Corte Europea: il matrimonio omosessuale non è un diritto

La notizia interessante è che la potente lobby omosessuale non è riuscita ad ammaliare anche la Corte Europea dei diritti umani. Essa ha infatti affermato ovviamente che non esiste un diritto di matrimonio o di partnership registrata per gli omosessuali in base alla Convenzione Europea dei Diritti Umani. Esaminando una sentenza, la Corte ha affermato il 24 giugno scorso che il Governo austriaco non ha discriminato la coppia non permettendo a due uomini di contrarre matrimonio. La Corte ha ribadito all’unanimità che il diritto di sposarsi è garantito solo a “uomini e donne”, come esposto nell’articolo 12 della Convenzione. Nemmeno il riconoscimento legale è previsto e gli Stati sono liberi, in base all’articolo 12 della Convenzione e all’articolo 14 considerato insieme all’articolo 8, di restringere l’accesso al matrimonio alle coppie di sesso diverso. Questa pronuncia della Corte è di buon auspicio anche rispetto alla questione crocifisso. Sembra infatti che abbiano imparato la lezione e vogliano intromettersi di meno nelle decisioni di ogni singolo Stato. Lo ha notato anche Gregor Puppinck, direttore dell’ECLJ, che a Zenit.it, ha dichiarato: «Gli Stati non possono essere vincolati ad accettare nuovi obblighi che non si trovino nella Convenzione e siano inoltre contrari ad essa».

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Scrittore ebreo Appelfeld: «ho visto preti e suore cattoliche salvare bambini ebrei»

Uno dei più importanti scrittori israeliani viventi è Aharon Appelfeld. Ha ricevuto una ventina di attestati, premi letterari, lauree honoris causae che lo hanno reso celebre in tutto il mondo e i suoi romanzi sono tradotti in una trentina di lingue. Il suo ultimo lavoro, Un’intera vita (Guanda 2007), sarà in Italia il 17 luglio. E’ di religione ebraica, ed ha raccontato di essere riuscito a scappare da un campo nazista, al contrario dei suoi familiari. Durante un’intervista ad Avvenire, parlando del libro e del tema della guerra, ha dichiarato: «Durante la seconda guerra mondiale ci furono bambini ebrei salvati da preti e suore cattoliche. Io l’ho visto con i miei occhi, nella mia città, Czernowitz, in Polonia. Ho davanti agli occhi l’immagine di una suora che nel ghetto salva un bambino ebreo. E questo era qualcosa di pericoloso perché gli ebrei erano condannati a morte, quindi chi cercava di metterli in salvo lo faceva a rischio della propria vita. Coloro che trassero in salvo un ebreo durante la seconda guerra mondiale furono davvero degli eroi. Anche in Italia incontrai gente meravigliosa; fu la prima volta che ciò avvenne durante la guerra: venivo dai campi, alcuni italiani mi diedero cibo e vestiti, furono molto gentili».

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Indonesia: musulmani radicali allarmati dalle continue conversioni al cristianesimo

L’Indonesia ha 222 milioni di abitanti ed è il quarto paese più popoloso della Terra. Più di 200 leader di gruppi radicali islamici in Indonesia hanno chiesto alle autorità deli governo di attuare una politica per frenare “l’allarmante fenomeno di cristianizzazione”. Rizieq Habib, leader del Defender Front Islam (FPI), ha detto durante la conferenza in cui è stata avanzata la richiesta: «è preoccupante il fenomeno di cristianizzazione che si sta verificando non solo in Beksasi ma in tutta l’Indonesia».

I leader musulmani hanno chiesto la formazione di un nuovo gruppo, denominato Presidio islamico Bekasi e hanno invitato tutte le moschee a contrastare il “cristianizzazione”. Le comunità cristiane hanno espresso preoccupazione unite alle forze di polizia, le quali temono questi gruppi che incitano o promuovono la violenza. Tuttavia, i grandi gruppi islamici in Indonesia, hanno respinto le richieste dei leader radicali, evidenziando il valore di uno stato laico. Sulam, il segretario generale di una delle più grandi organizzazioni musulmane indonesiane, ha dichiarato: «è un dovere per tutti i musulmani rispettare i credenti di altre fedi». La Chiesa cattolica è in ottimi rapporti con i leader moderati. La notizia è ripresa da Religion E Libertad.

