Da vescovo, cosa penso del Documento di sintesi del Sinodo
- Ultimissime
- 27 Ott 2025

Il punto di vista chiaro e deciso del vescovo mons. Antonio Suetta sul Documento finale votato dalla CEI. Testo criticato per i contenuti ambigui e il linguaggio utilizzato.
Torniamo sul controverso Documento del Sinodo di cui abbiamo parlato ieri.
Lo facciamo pubblicando integralmente la dichiarazione che S.E. mons. Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia–San Remo, ha gentilmente inviato a UCCR.

di
S.E. mons. Antonio Suetta*
*vescovo di Ventimiglia-San Remo
Il documento di sintesi del Cammino Sinodale, “Lievito di Pace e di Speranza” è stato approvato dalla terza Assemblea Sinodale delle Chiese in Italia.
Pur tenendo conto dello scalpore che ha suscitato per alcune proposizioni approvate (soprattutto circa il riconoscimento e l’accoglienza di persone omoaffettive e transgender e il supporto che sarebbe da concedere a giornate e iniziative contro l”omotrasfobia), va collocato nel suo effettivo ed oggettivo contesto.
Il Documento non è pronunciamento della CEI
Si tratta di una consultazione di fedeli (e non) promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana con uno stile sinodale.
Non è formalmente un Sinodo, né un pronunciamento della stessa CEI, nonostante nelle Assemblee che si sono succedute fossero presenti anche numerosi Vescovi.
Va anche notato che, nonostante l’intento di aprire al maggior numero possibile di persone coinvolte nel cammino sinodale, le statistiche restituiscono che, a tutti i livelli del percorso, i partecipanti rappresentano comunque una porzione minoritaria rispetto ai fedeli che sono in Italia.
Il testo approvato che ne viene fuori registra purtroppo tendenze e visioni di Chiesa e di dottrina, che, a mio parere, sono tutte da verificare e rettificare alla luce della Dottrina Cattolica, contenuta, ad esempio nel Catechismo della Chiesa Cattolica e nel Magistero costante e ininterrotto sulle tematiche oggi dibattute.
La prossima Assemblea della Conferenza Episcopale Italiana riceverà questo Documento e ne farà oggetto di riflessione, dibattito ed eventualmente di orientamenti pastorali.
Anche su questo punto è bene precisare che non è competenza delle Conferenze Episcopali intervenire sulla Dottrina se non per promuoverne sviluppi e applicazioni pastorali nel segno della fedeltà al Magistero e della comunione della fede cattolica.
Linguaggio e contenuti lontani da morale cattolica
Nel merito della questione più specifica ritengo che, a fronte della giusta esigenza di sostenere l’accompagnamento spirituale e pastorale delle persone omosessuali e delle buone intenzioni espresse in questo documento, la terminologia adottata e le soluzioni proposte siano lontane dalla giusta prospettiva ecclesiale.
Sono convinto che in un documento ecclesiastico non si debbano introdurre termini tipicamente e ideologicamente connotati come “riconoscimento” (nell’ambito specifico delle rivendicazioni dei movimenti omosessualisti e cosiddetti arcobaleno) e transgender, vocabolo di assoluto marchio ideologico per quanto riguarda la teoria del gender, che vorrebbe promuovere diritti delle persone omosessuali in ordine al Matrimonio, alla famiglia, alla procreazione e all’adozione dei figli.
Faccio notare che, dal punto di vista della morale cattolica, non si può accettare questa parola perché la dottrina cattolica non riconosce quanto la ideologia gender sostiene, cioè la possibilità di cambiamento di genere in dipendenza di un’auto percezione o di volontà a prescindere dal dato biologico della nascita. Per casi patologici conclamati si tratta piuttosto di persone disforiche.
Si accolgono le persone, non le ideologie
Affermare poi che le persone omosessuali abbiano un diritto all’intimità sessuale contraddice con quanto insegnato perennemente dal Magistero e dal Catechismo della Chiesa Cattolica.
Va da sé che tale insegnamento, proposto a tutti, vincola i fedeli, e che dunque è legittimo dialogare con ambiti della società civile per quanto concerne l’impegno politico del cristiano ed il necessario dialogo e confronto culturale, ma ciò va fatto sempre senza rinunciare o sminuire il valore della morale cattolica.
