrare nel club mentre perlomeno io ne ho piene le palle di cristiani che fanno i paladini delle sodomia e quant’altro. Quindi se ci dovessimo ritrovare un un cristiano come te, per me puoi continuare a stare lì dove sei, uno che parla di preghiere come di filastrocche è ben lontano dalla verità. Saluti.

        • fede ha detto in risposta a Sophie

          Tranquilla, non ho in mente nessuna fede fai da te (concetto comunque che voi demonizzate, io no: ritengo che la fede come tutti i fatti della vita umana vada vissuta in maniera personale, e non è una questione di convenienza) appunto per questo non ho l’ardire di dichiararmi “cristiano generico” o cose del genere. Certo, sarà che ho 25 anni, ma nel 2016 sentire chiamare l’omosessualità “sodomia” denotando un forte sentimento omofobo mi fa sorridere. Te lo giuro, l’astio verso l’omosessualità dei cattolici è una cosa che non concepisco. Per chi mi consiglia di abbracciare filosofie orientali.. non è quel che cerco.

          • Gianni Zero ha detto in risposta a fede

            La tua giovane età spiega probabilmente la gran confusione che hai in testa. Religione fai da te non significa che la si vive in modo personale (secondo quanto la grazia concede), ma che se ne stabiliscono arbitrariamente i dogmi; in altre parole, una cosa è non saper ben distinguere il bene dal male, un’altra è decidere da soli cosa è uno e cosa è l’altro. Il tuo più grosso problema è che non ti accorgi di aver introiettato i presupposti filosofici del pensiero unico (i quali non hanno nulla a che vedere con il livello di civilizzazione della società), accettandone il lessico senza renderti conto del significato dello stesso. E’ per questo che sei convinto di un astio cristiano verso i sodomiti (questa è la definizione corretta) che è solo nella tua testa. Casomai c’è odio verso la sodomia in quanto rientrante tra le pratiche immorali. Se vuoi pensare bene, inizia col parlare bene (e cioè usando un limguaggio che descrive la realtà).

            • Ubi Deus ibi pax ha detto in risposta a Gianni Zero

              @ Gianni Zero:

              aggiungiamo che il termine “sodomita” non coincide con quello di “persona omosessuale attiva/passiva, ossia che compie attivamente o passivamente atti omosessuali”, dal momento che all’interno della sodomia includiamo anche quelli che il pensiero unico omosessualista e giustificazionista chiama “comportamenti sessuali situazionali” (vale a dire ad esempio gli atti omosessuali nelle carceri, nelle caserme, nei collegi che accettano solo uomini o solo donne etc…).

              Dunque a maggior ragione la condanna non è contro le persone omosessuali (del resto la Chiesa non condanna mai nessuna persona, al più condanna degli atti moralmente disordinati), bensì contro atti omosessuali (financo contro gli atti omoerotici dei “comportamenti sessuali situazionali” di cui sopra).

              La Chiesa, insomma fede, è certa che le persone omosessuali, se rispettano la loro natura di figli di Dio, possono salvarsi come qualunque altra persona, e il Cielo è senz’altro pieno anche di credenti omosessuali. Nessuna condanna per le persone omosessuali.

              • Max ha detto in risposta a Ubi Deus ibi pax

                “La Chiesa, insomma fede, è certa che le persone omosessuali, se rispettano la loro natura di figli di Dio, possono salvarsi come qualunque altra persona, e il Cielo è senz’altro pieno anche di credenti omosessuali. Nessuna condanna per le persone omosessuali.”

                Ottimo.

      • Marco S. ha detto in risposta a fede

        Guardi, non si preoccupi, se Dio vorra’ ascoltare le nostre preghiere, credo ci vada bene anche farci la figura del “Ned Flanders”.
        Anche a costo di infliggere, a mo’ di ulteriore danno collaterale, qualche certezza in meno sulla vita ai vari “Homer Simpson”.

  5. Sophie ha detto

    Sarò a manifestare a Roma anche stavolta, speriamo che ufficializzino al più presto la data.

