Stampa internazionale: nel Regno Unito successo del Papa

Il Santo Padre si è congedato all’aereoporto dicendo al popolo inglese: «Grazie per il calore della vostra accoglienza e per l’ospitalità che ho potuto gustare». E’ stato proprio così, alla faccia delle previsioni statistico scientifiche del leader internazionale dell’ateismo, Richard Dawkins, il quale dovra’ nuovamente dire “Ho fallito”, cosi’ come disse a Il Corriere della Sera, quando si ritiro’ in pensione. Noi lo avevamo annunciato settimane prima, ma comunque ecco un veloce passaggio sui maggiori media internazionali per capire le reazioni dopo la visita del Santo Padre in Gran Bretagna.

Il New York Times, affida l’editoriale all’avvenimento, intitolando: “Il Papa e le folle”. «Nel complesso, la visita di Papa Benedetto XVI in Gran Bretagna durante il fine settimana deve essere stata una delusione per i detrattori. Nonostante le loro enfatizzate promesse, Richard Dawkins e Christopher Hitchens non sono riusciti a sbattere il papa in prigione. Le proteste contro la sua presenza si sono rivelate un evento collaterale piuttosto che l’evento principale. Non c’è dubbio che la maggior parte della Gran Bretagna non crede esattamente ciò che crede e insegna Benedetto, ma la gente era lì per mostrare il loro rispetto per il pontefice, per il suo ufficio, e per il ruolo di sostegno che ha svolto il cattolicesimo per 2000 anni».

Il Daily Mail ha scritto:«Il Papa ha fatto ritorno a casa dopo una trionfante visita di quattro giorni. La popolarità della sua visita ha confuso gli avversari che avevno predetto un’attenzione scarsa e parchi vuoti. Invece i discorsi e le omelie di Benedetto sembrano aver messo in ombra il punto di vista dei manifestanti, guidati da Stephen Fry e l’attivista per i diritti gay Peter Tatchell».

L’agenzia di stampa AGI, titola: «Papa: GB, per stampa visita di Benedetto XVI è stata miracolo. La nota riferisce che «il quotidiano laico Guardian ha utilizzato la parola “miracolo” per spiegare l’imprevedibile successo di Benedetto XVI in Gran Bretagna e il primate scozzese Keith O’Brien ha evocato un “Benedict bounce”, cioe’ un “effetto Benedetto” capace di aprire “una nuova era del cattolicesimo del Regno Unito”. Le grandi folle incontrate in questi quattro giorni (circa 600 mila fedeli) e le parole che il Papa ha potuto ascoltare nei diversi incontri, hanno fatto emergere “quanto fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesu’ Cristo”. Certamente sono state smentite quelle dei “profeti di sventura” criticati in questi giorni dall’Osservatore Romano».

Il Telegraph, che tanto aveva criticato la visita, oggi scrive: «Benedetto in Gran Bretagna: trionfo personale per il Papa, umiliazione per i fanatici secolare: Benedetto non è più un estraneo al popolo britannico. La bravata della protesta antipapa è stata un fallimento. Papa Benedetto ha lasciato l’Oscott College facendosi fotografare con gli agenti di polizia. Nessuno di loro ha tentato di arrestarlo. Il piano di Dawkins e Hitchens era solo pubblicitario per se stessi e basato su notizie false e fraintendimenti sul coinvolgimento del Papa nello scandalo pedofilia. Sorprendentemente il successo della visita di Benedetto ha avuto un effetto anche tra le file dei suoi avversari ideologici. Molti liberali si sono silenziosamente distanziati dai “cristianofobici”. La verità è che dopo mesi di retorica sempre più acuta da parte di Dawkins, Hitchens e Hari, il movimento anti-Papa non ha portato a nulla». In un altro articolo Peter Stanford ribadisce il concetto: «la storica visita di Benedetto XVI per la Gran Bretagna è stato un successo clamoroso, e potrebbero essere cambiati gli atteggiamenti verso il ruolo della religione nella vita moderna».

Aljazeera scrive: «Benedetto XVI conclude una visita di Stato di quattro giorni salutata come successo nonostante le polemiche sugli scandali di abusi sessuali».

Il Daily Telegraph scrive nell’editoriale: «Accade qualcosa di inaspettato, l’opinione pubblica britannica ascolta con curiosità e genuino rispetto il Papa. Cattolici e non cattolici riconoscono che il ledaer spirituale più influente al mondo è qui per consegnare un messaggio non solo al Regno Unito ma anche a una platea internazionale. Le sue opinioni (…), contrariamente alle previsioni di molti commentatori, non cadono nel vuoto».

