Gli italiani contrari al ddl Cirinnà, il 76% sostiene la famiglia uomo-donna

ddlcrinnàAnche in Italia si vuole replicare quanto accaduto in Francia, dove il matrimonio omosessuale è stato letteralmente imposto alla popolazione nonostante milioni di persone si siano radunate per giorni nelle piazze francesi a manifestare la loro contrarietà (nacque lì infatti la Manif pour tous, associazione poi diffusasi velocemente in tutto il mondo occidentale).

In Italia l’attuale governo, non eletto da nessun cittadino, ha messo in calendario il ddl Cirinnà che di fatto intende equiparare le unioni civili (anche omosessuali) al matrimonio, con tanto di stepchild adoption (aprendo la porta all’adozione di bambini da parte di parte di coppie omosessuali). L’on. Ivan Scalfarotto, punta di diamante del mondo Lgbt nonché Sottosegretario di Stato al Ministero delle Riforme (noto per aver tentato di introdurre per la prima volta in Italia il reato d’opinione tramite il ddl sull’omofobia), aveva annunciato ancora una volta trionfalmente -prendendo per l’ennesima volta in giro i suoi sostenitori- che la legge sui diritti civili sarebbe arrivata entro maggio, gli oppositori «se ne facciano una ragione». Siamo oltre la metà di maggio e il ddl Cirinnà –ha spiegato Il Fatto– è già andato in vacanza per una lunga pausa di riflessione anche grazie alla forte opposizione che ha ricevuto in Parlamento (ben spiegata dall’avvocato Filippo Martini dei Giuristi per la Vita).

Scalfarotto dovrebbe farsi una ragione anche del fatto che la popolazione italiana è a maggioranza contraria al ddl Cirinnà, notizia che nessun principale quotidiano ha riportato. E’ emerso infatti da una rilevazione effettuata negli ultimi giorni di marzo da Lorien Consulting, autorevole società di ricerche di mercato, che i favorevoli al disegno di legge sulle unioni civili sono il 47% degli Italiani, mentre il 50% si dichiara apertamente contrario e il restante 3% non risponde. Considerando che radio, quotidiani e televisioni sono un continuo ed enorme spot pro-Lgbt -la stessa strategia utilizzata con successo per promuovere la campagna omosex negli Stati Uniti-, possiamo dire che il responso è decisamente e positivamente sorprendente.

Altri dati interessanti emersi dal sondaggio di Lorien Consulting, ripresi soltanto dal quotidiano La Croce e dal quotidiano online Formiche, sono che il 44% degli italiani non vuole che vengano omologati unioni civili e matrimonio e il 76% ritiene la famiglia tradizionale un valore in sé per il quale è importante battersi e manifestare. Se inoltre consideriamo il responso di Eurispes del 2014, dove il riconoscimento delle coppie di fatto era allora visto positivamente dal 78,6% della popolazione, si potrebbe dire che nel solo giro di un anno si è verificata una massiccia inversione di rotta (troppo bello per essere vero, purtroppo). L’on. Scalfarotto se ne farà comunque una ragione?

La redazione

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77 commenti a Gli italiani contrari al ddl Cirinnà, il 76% sostiene la famiglia uomo-donna

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  1. Umberto P. ha detto

    Solo il 76%? Forse bisognerebbe avvertire gli intervistati che unioni di fatto = adozioni per omosessuali, allora le percentuali diventerebbero bulgare, considerando che anche molti gay sono persone oneste e capiscono che ingiustizia ai danni dei più deboli sarebbe. Ma non faranno mai referendum popolari su queste cose: sarebbero ordinati dalle lobby, che già sanno che NON hanno il consenso popolare, per quanto provino disperatamente attraverso i media a convincerci.

  2. lorenzo ha detto

    La storia insegna che, quando una civiltà sta morendo, la perversione è considerata il normale modo di vivere delle persone che fanno cultura.

  3. Luca ha detto

    Attenzione a leggere bene quel dato: io stesso avrei risposto positivamente alla domanda sull’importanza di sostenere la famiglia “tradizionale”, ciò non toglie che, al contempo, io non abbia nulla in contrario all’introduzione del matrimonio gay (semplicemente non vedo nessun collegamento tra le due cose, è importante battersi e manifestare per la famiglia, ma bisogna farlo contro i veri nemici delle famiglie (liberismo economico, finanza selvaggia, burocrazia, scuole private, ecc..), non contro i gay, che vogliono solo formarne altre).

