Il vizietto laicista di deridere i valori e giustificarsi con la satira

Vignetta charlie«Il senso è che Charlie Hebdo è un giornale ateo e che Dio non esiste. Non c’è nessuna prova: se Dio esiste spero abbia una scusa buona», ha detto il ventiduenne caporedattore di “Charlie Hebdo”, Gérard Biard. Il senso di quel settimanale, recentemente vittima di un terribile attentato terroristico, è dunque diffondere la derisione delle religioni, dei credenti, di chi ha dei valori a cui tiene. In nome del “Dio non esiste”.

Il ministro della giustizia francese, Christiane Taubiria ha affermato«siamo in grado di disegnare tutto, compreso un profeta, perché in Francia, il Paese di Voltaire e dell’irriverenza, abbiamo il diritto di prendere in giro tutte le religioni». A seguito di queste parole e delle nuove vignette di Charlie Hebdo contro musulmani e cattolici, il fanatismo religioso si è vendicato contro i cristiani del Medio Oriente bruciando diverse chiese e provocando dei morti. Voltaire, infatti, nel 1760 scriveva a D’Alembert che il cristianesimo è «un infame da schiacciare», sarà dunque contenta il ministro francese della vendetta sui cristiani a causa dell’irriverenza del settimanale laicista ispirato a Voltaire. Tutto torna, effettivamente.

Dopo aver solidarizzato con i vignettisti e i poliziotti in loro difesa, uccisi dal fanatismo religioso, occorre riflettere se esiste una illimitata libertà di stampa, oppure se tale libertà termina quando inizia la libertà e il diritto altrui a non essere offesi. Molti lo stanno facendo, ma la vera domanda da farse è: perché, per sussistere, il laicismo ha l’esigenza dell’irriverenza, dell’insultare e deridere chi ha una posizione di vita differente, chi ha fatto un incontro che lo ha aperto a nuovi valori e gli ha dato fondamenta su cui costruire la propria vita, la propria famiglia, la propria felicità? La religione crea valori, i valori sono divisivi, allora bisogna teorizzare una società priva di elementi divisivi e dunque vanno eliminate le religioni: questo è il ragionamento malato di “Charlie Hebdo”, del comico Daniele Luttazzi (secondo cui il credente «finché non dimostra Dio non ha il diritto di sentirsi offeso», ricevendo il commento di Giorgio Liverani: «i comici restano tali anche quando fanno pena») e del laicismo occidentale costituitosi nei secoli bui della ghigliottina illuminista. Ma siamo davvero sicuri che la soluzione sia lo Stato Ateocratico, come invoca Paolo Flores D’arcais, dimenticando che è già stato sperimentato, con risultati non proprio eccellenti per la libertà, nell’Unione Sovietica di Stalin e in tante altre dittature comuniste?

Anche Papa Francesco è intervenuto in merito in questi giorni: «Ognuno non solo ha la libertà, il diritto, ha anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune […]. Abbiamo l’obbligo di dire apertamente, avere questa libertà, ma senza offendere […]. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la fede. Papa Benedetto in un discorso – non ricordo bene dove – aveva parlato di questa mentalità post-positivista, della metafisica post-positivista, che portava alla fine a credere che le religioni o le espressioni religiose sono una sorta di sottocultura, che sono tollerate, ma sono poca cosa, non fanno parte della cultura illuminata. E questa è un’eredità dell’illuminismo. Tanta gente che sparla delle religioni, le prende in giro, diciamo “giocattolizza” la religione degli altri […]. C’è un limite. Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana. E io non posso prenderla in giro. E questo è un limite».

Parole chiare, decise contro questo vizietto laicista di esprimere il proprio odio giustificandosi con la satira. Anche perché poi, se un comico musulmano, Dieudonné, osa fare satira sui fatti di Parigi proclamando “Je suis Charlie Coulibaly” (mescolando il nome che sta sulla testata del giornale vittima con il cognome di uno dei carnefici), viene subito arrestato dalle autorità francesi per “apologia di terrorismo”. Libertà per tutti, dunque, a patto che tutti la pensino allo stesso modo: «la libertà di espressione è totale per quelle idee e opinioni che riflettono il pensiero dominante di una società nazionale in un determinato momento storico, più limitata quando offende lo stesso pensiero dominante»ha scritto il laico Sergio Romano. Ma Chalie Hebdo forse non istiga alla violenza, all’odio religioso e verso la religione? Certo, non bisogna giustificare l’attentato, ma certamente presentare l’Islam come una “merda” (si veda la vignetta qui sotto) non è certo un’espressione di tolleranza, non fa ridere e non è nemmeno satira. Come ha scritto il direttore francese de “La Croix”«Che cosa facciamo noi con i nostri scritti, con le nostre parole, con i nostri atti, per promuovere i valori di rispetto, di dignità, di fraternità? Contribuiamo alla pace sociale, alla serenità dei dibattiti, alla loro profondità? Riapriamo vecchie ferite o le curiamo? La libertà di stampa, che è anche un potere, impegna. E si merita».

E’ da queste riflessioni che nasce lo slogan “Io non sono Charlie”«tutti noi “liberi occidentali” ci censuriamo quotidianamente e spesso senza neppure pensarci, per ragioni di prudenza e di buon senso», ha spiegato Alfonso Berardinelli. «Un’imprudente coglioneria può provocare tragedie e non per questo diventa in sé tragica, né più accettabile, più seria e sacrosanta. A ridere sempre, come vorrebbero i satirici di professione, si diventa noiosi. E non si può ridere di tutto». Non esiste alcuna libertà di offendere: «La libertà di stampa è inviolabile, ma l’aggressività, il dileggio e lo sputtanamento dei valori degli altri è cosa inammissibile», ha commentato Gianfranco Morra. «Criticare, ironizzare, demitizzare sono certo cose lecite. Ma quando l’umorismo esce dai binari e diviene oltraggio e denigrazione dei valori più alti dell’uomo, l’apparente libertà di espressione diventa libertà di offendere. Di certo questo confine era toccato e anche oltrepassato da “Charlie Hebdo”. Si dirà che un giornale satirico non può fare altro. È vero, ma solo sino a un certo punto, oltre il quale la satira diviene contumelia».

Tanto che le più prestigiose testate internazionali, dal “Financial Times” al “New York Times”, non hanno pubblicato le vignette per rispetto ai credenti. Il docente emerito all’Ecole des hautes études, Franco Cardini, ha commentato: «C’è un attacco ai valori occidentali, ma mi domando: i valori occidentali erano quelli rappresentati da Charlie Hebdo? Il sottotitolo del Charlie era: journal (istes) irresponsable, giornale irresponsabile. Io non sono d’accordo, la libertà per me è responsabile, finisce quando iniziano i diritti altrui. Se certe vignette sono blasfeme e offendono chi non considera la libertà come una questione prioritaria, se me la prendo con tutte le religioni, sbeffeggio i santi, la Madonna, beh, questa non è libertà, mi devo firmare un passo prima».

Delfeil de Ton, uno dei fondatori di Charlie Hebdo, ha rivelato che gli stessi vignettisti capivano che la loro non era satira ma pura provocazione violenta, incolpando Charb di essere il responsabile della morte sua e del resto della redazione. Occorre ricordare che metà dei francesi è contro alla pubblicazione delle vignette e che, prima dell’attentato, Charlie Hebdo era un giornaletto-spazzatura che nessuno si filava, le copie vendute bastavano a malapena a coprire i costi, l’immensa reazione internazionale è spiegabile non perché è stato violato il diritto di satira ma quello della vita. Come ha spiegato il sociologo Salvatore Abruzzese, «il problema non è affatto politico (la libertà di stampa) ma morale (il ricorso all’assassinio come espressione del proprio sdegno). La posta in gioco non è affatto quella della legittimità del diritto a ridicolizzare e spesso ad offendere pesantemente tutto e tutti, ma quella dell’intolleranza omicida. La nostra civilizzazione ha il suo cuore nel rispetto della persona, della sua integrità e dei suoi diritti, per la quale il valore della vita è un valore assoluto, uno dei pochi valori assoluti che, in epoca di relativismo culturale, può pretendere il rispetto, l’osservanza dogmatica, il rifiuto di qualsiasi distinguo». Per questo le vignette di Charlie Hebdo sono contro la nostra stessa civiltà europea e occidentale.

La satira è utile se fa riflettere, ma se è usata come canale di sfogo verso chi ha valori che non si condivide, allora è pura violenza che genera altra violenza. E, almeno noi crediamo, questo odio verso i credenti è motivato dall’insopprimibile invidia verso chi ha una roccia su cui appoggiarsi e costruire, una serenità, un orizzonte di senso verso cui incanalare la propria vita.

 

Qui sotto la vignetta in risposta alla derisione dell’Islam: “Charlie Hebdo è una merda. Non riesce nemmeno a fermare le pallottole”.
Un esempio della violenza che genera violenza.

Vignetta charlie

La redazione

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147 commenti a Il vizietto laicista di deridere i valori e giustificarsi con la satira

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  1. Max ha detto

    A be’, per me e’ semplice: criticare e’ una cosa, offendere e’ un’altra. Le critiche intelligenti anzi aiutano a crescere, anche quando sono dure; le offese gratuite non servono a nulla.

    Come osserva, stavolta giustamente, Sergio Romano, esiste sempre un limite, nei vari Paesi, riguardo quello di cui si puo’ parlare. Non solo per i casi che egli cita; nel Regno Unito ed in USA i contenuti di Charlie Hebdo sarebbero considerati “hate speech” e soggetti a sanzioni e condanne legali.

    http://www.nytimes.com/2015/01/09/opinion/david-brooks-i-am-not-charlie-hebdo.html?_r=1 “I am not Charlie Hebdo”
    http://80.241.231.25/Ucei/PDF/2015/2015-01-09/2015010929245960.pdf

    • Marco S. ha detto in risposta a Max

      Caro Max, alla tua sequenza manca un pezzo.

      Come si dice, “rifo”.

      “Criticare e’ una cosa, offendere un’altra, sparare ed uccidere un’altra ancora”

      • Marco S. ha detto in risposta a Marco S.

        Ah ho postato troppo presto, scusa..
        Seguono altre considerazioni.

        Il concetto di “hate speech” dimostra soltanto che certi paesi (come il Londonistan) sono molto piu’ avanzati di noi nel limitare la liberta’ di espressione.

        Vedrai che anche noi ci allineeremo presto con le leggi contro l'”omofobia” e l'”islamofobia”.
        Magari si inventeranno anche l'”abortofobia” (accidenti a me, ho dato loro un’idea: entro 6 mesi ci sara’ certamente il progetto di legge in parlamento !!!)

        E se faremo i buoni, magari ci concederanno anche una leggina contro la “blasfemia” anticristiana.
        Ma solo se faremo i buoni !!!!!!!!!!

        E non facciamoci troppe illusioni perché anche su questo la “parte del leone” la fara’ certamente l’islamismo.
        Noi parliamo e lui spara.

        • Fabrizia ha detto in risposta a Marco S.

          Charlie Hebdo non mi piace: volgare, diffamatorio, nemmeno divertente. Ma ancora di meno mi piace chi lo prende a mitragliate. “Je suis Charlie” non perché difendo chi prende in giro gli altri e le religioni, ma perché protesto contro chi risponde uccidendo. Charlie Hebdo aveva una tiratura limitata e un pubblico scarsissimo: adesso hanno stampato sette milioni di copie dell’ultimo numero. A me non piace la satira scema e tanto per criticare, compresa quella di certi comici ( comici? ) nostrani : chi fa ( politici compresi ) sbaglia sempre; chi non fa, non sbaglia mai. Troppo facile. Ciò detto, se devo scegliere, scelgo ancora l’osceno Charlie Hebdo piuttosto che la “virtuosa” difesa della loro fede da parte di certi pazzi violenti. Sono questi che vanno messi in condizione di non nuocere. Non Charlie Hebdo.

          • Dario* ha detto in risposta a Fabrizia

            Forse non ti rendi conto, per via della martellante propaganda, che non ci sono solo due alternative: non si deve necessariamente scegliere se essere c.h. o terrorista. Io sono orgoglioso di NON essere NE’ l’uno NE’ l’altro e posso anche aggiungere che mi fanno schifo entrambe le scelte summenzionate

            • Marco S. ha detto in risposta a Dario*

              Caro Dario, secondo me questo aveva un senso prima della strage e forse tornera’ ad avere un senso tra qualche mese: “Né con il laicismo, né con l’islamismo !”
              Ovvio, che altra posizione potrebbe avere un cristiano ?

