Gli storici pisani contro l’iniziativa dell’UAAR

L’UAAR crea nuovi dispettucci reazionari alla Chiesa. Questa volta si è inventata la crociata contro le campane di Pisa per presunti rumori molesti di cui fantomatici cittadini si sono lamentati con loro e non con l’amministrazione comunale , dato che il Sindaco ha smentito che ci siano state segnalazioni di questo tipo (cfr. Ultimissima 4/8/10).

L’iniziativa è nata come reazione del circolo UAAR di Pisa alla lettera che l’associazione di storici Amici di Pisa ha inviato al quotidiano locale “Il Tirreno” la settimana passata, con la quale si chiedeva ai «vari parroci di suonare le campane il 6 agosto alle 21 per celebrare San Sisto, il primo patrono della città». La stimata associazione, che conta circa duecento iscritti (vedi qui), ha dichiarato in un comunicato: «La nostra Associazione, è costretta -suo malgrado- ad intervenire pubblicamente per ricordare, casomai ce ne fosse bisogno, che il suono delle campane cittadine per le ore 21 del 6 Agosto in onore primo Santo Patrono di Pisa, San Sisto, ha molteplici scopi. Il primo di questi è onorare la memoria del primo Patrono di Pisa e riprendere una tradizione tipica della nostra Associazione, il secondo per ricordare ai pisani -nella forma più naturale e semplice possibile con il suono delle campane- quanto sia stata gloriosa ed importante, il terzo per ricordare i pisani della Repubblica caduti per difendere la città, il quarto per mantenere viva la memoria storica della città. Il quinto motivo si ricollega ad un fatto storico: Kinzica de’ Sismondi nel 1004 fece suonare di notte le campane di Pisa per svegliare i pisani dall’assalto saraceno già in atto alla città». Quindi i motivi sono anche storici e non solo religiosi. Continuano poi: «Francamente non pensavamo che il suono delle campane cittadine alle 21 fosse una immissione tremenda da sconvolgere l’equilibrio psico-fisico di persone in cerca di notorietà. Né tantomeno meritevole di un regolamento acustico comunale. Pensavamo che queste persone invece, in modo razionale e asettico, avessero di che ridire sullo spaccio di droga a tutte le ore del giorno e della notte in pieno centro storico. Pensavamo che queste persone avessero qualche cosa da ridire sulla movida notturna che genera forti squilibri sociali irrisolti».

E invece all’UAAR interessano solo i dispettucci infantili. «Pensavamo che queste persone avessero a cuore la buona gestione della città nei suoi molteplici aspetti. Capiamo benissimo che ogni Associazione abbia il proprio fine sociale. E’ però ingiusto, da irrilevante minoranza, porsi gratuitamente di traverso alla volontà della stragrande maggioranza della popolazione, imprigionando in un eccesso di democrazia il comune sentimento popolare, di tradizione e di storia. Perché quella di Pisa è storia con la S maiuscola. Gli altri cercano di farla a tutti i costi, senza costrutto. E che hanno paura che un rintocco di campana possa sconvolgergli un’anima inquieta» (da PisaNews).

E’ solo l’ennessimo ridicolo tentativo per dimostrare (o autodimostrarsi) che gli atei moderni possono smuovere le montagne. Peccato che per ora smuovano soltanto l’assopita coscienza cristiana italiana, come si è dimostrato nella sollevazione popolare a difesa del crocifisso (cfr. Grazie all’UAAR migliaia di crocifissi in più nelle scuole e nei comuni italiani).

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L’UAAR viene smentita dal sindaco di Pisa

Nuova iniziativa dell’UAAR e quindi nuovo flop. La sezione UAAR di Pisa ha imbastito la battaglia alle campane di Pisa per presunti rumori molesti. Il responsabile uaarino di Pisa, Giovanni Mainetto, si è giustificato dicendo: «Riceviamo molte lamentele di cittadini disturbati dal suono delle campane a qualunque ora». Eppure il sindaco e l’amministrazione comunale non ne sanno nulla. Sono davvero credibili le parole del capo-chierichetto ateo pisano? Come può essere che i cittadini infastiditi pensino di rivolgersi alla sezione UAAR di Pisa (che conterà si e no meno di cento iscritti), piuttosto che direttamente all’amministrazione comunale?