    • lorenzo ha detto in risposta a Luca

      Matrimonio gay?

      • Luca ha detto in risposta a lorenzo

        Ma sì che hai capito, intendevo riferirmi alla parificazione tra omosessuali ed eterosessuali circa l’istituto civile che regola la vita di coppia a lungo termine.
        Le si vogliano chiamare “unioni civili”, “matrimonio omosessuale” o in qualsiasi altro modo… A mio personalissimo parere, la cosa migliore sarebbe una netta separazione (anche terminologica) tra il sacramento del matrimonio (cui rimarrebbe l’esclusiva del termine) e l’istituto civile (che non si chiamerebbe più “matrimonio” ma “unione civile” o in qualsiasi altro modo).

        • lorenzo ha detto in risposta a Luca

          Sbaglio o il “matrimonio” gay segue lo stesso percorso giuridico della superiorità della razza ariana?

    • lorenzo ha detto in risposta a Luca

      Dimenticavo: in una civiltà nella quale si può fare la cioccolata senza il cacao, si può anche fare un matri-monio senza una madre…

      • Luca ha detto in risposta a lorenzo

        Direi che sbagli. Oppure spiegati meglio.

      • Luca ha detto in risposta a lorenzo

        In effetti sì: così come basta non chiamare “cioccolata” quella fatta senza cacao, basta non chiamare “matrimonio” l’istituto civile che, ormai da tempo, non più ha nulla a che spartire nè con il sacramento nè con gli antichi istituti dai quali deriva.

        • lorenzo ha detto in risposta a Luca

          Purtroppo le leggi di questa europa ormai agonizzante impongono leggi a capocchia!!!

        • Marco S. ha detto in risposta a Luca

          Allora abolirlo no ?
          Se tu stesso ammetti che l’istituto giuridico del matrimonio non persegue piu’ le finalita’ per cui e’ nato (incoraggiare la coppia stabile uomo-donna), ci fa proprio schifo far risparmiare un po’ di soldi al contribuente ?

          • Luca ha detto in risposta a Marco S.

            Ne persegue altre: in primis la tutela ogni forma di associazione famigliare in funzione della mutua assistenza tra i componenti, che costituisce un indubbio vantaggio economico per la collettività e lo Stato.

            • Dario* ha detto in risposta a Luca

              Scusa ma quale sarebbe questo fantomatico indubbio vantaggio economico in termini meno astratti?

              • Luca ha detto in risposta a Dario*

                Lo stesso che ogni famiglia garantisce, ossia la mutua tutela tra i membri che è utile, in moltissimi casi, a sollevare in molti casi lo Stato dall’onere di assistenza verso il singolo individuo bisognoso (in termini di denaro, vitto, alloggio, assistenza sanitaria, ma anche compagnia, supporto morale, ecc..)

                • lorenzo ha detto in risposta a Luca

                  L’unica mutua tutela che garantirebbe la parificazione di una coppia gay alla famiglia è quella alla follia spacciata per normalità.

                • Dario* ha detto in risposta a Luca

                  Sei sempre sul vago, prova ad essere un po’ più concreto. Quando lo Stato avrebbe l’onere di assistenza verso il singolo individuo bisognoso? Non so se ci fai caso ma, se uno si rompe una gamba, il fatto che sia sposato o meno non è in alcun modo discriminante sul fatto che questi riceva o meno un sussidio. Dal punto di vista dello stato le cose non cambiano affatto e forse neppure dal punto di vista dell’individuo. Proviamo ad entrare un po’ più in merito alla questione:
                  – denaro: in termini economici, quali sarebbero i vantaggi dello stato nel ratificare unioni di qualsivoglia genere? Sicuramente sarebbero una spesa (riformare la burocrazia è dispendioso, tenere nuovi registri ha dei costi, pagare del personale per gestirlo anche, fornire nuovi presunti diritti sicuramente non ha un costo irrilevante, senza contare altre spese accessorie) ma di ingressi non mi pare ce ne siano.
                  – vitto: quando sei sposato mangi meno? Il singolo individuo ha un risparmio economico sul vitto nel caso di condividere i pasti con altri ma questo non è assolutamente correlato al matrimonio. Volendo si può trovare una correlazione con la convivenza/coabitazione e non mi risulta che questa sia in qualche modo proibita od ostacolata nel caso in cui degli individui maturi e consenzienti vogliano metterla in essere. Oltre a questo, dove sarebbe il vantaggio da parte dello stato? Il vantaggio eventualmente sarebbe da parte dei singoli soggetti ma anche per loro è totalmente svincolato da come siano inquadrati i loro rapporti.
                  – alloggio: come per il vitto, nessuno vieta a due (o più) persone di convivere. Nota bene: non importa che siano amanti, amici, colleghi, conoscenti o estranei.
                  – assistenza sanitaria: dove sarebbero gli interessi dello stato? Spendere più soldi sarebbe un interesse adesso?
                  – compagnia: lo stato quindi fornirebbe compagnia ai non sposati su cui potrebbe risparmiare? quando mai lo stato fornisce compagnia?
                  – supporto morale: men che meno