A mio avviso la debolezza e la negatività di tali passaggi nel Documento stanno nel non aver debitamente e sufficientemente distinto l’accoglienza personale pastorale e l’accompagnamento spirituale delle singole persone, anche omosessuali naturalmente, e la doverosa distanza con tutte le forme organizzate di promozione della ideologia omosessualista e gender, come efficacemente Papa Francesco evidenziava: si accolgono le persone e non le organizzazioni o le ideologie.
Mi sembra utile, per concludere, citare una chiara espressione di Papa Francesco, pronunciata il 21 marzo 2015 durante un incontro con i giovani sul lungomare Caracciolo di Napoli: “La teoria del gender è uno sbaglio della mente umana che crea tanta confusione”.










20 commenti a Da vescovo, cosa penso del Documento di sintesi del Sinodo
Grazie mons. Suetta! Le sue parole tornano a dare credibilità ai nostri Pastori in un momento in cui onestamente cadono le braccia!
Un suo chiarimento necessario per evitare confusione.
Menomale che qualche persona di buon senso faccia chiarezza invece di dire cose strampalate che creano caos. Sia lodato Gesù
Questa è una opinione di un vescovo, non è un documento ufficiale della CEI. Avrebbero dovuto dire queste cose prima e non dopo le naturali proteste. Avrebbero dovuto dire che quello svolto era un “Sinodo CinqueStelle” dove uno conta uno. Quali sono le percentuali di No dovute ai vascovi?
Premesso che il cosiddetto “Sinodo” è, come ben chiarito da S.E. mons. Suetta, solo una riunione di uomini che esprimono liberamente le loro opinioni, vorrei ricordare a tutti che “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.” e che anche se “un angelo dal cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema!”.
Riguardo poi a papa Francesco, anche se a parole affermava che “La teoria del gender è uno sbaglio della mente umana che crea tanta confusione”, nella realtà, nel nome di una falsa misericordia, non ha mai combattuto contro le illecite ed invalide benedizione dei peccati omosessuali.
Lorenzo non sei informato perfettamente su cosa ci sia dietro la storia delle benedizioni. Non guardare solo quello che accade in Italia. Ti dico solo che in Germania le benedizioni alle coppie omosessuali sono state vietate proprio grazie al documento di Papa Francesco
Ma davvero? A me risulta che in Germania (e anche altrove) le “benedizioni” di coppie omosessuali vadano e vengano a piacimento, a seconda dell’orientamento del parroco di turno, e senza alcuna opposizione della conferenza episcopale dei vescovi tedeschi. I quali, peraltro, con il loro sinodo hanno veicolato posizioni dottrinali (mascherate da pastorale) ben più indecenti del documento di cui stiamo parlando. E sui quali mi pare che la reprimenda sia stata alquanto deboluccia (tant’è che continuano a fare quel che gli pare, con somma soddisfazione dei vari padre Martin teutonici)
Sei anche tu di quelli che “hanno occhi per vedere e non vedono”?
Davvero in Italia abbiamo un vescovo così illuminato e ci teniamo come vicepresidente Monsignor Savino? Follia!!!
Mons. Savino come vicepresidente CEI Italia meridionale, parla a nome della CEI.
Questo vescovo parla a nome suo ma dice che la CEI non è responsabile. Una scelta difficile.
A S.E. Mons. Antonio Suetta, Vescovo di Ventimiglia-San Remo, e a tutti i partecipanti al dibattito ecclesiale,
Desidero esprimere il mio profondo apprezzamento per la chiarezza e la franchezza con cui Vostra Eccellenza ha espresso le Sue riserve sul Documento di sintesi del Cammino Sinodale italiano, “Lievito di pace e di speranza”. In un’epoca che rischia l’ambiguità, la presa di posizione netta è un contributo inestimabile al discernimento ecclesiale.
È in questo spirito di rispetto e di ricerca comune della verità che mi permetto di offrire alcune riflessioni, convinto che il dibattito teologico aperto sia segno di autentica vitalità e non di divisione.
1. Sul Valore del Processo Sinodale (Risposta al punto sull’autorità)
Concordo sul fatto che il documento non sia un pronunciamento dottrinale della CEI. Tuttavia, la critica sulla sua natura “minoritaria” rischia di sminuire la natura stessa del processo.