              Ma con i cadaveri delle vittime ancora caldi, secondo me una tale posizione fa pendere lievemente la bilancia del nostro giudizio verso chi si e’ macchiato del crimine di gran lunga piu’ infame, anche davanti a Dio.

              • Dario* ha detto in risposta a Marco S.

                Io invece trovo che proprio in questo modo di ragionare sia una delle cause dei mali dell’umanità, nell’opporre ad un abuso un altro abuso di “senso opposto” come se le due cose si elidessero anziché sommarsi. Fare così è cadere nell’inganno del Nemico e fare il suo gioco. Faccio qualche esempio:
                – Civiltà maschilista, svalutazione della donna? Soluzione: parità dei sessi. Soluzione apparente: femminismo
                – Una nazione ne attacca un’altra? Soluzione: disarmare la nazione attaccante, pacificazione. Soluzione apparente: supporto militare all’altra nazione, contrattacco.
                – Affronto generico? Soluzione: perdono, ricostruzione dei rapporti. Soluzione apparente: vendetta.
                Per arrivare alla situazione in oggetto:
                – Offesa blasfema? Soluzione: richiesta di scuse e giustizia. Soluzione apparente: vendetta.
                – Attacco terroristico? Soluzione: disarmo dei terroristi, portare alla ragione gli estremisti. Soluzione apparente: offendere ulteriormente.

                I concetti che ho espresso non sono accurati ma spero di aver reso l’idea anche se ho usato termini ed esempi magari non completamente appropriati. In definitiva il concetto a cui volevo arrivare è: hanno fatto un attacco terroristico? Si risolve forse qualcosa offendendoli o si getta benzina sul fuoco? L’indignazione ci sta tutta, la solidarietà alle vittime anche, il non darla vinta agli attaccanti pure. Ciò che invece non ci sta è il rendersi complici dei blasfemi denigratori, aggiungendo male al male.
                Non si combatte il fuoco con il fuoco. Non si disinnesca una mina con un ordigno atomico.
                Se poi vogliamo metterci a cavillare sono d’accordo: uccidere è molto più grave di bestemmiare ma il punto non è questo, il punto è che il male non va mai giustificato in nessuna forma e non si vince il male aggiungendovi altro male, seppur di entità minore. L’offesa si vince non con un’altra offesa ma col perdono

                • Marco S. ha detto in risposta a Dario*

                  Sono d’accordo.

                  Come scrivevo, pero’, e’ ovvio comunque che, con i cadaveri caldi delle vittime ancora terra, fare distinguo, fa pendere fatalmente la bilancia dalla parte degli assassini.

                  In linguaggio non ha un significato autonomo, ma assume un significato a seconda degli eventi.
                  Se con i cadaveri a terra dico “Je ne suis pas Charlie”, anche se mi danno per spiegare il perche’, a destra e manca, un po’ finisco di dare comprensione anche agli assassini.

                  Tanto piu’ che non mi risulta che il mondo cattolico, prima del 7 gennaio, abbia fatto una campagna contro “Charlie Hebdo”, giustamente puntando a consegnare ad un augurabile oblio le sue discutibili vignette.
                  Ora invece saltiamo fuori e spiegarci diamo nuova fama e molta piu’ visibilita’ anche alle vignette blasfeme contro il cristianesimo….non so…

                  Non credo che scrivere “Je suis Charlie” sia offendere ulteriormente gli islamici.

                  Credo invece che una reazione come quella di Parigi non debba avere il minimo spiraglio di comprensione.

                  Non vorrei infatti che un giorno arrivassimo anche a comprendere la reazione di un gran numero di islamici pakistani, che hanno bruciato vivi due coniugi cristiani, solo perche’ avevano inavvertitamente cestinato un foglietto con alcuni versetto coranici: “Si’ e’ stata una follia, ma l’offesa all’islam c’e’ stata e quei due poveracci potevano anche stare piu’ attenti !!!”

                  Se non si ammette che un atto del genere non si spiega e non si comprende in alcuna maniera e, manifestandosi, non e’ piu’ parte del problema, ma diventa esso stesso IL PROBLEMA.
                  Ti ricordo infatti che la medesima banda di attentatori di Parigi ha preso di mira un negozio ebraico: cosa c’entrano quegli ebrei, che avevano la sola “colpa” di esistere come tali, con le vignette ????

                  Non bisogna quindi nemmeno lasciarsi coinvolgere troppo nel gioco islamista dell’offesa.
                  Per loro l’offesa all’islam e’ uno strumento di politico, per cominciare a far passare il principio che loro non possono rispondere dei loro atti, se non si fa quello che vogliono loro.
                  Il che mi riporta ai tempi in cui stavo sul seggiolone e la mia santa mamma mi imboccava, sopportando tutti i miei capricci.
                  Ma ero un neonato e non avevo il Kalashnikov.

                  Sono invece d’accordo che, tra qualche mese, una volta calmate le acque, come si spera avvenga, possiamo riprendere il tema del rispetto reciproco con molta piu’ energia di quella che abbiamo potuto dimostrare in passato, in tempi meno ambigui e sospetti di questo lugubre gennaio 2015.

                  Per inciso, sono d’accordo con tutti i tuoi esempi, salvo su quello degli stati.
                  Di norma il contrattacco armato e’ l’unica soluzione per fermare l’ingiusto aggressore.
                  Era la medicina che serviva per Hitler nel 1938.

                  • Dario* ha detto in risposta a Marco S.

                    Mi sa che mi sono spiegato male. Se prendi un vocabolario ci sono all’interno migliaia di parole, che combinate assieme possono formare un’infinità di frasi di senso compiuto. Con tanta grazia di Dio, non c’è la necessità di creare slogan ambigui o di aderirvi, si può benissimo creare slogan che vogliano dire esattamente ciò che si intende dire (e cioè che si condanna l’attentato) a meno di non essere in malafede e voler manipolare le masse ad affermare ciò che in realtà non intendono (oppure essere semplicemente stupidi, ma onestamente non credo). Questo a prescindere dalla temperatura dei cadaveri.
                    Facciamo un’analogia fisica: prendiamo un pendolo. Se il pendolo è in equilibrio sta fermo, attratto dalla gravità verso il basso. Se gli si applica una forza trasversale (per semplicità diciamo l’attentato, anche se l’attentato già era una forza di reazione spropositata) il pendolo verrà lanciato in una direzione. Per smorzare il pendolo bastano la gravità, l’attrito dell’aria ed il tempo, e tornerà in equilibrio. Se invece noi applichiamo una forza contraria il pendolo tornerà sì alla posizione di equilibrio ma solo per un attimo, per poi schizzare ancora più in là in direzione opposta, e così via. L’unico modo per smorzare il pendolo è applicare forze che lo portino ad una condizione di equilibrio, non forze che lo rilancino dall’altro lato (ad esempio una ulteriore forza concorde alla forza di gravità). Non si arresta un’oscillazione continuando a fornirle energia. In questo senso, chi non è squilibrato dovrebbe tenersi stretto alla posizione della Verità e non schierarsi dalla parte della falsità “opposta”. Non serve giustificare (o addirittura apologizzare) l’offesa per condannare la reazione spropositata.

                    Decontestualizzata “Je suis charlie” in sé è una frase innocua e senza valore, ma pensa al suo significato semantico: è dire “io sono colui che ti ha offeso, che ti offende e che ti offenderà” moltiplicato per il numero degli occidentali. Ok, l’occidentale medio non ha offeso nessuno però, se nel momento in cui un altro lo fa, afferma: “io sono lui” si sta comunque schierando in tal senso. Il pubblico del circo non è fisicamente nell’arena ma si rende complice di omicidio col proprio pollice verso. Questo si sta facendo, consapevoli o meno, si supporta la blasfemia e l’offesa a quanto di più sacro hanno gli altri.
                    Paradossalmente sarebbe stata più opportuna una frase tipo “terroristi siete degli stronzi” che era indirizzata direttamente ai terroristi (e non di tutti gli islamici) e non implicava l’adesione alle azioni dei provocatori. Delle più pacate “no al terrorismo”, “noi non ci pieghiamo” o quant’altro (sicuramente c’è gente con più talento, fantasia ed estro di me che poteva coniare qualcosa di meglio, magari anche non proprio al volo come sto facendo io adesso) sarebbero state l’ideale

                    Quello dei cristiani bruciati è chiaramente un pretesto e merita piena condanna. Quello del “je suis” sarà a sua volta un pretesto ma non solo, perché le azioni (e le parole) hanno un significato. Se mia moglie è in lutto è inopportuno che uno le dia una pomiciata e magari si giustifichi “massì dai, era un bacio, un segno d’affetto”. Se mai questo succedesse a una mia ipotetica moglie quel tizio potrebbe prenotarsi il dentista (e con questo non vuol dire che sarebbe la causa del lutto ma sarebbe comunque “complice” di un ulteriore turbamento emotivo)

                    Sull’esempio della II guerra mondiale. Il contrattacco è ciò che c’è stato, si fosse invece disarmata la Germania tutto sarebbe finito subito e con una minima frazione di vittime. Evidentemente sto parlando utopicamente però pensa alla parte di Europa conquistata dall’URSS come se l’è passata dopo. Se per questo si fosse contrattaccata l’URSS (nuovo invasore) probabilmente il genere umano ora sarebbe sull’orlo dell’estinzione. La medicina che serviva ad Hitler sarebbe stata una camicia di forza e delle sbarre robuste alla finestra. Se nella guerra in ex-Jugoslavia non fossero intervenuti i caschi blu (meglio sarebbe stato se fossero intervenuti in modo migliore ma il giudizio su questo è un discorso a parte) ma si fosse solamente armata questa o quella fazione, oggi ci sarebbe ancora la guerra lì, oppure il deserto. Le guerre in Medio Oriente ed in Africa derivano tutte da una politica di “lasciamo che si ammazzino tra loro, anzi agevoliamoli” e ne vediamo le conseguenze

          • Marco S. ha detto in risposta a Fabrizia

            Non avresti potuto dirlo meglio

  2. Li ha detto

    Sti laicisti del cavolo: tutti uniti contro le religioni cosa si aspettano?

    Trovo strano comunque che non si parli mai di cristiani che si lamentano di jenus.

    http://www.jenusdinazareth.com/

    Trovo impossibile che non ce ne siano!

    • EquesFidus ha detto in risposta a Li

      A me quel fumetto fa schifo; purtroppo, è molto noto nell’ambiente (vedasi al Lucca Comics, dove ormai è una presenza fissa) e se qualcuno prova a dire qualcosa si prende, come minimo del bigotto e del bacchettone. Questa gente, poi, sono i primi a dire che non bisogna infastidire gli islamici; come se per noi il Cristo non fosse l’unico, vero Dio e Maometto, invece, non fosse un profeta per l’Islam bensì la loro divinità. E’ tutto capovolto, purtroppo: il rispetto non viene tributato ai cristiani perché siamo male organizzati in sede legale e poco inclini alla violenza, spesso non per aderenza al Vangelo ma proprio per ignavia; tra gli islamici, invece, qualcuno disposto ad uccidere ed a morire per “difendere l’onore del Profeta” c’è sempre. Siamo, sostanzialmente, molto poco influenti dal punto di vista delle class action e simili; purtroppo, finché non si sarà ritrovata un minimo di unità interna nel mondo cattolico e non saranno stati risolti problemi ben più gravi (vedasi i vari cardinali dichiaratamente eretici, vedasi la crisi liturgica e dottrinale) temo che Jenus e i suoi epitomi saranno assai difficili da contrastare.

      • Li ha detto in risposta a EquesFidus

        Caro mio, chi se la prende con i contestatori di jenus scommetto che sono tutti (o quasi) dei sinistroidi, comunisti, radical chic e chissà che altra malattia. Anche quelli di charlie hebdo erano dei radical chic di sinistra. E guarda cosa gli è successa.

        E poi non mi è chiaro scusa, si contesta ai cristiani di non avere spina dorsale ma si va subito a guardare al passato, quando i crfociati impedivano l’avanzata degli islamici, come fossimo noi i criminali. Quanta ipocrisia schifosa!

