Guerra Russia-Ucraina, la Chiesa già sul campo in aiuto dei civili

A fianco di vittime e profughi, sul fronte di guerra, c’è già la Chiesa. La rete delle Caritas europee è già attiva per convogliare aiuti umanitari alla popolazione ucraina, è possibile contribuire anche dall’Italia. I vescovi russi ed ucraini stanno pregando per le reciproche comunità, in nome dell’unità e della pace.




La guerra in Europa è iniziata questa notte alle 4.

Il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato un’importante operazione militare in Ucraina e di ora in ora aumenta il numero delle prime vittime. Resta da vedere se l’invasione sarà limitata alle province filo-russe o si diffonderà in tutto il paese.

I governi del mondo si riuniscono, in Italia il presidente Mattarella avvierà a breve il Consiglio supremo di difesa, sui social e sui quotidiani non si parla d’altro. Gli analisti politici si confrontano su ogni canale televisivo.

Ma sul campo di guerra, oltre ai soldati e civili, c’è già la Chiesa.


Cosa sta facendo la Chiesa in queste ore.

La Caritas-Spes Ucraina è già al lavoro e sta portando aiuti umanitari ai profughi e alla popolazione.

Don Vyacheslav Grynevych, direttore della Caritas in Ucraina, ha lanciato l’allarme per i numerosi profughi ucraini che stanno cercando di lasciare le proprie case per trovare riparo nei Paesi confinanti e sta moltiplicando gli sforzi per poter raggiungere quante più persone possibili. «Vi chiediamo di starci vicino con la solidarietà e la preghiera», ha detto invece Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina.

Il braccio di carità della Chiesa in Ucraina è composto da 19 centri su tutto il territorio che dal 2014 ha aiutato 826.500 persone. Da questa notte stanno recuperando quanti più rifornimenti ed attrezzature possibili per far fronte all’emergenza.

Vengono richiesti, in particolare: generi alimentari, prodotti per l’igiene, medicinali, acqua potabile e qualunque materiale per garantire il riparo ed il riscaldamento delle famiglie (l’inverno è rigido).

Accanto a Caritas Ucraina si sta attivando tutta la rete delle Caritas europee, in particolare quelle confinanti: Caritas di Polonia e Moldavia, per accogliere tutti coloro, probabilmente migliaia di persone, in fuga dalla guerra.

In particolare è la Chiesa cattolica in Romania ad essersi organizzata per prima individuando, come spiegato da don Iosif Iacob, direttore della Caritas della diocesi di Iasi, «volontari romeni che parlano l’ucraino, e attraverso la Confederazione Caritas Romania, le associazioni Caritas delle diocesi ed eparchie del nord della Romania offriranno aiuto concreto ai rifugiati» diretti nel loro paese.


Come aiutare concretamente la Caritas Ucraina.

Caritas italiana è in contatto con il centro ucraino e ha già avviato una raccolta fondi per sostenere gli interventi di assistenza umanitaria ed emergenziale.

Per chiunque volesse contribuire si può utilizzare il conto corrente postale n. 347013, donazione on-line tramite il sito www.caritas.it, o bonifico bancario (causale “Europa/Ucraina”).
Maggiori info su www.caritas.it, contatti: (+39) 06 661771 / e-mail: segreteria@caritas.it


I vescovi russi ed ucraini testimoni di unità e pace.

Oltre ad aiutare concretamente, la Chiesa è in campo con i suoi vescovi russi ed ucraini, uniti nella fede e testimoni dell’unità.

Mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente della Conferenza Episcopale Russa, ha chiesto che il conflitto sia risolto tramite «un serio dialogo internazionale, e non attraverso le armi. Papa Francesco ha sottolineato che l’Ucraina ha più che mai bisogno di tale preghiera. A questo proposito, chiediamo a tutti voi di prendere sul serio questo invito ed aumentare le vostre preghiere per la pace e l’armonia ovunque, specialmente in Ucraina».

Da giorni l’arcivescovo Pezzi sta ripetendo che bisogna credere «nella forza del perdono, occorre ripartire dal perdono».

Anche la Conferenza Episcopale Ucraina ha rilasciato un comunicato in queste ore, chiedendo ai fedeli di pregare «per i governanti, per il nostro esercito e tutti coloro che difendono la nostra patria, per i feriti e i morti, nonché per coloro che hanno iniziato la guerra e sono stati accecati dalla prevaricazione. Proteggiamo i nostri cuori dall’odio e dalla rabbia verso chi ci attacca. Cristo ci chiede di pregare per loro e di benedirli».