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Il filosofo Possenti: «atei sono troppo convinti di aver ragione per averla davvero»

Il Premio Nobel per la Pace, Dag Hammarskjöld disse: «Dio non morirà il giorno in cui noi non crederemo più in una divinità personale, ma saremo noi a morire il giorno in cui la nostra vita non sarà più pervasa dallo splendore del miracolo sempre rinnovato, le cui fonti sono oltre ogni ragione». Era il 1950 e l’Occidente camminava verso il deserto del secolarismo, diffondendosi l’idea che Dio e la religione fossero cose del passato. Il noto filosofo Vittorio Possenti, docente di filosofia politica presso l’Università Cà Foscari di Venezia e autore di oltre 25 volumi e centinaia di saggi di ambito politico, etico e ontologico, parla di questi anni cupi, grigi, in cui parte della cultura, che si autopromuoveva ad avanguardia, teneva fermo che l’ateismo fosse il destino più certo della modernità (ora i pochi rimasugli pretendono di farsi chiamare razionalisti…). Mezzo secolo più tardi si è iniziato a parlare di epoca postsecolare, mentre indietreggia nel passato la tesi di un cammino verso un tempo postreligioso. Alta risuona oggi la domanda su Dio, sempre più potentemente, come le ricerche sociologiche dimostrano. Nell’articolo su Avvenire, trova spazio anche un’efficace critica all’ateismo moderno e ideologico: «Dio non è un oggetto che possa essere misurato da strumenti, né cade sotto la presa di una gnoseologia scientistica. Dio non può farsi noto attraverso la gabbia di acciaio della razionalità strumentale ed i nuovi atei sono troppo convinti di aver ragione per averla veramente: hanno adottato uno schema di conoscenza talmente ristretto da perdere quasi tutta la realtà. Bisogna ripartire dall’esperienza umana basale che nelle sue luci e nelle sue ombre porta significati trascendenti, per riprendere a parlare di Lui: esperienza della vita e della morte, dell’amore e degli affetti, del bene e del male, della paternità e della figliolanza». E’ l’uomo che vive immerso nella realtà che Lo riconosce e non certo chi è schiavo di ottusi schemi razionalistici. Come disse Albert Einstein: «Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come ‘oppio delle masse’ – non posso sentire la musica delle sfere» (Isaacson, Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster 2008)

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L’ebreo Weiler ha difeso così il crocifisso alla Grande Camera

Abbiamo sintetizzato l’ottimo intervento dell’ebreo Joseph Weiler, professore di diritto presso la New York University e professore Onorario presso la London University, il quale ha rappresentato i Governi di Armenia, Bulgaria, Cipro, Grecia, Lituania, Malta, Federazione Russa e San Marino presso la Grande Camera, in favore del crocifisso (altri Stati che sostengono ufficialmente sono: Ucraina, Moldova, Albania e Serbia). Ecco i 10 punti salienti del suo discorso:



1. La formulazione della “neutralità” dello Stato, che pretende l’imparzialità rispetto alle convinzioni religiose o dei modi d’esprimere quelle convinzioni (crocifisso), è basata su due errori concettuali che sono fatali per le conclusioni.

2. Primo errore: imporre la laicitè per ogni Stato.
L’obbligo di imparzialità dev’essere contro-bilanciato da grande libertà quando si tratta della religione o dell’eredità religiosa nell’identità collettiva della nazione e nella simbologia dello Stato. In Francia, ad esempio, la laïcité è parte della definizione di Stato e non si può proporre un simbolo religioso in uno spazio pubblico. Ma nessuno Stato ha l’obbligo ai sensi della Convenzione di abbracciare la laïcité.