    • Mari ha detto in risposta a Sophie

      Se magari fanno una manifestazione un po’ più a nord di Roma potrei anche io partecipare e tanti altri anche… cioè è inutile che si facciano le manifestazioni vantando le migliaia o milioni di partecipazioni se poi più di metà dei possibili partecipanti non ci va solo perché è lontano per loro

      • Sophie ha detto in risposta a Mari

        Hai ragione….

        • Ubi Deus ibi pax ha detto in risposta a Sophie

          Ragione di che?!?

          Roma è la città italiana più facilmente raggiungibile, la più centrale, la più importante…

          Che senso avrebbe fare questa manifestazione a Verona (tagliando tutto il Sud) o a Palermo (tagliando tutto il Nord)?

          Che sia Roma e che sia presto, prestissimo!

          • Sophie ha detto in risposta a Ubi Deus ibi pax

            Sì Ubi ma c’è gente che non ha i soldi per il viaggio. Però se si organizzano con i pullman come l’altra volta potrebbe venire di meno la quota da pagare e il viaggio potrebbe essere meno pesante.

            • Ubi Deus ibi pax ha detto in risposta a Sophie

              «Sì Ubi ma c’è gente che non ha i soldi per il viaggio.»

              Per questo ben vengano le iniziative di associazioni e movimenti ecclesiali, parrocchie e Diocesi, per ridurre al minimo i costi dei singoli e permettere a quante più persone possibili di partecipare.

              Sono ben disposto a dare il mio contributo economico per far venire ancora più persone nella capitale.

              Intanto comunque attrezziamoci per inondare di mail i nostri senatori: il testo suggerito da Adinolfi andrebbe pure bene, ma non cita minimamente la vera priorità che dovrebbe avere il nostro Parlamento. La si pianti di aiutare nei loro desideri velleitari coppie di benestanti omosessuali, e si inizi ad aiutare davvero la famiglia (l’aggettivo tradizionale è del tutto inutile, la famiglia è e sarà sempre una sola), perché possa crescere in serenità, senza angosciarsi per la venuta del secondo, terzo o quarto figlio.

          • giulia ha detto in risposta a Ubi Deus ibi pax

            bastava farne una a Roma e una a Milano! un paio di manifestazioni congiunte male non avrebbe fatto

    • Marco S. ha detto in risposta a Sophie

      Doveroso.
      Non manchero’ nemmeno io !

  6. Matteo A. ha detto

    Gli italiani come al solito dimostrano di essere un popolo ridicolo e disinformato perchè alla prova dei fatti non c’è nessuna differenza tra unioni civili e matrimonio civile. Stessi diritti, stessi doveri, stesso trattamento per gli assegni familiari, assegnazione case popolari, permessi di lavoro, ecc.
    In ogni caso nel Nord Europa queste leggi sono state fatte ormai vent’anni fa e noi ci arriviamo solo oggi. Tutto questo ritardo non so a chi giova…

    • Panthom ha detto in risposta a Matteo A.

      Se gli italiani sono come li descrivi, tu sembri invece poco libero pensatore: nel Nord Europa fanno così e allora anche noi dobbiamo copiarlo.

      Questo è ciò che fanno i Paesi del Nord Europa: http://www.uccronline.it/2015/12/04/il-paradiso-e-nel-nord-europa-razzismo-intolleranza-e-disperazione/
      Ora dovesti rivalutare minimamente il popolo italiano.

      • Matteo A. ha detto in risposta a Panthom

        I paesi del Nord Europa sono avanti anni luce in questione di welfare e diritti civili. Le statistiche poi lasciale da parte perchè in Danimarca o Svezia è considerata molestia sessuale quello che da noi sarebbe derubricato a semplice ed innocente apprezzamento.

        • Gianni Zero ha detto in risposta a Matteo A.

          Mi spieghi, Matteo, su quale base l’ossimorico “matrimonio” gay costituirebbe un diritto? Solo dopo che mi avrai risposto stabiliremo come si misura se uno stato è “avanti” o “indietro” rispetto a un altro.

          • Ubi Deus ibi pax ha detto in risposta a Gianni Zero

            All’interno della spiegazione Matteo A. dovrebbe anche includere i motivi per cui i diritti dei minori ad un padre ed una madre, e quindi a radici certe, debbano soccombere di fronte ai desideri di “genitorialità” di facoltose coppie omosessuali (genitorialità che viene “ottenuta” attraverso il mercimonio di persone: la cosificazione di donne, trattate come incubatrici, la reificazione di bambini, trattati come merce).