Il Corriere della Sera dà spazio alle parole del premier David Cameron che rassicura il Santo Padre sulla non decadenza della Gran Bretagna nella secolarizzazione e nel laicismo. Inoltre Fabio Cavalera, corrispondente da Londa, nel suo articolo scrive: «Preceduta da una campagna mediatica molto critica, la visita di Benedetto XVI si sta rivelando un successo di folla e di giovani che lo acclamano ma anche “politico”. Più significative sono state le scuse (vere) per il vergognoso scandalo degli abusi sessuali compiuti sui minori dai sacerdoti. Persino i leader della associazioni antipapiste hanno dovuto riconoscere che Benedetto XVI ha regalato parole “forti”». E ancora: «Il viaggio a Londra, comunque la si pensi sulla fede, si è rivelato il contrario che il fallimento pronosticato troppo in fretta dai molti giornali inglesi. Il pregiudizio spesso fa perdere la bussola alla stampa che fatica a cogliere i pensieri e i sentimenti della gente comune».

Clifford Longley, consulente del settimanale cattolico “Tablet” e ospite regolare dei programmi della BBC, commenta all’agenzia SIR: «E’ stato un grande successo, molto di più di quanto chiunque potesse immaginare. Alla vigilia tutti erano molto preoccupati e ansiosi, ma la visita è che è andata benissimo. Il Papa è stato ricevuto con grande calore e, per questo risultato positivo, bisogna congratulare chiunque e’ stato coinvolto nella preparazione di questo viaggio e l’ufficio stampa della Chiesa cattolica».

Su La Stampa, Marco Bardazzi scrive: «Ormai non ci sono più dubbi: questo è un Papa che spiazza i media planetari. Il successo della visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna in fondo non era difficile da prevedere. Se c’è un paese che ha tutte le caratteristiche per restare colpito dal messaggio del Papa su relativismo e limiti del post-modernismo, quello è proprio il Regno Unito. I britannici, anche quelli critici con il papato, hanno accolto con grande interesse (come ha spiegato il Telegraph) un personaggio che è risultato avere cose interessanti da dire alla loro società. Niente di nuovo: era accaduta esattamente la stessa cosa con il viaggio del Papa nel 2008 negli Usa, e qualcosa di simile con la sua visita in Turchia». Rusconi nell’editoriale commenta: «Se il successo mediatico è un criterio per giudicare la visita del Papa in Inghilterra, allora questa sembra aver raggiunto il suo obiettivo».

The Observer, quotidiano inglese di sinistra, ha scelto di presentare un giubilante Benedetto XVI al centro della pagina, relegando in un angolo le informazioni sulle proteste.

Repubblica si lascia andare e ammette: «Ad attenderlo nel Cofton Park c’erano 70mila fedeli, più di quanti ne fossero previsti, in una giornata bagnata da una leggera pioggia». Poi riporta un’osservazione del Primo Ministro, David Cameron, il quale «respinge la tesi espressa da Benedetto XVI secondo cui la società britannica rischia di cadere vittima di “aggressive forme di secolarizzazione”. La fede fa parte del tessuto del nostro Paese, parte vitale del nostro dialogo nazionale e di questo siamo orgogliosi». Il discorso del premier è stato definito dai collaboratori di Cameron come uno dei più importanti da quando il leader conservatore è a Downing Street. Repubblica ha anche dato spazio alla conversione al cattolicesimo dell’ex premier Tony Blair.

The National Post esce con un editoriale intitolato: «La Gran Bretagna lascia spazio a Benedetto XVI», dove si sottolinea che: «e’ stata una visita di successo, una sorpresa dopo mesi di critiche ostili. La timidezza gentile di Benedetto e le sue buone maniere lo hanno reso caro al popolo britannico. Le generose parole del Primo Ministro hanno sottolineato che la visita si rivela un successo. Quello che ha avuto luogo qui è stato non dissimile da qel che avvenne in Turchia, Francia, Australia e Spagna. Il Papa supera sempre le aspettative».

Avvenire sottolinea che «il premier David Cameron ha parlato di “visita storica” e di “quattro giorni incredibilmente commoventi”, mentre il quotidiano laico Guardian ha utilizzato la parola “miracolo” per spiegare l’imprevedibile successo di Benedetto XVI in Gran Bretagna. Il primate scozzese Keith ÒBrien ha evocato un “Benedict bounce”, cioè un “effetto Benedetto” capace di aprire “una nuova era del cattolicesimo del Regno Unito”. Le grandi folle incontrate in questi quattro giorni (circa 600 mila fedeli) e le parole che il Papa ha potuto ascoltare nei diversi incontri, hanno fatto emergere “quanto fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo».