3. In Inghilterra vi è una Chiesa di Stato, il cui Capo dello Stato è anche Capo della Chiesa. I leader religiosi sono anche membri d’ufficio del Legislativo, la bandiera fa mostra della Croce e l’Inno nazionale è una preghiera a Dio di salvare il Monarca, e di dare a lui o a lei la Vittoria e la Gloria. Sembrerebbe così violare le strettoie poste dalla Camera, perché come si farebbe a non dire che con tutti quei simboli non vi sia un certo tipo di valutazione circa la legittimità di un credo religioso?

4. In Europa, la Croce è l’esempio più visibile, apparendo su innumerevoli bandiere, crinali, edifici, ecc. ecc. Sarebbe sbagliato sostenere, come alcuni hanno fatto, che la croce è solo o meramente un simbolo nazionale. È tutti e due – data la storia, parte integrante della identità nazionale di molti Stati europei. Lo stesso disegnatore della bandiera europea ha dichiarato che le 12 Stelle sono ispirate dal mantello della Vergine Maria.

5. L’immagine della Regina d’Inghilterra appesa in classe ha un significato duplice, come la Croce: è l’immagine del Capo di Stato e quella del Capo titolare della Chiesa d’Inghilterra. È quasi come il Papa, che è sia Capo di Stato, sia Capo di una chiesa. La foto della Regina non deovrebbe essere appesa nelle scuole per il fatto che non è compatibile con le convinzioni religiose e il diritto di educazione? Potrebbero la Costituzione irlandese, o quella tedesca non stare appese in una classe o non venire lette in classe, dal momento che nei loro Preamboli troviamo un riferimento, nella prima, alla Santa Trinità e a Gesù Cristo Divino Signore, e, nella seconda, a Dio? Può lo studente ateo chiedere che nessuno canti l’inno nazionali inglese God save the Queen?

6. E’ compito di uno Stato liberarsi dei simboli religiosi, non di questa egregia Corte, e la Convenzione non è mai stata di certo interpretata come per forzarli a farlo. L’Italia è libera di scegliere di essere laïque. Il popolo italiano può democraticamente e costituzionalmente scegliere di avere uno Stato laïque e non è una questione per questa Corte se il crocefisso sui muri sia compatibile o meno con la Costituzione italiana, bensì per la Corte italiana. Ma il ricorrente, la Sig.ra Lautsi, non vuole che questa Corte riconosca il diritto dell’Italia di essere laïque, ma imporglielo come dovere. Questo non trova un fondamento nel diritto.

7. Il messaggio di tolleranza verso l’altro non dev’essere tradotto in un messaggio di intolleranza verso la propria identità, e l’imperativo giuridico della Convenzione non deve obbligare uno Stato a spogliarsi di una parte della sua identità culturale solo perché le espressioni di tale identità possano essere religiose o d’origine religiosa. La posizione adottata dalla Camera non è un’espressione del pluralismo proprio del sistema della Convenzione, ma è una espressione dei valori dello stato laïque. La decisione della Camera ha rovesciato un equilibrio che ha servito bene l’Europa nei passati 60 anni.

8. Secondo errore: sovrapposizione confusa, pragmatica e concettuale, tra laicismo [secularism], laïcité e neutralità. La laïcité, non è una categoria vuota che significa assenza di fede, è una posizione politica, rispettabile, ma certamente non “neutrale”. La laïcité vuole uno spazio pubblico denudato, un muro in classe privo di ogni simbolo religioso. È giuridicamente disonesto adottare una posizione politica che divide la nostra società, e pretendere che in qualche modo sia neutrale. Nei Paesi bassi o nel Regno Unito, lo Stato finanzia scuole pubbliche laiche, e nella stessa misura, scuole pubbliche religiose. Il secolarismo non è una scelta neutrale.