          • Marco S. ha detto in risposta a Gianni Zero

            “Mi spieghi, Matteo, su quale base l’ossimorico “matrimonio” gay costituirebbe un diritto? Solo dopo che mi avrai risposto stabiliremo come si misura se uno stato è “avanti” o “indietro” rispetto a un altro.”

            Gia’.
            La stranezza infatti sarebbe che, mentre il matrimonio tra uomo e donna e’ un “istituto giuridico”, il matrimonio omosessuale mi diventerebbe un “diritto”.

            E poi gli odiosi kattolici dicono che con la legge Cirinna’ si vuole equiparare l’uno all’altro !

        • Panthom ha detto in risposta a Matteo A.

          Si vede come trattano gli immigrati…ah già, i diritti civili sono solo quelli dei gay e dei figli che vogliono “farsi” (come dice Scalfarotto):
          http://www.uccronline.it/2014/11/22/ivan-scalfarotto-la-coppia-omosessuale-vuole-farselo-il-figlio/

        • Marco S. ha detto in risposta a Matteo A.

          Potrebbero essere avanti o potrebbero essere indietro anni luce…

          La questione mi pare sia se si vuol ragionare sulle cose e scoprire quale delle due, ovvero adattarsi acriticamente al “cosi’ fan tutti” (o meglio, fanno molti, perche’ in Slovenia, per esempio, un referendum popolare ha abrogato una legge che istituiva il matrimonio tra omosessuali).
          Del resto, come mi pare provi anche la Storia, non e’ detto che un’idea diffusa sia necessariamente giusta.

          In tale contesto, il dibattito politico in un grande paese come l’Italia, puo’ contribuire ad approfondire la questione in tutto il continente, a beneficio di tutti.

    • Gianni Zero ha detto in risposta a Matteo A.

      Sono d’accordo: alla prova dei fatti (di droga, alcol, pornografia e ogni altra turpitudine) non c’è nessuna differenza. L’eliminazione delle differenze è esattamente quanto si propone l’ideologia che tu decanti. Se un giorno, quando ti sveglierai dal torpore, ti venissero in mente dei veri argomenti pro-unioni civili, accomodati pure.

      • Matteo A. ha detto in risposta a Gianni Zero

        L’eliminazione delle differenze fu anche quelle che volle l’abolizione della schiavitù o la concessione del diritto di voto anche alle donne…

        • Gianni Zero ha detto in risposta a Matteo A.

          Intendi dire che dopo l’abolizione della schiavitù i neri sono diventati “diversamente” bianchi? O che le donne sono “diversamente” uomini? Non cadere nell’errore di identificare l’uguaglianza con la giustizia e l’equità.

        • Marco S. ha detto in risposta a Matteo A.

          Mamma mia, qui si confonde l’uguaglianza con l’egualitarismo !

          “Uguaglianza” rispetto ad una fattispecie, significa trattare le situazioni uguali rispetto ad essa, in maniera uguale, e situazioni diverse, sempre rispetto ad essa, in maniera diversa.

          Rispetto al voto, cosa avevano le donne di diverso dagli uomini ?
          Niente: avevano un cervello e le mani per fare una croce su una scheda, esattamente come le loro dolci meta’.

          Se parliamo invece di una coppia qualunque, i singoli individui hanno certo la stessa dignita’.
          Pero’ una coppia stabile uomo-donna si presta a realizzare determinate finalita’ sociali che non ritengo perseguibili da altri tipi di unione.
          Pertanto mi pare normale che l’istituto giuridico del matrimonio si applichi alla prima e non alle seconde.
          Non c’e’ proprio nessuna discriminazione, perche’ si tratta di situazioni diverse rispetto alle finalita’ del citato istituto.
          A nessun e’ negato alcun diritto.

          Parlando di schiavitu’, poi, mi pare siamo completamente fuori strada.

          La schiavitu’ non era tanto questione di “uguaglianza”, ma era l’idea che un uomo potesse diventare proprieta’ di un altro uomo.