Il Sussidiario intervista il vaticanista Sandro Magister, che dichiara: «Registro una reazione al tempo stesso stupita e positiva in gran parte dei media inglesi. Gli stessi organi di stampa che per mesi avevano preparato questo viaggio con accentuazioni polemiche molto forti, hanno poi realisticamente dovuto notare che le loro previsioni sono state in qualche modo rovesciate da quello che Benedetto XVI ha detto e fatto concretamente in questo pochi giorni». Il vaticanista che ha seguito il Santo Padre continua: «La rottura, avvenuta secoli fa, è stata in qualche modo «risanata». Da qui in poi sono soltanto le idee che contano, non ci sono più ostacoli storici o istituzionali che blocchino un dialogo fecondo tra la Chiesa di Roma e la società inglese. Il tutto davanti ad un consesso di altissimo livello di politici, economisti, religiosi e uomini di cultura, in un luogo altamente simbolico per la cultura e la storia britanniche».

Il corrispondente de La Vie, quotidiano francesce annotava ieri: «C’è un clima di gioia irresistibile sulle migliaia di volti. Qualcosa che non avevo mai provato. Questo grande raduno è una sorta di vittoria sulla sistematica campagna di diffamazione che il cattolicesimo ha subito negli ultimi mesi. Ed è così che un papa vecchio arriva a far si che oltre 80.000 persone si inginocchino in silenzio, immerse nella preghiera e nella contemplazione».

Il Giornale pubblica un articolo: «Dieci giorni fa, il Giornale aveva azzardato un pronostico: la visita sarebbe stata un successo e la presenza di Benedetto XVI, prima con la sua umiltà e poi con le sue parole, avrebbe sciolto molte delle nubi – spesso «virtuali» – che si addensavano all’orizzonte. Proprio come era accaduto per altri viaggi considerati «difficili» nel cuore dell’Europa secolarizzata, come in Francia e nella Repubblica Ceca, o in Paesi come la Turchia, l’effetto Ratzinger si è puntualmente verificato».

The Sunday Times afferma: «Il Papa è stato etichettato come un demone e un martello dei gay, ma la Gran Bretagna ha rapidamente imparato ad amare il Papa»

La Bbc lascia spazio ai giovani che hanno incontrato il Santo Padre. Intervista il portavoce dei giovani cattolici inglesi che ha avuto uno scambio di parole con Benedetto XVI, che definisce l’evento come «magico ed indimenticabile». In un altro articolo si sottolinea come «i suoi discorsi sono stati trasmessi in diretta in TV. Un papa che era stato precedentemente considerato come una persona piuttosto fredda, professorale, distaccato e autoritario, e’ improvvisamente stato percepito come una persona gentile e uan dolce figura di nonno da parte del popolo inglese».

Il Foglio intitola: “Così B-XVI ha conquistato il Regno Unito”. Nell’articolo c’è scritto: «Segnato da iniziale scetticismo da parte dell’opinione pubblica inglese, il viaggio del Papa si è trasformato in un successo che gli stessi media inglesi hanno riconosciuto. Ai vari incontri si è presentata più gente del previsto (impressionante il fiume umano di fedeli e non arrivati ad Hyde Park sabato pomeriggio) e gli stessi anglicani sono rimasti colpiti dalle parole del Papa».

Il Tempo: «Un successo. Il viaggio del Papa nel Regno Unito è stato un successo. È impressionante la folla accalcatasi a Cofton Park per la Messa di beatificazione del Card. John Henry Newman. Un popolo. Solo la fede genera un popolo».


In questo video Benedetto XVI sorprende tutti e si affaccia sul sagrato della Cattedrale per dare un saluto alle migliaia di giovani che lo hanno seguito per tutto il percorso.

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Il leader inglese anti-ratzinger è un omosessuale difensore del sesso con i minori

Il fratello di uno degli atei più famosi al mondo, Cristopher Hitchens, è un noto giornalista ed editorialista. Ha da poco scritto un libro in cui racconta il suo abbandono dell’ateismo per il cristianesimo. In questi giorni ha pubblicato un articolo sul Mail Online rispetto alla visita del Santo Padre nel Regno Unito. Egli riporta che l’ateo più infervorato contro la visita del Santo Padre, l’attivista omosessuale Peter Tatchell, vuole accusare il Papa di crimini contro l’umanità per “coperture ed occultamento della pedoflia”. Peccato che proprio questo finto paladino dell’infanzia si è distinto più volte per aver difeso, come moltissimi altri omosessuali, il sesso tra adulti e minori.