        • Dario* ha detto in risposta a Li

          Non credo che dal di fuori nessuno contesti ai cristiani di non aver spina dorsale, tuttalpiù se ne approfittano 😉
          Il problema dei cristiani è la tiepidezza. Faccio un esempio che io trovo emblematico: una persona che conosco abbastanza bene, cresciuto in una famiglia cattolica e cattolico a sua volta, una brava persona per quel che posso dire eppure su facebook da il suo appoggio ad una pagina che ha una bestemmia come nome (una pagina che se la guardia di finanza facesse il proprio dovere non sarebbe aperta visto che, seppur depenalizzata, la bestemmia è pur sempre contro la legge italiana). Il problema ovviamente non è quello dell’esistenza della summenzionata pagina facebook quanto che la stragrande maggioranza dei cristiani italiani (all’estero va un po’ meglio, l’Italia è il paese più blasfemo al mondo sotto questo aspetto) passa volentieri sopra il fatto che una cosa offenda Dio se magari strappa loro una risatina di tanto in tanto…

          • EquesFidus ha detto in risposta a Dario*

            Esattamente; il problema grosso non sono tanto Charlie Hebdo o Jenus, bensì il fatto che all’interno della Chiesa ci sia chi giustifica la blasfemia e l’eresia in nome di una “misericordia” che sa tanto di resa al mondo. Più che perdonare ai violenti (perché questo sono, violenze) si soprassede e si prende tempo, sperando che costoro smettano da soli; ma, invece, con questo atteggiamento diventano solo più aggressivi ed arroganti e ci si dimentica che per ottenere il perdono occorre richiederlo. E non mi risulta che nessuno di questi spregiatori del Cristo lo abbia mai fatto. Ecco, ci sono sia i blasfemi sia i complici; e, in tutta sincerità, non so chi sia peggio.

            • Marco S. ha detto in risposta a EquesFidus

              La linea delle Chiesa di “soprassedere”, dopo una protesta quasi di prammatica, ritengo invece fosse quella giusta.
              L’oblio e’ la giusta sorte per le vignette che trasmettono solo odio.
              Infatti, se una vignetta contro i cattolici fosse articolata con un meccanismo comico intelligente, raffinato ed elegante, probabilmente farebbe ridere di se stessi anche loro.

              Semmai dobbiamo entrare in campo e giocare la nostra partita, senza preoccuparci troppo dei nostri avversari. I quali, devo dirlo francamente, quasi sempre ci contrastano in maniera penosa, tanto che mi pare debbano quasi sempre “fortificarsi” dietro leggi che limitano la liberta’ di espressione, per poter reggere il confronto con la Verita’ annunciata da Cristo.

              Comunque non e’ esatto dire che la Chiesa Cattolica abbia sempre “soprasseduto”, almeno non lo hanno fatto alcuni singoli fedeli, di fronte ad offese clamorose ed esagerate.
              Quando un vignettista italiano e’ arrivato ad associare la Crocifissione con l’autoerotismo, e’ stato querelato ed e’ stato condannato per vilipendio alla religione.
              La Chiesa come istituzione, invece, ritengo faccia bene a soprassedere.

              Certo i cattolici non sono andati nella redazione del giornale che pubblico’ tale odiosa vignetta a sparare con l’AK47.
              Dobbiamo farcene un merito, a prova del nostro autocontrollo, o dobbiamo considerarlo un cosa assolutamente normale ?
              E visto che, comunque, il tema della Crocifissione e’ abbastanza ricorrente nei vignettisti, vogliamo leggi piu’ restrittive contro la blasfemia ?
              E visto che i cattolici sono una minoranza, dobbiamo prepararci ad un mondo in cui ogni minoranza vorra’ la sua legge contro quella che, nel suo mondo, e’ la “blasfemia” ?

              Chi ha piu’ da perderci in questo mondo se non coloro che, senza alcun merito personale, sono comunque stati resi portatori della verita’ cristiana ?

              • EquesFidus ha detto in risposta a Marco S.

                Il problema, infatti, non riguarda tanto le alte sfere (dal momento che la damnatio memoriae è sempre una valida soluzione per eliminare, se non le blasfemie, almeno le loro conseguenze sul prossimo), quanto la “base”, spesso troppo tiepida e che preferisce scrollarsi di dosso l’offesa a Dio come se niente fosse, mentre invece si tratta come minimo di materia grave. Spesso, infatti, si tratta più di ignavia che di autocontrollo, e talvolta nessuno protesta o non si passa per le vie legali; ed i singoli sono troppo poco, ci vogliono vere e proprie class action.

                Dobbiamo farcene un merito, a prova del nostro autocontrollo, o dobbiamo considerarlo un cosa assolutamente normale ?

                E’ una cosa normale, meno normale è non esigere la giusta punizione per vilipendio alla religione.

                E visto che, comunque, il tema della Crocifissione e’ abbastanza ricorrente nei vignettisti, vogliamo leggi piu’ restrittive contro la blasfemia ?

                No; ma contro il vilipendio alla religione sì.

                E visto che i cattolici sono una minoranza, dobbiamo prepararci ad un mondo in cui ogni minoranza vorra’ la sua legge contro quella che, nel suo mondo, e’ la “blasfemia” ?

                Certo; alla fine prevarrà la Verità.

                • Marco S. ha detto in risposta a EquesFidus

                  La Verita’ prevale nel libero dibattito.
                  Dimmi te come sia possibile testimoniare la Verita’, rischiando la galera ogni volta che si aprisse bocca.

                  • EquesFidus ha detto in risposta a Marco S.

                    Attenzione: io sto parlando di blasfemia, non di negazione di verità di fede. Nel primo caso si tratta di una offesa diretta ad una divinità o ad un culto, nel secondo invece la negazione degli assunti del suddetto. Il primo caso è una forma di violenza, il secondo un esercizio della libertà di pensiero e di parola. C’è una sostanziale differenza tra dire “il Cristo non era figlio di Dio” e “il Cristo era ….., ed i cristiani sono s….i”: nel primo c’è una negazione di una Verità fondamentale di fede ma non un insulto, nel secondo non c’è una negazione di una verità di fede bensì un’offesa al Cristo ed ai cristiani. La prima proposizione non è una blasfemia ma un negare una verità fondamentale (e, quindi, può essere controbattuta), la seconda non nega alcuna verità fondamentale ma è una blasfemia (e, quindi, una violenza che deve essere punita). Poi è chiaro che altre religioni hanno una concezione della blasfemia, per così dire, inclusiva (vedasi i musulmani, per cui chiunque neghi che Allah è l’unico vero Dio e Maometto il suo profeta è un blasfemo), ma io mi riferisco all’accezione cristiana ed occidentale del termine; accezione che proibisce l’offesa verso una determinata divinità o culto ma garantisce il dibattito.

                    • Marco S. ha detto in risposta a EquesFidus

                      Sul piano filosofico sei perfetto, ma non mi pare sia la stessa cosa sul campo.
                      La “blasfemia” del partito LGBT si chiama “omofobia”, la “blasfemia” degli islamisti si chiama “islamofobia”, la “blasfemia” delle femministe si chiama “maschilismo”, la “blasfemia” dei laicisti si chiama “verita’” e cosi’ via.

              • Fabrizia ha detto in risposta a Marco S.

                Sono d’accordo con Marco S. Gesù dice:” Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”. Quindi, diamo pure testimonianza della nostra fede ogni giorno, ogni volta che si presenta l’occasione. Rispondiamo con calma alle provocazioni, proprio come fanno le Sentinelle. Ma , soprattutto, non offendiamoci: sono altri quelli che si offendono facilmente, e si sbagliano. Abbiamo un Maestro mite, che non si offende mai: chi lo offende, offende in realtà se stesso e si fa male da solo. Quel Maestro sa bene in che mondo viviamo, eppure ci manda come pecore in mezzo ai lupi. Ma con lui come Maestro, di che cosa abbiamo paura?

  3. Michele ha detto

    Mah, almeno questo sito che hai linkato Li non offende gratuitamente e con odio come Charlie Hebdo, sicuramente ironizzano senza pudore e si appoggiano a tantissimi luoghi comuni e battutine sulla nostra fede che sono ritrite, ma almeno direi onestamente che siamo sotto di almeno un livello di gravità rispetto all’argomento di questo articolo… poi non dico che non farei qualcosa contro queste vignette “jenus”, che non sono il massimo della simpatia e della correttezza, ma ci sono anche cose più gravi e impellenti di qualche battutina da scuola media (non dico che non fai benissimo comunque a indignarti, tranquillo)

  4. francesco ha detto

    Scusate, ma l’idea di poter limitare la libertà di espressione delle proprie idee perché qualcuno può “esserne offeso” mi sembra alla meglio pericolosa e alla peggio criminale. Mi sembra sorretta dallo stesso principio che potrebbe giustificare la galera per chi legge in pubblico le parole di S. Paolo sulla pratica omosessuale. Dallo stesso principio che, oggi, mette in galera chi fa idiote battute razziste su scimmie e parlamentari. Dallo stesso principio che mette in galera Dieudonné per aver fatto “satira” controcorrente.

    Io trovo le vignette di Charlie Hebdo disgustose e offensive, ma non mi sognerei mai di far chiudere quel “giornale” a suon di leggi sul vilipendio alla religione (o “hate speech”, comunque lo si voglia chiamare). Un giornale irride i nostri valori? Allora non lo acquistiamo, facciamo una campagna di sensibilizzazione, creiamo un giornale che sostiene e valorizza la nostra fede. Ci sono migliaia di possibili buone idee per rispondere a una cattiva idea. La limitazione della libertà di espressione non mi sembra fra queste.

    Just my two cents.

    • Paolo Viti ha detto in risposta a francesco

      Il problema è che non si tratta di libertà d’espressione ma di pura offesa. Leggere il Nuovo Testamento, che è la base morale dell’Occidente non può essere ritenuta offesa a nessuno e non si può certo paragonare a delle vignette appositamente blasfeme e offensive.

      Chi fa battute razziste invece dev’essere incriminato, non con la galera ovviamente, ma la legge deve intervenire. Il vilipendio della religione, infine, è un reato e come tale va perseguito.

      • francesco ha detto in risposta a Paolo Viti

        Ma non capisci che questa storiella della “pura offesa” verso una categoria non ben definita e identificabile di persone (i fedeli, i neri, gli omosessuali, i grassi, i bassi, i disabili, quelli con il cosino piccolo e la macchina grossa, i deboli, e chi più ne ha più ne metta) per giustificare leggi repressive della libertà di espressione è ESATTAMENTE uno di quei principi che muovono i governanti di turno a fare leggi assurde tipo la Reale/Mancino a seconda della moda del momento o della lobby più rumorosa?

        • Paolo Viti ha detto in risposta a francesco

          Ti ricordo che in Italia esiste già una legge contro la diffamazione e ci sono anche aggravanti per alcune categorie di persone. Non vedo alcun rischio di legittimare il ddl Scalfarotto, se è a questo che alludi, perché esiste già il reato se si diffama una persona omosessuale mentre Scalfarotto vorrebbe ampliare ingiustamente tale reato a chiunque esprima un’opinione contraria all’omosessualità.

          Ricapitolando: l’offesa va punita, il vilipendio alla religione va punito perché queste non sono “espressioni” ma “offese”. Bisogna però stare attenti a non creare il reato di opinione, scindendo come oggi fa la legge, le opinioni dalle offese.

          • francesco ha detto in risposta a Paolo Viti

            Ti rimando alla mia risposta più sotto per quanto riguarda le offese dirette a individui specifici (Io, Tu, Mario Rossi) e le diffamazioni. Sono tutt’altra cosa.

  5. Nippur ha detto

    La satira, è per definizione, libera.
    Può essere satira di buona qualità o pessima, ma già dalla Roma antica era un genere libero.
    “E, almeno noi crediamo, questo odio verso i credenti è motivato dall’insopprimibile invidia verso chi ha una roccia su cui appoggiarsi e costruire, una serenità, un orizzonte di senso verso cui incanalare la propria vita.” -> sbadiglio…Sì, si certo.

    • Dario* ha detto in risposta a Nippur

      Chissà quante risate si sono fatti in medio oriente per i morti francesi e nigeriani, è satira pure quella?

      • Li ha detto in risposta a Dario*

        Probabilmente avranno pure brindato mentre bruciavano le bandiere francesi.

      • Nippur ha detto in risposta a Dario*

        Quindi tu staresti zitto per paura delle ritorsioni in altri stati?