          Tanto per dire, nell’antica Roma, di base, tutti gli uomini erano ugualmente liberi, indipendente dalla razza: non esistevano una schiavitu’ o una discriminazione su base razziale.
          Ma se facevi la guerra a Roma e finivi prigioniero, diventavi schiavo di un romano a vita; se da romano eri indebitato, diventavi schiavo del tuo creditore.

          Negli stati confederati USA pre-Guerra Civile esistevano sia una discriminazione razziale, sia la schiavitu’ su base razziale, ma quest’ultima era solo relativa.
          Pur essendo pochi gli schiavi africani che erano riusciti ad affrancarsi, se ben ricordo nella Confederazione ve n’era qualche centinaio che, complessivamente, possedevano circa 10.000 schiavi neri.
          Quindi costoro, come neri, erano discriminati dai bianchi, ma comunque erano liberi e potevano possedere a loro volta schiavi.

          Del resto la segregazione razziale e’ continuata in almeno 30 stati USA, molti dei quali erano stati aderenti all’Unione (cioe’ erano stati con i “nordisti” di Lincoln), fino ai tempi di Kennedy e di Martin Luther King.
          E la schiavitu’ era stata abolita con il “Proclama di Emancipazione” del 1863.
          Come si spiega ?

          Io quindi maneggerei con piu’ prudenza certe materie, che sono piu’ complesse della vulgata semplicistica che ci hanno instillato.
          Lo so: e’ piu’ semplice mulinare la mazza del “politically correct” ed adattare tutto a martellate, specie quando ci fa piu’ comodo….
          Per questo capisco come si stia in trepida attesa che l’ultima generazione raziocinante venga chiamata al Padre, se possibile con cortese sollecitudine…

      • Marco S. ha detto in risposta a Gianni Zero

        Attendiamo impazienti gli argomenti del sig. Matteo.
        Sine ira et studio, ovviamente !

  7. Ubi Deus ibi pax ha detto

    Chi di voi ha iniziato a scrivere ai nostri Senatori? Con o senza l’incipit di Adinolfi…

    • δ'v ha detto in risposta a Ubi Deus ibi pax

      Purtroppo, essendo del movimento 5 stelle, su queste questioni etiche le votazioni interne hanno avuto un esito a favore di questo ddl. Ho provato ad inviare delle mail a Morra e Giarrusso, ahimè, senza ricevere risposta ( anche perchè nelle trasmissioni televisive si sono sempre dichiarati favorevoli ). C’è di “buono” che famiglie aderenti al movimento andranno alla manifestazione, sperando che questo possa essere di monito ( ma non credo ) ai senatori.

  8. ratioman ha detto

    Le vostre idee sono sempre più raccapriccianti. Fortunatamente, visto il lavoro che svolgo, sono testimone del fatto che il vostro pensiero non ha alcuna presa tra i giovani di oggi. Devo solo avere pazienza ed attendere con calma la vostra scomparsa, come i dinosauri. Che però avverrà in tempi umani e di voi rimarrà solo qualche curioso esemplare, aggressivo e irragionevole, testimone di un’epoca in cui dettavate legge.

    • Gianni Zero ha detto in risposta a ratioman

      Più in generale, ratioman, possiamo dire che il “pensiero” cristiano raramente fa presa sui giovani indottrinati ideologicamente. Solo per decenza ti risparmio gli esempi.

      • ratioman ha detto in risposta a Gianni Zero

        Peccato per la mancanza di esempi; forse mi avrebbero aiutato a comprendere il significato della sua risposta.

      • Ubi Deus ibi pax ha detto in risposta a Gianni Zero

        @ ratioman /Shiva101:

        vuoi dire che lo schiavismo dell’utero in affitto non è raccapricciante?

        Devo solo avere pazienza ed attendere con calma la vostra scomparsa, come i dinosauri.

        Son duemila anni che le ideologie sperano ciò (e a volte calcano la mano sterminandoci – storia recente e contemporanea purtroppo). Continuate ad aspettare, trascorrerete proficuamente la vostra vita! 🙁 Il «non praevalebunt» ci rassicura che l’ultima Parola resterà Cristo.