Il 26 giugno 1997 Tatchell ha infatti scritto una lettera sorprendente al quotidiano Guardian contro la censura del libro “Boy-Love”, in cui si promuove l’atto sessuale fra adulti e minori. Egli ha dichiarato che gli argomenti del libro non erano scioccanti, ma “coraggiosi” e che “il libro documenta esempi di società in cui il sesso consenziente tra le generazioni è considerato normale”. E ancora: «tutti i ragazzi della Nuova Guinea hanno rapporti sessuali con anziani guerrieri come parte della loro iniziazione alla virilità. Molti dei miei amici – gay ed etero, uomini e donne – hanno fatto sesso con adulti in età compresa tra i 9 e i anni 13. Nessuno di loro si è sentito abusato. Tutti hanno detto che è stata una loro scelta consapevole che gli ha dato una grande gioia. La società deve riconoscere che non tutto il sesso che coinvolge i bambini è indesiderati, abusivo e nocivo».

Anche il blog italiano Fides Et Forma ha raccolto altri documenti.

Nel 2002 ad esempio, Tatchell ha scritto un altro articolo intitolato The ABC of Sexual Health and Happiness. Egli scrive: «L’educazione sessuale ha l’obbligo di fornire tutti i fatti e dire tutta la verità su ogni tipo di sesso e di relazione. Ciò include anche pratiche che qualcuno potrà trovare disgustose, come la sodomia o il sadomasochismo, e comportamenti nocivi come il sesso non protetto e l’abuso di bambini. Nulla dev’essere fuori dai limiti. Alcune pratiche potranno sembrare strane ad alcuni. Ma la differenza è il sale della vita. L’incubo sessuale di qualcuno può essere il nirvana sessuale di qualcun altro. Premettendo che il comportamento dev’essere consensuale, che nessuno sia offeso e che il piacere sia reciproco, le scuole dovrebbero adottare una attitudine a non giudicare e del ‘vivi e lascia vivere’».

In un altro articolo del 1999 intitolato Sex education is the best protection, egli scrive: «Fissare il consenso a 16 anni costituisce una curiosa contraddizione. Mentre si proteggono giovani minorenni, li si criminalizza allo stesso tempo. Ciò rinforza l’idea che non abbiano diritti sessuali. Considerato incapace di consentire al sesso, un’attività sessuale che coinvolge un minore di 16 anni – anche se è consenziente ed entrambi i partner sono della stessa età – è categorizzato come un “abuso”. Negare una scelta sessuale ai minori di 16 anni e parificare il sesso consensuale ad una violenza toglie potere ai teenagers. Gli toglie il diritto a prendere decisioni che riguardano i loro corpi. Ciò gioca a favore di adulti che vogliano abusare di loro».

Mentre di fianco a sè ha il povero zoologo pensionato, già definito da più quotidiani un “pazzo” (vedi Mail Online), un “integralista”, perfino “un frustrato” ecc.., Richard Dawkins, lui gioca a fare il promotore dei diritti per l’infanzia e nel frattempo propaganda una pseudo morale sessuale (nel suo articolo la definisce proprio così) in base alla quale qualsiasi comportamento sessuale tra adulti e minori, purché basato sul mutuo consenso, è da ritenersi accettabile e addirittura dovrebbe essere insegnato ai giovanissimi nel corso di apposite lezioni scolastiche. Come afferma Lucetta Scaraffia nel bellissimo articolo su Il Riformista, «è il sesso l’ossessione dei critici di Benedetto XVI. Al pacato ma fermo atteggiamento del Papa sulla morale sessuale, i critici britannici hanno da contrapporre solo una società disintegrata. Hitchens dice che almeno Tatchell “è abbastanza onesto da discutere apertamente della direzione verso cui la rivoluzione sessuale sta puntando”. Non c’è da stupirsi allora che “quando uno dei pochi uomini del pianeta che reclama con forza, coerenza e ragione un criterio assoluto di bontà, arriva in questo Paese, viene insultato in nome dell’opinione più voga in quel momento”»

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Regno Unito: inedita e lunghissima diretta dei media su Benedetto XVI

Continua ad arricchirsi di video il nostro dossier sul viaggio storico di Benedetto XVI nel Regno Unito. Lo potete trovare qui.

Dopo aver dato ampio spazio alle critiche nei giorni scorsi, i media britannici, dal momento in cui il Pontefice ha sceso la scaletta del volo Alitalia per essere accolto dal principe Consorte, l’89enne Filippo, Duca d’Edimburgo, hanno dato avvio a lunghissime dirette (cosa totalmente inedita per la TV inglese). La continua ed eccellente diretta della Bbc ad esempio ha fatto capire che la visita avrà un esito totalmente diverso da quello previsto dalle sette ateo-fanatiche razionalistiche.

