Il paradiso è nel nord Europa? Razzismo, intolleranza e disperazione

SveziaSpesso si leggono o si ascoltano esternazioni di ammirazione per i Paesi del Nord Europa, sul loro “essere avanti”, anticipatori del progresso, terre dei diritti e del benessere, dell’onestà e del rispetto.

Abbiamo sempre pensato che fosse il classico mito che si instaura nell’opinione pubblica e fatica a scrostarsi, venendo ripetuto a mo’ di cliché. Ed effettivamente pare essere così se si vanno a leggere le notizie che arrivano quotidianamente. Prendiamo come esempio la Svezia e la Danimarca.

 

Ad esempio, la “tollerante” Svezia sta diventando una delle capitali europee per il razzismo: alloggi per i rifugiati dati alle fiamme, devastazioni delle scuole adibite a centri d’emergenza per minori, bombe carta contro gli alloggi d’emergenza degli stranieri nella capitale, Stoccolma. La situazione è talmente degenerata che il Consiglio per la Migrazione svedese ha disposto ora la segretezza dei luoghi designati. Il terzo partito del Paese, i Democratici Svedesi, sono schierati contro “l’islamismo” e puntano a cacciare dalle città turchi, curdi e marocchini. E non si placano gli attentati contro i luoghi di culto islamici. Anche gli ebrei vengono presi di mira, il clima antisemita è irrespirabile da anni tanto che il Centro Wiesenthal ha suggerito: «Toglietevi la kippah e non parlate ebraico».

«L’immagine della Svezia come paese della tolleranza è superata da ormai un paio di decenni», ha affermato lo scrittore Gellert Tamas. Tuttavia pare che nemmeno decenni fa esistesse questa fantomatica tolleranza. Sono infatti state scoperte le persecuzioni e la sterilizzazioni di massa degli zingari tra il 1934 e il 1974, considerati una razza inferiore. Proprio nel periodo d’oro dei governi socialdemocratici svedesi, che fecero dell’eugenetica la bandiera nazionale per ridurre il peso degli elementi “parassitari” della società. Il premier Fredrik Reinfeldt ha chiesto scusa per questo passato oscuro oggi tornato alla luce, anche se diversi episodi di razzismo nei confronti dei rom continuano a riaffiorare nelle cronache. La Svezia ha anche dovuto fare i conti con 80 anni di sterilizzazione forzata ai transessuali (almeno 62mila casi), come imponeva il Codice civile dal 1934.

La colonizzazione ideologica, d’altra parte, è all’ordine del giorno: la tv pubblica danese (SVT) offre ai bambini un cartone animato dove protagonisti sono pene e vagina, mentre alle bambine viene invece distribuito un gelato a forma di pene. Da anni nelle scuole imparano a riferirsi alla realtà senza pronomi personali maschili (“lui”) o femminili (“lei”), ma soltanto con il pronome neutro “Hen”, in rispetto alla teoria di gender. Una delle religioni riconosciute dallo Stato svedese è il Kopimismo, che predica la condivisione dei file sul web. Non stupisce che la malattia principale degli svedesi è la solitudine, il 60% della popolazione vive da solo: «La famiglia non c’è più, l’ha sostituita Internet», avvertono gli esperti (sono tanti i giovani svedesi che si suicidano in diretta sul web). Drammatico il racconto della psicologa Anna Svesson sul dilagante disinteresse dei giovani per i propri genitori anziani, che si lasciano morire in disperata solitudine.

 

Grossi problemi sociali anche in Danimarca, altro Paese “modello” di progresso. Le recenti elezioni sono state vinte da partiti che hanno fatto del divieto di immigrazione il loro programma di governo, mentre i quotidiani di Copenhagen pubblicano annunci contro i profughi. L’altra faccia della medaglia è che, invece, coloro che si arruolano volontariamente per la Jihad, combattendo a fianco dei gruppi terroristi dell’Isis in Siria, vengono stipendiati tramite un sussidio dallo Stato, le loro famiglie ricevono un aiuto economico e, quando tornano, ricevono cure mediche e un posto di lavoro. Manca solo la premialità per chi porta a casa la testa di un “infedele”. D’altra parte la Danimarca accoglie nei suoi confini l’unico gruppo fondamentalista europeo a richiamarsi apertamente allo Stato Islamico (Isis), ovvero il “Millatu Ibrahim”, noto per le ronde nei quartieri per imporre la Sharia. Nel frattempo molti cittadini danesi si divertono in maratone di masturbazione, prima di tornare a casa a guardare una trasmissione televisiva dove delle donne si presentano nude davanti a due giudici che le valutano in modo spregiudicato. Alla faccia del femminismo. Il tasso di natalità è drammatico: più di una coppia su cinque è senza figli e il tasso di fertilità totale del Paese (1,7 figli per donna) è al di sotto della soglia di sostituzione, ma l’opinione pubblica è preoccupata più che altro a dibattere sulla liberalizzazione dell’incesto. Inoltre, c’è l’obiettivo nel 2030 di eliminare completamente la Sindrome di Down tramite la diagnosi prenatale e l’aborto selettivo dei bambini disabili, in chiaro sapore eugenetico.