                  Sono tutti qui i tuoi argomenti? No, perché o mi è sfuggito qualcosa (nel qual caso mi faresti una gentilezza a spiegarmelo) o non hai evidenziato alcun vantaggio per lo stato nel ratificare alcuna unione fuorché quelle tra coppie formate da individui di sesso opposto. Il vantaggio dello stato nel caso di questi ultimi non sarebbe comunque nei punti di cui sopra ma solamente nel fatto che questi potrebbero mettere al mondo nuovi cittadini (dal punto di vista dello stato: nuovi agrumi da spremere)

                  • Marco S. ha detto in risposta a Dario*

                    Pienamente d’accordo.
                    Aggiungo soltanto che a fronte di un fantomatico “indubbio vantaggio economico”, lo stato avrebbe un certissimo e cogentissimo maggior onere erariale, in particolare per le pensioni di reversibilita’.

                    Mi ha colpito molto l’articolo dell’On. Mantovano, sull’ultimo numero di “Tempi”.
                    Da magistrato (e quindi da giurista) qual è, ha proposto il seguente ragionamento che, beninteso, riferisco con parole mie, sviluppandolo a modo mio (anche se sono convinto rifletta in pieno l’opinione del suo autore.

                    Al di la’ delle ben note pressioni, persino l’UE tutto sommato deve ammettere che il matrimonio e’ un istituto giuridico, i cui contenuti sono quindi nella piena disponibilita’ della maggioranza dei cittadini degli stati membri.
                    Continua a far pressioni, da grancassa delle lobbies LGBT quale mi pare sia, ma la materia resta nell’esclusiva potesta’ degli stati membri e lo sa bene.

                    Nel momento in cui pero’ si introducesse un istituto giuridico che fosse riconducibile al matrimonio, ma ne escludesse i beneficiari da alcuni effetti, diventerebbe concreta la possibilita’ giuridica che si possa addurre la discriminazione.

                    Si ha discriminazione in un istituto giuridico, quando viola il principio di uguaglianza, la cui declinazione non demagogica sappiamo essere la seguente: “Rispetto al principio alla base della norma, trattare situazioni uguali in maniera uguale e situazioni diverse in maniera diversa”.

                    Se si ammette quindi che alcuni tipici caratteri del matrimonio non ineriscano soltanto alla coppia stabile uomo-donna, ma possano riguardare anche coppie omosessuali, diventerebbe piu’ facile addurre la discriminazione di queste ultime, per averle escluse da tutti i benefici del matrimonio.
                    Infatti, se un’unione, qualunque fosse, beneficiasse in ugual modo la societa’, perché incoraggiarne di piu’ e meglio talune e non altre ?

                    Mi pare chiaro quindi che le leggi sulle “unioni civili” et similia, siano solo una sorta di “cavallo di troia”, cioe’ siano podromiche alla totale equiparazione con il matrimonio.
                    Probabilmente bisogna solo che tutti i “pesci” piu’ grossi siano gia’ “nella rete”, per evitare che le opinioni pubbliche comprendano il gioco, prima di aver messo la testa sul ceppo della ghigliottina e possano quindi fare “macchine indietro”;)

                    Mi pare che l’ultimo “pesce grosso” atteso nella paranza sia proprio il nostro paese.
                    Poi probabilmente partira’ la campagna mediatico-giudiziaria.
                    Ed allora si’ che sara’ davvero anche questione di diritti e non piu’ solo di istituti giuridici.

                    Quindi il momento per non perdere questa battaglia e’ ora.
                    Se non ora, quando ?

            • lorenzo ha detto in risposta a Luca

              Ma ti accorgi da solo delle cavolate che ti riempiono il cervello?
              La famiglia (quella tra uomo e donna) viene tutelata dallo stato per la possibilità di un investimento futuro: la società che investe nelle coppie gay danza incoscientemente sull’orlo di un precipizio.