9. Esempio: Marco e Leonardo sono due amici che stanno cominciando la scuola. Leonardo va a trovare Marco a casa sua, dove nota un crocefisso. Leonardo ritorna a casa agitato e la mamma gli spiega che la famiglia di Marco è religiosa, al contrario della sua. Il giorno dopo, Marco va a casa di Leonardo, nella quale non c’è il crocifisso. Marco ritorna a casa agitato e la mamma gli spiega che la famiglia di Leonardo non è religiosa, al contrario della sua. Il giorno dopo entrambi i bambini vanno a scuola. Se c’è un crocefisso, Leonardo tornerà a casa agitato: «La scuola è come la casa di Marco. Sei sicura, mamma, che vada bene non avere un crocefisso?». Ma se i muri sono vuoti, sarà Marco a tornare a casa agitato: «La scuola è come la casa di Leonardo, sei sicura mamma che abbiamo bisogno del crocifisso?». Ancora più allarmante sarebbe una situazione in cui i crocefissi, che stavano sempre là sul muro, di colpo venissero rimossi. Un muro denudato per mandato statale è una chiara posizione non neutrale, è anti religiosa. Allo stesso modo, un crocefisso sul muro potrebbe essere percepito come coercitivo. C’è quindi bisogno di tenere conto della realtà politica e sociale dei diversi luoghi, della sua demografia e della sua storia: l’Italia senza crocefisso non è più l’Italia. Così l’Inghilterra senza God Save the Queen.

10. Non vale quindi una regola per tutti, come ha deciso la Seconda Camera, priva di un contesto storico, politico, demografico e culturale. Essa mina al pluralismo, alla diversità e alla tolleranza, marchio dell’Europa.

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Gli atei del Partito Radicale vogliono depenalizzare l’incesto

Depenalizzare l’incesto. La proposta shock arrivata dall’atea senatrice radicale del Pd Donatella Poretti, esponente dell’associazione Luca Coscioni e vicina al mondo omosessuale, che chiede l’abrogazione degli articoli 564 e 565 del Codice penale sui reati contro la morale della famiglia. L’articolo 564 del Codice penale prevede la reclusione da uno a cinque anni per chiunque commetta incesto con un discendente o un ascendente, o con un fratello o con una sorella. La radicale, dopo aver attaccato Mons. Bagnasco, ha sostenuto al TGCOM: «il criterio sommo del bene e del male è la libertà di ciascuno, come autodeterminazione, come scelta. Se uno, due o più sono consenzienti, fanno quello che vogliono perché non esiste più un criterio oggettivo sul piano morale e questo criterio riguarda non più l’uomo nella sua libertà di scelta, ma nel suo dato di natura». Rivolta poi ai credenti, ha citato Luter King: ‘la mia liberta’ finisce dove inizia la vostra”. Confermato ancora una volta che senza Dio non può esistere morale, nè etica. Questo è chiaro. L’uomo è solo un dato di natura e quindi perché una madre non potrebbe accoppiarsi con suo figlio? Perché impedire la libertà (o meglio l’istinto, perché la libertà è un’altra cosa)? Se due persone (o bambini) decidono di ammazzarsi a vicenda, quindi sono consenzienti, perché non dovrebbero farlo? Perché non legalizzare la droga, leggera e pesante? Chi vuole la usa e chi non vuole non la usa…Perché non legalizzare la pedofilia (come infatti chiedono i Radicali e Cappato da anni)? Esistono bambini che magari sono consenzienti…insomma, la logica è ferrea. Il discorso appare molto razionalistico, e anche alquanto disperato. Invitiamo a leggere il dossier sui rapporti tra Partito Radicale e Pedofilia.