Il corrispondente inglese de Il Foglio, William Ward, parla di «morbidi e rispettosi toni del gallese Huw Edwards, il principale anchorman di Bbc1 News, ha commentato l’evento, con la tipica puntualità riservata per i grandi servizi in esterno del broadcaster di stato. Un segnale che la permanenza del Pontefice sul suolo britannico è destinata a risolversi in un successo. Fra la lunghissima telecronaca della mattina, seguendo i passi del Papa dal momento dell’atterraggio all’incontro assai affabile con la regina Elisabetta, alla passeggiata tradizionale lungo il bellissimo Royal Mile, la via princiaple del centro storico di Edimburgo, e filo alla messa nel parco di Bellahouston a Glasgow ieri sera, si è trattato della copertura televisiva più lunga e più intensa dai tempi dei funerali della principessa Diana nel settembre del 1997».
I media britannici hanno anche ineditamente dato totalmente spazio alle voci della regina e del suo ospite, rovesciando il protocollo tipico che prevede la cronaca del giornalista. Ward commenta: «Quasi un miracolo insomma, come la consueta spocchia della Bbc si sia sciolta davanti alla naturalezza e gentilezza dell’illustre ospite, alla sua disarmante umiltà davanti a un paese forse preventivamente ostile». Rispetto alle polemiche invece, «ieri sono state pochissime. Mentre la messa serale all’aria aperta al Bellahouston Park a Glasgow ha avuto una partecipazione trionfale. Il leone liberal della Bbc si è disteso accanto all’agnello».


Diamo un’occhiata a cosa dicono i quotidiani inglesi e scozzesi (da Asca.it)
Times: “Il Papa abbraccia Londra”. Cosi’ titola il Times questa stamattina.

Daily Mirror: il quotidiano di sinistra mette l’accento sull’accoglienza riservata al Papa dai fedeli: «Lo accolgono in più di 200 mila a Glasgow e Edimburgo mentre il papa accusa gli atei di estremismo».

Indipendent: entusiasta per l’arrivo di Benedetto XVI, parla di visita come «occasione storica», e l’incontro con l’arcivescovo di Canterbury è «una dimostrazione di unita’ delle due chiese».

The Guardian, più scettico, si concentra sul discorso «più apertamente politico» che il Papa terà oggi, «mentre continuano le proteste».

Daily record, il giornale scozzese ammette che Benedetto XVI, «dopo sole 10 ore, ha già toccato il cuore della nazione».

The Scotsman, mette in risalto la «feroce critica del Papa al mondo laico», che ha attaccato «l’ateismo aggressivo, invitando i Cattolici ‘a respingere una vita brillante ma superficiale offerta dalla società moderna».

Express, sottolinea l’elogio del papa «alla tolleranza della Gran Bretagna» e alla sua ferma presa di posizione contro il nazismo.

Glaswegion, ha intervistato molti cattolici accorsi, rilevando che «alcuni hanno attraversato l’intera Scozia per poter essere presenti».

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Regno Unito: ecco il primo ateo convertito grazie alla visita di Benedetto XVI

Oggi ci dedicheremo alla visita del Santo Padre nel Regno Unito. L’avvenimento può essere seguito sul dossier che abbiamo creato in home-page: Tutte le novità e i video del viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito.

Mentre i quotidiani laici danno ampio spazio alle misurate polemiche -alimentate e gonfiate da atei e omosessuali militanti- contro la visita del Santo Padre nel Regno Unito, il DailyMail esce con un articolo intitolato La sinistra sta usando la visita del Papa per attaccare una Chiesa che mi dà forza, scritto dal primo ateo, convertito durante (addirittura prima) questa visita storica. Cambio di rotta avvenuta anche proprio come reazione alle incandescenze di questi sciocchi ateo-invasati. Si tratta del giornalista Leo McKinstry, il quale racconta di aver iniziato un percorso di conversione quest’estate in vacanza a Venezia: «Non mi aspettavo di essere preso da un tale sentimento, dopo aver lottato per anni contro il concetto stesso di fede. Ma con mia moglie a Venezia, città la cui ricchezza estetica è l’emblema della civiltà cristiana, improvvisamente ho avuto una comprensione del significato dell’esperienza religiosa. Tornato a casa mi sono interessato della Chiesa cattolica. Ho iniziato a partecipare alla Messa regolarmente. E ora, mentre Papa Benedetto XVI si prepara a fare la sua controversa visita di stato in Gran Bretagna, io sono pronto ad avviarmi alla fase successiva, convertendomi completamente al cattolicesimo».