Qualcuno dirà: magari lo hanno fatto e non sono stati ascoltati. Ma il sindaco Marco Fillippeschi, eletto grazie ai voti del Partito Democratico, Partito Socialista, Italia dei Valori e Lista civica Per Pisa col 53% di preferenze, contro il 47%% della candidata PDL e LEGA), ha dichiarato: «Con tutta sincerità non mi pare che la questione “campane” sia fra le priorità che Pisa deve affrontare in questo periodo: non mi sembra proprio, infatti, che le notti pisane siano “assillate” dai rintocchi delle campane». Quindi il Comune non ha ricevuto alcuna protesta (non essondici priorità), e il nostro razionalissimo Mainetto viene smentito.

Il primo cittadino ha poi continuato in modo molto equilibrato: «In ogni caso qualora dovesse manifestarsi tale esigenza [quindi -ancora una volta- finora non si è manifestata], sono certo che non sarà assolutamente un problema trovare, insieme alla Chiesa pisana, un punto di equilibrio che salvaguardi la necessaria convivenza urbana. Fra l’altro esistono già precise indicazioni al riguardo della Conferenza Episcopale Italiana finalizzate ad utilizzare con parsimonia il suono delle campane, soprattutto nelle ore della giornata usualmente dedicate al riposo, a cui mi risulta che la Chiesa Pisana si sia attenuta scrupolosamente [come ha dichiarato anche Monsignor Aldo Armani, responsabile dell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi]. Ad onor del vero vi sono ben altri rumori molesti e fuorilegge, come ad esempio quelli prodotti dal traffico e dagli schiamazzi notturni, su quali siamo già intervenuti e interverremo in modo ancora più fermo ed organico con il prossimo Regolamento Acustico cittadino» (da PisaInforma.it 4/8/10). Attendiamo anche il parere del centrodestra e delle liste civiche.

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Si profila un nuovo fallimento per l’UAAR

La sezione degli atei razionalisti (UAAR) di Pisa ha avviato una crociata contro le campane di tutte le Chiese della città. Il capochierichetto della sezione ribelle ateo-comunista pisana ha tuonato inviperito: «Riceviamo molte lamentele di cittadini disturbati dal suono delle campane a qualunque ora». Si, certo. Ma come possono pensare i facinorosi razionalisti che qualcuno creda veramente che i cittadini pisani preferiscano scrivere ad una inutile confraternita (meno di 100 gli iscritti a Pisa), piuttosto che all’amministrazione comunale?

SINDACO DI PISA. Tant’è che il sindaco Marco Fillippeschi (eletto grazie ai voti del Partito Democratico, Partito Socialista, Italia dei Valori e Lista civica Per Pisa col 53% di preferenze), ha dichiarato: «Con tutta sincerità non mi pare che la questione “campane” sia fra le priorità che Pisa deve affrontare in questo periodo: non mi sembra proprio, infatti, che le notti pisane siano “assillate” dai rintocchi delle campane». Quindi il Comune non ha ricevuto alcuna protesta e il nostro leader uaarin-razionalista viene smentito. Il Sindaco ha anche confermato le parole di Monsignor Aldo Armani: «La Chiesa Pisana si è già attenuta scrupolosamente alle indicazioni della CEI in merito all’uso parsimonioso delle campane. Ad onor del vero vi sono ben altri rumori molesti e fuorilegge a cui prestare maggiore attenzione» (vedi l’intero commento del Sindaco nell’articolo: L’UAAR viene smentita dal sindaco di Pisa).

STORICI DI PISA. Anche la stimata associazione di storici pisani Amici di Pisa, circa duecento iscritti (vedi qui), ha ridicolizzato il dispettuccio ateo: «Francamente non pensavamo che il suono delle campane cittadine fosse una immissione tremenda da sconvolgere l’equilibrio psico-fisico di persone in cerca di notorietà. Pensavamo che queste persone invece, in modo razionale e asettico, avessero di che ridire sullo spaccio di droga a tutte le ore del giorno e della notte in pieno centro storico, sulla movida notturna che genera forti squilibri sociali irrisolti, che avessero a cuore la buona gestione della città nei suoi molteplici aspetti». Invece probabilmente a loro interessa solo placare l’insofferenza e la frustrazione da reattiva minoranza con simpatici dispettucci. «E’ ingiusto, da irrilevante minoranza, porsi gratuitamente di traverso alla volontà della stragrande maggioranza della popolazione, imprigionando in un eccesso di democrazia il comune sentimento popolare, di tradizione e di storia. Hanno paura che un rintocco di campana possa sconvolgergli un’anima inquieta?» (vedi l’intero intervento degli Amici di Pisa nell’articolo: Gli storici pisani contro l’iniziativa dell’UAAR).