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Nuova fiction dedicata a Pio XII e al suo operato in difesa degli ebrei

Ieri, durante la prima giornata del RomaFictionFest, è stato presentato in anteprima un trailer della miniserie Sotto il cielo di Roma, la fiction che la Lux ha voluto dedicare a Papa Pacelli, ovvero Pio XII. La società di produzione è stata fondata da Ettore Bernabei ha dedicato due puntate anche a San Filippo Neri (interpretato da Gigi Proietti). I produttori, intervistati da Avvenire, hanno detto che la fiction racconta lo scorcio di pontificato di Pio XII durante l’occupazione tedesca di Roma tra il 1943 e il 1944 e «in questo contesto ci è sembrato giusto raccontare il ruolo di Pacelli come defensor civitatis; i suoi sforzi, troppo spesso misconosciuti, di proteggere i cittadini della capitale a prescindere dalla loro razza e appartenenza di fede; il confronto con le autorità tedesche in cui giocò tutta la sua abilità diplomatica, mettendo anche a rischio la sua incolumità personale. Come hanno testimoniato tanti fin da allora, le scelte che fece portarono alla salvezza di molte persone nascoste negli istituti religiosi su suo ordine, che preferì agire piuttosto che fare proclami, deciso a spendersi per chiunque fosse minacciato».

Qui sotto il trailer della fiction in questione.

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Mondiali Sudafrica: Sneijder contro Forlan, sfida tra cattolici

Ieri si è giocata la prima semifinale del Mondiale di calcio in Sudafrica. La Nazionale olandese ha battuto per 3-2 quella Uruguayana. I fuoriclasse delle due formazioni, Sneijder e Forlan, oltre al numero 10 hanno anche in comune la fede cattolica.

Wesley Sneijder, 26enne centrocampista dell’Inter, ha trascinato i nerazzurri alla tripletta: champions, scudetto e Coppa Italia ed è candidato al Pallone d’Oro 2010. Da quando ha lasciato il Real Madrid, per approdare alla Pinetina, sembra avvolto da un’aura magica: tutto ciò che tocca si trasforma in successo. Molto probabilmente è dovuto al grande momento di grande serenità che sta vivendo, che lo ha portato a chiedere il battesimo nella cappella della Pinetina poco prima di partire per il Sudafrica. Grazie alla sua fidanzata e a capitan Zanetti, cattolico praticante, si è infatti convertito al cattolicesimo e ha partecipato ad un corso di catechismo per potersi battezzare. Ne abbiamo parlato in Ultimissime 23/6/10 (vedi anche Wikipedia).

Diego Forlan, 31 anni, è l’attaccante di livello dell’Atletico Madrid e vincitore dell’UEFA Europe League. La squadra, dopo la vittoria del 12 maggio 2010, ha affidato il trofeo alla Vergine di Almudena, santa patrona della città. La cerimonia si è svolta nella cattedrale di Madrid, officiata dal vescovo ausiliare. Il capitano della squadra, Antonio López, assieme al presidente Enrique Cerezo, ha riposto il trofeo sull’altare. Diego Forlan, assieme all’altro devoto cattolico Simao, ha invece donato alla Vergine un bouquet di orchidee bianche e rosse, colori rappresentativi della società sportiva spagnola. Ne abbiamo parlato in Ultimissime 31/5/10.

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Nuovo studio: le vere ragioni delle crociate

L’ultima fatica del celebre sociologo americano Rodney Stark è stato appena pubblicato in Italia da Lindau, grazie anche al risveglio culturale a cui cominciamo ad assistere anche nel nostro Paese. Il tema sono le crociate e la leggenda nata attorno ad esse, per cui vengono soventemente citate per screditare l’operato dei cristiani nella storia. Francesco Agnoli ne fa una recensione su Il Foglio. Il titolo del libro è Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate (Lindau 2010) ed intende -riuscendoci- a fare piazza pulita di ogni revisione storica e di ogni menzogna: innanzitutto bisogna calarsi nella mentalità dell’epoca, dove evidentemente non vi erano i livelli diplomatici di oggi. Inoltre occorre sottolinerae che le crociate non sono state il tentativo di sottomettere un’altra religione, nè di convertire con la forza altri popoli. Nacquero dopo cinque secoli di aggressioni del mondo islamico verso quello cristiano, a difesa degli ortodossi di Bisanzio e per la difesa dei cristiani che si recavano in Terra Santa, vittime continue di centinaia di massacri. La cosa interessante è che gli islamici fino al XIX secolo non mostrarono attenzione alla crociate, solo ora, spinti dal laicismo europeo, qualcuno ne parla. Le leggende nere si soffermano esclusivamente sulle vittime di queste guerre (in maggioranza cristiane) ma dimenticano volontariamente che grazie alle crociate si è salvata (o almeno rimandata) la libertà europea dall’invasione musulmana e turca. Il libro è assolutamente consigliato per chi ha desiderio di approfondire l’argomento, senza soffermarsi ai luoghi comuni, è inoltre provvisto di documenti originali, cartine storiche ed opinioni di grandi storici e medievisti. Altre recensioni le trovate su Archivio Storico e Io sto con Oriana.