              • Luca ha detto in risposta a lorenzo

                Ma quali investimenti futuri… ti risulta che lo Stato richieda un certificato di “fertilità” alle coppie prima di lasciarle accedere all’istituto matrimoniale??
                Se fosse come dici tu, dovrebbe farlo. Evidentemente, non è come dici.

                • Dario* ha detto in risposta a Luca

                  Come se non ci fosse già abbastanza burocrazia no?

                • Dario* ha detto in risposta a Luca

                  P.S. Perché al mio post non rispondi? Troppa fatica o troppa mancanza di argomenti? 😉

                • lorenzo ha detto in risposta a Luca

                  Capisci la differenza tra “possibilità di un investimento futuro” e “investimenti futuri”?

                  • Luca ha detto in risposta a lorenzo

                    Certo, perchè ci sia anche solo la “possibilità”, è necessario che la coppia sia fertile. E l’eterosessualità, di per se, non garantisce affatto fertilità.
                    Se, a vostro parere, la tutela statale trova la sua motivazione nella potenzialità riproduttiva, allora lo Stato dovrebbe rigorosamente escludere da quella tutela ogni coppia che non abbia quella caratteristica (che sia perchè si tratta di una coppia omosessuale o di una coppia etero sterile).
                    Il fatto che non sia così, porta inevitabilmente ad una sola conclusione, ossia che la “fertilità” (anche solo potenziale) della coppia non è considerata dallo Stato condizione necessaria per l’accesso all’istituto matrimoniale.

  4. Damiano ha detto

    Pure essendo profondamente preoccupato dalla condotta del Governo circa i temi lgtb, c’è da specificare che in una Repubblica Parlamentare non è compito del popolo eleggerne uno.
    Noi eleggiamo un Parlamento che a sua volta elegge un Presidente della Repubblica e accorda o nega la fiducia al Governo da lui nominato.
    Non scivoliamo su queste cose che chi ci da contro non aspetta altro!

    • Boomers ha detto in risposta a Damiano

      Non è compito del popolo eleggere i suoi rappresentati? Da quando??

      • Damiano ha detto in risposta a Boomers

        certo che è compito del popolo ma nelle modalità descritte nella Costituzione e in relazione alla forma di Governo. Nel nostro caso (nel caso di una Repubblica Parlamentare) noi eleggiamo Deputati e Senatori, e loro sono i nostri rappresentanti. Su nostro mandato eleggono un Presidente della Repubblica che a sua volta da mandato ad un cittadino di formare un Governo (scegliendo i ministri e i sottosegretari) che sia in grado di ottenere la fiducia del Parlamento.

        In altri paesi ovviamente l’ iter è differente. In francia e Russia per esempio (Repubblica semi presidenziale) il popolo elegge sia il Parlamento che il Presidente della Repubblica.

        Come in Italia la Repubblica Parlamentare è in vigore in molti stati come la Germania e la Finlandia.

        Sono solo modi differenti di eleggere la classe politica ma alla fine la sostanza è più o meno la stessa.

        https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_parlamentare

  5. Max ha detto

    Hmm… non capisco.

    A pagina 3, a sinistra, leggo che il 47% degli Italiani vorrebbe delle unioni civili sostanzialmente equiparate al matrimonio. Il 50% si dichiara contrario.
    A sinistra nella stessa pagina, leggo che il 60% vorrebbe unioni civili completamente equiparate all’istituto del matrimonio, invece.

    C’e’ qualcosa che non torna..

    • Alberto ha detto in risposta a Max

      Il 47% si riferisce a chi appoggia la legge del PD, lo scarto dovrebbe esser dovuto da quelli che si dichiarano favorevoli all’equiparazione tra coppie omosessuali ed eterosessuali ma non tramite questa legge. I motivi valli a sapere…

  6. Alberto ha detto

    Effettivamente è un sondaggio che va interpretato perchè restituisce valori molto eterogenei, da una parte c’è un 76% di persone favorevoli al sostegno della famiglia tradizionale uomo-donna, ma poi troviamo anche un 71% favorevole a garantire interamente anche alle coppie di fatto la pensione di reversibilità alla morte di uno dei contraenti (con notevoli costi supplementari a carico dello Stato, specifica la domanda) e poi troviamo anche un 66% favorevole a concedere alle coppie omosessuali il diritto di ricevere assegni famigliari e sgravi fiscali nella stessa misura delle coppie sposate ed infine un 60% favorevole ad equiparare completamente nei fatti le unioni civili all’istituto del matrimonio.
    Il quadro che esce quindi è che si è in larga misura favorevoli al sostegno della famiglia tradizionale ma anche all’equiparazione di questa con le coppie omosessuali. E’ una buona notizia dunque ed io ne sono contento perchè dimostra che gli italiani forse non sono così culturalmente arretrati di come invece immaginavo.