Il Cammino Sinodale è stato un tentativo di ascolto del sensus fidei del Popolo di Dio, in linea con l’insegnamento del Concilio Vaticano II (Lumen Gentium 12). Come i Sinodi dei Vescovi, anche la consultazione dei fedeli trae la sua autorità non dai numeri assoluti, ma dalla qualità del discernimento svolto in comunione con i Pastori. Il documento è, come dichiara, un punto di partenza che attende il vaglio e la decisione dell’Assemblea dei Vescovi.
2. Sul Linguaggio e il Discernimento Pastorale
Vostra Eccellenza solleva una preoccupazione fondata sull’uso di terminologie (“omoaffettivo”, “transgender”) percepite come “ideologicamente connotate”. Condivido l’esigenza di una vigilanza rigorosa contro l’ideologia gender come sistema teorico.
Ritengo però che sia necessario operare una distinzione fondamentale, cruciale per l’efficacia pastorale:
• Piano Descrittivo vs. Piano Dottrinale: L’uso di un termine come “omoaffettivo” o “transgender” sul piano descrittivo (per accogliere la persona che si auto-identifica così) non implica automaticamente l’accettazione dell’ideologia sul piano dottrinale.
• Priorità Pastorale: Come Pastori, il nostro compito è incontrare le persone lì dove sono, nel linguaggio con cui si definiscono. Il Vangelo ci insegna che l’accoglienza precede l’insegnamento. La vera debolezza del documento sta, semmai, nel non aver reso esplicita e netta questa distinzione.
3. Sul Concetto di “Riconoscimento”
La preoccupazione per il termine “riconoscimento” è comprensibile, se associato a rivendicazioni di natura giuridica o morale. Tuttavia, nel contesto del documento, esso è chiaramente riferito al riconoscimento della dignità della PERSONA (imago Dei) e della sua esperienza vissuta.
Riconoscere teologicamente significa: trattare l’altro come soggetto, non come oggetto di pastorale. Questo è il punto di partenza evangelico, necessario affinché si possa poi intraprendere un cammino di accompagnamento e discernimento nella verità.
4. Sulla Condanna della Violenza
Mi associo pienamente alla Sua affermazione: “Si accolgono le persone, non le ideologie”. Proprio per questo, la proposta del documento che la CEI sostenga iniziative contro l’omotransfobia (e ogni violenza) non può essere vista come un cedimento ideologico, ma come un imperativo evangelico.
Quando le persone subiscono violenze e discriminazioni documentate, l’assenza della Chiesa da iniziative di sensibilizzazione rischia di essere interpretata come indifferenza o, peggio, come complicità. Il Vangelo di Matteo (25,43) ci interroga duramente: “Ero perseguitato e non mi avete difeso?” Dobbiamo saper discernere lo scopo legittimo di condannare la violenza, a prescindere da chi ne sia il promotore.
5. La Questione del Magistero Vivente
Vostra Eccellenza cita giustamente Papa Francesco in condanna della teoria del gender. Tuttavia, non si può citare selettivamente il Magistero. Papa Francesco è la guida che ha aperto in modo irreversibile la strada del discernimento pastorale (Amoris Laetitia Cap. 8) e dell’accoglienza delle “periferie esistenziali”.
La Chiesa oggi è chiamata a un Magistero dinamico che, pur custodendo i principi del Catechismo, si apre al necessario sviluppo della dottrina morale (come dimostrato dalle recenti revisioni su pena di morte e guerra). Il discernimento non è relativismo, ma l’opera dello Spirito che porta alla conversione, che è frutto di relazione e non di imposizione normativa.
Conclusione: Un Appello alla Comunione
Il documento “Lievito di pace e di speranza” non è perfetto. Condivido la necessità di una maggiore chiarezza dottrinale e di un orizzonte più esplicito sulla meta del discernimento.
Tuttavia, esso rappresenta un tentativo sincero di essere una Chiesa in ascolto e in uscita. La via d’uscita dalle difficoltà non è la polarizzazione tra una rigidità dottrinale che non dialoga e un’apertura acritica. È la Sinodalità intesa come cammino comune dove il Pastore (Custode della Tradizione) e il Popolo di Dio (interrogato dai segni dei tempi) operano un discernimento coraggioso sotto la guida dello Spirito.
Prego affinché l’Assemblea dei Vescovi, chiamata a discernere sul testo, abbia la saggezza di chiarire le ambiguità e il coraggio di mantenere ciò che è evangelicamente valido nell’approccio pastorale proposto.
Con profondo rispetto e in spirito di comunione ecclesiale.
Soli Deo Gloria
Cristo si è fatto carta per questi poveri Pastori….