Forse la prossima volta i razionalisti si affanneranno per eliminare la croce cristiana dalla bandiera e dallo stemma comunale, simbolo della gratitudine cittadina al cristianesimo, motore della nascita e crescita culturale e civlie di Pisa.

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Monte Sinai: nuove conferme per l’Antico Testamento

Har Karkom, in ebraico “Monte Zafferano”, è una montagna ricca di santuari e luoghi di culto eretti nei millenni da diverse popolazioni, accanto ad altari, circoli di steli, menhir, sepolture, grandi disegni di pietre riconoscibili solo dal cielo, incisioni rupestri ecc…il tutto nel cuore del deserto in cui avvenne la fuga dei figli d’Israele dall’Egitto: il Negev.

L’archeologo Emmanuel Anati -come spiega nel libro La riscoperta del Monte Sinai, (edizioni Messaggero, 2010) – lo identifica con il monte Sinai. Un’ipotesi all’inizio aspramente osteggiata dal mondo accademico, oggi accolta da buona parte degli archeologi e dei biblisti come molto probabile. Una scoperta che, se confermata definitivamente, rivoluzionerà gran parte delle “conoscenze” ereditate dalla tradizione.

Avvenire intervista l’archeologo: «Dopo 30 anni di spedizioni abbiamo rilevato 1.300 siti e milioni di reperti che testimoniano culti religiosi e centinaia di accampamenti di uomini che si fermarono ai piedi di quella montagna. Proprio come racconta l’Antico Testamento. Il luogo fu sacro da quando l’homo sapiens ci mise piede (il più antico santuario risale a 40mila anni fa), ma tra il 4000 e il 2000 a.C., nell’antica età del Bronzo, c’è una vera esplosione di sacralità: in altre parole, quando il popolo di Israele arriva qui e vi adora il Dio della Bibbia. In tutto il Negev non esiste una sola montagna con una così rilevante evidenza archeologica, per non parlare della impressionante corrispondenza tra quanto la Bibbia narra e quanto abbiamo trovato ad Har Karkom».

L’archeologo spiega così le reazioni critiche avute in passato: «Le scoperte dimostrano che l’esodo avvenne 800 anni prima rispetto a quanto sostiene l’esegesi in voga da due secoli. La tradizione, cioè, poneva l’esodo nel 1200, invece oggi sappiamo che avvenne tra il 2200 e il 2000 a.C.». Tutto questo «dimostra che Esodo, Deuteronomio e Numeri non sono mito, e la narrazione biblica va a innestarsi nella storia. Ora un immenso patrimonio di reperti, chiuso in casse nei magazzini in Israele, attende solo di essere studiato da antropologi, storici delle religioni, teologi, esegeti e archeologi, che finalmente vedono coincidere i loro dati senza più contraddizioni».

La redazione

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Nell’atea Cina il record di giustiziati dallo Stato

Il quotidiano La Repubblica rivela che l’associazione “Nessuno tocchi Caino” ha reso pubblico il rapporto annuale sulla pena di morte. Ovviamente nei due Paesi in cui è presente l’ateismo di Stato, Cina e Corea del Nord, la pena di morte è ancora presente e utilizzata in modo massiccio. Non solo, ma in cima alla macabra classifica si posiziona proprio la Cina con oltre 5 mila esecuzioni in un anno, le quali coprono l’88% delle pene di morte del mondo. Ricordiamo che la Repubblica Popolare Cinese è ufficialmente atea e l’ateismo governativo è stato imposto dal terribile dittatore ateo Mao Tse-tung (vedi Wikipedia). Altri crimini storici causati da questa terribile ideologia in Cina li trovate su Laogai Research Foundation Italia Onlus.

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Il fisico Zichichi: «grazie alla scienza mi sono convinto di Dio»

Uno dei fisici italiani più importanti si chiama Antonino Zichichi. Conosciuto in ambito internazionale, è presidente della Federazione mondiale degli scienziati. E’ stato anche presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per 5 anni. Attualmente è docente emerito di Fisica superiore all’Università di Bologna. Ha spesso sottolineato la sua assoluta certezza nell’assenza di contrasti tra la scienza e la fede. Due libri sono assolutamente da leggere: Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo (Il Saggiatore 1999) e Tra fede e scienza. Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI (Il saggiatore 2005).