    • LG ha detto in risposta a Alberto

      sono convinto che affincare questa foto

      http://o.aolcdn.com/hss/storage/midas/dfd75979005811a311066c7ea466c4dd/200361637/Milo-1.jpg

      alla campagna pro-matrimonio gay produrrebbe effetti molto interessanti

    • Panthom ha detto in risposta a Alberto

      In realtà la lettura di Alberto è ovviamente sbagliata (come sempre), il quadro dimostra che non c’è nessuna volontà nella maggioranza ad equiparare le unioni civili al matrimonio (altrimenti sarebbero in maggioritaria a favore del ddl Cirinnà), ma semplicemente la maggioranza è a favore a garantire specifici (ripeto ALCUNI) diritti alle coppie omosessuali (reversibilità ecc.)

      Peccato che sono tutti diritti già garantiti dall’attuale ordinamento, come è stato dimostrato: http://www.uccronline.it/2013/06/11/unioni-civili-per-omosessuali-risposta-a-maurizio-belpietro/

      Se l’Italia si liberasse dalle varie lobby secolarizzate e omosessualiste potrebbe finalmente diventare l’unico Paese a spiccare in un Europa in crisi di valori e in totale declino morale.

      • Alberto ha detto in risposta a Panthom

        Nessuna volontà nella maggioranza ad equiparare le unioni civili al matrimonio

        I dati che ho sgranato parlano chiaro:

        60% favorevole ad equiparare completamente nei fatti le unioni civili all’istituto del matrimonio.

        La minore percentuale (47%) è data invece all’appoggio della specifica proposta di legge, non al fatto di essere in accordo o disaccordo sull’equiparazione dei due istituti. E’ anche stato specificato in un commento precedente, che tu evidentemente non hai letto.

        • Marco S. ha detto in risposta a Alberto

          Allora facciamo un bel referendum.
          Mi pare doveroso vista l’importanza storica dell’istituto giuridico.

          • Alberto ha detto in risposta a Marco S.

            Il referendum sarebbe una strada percorribile se la lettura di Phantom fosse giusta, ma è ovviamente sbagliata (come sempre), vedo quindi difficile che qualcuno assumi il rischio di promuovere una consultazione del genere quando gli italiani, al di là della specifica legge, si dichiarano comunque favorevoli all’equiparazione delle unioni civili con il matrimonio.

            • Marco S. ha detto in risposta a Alberto

              Il referendum non e’ questione di opportunita’ o meno.

              Poiché il matrimonio non e’ un diritto, ma un istituto giuridico, che persegue essenzialmente finalita’ sociali e non individuali, una maggioranza qualificata del popolo in una democrazia potrebbe modificarlo, ovvero mantenerlo, senza violare i diritti di nessuno.

              Questo, a seconda dei casi, puo’ far comodo o meno.
              In una societa’ “sana” o comunque non ancora completamente rimbambita dalla propaganda di certe lobbies che sappiamo, cio’ potrebbe costituire una garanzia di ulteriore tenuta sociale, in altri casi magari meno o per nulla.
              Ma comunq
              ue la mia affermazione non intendeva affatto proporsi in termini di convenienza o opportunita’: e’ cosi’, “l’e’ insci'”, come dicono a Milano.
              E la logica conseguenza delle mie stesse affermazioni.

  7. Federico ha detto

    Credo che il discorso dei matrimoni gay, e in generale dell’omosessualità, assume contorni complessi quando ti riguarda da vicino. Ho una amica (la mia MIGLIORE amica) lesbica e uno gay: pur rispettando totalmente la vostra visione voglio loro un bene dell’anima e quindi non potrò mai trovarmi totalmente d’accordo. E vi assicuro che è facile trovare anche tra gli omosessuali chi si dissocia fortemente dal fanatismo lgbt che purtroppo impera su questo pianeta.

