Le pro-choice amano l’aborto: «la più bella scelta della vita»

AbortoChe l’esperienza dell’aborto si ripercuota gravemente sullo stato psico fisico di chi vi si sottopone è ormai assodato. La letteratura scientifica gronda, infatti, di pubblicazioni che confermano l’esistenza di una vera e propria Sindrome Post Aborto (ne parliamo ampiamente in questa pagina).  Naturalmente, c’è chi non mastica volentieri evidenze tanto lampanti e, pur di tener accesa una battaglia ormai agli sgoccioli, fa di tutto per diffondere testimonianze “controcorrente”.

Una femminista pro-aborto, Florence Thomas, ha ricordato nel 2010 il momento della soppressione dell’essere umano che portava nel grembo con queste parole: «sollevata, un sollievo immenso. Questo tumore se n’era andato e io potei tornare a vivere».

Come non citare la pro-choice Jessica DelBalzo, che in questi giorni ha scritto: «Terminare una gravidanza non è un atto immorale, chi suggerisce che l’aborto debba essere raro implica che ci sia qualcosa di indesiderabile ad averne uno. Le donne che amano la loro libertà dovrebbero essere orgogliose di dire che a loro piace l’aborto. In realtà, esse dovrebbero venerarlo con tutto il cuore. L’aborto è il nostro ultimo rifugio, l’ultima, strumento definitivo, che protegge la nostra autonomia corporea. Come non amarlo?». La DelBalzo, riporta “LifeSiteNews”, ama solo sopprimere gli esseri umani nella loro prima fase della vita, ma odia profondamente l’adozione, che ritiene «non solo inutile, ma anche immorale».

Infine il caso di Amanda Chatel, giornalista freelance che ha di recente pubblicato la sua storia sul “The Gloss”, intitolandola: «L’aborto è stato la migliore scelta della mia vita». Ne ha parlato anche “LifeSiteNews” riportando la notizia sul suo sito. Le notti che precedettero l’operazione, distesa con le mani sullo stomaco, chiedeva perdono chiamando per nome un bambino che, nonostante tutto, continuava a considerare solo un mucchio di cellule. Ha scritto: «Non è stata una decisione che volevo prendere, ma è stata la migliore della mia vita». Oggi ha un cane, dono dei suoi genitori dopo l’aborto, che considera come un figlio: «ha l’età che avrebbe il mio bambino se non avessi abortito», scrive. Si è persino tatuata il nome dell’animale sul braccio per ricordarsi che «qualche volta le decisioni più difficili finiscono per rivelarsi le migliori». Amanda ricorda di aver abortito il 27 marzo del 2005, Sabato Santo, come ha affermato più volte («Qualsiasi cosa faccia, questa data sarà radicata nella mia memoria per sempre», ha aggiunto). Credo sia importante menzionare un piccolo e significativo particolare: il 27 marzo 2005 era in realtà la domenica di Pasqua. Solo una svista trascurabile? Può darsi, ma il sospetto di una rimozione post traumatica continua, non so perché, a ronzarmi nella testa.

Filippo Chelli

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33 commenti a Le pro-choice amano l’aborto: «la più bella scelta della vita»

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  1. Le prime due sono solo delle ideologhe criminali, essendo loro uno dei cancri peggiori della nostra malata modernità; la giornalista una mentecatta che fa di tutto per ribaltare il proprio senso di colpa in affermazioni di segno opposto, ancora più assurde della pietà che ispirano. Poverette!

    • Diavolaccio ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

      Insomma…tu non sei uno che la manda a dire, eh? 🙂

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Diavolaccio

        Di fronte al ribaltamento assoluto della verità e soprattutto all’intrinseco farisaismo della modernità (che continuamente innalza inni alla “sacra democrazia”, contrapposta ai tempi di irrimediabile barbarie pre-rivoluzione francese) il tempo delle ciance e del politicamente corretto è finito; e una denuncia priva di estrema chiarezza corrisponde a connivenza. Qui siamo di fronte al peggiore crimine dell’umanità, sia nelle proporzioni numeriche, che nella diabolica metodologia con cui ne è stata ottenuta la legalizzazione. Non ci sono parole sufficientemente adeguate ad esprimere l’orrore e la pietà infinite che tutto ciò ingenera… E mi dispiace per quei 3 pollici versi che vedo sotto il mio primo commento. Li invito ad esprimersi, perché non essere in grado di parlare chiaramente nemmeno di fronte a questo ineguagliabile e orrendo sterminio, significa proprio avere capito poco del significato della vita…

  2. Azaria ha detto

    Probabilmente anche Hitler amava sopprimere persone… l’unica differenza e` nell’eta` delle persone uccise.

  3. Fabrizio Ede ha detto

    …il che conferma che la dimensione patologica delle ideologie è la schizofrenia e la compulsività… di fatto assumendo la scelta individuale come l’Assoluto non ci si può che ripiegare alla disperata e inutile ricerca di consolazione nel ribadire ossessivamente la bontà delle proprie proiezioni

  4. Daniele ha detto

    Approfitto dell’argomento dell’aborto per mettervi al corrente di questa sconcertante e preoccupante notizia:
    http://www.scienzaevita.org/rassegne/2c4bdbf128ccc07304280a72d0c9fb80.pdf

    A parte il fatto che dal punto di vista scientifico i risultati dei test tossicologici condotti sugli embrioni, siano essi di animali o di uomini, sono meno attendibili dei risultati dei test condotti sugli organismi adulti, c’è da dire che dal punto di vista etico l’uso di embrioni umani – cioè di persone – ai fini della ricerca farmaceutica non ha nulla di diverso dalla condotta tenuta dal Dott. Josef Mengele (passato alla storia col nome di Dottor Morte) nei confronti dei prigionieri dei campi di sterminio nazisti.

