Aborto: un triste primato non riconosciuto




di Stefano Bruni*
*pediatra e ricercatore scientifico



I Centers for Disease Control and Prevention (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, abbreviati in CDC, www.cdc.gov) sono un importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti d’America. Il loro compito più noto al pubblico non specialistico (anche per via di romanzi e film catastrofici su epidemie virali a diffusione globale) è quello di monitorare, prevenire e suggerire gli interventi più appropriati in caso di contagio diffuso ed epidemie. Tuttavia i compiti di questo organismo sono anche molti altri e molto diversificati.

Tra gli altri, i CDC pubblicano anche report relativi ai dati sulla mortalità, sulla natalità e sul numero di aborti negli Stati Uniti. Come sempre accade, i dati definitivi relativi ad un determinato periodo sono resi disponibili a distanza di alcuni anni in quanto questi dati vengono elaborati con severi criteri statistici e il dato aggregato scomposto in tanti sottogruppi di dati più o meno correlati gli uni agli altri. Al momento sono disponibili i dati definitivi, ad esempio, delle principali 10 cause di mortalità negli Stati Uniti per l’anno 2007 (non stiamo parlando dunque di secoli fa ma dell’altro ieri).

Ebbene, se andiamo a leggere la suddetta relazione (ahimè è in Inglese ma, se vi interessa leggerlo, lo trovate completo a questo link) scopriamo che nel 2007 negli Stati Uniti sono morte 2.423.712 persone. Se andiamo a vedere le principali 10 cause di morte nel 2007 negli Stati Uniti (che insieme rappresentano più o meno il 76% di tutti i morti del 2007), il report ci dice che la causa di morte più frequente è stata la patologia cardiaca (616.067 morti), seguita da cancro (562.875 morti), stroke cerebrovascolare (135.952 morti), malattie croniche delle basse vie aeree (127.924 morti), incidenti (123.706 morti), malattia di Alzheimer (74.632 morti), diabete (71.382 morti), influenza e polmonite (52.717 morti), nefrite, sindrome nefrotica e nefrosi (46.448 morti), setticemia (34.828 morti).

Ho voluto leggere anche un altro paio di rapporti ufficiali e così ho trovato, nel primo, dati molto interessanti sulla natalità nel 2007 negli Stati Uniti dove sono venuti al mondo 4.316.233 bambini. Questa è certamente una buona notizia, perché negli Stati Uniti evidentemente nascono molte più persone di quante ne muoiano (la differenza positiva è di poco meno di 2.000.000).

Mi sono poi documentato, sempre attingendo a dati ufficiali, su quanti siano stati gli aborti negli Stati Uniti nel 2007 ed ho scoperto che purtroppo in quell’anno sono state interrotte un totale di 827.609 gravidanze, un numero agghiacciante. Ho fatto due calcoli e ho scoperto che, benché non riportato tra le prime 10 cause di morte negli Stati Uniti, in realtà l’aborto è la prima causa di morte, prima delle malattie cardiache, visto che l’aborto uccide circa 200.000 vite più che le malattie cardiache.

Che fine ha fatto allora l’aborto nel report relativo alle prime 10 cause di morte? È triste ma, evidentemente, queste vite (perchè si tratta di vite umane, anche se non ancora nate) non contano nemmeno per le statistiche sulla morte.

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28 commenti a Aborto: un triste primato non riconosciuto

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  1. Luigi R. ha detto

    Molto provocatorio come articolo, Stefano. Peccato che a fare questi ragionamenti purtroppo siamo solo noi.

    • Antonio ha detto in risposta a Luigi R.

      Appunto. I feti non vengono considerati persone, hanno la stessa valenza del muco. E’ triste ma è frutto del nostro tempo.

      • Panthom ha detto in risposta a Antonio

        Peccato che tutti noi siamo stati muco.

      • StefanoPediatra ha detto in risposta a Antonio

        Se leggete il repor sugli aborti volontari, vedrete che sul totale di 827.609 aborti volontari nel 2007, l’1,3% è stato eseguito dopo la 21a settimana di gestazione. Il che corrisponde a 10.759 feti abortiti in un’epoca in cui avevano già forma perfettamente umana e aspettavano solo di crescere e maturare. Altro che “muco”!