    • trinity ha detto in risposta a Federico

      “pur rispettando totalmente la vostra visione voglio loro un bene dell’anima e quindi non potrò mai trovarmi totalmente d’accordo

      E se quella visione te la presentasse un omosessuale?
      http://coraggiodellacastita.blogspot.it/2014/10/gesu-lava-piu-bianco-dialogo-con.html

      Poi tieni anche presente che il cristiano verace (oltre ad annoverare sicuramente, come te, dei gay tra gli amici) ti presenta una visione dicendoti “se vuoi” , proprio come fa Gesù Cristo con tutti noi, lasciando la piena libertà di pensiero e di azione alla singola persona.
      Credo che anche tu, pur volendo un bene dell’anima ai tuoi amici, puoi anche divergere in qualche visione della vita e/o degli scopi dell’uomo sulla terra. È, anche, come avere amici atei: non li ami di meno perché sono atei ! – e ciononostante non puoi certo rinnegare il tuo essere cristiano “perché gli vuoi un bene dell’anima”.

    • Alèudin - preghierecorte ha detto in risposta a Federico

      @Federico

      è sbagliato pensare che non essere d’accordo con qualcuno significhi non volergli bene, si può dissentire e continuare ad amare. Altrimenti dei genitori che vedono il figlio rovinarsi con il gioco d’azzardo (per esempio) cosa dovrebbero fare? Lasciare che si distrugga, per amore?

    • Gennaro ha detto in risposta a Federico

      Sono d’accordo con Alèudin: voler bene agli amici significa sopratutto dire: “guarda che per me tu sbagli, le tue rivendicazioni non sono giuste”. Troppo facile essere amici quando si è sempre d’accordo, si è davvero amici quando ci si abbraccia anche pensandola diversamente e non cambiando opinione solo perché si ha paura che il proprio pensiero diverso possa ferire gli altri.

    • Marco S. ha detto in risposta a Federico

      Non capisco il discorso.
      Non e’ che molti di noi sono contrari ai matrimoni gay a causa del fanatismo della lobby LGBT.
      Questo fanatismo semmai si scatena solo nel momento in cui noi esprimiamo la nostra contrarieta’.

      Il problema e’ il senso piu’ profondo delle cose che facciamo e dei loro effetti sull’intera collettivita’ sociale.
      Nessuno quindi vorrebbe mortificare nessuno, specie le persone che ci descrivi tu, ma qui stiamo parlando di cose importanti e delicatissime, prive di precedenti storici, che vengono trattate con troppa superficialita’, spesso travisandone l’intima natura, per forzarne il passaggio presso l’opinione pubblica.
      A me non dice nulla di buono.

      E proprio per questo sono contrario ad estendere alle coppie omosessuali i benefici dell’istituto del matrimonio e, soprattutto, a farlo nell’ambito di una campagna squilibrata, dove una parte puo’ dire tutto quello che le pare, anche cose non vere o illogiche, con la grancassa dei mass-media, mentre l’altra parte e’ sottoposta a continua diffamazione ed intimidazione.

  8. Andrea ha detto

    Quante gambe ha una mucca? 4 e se chiamo gamba anche la coda, quante gambe ha la mucca: 5. Non è così! Una mucca ha ancora 4 gambe!
    Il matrimonio è fra un uomo ed una donna. Punto e basta!
    Se poi si dice che il fatto che delle persone convivano dà dei vantaggi allo Stato (in termini di consumi, produzione di rifiuti, assistenza medica, etc.) si riconoscano dei benefici per costoro ma ciò non ha niente a che fare col sesso per cui deve valere anche per padre e figlia, due fratelli, etc. etc. Inoltre non si vede perché debba essere legato al numero, anzi più sono meglio è per cui si riconosca anche l’unione di più famiglie sposate che decidono di vivere assieme il che renderebbe possibile ricreare delle comunità simili a quelle dei primi cristiani.

    • Luca ha detto in risposta a Andrea

      Ripeto, lo Stato deve semplicemente modificare l’istituto civile degno di tutela pubblica: via il “matrimonio” dal codice civile (continuerà ad esistere come sacramento religioso per chi sia interessato all’argomento) e spazio all’unione legale (senza limiti di sesso o numero) che preveda diritti e doveri specifici per chi sceglie di formare un nucleo famigliare a lungo termine.

      • lorenzo ha detto in risposta a Luca

        Sai che bello: io, quando sarò vecchio, mi sposerò con mio figlio e così la mia pensione passera a lui, poi lui si sposerà con mio nipote, mio nipote con il pronipote… e così avremo la pensione assicurata per generazioni e generazioni!!!