    Infatti nei campi di sterminio i nazisti usavano gli ebrei, soprattutto bambini, per condurre i loro deliranti esperimenti circa la resistenza dell’essere umano alle più avverse condizioni e all’esposizione ad agenti fisici e chimici (con esperimenti del genere è stato stabilito, ad esempio, quanto debba essere intensa la corrente elettrica necessaria ad uccidere una persona oppure quanta benzina bisogna iniettare in vena per causare la morte).

    Oggi qualche radical-chic “ben pensante”, forse sull’onda della “sparata” di quei due filosofi italiani che hanno detto che “l’uccisione del neonato non è un problema”, propone di fare esperimenti del genere (cioè esperimenti capaci di causare la morte) sugli embrioni umani.
    E tutto questo succede perché al giorno d’oggi, per questi radical-chic, la vita di un topo vale più della vita di una persona (embrione, feto o neonato che sia…): in che abisso di “desolazione etica” vivono queste persone per arrivare a considerazioni del genere!?

    Da parte loro, i radical-chic si giustificano dicendo che “l’embrione non è un essere vivente, ma è un oggetto biologico di cui poter disporre”: ma da sempre la scienza (ripeto: la scienza, non la Chiesa) ha mostrato come, piuttosto, l’embrione abbia già in sé le caratteristiche di un essere vivente. Pertanto l’embrione umano merita la stessa – cioè né più né meno – dignità di persona che si dà ad un individuo adulto.

    Cosa fare dunque se la proposta dovesse passare e se quindi le case farmaceutiche iniziassero ad usare embrioni umani ai fini dei test tossicologici sui nuovi medicinali prodotti? Si potrebbe proporre il boicottaggio di tali farmaci…

  5. Raffaele ha detto

    Complimenti per la scelta della foto: direi di incominciare a pubblicarne più frequentemente di questo. Occhio non vede, cuore non duole.

  6. A. Dent ha detto

    Direi che le testimonianze di queste persone sono un’ulteriore prova di come l’aborto provochi gravi disturbi psichici.

  7. Luca S. ha detto

    Non è però da escludere a priori che, con il tempo, subiscano una maturazione simile a quella della Roccella e diventino pro-life

  8. Giancarlo ha detto

    Mi auguro che la fotografia sia un fotomontaggio. E’ terrificante.

  9. GiuliaM ha detto

    Questa DelBalzo non è normale… aborto bello e adozione immorale?!?

  10. edoardo ha detto

    Bisognerebbe davvero fare dei manifesti con quella foto da mettere in giro per le città.
    Sarebbero soldi spesi bene.

  11. Topazia ha detto

    Suggerisco la rimozione definitiva dell’etichetta ‘pro-choice’, non applicabile a chi nega l’altrui diritto alla vita, che è la premessa per qualsivoglia ‘choice’, da ste … no pantegane no, offenderei le pantegane, … da sti esemplari da circo mediatico. Le tizie ‘ci sono e ci fanno’, di tutto pur di attirare l’attenzione

  12. Klaus ha detto

    Faccio notare che proprio in questi giorni sono uscite sui giornali le dichiarazioni di un killer camorrista divenuto collaboratore di giustizia: “Uccidere è bello, dà una sensazione di onnipotenza” …

    • Ercole ha detto in risposta a Klaus

      Non sapevo che il medico che ha ucciso Eluana fosse anche camorrista e collaboratore di giustizia…

  13. Eli Vance ha detto

    Spero che nessuno se le fili queste “donne” che fanno dichiarazioni simili e non le prendano sul serio.E nemmeno darle l’attenuante della pazzia. Gente che sente il senso di colpa per quello che hanno fatto, e più sentono la loro coscienza ferirle e più tentano di remarle contro con ragionamenti forzati ad hoc, tipo che lo fanno per la libertà (e quella degli altri?) , e che producono dichiarazioni simili, poichè dicendolo ad alta voce pensano di sentirsi meglio con se stesse.

  14. lorenzo ha detto

    L’aborto si stà ritorcendo contro le stesse donne: l’aborto selettivo ha ormai preso piede anche in Italia.
    http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/articoli/1041654/sara-femmina-a-milano-cinesi-e-indiane-costrette-allaborto-selettivo-dai-parenti.shtml

  15. LG ha detto

    «È una vicenda umana molto toccante – ammette il legale della famiglia – le difficoltà che stanno vivendo i genitori di Michele nel crescere un f i g l i o Down sono enormi. Dopo che i medici hanno negato alla donna il diritto a una gravidanza informata, speriamo almeno che il tribunale rimedi consendo una rapido procedimento che porti al risarcimento del danno»

    …quando sono arrivato a leggere dello sperato rimedio da parte del tribunale…
    brividi : aborto post nascita? soppressione pietosa? accompagnamento alla fine naturale della vita infelice?

    non so che dire

    • Kosmo ha detto in risposta a LG

      Non ti preoccupare che i nostri magistrati sono molto fantasiosi.
      Troveranno il modo… (cit.)

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