        • Dario* ha detto in risposta a Nippur

          Per paura no, per rispetto sì.
          Tra parentesi: correre un rischio se si ha qualcosa da dire è ragionevole, correre un rischio per dar aria alla bocca è da stupidi, far correre un rischio ad altri per dar aria alla bocca è da criminali…

          • Nippur ha detto in risposta a Dario*

            No, per paura.
            Che è quello che vogliono certi islamici. Evitare di criticare l’Islam per paura di ritorsioni è PAURA.
            Quindi criticare l’Islam per come tratta le donne, dire che alcuni massacrano in nome di Allag è mancare di rispetto?
            Mi dispiace, ma io in Europa voglio parlare e riflettere come ho sempre fatto.
            In Pakistan lo stato è islamico? OK, seguo la legge ed evito.
            In Europa si può discutere, scherzare, mettere alla berlina certi aspetti e lo faccio.
            Dovremmo educare all’apertura mentale, non inchinarci a isterismi di massa.

            • Dario* ha detto in risposta a Nippur

              Io sono il primo a difendere il diritto di critica, non il “diritto” di vilipendio. Dimmi che diritto stavano difendendo o quale presunto alto messaggio stavano mandando le vignette che offendevano Gesù o la Madonna

              • Nippur ha detto in risposta a Dario*

                Infatti in questo caso era pessima satira.
                Non sono piaciute neanche a me, che sono ateo e non le ho capite. Però non chiederei comunque di rimuoverle. Direi che si tratta di satira brutta, inconsistente, di pessimo gusto, questo sì. Ma qui si parla d’altro però!
                Quindi staresti zitto o no per “rispetto” all’Islam, in Italia?
                Avresti distribuito il film di VanGogh, ceh ci ha rimesso le penne, poraccio, oppure no?

                • Dario* ha detto in risposta a Nippur

                  Riguardo al film di Van Gogh non so che dire non avendolo visto. Dipende dai contenuti del video stesso. Se si tratta di un video di denuncia non ci vedo niente di male, se si tratta di una provocazione non lo distribuirei. Ci sono canoni oggettivi per distinguere tra le due cose.
                  Personalmente trovo che ci siano vignette che criticano, anche pesantemente, aspetti di questa o quella religione che non siano catalogabili come vilipendio. Faccio un esempio: se durante lo scandalo dello IOR vengono fatte vignette che deridono le contraddizioni di alcuni uomini di Chiesa magari non le apprezzerei ma di certo non le considererei vilipendio. Una critica può essere legittima o meno ma è comunque un’opinione di qualcuno e come tale rispettabile, un’offesa no e neppure una calunnia. Un’affermazione, una vignetta, un video possono rientrare in varie categorie: esistono le ingiurie, esistono le calunnie, esistono gli oltraggi, esistono le critiche, esistono le diffamazioni, esistono i complimenti, esiste il vilipendio, esistono le opinioni personali, ecc. Per ogni categoria esiste una legislazione che si applica e le pene (se si tratta di illeciti) variano a seconda dei casi e della gravità delle affermazioni (cfr. questo link ad esempio).
                  Ti faccio un esempio: se tu da militare ti radi la testa a zero finisci in cella di rigore per vilipendio alla bandiera (a meno che non abbiano cambiato la legge negli ultimi anni). Ci sono regole (alcune di buon senso ed altre meno) volte a mediare tra il diritto di parola ed il diritto alla dignità individuali, pretendere che l’uno prevalga sull’altro finisce per diventare un abuso e crea uno scompenso al fragile equilibrio tra le due cose che può portare a conseguenze dipendenti dalla ragionevolezza e dal buon senso degli attori in gioco. Se hai a che fare con dei cristiani è probabile che il buonsenso prevalga, se hai a che fare con dei mussulmani stai giocando col fuoco quindi metti in preventivo che potresti bruciarti.
                  Detto questo, personalmente trovo molto più irresponsabile ciò che è successo dopo l’attentato terroristico in Francia che non le vignette stesse. Insomma, le prese di posizione dei governi e della stampa dovevano essere più equilibrate e meditate. Se ci sono dei fanatici (rientrano in questa categoria sia i vignettisti di c.h. che i terroristi) questo non autorizza i politici e la stampa a fare altrettanto, specialmente quando ci sono in ballo le vite degli altri. Nella storia sono scoppiate guerre per molto meno e chi lo dice poi ai caduti, agli orfani ed alle vedove “dovevamo tutelare il diritto di satira”?

                  • Nippur ha detto in risposta a Dario*

                    Qui si tratta di fare capire che , nonostante tutto, la Francia non si piegherà. Ed ho molto apprezzato questa cosa.
                    Perchè questo è il messaggio da veicolare. Vuoi imbavagliarmi? No, io parlerò ancora. In compenso ti controllerò in ogni modo.
                    La trovo l’unica via.
                    “e hai a che fare con dei cristiani è probabile che il buonsenso prevalga, se hai a che fare con dei mussulmani stai giocando col fuoco quindi metti in preventivo che potresti bruciarti.” Quando finirà tutto questo? Perchè continuiamo a ragionare così?
                    Alle minacce si risponde.

        • Dario* ha detto in risposta a Nippur

          Mi sono accorto che non avevo letto bene il tuo post. Certamente che mi morderei la lingua se sapessi che quello che vorrei dire causerebbe la morte di altre persone in giro per il mondo, mai sentito parlare di scale di importanza? Vale di più il mio diritto di parola o la vita altrui? Se fosse la scelta tra il mio diritto di parola e la mia di vita potrei anche scegliere con leggerezza ma quando c’è di mezzo la vita degli altri se permetti non ho alcun diritto di arrogarmi la scelta in loro vece

          • Nippur ha detto in risposta a Dario*

            Così facendo un domani non potrai parlare a casa tua.
            In questo caso bisognerebbe dire “ragazzi, qui si fa così.Non vi va bene? ok, via donne velate , prediche in arabo e gente che rompe le balle” Oltre a sconsigliare di stare in Paesi così assurdi.

            • Dario* ha detto in risposta a Nippur

              Già adesso non si può parlare come si vuole. Prova a dire pubblicamente che trovi immorali i rapporti sessuali omosessuali e vedi cosa succede

              • Nippur ha detto in risposta a Dario*

                Ciao Dario, ieri sera ho ceduto.
                Tu invece sei un nottambulo vedo :)!
                Non capisco: quindi staresti zitto in entrambi i casi o parleresti?
                Cosa vuoi fare?

                • Fabrizia ha detto in risposta a Nippur

                  Non si tratta tanto di difendere il diritto di offesa. Si tratta di proclamare che, per quanto grave sia l’offesa, non si può MAI rispondere a mitragliate. Ho troppo rispetto per i musulmani per pensare che non ci arrivino a capirla.

                • Dario* ha detto in risposta a Nippur

                  Diciamo che ho un ciclo del sonno alternativo 😉
                  Sto dicendo che finché si parla con rispetto si può esprimere qualsiasi idea, o per lo meno si dovrebbe poterlo fare visto che già vengono applicati due pesi e due misure. Io non ho alcun interesse a parlare male di nessuno, ho interesse a coltivare le mie idee, fintanto che non ledono i diritti fondamentali di nessuno, e che mi venga garantito il diritto di farlo.
                  Tu mi chiedi se, sapendo che dare voce alle mie idee porterebbe a gravi conseguenze per altre persone innocenti, divulgherei le miei idee? Probabilmente le terrei per me ma bisognerebbe analizzare caso per caso. Prendiamo il caso che tu fossi un giornalista, che rapissero tua figlia e ti minacciassero di ucciderla se non smettessi di scrivere, tu che faresti?

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Nippur

      Puoi sbadigliare quanto vuoi ma sta di fatto che effettivamente è inconcepibile il “vostro” (del laicismo) vizio di deridere, umiliare e sbeffeggiare chi ha fede. Esiste un Odifreddi ma non esiste un Odifreddi cattolico, esiste un Dawkins ma non esiste un Dawkins cattolico, non esistono vignette satiriche contro gli atei (anche perché non avete valori morali da difendere).

      • Dario* ha detto in risposta a Paolo Viti

        Il fatto è che la denigrazione/offesa è l’arma verbale di chi ha finito gli argomenti, è l’anello di congiunzione tra la critica e la violenza fisica

      • Nippur ha detto in risposta a Paolo Viti

        Caro Paolo, gli atei sono stati sbeffeggiati e umiliati dalla notte dei tempi.
        “Esiste un Odifreddi ma non esiste un Odifreddi cattolico”: ah, mai letto padre Amorth?
        “anche perché non avete valori morali da difendere”: no. Ho dei valori simili ai tuoi ma non credo in Dio.

        • Dario* ha detto in risposta a Nippur

          Premetto che non sto per scrivere come provocazione ma spinto da autentica curiosità sulla questione: puoi farmi un esempio di cos’ha detto padre Amorth per sbeffeggiare ed umiliare gli atei?

          • Nippur ha detto in risposta a Dario*

            “Ecco così i due connotati fondamentali del nostro secolo. Prima caratteristica del mondo moderno, secondo il filosofo Augusto Del Noce, è l’espandersi dell’ateismo. Dall’ateismo si passa facilmente alla superstizione, alle varie forme di idolatria e di occultismo, magia, divinazione, stregoneria, culti orientali, satanismo, sètte… E si passa a tutte le depravazioni, scavalcando ogni legge morale”
            Spizzico al volo, ma ti consiglio di leggere dal profilo Facebook.
            Ateo=Satana, è il leif motif del mitico esorcista.

            • Dario* ha detto in risposta a Nippur

              Veramente nella tua citazione non fa che riportare l’opinione di un filosofo, è una sua opinione e non capisco cosa ci sia di offensivo nel fatto che uno abbia delle opinioni nei confronti di qualche argomento. Se su c.h. avessero scritto qualcosa tipo “ritengo che le persone religiose sono un branco di pecoroni boccaloni” non ci avrei trovato niente di offensivo, è un’opinione che trovo risibile ma non offensiva. Disegnare Dio intento a praticare un’orgia se permetti non è una semplice critica alla religione, anzi non è affatto una critica in senso assoluto, è solo un’offesa totalmente gratuita

              • Nippur ha detto in risposta a Dario*

                “ritengo che le persone religiose sono un branco di pecoroni boccaloni” : quindi questo non è sbeffeggiare i credenti, umiliarli etc? Interessante, spiegalo a Paolo Viti

                • Dario* ha detto in risposta a Nippur

                  Non credo che Paolo Viti abbia mai affermato che gente come Odifreddi e Dawkins andrebbero imbavagliati eppure quella virgolettata è la loro tesi ripetuta ossessivamente. Per quanto non condivida le sparate dei personaggi sopra citati non trovo che siano sullo stesso piano delle vignette di c.h., magari certe “proteste” delle femen come infilarsi il crocefisso tra le natiche invece sì ed infatti sono state arrestate.

                  • Nippur ha detto in risposta a Dario*

                    “è inconcepibile il “vostro” (del laicismo) vizio di deridere, umiliare e sbeffeggiare chi ha fede”
                    Mi sembrava di leggere diversamente. Ma Paolo spero sia così gentile da spiegarsi meglio.
                    “Disegnare Dio intento a praticare un’orgia se permetti non è una semplice critica alla religione, anzi non è affatto una critica in senso assoluto, è solo un’offesa totalmente gratuita” sono d’accordo, fa parte della “cattiva satira”
                    Quindi cosa facciamo? Mettiamo un tribunale che dice questo sì, questo no?
                    E’ più semplice ed onesto lasciare che pubblichino e non acquistare il giornale.
                    Non mi trovo assolutamente in linea con “la Croce” di Adinolfi.
                    Lo lascerò lì dove ed aspetterò di vedere che fine fa il giornale.

                    • Nippur ha detto in risposta a Nippur

                      Ah le Femen! Ma fanno satira?
                      A me sembra facciano solo spettacolo.
                      ” Genere della letteratura latina, prima teatrale poi solo poetico, che mette in ridicolo personaggi, ambienti o costumi con toni comici o sarcastici e intenti moralistici: la s. latina; ogni componimento poetico che rientra in questo genere: una s. di Orazio

                      2 estens. Qualunque opera letteraria o artistica, vignetta, discorso, atto o atteggiamento ecc. che abbia intenti satirici nei confronti di persone, classi sociali, istituzioni SIN canzonatura, caricatura: usare le armi della s. || fare la s. di qlcu. o di qlco., parodiarlo, canzonarlo”
                      Non credo che le Femen possano rientrare in tale categoria.
                      Loro PROTESTANO, a volte non capisco bene per cosa. MA di certo non è satira.

                    • Dario* ha detto in risposta a Nippur

                      Paolo ha detto che è inconcepibile, mica ha scritto che dovreste andare in carcere per questo. Comunque non sono in grado di risponderti in sua vece, ho solo scritto come la penso io.