        Con ciò non voglio dire ovviamente che possa definirsi “muco” un embrione o un feto prima delle 21 settimane di vita (e ribadisco VITA!).

        • Piero ha detto in risposta a StefanoPediatra

          Chissa’ come reagirebbe Carlo Mes di fronte ad una IPOTETICA frase

          Davanti a 827.609 bambini morti per colpa di un medico abortista, sai quanto me ne puo’ fregare della sua vita? Meno di niente

          Il medico abortista meritava – come minimo – di morire.

          Sicuramente andrebbe su tutte le furie, e accuserebbe il cattolico che l’avesse pronunciata di essere un ipocrita e in contraddizione con la religione che dichiara di professare…
          Ma chissa’ una frase del genere da chi e’ stata ispirata…

          P.S.: per chi non sapesse l’antefatto:
          http://www.uccronline.it/2011/10/08/lo-spectator-e-il-piano-inclinato-oggi-si-abortisce-anche-chi-ha-il-labbro-leporino/#comment-25740

          • Carlo Mes ha detto in risposta a Piero

            Vedo che cerchi la polemica ad ogni costo con argomenti che non sono per niente attinenti all’articolo.
            In questo modo non manchi di rispetto a me (so che non te ne importa) ma a Stefano sviando il tema della discussione su qualcosa di completamente diverso. Stefano avra’ sicuramente speso del tempo nella ricerca e nella stesura dell’articolo e percio’ va rispettato.
            Siccome lo rispetto, non ti rispondo (non lo meriti) altrimenti starei al tuo gioco.

            A Stefano darei solamente un suggerimento: sarebbe preferibile avere il trend degli aborti negli ultimi anni in modo da avere non solo la “fotografia” della situazione ma anche il “video”.

            • Franz ha detto in risposta a Carlo Mes

              @Carlo Mes….ricordi quando ti firmavi Marco Di Pietro? Inutile rimettere i link, no?

              Bene, pochi giorni fa su Il Fatto Quotidiano è comparso un commento ad un vecchio articolo di Odifreddi in cui tu consigli ad Odifreddi di visitare questo sito perché ci sarebbe un articolo “altamente offensivo”….ecco qui: http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/06/20/post-indignato/27556/comment-page-32/#comment-2489678

              A cosa ti riferisci? Come mai qui non ne parli? Grazie.

              • Piero ha detto in risposta a Franz

                quando non sa cosa rispondere se ne scappa a gambe levate…
                per un po’ e’ sparito per andare a leccarsi le ferite sulla “pena di morte”, adesso e’ tornato piu’ ringalluzzito di prima…
                Inutile dire che ha perso ogni credibilita’, se mai l’avesse avuta…

            • Gennaro ha detto in risposta a Carlo Mes

              Quella del trend è una cosa che mi sono posto anche io tempo fa…sale? diminuisce?

            • Piero ha detto in risposta a Carlo Mes

              e perche’ mai??
              Se io dicessi una frase del genere (ovviamente IPOTETICAMENTE) che cosa risponderesti?

            • Piero ha detto in risposta a Carlo Mes

              Tra l’altro il numero di aborti IN UN ANNO (827.609) e’ superiore al numero di morti in guerra (508.860) che hai addossato a Mussolini IN CINQUE ANNI DI GUERRA
              Non e’ affatto uno sviare il discorso, questo semmai lo fai tu quando sei in difficolta’ (vedi la tua stupida ironia sul cognome di uno storico che smascherava le tue bugie). Come con la pena di morte si uccidono esseri umani, cosi’ con l’aborto se ne uccidono altri, IN NUMERO CONSIDEREVOLMENTE MAGGIORE. Ma tu di arroghi il diritto di decidere chi deve vivere e chi deve morire, perche’ ci sono esseri umani di serie A e altri di serie Z…
              Scappa scappa… tanto non puoi scappare alle tue ipocrisie e doppiezze…

            • StefanoPediatra ha detto in risposta a Carlo Mes

              Caro Carlo, come in altre discussioni sullo stesso tema quello che vuoi sentirti dire è che il trend degli aborti, negli anni, è andato progressivamente diminuendo.