    • Kosmo ha detto in risposta a ratioman

      Ahhh cazzeggi nei centri sociali… ho capito che lavoro fai…

    • Igloo ha detto in risposta a ratioman

      Già i pagani del I° secolo si rallegravano profetizzando la nostra scomparsa, credo che non farai in tempo nemmeno tu ad assistervi 🙂
      Un caloroso abbraccio nel tentativo di consolarti e lenire la tua ragionevolissima rabbia e frustrazione quotidiana.

    • Marco S. ha detto in risposta a ratioman

      Caro sig. Ratioman, Lei mi rischia di usare un nick inadeguato.

      Infatti le nostre idee saranno anche raccapriccianti, superate, senza alcuna presa sui giovani (strano, circa la meta’ delle Sentinelle in Piedi che vedo vegliare hanno meno di 30 anni…), ma mi paiono le uniche idee che vedo in campo.
      Dall’altra parte non vedo idee, ma solo insulti gratuiti e giudizi preconcetti (magari elaborati sbrigativamente in altre sedi e propinati in tutti i modi possibili attraverso la potenza dei moderni media).

      Comunque, se Lei vuole stare sul fiume fino a veder passare il mio cadavere, Le servono molta pazienza ed almeno 35 anni, salvo complicazioni.
      Nel frattempo intendo continuare a resistere a questa ideologia che ritengo ingiusta e dannosa, per tutti, persone omosessuali comprese.
      E nel frattempo magari i giovani d’oggi saranno le donne e gli uomini maturi di domani e quindi quello che oggi “non fa presa”, domani potrebbe farlo.

      Panta rei, sig. Ratioman !

    • Paxvobis ha detto in risposta a ratioman

      L’utente ratioman capitava spesso e volentieri a difesa di Pierciucco Odifreddi quando UCCR rilevava le varie odifreddure del matematico incontinente. Osservate ora in questo commento tutta la presunzione con cui è scritto: non vi ricorda un po’ il vincitore di Due Asini d’Oro in quanto peggior divulgatore?

    • GrazianoP ha detto in risposta a ratioman

      Mi sa che le ci vorrà un po di pazienza, caro ratioman, qualche milione di anni, proprio come per i dinosauri, in quanto non vedo asteroidi in arrivo!
      In merito alla questione, io personalmente non sono contrario alle unioni civili, purchè non sottraggano risorse alla famiglia “tradizionale”, nessuno infatti può e deve costringere le persone a sposarsi, ma visto l’andazzo degli ultimi anni può essere un primo passo per convincere i giovani ad avvicinarsi alla convivenza…ma questa è un’altra storia.
      Forse nemmeno alla step-child adoption, in quanto nella “unione” è comunque presente uno dei genitori, purchè si trovi un sistema certo di evitare l’utero in affitto, in caso contrario, cioè nel dubbio che questo possa accadere, meglio evitare questo abominio (l’utero in affitto)che svilisce la figura femminile equiparandola di fatto alla “vacca”.
      Si potrebbe ammettere per esempio solo se il figlio è frutto di un precedente matrimonio (etero-pentiti) e in caso l’altro genitore sia deceduto o abbia rinunciato alla potestà o paternità, e comunque stringere il cerchio per evitare abusi. Non concepisco invece l’adozione da coppie omosessuali, trovandomi a discutere con un sostenitore gli ho fatto questo semplice esempio: chi dovrebbe decidere se un bambino debba essere adottato da una coppia tradizionale (ovvero naturale) o invece da una coppia surrogata (ovvero omosessuale)?
      Perchè è di questo che stiamo parlando, di uno scimmiottamento della coppia naturale nel nome del politically correct e nel solo interesse degli adulti senza alcun vantaggio (semmai qualche svantaggio) per i bambini! Che senso ha?

      • Marco S. ha detto in risposta a GrazianoP

        Scusi Graziano, ma vedo troppe alchimie.

        Mi pare che i giovani oggi si avvicinino alla convivenza, anche senza incentivi e nel suo ambito godono gia’ di non poche tutele giurisprudenziali, amministrative e legali.