Il giornalista continua parlando delle proteste e degli argomenti dei nuovi atei. E poi conclude: «io sono attratto da cattolicesimo proprio perché è un baluardo in difesa della civiltà cristiana contro la distruttiva sfida laicista. E’ il cristianesimo che ci ha dato il codice morale che ha costruito le nostre grandi società. Soccombere ad un’agenda progressista sarebbe solo arrendersi al declino».

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I secolaristi inglesi si dissociano dalle proteste contro la visita del Papa

Oggi ci dedicheremo alla visita del Santo Padre nel Regno Unito. L’avvenimento può essere seguito sul dossier che abbiamo creato in home-page: Tutte le novità e i video del viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito.

Scissione interna fra le confraternite ateistiche inglesi. Il Digital Journal informa che i “New Atheist” del Regno Unito sono stati accusati di condurre una “atea caccia alle streghe” contro la visita che Benedetto XVI farà alla comunità inglese. Il rimprovero è venuto da Claire Fox, l’atea marxista direttrice e fondatrice del think tank britannico Institute of Ideas, ed ex membro del Partito comunista rivoluzionario (insomma un bel tipino tutto pane e ideologia). Ms. Fox ha accusato gli attivisti anti-visita di creare un clima isterico, ripetendo continuamente gli stessi argomenti. Invece, secondo la Fox, «i secolaristi dovrebbe cogliere l’opportunità per ricordare a se stessi i valori illuministi che ci sostengono, come la tolleranza, libertà di pensiero e di coscienza e l’essere umano come un soggetto razionale, piuttosto che concentrarsi sull’odio verso la chiesa, estendendolo ai cattolici». Condividiamo la critica ma sorridiamo sul fatto che Ms. Fox ritenga realmente che questi siano i valori dell’illuminismo (e non evangelici), anche perché nessuno riesce a ricordarsi quando questa curiosa corrente filosofica abbia mai dato alcuna prova di tolleranza e libertà di coscienza (i francesi forse ne sanno qualcosina…)

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Inglesi non scommettono sull’accoglienza al Papa: «sarà di certo una folla enorme»

Oggi ci dedicheremo alla visita del Santo Padre nel Regno Unito. L’avvenimento può essere seguito sul dossier che abbiamo creato in home-page: Tutte le novità e i video del viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito.

Avvenire ha riportato una curiosa notizia. Si sa che gli inglesi scommettono su qualsiasi cosa, dalla temperatura climatica al decesso della suocera. rivela che i bookmaker hanno accettato puntate anche sul fatto che il Papa possa essere sorpreso in un pub a ordinare una birra (beve solo aranciata…). Sorprendentemente però non si accettano però scommesse su quante persone, alla fine, faranno a gara per vederlo anche solo passare. Il motivo? «It will be terribly crowded for sure», rispondono. Cioè: «Sarà sicuramente una folla enorme». Se lo dicono loro, che avevano dato per certa l’elezione del cardinal Ratzinger a Papa dal giorno numero 1 di sede vacante, c’è da crederci.



Cosa dice la stampa inglese (dall’Agenzia SIR):

“Daily Telegraph”: questa mattina è apparso con un articolo di prima pagina e un editoriale.

“Times”: oltre a un articolo, il maggior quotidiano inglese è uscito con un supplemento di sedici pagine con un lungo articolo del giornalista Edward Stourton, che paragona Benedetto XVI al Cardinale Henry Newman.

Anche “Independent” e “Guardian”, gli altri due più importanti quotidiani, dedicano spazio alla visita del Santo Padre.

Il “Telegraph”, ha dedicato un editoriale intitolato: “Un benvenuto caloroso in Gran Bretagna per il Papa”. Nell’articolo si ricorda che alla Regina spetta il compito di accogliere il Papa questa mattina nel palazzo di Holyrood a Edimburgo e ricorda come “Fu la sovrana la prima monarca inglese ad andare in Vaticano nel 1980” e sempre lei ad invitare Giovanni Paolo II nel 1982. Lo stesso quotidiano da spazio, in prima pagina, alle dichiarazioni di un ministro del governo conservatore, di religione musulmana, la baronessa Warsi che ha detto che il nuovo governo comprende la fede e vuole che i gruppi religiosi abbiano un ruolo più preminente nella società britannica.
Proteste? Ecco due immagini riassuntive…

◄Accoglienza:

Proteste▼

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    Origine dell’universo: nuova serie di documentari in risposta ad Hawking