Intervistato ieri da Il Sussidiario, ha dimostrato ancora una volta la sua infinita passione per la scienza e ha trattato l’argomento dello spazio-tempo. Infine ha dichiarato: «Tutti i giganti della scienza sono sempre stati credenti [vedi il nostro elenco]. La fisica studia la componente immanente della nostra esistenza, mentre la fede riguarda l’aspetto trascendente. L’ateismo dice che quest’ultimo non esiste, ma non lo sa dimostrare. Che la scienza non possa essere in contrasto con la fede, lo rivela il modo in cui è nata la fisica. Cioè dal pensiero di Galileo Galilei, che ha lasciato scritto: «Colui che ha fatto il mondo è più intelligente di tutti, filosofi, matematici e fisici messi insieme. E l’unico modo per sapere come ha fatto a crearlo è porgli delle domande». Ma come mai oggi noi non riusciamo a vedere Dio? «Perché Dio non esiste, dicono gli atei. Ma la sfera trascendente non può obbedire alle stesse leggi della materia. Quando tra cinque miliardi di anni il sole si spegnerà, il trascendente sarà ancora tutto lì e rimarrà invariato, perché si trova al di fuori del tempo».

Ma questo è un argomento scientifico? Assolutamente si. Il celebre fisico continua: «Io posso affermare tutto questo proprio grazie alla scienza. Se non fosse per la fisica, io non riuscirei a convincere il mio amico ateo che esiste una logica che regge il mondo. Se c’è qualcosa che può mettere in crisi l’ateismo è l’esistenza di questa logica. Chi la nega, contraddice la scienza. Se non esistesse questa logica io sarei disoccupato. E invece no, sono occupatissimo, nel tentativo di comprendere le conseguenze di questa logica. Mentre se fossimo figli del caos allora avrebbero ragione i miei amici atei. Il messaggio della scienza è che c’è una logica, e se c’è allora ci deve essere anche un Autore. Coloro che negano l’esistenza dell’Autore sono in contraddizione logica. L’ateismo quindi è atto di fede nel nulla, non è un atto di ragione».

Chi è Zichichi. Questo scienziato ha lavorato nell’ambito della fisica subnucleare presso i laboratori Fermilab di Chicago e CERN di Ginevra, dove ha coordinato il gruppo di ricerca che ha scoperto un antinucleo di deuterio. Tra le sue altre scoperte l’energia effettiva nelle interazioni tra quark e gluoni, la struttura tipo-tempo del protone, l’effetto leading nella produzione di barioni con quark della seconda e terza famiglia. Suoi i progetti di un circuito elettronico per la misura ad alta precisione (il più preciso al mondo attualmente) dei tempi di volo delle particelle subnucleari, e del Laboratorio del Gran Sasso. Ha istituito la Fondazione e Centro di Cultura Scientifica «Ettore Majorana», comprendente centodiciotto Scuole postuniversitarie in tutti i campi della ricerca scientifica moderna, che distribuisce anche borse di studio a studenti meritevoli. È stato presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per 5 anni consecutivi e dal 1986 è presidente del World Lab, un’associazione che sostiene progetti scientifici in paesi del terzo mondo. Attualmente è docente emerito di Fisica superiore all’Università di Bologna. Gli è stato dedicato un asteroide, 3951 Zichichi.

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La scienza assolve Radio Vaticana, ma gli atei non ci stanno