        Se volessero di piu’ saprebbero bene di avere il matrimonio ma, evidentemente (e correttamente, malgrado abbiano loro dato pure il “divorzio breve) non vogliono impegnarsi alla stabilita’ e quindi rinunciano ai vantaggi che la societa’ sarebbe disposta a conferire loro per incentivarli a realizzarla.
        Tutto questo va solo a loro onore e non vedo nelle coppie eterosessuali conviventi tutta questa brama di normare ulteriormente il loro rapporto, che infatti intendono ispirato alla piu’ assoluta liberta’reciproca.
        Non mi paiono quindi essere le loro pressioni a fare da input a tutto questo ambadaradan.

        La giurisprudenza sa bene che il matrimonio non e’ un diritto, ma un istituto giuridico, quindi sa bene essere nella piena facolta’ delle comunita’ stabilire quali unioni ritiene di rispettare ed incoraggiare, tramite l’istituto del matrimonio, e quali unioni ritiene solo di rispettare, sulla base dei diritti individuali delle persone.

        Rispetto ad un istituto giuridico, il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge interverebbe soltanto nel caso in cui si introducessero due distinti istituti per perseguire le stesse finalita’.
        Per esempio, violerebbe il principio di uguaglianza una prescrizione dei debiti che fosse in 10 anni per i bianchi ed in 20 anni per le persone di colore: allora si’ che la giurisprudenza avrebbe materia per intervenire, equiparandola a 10 anni per tutti, in nome dell’uguaglianza dei cittadini.

        Forse dobbiamo tutti cercare di capire meglio su quale terreno si sta consumando questo confronto.
        Perche’ una volta realizzata la “maniglia”, tutto si dipanera’ sulla testa dei cittadini per via giurisprudenziale.
        Non vale che la legge qualifichi espressamente i nuovi istituti come “originari”, perche’ giustamente le leggi si qualificano e si interpretano soprattutto in base ai loro contenuti, al di la’ della loro denominazione formale.

        • GrazianoP ha detto in risposta a Marco S.

          concordo con lei Marco,
          ma oramai ci troviamo a dover difendere persino le coppie maschio-femmina.
          Riguardo al suo discorso giurisprudenziale, non sono sicuro di aver capito, e come me la maggioranza degli italiani, sarebbe bello capire meglio spiegato in parole “povere” e meno tecniche. Se ho capito bene, il nuovo istituto delle unioni civili di fatto introdurrebbe una differenza tra matrimonio (civile) ed unioni per perseguire la stessa finalità, cosa ciò comporterebbe sul piano pratico? Che di fatto si arriverebbe al matrimonio gay per via giuridica?

          • Marco S. ha detto in risposta a GrazianoP

            Confermo.
            Un’istituto giuridico assicura ad alcune situazioni alcuni vantaggi, ovvero impone loro determinati svantaggi, per perseguire finalita’ sociali.

            Esempi: Matrimonio (finalita’: incoraggiare unioni stabili tra uomini e donne) Societa’ commerciali (finalita’: favorire l’iniziativa economica con grandi capitali); Prescrizione dei debiti (finalita’: assicurare la certezza dei rapporti creditori e debitori); Usucapione (finalita’: assicurare la certezza dei rapporti di proprieta’ dei beni immobili); Successione: (finalita’: favorire la conservazione e la messa a frutto dei patrimoni fino all’ultimo, nelle certezza di poterli trasmettere ai discendenti).

            E’ chiaro che i vantaggi che i coniugi ricevono dal matrimonio, il debitore prescritto riceve dalla prescrizione, il possessore che ha usucapito riceve dall’usucapione o l’erede dalla successione, non sono diritti individuali.
            Sono invece strumentali a perseguire le finalita’ sociali dell’istituto giuridico.

            Dove con gli istituti giuridici entra invece in gioco il principio di eguaglianza ?

            Entra in gioco nel momento in cui si perseguissero le stesse finalita’ sociali, applicando provvidenze diverse a persone diverse, discriminate secondo criteri che nulla c’entrassero con le citate finalita’ sociali.

            Esempio: Se il matrimonio serve per incoraggiare l’unione stabile di un uomo ed una donna, qualunque altro istituto che tenda alle stesse finalita’ con altri tipi di coppie, e’ suscettibile di essere ricondotto al matrimonio in base al principio di uguaglianza.

            Infatti lo stato puo’ stabilire quali tipi di unione incoraggiare a quali no.
            Se pero’ decide di incoraggiare anche le unioni omosessuali, lo deve fare assicurando anche ad esse le medesime provvidenze e le medesime prerogative del matrimonio.