La Danimarca vince sempre la classifica delle Nazioni più felici, i motivi sono stati trovati nel fatto che lavorano meno ore all’anno di qualunque altro paese al mondo e, di conseguenza, hanno bassi tassi di produttività, ed inoltre hanno il più alto livello di debito privato al mondo. Sono il quarto paese al mondo per impatto ecologico (si reggono sul carbone). Tra gli anziani danesi ci sono altissimi tassi di suicidio a causa di abuso di alcool, depressione o ansia, solitudine e isolamento sociale. Gli italiani che vivono in Danimarca descrivono un Paese ben lontano dal paradiso che molti immaginano: «in giro ci sono solo ventenni e cinquantenni divorziati. In giro, ovvero intendo ovviamente il venerdì e il sabato, gli unici giorni in cui abbandonano le tane e scendono in città», racconta un fisico italiano emigrato. «Escono già bevuti da casa per spendere meno, e siccome cenano alle 6 e mezza mediamente verso le 9 sono già ubriachi, dispensano allegramente urina per le strade (tutte le domeniche tocca lavare l’androne). La domenica in genere la passano in coma a riprendersi dalla sbornia, attendendo il lunedì. Il sesso è sicuramente molto presente, ma solamente per coprire la quasi totale mancanza di comunicazione emotiva. Nei locali la gente, ubriaca ed in preda ad una specie di trans ferina passa il fine settimana a ballare, e così, senza spesso una parola, si avvinghiano, si denudano, si accoppiano confusamente, con persone con cui il giorno dopo non avranno neanche la forza di incrociare gli occhi».

Chi ci vive parla di una «società svuotata, con immigrati qualificati che fanno i lavori qualificati, immigrati non qualificati che campano alle spese del sistema, che significa migliaia di afgani, siriani, nordafricani che si trascinano in giro in piena apatia, e nel mezzo i danesi, un popolo chiuso e isolazionista, che non fa che odiare sempre più ogni giorno gli stranieri. Per la prima volta nella mia vita ho sperimentato il razzismo sulla mia stessa pelle, quando vengo scambiato per un arabo». E allora, «perché la gente si sente felice in un paese di repressi, di gente che non si abbraccia perché si vergogna, del paese con il più alto tasso di alcolizzati adolescenti, dove le madri lasciano i figli (giuro) in carrozzina fuori del caffé in pieno inverno? Il fatto è che i Danesi sono convinti di essere felici, sono quasi inebetiti nella loro convinzione solipsistica di felicità, ed incapaci forse di confrontarsi».

 

Potremmo continuare parlando della Norvegia, dell’Islanda, della Scandinavia e di tutti i Paesi ritenuti “aperti”, “tolleranti”, “multiculturali” e “progressisti”, dove le caratteristiche sono simili: libertinismo sessuale, laicismo, individualismo, assenza di valori familiari (a causa della distruzione del matrimonio e della famiglia), solitudine, alcolismo. Per non parlare della violenza sulle donne, molto diffusa nell’Europa del Nord col 52% di donne danesi che racconta di aver subito una violenza fisica o sessuale, il 47% di quelle della Finlandia e il 46% di quelle della Svezia, contro il 27% dell’Italia (AA.VV. “European Union Agency for Fundamental Rights”. Violence against women: an EU-wide survey. Main results, Publications Office of the European Union, 2014).

Vengono in mente le parole di Benedetto XVI: «Quando Dio rimane escluso dalla cultura e dalla vita pubblica e la fede in Lui diventa più difficile, anche perché viviamo in un mondo che si presenta come opera nostra, nel quale, per così dire, Dio non compare più direttamente, superfluo ed estraneo, ha luogo una radicale riduzione dell’uomo, considerato un semplice prodotto della natura, come tale non realmente libero e di per sé suscettibile di essere trattato come ogni altro animale. Nella medesima linea, l’etica viene ricondotta entro i confini del relativismo e dell’utilitarismo, con l’esclusione di ogni principio morale che sia valido e vincolante per se stesso. Non è difficile vedere come questo tipo di cultura rappresenti un taglio radicale e profondo non solo con il cristianesimo ma più in generale con le tradizioni religiose e morali dell’umanità: non sia quindi in grado di instaurare un vero dialogo con le altre culture, nelle quali la dimensione religiosa è fortemente presente, oltre a non poter rispondere alle domande fondamentali sul senso e sulla direzione della nostra vita. Perciò questa cultura è contrassegnata da una profonda carenza, ma anche da un grande e inutilmente nascosto bisogno di speranza».