              Non ho motivo di negarlo. Parlo però ovviamente degli aborti legali e dichiarati: ricordiamo che in alcuni “strati sociali” l’aborto è ancora praticato al di fuori delle norme sancite, e dunque seguendo canali illegali, ma anche che i dati sugli aborti, negli Stati Uniti come in altri Paesi del mondo Italia compresa sono forniti su base volontaria agli organi ministeriali; il che mi fa dire, e non solo a me, che gli aborti reali sono più numerosi di quelli dichiarati.

              Ma in fondo cosa importa se nel 2006 gli aborti dichiarati erano più di 827.609 (il trend peraltro lo trovi in sintesi nel report che ho linkato)? Si tratta sempre di 827.609 vite umane soppresse. Qualcuna di meno rispetto all’anno prima, sicuramente, ma purtroppo sempre un numero enorme e, per la mia sensibilità, insopportabile.

          • joseph ha detto in risposta a Piero

            Scusa se te lo faccio notare, Piero, ma è controproducente fare il processo alle intenzioni. Queste cose lasciamole agli Uaarini, a noi basta (o dovrebbe bastare) la solidità dei nostri argomenti. A me è capitato persino di essere stato battuto sul piano dialettico, da costoro, ma ti assicuro che le mie idee ne hanno tratto notevole giovamento. Quindi accettiamo le discussioni presupponendo la buona fede dei nostri interlocutori, altrimenti questo sito rischia di diventare davvero la brutta copia di un sito già becero di per sè…..
            Scusa di nuovo per le mie parole, ti assicuro che non ho affatto intenzione di offenderti.

  2. Viola ha detto

    Occorre poi considerare le donne morte a causa dell’aborto.

  3. Daniele Borri ha detto

    Grazie dott. Bruni, i dati sono corretti e anche le deduzioni. Ovviamente le statistiche non riguardano chi non è ancora “fisicamente nato”, però il suo articolo -come afferma Luigi R.- rimane molto provocante.

  4. StefanoPediatra ha detto

    Cari Luigi e Daniele, ovviamente avete perfettamente ragione: la mia riflessione è una provocazione.

    E’ evidente che i feti morti non possono rientrare in una statistica relativa alle cause di mortalità delle persone nate, prima di essere morte.

    Ma, per dirla come gli anglosassoni visto che commentavo dati americani, in questo caso non stiamo paragonando proriamente “pere con mele”: di esseri umani stiamo pur sempre parlando, infatti, ed il mio intento non era quello di lamentarmi perchè ai feti abortiti è stato negato, oltre alla vita stessa, persino il primato in una classifica sulla morte, quanto piuttosto far riflettere sull’enorme peso statistico che ha l’aborto in termini di mortalità. Peso statistico che, mai come in questo caso, è anche un peso “morale”.

    P.S.: Daniele, lasciamo perdere il “Dott Bruni” visto che stiamo discutendo fra amici (se mi posso permettere!). 🙂

    • joseph ha detto in risposta a StefanoPediatra

      comunque, Stefano, sul foglio che l’ospedale rilascia alla nascita ci sono due casi:”Nato VIVO/MORTO” e si barra quello sbagliato. Quindi inconsapevolmente anche la burocrazia (quante volte si sente l’anagrafe elevata al rango di scienza?) ammette che vita e morte sono eventi anteriori alla nascita. Ma sono cose che sfuggono, soprattutto all’occhio che non vuol vedere….

      • StefanoPediatra ha detto in risposta a joseph

        Hai proprio ragione: all’occhio che non vuol vedere. Ma sai cos’è peggio? Il fatto è che quando qualcuno si accorgerà di quello che dici interverranno tutti, dai radicali alle cordate di ogni colore di abortisti ma anche benpensanti e garanti dei diritti più disparati e faranno in modo di eliminare questo “errore” in quanto offensivo per la donna!

        Speriamo che da qualche parte ci sia qualcuno che, come Pilato a proposito dell’iscrizione sulla croce di Gesù sappia dire: “Ciò che è scritto è scritto”!
        🙂

  5. Piero ha detto

    preparati a diventare il prossimo bersaglio delle “femministe isteriche”…

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