Cannabis, la scienza contro l’Associazione Luca Coscioni

Quattro neuroscienziati riassumono in una review gli ultimi studi sulla pericolosità della cannabis, dimostrando conseguenze psichiatriche importanti anche nei consumatori moderati. Ecco il motivo per cui l’Associazione Luca Coscioni non cita mai studi scientifici a sostegno delle sue istanze politiche.

 
 
 

Peserà ancora per il radicale Marco Cappato la sonora bocciatura della Corte Costituzionale.

Il referendum sull’eutanasia è stato respinto in quanto avrebbe legalizzato l’omicidio del consenziente, mentre quello sulla cannabis se fosse passato avrebbe legalizzato qualunque droga.

Il rispetto integrale per la vita umana, così caro al cristianesimo, passa anche dal fronteggiare leggi che la vita la danneggiano irreparabilmente, come quelle a favore della droga. Per questo talvolta ci occupiamo anche di questo tema.

 

La legalizzazione non danneggia l’attività della mafia.

Dopo la bocciatura del referendum, l’Associazione Luca Coscioni ha dovuto accontentarsi di polemizzare con i giudici sostenendo che “la mafia ringrazia”.

E’ famoso, infatti, il mito che la legalizzazione minerebbe minerebbe le basi della criminalità organizzata.

Si tratta di un argomento usato a grimaldello per ingannare l’opinione pubblica, smentito categoricamente da noti procuratori antimafia come Nicola Gratteri, Raffaele Cantone, Fausto Cardella e Paolo Borsellino.

In caso di liberalizzazione, la mafia abbasserebbe semplicemente il prezzo rispetto allo Stato e inizierebbe a vendere la droga alla nicchia di mercato rimasta illecita per lo Stato, ovvero i minorenni.

 

Gli studi recenti sulle conseguenze della marijuana

A smentire l’altro mito dei radicali, secondo cui “uno spinello non ha mai ucciso nessuno”, vi sono schiere di studiosi, scienziati, psichiatri e ricercatori.

Proprio recentemente su The Conversation quattro neuroscienziati hanno riassunto gli studi peer-review più recenti sul tema. Si tratta di Barbara Jacquelyn Sahakian (University of Cambridge), Christelle Langley (University of Cambridge), Martine Skumlien (University of Cambridge) e Tianye Jia (Fudan University).

Il paper è stato stimolato da due studi recenti. Il primo, pubblicato su The Journal of Psychopharmacology, ha dimostrato una diagnosi di disturbo da uso di cannabis (CUD) sui consumatori abituali, rilevando peggiorate prestazioni cognitive in termini di memoria, funzione esecutiva e processo decisionale rischioso.

Il secondo studio, apparso su International Journal of Neuropsychopharmacology, ha dimostrato che l’uso di cannabis in adulti ed adolescenti è associato a dipendenza, apatia ed anedonia.

I quattro scienziati scrivono che «il tetraidrocannabinolo (THC) è il principale composto psicoattivo della cannabis ed agisce sul “sistema endocannabinoide” del cervello, che sono recettori che rispondono ai componenti chimici della cannabis». L’uso di cannabis, provoca «desiderio persistente di usare droga e genera l’interruzione delle attività quotidiane, come il lavoro o l’istruzione. È stato stimato nel DSM-5 che circa il 10% dei consumatori di cannabis soddisfa i criteri diagnostici per questo disturbo».

Solitamente si sostiene che uno spinello ogni tanto non farebbe nulla di male.

Oltre ad essere stato esplicitamente smentito da uno studio pubblicato nel 2019, questa affermazione è direttamente contrastata da quanto scrivono i ricercatori: «Sono stati notati disturbi cognitivi anche nei consumatori lievi di cannabis: essi tendono a prendere decisioni più rischiose di altri e hanno più problemi con la pianificazione».

Un altro studio ha analizzato i consumatori saltuari di cannabis rilevando deficit cognitivi.

Per quanto riguarda le differenze di sesso, scrivono i neuroscienziati, «abbiamo dimostrato che, mentre i consumatori maschi di cannabis avevano una memoria più scarsa nel riconoscere visivamente le cose, le consumatrici avevano più problemi con l’attenzione e con le funzioni esecutive. Questi effetti sessuali persistevano quando si controllava l’età; il QI; l’uso di alcol e nicotina; sintomi di umore e ansia; stabilità emozionale; e comportamento impulsivo».

Nel 2021 su Neuroscience & Biobehavioral Reviews è stato certificato che l’uso di cannabis è anche associato a specifiche menomazioni nella ricompensa e nella motivazione e «l’uso di cannabis durante l’adolescenza è stato segnalato come un fattore di rischio per lo sviluppo di esperienze psicotiche e schizofrenia».

