Ucraina, in guerra aumentano i cattolici (ma anche gli atei)

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Dall’inizio della guerra in Ucraina, i cattolici sono raddoppiati in tutto il Paese. Il conflitto ha smosso spiritualmente milioni di persone ma ne ha anche allontanate altre, amplificando il divario tra Ovest (religioso) ed Est (secolarizzato).


 

Dal 24 febbraio 2022, l’Ucraina è immersa in un conflitto su larga scala che ha profondamente segnato la vita quotidiana della popolazione.

A gennaio 2025, l’ONU ha stimato almeno 12.300 vittime civili, tra cui 650 bambini. Gli ucraini hanno vissuto tre inverni drammatici, simili a quelli della Seconda Guerra Mondiale, tra bombardamenti, interruzioni di corrente e la costante paura per i familiari impegnati al fronte.

Questo scenario estremo ha avuto un impatto significativo anche sulla spiritualità e sulle convinzioni religiose degli ucraini.

Una recente indagine realizzata dal Razumkov Centre (Ukrainian Centre for Economic and Political Studies), ha indagato proprio la religiosità in Ucraina nelle zone non occupate dai russi. I dati sono stati confrontati con quelli del Kyiv International Institute of Sociology (KIIS) e rivelano tendenze interessanti.

 

Divario tra Ovest (religioso) ed Est (laico)

Il primo aspetto è la conferma della storica differenza tra le regioni occidentali e orientali del paese.

L’Ovest, a forte tradizione agricola e con un passato nell’Impero Austro-Ungarico, si conferma molto più religioso rispetto all’Est, industrializzato e segnato da decenni di propaganda atea sovietica.

Attualmente, gli atei e i non credenti rappresentano l’11,2% della popolazione totale, ma solo il 3,4% vivono nell’area occidentale, mentre nell’Est la percentuale sale al 20%.

 

Ucraina, crescita dei cattolici

Un altro dato rilevante riguarda la Chiesa greco-cattolica ucraina, che ha visto un aumento significativo dei fedeli. Ricordiamo che si tratta di una Chiesa arcivescovile in comunione con il Papa, il cui arcivescovo attuale è Svjatoslav Ševčuk, confermato nella sua elezione nel 2011 da Benedetto XVI.

Nel 2020-2022, i greco-cattolici rappresentavano circa l’8% della popolazione, oggi sono il 12%.

Lo stesso mons. Shevchuk ha confermato il trend: «La nostra Chiesa sta crescendo. Abbiamo raggiunto un numero record di fedeli in Ucraina».

 

Perché crescono i cattolici in Ucraina?

Come mai questa improvvisa crescita di greco-cattolici in Ucraina?

Secondo gli analisti dipende dai molti rifugiati interni che, fuggiti dall’Est devastato dalla guerra verso le regioni occidentali, hanno avuto un incontro più profondo con la fede attraverso la comunità greco-cattolica, che nelle zone occidentali raggiunge il 40% della popolazione.

Inoltre, il dramma della guerra ha spinto molte persone secolarizzate a riflettere maggiormente sul senso della vita, portandole a cercare risposte più alte. Anche nelle trincee, molti soldati ucraini si avvicinano alla fede grazie al supporto dei cappellani militari.

 

La guerra incrementa anche gli atei

Nonostante l’espansione della fede greco-cattolica, la guerra da sempre smuove le persone anche in senso opposto: ha infatti portato un aumento del numero di atei e agnostici.

Prima del conflitto, circa l’8% della popolazione ucraina si dichiarava non credente, oggi il numero è raddoppiato, arrivando al 18%.

La guerra può avvicinare a Dio ma, in altri casi allontana le persone, soprattutto a causa delle sofferenze e delle perdite subite.

 

La crisi della Chiesa ortodossa

Un altro fattore che ha contribuito a questo fenomeno è la crisi interna della Chiesa ortodossa.

Il conflitto ha acuito la divisione tra il Patriarcato di Mosca e la nuova Chiesa ortodossa autocefala ucraina riconosciuta dal Patriarcato di Costantinopoli. Nel 2020, il 15% degli ucraini si identificava con la Chiesa ortodossa russa, mentre il 34% apparteneva alla Chiesa ortodossa ucraina.

Con l’inizio della guerra, i fedeli legati a Mosca sono crollati di due terzi, mentre quelli fedeli a Kiev si sono mantenuti stabili. Un numero crescente di persone, tuttavia, preferisce definirsi semplicemente cristiano senza specificare un’appartenenza ecclesiale.

 

Resta alta la fiducia nella Chiesa

Un ultimo dato riguarda la fiducia nelle istituzioni religiose.

Il 62% degli ucraini afferma oggi di avere fiducia nella Chiesa, solo il 27% dichiara il contrario. Anche in questo caso esistono forti differenze regionali: nell’Ovest, più religioso, il 78% della popolazione esprime fiducia (contro il 15%), nell’Est il dato scende al 47%, mentre il 38% esprime scetticismo.

 

In un paese martoriato dalla guerra, la Chiesa fin dal secondo giorno ha iniziato e continua tuttora a svolgere un ruolo chiave non solo come guida spirituale, ma anche come sostegno concreto attraverso opere di carità e assistenza umanitaria.

Questo impegno costante rappresenta per molti una luce nella tempesta, un punto di riferimento in un periodo di profonda incertezza e dolore.

Autore

La Redazione

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