“Senza oneri per lo Stato”: non vieta di finanziare le paritarie

Il finanziamento delle scuole paritarie è contrario alla Costituzione? L’articolo 33 recita infatti il “senza oneri per lo Stato”. Ma è sbagliata l’interpretazione: i padri costituenti si riferivano alla creazione di nuove scuole non alla loro gestione una volta create ed infatti previdero l’aiuto statale agli enti privati.

 
 
 

Mentre nel 2015 l’ex presidente americano Barack Obama trasformava in legge l’Every Student Succeeds Act che garantiva un ulteriore incremento del finanziamento statale agli istituti privati, in Italia nel 2022 dobbiamo ancora fare i conti con i residui del marxismo statalista.

L’indomabile Corrado Augias, sulle colonne di Repubblica ha pensato di scrivere chissà quali tesi innovativa per nutrire l’immortale campagna contro le scuole paritarie.

 

Le scuole paritarie sono scuole pubbliche, non private

Già il titolo dell’articolo di Augias è tutto un programma: “Prima la scuola pubblica”. Eppure risale a vent’anni fa la legge che ha stabilì che le scuole paritarie sono scuole pubbliche e che la differenza è, semmai, tra statali e non statali, entrambe in funzione di un servizio pubblico.

Autore della legge 60 del 2000 fu il prodiano e dalemiano ex ministro Luigi Berlinguer, cugino dello storico segretario del Partito Comunista Italiano.

E’ proprio lui a guardare divertito il teatrino italiano, ricordando che «la contrapposizione tra pubblico-privato, fuori dall’Italia, è considerato con sufficienza. In Europa l’attività scolastica è pubblica per sua natura, chiunque la faccia. E tutti i Paesi, nessuno escluso, sono impegnati con finanziamenti statali di tutta la scuola (in Olanda il 70% delle scuole è privato)».

Dicevamo di Augias, dunque.

Il noto conduttore televisivo si lamenta del fatto che «le scuole paritarie, dopo il flagello del Covid 19, chiedono l’aiuto finanziario dello Stato. Più precisamente chiedono detrazioni fiscali per pagare le costose rette delle scuole paritarie (in maggioranza cattoliche) mentre le scuole pubbliche sono giustamente semi-gratuite».

Augias confronta le scuole paritarie con quelle pubbliche, ma semmai avrebbe dovuto metterle a confronto quelle statali.

Scrive che le paritarie sono in maggioranza cattoliche. E’ probabilmente vero…, proprio questo è il punto che spiega il suo accanimento.

 

Augias: “Le scuole paritarie violano la laicità”

Dopo queste sviste su pubblico, statale e paritario, Augias sostiene che le paritarie non sarebbero «in linea con il dettato costituzionale» in quanto, secondo lui, violerebbero la laicità.

Come prova, racconta l’esempio ipotetico di un professore di un istituto paritario che verrebbe probabilmente licenziato se sostenesse che Gesù aveva fratelli e sorelle «come scritto nei vangeli».

Vorremmo tranquillizzare che se tale ipotetico professore insegnasse questo verrebbe al massimo informato che il dibattito accademico sui “fratelli” di Gesù non risulta concluso, tanto che il più importante biblista vivente, J.P. Meier, pur propendendo alla probabilità che Gesù avesse effettivamente fratelli e sorelle carnali, ricorda che «l’idea che i fratelli di Gesù fossero affini o parenti in senso largo certamente non è esclusa»1J.P. Meier, Un ebreo marginale, Vol. 1, Queriniana 2008, p. 325.

Piuttosto che perdersi negli esempi fantasiosi, Augias dovrebbe prendere atto che da anni è certificato che gli istituti paritari occupano quasi sempre i primi posti delle classifiche sulle migliori e più preformanti scuole italiane.

 

“Senza oneri per lo Stato”, parola ai padri costituenti.

La seconda tesi di Augias è un classico tormentone: «La richiesta di un finanziamento pubblico permanente si scontra anche con un altro comma della Costituzione: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato“. La legge, nel fissare diritti ed obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, -continua Augias- garantisce piena libertà ed un trattamento definito equipollente per gli alunni».

Curiosamente ora definisce le scuole paritarie non più “non pubbliche” ma, correttamente, “non statali”: questo solo perché Augias sta citando, senza virgolettarlo, il proseguo dell’articolo costituzionale stesso (un vecchio vizio, il copiare, che in passato gli ha causato diversi guai e che, evidentemente, non ha ancora perso).

Ci si sta riferendo all’articolo 33 della Costituzione, da decenni sbandierato come prova della presunta incostituzionalità di sovvenzioni pubbliche alle scuole paritarie.

Lo studioso Lorenzo Ettorre ha ripercorso la storia del dibattito dell’Assemblea costituente che portò alla nascita di tale articolo il 29 aprile 1947, giorno in cui «per la prima volta si superava il monopolio statale in materia scolastica tanto caro alla borghesia liberale ottocentesca».

A promuovere il “senza oneri per lo Stato”, citato da Augias, fu il liberale Epicarmo Corbino il quale si affrettò però a precisare: «Noi non diciamo — disse rivolto ai democristiani — che lo Stato non potrà mai intervenire a favore di istituti privati; diciamo solo che nessun istituto privato potrà sorgere con il diritto di avere aiuti da parte dello Stato».

Ecco, quindi, che i Padri costituenti si riferivano -com’è esplicitato nell’articolo 27- di creazione di scuole e istituti che avrebbero dovuto essere “senza oneri per lo Stato”, non del loro “funzionamento”, una volta istituite.

Conclude Ettorre: «Era loro chiaro che se scuole e istituti non statali, istituiti senza oneri per lo Stato, mostrassero di essere strumenti educativi validi al pari delle scuole statali, nulla poteva vietare allo Stato, in vista del bene comune dell’educazione, di aiutarle economicamente per un migliore funzionamento. Era chiara la volontà dei costituenti».

Nel 2013, in occasione del referendum consultivo sul finanziamento delle paritarie da parte del comune di Bologna, anche Stefano Zamagni, ordinario di Economia presso l’Università di Bologna, intervenne sulla questione ricordando:

«Nella Costituzione si parla di istituire, e non di gestire una realtà già esistente, nessuno ha mai chiesto al Comune finanziamenti per creare nuove scuole materne». Anche a Bologna, come in ogni città italiana, «il Comune eroga annualmente alle scuole paritarie un milione di euro, ricevendo dalle stesse un contributo in termini di posti pari a sei milioni. Siamo di fronte a un caso plateale in cui è la società civile che finanzia l’ente pubblico e non il contrario».

La redazione

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