                      In Italia c’è già un tribunale che dovrebbe funzionare in tal senso ma la cosa migliore sarebbe che ci fosse già un’autocensura culturale che impedisse al singolo soggetto di spingersi oltre un determinato limite. Beninteso che uno, se le vignette le vuole fare, le faccia pure, ci può anche tappezzare il proprio soggiorno ma nel momento in cui le rende pubbliche dovrebbe risponderne nel caso siano lesive dell’altrui dignità. Io trovo corretto il confronto su qualsiasi tema, anche scomodo, anche sopra le righe se necessario ma il presupposto del confronto dev’essere sempre il dialogo, mai l’offesa gratuita.
                      Se domani in televisione dicessero, faccio un esempio stupido, che sei un alieno sotto mentite spoglie e che rapisci i bambini, trovo che tu avresti il sacrosanto diritto di fare causa a quella televisione, di pretendere una pubblica smentita e ti augurerei anche che ti risarcissero con una somma spropositata di denaro.

                    • Dario* ha detto in risposta a Nippur

                      E’ vero, le femen non fanno satira, ma stando alla definizione da te citata, neanche molte vignette di c.h. facevano satira. Offendere Dio non è parodiare o canzonare la Chiesa. Stando alla definizione atea: Dio non è né una persona, né una classe sociale, né un’istituzione. Se sono atei siano coerenti e non offendano ciò che affermano non esistere

                    • Paolo Viti ha detto in risposta a Nippur

                      Sinceramente ragazzi mi sono perso e non so più bene a chi e cosa rispondere 🙂

                      Riprendo il concetto: non esiste un fenomeno di anti-ateismo in casa cattolica, esiste invece il fenomeno dell’anticlericalismo, dell’ateismo, dell’anticattolicesimo. Citare qualche parola estrapolata di padre Amorth mi sembra davvero poco significativo.

                      Lo dice Frank Furedi, membro della British Humanist Association: “il nuovo ateismo si è trasformato non solo in una religione laica, ma in una religione secolare fortemente intollerante e dogmatica. La minaccia più potente per la realizzazione del potenziale umano proviene oggi, non dalla religione, ma dal disorientamento morale della cultura secolare occidentale”: http://www.uccronline.it/2012/04/13/il-sociologo-laico-furedi-lateismo-oggi-e-una-minaccia-una-religione-intollerante/

                      Ho trovato questa serie di articoli in cui si descrivono gli attacchi subiti dai cattolici in Europa (trovami qualcosa in senso opposto, per favore):
                      http://www.uccronline.it/2014/05/03/violenza-laicista-marzo-aprile-2014/
                      http://www.uccronline.it/2014/10/04/cristianofobia-occidentale-maggio-settembre-2014/

                      Che il laicismo abbia al suo interno un grossisimo problema di tolleranza e rispetto degli altri è oggettivamente evidente. Così come l’Islam ha gli stessi problemi al suo interno con la violenza terroristica e il fondamentalismo.

                    • Davide B. ha detto in risposta a Nippur

                      Paolo Viti, quello che dici è semplicemente assurdo, se esiste il clericalismo e l’anticlericalismo esistirà anche l’antiateismo, altrimenti sarebbe come difendere l’idea che esiste il razzisto e non l’antirazzismo! Quante volte abbiamo ad esempio sentito dire che gli “atei” sono nemici della religione? Beh… chi afferma ciò si converte automaticamente in “antiateista”. Lapilassiano.

  6. Michele ha detto

    Libero non vuol dire di libertà illimitata, perché ogni libertà che in uno stato non abbia delle precise delimitazioni diventa dannosa per esso, e il limite della satira è la libertà delle persone, che se venisse violata dalla satira questa sarebbe un’abuso e una forma di potere. E poi succede che ogni insulto, anche il più meschino e violento, sia reso lecito in nome della libertà espressiva della “satira”, perché è a questo debordare che porta una libertà senza condizioni

    • francesco ha detto in risposta a Michele

      Le persone sono libere di non acquistare quel giornale. Di persuadere i loro amici e conoscenti a non acquistarlo. Di boicottarlo. Di fare contro-informazione, mostrando quanto stupide e infondate siano quelle vignette. Di mettersi in gioco e fondare un giornale che mostri quanto bella sia la nostra fede.

      Limitare la libertà di pubblicare quelle disgustose vignette con una legge sarebbe più facile, ma tremendamente pericoloso. E anche un po’ ipocrita visto che poi, quando ci fa più comodo, stiamo in piedi in una piazza con un libro in mano, protestando contro una legge che ha i medesimi presupposti.

      • Dario* ha detto in risposta a francesco

        Non credo che il problema sia quello di imporre dei limiti con la legge quanto di far ragionare le persone sul fatto di non oltrepassare quei limiti né di incoraggiare in alcun modo chi lo fa

        • francesco ha detto in risposta a Dario*

          Esatto.
          Ma è bene specificarlo perché alcune frasi dell’articolo potrebbero essere fraintese (e.g. “occorre riflettere se esiste una illimitata libertà di stampa, oppure se tale libertà termina quando inizia la libertà e il diritto altrui a non essere offesi“) e alcuni commenti più sopra sembrano andare nella direzione sbagliata, tirando in ballo leggi sull’hate speech e parlando di liceità della satira.

          • Dario* ha detto in risposta a francesco

            E’ facile ragionare col senno di poi ma, pensate se i terroristi invece di uccidere avessero fatto un giro per le edicole ed avessero strappato la copertina delle copie di c.h. che capitavano loro a tiro (rendendole di fatto invendibili). Avrebbero colpito i vignettisti nel loro unico lato sensibile, il portafoglio, ed avrebbero portato, forse, ad un dibattito al riguardo. Così invece cos’hanno guadagnato?

            • Dario* ha detto in risposta a Dario*

              Questo post non voleva essere una risposta a te Francesco ma, in un modo o nell’altro, è finito qui =)

      • Paolo Viti ha detto in risposta a francesco

        Se io ora scrivo un articolo sul mio giornale insultando la tua famiglia tu hai sempre la libertà di non comprarlo e di non leggerlo. Non puoi limitare la mia libertà di insultarti e insultare le persone a cui vuoi bene.

        Davvero vuoi una società del genere? E’ ovvio che nella tua società la cosa più caratteristica è la reazione violenta e la vendetta. Ecco il pugno di Papa Francesco.

        Invece le leggi oggi limitano la libertà, nessuno può negare pubblicamente la Shoah o essere antisemita, nessuno può inneggiare alla pedofilia, nessuno può promuovere lo stupro delle donne. Tu vorresti permetterlo tanto si può sempre fare una campagna di sensibilizzazione opposta? Mi sembrano decisamente macabri i tuoi sogni.

        • Nippur ha detto in risposta a Paolo Viti

          Non si parla di famiglie ma di concetti.
          Cristo NON è la tua famiglia, non puoi invitarlo a mangiare a pranzo.
          Non mescoliamo concetti e presenze fisiche. Che poi la satira non colpisce il privato, ma il personaggio pubblico o dei concetti.
          Hai mai letto qualcosa di satirico sulla mamma di un perfetto sconosciuto? NO

          • Dario* ha detto in risposta a Nippur

            Neanche tua mamma, una volta morta, la puoi invitare a pranzo ma mica per questo diventa lecito offenderla. Cristo può anche essere un concetto per te, per me è una persona

            • Nippur ha detto in risposta a Dario*

              Sì, ma mia madre non rappresenta una religione, la tua sì.
              Mia madre è un soggetto privato, Cristo no, semplicemente.

              • Dario* ha detto in risposta a Nippur

                Quindi vuoi dire che si possono offendere e calunniare a piacere tutte le persone che hanno una qualche forma di visibilità pubblica? Io personalmente non approvo che La Russa abbia pubblicamente chiamato “culattone” un ragazzo che si è esposto pubblicamente, tu invece trovi che abbia fatto cosa lecita? Sei anche a favore della profanazione delle tombe purché appartenenti a personaggi noti?

                • Nippur ha detto in risposta a Dario*

                  Quindi sì, posso dileggiare qualsiasi personaggio pubblico.
                  “Io personalmente non approvo che La Russa abbia pubblicamente chiamato “culattone” un ragazzo che si è esposto pubblicamente, tu invece trovi che abbia fatto cosa lecita?” No, ma quella non è satira.
                  “Sei anche a favore della profanazione delle tombe purché appartenenti a personaggi noti?”No, ma quella non è satira.

                  • Dario* ha detto in risposta a Nippur

                    Neanche diverse vignette di c.h. sono satira, comunque ho approfondito meglio il concetto in un altro post

                  • Panthom ha detto in risposta a Nippur

                    Ed invece quella è proprio satira: a meno che tu non intenda dire che quel ragazzo aveva davvero un culo grosso e lui lo stava insultando per quello. Quando si usa una metafora con ironia è satira quindi tu sei costretto ad assolvere La Russa, se non ci sono limiti allora io posso dire quello che voglio contro gli omosessuali, posso dileggiarli per la loro vita. Se non è satira questa non è satira nemmeno quella di Charlie Hebdo contro gli islamici.

        • francesco ha detto in risposta a Paolo Viti

          Eh no, Paolo! Fai delle analogie che non reggono!

          Se insulti la mia famiglia si tratta di ingiuria/diffamazione verso esseri umani che vedono infangata la propria reputazione, subendo un danno; promuovere la pedofilia e lo stupro è apologia di reato.
          Punire legalmente uno che deride una religione (offendendo i fedeli) si avvicina di più a punire uno che deride il Milan (offendendo i tifosi milanisti) che alle analogie che hai fatto tu.
          (n.b. ribadisco il concetto: non ho detto che la religione è la stessa cosa del tifo per una squadra di calcio e ovviamente non lo penso; e non ho nemmeno detto che i due concetti siano vicini in modo assoluto, penso anzi che siano parecchio lontani; ho detto che “si avvicina di più rispetto alle analogie che hai fatto tu”).

          L’unica analogia vagamente valida è quella sul reato di negazionismo, recentemente introdotto in Italia, che è appunto una bestialità che introduce il principio che la maggiornaza possa decidere quali riconstruzioni storiche siano ammissibili e quali no! Un’assurdità tremendamente pericolosa anche questa. Al negazionismo si risponde con la storia e con i fatti, non certo con leggi che mettono a tacere i negazionisti.

          Trascuro quindi di commentare le tue illazioni su quella che sarebbe la società che vorrei io o sui miei sogni, in quanto fondate su analogie che non reggono minimamente.

          • Paolo Viti ha detto in risposta a francesco

            Caro Francesco, a parte che io posso benissimo anche insultare tuoi parenti defunti. Inoltre, anche insultare la religione è reato si chiama vilipendio della religione, evidentemente il codice civile la pensa diversamente da te.

            Purtroppo chi teorizza una libertà d’espressione illimitata sostiene la società dell’insulto libero e non certo una società di rispetto e di libertà di essere. La libertà d’insulto infatti impedisce la libertà di non essere dileggiati per l’identità che si è assunto.

            Facendo anche un giochino, i tuoi commenti potrebbero essere anch’essi definiti apologia di reato: preso atto che il dileggio della religione è un reato nel nostro ordinamento, promuovere il dileggio della religione sostenendo che è libertà d’espressione significa fare apologia di reato. Non lo penso ovviamente, ma era simpatico farti notare la tua distanza con la realtà dei fatti.

            • francesco ha detto in risposta a Paolo Viti

              1) Non credo tu possa insultare i miei parenti defunti: i famigliari hanno anch’essi diritto di querela per l’offesa al parente defunto, se non ricordo male. Il che ha senso: se diffami la memoria di mio padre, danneggi anche la mia reputazione che sono suo erede.

              2) Il codice penale la pensa diversamente da me per quanto riguarda il vilipendio alla religione (non in toto, ma non voglio scendere nei dettagli). La pensa diversamente da me anche per la legge Mancino e, se in futuro dov’esse passare il DDL Scalfarotto, la penserebbe diversamente da me (e da te, da quello che ho capito) anche in tema di omofobia – whatever omofobia means. E con ciò? Il punto della questione non è se le legge ci sia, il punto è se e in che misura ci debba essere.

              3) Il giochino è effettivamente divertente (mi hai strappato un sorriso :P), ma è fuori luogo: non c’entra nulla con il discorso. Se anche io stessi commettendo un reato di “apologia di reato” scrivendo queste cose, ciò non intaccherebbe la logica dei miei commenti precedenti: i miei commenti non assumono di non star commettendo quel reato, quindi il fatto di commetterlo non inficia l’argomento.