La redazione

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19 commenti a Il paradiso è nel nord Europa? Razzismo, intolleranza e disperazione

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  1. Dwayne ha detto

    Almeno li Meritocrazie e Giustizia Sociale non sono parole sconosciute , almeno li gli indagati si dimettono , almeno li un pedofilo non sarebbe diventato MAI Primo Ministro….
    CARA ITALIA , NON MI MANCHI AFFATTO!

    • Laura ha detto in risposta a Dwayne

      Rispetto la tua esperienza all’estero, ma preferisco un paese con meno meritocrazia ma con più valori piuttosto che uno stato efficentissimo ma disumanizzato e ideologizzato.

      • Dwayne ha detto in risposta a Laura

        Dove sarebbero i valori in Italia ??? un Primo Ministro che va a p…. , Stato-Mafia che ormai sono un unico corpo , disoccupazione giovanile ai massimi storici , emergenza sociale e culturale , comuni sciolti per infiltrazioni mafiose…. insomma è il classico paese dove si va avanti se sei “Il figlio di” .
        I valori Cristiani li puoi trovare ovunque , in Germania ad esempio ce una grandissima fetta di popolazione Cattolica .

        • Gennaro ha detto in risposta a Dwayne

          Non è la biografia di Berlusconi che pregiudica l’esistenza o meno di valori sociali (l’umiliazione pubblica di Hollande nei confronti della moglie è meno grave?), il problema della Mafia è reale ma ogni paese ha il suo cancro: Francia e Belgio ad esempio coltivano il terrorismo in casa, noi no. La disoccupazione è allarmante ma è proprio il valore della famiglia che ne attutisce le conseguenze. Ricordo anche il valore della cultura italiana, della sana laicità, dei legami sociali molto forti che sono l’antidoto all’individualismo e all’isolamento, in Inghilterra ormai nessuno mangia assieme alla sua famiglia ad esempio, gli anziani sono lasciati morire da soli negli ospizi. L’Italia ha tanti difetti ma il nord Europa non è e non dev’essere il nostro riferimento.

          • Dwayne ha detto in risposta a Gennaro

            Peccato che ormai la maggioranza dei ragazzi italiani (grazie a Dio) stia scappando da questo non paese , il numero dei morti ha superato il numero dei nascenti , questo paese NON CI MERITA !
            Si può essere ottimi Cattolici anche altrove , l Italia è il letamaio d europa…. purtroppo a causa di disastrose gestioni politiche , anche una Spagna qualsiasi ci guarda dall alto in basso .

            • EquesFidus ha detto in risposta a Dwayne

              Balle: solo circa lo 0,52% degli italiani sotto i 30 anni sta lasciando l’Italia ogni anno. Quindi è ben difficile parlare di “maggioranza”.

            • Gennaro ha detto in risposta a Dwayne

              Aggiungo che nessuno mette in dubbio l’essere cattolici in Svezia o Norvegia, ma che dobbiamo smetterla di vedere questi posti come il riferimento morale dell’Europa per i fantomatici diritti civili!!

    • Paxvobis ha detto in risposta a Dwayne

      Il livore del tuo post è prova del clima di tensione dei paesi scandinavi: la differenza è che qui il premier è stato criticato per presunta concussione lì invece nessuno muove bocca riguardo a fatti molto più gravi quali eutanasia eugenetica gender laicismo (leggasi ateismo di Stato)….

  2. simone ha detto

    Che bei posticini…e questi sarebbero i paesi modello dell’Europa? Questi sarebbero i primi della classe sui fantomatici diritti civili…andiamo bene!

  3. Kosmo ha detto

    Avete scordato (come vostro solito) come mai però c’è stata questa reazione (sproporzionata certo!) contro i “rifugiati”.
    Andate a vedere i filmati delle periferie dati alle fiamme.
    Andate a vedere le statistiche sugli stupri nelle città svedesi.
    Ma non lo farete (ho fatto lo screenshot del post, voglio vedere se lo pubblicate).

  4. Piero ha detto

    Noi ce lo sogniamo il welfare di quei paesi. E per quanto riguarda suicidi o carenza di rapporti interpersonali, il nord Europa è sempre stato così.

  5. Giovanni ha detto

    Perché, per affermare valori oggettivamente importantissimi, si deve valutare negativamente TUTTO ? Senza scomodare la misericordia (Grazia che non è sempre alla portata di tutti), basterebbe un poco di equilibrio e di buon senso. Non può esistere una comunità dove tutto è negativo, nemmeno l’Italia o altri paesi.