            In caso contrario una certa giurisprudenza potrebbe, non senza ragioni, sostenere che e’ stato violato il principio di uguaglianza tra i citaddini e quindi potrebbe estendere automaticamente il matrimonio a tutte le coppie di ogni sesso.

            Perche’ vede, ora si sta giocando tutto sul sentimentalismo.
            Nessuno dice che stiamo in realta’ parlando di istituti giuridici, essenzialmente finalizzati a perseguire finalita’ sociali, non le finalita’ individuali degli interessati, che sono semmai solo lo strumento per perseguire le prime.
            Ora si rappresenta lo stato come un Cupido, destinato a sanzionare con la sua freccia un rapporto d’amore, senza la quale esso ne verrebbe in qualche modo gravemente menomato, al punto da configurare addirittura una mortificazione dei “diritti civili” di qualcuno.

            Ma sia certo che, appena avuta la legge che serve, una certa giurisprudenza ricomincera’ a macinare vero diritto, parlando di uno stato ha ritenuto si’ utile incoraggiare anche l’unione omosessuale, che pero’ la ha discriminata, mettendole a disposizione soltanto un’istituto matrimoniale mutilato, come la “legge sulle unioni civili”.
            Non credo saranno piu’ necessari ulteriori passaggi parlamentari.
            Il principio di uguaglianza fara’ il suo lavoro per pura via giurisprudenziale, sulla testa della maggioranza degli italiani, che sappiamo essere contraria al cosiddetto “matrimonio gay”.

          • giulia ha detto in risposta a GrazianoP

            Sì, si arriverebbe ai matrimoni gay per via giuridica e di conseguenza anche alle adozioni!

      • Gianni Zero ha detto in risposta a GrazianoP

        Le unioni civili sono cristianamente ammissibili solo se vissute nella castità, il che è evidentemente fuori dalla realtà e costituisce perciò uno scimmiottamento, forse ancor peggiore, del senso del matrimonio. Poiché non esiste una coppia “naturale” da contrapporre, ad esempio, a una multipletta naturale (poligamia o poliandria), dobbiamo rifiutare ogni forma di unione che non sia il matrimonio. Ogni concessione al di fuori di questo paradigma è un passo verso una società idolatrica. Io almeno la penso così.

        • Marco S. ha detto in risposta a Gianni Zero

          E’ l’unica alternativa.
          O ci sono ragioni per avere come unico istituto il matrimonio limitato a coppie di sesso opposto o, se non ci sono queste ragioni, lo si dovra’ estendere a chichessia.

          Le persone capaci di conservare il loro senso dell’humour anche nelle situazioni piu’ disperate (e disparate), avranno modo di esercitarsi nei prossimi annni…

  9. Giulio Quaresima ha detto

    Non essendo esperto di sociologia, demoscopia, etc., non riesco a capire in che senso l’opinione pubblica non coinciderebbe con il consenso sociale, come afferma Giuseppe De Rita nel virgolettato alla fine dell’articolo. Sarei grato agli autori se potessero spiegare meglio il concetto. Ho una vaga intuizione in merito, forse per opinione pubblica si intende quel sottoinsieme della società che non si limita ad avere un’opinione ma attivamente la propugna?

  10. Ingrid ha detto

    Su queste problematiche che coinvolgono profondamente la COSCIENZA non ci si dovrebbe lasciare incalzare da una falsa “urgenza” di voto, per assecondare, le richieste sconsiderate (almeno io considero tale, per esempio, la richiesta di adozione dei bambini da parte di coppie gay e il modo altrettato amorale di come se li procurino)di una minoranza.

    Non voglio diventare complice, di un modello di vita sciagurato, che, in nome di un diritto inventato, ne viola un altro reale e naturale, quello del bambino (e di molti altri, ma bisognerebbe promuovere un confronto serio e diretto, in luoghi adatti, su tutte queste tematiche; poiche oggi,la piu parte dei mass media e dei giornalisti e’ schierata apertamente da una parte e non c’e’ quasi mai contraddittorio o e’ sempre molto debole). Mi unisco volentieri anche alla preghiera

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