La redazione

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6 commenti a Guerra Russia-Ucraina, la Chiesa già sul campo in aiuto dei civili

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  1. Stefano B ha detto

    A questo proposito, vista la situazione di guerra che stiamo vivendo sento il bisogno di chiedere a tutti di pregare e magari di farlo insieme. Probabilmente molti di voi avranno già deciso di partecipare ad iniziative di preghiera. Ma nel caso ancora non lo aveste fatto, un gruppo di persone questa sera, alle ore 21:00 ciascuno da casa sua, mediterà il Santo Rosario. Sarebbe bello se altri volessero unirsi a noi. Ma comunque, in qualunque posto siate, preghiamo, preghiamo, preghiamo (e sarebbe bello che in tanti ci confessassimo anche: più male il Signore potrà perdonare, su nostra richiesta, più il male stesso perderà forza). Scusate ancora questo mio intervento e questa mia richiesta.

  2. Antonio Guado ha detto

    Non serve a niente pregare se la Chiesa Cattolica e Ortodossa non condannano dichiaratamente la politica di Putin, scomunicandolo.

  3. Matheus ha detto

    Possa Dio confortare e inviare pace agli ucraini.

  4. sandra ha detto

    La prima cosa che ho sentito nel mio cuore e soprattutto nella mia mente, all’azione armata del governo russo contro la nazione Ucraina, è stata di ‘fallimento’: un’aggressione fra Cristiani, in Europa, è il fallimento di tutti noi cristiani, a partire dalla Chiesa universale.
    Cosa facciamo ‘noi’ quando dovremmo combattere il diavolo e convertire le anime, universalmente?
    Quando fratelli cristiani si odiano e si combattono, si ritorna alla Genesi, a quel Caio e Abele che sa molto di alta aggressività, alto livello ormonale di testosterone.
    Guerre fra cristiani in Europa: Jugoslavia e l’ultimo conflitto mondiale, dove gli ex-barbari germanici facevano la guerra a tutta l’Europa.
    Mi sento fallita, soprattutto di fronte al bavaglio imposto dallo stato di emergenza sanitaria, per non aver potuto dare il mio contributo spirituale (ce l’ho pronto in forma scritta) di donna libera professionista quale sono dal 1988.
    Ce l’avevo pronto il mio contributo alla analisi comprensione e ‘soluzione’ dei conflitti fra maschi, ma il C19 ha scombinato la socialità, sottratto libertà di movimento e di lavoro, ma a Dio piacendo, non di spiritualità e di ragionevolezza.
    Dopo due anni di pandemia sanitaria, nel momento più debole per l’umanità, aggredire porta risultati più facili, da donna so sulla mia pelle come il maschio riconosce la debolezza della femmina per colpirla.
    Mi sento fallita, come persona di fede, ma non come donna…semmai, avvilita del bavaglio imposto dal maschio di turno al governo di qualche Nazione (pure la mia).
    Politicamente, ciò che fanno le altre Nazioni, non ci dovrebbe riguardare, ma dato che non sono laica, dato che la mia intelligenza non è di parte solo rispetto all’esistenza di Dio, dato che qualsiasi Stato polito è composto di persone, qualcuna pure cristianizzata, chiedo: che fanno i cristiani (e cattolici) in Russia?
    Il ns compito, dopo il Sacramento del Battesimo e soprattutto della Cresima, è l’azione: evangelizzare, convertire alla Fede, alla Speranza, alla Carità).
    Aggredire con armi fratelli cristiani non è da cristiani, forse hanno le idee un poco confuse, e questo dipende da noi che non evangelizziamo, forse la Chiesa di Russia…come fu all’epoca la Chiesa di Germania.
    Le guerre scaturiscono sempre da questioni ‘maschili’, infatti la Chiesa apre alle donne. Dietro ad un piccolo uomo c’è una piccola donna.
    Abbiamo fallito come Chiesa di Cristo, in questa ulteriore violenza dei maschi…

    • F24 ha detto in risposta a sandra

      Non hai tutti i torti sandra, condivido molto di quello che scrivi. Da parte mia non la vedrei in termini di maschi vs donne, però certamente le altre considerazioni le condivido tutte.

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