 

Nel 2021 smentita efficacia della cannabis terapeutica.

Nel marzo scorso su JAMA Network Open è stata colpita un’altra area d’azione dell’Associazione Luca Coscioni, ovvero la legalizzazione della cannabis terapeutica (utile a preparare il terreno a quella non terapeutica).

I ricercatori hanno scoperto che l’uso di prodotti a base di cannabis per trattare dolore, ansia e depressione non è riuscito a migliorare questi sintomi, raddoppiando invece il rischio di sviluppare i sintomi di dipendenza del disturbo da uso di cannabis.

 

La Rivista di Psichiatrica contro legalizzazione cannabis.

Questi sono solo alcuni motivi per cui la Rivista italiana di Psichiatria si è fortemente opposta alla liberalizzazione della cannabis.

Nel farlo ha contrastato apertamente quei movimenti che ne sponsorizzano l’uso e la legalità (tra cui l’Associazione Luca Coscioni, per l’appunto) basandosi sull’assunto «della “innocuità” della cannabis, considerata non in grado di indurre dipendenza e libera da importanti o duraturi effetti a livello somatico o psichico».

Eppure, fa notare la celebre rivista medica, «la letteratura scientifica, per chi volesse obiettivamente documentarsi sull’argomento, è vastissima e assolutamente concorde nell’indicare rischi e conseguenze psichiatriche dell’assunzione di cannabis […]. La letteratura epidemiologica che lega l’assunzione di cannabinoidi – con particolare riguardo all’età precoce, al dosaggio giornaliero e alla continuità di questa – a conseguenze di natura psichiatrica è vastissima e, fatte salve le necessarie variabilità di natura clinica, assolutamente univoca».

La redazione

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48 commenti a Cannabis, la scienza contro l’Associazione Luca Coscioni

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  1. Satana ha detto

    Quindi in Canada e molti stati degli USA dove è legale , i governanti starebbero compromettendo la salute dei propri cittadini volontariamente ? Siete ridicoli e anacronostici, il progresso va avanti malgrado voi e il vostro buio medioevo

    • Katy ha detto in risposta a Satana

      I tuoi insulti esattamente sono rivolti esattamente alla Rivista di psichiatria, ai neuroscienziati di Cambridge o agli autori degli studi citati? Così, giusto per capire eh. Il progresso bla bla bla, già sentita mille volte…io dico che il progresso è il divieto di drogarsi e non si può più tornare nel tuo buio sessantottismo di droga libera. Gli stati che la legalizzano secondo la scienza stanno compromettendo la salute dei cittadini, come fece l’eugenetica quando era legale ed insegnata nelle università principali.

      • Giuliano Gavazzi ha detto in risposta a Katy

        Katy, gli scienziati che citi sono generalmente favorevoli alla regolamentazione della cannabis. Vai per esempio a vedere conferenze di prof. Valerie Curran (le trovi su YouTube) uno dei più importanti autori tra gli studi citati. Tra quelli che vengono usati regolarmente dai proibizionisti, Sir Robin Murray alla mia domanda esplicita se fosse o meno contrario all’uso adulto dì Cannabis, rispose che non era contrario (Novembre 2021). Ti invito anche a seguire una conferenza del professor David Nutt. Ovvio che la Cannabis ha degli effetti potenzialmente negativi (come una pletora di altre sostanze, quali eg il caffè), ma è proprio per limitare il rischio di questi effetti che serve la regolamentazione. Non giocate con cose che non capite.

        • Jack ha detto in risposta a Giuliano Gavazzi

          Giuliano evita di giocare con cose che non capisci, per favore.

          Innanzitutto Katy non ha citato alcuno scienziato, Valerie Curran è favorevole solo all’uso terapeutico della cannabis che non è quella usata per scopo ricreativo ma ha un dosaggio misurato e somministrato in sicurezza medica.

          Non metto in dubbio che ci siano due psicologi favorevoli, ma ciò non riesce a smentire il corpus di letteratura scientifica fortemente contraria all’uso di cannabis.

          Infine dici che per limitare l’uso degli effetti di cannabis bisognerebbe legalizzarla. E’ la più grande sciocchezza mai sentita, come se per limitare i rischi degli omicidi andrebbero legalizzati o per limitare i rischi dell’eroina bisognerebbe legalizzare le famose “stanze del buco”. Ma per piacere su.

    • Simone B. ha detto in risposta a Satana

      Cioè la cannabis sarebbe il progresso?!? A Satana, ma tornatene all’Inferno!! 😀

  2. Kenzia ha detto

    Mai letto tante stupidaggini tutte insieme. Cambiate mestiere

    • Katy ha detto in risposta a Kenzia

      Da quando gli studi peer-review sono stupidaggini?