Secondo una perizia del tribunale ci sarebbe un nesso tra l’emittente cattolica e l’insorgenza di tumori e leucemie nella popolazione locale. Ma non ci sono prove che queste onde elettromagnetiche siano nocive. Le conclusioni della perizia sono però in contraddizione con le evidenze scientifiche. Lo dichiara il magazine scientifico Oggi scienza. Paolo Vecchia, presidente della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti, l’organismo più autorevole in materia ha dichiarato: «Non c’è prova che questo tipo di campi elettromagnetici abbia effetti sulla salute. Centinaia di studi, analisi epidemiologiche, ricerche su modelli animali e ricerche sugli effetti cellulari delle onde elettromagnetiche, sono coerenti in questo senso. Coerenti e confortanti». Prende le distanze dalla perizia anche Andrea Pession, il maggior esperto italiano di leucemia infantile: «La causa dei tumori è nel patrimonio genetico. Sono la conseguenza di una serie di mutazioni che vanno accumulandosi nel tempo, iniziano prima della nascita e poi si aggravano. Non è dimostrato il legame con le onde elettromagnetiche». Paolo Vecchia fa notare che «una perizia è una perizia, non uno studio scientifico pubblicato su una rivista peer-reviewed. Inoltre, a ben vedere, quello che la perizia ha stabilito è un po’ diverso da come sembra. Il perito ha preso in considerazione la popolazione locale e ha stabilito che alcune patologie si sono verificate con maggior frequenza tra chi abitava nel raggio di 6-12 chilometri da Radio Vaticana rispetto al resto dei residenti. Come mai il rischio tra 6 e 12 chilometri è maggiore rispetto a chi vive proprio sotto la sorgente, tra 0 e 6 chilometri? Il dato non si spiega». L’esperto poi rileva una serie di vizi ed errori metodologici nella perizia. Ma dopo più di 50 anni di dimostrazioni in questo senso i razionalisti anticlericali fantaecologici non sembrano proprio volersi arrendere alla scienza e alla fede. Intanto gli abitanti dell’area in cui sono presenti le antenne, fomentati e ingannati dagli ateoecologisti, hanno scelto di scrivere una bellissima lettera piena di devozione paterna a Benedetto XVI (leggi la lettera).

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Il regime ateo di Pyongyan umilia i giocatori della Nazionale

Ma come mai certe cose accadono solo in Corea del Nord e Cina? Cos’hanno in comune questi due Stati a livello politico? Forse che entrambi sono guidati dal partito comunista-marxista.? Ma lo sono anche altri, Cuba ad esempio… Cos’hanno allora di realmente caratterizzante rispetto a tutto il mondo? Il fatto è che entrambi hanno imposto ancora al loro interno l’ateismo governativo (vedi Wikienglish poiché in Wikitalia è stato eliminato prontamente il riferimento). Questa è la vera ideologia alla base di questi e solo questi due Paesi. Il quotidiano Repubblica informa che il governo coreano ha torturato psicologicamente i giocatori della nazionale di calcio reduci dal Mondiale. Li ha messi fermi in piedi per sei ore su un palco allestito al Palazzo della Cultura popolare. Davanti a loro quattrocento persone li hanno insultati rinfacciando le debacle sudafricana. Gli unici a salvarsi Jong Tae-se e An Yong-hak, rientrati direttamente in Giappone. Ancora peggio per l’allenatore Kim Jong-Hun, mandato a lavorare in un cantiere edile della capitale Pyongyang. Il quotidiano di sinistra continua: «Tornando all’oscura Nord Corea, eloquente il motivo della punizione. Aver tradito la fiducia del ‘Caro leader’ Kim Jong-Il [figlio del terribile dittatore ateo Kim Il-sung, orgogliosamente inserito nel sito degli “atei celebri“]. Non si rilassa con il calcio, ma nemmeno con l’atomica viste la continue sfide portate alla comunità internazionale. E l’epilogo del Mondiale è stato in linea con gli inizi. Già in partenza infatti tirava una brutta aria: i giocatori non potevano rilasciare interviste, allenamenti blindati almeno fino alla notizia sulla presunta fuga di quattro giocatori». Ma non è la prima volta. Nel 1966 dopo che gli asiatici arrivarono ai quarti, i giocatori osarono festeggiare andando in un locale, alla maniera occidentale, ed al ritorno il ‘premio’ fu una deportazione nei campi di lavoro per curare l’atteggiamento da ‘borghesi decadenti’. Si salvò solo l’autore del gol, Pak Do Ik, rimasto in albergo per un attacco di gastrite. Repubblica chiosa: «Per la cronaca Kim Jong-Il non è responsabile dei fatti del ’66, all’epoca era poco più di un bambino. I provvedimenti li prese Kim Il-Sung, suo padre. E’ proprio il caso di dirlo, buon sangue non mente».

L’articolo è inserito nel Dossier creato appositamente dall’inizio dei mondiali inititolato: Occhio alla Corea del Nord, unica nazionale ateo-comunista del Mondiale.

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La visita del Papa in Inghilterra? Costerà la metà di una giornata del G8

Lord Christopher Patten, incaricato dal Primo Ministro britannico del viaggio di Benedetto XVI in Gran Bretagna, dal 16 al 19 settembre, è convinto che questa visita sarà “un successo incredibile” e che gli stessi che hanno criticato il viaggio all’inizio si sorprenderanno scoprendone l’importanza.