    In risposta alle dichiarazioni filosofiche di Stephen Hawking circa un universo autocreatosi dal nulla, è uscita in Spagna una serie audiovisiva di documentari intitolata: “L’Origine dell’Uomo”. L’intento è di indagare sullo sviluppo dell’universo, dal Big Bang ai primati, dagli ominidi e al trionfo dell'”Homo Sapiens, e risponde alle domande: “Com’è nato l’universo? Siamo nati per caso? C’è stata un’intelligenza che ha guidato l’evoluzione?”. La casa produttrice, Goya Producciones, afferma: «La serie metterà anche a nudo lo sfruttamento ideologico della scienza, e in particolare del darwinismo. Darwin è stato manipolato a favore del razzismo, sia da parte del marxismo che nella Germania nazista e negli Stati Uniti. La Chiesa cattolica, dal canto suo, non ha condannato Darwin. L’evoluzione potrebbe essere avvenuta all’interno della creazione». La notizia è riporta da Zenit.it e da Xornal Galicia.

    Nei documentari sono anche intervenuti diversi famosi filosofi e scienziati. Fra essi molti hanno risposto a Stephen Hawking, accodandosi alle già innumerevoli critiche già ricevuto da molti suoi colleghi, riportate qui.

    Il Premio Nobel Christian De Duve ha affermato che «la teoria per cui il mondo è eterno, inventata da Fred Hoyl, ha dimostrato di essere falsa, e ha avuto ragione il suo maestro Lemaitre a scoprire la teoria del “Big Bang”, l’esplosione che ha dato origine all’universo».

    Il biologo premio Nobel Werner Arber ha affermato: «Nella Genesi, all’inizio dell’Antico Testamento, posso leggere che il mondo è stato creato in vari periodi, e per me questi vari periodi sono proprio un’evoluzione».

    Il biofisico olandese Cees Dekker: «Il metodo della scienza di per sé non è cristiano né ateo. Scienza e religione non sono in conflitto, e la scienza in sé si inserisce molto bene nella visione cristiana del mondo».

    Il filosofo della scienza, Michel Ghins, ha affermato che la teoria degli “universi multipli” sia stata ideata per sfuggire all’ipotesi che Dio ha creato il nostro mondo, ma questa «non è una via di fuga, perché si può benissimo immaginare che Dio Onnipotente abbia creato questa profusione di universi molteplici».

    Il filosofo Evandro Agazzi, ha dichiarato che il caso non spiega l’esistenza del mondo. Chi vuole spiegare tutto a partire da qualche scienza positiva «cade in un atteggiamento riduzionista antiscientifico».

    Il professore di storia della scienza moderna di Boston, Thomas Glick, crede che questi fondamentalisti del materialismo si fabbrichino una specie di religione o metafisica, «ma nessuno confonde questo con la scienza».

    Il filosofo Juan Arana, dell’Università di Siviglia, ha dichiarato: «non c’è mai stata opposizione tra fede e ragione, ma c’è stata sempre opposizione tra due ‘fedi’: la fede scientista, per così dire, e quella religiosa».



    Questo è il trailer (in spagnolo) della serie scientifica:

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    Australia: ateo fondamentalista brucia la Bibbia e il Corano

    Un professore di diritto australiano strappa pagine del Corano e della Bibbia, prima di utilizzarle come cartine per sigarette e chiedersi quali brucino meglio. E’ il contenuto di un video pubblicato su Youtube (poi censurato) poco dopo le polemiche scatenate dall’iniziativa di un pastore della Florida di dare fuoco al testo sacro dell’Islam.

    VirgilioNotizie informa che il titolo del video è “La Bibbia o il Corano, quale brucia meglio?” e il professore è Alex Stewart, esponente di un gruppo di atei integralisti australiani. Egli brandisce una copia del Corano e una della Bibbia, quindi ne strappa le pagine e le fuma. Stewart è stato convocato dal suo datore di lavoro, l’Università di tecnologia del Queensland, e sospeso. “L’ateneo è ovviamente estremamente insoddisfatto e deluso che questo genere di cose possa accadere”, ha dichiarato ai giornalisti il vice rettore.

    Sembra che il razionalista abbia preso sul serio l’empirista scozzese David Hume, leader del pensiero laico, quando scrisse: «Se ci viene nelle mani qualche volume di teologia o di metafisica scolastica, domandiamoci: contiene qualche ragionamento astratto sula quantità e sui numeri? No! Contiene qualche ragionamento sperimentale su questioni di fatto e di esistenza? No! E allora gettiamolo nel fuoco, perché non contiene che sofisticherie ed inganni» (Hume, Ricerca sull’intelletto umano, in Opere, Laterza Bari 1971, pag. 175)

    Protestanti americani, musulmani o atei, la religione cambia, quello che persiste è la presenza di pericolosi fondamentalisti.