              4) Dici “chi teorizza una libertà d’espressione illimitata sostiene la società dell’insulto libero”. Non so a chi tu ti stia riferendo. Io, per esempio, non teorizzo una libertà di espressione illimitata.
              Non la teorizzo da un punto di vista legale perché, per esempio, è giusto che io non possa diffamare e insultare l’individuo X perché lo danneggio. Non credo però ci debbano essere limiti legali alla libertà estesi solamente ad alcune categorie di persone (grassi, magri, omossessuali, fedeli, tifosi, …) perché sono ingiusti di per sé e, inoltre, aprono la porta agli abusi e ai capricci di chi detiene il potere in un determinato momento storico.
              Ma non la teorizzo nemmeno da un punto di vista morale! Ovvio che una persona dovrebbe cercare di essere prudente, come ci ha ricordato il Papa, ed evitare di provocare il prossimo (anche quando la provocazione non sfocia nell’insulto). Questa volta sì, stando anche attento alle particolari categorie di persone a cui si rivolge. E scoraggiando con i mezzi a sua disposizione la diffusione di queste provocazioni.

  7. gladio ha detto

    Eh si, siamo veramente un grande popolo noi italiani: la tradizione ci vuole santi, poeti e navigatori; con l’ epoca moderna siamo diventati tutti commissari tecnici e, da un paio di settimane, tutti quanti siam ” Charlie”.

    Ci sarebbe veramente di che esserne orgoliosi non fosse che , a guastare la poesia , si scopre che “grattando” il
    ” Charlie “salta fuori il pecorone.
    Infatti dietro tutta questa “Charliemania “, a ben vedere, c’è qialcosa che non torna…

    E quel che non torna è il fatto che il ” diritto ” alla satira ,stando ad alcuni apparentemente marginali episodi della storia recente, è tale solo se appannaggio di una ben determinata fazione politica che si ispira, nel nostro caso, all’ ideologia della sinistra cosidetta “prograssista” .

    Pochi anni fa, infatti, fece scalpore la “bravata” dell’ onorevole ( allora anche ministro ) Calderoli che se ne andava in giro ostentando una maglietta su cui erano stampate alcune “vignette ” antiislamiche riprese da un giornale danese.
    Come tutti ricordiamo, la cosa causò gravi malumori in alcuni Paesi islamici degenerati in gravi disordini a Bengasi dove ci furono anche dei morti.
    Orbene, nessuno si schierò a paladino del ” diritto” alla satira, anzi…il buon Calderoli fu additato come cafone, provocatore, irresponsabile, islamofobo e molto altro ancora, nessuno si proclamò ” Calderolì”.

    Caso analogo fu quando in America uscì il famoso filmetto di satira antiislamica ” L’ innocenza dei musulmani ” ricordate? Anche allora vi furono numerosi morti quà e là per il mondo islamico e anche allora nessuno si sognò di ergersi a paladino del ” diritto ” alla satira, anzi da parte del gotha mondiale del ” politicamente corretto” che parte da Obama per arrivare laggiù dove più giù non si può andare, e cioè in casa della sinistra nostrana, ci fu una corale presa di distanze dallo ” sciagurato” regista.

    Ricordo anche che alcune sezioni givanili del PD ( mi pare fosse a Napoli) inscenarono perfino una pubblica manifestazione di solidarietà verso i musulmani , attenzione lodevole ma purtroppo mai usata verso i cattolici offesi dalle blasfemie di tanti eventi ” artistici” o ” culturali”…

    Pertanto, pietà per i poveri morti, li raccomandiamo alla misericordia Divina ma quanto ai vivi, per mio conto possono prendere su quel loro giornalaccio e infilarselo dove intendo io.

    • Dario* ha detto in risposta a gladio

      Parole sante =)

    • Francesca ha detto in risposta a gladio

      Sì, ottima trattazione. Non sapevo dove mettere un mio ricordo personale e penso che stia bene qui, dopo Gladio.
      Qualche anno fa avevo approfondito via web un’amicizia con una prof impegnata in politica….e ad un certo punto ci fu una polemica internettiana: diversa gente di sinistra in vari siti oltre a prendere in giro il celeberrimo B. gli augurava e lo minacciava di morte. E questa prof, persona di “alta” cultura, continuava a sostenere che anche le minacce di morte sono “libertà di espressione”……
      Per continuare il discorso di gladio, io credo che la minaccia fosse stata inversa, da destra verso sinistra, in automatico sarebbe stata “apologia di reato”.

      Credo che una possibile via d’uscita potrebbe anche essere quella di un’autoregolamentazione della stampa/comunicazione seria. Oggi vanno di moda i marchi di certificazione e qualità in ogni ambito: Bio, eccetera. Ci potrebbe essere anche un marchio di “stampa educata, corretta, seria, costruttiva” – che significherebbe che si può parlare di tutto senza censure ma con attenzione particolare a non offendere, a non profanare, a non minacciare, a non provocare intenzionalmente.
      Si potrebbe formare una discriminante tra stampa seria e stampa becera…..

      • gladio ha detto in risposta a Francesca

        Il fatto è, Francesca, che la tutela del cittadino dalle offese, dalle profanazioni, dalle minacce e da tutti quegli eventi che potrebbero minarne l’ onore e la dignità è un diritto chiaramente sancito addirittura dalla Costituzione e che azioni in contrasto a tali norme di tutela sono chiaramente sanzionate da appositi articoli del Codice Penale.
        Il problema consiste nel fatto che purtroppo, per chi attualmente detiene il monopolio della cultura dominante,
        onore e dignità non appartengono indistintamenta a tutti i cittadini ma solo a coloro che si sottomettono ai dettami culturali del “manovratore ” o ” burattinaio” che dir si voglia.

        P.S: A scanso di inopportune polemiche di stampo politico evito con cura di fare il nome del ” burattinaio”;
        pertanto mi guarderò bene dal dire che si tratta dell’ apparato politico, amministrativo e mediatico della sinistra facente capo al PD

    • Fabrizia ha detto in risposta a gladio

      In un certo senso, “per fortuna” che C.H. è di sinistra. Se fosse stato di destra, centro o altro, non si sarebbe mosso nessuno. Invece così almeno cominciamo a dibattere sulla suscettibilità di certi credenti. Penso che la Provvidenza riuscirà a tirare fuori del bene anche da questa tragedia. È venuto il momento di passare al “peigne fin” della critica occidentale i testi fondatori del’Islam, Corano e Hadith, così come si è fatto con la Bibbia. Li si deve mettere nel contesto, storico e culturale, farne l’analisi anche filologica. Vedremo poi cosa ne resterà.

    • Sete di Parola ha detto in risposta a gladio

      Oh finalmente!
      Mai commento fu tanto apprezzato!
      Per non parlare delle cosiddette opere d’arte spacciate come tali e altro non sono che immondizia blasfema.

  8. Sophie ha detto

    Quando qualcuno offende Gesù o Maria è come se offendesse la mia famiglia. Rappresentare la Santissima Trinità che ha un rapporto omosessuale a tre e la Madonna con le cosce all’aria non è satira ma coglionaggine. E se qualcuna diffama in questo modo le persone che amo gli parte la denuncia per diffamazione.
    Come sta messa la Francia di Santa Bernadette, poveretta…..

    • Sophie ha detto in risposta a Sophie

      qualcuno*

    • Nippur ha detto in risposta a Sophie

      Il Papa ha ritirato delle denunce in Germania che lo colpivano da vicino da parte di un giornale satirico.
      Sarei curioso, credimi, di sapere come andrebbe la tua causa.

    • Li ha detto in risposta a Sophie

      Sophie, con queste parole ti faccio un monumento. 😉

    • Davide B. ha detto in risposta a Sophie

      Ma quello può essere lasciato solo alla sensibilità delle persone perchè altrimenti chiunque potrebbe pretendere venga vietata la satira nei confronti di qualsiasi personaggio, sia questo storico oppure inventato.

  9. Dario* ha detto

    Io concordo con l’articolo ma vorrei fare una provocazione su una questione dando una rilettura in qualche modo alternativa degli eventi. I primi due punti sono evidenti e sono stati analizzati in lungo ed in largo:
    1) degli imbrattacarte offendono in broadcast oltre misura indisturbati per un lungo lasso di tempo
    2) degli invasati fanno fuori alcuni dei summenzionati scribacchini più alcune persone innocenti
    A questo punto anche il più miope degli ottimisti aveva capito di avere a che fare con dei ritardati o, nella migliore delle ipotesi, di gente resa cieca dall’odio o/e dall’interesse, ma nonostante ciò si passa al punto
    3) masse indistinte e rappresentanti un po’ ogni ordine, grado, stato sociale, religione, nazionalità e quant’altro hanno non semplicemente solidarizzato con le vittime (che sarebbe stato sacrosanto) ma ostentato l’autoidentificazione con gli imbecilli blasfemi dal pennino in mano.
    Cosa pensate sia giunto nel profondo medio-oriente, pronto ad essere distorto ed ingigantito dagli agitatori senza scrupoli? Foto e video di masse di occidentali di ogni estrazione sociale/etnia/credo/nazionalità che li sfidavano mettendosi sullo stesso piano di chi li aveva offesi in modo turpe.
    Sapendo di aver a che fare con gente non propriamente lucida, vi sembra una cosa sensata da fare? Se muore un torero andiamo tutti nell’arena vestiti di rosso a protestare contro i tori (inclusi gli animalisti)?
    Ma c’è di più: non solo le manifestazioni fuori fuoco ma l’impennata più che esponenziale di vendite della rivistucola, l’esportazione della citata carta da macero in tutto il mondo, le code alle edicole per comprare quella spazzatura peggio che se fosse il nuovo iPhone ed il tutto osannato orgogliosamente dai media e dai politici. Le vignette copia-incollate su quasi tutti i quotidiani e su internet. “Je suis charlie” il nuovo mantra dell’occidente, ossessivamente riprodotto ovunque e da (quasi) chiunque…

    …e poi ci si stupisce e ci si lamenta che i cristiani vengono perseguitati e martirizzati? In fin dei conti anche un sacco di cristiani si sono incoscientemente autoidentificati pubblicamente con quella cellulosa sporca (che peraltro li offendeva anche più di quanto non offendesse i mussulmani). Ovviamente i cristiani uccisi e perseguitati sono vittime incolpevoli (e meritano tutta la solidarietà possibile) ed i loro carnefici senza giustificazione ma, tra i complici dei loro omicidi non andrebbero citati anche molti cristiani occidentali senza cervello (tra cui alcuni curatori di giornali o siti internet a sfondo religioso)? Grazie al cielo negli USA la gente ha avuto un po’ più buonsenso.

    Ben vengano dunque le battute del Papa sul dare un pugno a chi offende la madre, ci volevano proprio per riportare un po’ di senno in tante, troppe, teste vuote, ma pur sempre teste vuote cristiane. Non è legittimazione della violenza, è solo una lezione sul ragionare prima di agire.

    • Francesca ha detto in risposta a Dario*

      Concordo. Ciò che sfugge a tanti e di cui mi lamento spesso è che NON si ragiona sul messaggio che si lancia. E non si guarda l’interlocutore.
      Al di là del discorso blasfemia che tocca anche noi cristiani, ora sto considerando proprio la modalità di comunucazione che viene ritenuta tanto intelligente e tanto da paese civile. Mi sembrano tanti ingenui che dicono “ma io avevo solo intenzione di….” – sì ok tu “avevi intenzione di” ma se guardi oltre il tuo naso storto ti accorgi che hai comunicato il contrario !!
      Nulla giustifica che tu venga ucciso perché sei un decerebrato irragionevole, ma fatto sta che stai comunicando messaggi pericolosi ad altri decerebrati pericolosi. Finché stavi nel circolo decerebrati chic con erre moscia tutto fila a meraviglia, ma se pretendi di “comunicare” con gente che è appena uscita dalla giungla…..