Intervistato da Zenit.it, Lord Patten ha riconosciuto che la preparazione della visita del Papa è stata più complessa di quello che pensava all’inizio, soprattutto perché gli organizzatori hanno sottovalutato la difficoltà di “far combaciare gli aspetti tipici di una visita di Stato e quelli relativi ad una visita pastorale”.

L’organizzatore ha anche dichiarato che l’avversione di una minoranza verso la Chiesa cattolica è spiegabile per «l’importanza preminente della Chiesa cattolica, della sua longevità e della sicurezza con cui essa asserisce alcune verità fondamentali». I costi della visita del Papa dovrebbero essere tra i 10 e i 12 milioni, ma il vertice del G8 dello scorso anno, durato un giorno soltanto, è costato tra i 19 e i 20 milioni. Il costo elevato per la preparazione è un buon segno indicativo della quantità di partecipanti attesi.

La redazione

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Il matematico Quarteroni: «l’Universo è controllato da un grande Regolarizzatore»

L’America’s Cup del 2003 e del 2007 è stata vinta dallo scafo di Alinghi grazie al matematico Alfio Quarteroni, che lo ha realizzato conducendo il progetto fluidinamico. Il suo campo di indagine è l’applicazione a eventi reali delle equazioni matematiche, insegna Analisi numerica presso il Politecnico di Milano e l’École Polytechnique Federale de Lausanne (EPFL). È membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e ha ricevuto numerosi premi da varie associazioni internazionali di matematica (SIAM, ICIAM) e centri di ricerca (NASA, ICASE). Ha ricoperto importanti incarichi presso il CRS4 di Cagliari e ha insegnato all’Università Cattolica di Brescia e all’Università del Minnesota. Autore di circa duecento pubblicazioni su riviste internazionali, è stato uno dei pochi matematici italiani ad aver partecipato in qualità di relatore a un International Congress of Mathematicians.

Intervistato dall’Osservatore Romano ha dichiarato: «Galileo, come Keplero, Newton e Cartesio, furono sostenitori dell’idea che il mondo fisico fosse stato dotato da Dio di una struttura matematica. Per chi ha fede il Dio creatore non può esimersi dall’essere anche un matematico. Il più grande di tutti, naturalmente. Perché ha risolto il più complesso problema inverso che mai sia stato posto: determinare le condizioni iniziali giuste (al tempo zero, quello della creazione) affinché il sistema dinamico dell’evoluzione dell’universo arrivasse a oggi a possedere questa meravigliosa grandezza».

E lui, che opinione scientifica si è fatto di Dio?
«Non sono mai riuscito a farmi “una ragione” incontrovertibile dell’esistenza di Dio. Tuttavia io Dio lo “sento”, non solo perché il sistema dinamico dell’universo non degenera nonostante le sue innumerevoli componenti siano talmente non lineari dal doversi ineluttabilmente piegare (sui tempi lunghi) a instabilità e degenerazioni irreversibili, se seguissero solo le leggi della matematica e della fisica, e non fossero invece controllate a distanza da un “grande Regolarizzatore”».

Grande Regolarizzatore o Spirito immensamente superiore, come lo chiamava Albert Einstein («chiunque sia veramente impegnato nel lavoro scientifico si convince che le leggi della natura manifestano l’esistenza di uno Spirito immensamente superiore a quello dell’uomo, e di fronte al quale noi, con le nostre modeste facoltà, dobbiamo essere umili» (H. Dukas and B. Hoffmann Albert Einstein: the Humane side, Princeton 1989, p. 32), insomma l’universo appare progettato da una mente matematico-razionale e non certo basato sul caos o sulla casualità cosmica, come qualche militante scientista vorrebbe far credere. Un importante matematico della Normale di Pisa, Antonio Ambrosetti (autore di La matematica e l’esistenza di Dio, Lindau 2009) ebbe a dire: «Negli ultimi anni in televisione è stato dato troppo spazio a personaggi come Odifreddi che hanno portato avanti la tesi dell’incompatibiltà tra fede e scienza con argomentazioni logico-filosofiche che, comunque, hanno poco a che fare con la matematica. Diceva Ennio De Giorgi: “All’inizio e alla fine, abbiamo il mistero. La matematica ci avvicina al mistero, ma nel mistero non riesce a penetrare”. La matematica mi fa intuire la presenza di Dio» (da Avvenire 11/12/08).

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