      Giusto per capire, chiedi di cambiare mestiere alla Rivista di psichiatria, ai quattro neuroscienziati di Cambridge oppure agli autori degli studi citati?

      Grazie per la non risposta che ci sarà.

    • Simone B. ha detto in risposta a Kenzia

      Argomenta, se no cambia sito!

      • kenzia ha detto in risposta a Simone B.

        Volentieri. Tanto per cominciare uno studio effettuato su 40 persone non è sufficiente a stabilire nessuna verità scientifica. Inoltre nella conclusione dello studio c’è scritto che il campione di adolescenti consumatori di cannabis ha mostrato maggiore tendenza all’apatia durante il lockdown per Covid, quindi non possiamo sapere se l’apatia sia da attribuire alla cannabis o se al lockdown. Si tratta di studi che non mostrano una relazione concreta tra causa ed effetto, ma eventualmente solo correlazione. Esistono studi che smentiscono queste teorie, così alla fine ognuno utilizza lo studio che più gli piace per dire quello che vuole, ma la verità è che nessuno studio è conclusivo.

        • Simone B. ha detto in risposta a kenzia

          Esiste “solo correlazione”: e non ti basta?!? La cannabis è una droga, la cannabis fa male! Non riesco a capire come vi ostinata difendere la droga, con quale scopo? A beneficiarne sono solo quelli che la spacciano, non quelli che la assumono… Se uno ha una vita piena non ha bisogno di drogarsi, se uno ha una vita vuota si faccia aiutare. Punto e basta!

          • Kenzia ha detto in risposta a Simone B.

            Se tu capissi qualcosa di scienza, probabilnente sapresti che in uno studio conta il rapporto di causa effetto e non la correlazione. Devi studiare di più.

            • Simone B. ha detto in risposta a Kenzia

              AHAHAHAHAH! Ma pensa te, io sono biologo e devo studiare di più, detto da… mi scusi? LE sue lauree? Le sue qualifiche? Ascolta, se ti vuoi fare le canne e distruggere la vita, cavoli tuoi! Fa’ pure: ma non mi stare a dire che la cannabis faccia bene alla salute!!!! Anche perché ci sono studi che confermano ciò, sia per quanto riguarda la correlazione, sia per quanto riguarda il rapporto causa effetto. Ad esempio, c’è un interessante studio dell’Harvard Medical School apparso sul Journal of Neuroscience, che ha confermato che l’uso di cannabis, anche solo una volta a settimana, provoca l’alterazione di alcune aree cerebrali! E ti cito un passaggio: “Le più moderne tecniche di neuroimaging che permettono la visualizzazione delle aree cerebrali, hanno consentito di individuare nel cervello di chi utilizza sostanze stupefacenti, le modificazioni, talora permanenti, indotte dalle droghe, con ripercussione sullo sviluppo e sul funzionamento cerebrale. Infatti tali tecniche (TAC, Risonanza Magnetica Nucleare, PET, SPECT) rivelano diversi aspetti della struttura o del funzionamento cerebrale, dell’anatomia e della composizione tissutale, dei processi biochimici, fisiologici e funzionali, dell’attività dei neurotrasmettitori, della distribuzione delle sostanze, ecc..
              Ciò permette la visualizzazione, oltre che della sede e dell’estensione del danno cerebrale, anche dell’impatto che i processi mentali hanno sull’attività cerebrale.
              L’utilizzo in questo caso della risonanza magnetica, ha permesso di confrontare il cervello di ragazzi tra i 18 e i 25 anni che facevano uso di marijuana almeno una volta alla settimana con quello di chi non fumava. Il cervello di chi fumava, anche occasionalmente, presentava alterazioni in zone cerebrali collegate all’emotività e alla dipendenza in misura direttamente proporzionale al grado di consumo della droga.
              Hashish e marijuana hanno effetti – a volte di tipo permanente – sul sistema dei recettori encefalici deputati al controllo delle emozioni e dell’ansia, quali la serotonina o l’adrenalina. Per tali ragioni la cannabis, al pari di altre sostanze psicotrope quali la cocaina e i derivati amfetaminici, gli allucinogeni ma anche l’alcol, può condizionare lo sviluppo psico-emozionale con distorsione della personalità, in taluni casi irreversibile, ovvero senza remissione una volta sospeso l’utilizzo”!!!!!!!!!!!!!
              No, ma fa bene! Va tutto bene! Certo: allora, drogati pure; ma non stare a parlare di scienza va’! Che è meglio! 😀

              • Kenzia ha detto in risposta a Simone B.