    • Fabrizia ha detto in risposta a Dario*

      Dissento. Per quanto mi faccia schifo C.H. , mi fanno ancora più schifo quelli che li prendono a mitragliate. Bisognerà pure che imparino anche loro a vivere con chi non la pensa come loro. Dovranno imparare anche loro che non si possono offendere facile. Oggi si offendono per C. H. Domani ci prenderanno a mitragliate perché abbiamo statue di donne e uomini nudi nelle nostre fontane? Nei nostri musei? Nelle nostre chiese? Perché il suono delle campane li offende? Ha ragione il generale/ presidente/ dittatore egiziano al-Sisi:” È mai possibile che un miliardo e 600 milioni di persone possano mai pensare di riuscire a vivere solo se eliminano il resto dei 7 miliardi di abitanti del mondo? No, è impossibile”. E aggiunge:” C’è bisogno di una rivoluzione religiosa” nell’islam.. Dobbiamo aiutare i musulmani che la pensano come lui, invece di continuare a lisciare il pelo agli assassini

      • Dario* ha detto in risposta a Fabrizia

        Non è prendendo a randellate (fisiche o psicologiche) che porti una persona alla ragione, prova a rifletterci. C.h. ed i terroristi non sono poi così differenti tra loro anche se usano strumenti diversi. La mia opinione è che siano deprecabili le azioni di entrambi e non mi pongo neanche il problema di valutare chi sia il peggiore come non mi chiedo se preferirei il sapore dell’arsenico o quello del cianuro

        • Fabrizia ha detto in risposta a Dario*

          C.H. sono libera di non comprarlo e di ignorarlo. Ma una volta mitragliata, non posso fare più niente. Per me la differenza c’è. Grande come una casa.

          • andrea g ha detto in risposta a Fabrizia

            Giusto.

          • Dario* ha detto in risposta a Fabrizia

            C.h. sei libera di ignorarlo come sei libera di ignorare il fatto che delle persone sono state uccise, ciò non toglie che sia l’esistenza di determinate vignette sia l’esistenza di determinati omicidi ed atti vandalici siano tutti fatti negativi

      • FREEZER75 ha detto in risposta a Fabrizia

        Fabrizia scrive: “Dovranno imparare anche loro che non si possono offendere facile”

        E la chiami “Facile” offesa la “””Satira””” di CH? qua si tratta di una rivista che offende le Religioni per Professione e lo fa sistematicamente da anni

        Fabrizia scrive: “Domani ci prenderanno a mitragliate perché abbiamo statue di donne e uomini nudi nelle nostre fontane? Nei nostri musei? Nelle nostre chiese? Perché il suono delle campane li offende?”

        Mi sembra che ciò non avvenga per i motivi da lei citati, in compenso alcuni nostri Atei Nostrani quando vedono un Crocifisso che sicuramente non fa “Satira” perdono la testa scaraventando il simbolo religioso giù dalla finestra…quando va bene

        A loro tutto è permesso in nome della laicità? ma andiamo

        • Fabrizia ha detto in risposta a FREEZER75

          Però ci sono quelli che si offendono perché a S. Petronio a Bologna c’è un antico affresco con Maometto all’inferno.

    • Daphnos ha detto in risposta a Dario*

      Caro Dario*, non so se era tua intenzione farlo ma, tra le righe, hai inserito un concetto importantissimo che, purtroppo (nonché per convenienza) è stato occultato in questi giorni di delirio (su entrambi i fronti, occidentale e islamico) collettivo.

      Degli invasati ammazzano i vignettisti di un giornalucolo… cioè di un oggetto che ha una sua identità precisa, dei contorni definiti, un messaggio deplorevole, ma pur sempre un messaggio esplicito, da comunicare. Un terrorista minimamente intelligente capisce che non è quello il modo di agire per danneggiare un simile obiettivo: io parlo al netto di ipotesi complottiste (mai da scartare a priori, ma al momento vanno messe da parte), ovvero voglio sottolineare l’abissale differenza tra i qaedisti del decennio scorso, quelli di Bin Laden e al Zawahiri per intendersi, rispetto a quelli del Califfo. I primi erano guidati da persone veramente intelligenti, benché criminali, sapevano dove colpire, quando colpire, valutavano attentamente ogni singolo dettaglio: erano un’organizzazione terroristica vera e propria, non si confondevano con la popolazione, il loro obiettivo era creare terrore generalizzato ma in modo tale da non provocare una reazione opposta, o, se veniva giocoforza provocata, a sua volta a questa corrispondeva una controreazione. Gli attentati in America compattarono la popolazione attorno al suo presidente, ma nel resto del mondo lo stesso presidente era impopolare e veniva duramente contestato; in Spagna dirottarono un risultato elettorale, sfruttando la bagarre politica e l’inesistente spirito nazionale; in Inghilterra, non ci furono contromisure, né particolari manifestazioni di solidarietà; non parliamo poi degli attentati a Casablanca, Istanbul, che causarono centinaia di morti, nessuno si ricorda neanche più che ci sono stati. Questo perché colpivano tra la folla, senza un obiettivo ben preciso che potesse essere considerato un simbolo o, qualora ci fosse stato, che risultasse sconveniente (perché di destra, principalmente). Con un’azione tanto sconsiderata, oltretutto estemporanea, le capre del Califfo, di intelligenza veramente mediocre, hanno invece colpito qualcosa che gli occidentali decadenti possono davvero considerare proprio: il loro nulla assoluto. E così hanno provocato una reazione, ritardata di alcuni anni e sicuramente breve, ma che certamente ha fornito indirettamente agli occidentali da conquistare qualche motivo in più per continuare a esistere, un briciolo di orgoglio, una giustificazione alle proprie meschinità, un brivido di avventura e passione nel loro vuoto quotidiano. Sulle capre “progressiste” italiche, citate da Gladio, meglio sorvolare: sono riuscito a evitare parolacce, voglio continuare a evitarle. Vi raccomando caldamente la lettura di “Sottomissione” di Michel Houellebecq, che sto finendo in questi giorni: non è il miglior libro che abbia mai letto, oltretutto mi sembra tradotto piuttosto male, ma sicuramente risulterà utile per comprendere dove finiranno tutte le matite che sono state sollevate in questi giorni di follia.

      • Dario* ha detto in risposta a Daphnos

        Io ti ho dato uno spunto e tu ne hai dato uno a me sempre riguardo agli attentati 😉
        Per prima cosa io trovo che, paragonando i diversi stili di attentato, quello francese denota un leggero incremento di intelligenza da parte degli attentatori. Mi spiego. Se tu offendi mia sorella (parente che tra l’altro non esiste, a scanso di equivoci) ed io, offeso, faccio saltare in aria un centro commerciale a caso della tua nazione sono stupido, se invece faccio saltare casa tua sono sempre stupido ma un pochino meno. Insomma, per una volta, da che esiste il terrorismo islamico, se la sono presa con chi effettivamente li offendeva (purtroppo non solamente con loro, degli innocenti ci sono comunque andati di mezzo). Sarà ben peggio ciò che hanno fatto in Spagna di ciò che hanno fatto in Francia no? Eppure perché solo in Francia c’è stato il sollevamento popolare dell’Europa? Perché per la prima volta il loro attacco ha mirato un po’ meglio nei confronti dell’ideologia che sta alla base del problema, ideologia che, volente o nolente, tira i fili del vecchio continente, e li tira così bene da aver manovrato greggi e greggi di pecoroni a far loro da scudi umani per il futuro. Perché dalla manifestazione “je suis charlie” i terroristi hanno un’aggravante in meno quando massacreranno ancora civili innocenti, perché quei civili, prima incolpevoli, si sono apertamente schierati con chi i terroristi considerano loro nemico (almeno di facciata). E’ come se l’occidente intero avesse firmato quelle vignette e le prossime che usciranno.

        Ma non era questa la considerazione di cui parlavo ad inizio del post. La cosa che mi è saltata all’occhio dalla tua lista di attentati è come siano capitati spesso a fagiolo per indirizzare sempre meglio l’Europa verso il baratro. Insomma, solo per citare la più eclatante: l’attentato che ha portato al potere Zapatero consentendogli di fare lo scempio che ha fatto. Analogamente a quell’attentato, questo ci ha aperto un crepaccio sotto i piedi, siamo scivolati giù relativamente poco ma tutto lascia intendere, salvo miracoli, che ci aspetta un gran bel tonfo nel prossimo futuro…

  10. beppino ha detto

    La vignetta presentata da UCCR a fine articolo (vignetta risposta di C.H. ad una derisione subita) é emblematica.

    Un vignettista che “risponde” ad una provocazione in un modo così “stupidetto” (sembra la classica risposta di un bambino nelle “baruffette” fra bambini alle scuole elementari) é solo dimostrazione di profonda ed oggettiva immaturità. L’immaturità di una persona che per posizione e ruolo dovrebbe essere guidato da spirito critico e padronanza delle proprie emozione; in realtà non si può che prendere atto che questo “ometto” continua in realtà a tenere ancora buone le dinamiche del periodo passato all’asilo infantile.

    Ma se questo é il livello degli “illuminati” vignettisti francesi come si può pretendere che riescano a capire che quando si tira troppo l’elastico arriva prima e dopo una “reazione” e chi ci “rimette” non é necessariamente la stessa persona che tira l’elastico? Basta ricordare i luoghi di culto incendiati e le decine di persone morte perché questi mediocri “intellettuali” francesi devono sentirsi liberi di fare quello che vogliono. Ripeto… se questo é il livello abbiamo soprattutto a che fare con bambini (a cui purtroppo non é possibile tirare le orecchie e a cui evidentemente non é bastata una rivoluzione per capire come stare a questo mondo).

    • Li ha detto in risposta a beppino

      Hai perfettamente ragione. E come pretendono questi benpensanti dell’alta borghesia di farlo capire ai musulmani se agiscono in modo così puerile? Se ne fregano bene i musulmani, che ancora usano la legge del taglione dal codice di Hannurabi!

  11. Luca ha detto

    Il bello della libertà é proprio questo: nessuno può obbligarci per legge ad essere responsabi, sarebbe una contraddizione insanabile rispetto alla libertà. Chi é che può definire cosa sia esattamente la responsabilità ?
    Perciò il vero punto non é vincolare la libertà a regole precise ma educare le persone alla libertà responsabile. Ben sapendo che l’educazione può anche fallire, disposti perciò alla sopportazione. Gira e rigira il punto resta che in questo caso la reazione più responsabile é difendere il diritto di Charlie all’irresponsabilità. Je suis Charlie anche se Charlie non mi piace.

    • Li ha detto in risposta a Luca

      Insomma se c’è il diritto alla satira perchè non si può fare sui gay, sugli abortisti, o su el presidente? Perchè non si può fare della buona satira sui comunisti mentre tanti (atei e non) insultano a piene mani senza problemi?
      Chi sapeva fare della buona satira qui in Italia era Giovanni Guareschi. Lui metteva a nudo le personalità del parroco e del sindaco, così agli antipodi eppure così simili perchè entrambi umani. Era comunque satira con un certo limite, nel rispetto dell’altro.

      • Dario* ha detto in risposta a Li

        No, quella di Guareschi non era satira, era ironia, materia estremamente più alta e degna 😉

      • Nippur ha detto in risposta a Li

        Mah, nessuno te lo nega.
        Non mi risulta di atei che abbiano denunciato riviste satiriche o bruciato giornali, almeno in Europa.
        A te sì?

        • Dario* ha detto in risposta a Nippur

          Dipende, l’Unione Sovietica tu la consideri Europa o Asia?

          • Nippur ha detto in risposta a Dario*

            Tipo? A parte il fatto che è stato fatto “perchè atei”?
            Dove è successo? E se anche fosse, semplicemente, avrebbero sbagliato.
            Ma anche io sono curioso 🙂 a cosa ti riferisci?

            • Dario* ha detto in risposta a Nippur

              Non hai mai sentito parlare di cosa si faceva in URSS (dove vigeva l’ateismo di stato) alla gente per il solo fatto di avere una fede? Ben peggio che denunce o giornali bruciati, si finiva nei campi di rieducazione in Siberia per reati d’opinione. In Cina (che dell’URSS è un po’ l’erede) ci sono vescovi in galera da decenni per il semplice fatto di non aderire alla religione consentita dallo stato. In Messico non molti decenni fa si finiva in prigione per il solo fatto di pronunciare frasi tipo “se Dio vuole”. Ateismo non è sinonimo di libertà di parola/pensiero. Ma senza andare tanto lontano, se in Italia ti metti a leggere un libro in piazza, vieni aggredito da fanatici ed i media danno ragione agli aggressori.
              Sei ancora convinto che siano solo le religioni a limitare le libertà altrui?