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    Università dell’Arizona: la preghiera aiuta effettivamente la guarigione

    La stretta alleanza fra scienza e fede appare molto più evidente nelle università e sulle riviste scientifiche piuttosto che sui quotidiani di cronaca. Può la scienza occuparsi della preghiera e dei suoi effetti sull’uomo? Pare di si. E’ quanto riportano ScienceDaily e Physorg.com. Lo studio, effettuato nel 2007 dall’Arizona State University, è stato guidato da David R. Hodge.

    Egli ha condotto un’analisi completa di 17 importanti studi sugli effetti della preghiera per intercessione – cioè, la preghiera che viene offerta a vantaggio di un’altra persona -rivolta a persone con problemi psicologici o fisici. Egli ha trovato un effetto positivo. Intervistato dalla Social Work Practice, una delle più prestigiose riviste nel campo del lavoro sociale, ha dichiarato: «In questi anni ci sono stati una serie di studi sulla preghiera per intercessione. Abbiamo condotto quindi una meta-analisi su essi, prendendo in considerazione l’intero corpo della ricerca empirica. Utilizzando questa procedura abbiamo trovato che la preghiera offerta a nome di un altro, produce effettivamente risultati positivi su quest’ultimo».

    Il ricercatore ha osservato che lo studio della sua equipe è molto importante perché è un’analisi di vari documenti e non un lavoro unico (la meta-analisi è sostanzialmente un riassunto dei risultati provenienti da varie ricerche sullo stesso argomento). «Questo studio ci permette di guardare il quadro generale -ha continuato-. Attualmente è il più completo ed esaustivo studio di questo tipo su questo tema. Inoltre suggerisce che la ricerca su questo argomento è giustificata, dato che la preghiera verso persone con problemi psicologici o medici può aiutare effettivamente a farle recuperare».

    I risultati hanno avuto un’ampia diffusione e, oltre ad essere inclusi nel Social Work Practice, sono apparsi sul Journal of Social Service Research, Journal of Marital and Family Therapy, e Families in Society. Hodge ha anche scritto un libro intitolato: “Assistenza spirituale: un manuale per aiutare i professionisti”.

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    Susan Boyle: la celebrità del momento canterà per Bendetto XVI

    Attualmente una delle cantanti del Regno Unito con più successo è Susan Boyle. Di origine scozzese, è diventata famosa dopo essere apparsa nella terza serie della trasmissione televisiva inglese Britain’s Got Talent arrivando al secondo posto. Il successo internazionale è stato aiutato da Youtube, quando la sua esibizione venne vista, in poco tempo, da milioni di utenti in tutto il mondo. Anche nei giorni successivi i suoi video sono stati visti per oltre cento milioni di volte. La Sony ha deciso così di proporle un contratto, incoronandola tra le star del momento.

    Avvenire ha rivelato che Susan Boyle è una devota cattolica e sarà fra le artiste che si esibiranno per il Santo Padre durante la sua visita in Inghilterra. «Era il sogno più grande della mia vita. Non riesco quasi a esprimere la mia felicità. Senz’altro farò del mio meglio, però il 16 settembre prossimo resterà nella mia memoria comunque vada, perché ho sempre sognato di cantare per Sua Santità. Da devota cattolica che recita ogni giorno il Rosario, sarà un onore incredibile».

    La fede è sempre stata fondamentale nella sua vita, un’ancora di salvezza anche quando tutti la deridevano per il modo di cantare: «Quando a scuola non capivo più chi mi volesse bene e chi no, andavo in chiesa a pregare o mi recavo a visitare i parrocchiani malati. E’ questo che mi ha aiutato a non perdere mai la speranza e ad affrontare i periodi bui». Nel suo nuovo album, oltre alla canzone che l’ha resa celebre, I dreamed a dream, ha inserito anche Amazing grace, storico brano di fede, «per ribadire che la speranza vince ogni paura», ma anche How great thou art, «perché la spiritualità ha un grande significato per me, e poi questo inno mi ricorda quando cantavo con gli amici in chiesa». Quest’ultimo sarà anche il brano che canterà di fronte a Benedetto XVI.

    Sul suo sito internet ha scritto un messaggio al Santo Padre: «L’emozione non è cantare per Lei, ma incontrarLa e sentirLa parlare».

    In questo video Susan Boyle canta la canzone che l’ha lanciata nel mondo dello spettacolo (notare le 10.014.612 visualizzazioni…)

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