        • Dario* ha detto in risposta a lorenzo

          Calma, Luca ha scritto “senza limiti di sesso o numero“, quindi ci si potrà sposare tra interi centri abitati (ed anche questa è una limitazione non necessaria) e tutti, di generazione in generazione, erediterebbero dagli altri in un continuo “arricchimento” esponenziale globalizzato! 😛
          E dire che se dedicasse a ragionare lo stesso tempo che impiega nello scrivere stupidaggini chissà quante cose sensate potrebbe concepire

          • trinity ha detto in risposta a Dario*

            No, aspetta un attimo 😛
            Riepilogando: io sto concludendo col castello e a breve ci saranno le pubblicazioni (del matrimonio).
            E, al massimo, già calcolato, ci sarai tu che ti opporrai urlando “questo matrimonio non s’ha da fare” 😀
            (alché io presenterò le perizie probanti che il castello ama me).
            Però ora dici che potrebbe arrivare un’intera città (già ‘sposata’ tra i suoi abitanti) che potrebbe voler sposarsi col mio castello??!? E no, eh!! 😐 😐 😐
            Ma allora dillo che stai con la lobby degli avvocati e dei notai e che gli vuoi procurare clientela eterna B-)

            (per i lettori: questo post è il proseguimento di una soap opera a puntate che stiamo scrivendo a quattro mani col Dario)

            • Dario* ha detto in risposta a trinity

              Hehehe, stai cantando vittoria troppo in fretta! Anche io porterò delle controperizie e, per come va la giustizia italiana, mi sa tanto che il castello resterà single, sempre che la città in questione non la faccia in barba ad entrambi (nel qual caso sono già pronto a cambiare residenza e diventarne cittadino, nonché marito) 😀
              Per quanto riguarda la lobby degli avvocati e notai, più passano gli anni e più mi rendo conto di aver sbagliato clamorosamente indirizzo di studi 😛

        • Alberto ha detto in risposta a lorenzo

          Infatti dimmi tu che senso ha la pensione di reversibilità tra due persone, magari senza figli e di cui una sola ha lavorato. Il problema quindi è l’assurdità della pensione di reversibilità in una società in cui ormai uomini e donne lavorano in egual misura.

          • lorenzo ha detto in risposta a Alberto

            Se è per quello che senso ha la pensione sociale a quelli che non hanno mai lavorato?
            E perché allora pagare la cassa integrazione o i sussidi di disoccupazione?
            Si potrebbe anche fornire vitto e alloggio agli operai ed evitare di dargli lo stipendio…

            • Alberto ha detto in risposta a lorenzo

              Che ragionamento… la pensione minima, il sussidio di disoccupazione, le borse di studio, gli assegni famigliari… hanno una funzione sociale ben chiara. Se una donna fa la madre a tempo pieno (non quelle che fanno un figlio e poi passano la giornata tra estetista, shopping e guardare la TV) è giusto che lo Stato si occupi quantomeno della sua previdenza, infatti alcuni paesi hanno introdotto la previdenza per le casalinghe/i. Io conosco la moglie di un militare di alto grado che non si è mai sporcata le mani in vita sua ed ora, rimasta vedova, prende una pensione da capogiro. Ti sembra logico?

              • lorenzo ha detto in risposta a Alberto

                E allora perché vorresti abolire la reversibilità ad una donna che “fa la madre a tempo pieno” e, rimasta vedova, non può più contare sulla pensione del marito? Ti sembra logico?

      • Alberto ha detto in risposta a Luca

        Hai perfettamente ragione, oltretutto chi sventola la bandiera della difesa della famiglia non sa che questa è in funzione della prole e già tutte le leggi prevedono identiche tutele (ad es.assegni famigliari o borse di studio) per i minori, siano questi nati nel senso di una famiglia tradizionale o di qualsivoglia altra famiglia “atipica”.

      • Andrea ha detto in risposta a Luca

        Adesso per far contenti due omosessuali lo stato dovrebbe modificare il matrimonio fra uomo e donna togliendolo dal codice civile perché non degno di tutela pubblica?
        Ma non diciamo fanfaluche! La tutela del matrimonio fra uomo e donna esiste da sempre ed in tutti i paesi per motivi ben evidenti.
        Anche i paesi nei quali la sodomia non era condannata (come alcune polis della Grecia classica) i sodomiti formavano comunque una famiglia con una donna con la quale facevano figli.
        Nessuno si è mai sognato di “sposare” una persona dello stesso stesso a parte Nerone il quale chiese poi a Seneca cosa ne pensasse e Seneca gli rispose “Mi dispiace che non l’abbbia fatto prima tuo padre”.