              • Nippur ha detto in risposta a Dario*

                Ok, ateismo di stato.
                Credo che tu convenga con me che religione ed ideologie sono forze potenti, capaci di plasmare l’uomo in bene ed in male (penso ad esempio alla rivoluzione culturale di Mao ed ai suoi orrori).
                Qualsiasi cosa imposta non è sinonimo di libertà di parola/pensiero, neanche l’ateismo o il cristianesimo.
                “se in Italia ti metti a leggere un libro in piazza, vieni aggredito da fanatici ed i media danno ragione agli aggressori.”
                Se si passa a sputi e botte, ok. Se si tratta di contromanifestare, non ci vedo nessun problema.
                “Sei ancora convinto che siano solo le religioni a limitare le libertà altrui?” : io dico che ogni cosa IMPOSTA limita la libertà altrui.
                L’ateismo è una scelta personale. Tu credi, io no. Ma se tu mi imponi di credere o viceversa, crolla tutto, sei d’accordo?

                • FREEZER75 ha detto in risposta a Nippur

                  Nippur perchè la Chiesa al giorno d’oggi, le ha forse mai imposto di Credere??

                  Comnunque è un dato di fatto che una protesta “silenziosa” può essere il Nostro modo di protestare, mentre spesso l’altra parte utilizza metodi diciamo non proprio civili….

                  Il rispetto delle idee altrui per me da quello che constato è solo un discorso di facciata, al lato pratico è utopia

        • Li ha detto in risposta a Nippur

          Tu osservi solo la popolazione europea. Ma dove la metti l’America e l’Asia? E comunque ho scritto proprio che ci sono atei (e non) che approvano questo genere di “satira”, quindi perchè secondo te dovrebbero bruciare le riviste?
          Almeno è questo che ho capito dal tuo discorso.

    • Dario* ha detto in risposta a Luca

      Il problema è che tu dicendo “io sono charlie” non stai dicendo “hanno il diritto di dire ciò che vogliono” e neppure ti rendi più conto della differenza…

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Luca

      Dunque siamo liberi di inneggiare all’antisemitismo, allo stupro delle donne e alla bellezza della pedofilia? Davvero vuoi un mondo del genere?

      • Li ha detto in risposta a Paolo Viti

        Non credo che sia giusto inneggiare all’antisemitismo, ma ci sono ancora parecchi che per il politicamente corretto impediscono anche battute sugli ebrei, come se loro fossero gli unici al mondo che hanno avuto un olocausto. E allora bruciamo anche le copie di Così giovane e già ebreo. Umorismo yiddish? Sono barzellette, non satira religiosa, politica e volutamente provocatoria.

        • Fabrizia ha detto in risposta a Li

          Abbiamo il reato di antisemitismo perché in Europa abbiamo fatto fuori sei milioni di ebrei. Perfettamente integrati, fra l’altro. Forse che i musulmani vogliono subire lo stesso trattamento per godere dello stesso privilegio?

          • Li ha detto in risposta a Fabrizia

            Il reato di antisemitismo è mondiale, ma che dire dei poveri armeni, delle stragi in Nigeria, in Iraq, a Mossul, della generazione rubata dei nativi australiani che durò tra il 1860 e il 1970 (stesso periodo delle boarding school degli indiani d’America), del massacro di Nancino del 37 ad opera dei nipponici, dei palestinesi anche cristiani che si vedono trattati come bestie dagli stessi ebrei che non hanno imparato un accidente di niente in quegli anni, dei circa 10 milioni di indiani americani massacrati (per non contare i tempi da Colombo in poi), e di tante altre cose ancora?
            Tutto questo per dire “volete essere charlie? charlie non è il solo ad avere problemi al mondo, e non sarà l’ultimo.”

            Non si può cambiare quello che è successo. Si potrebbe solo imparare, ma a quanto pare i francesi non hanno capito un accidente di niente.

            Il metodo per sconfiggere i terroristi lo ebbe un generale americano (soprannominato Blackjack), che debellò gli attentati dei moros, ma non lo dico perchè fu davvero cruento. Se provate a cercarlo sulla rete non lo troverete più. L’hanno tolto, probabilmente perchè era troppo offensivo e produceva odio da parte dei muslims.
            Mi è stato raccontato e una volta è bastato.

            • Li ha detto in risposta a Li

              Mi fu raccontato da chi la storia la studia da anni, non è un pettegolezzo. Nel caso ve lo chiedeste. Fatto sta che era comunque un metodo che andava contro i comandamenti cristiani. Quindi era sbagliato.

              Perchè funzionò? Purtroppo perchè quando ci sono i fanatici musulmani l’unica cosa che temono è di non finire in paradiso tra vergini e fiumi di latte e miele. Altro non aggiungo.

            • Mattia ha detto in risposta a Li

              reato mondiale non tanto, nei paesi arabi girano vignette antisemite paragonabili a quelle diffuse all’epoca del nazismo, e Amhinejad ha affermato pubblicamente che l’Olocausto è una truffa e che Israele deve essere cancellato dalle carte geografiche. Poi credo che i palestinesi cristiani debbano temere, più che gli israeliani, sopratutto altri palestine musulmani tipo quelli di Hamas che non sono molto “tolleranti” in materia religiosa…

      • Luca ha detto in risposta a Paolo Viti

        Certo che sì. Il problema é semplicemente di buon gusto, non di regole. Il fatto che non si leggano molte cose di questo tipo riflette semplicemente una sensibilità acquisita, non un obbligo di legge. Sulla religione no, questa sensibilità non é altrettanto acquisita. Attraverso quali messaggi abbiamo veicolato (noi e le altre religioni) la bellezza del nostro credo ? Se i risultati sono questi forse si poteva e si può fare di meglio, bisogna semplicemente prenderne atto. Tutto qui.

        • Paolo Viti ha detto in risposta a Luca

          Non ho capito Luca, il tuo “certo che si” si riferisce al fatto che saremmo liberi di inneggiare all’antisemitismo, allo stupro delle donne e alla bellezza della pedofilia?

          • Luca ha detto in risposta a Paolo Viti

            Sì, intendevo questo. Con una precisazione volta ad anticipare troppo facili obiezioni, perché in ogni tipo di comunicazione esiste un contesto ed un target. Parole identiche possono in momenti diversi diventare apologia di reato piuttoso che elementi di una discussione a sfondo sociologico o appunto battute di pessimo gusto. NON intendo riferirmi ad apologie di reati esattamentecosì come le discusse vignette NON si propongono come discorso serio.

    • gladio ha detto in risposta a Luca

      Nessuno può obbligarci ad essere responsabili!? Luca, ma stai scherzando? la legge ci IMPONE di essere responsabili.

      Secondo te che ci sta a fare il codice penale? Che senso avrebbe, tanto per fare un esempio, il concetto di ” reato colposo”? E le norme che tutelano il cittadino dalle prevaricazioni di terzi quali la calunnia o la diffamazione?
      Che senso avrebbe tutto ciò se non esistesse l’ obbligo di legge alla responsabilità ?

      Che succede ad un medico se, per sbaglio, amputa al paziente la gamba sana?

      • Luca ha detto in risposta a gladio

        La calunnia e la diffamazione hanno dei confini oggettivi. La responsabilità dipende invece da sensibilità, valori e cultura personale. Questo non può proprio essere definito per legge a meno di non obbligarci ad essere tutti eguali in una società totalitaria, tipo Unione Sovietica che come giustamente qualcuno qui sopra ricordava perlappunto non sopportava proprio nessuna satira.

      • Davide B. ha detto in risposta a gladio

        Luca ha ragone, il limite della satira è lasciato alla sensibilità personale, perchè le leggi sulla diffamazione esistono già.

  12. Giacomot ha detto

    Tanta gente non sa proprio cos’e’ la liberta’ !

    • Giacomot ha detto in risposta a Giacomot

      Ma la cosa ancora piu’ atroce e’ che questa gente non sa neanche grazie a Chi ci e’ stata permessa!
      E’ grazie al cristianesimo e a cosa ha prodotto nella storia se lo siamo (infondo la Vergine e’ stata messa di fronte ad una scelta da Dio!).
      Quindi, ancora prima della liberta’, forse non si sa neanche il significato della religione.

  13. Fabio Grassi ha detto

    Buongiorno a tutti

    segnalo questo bel commento di Stefano Disegni… noto disegnatore satirico, ateo ma anche evidentemente intelligente:

    https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=885303601509683&id=443900735649974

  14. algorfocus ha detto

    Non esiste libertà senza rispetto per ciò che la libertà concede agli altri. E peccato che il punto debole di questa relazione sia la sua reciprocità. Risposta al link di Fabio Grassi: Sì, hai detto bene, peccato non si possa dire lo stesso dei commentatori… il confine che stabilizza la libertà nella neutralità per ogni persona è talmente evanescente che non è necessario un colpo di forza improvviso (come nel cosiddetto attentato alla libertà dei terroristi) per cancellarla, è sufficiente lasciarla a se stessa ed essa per la condizione di indefinizione su cui si imposta è destinata a corrompersi sempre di più. Perché oggi ormai è chiaro che non è importante il rispetto per qualcuno, ad esserlo è tutto ciò che è condiviso come opinione dalla massa e che può tradursi come un beneficio anche per noi stessi. Ma questa libertà che seppur richiamata da tutti rimane malatamente individualistica, senza le condizioni di rispetto che l’hanno instaurata inizialmente, quanto può durare?

  15. Michele ha detto

    Marco S., a proposito dell’abortofobia da te citata, tranquillo, queste buone idee certa gente non ha certo bisogno di sentirsele suggerire da chi vi è contrario: http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3129

    • Dario* ha detto in risposta a Michele

      Beh, bella coerenza hanno in Francia, puoi offendere quanto di più sacro hanno altre persone ma non puoi fare un regalo? Alla faccia della libertà, ma anche dell’uguaglianza e della fraternità…

  16. Franceschiello ha detto

    La Taubira giustamente ci ricorda che la Francia è il Paese di Voltaire e dell’irriverenza. Infatti, stiamo parlando della nazione che quando sostituì il Dio cristiano con la dea Ragione, scatenò un’ecatombe senza precedenti (e poi mi vengono a parlare di crociate).

    Che poi, sia ben chiaro, Voltaire non è l’autore dell’aforisma non condivido la tua idea, ma darei la vita affinché tu possa esprimerla. Voltaire è però l’autore del motto schiacciate l’infame.

  17. Davide B. ha detto

    La satira è sempre esistita, fin dai tempi degli antichi greci e romani. La satira è dissacrante ed irriverente e non si rivolge mai contro le singole persone ma contro il potere, nei tempi antichi contro il potere poltico ma oggi anche quello religioso, perchè appunto non c’è differenza tra un tipo di potere a l’altro.

  18. gladio ha detto

    @ Dario* che non ha visto il film di theo van gigh ” Submission”

    https://www.youtube.com/watch?v=VIdFiwM4FJA

  19. gladio ha detto

    Avrei voluto vedere se le ” spiritose ” vignette blasfeme, anzichè essere pubblicate dagli anarco-comunisti di C.H. fossero state divulgate dall’ organo ufficiale del ” Fronte Nationale ” di Marine Le Pen , avremmo visto tutta quella marea di ” Je suis Rincoglionì ” sfilare marciando fieramente agli Champs Elisèe alle note della Marsigliese…

  20. Sebastiano ha detto

    A proposito di satira: la sinistra italiana, che l’altro giorno marciava gloriosa vestendo i panni della Marianna e le mutande di Charlie Hebdo, quando vide la vignetta satirica di Forattini su “D’Alema sbianchettatore” non fece mica un inno alla libertà di espressione. Corse invece dalla magistratura…
    Eh, la satira è intoccabile, ma solo quando riguarda gli altri…

  21. Mattia ha detto

    C’è però una cosa che fa ancora più schifo delle vignette di Charlie Hedbo e sono le reazioni di certi paesi islamici alle vignette: con quale coraggio uno osa protestare contro la “dissacrazione dell’islam” quando nel proprio paese si dissacra ogni due per tre il cristianesimo distruggendo chiese, uccidendo fedeli e negando i più elementari diritti religiosi?

    • Dario* ha detto in risposta a Mattia

      Basta l’omicidio per essere una dissacrazione molto molto peggiore delle vignette essendo il corpo dell’uomo tempio di Dio e la vita un Suo dono. Ciò non toglie che le vignette siano un vergognoso abuso

      • Mattia ha detto in risposta a Dario*

        Sono d’accordo, ma il mio discorso intendeva dire: come puoi tu pretendere che sia rispettata la tua religione a casa d’altri, se a casa tua tratti le altre religioni in modi mille volte più vergognosi?

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