L’accoglienza delle persone omosessuali é conforme al Vangelo solo se si afferma la Verità, e cioè che le pratiche omosessuali sono contro la Volontà del Creatore: tutto il resto è fumo di satana.
Sono proprio i punti che ha scritto a rendere il sinodo inaccettabile infatti:
1) lei scrive “la consultazione dei fedeli trae la sua autorità non dai numeri assoluti, ma dalla qualità del discernimento”
Alcune indicazioni del documento finale (sessualità omosessuale) sono opposte alle Sacre scritture quindi è palese che l’azione di discernimento non è valido. Accettare qualcosa che contraddice le scritture significa fare una religione svincolata dalla parola di Dio.
2) lei scrive “il nostro compito è incontrare le persone lì dove sono, nel linguaggio con cui si definiscono”. No, il nostro compito è incontrare le persone nella Verità, che il signore Gesù e i suoi insegnamenti non in un linguaggio, qualsiasi esso sia.
3) lei scrive: “al riconoscimento della dignità della PERSONA” ma come detto la dignità è una cosa soggettiva, il riconoscimento della persona va fatto sulla Verità altrimenti si finirebbe nel costruire delle indicazioni basate su delle mode, appunto sulla dignità della persona. Ad esempio per alcuni è più dignitoso spostarsi con l’auto privata che i mezzi pubblici. Ma è veramente così? Quindi si deve cercare la Verità e non la dignità del singolo.
4) No, due cose sbagliate non fanno una cosa giusta. L’eventuale violenza che alcuni possono subire non è legata alla dottrina della Chiesa ma al comportamento violento di alcuni. Questi sono lontani dal Vangelo come lo sono gli altri. Non è che per evitare una violenza ne dobbiamo compiere un’altra.
5) Penso che lei non sa cosa sia il discernimento. Discernimento vuol dire distinguere cosa viene da Dio sulla base dell’insegnamento delle Scritture e dei Santi e cosa viene dallo spirito del mondo (il maligno).
Lei scrive:
“Il discernimento non è relativismo, ma … è frutto di relazione e non di imposizione normativa.”
Non ha senso. Il discernimento non si può basare sulle relazioni escluse la Verità. Anche Hitler aveva le sue belle relazioni con i gerarchi e altri quindi anche lì c’era il frutto delle spirito della Verità? No di certo!!
Quindi il discernimento si deve basare sulle Sacre Scritture non sulle relazioni o sul linguaggio del mondo. Penso che quello che lei ha scritto è molto grave. Non cada nell’inganno dello spirito del mondo.
La Chiesa deve seguire lo Spirito di Verità non uno spirito generico. Il risultato di questo Sinodo come lei stesso dimostra non è assolutamente accettabile.
Non solo per la Chiesa ma nemmeno per i fratelli omosessuali che verrebbero lasciati nelle loro debolezze invece di essere invitati all’edificazione con forza e coraggio contrastando le loro passioni fini a se stesse orientandosi verso i frutti eterni.
Mi vorrei scusare con lei e con tutti i lettori, perchè, in alcuni passaggi sono stato poco mite. E’ un mio grave difetto che cercherò di vincere con l’aiuto del nostro capitano, il Signore.
Naturalmente io non la giudico, non condivido la logica che usa per spiegare il risultato del Sinodo. Logica stessa che mi sembra mostrare degli errori di discernimento. Mi scusi se si è sentito attaccato in alcuni passaggi del mio commento.
Infine vorrei precisare che non ho letto il documento finale del sinodo, quindi ho sbagliato a dire che tutto il Sinodo è da rifiutare perchè non è detto che tutto il Sinodo si sia basato sulla logica che ha usato.
Un fraterno saluto in Cristo Gesù.
Il 21 marzo 2025 Papa Francesco era ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma, l’incontro di Napoli con i giovani è di dieci anni prima
Grazie, abbiamo corretto.
Per un attimo ho sperato che dicesse come Fantozzi: “Per me il documento di sintesi del sinodo è una…”
«Affermare poi che le persone omosessuali abbiano un diritto all’intimità sessuale contraddice con quanto insegnato perennemente dal Magistero e dal Catechismo della Chiesa Cattolica».
In questa frase cʼè un refuso: o «contraddice quanto» o «contrasta con quanto». Di sicuro non «contraddice
Di sicuro non «contraddice con quanto»
Segnalare un refuso con un refuso scusate.