  6. Danilo ha detto

    L’unico modo per fare paradisi in terra a Nord Sud Ovest Est,e negare la terra,certo si fa quel che si puo,anche se ne son passati di ideologi nella storia che hanno provato a fare quello che invece non si puo,bhe infatti credo proprio a uno che mi dice che nonpuo essere sulla Terra,almeno lascia spazio al dubbio non alla certezza dell’impossibile.

  7. Albertus ha detto

    Ci ha fatto molto male la mitizzazione dei paesi nordeuropei. Una (in apparenza) innocente mitizzazione di tipo economico è già diventata un vile attacco ai principi di vita cristiano cattolici, dunque universali.

  8. Klaus B ha detto

    Sono stato in Danimarca per un paio di settimana quest’estate. Lì nel 2007 una spietata riforma amministrativa ha accorpato i Comuni fino alle dimensioni di una nostra Provincia (all’incirca), comportando un notevole risparmio. Meno campanilismi e meno parassiti che ci campano sopra alle spalla del contribuente.
    La pulizia e l’ordine regnano ovunque (non parlo di Copenhaghen che è un caso a parte e che, comunque, ho visitato troppo brevemente per poterne dire qualcosa).
    Certamente è forte la sensazione di una società scristianizzata, ad esempio perché le numerose e spesso splendide chiese sembrano ridotte prevalentemente a musei.
    Dal momento, però, che mi rifiuto di credere che buona amministrazione e scristianizzazione vadano di pari passo, mi chiedo se non sarebbe possibile avere la prima senza la seconda. Invece ho l’impressione che qui da noi stiamo avendo la seconda senza la prima.
    Per quanto riguarda l’Italia, un Paese che obbliga i suoi giovani migliori ad andare altrove, per non dover sottostare a condizioni umilianti e spesso illegali, nel caso del lavoro dipendente, e alle vessazioni di una burocrazia e di un sistema fiscale sadici (e non di rado corrotti), se osano tentare la strada del lavoro autonomo; bene, un Paese così non è, in ogni caso, un Paese sano, tanto più considerando che la formazione di ciascuno di quei giovani è costata centinaia di migliaia di Euro al contribuente (cioè a ciascuno di noi).
    Questo prescindendo da quali siano gli esiti delle battaglie spesso assai discutibili sui cosiddetti “diritti civili”, sulle quali la mia opinione coincide largamente con quelle che vengono qui espresse.

    • Gennaro ha detto in risposta a Klaus B

      Si ma hai ragione, l’efficienza di questi paesi è indiscutibile e l’Italia al confronto è ridicola. Però per quanto riguarda il tessuto profondo della società non c’è paragoni, questi sono paesi ideologizzati e schiavi del potere mondano e i tassi di intolleranza, suicidio e solitudine lo dimostrano.

      • Fabrizia ha detto in risposta a Gennaro

        Come sempre, generalizzare è ingiusto. Grazie a mia figlia conosco alcuni ragazzi ventenni danesi. Non bevono, non fumano, non fanno promiscuità sessuale, sono attaccatissimi alla loro famiglia ( genitori non divorziati e ancora insieme). Ricordo ancora una discussione sull’aborto con loro è uno che mi dice:” Basta una lezione di biologia a scuola per capire che ciò che inizia con la fecondazione è un essere umano”. Forse non tutto è marcio nel regno di Danimarca.

    • Kosmo ha detto in risposta a Klaus B

      Il motivo è che qui in Italia ha regnato per 60 anni il catto-comunismo.
      Provate a licenziare un dipendente pubblico.
      Provate a promuovere efficienza ner comparto pubblico, e avrete una sollevazione popolare.
      prova è che moltissime aziende italiane private, per lo più oltretutto a conduzione familiare, eccellono nel mondo intero, competendo con marchi molto più “pesanti”.
      L’Italia non ha nulla da invidiare agli altri, intesa come popolo italiano.
      Oltretutto l'”efficentismo” qui viene invidiato soltanto quando non tocca a se’ stessi.
      Con la proposta di abolizione delle province (non soltanto l’abolizione del diritto di voto, cosa che non fa inorridire “stranamenti” i fanatici della “costituzione più bella del mondo) di qualche tempo fa ci fu una sollevazione popolare.
      Parafrasando un noto detto romano “so’ tutti efficientisti cor cu** dell’artri”.

  9. andrea C. ha detto

    Sono stato a Stoccolma, bella città, gente socievole ed educata, tutti. Ma bisognerebbe andare a fondo, in provincia e in periferia. Di certo l’immigrazione (islamica soprattutto) crea grossi problemi di convivenza e non mi meraviglio che gli svedesi stiano diventando intolleranti. Tra poco lo saremo anche noi e senza avere il loro welfare.

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