      • Marco S. ha detto in risposta a Luca

        Pensi che risparmio per l’erario abolire tutto e basta !
        Dopo 10.000 anni di onesto servizio, si chiude baracca e burattini con l’istituto del matrimonio.
        Del resto, nemmeno il matrimonio ordinario funziona piu’, perche’, se riesce ancora ad assicurare la differenza tra i sessi, almeno in Italia, ormai non riesce piu’ a garantire la stabilita’ del legame.
        Mi pare quasi inutile buttarci tanti soldi dentro: per quello che ci da oggi il matrimonio costa troppo.

        Di questi tempi, con il debito pubblico che ha superato il 130% del PIL mi parrebbe veramente irresponsabile partire invece con un feroce assalto alla diligenza dell’INPS e dell’Erario, estendendo i vantaggi del matrimonio “a pioggia”.
        Come contribuente non mi interessa pagare per incoraggiare unioni che rispetto, ma che considero di nessuna significativa utilita’ per la societa’ nel suo insieme.
        E’ un lusso che non possiamo permetterci, meno che mai in questi anni.

        Prenda dunque in considerazione anche questa ipotesi e si limiti alla prima parte del Suo ragionamento.
        Sono sicuro che S. Matteo, protettore del nostro disastrato Erario, La ricolmera’ doviziosamente delle Sue grazie…

        • Alberto ha detto in risposta a Marco S.

          Non capisco che problema c’è: la Chiesa non riconosce valore legale al matrimonio civile, quindi che questo esista o meno non dovrebbe spostare assolutamente nulla.

          • Marco S. ha detto in risposta a Alberto

            Alberto, io sono un cittadino italiano almeno quanto Lei e quindi sto parlando soltanto come tale.
            Qui non c’entra nulla il sacramento del matrimonio che, ovviamente, non e’ in predicato di essere stravolto e quindi non ci interessa.

            Qui stiamo parlando dell’istituto giuridico del matrimonio, un istituto che in molte societa’, anche non cristiane, incoraggia l’unione stabile tra uomo-donna, perché considerata benefica per l’intera collettivita’.
            Parliamo di un concetto eminentemente tecnico-giuridico, visto nei suoi effetti pratici, anche alla luce dei suoi costi sociali, monetari o meno, che servono per implementarlo (e che riguardano anche i cattolici, a meno che Lei intenda tenercene indenni).

            Vediamo quindi di chiarirci, perché il paese sta continuando il suo vertiginoso balletto sull’orlo del collasso materiale e morale che, nel caso, coinvolgerebbe tutti, anche i cattolici.

            • Alberto ha detto in risposta a Marco S.

              Dai, è come se i testimoni di Geova volessero decidere come dobbiamo fare noi le trasfusioni di sangue… Lo sai che tu ti puoi sposare civilmente anche cinque volte, per cinque volte fare dei figli ed ogni volta mettere delle corna monumentali a tua moglie e poi, per sesta volta, puoi andare tranquillamente a sposarti in chiesa senza che nessuno ti dica niente? Sai perchè succede questo? Perchè la Chiesa ritiene ogni matrimonio civile semplicemente nullo! Lo ritiene nullo però vuole decidere come deve funzionare. Alla faccia della logica…

      • FREEZER75 ha detto in risposta a Luca

        ” via il “matrimonio” dal codice civile ”

        Hai mai pensato di andare via tu col tuo compagno?

  9. lorenzo ha detto

    Vuoi forse dire che i matrimoni gay ti fanno la stessa pena di quel povero agnellino?

  10. Daphnos ha detto

    Potrei sapere dal signor Luca in che modo le “scuole private” costituiscono una nemesi della famiglia tradizionale? No, perché mi sembra che il limite del ridicolo sia già stato ampiamente superato, e da tempo.

  11. trinity ha detto

    Segnalato dagli amici di Croce-via http://www.avvenire.it/Lettere/Pagine/il-matrimonio-e-un-danno.aspx
    Posizione di un non-credente.
    Condivisibilissima (da me).

  12. Dario* ha detto

    Una notizia di cronaca fresca fresca quasi in tema: la questura vieta di manifestare domani alle Sentinelle in Piedi a Rovereto (TN). Siamo all’assurdo: ai vandali viene garantito il “diritto” di devastare le città italiane mentre a chi manifesta nel modo più civile possibile viene negata la possibilità di farlo. L’Italia mi fa sempre più schifo

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