                Beh un biologo che non conosce il rapporto di causa effetto mi mancava. La correlazione non c’entra niente. Smetti di cercare studi a vanvera e datti all’ippica. La cannabis si consuma da secoli e si continuerà a farlo, a prescindere da tutte le idioxie che hai scritto.
                Bye bye.

                • Jack ha detto in risposta a Kenzia

                  La cannabis si consuma da secoli e si continuerà a farlo, a prescindere da tutte le idioxie che hai scritto.

                  Nessuno vuole impedirti di farlo, se la vuoi legalizzare però crei un danno sociale non solo a te stesso/a. Per ora non hai ancora citato uno studio serio che dimostri i benefici della cannabis ma solo studi secondo cui sarebbe meno pericolosa dell’abuso di alcol e dell’eroina. Mi sembra un po poco come argomento pro-legalizzazione.

        • Jack ha detto in risposta a kenzia

          quindi non possiamo sapere

          Kenzia non credo che sia utile insegnare ai ricercatori come devono fare gli studi e quali sono le conclusioni più corrette da trarre dai loro studi. Un po’ più di umiltà sarebbe auspicabile credo.

          Esistono studi che smentiscono queste teorie

          E quali sono? Finora hai citato solo studi contro l’alcol.

  3. Giuliano Gavazzi ha detto

    Quanto a “La Rivista di Psichiatrica contro legalizzazione cannabis”, visto che si tratta di un mero articolo e non di un editoriale, riporta l’opinione dei suoi autori. Opinione, non essendo un articolo di ricerca. Tra l’altro gli autori citano due articoli coauthored da Robin Murray, che come ho scritto qui sopra non è contrario all’uso adulto. Insomma, non state portando alcuna prova, semmai l’opinione di poca rilevanza di qualche medico isolato e, oserei dire, incapace di affrontare problemi reali con razionalità.

    • Jack ha detto in risposta a Giuliano Gavazzi

      Si tratta di un “mero articolo” che certamente è più autorevole della tua “mera opinione”, non credi?

      Peccato ti sei dimenticato di tutti gli altri studi citati prima del paragrafo relativo alla Rivista di psichiatria e sono solo quelli più recenti. Studi, non opinioni.

      non state portando alcuna prova

      Detto da uno che non porta prove, che cita l’opinione di un solo psichiatra (senza fornire la fonte, tra l’altro) e che trascura gli studi citati nell’articolo.

      Dovresti affrontare la cosa con più razionalità, non credi Giuliano?

      • kenzia ha detto in risposta a Jack

        David Nutt non è solo uno psichiatra ma una delle eminenze mondiali in tema di droghe. Se vuoi le prove ti basta fare una semplice ricerca sul web per trovare suoi articoli sulle migliori riviste scientifiche del mondo.

        • Jack ha detto in risposta a kenzia

          Peccato che David Nutt confermi la pericolosità della cannabis, ma in maniera molto controversa (è stato criticato da quasi tutti i suoi colleghi) la ritiene secondo una griglia da lui creata (che gli è costata il licenziamento) meno pericolosa dell’alcool.

          David Nutt sostiene anche che alcol e tabacco avrebbero causato più danni dell’LSD, dell’ecstasy e della cannabis.

          Probabilmente perché sono più legali e quindi più diffusi ed enormemente più utilizzati rispetto alle altre droghe citate? Vi è mai venuto in mente che tutto quello che dite contro alcol e tabacco gioca contro la causa della legalizzazione della cannabis?

          • Kenzia ha detto in risposta a Jack

            Proprio per niente. Il paragone con alcol e tabacco serve solo a sottolineare l’ipocrisia dei proibizionisti. Chiunque conosca la storia del proibizionismo dell’alcol negli Usa sa che quando eta illegale le morti erano il triplo, perché alle morti provocate dall’abuso si sommavano quelle per alcol adulterato e quelle legate alla criminalità del mercato nero. Lo stesso principio che usi per l’alcol vale per tutto, uso e abuso non sono la stessa cosa.

            • Jack ha detto in risposta a Kenzia

              sottolineare l’ipocrisia dei proibizionisti.

              Mai sostenuto che l’alcol debba o non debba essere legale quindi non vedo l’ipocrisia.

              Sostengono solo che i medici stessi consigliano in certi casi un uso molto moderato di alcol (un bicchiere di vino rosso a pasto) per i suoi effetti benefici mentre nessuno consiglia un uso moderato di cannabis che, anzi, si è dimostrata pericolosa anche in quantità moderate:
              https://www.sciencedaily.com/releases/2019/01/190114130855.htm

    • Jack ha detto in risposta a Giuliano Gavazzi

      Grazie comunque per aver provato ad argomentare.

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