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1000 intellettuali spagnoli scrivono a Benedetto XVI

Il 6-7 novembre prossimi Benedetto XVI si recherà in Spagna in visita apostolica. Più di mille personalità della cultura spagnola: filosofi, scienziati, accademici, scrittori, poeti, artisti, musicisti, sportivi ecc…hanno sottoscritto una lettera di benvenuto che potete trovare qui. Con la lettera si vuole «esprimere pubblicamente la nostra gratitudine per il suo esempio, per il suo Magistero straordinario e per la sua instancabile difesa della dignità umana. Il motto del suo pontificato è un forte impegno a promuovere un proficuo dialogo tra la ragione e la fede, con l’obiettivo di un’ulteriore umanizzazione della società. Un dialogo che richiede la piena tutela dell’esercizio della libertà religiosa, coerente con un concetto positivo di laicità dello Stato. Vogliamo anche ringraziare il Papa per il suo giudizio verso il relativismo. L’umanità del papa si riflette anche nel suo costante impegno sociale per incoraggiare la Chiesa, oggi come sempre, ad essere la prima ad aiutare i più bisognosi, gli emarginati della società. Verso il comportamento indegno di alcuni membri della Chiesa, Benedetto XVI ha dato esempio di umiltà, di trasparenza e il via ad un’opera di pulizia profonda nella Chiesa».

Alcuni firmatari. L’elenco dei firmatari (che potete trovare qui) è composto da personaltà legate al mondo universitario e figure ai massimi livelli della cultura spangola. Ad esempio: il Preside della Facoltà di Medicina dell’Universidad Complutense de Madrid, il Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Universidad complutense de Madrid, il Direttore generale di Autostrade, il Capo del Dipartimento di Microbiologia e il Presidente della Reale Accademia di Medicina e Chirurgia della Galizia, il Rettore dell’Università di Santiago de Compostela, il Preside della Facoltà di Medicina dell’Universidad CEU San Pablo, il Presidente della Società Spagnola di Neuroscienze (SENC), il Direttore del Dipartimento di Ginecologia e Oncologia, il Presidente della Fondazione DENAES, il Presidente dell’Associazione per l’Avanzamento della Gestione, l’ex Rettore dell’Università Abat Oliva, il Direttore della Università Abat Oliva, il Vice-Rettore dell’Università di Santiago, l’ex Sindaco di Madrid, il Presidente del Gruppo Eulen, il Direttore dell’Istituto di fermentazioni industriali, il Presidente dell’Accademia Spagnola di Gastronomia, il Direttore del dipartimento di letteratura spagnola, il Presidente del Gruppo Intereconomía, il Presidente di HazteOir, il Direttore della Scuola di Ingegneria, il Direttore dell’Istituto per le iniziative sociali, il Vicesindaco di Madrid, il Capo della clinica pediatrica dell’Ospedale di Valencia, il calciatore Emilio Butragueño, il Preside della Facoltà di Economia e Business Administration dell’Università di Navarra, il Presidente del Tribunale Superiore di Giustizia di Castilla y León, il Direttore Generale Intereconomía TV, il Direttore generale dei Centri di Educazione allo Sviluppo e altri 960 esponenti.

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