L’ateismo è in estinzione perché inadatto alla modernità: lo sostiene uno studio

decrescita ateiNel 2011 abbiamo segnalato uno studio tedesco che suggeriva l’estinzione delle società con prevalenza di persone non credenti in quanto i popoli religiosi presentano ben superiori tassi di nascite.

In questi giorni una ricerca americana, pubblicata su Evolutionary Psychological Science, ha confermato la tesi. Quattro studiosi di fama mondiale, Lee Ellis, Anthony W. Hoskin, Edward Dutton e Helmuth Nyborg, hanno infatti osservato il ribaltamento della classica tesi della secolarizzazione: «Per oltre un secolo gli scienziati sociali hanno previsto il declino dei credo religiosi e la loro sostituzione con prospettive più scientifiche e/o naturalistiche. Una previsione conosciuta come l’ipotesi della inarrestabile secolarizzazione». Ma lo scetticismo generale verso questa convinzione è stata da loro confermata studiando grandi campioni di studenti universitari in Malesia e negli Stati Uniti, scoprendo che a diventare minoranza saranno coloro che non si riconoscono in alcuna fede.

«È ironico pensare che i metodi contraccettivi siano stati sviluppati in primo luogo da atei», hanno osservato gli autori, «questi metodi stiano contribuendo, ora, a diminuire la rappresentanza degli atei nelle future generazioni». La questione infatti è che le persone scettiche hanno statisticamente meno fratelli rispetto alla media, quelle religiose invece mostrano maggiori tassi di fertilità. Da qui ne consegue che «l’ateismo subirà un declino costante per tutto il secolo, anche nei paesi industriali e perfino in Europa».

Il grande limite dello studio è chiaramente quello di identificare la fede religiosa come esperienza ereditaria, dando forse eccessiva importanza al contesto familiare in cui si cresce. E’ comunque vero che genitori con una forte fede religiosa sapranno convintamente offrire valori più difficilmente ripudiabili rispetto a genitori privi di religiosità che, al massimo, infonderanno un semplice relativismo, facilmente abbandonabile dopo un’esperienza di compimento della propria umanità, come accade nell’incontro cristiano. Nell’ateismo, invece, semmai ci si lascia scivolare dopo l’esperienza di una delusione, di una rassegnazione, di un dolore nei confronti della vita. L’adesione ad esso non segue mai una conversione dettata da un’esperienza entusiasta di soddisfazione.

La nostra tesi è che il maggior tasso di fertilità delle persone religiose non è semplice coincidenza o astratto senso del dovere nel riprodursi, ma risponde alla positività di sguardo che il credente, in particolare il cristiano convinto, ha verso la vita. Egli non si limita a sopravvivere, ha un orizzonte più ampio e, per questo, è lieto di mettere al mondo dei figli sapendo di poter trasmettere loro un adeguato significato dell’esistenza. Per lui il reale è positivo in quanto voluto dal Dio che ha abbracciato la sua vita, non teme perciò di introdurre in esso il proprio figlio.

Il relativista scettico, al contrario, è consapevole di avere ben poco di positivo da trasmettere alla ragione altrui, non è un caso che la secolarizzazione sia andata di pari passo all’individualismo egoista delle società occidentali. «L’ateismo è morto di morte naturale», afferma il filosofo Philippe Nemo, «non ha mantenuto le promesse non sapendo offrire all’umanità una ragionevole ragione di vita» (P. Nemo, La bella morte dell’ateismo moderno, Rubbettino 2014).

La redazione

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34 commenti a L’ateismo è in estinzione perché inadatto alla modernità: lo sostiene uno studio

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  1. vincenzo. ha detto

    Perché mai un ateo, convinto dell’assenza di finalità della vita e della sofferenza, dovrebbe mettere al mondo suoi simili destinati alla stessa sofferenza? Logicamente, una coppia di atei non può volere avere figli. Se li fanno, almeno un po’ in qualcosa credono, seppure inconsciamente.

    • Klaud ha detto in risposta a vincenzo.

      Che conclusioni strampalate: da cosa deduci che per un ateo la vita sia sofferenza?
      Allora anche i credenti non dovrebbero mettere al mondo dei figli, o sono dei sadici che godono nel vederli soffrire in previsione del premio (?) finale.
      Sorvolo sul credere inconsciamente. Ce n’è già abbastanza di quelli che fanno cose a loro insaputa.

      • Leonardo ha detto in risposta a Klaud

        Avresti forse ragione se il pensiero cattolico fosse quello da te descritto. Una vita di privazioni in attesa di un premio finale se fai il bravo.
        Fortunatamente nulla di più lontano dal Cattolicesimo.
        Non sarò io qui ora a spiegarti nulla. Sappi solo che quello che ti chiamo Cattolicesimo, Cattolicesimo non è.

  2. lorenzo ha detto

    Oggi il problema non è l’ateismo teorico,
    è l’ateismo pratico tipico anche di molti che si dicono credenti.

  3. Fabio ha detto

    L’individualismo… Quella cosa che sta facendo morire d’indifferenza la coscienza dell’occidente e che è assolutamente svincolata dal fatto di essere cristiani o atei.
    C’è tanta gente che non perde mai una messa il fine settimana e che partecipa pure all’eucarestia, ma quando te la ritrovi fuori dalla chiesa, manco si degna di accennarti un saluto o un sorriso. Anzi, abbassa lo sguardo, o guarda dall’altra parte, sale in auto di gran carriera e poi via alla mondanità.
    Le strette di mano esistono soltanto quando il sacerdote invita a “scambiatevi un segno di pace”, ma fuori da quel contesto nessuna pietà.
    É difficile rimanere cristiani, tra l’individualismo dei cristiani di facciata.

  4. RanTanPlan ha detto

    Sarà anche in estinzione, ma non è che trovo le chiese piene di fedeli e / o oratori gremiti di gente; peggio ancora noto, qui come anche fuori il web, che neanche adolescenti e già bestemmiano le divinità ( ovviamente quelle cristiane essendo in uno stato permeato dalla religione cristiana ) come niente.

    I miei figli sono agnostici, ma non si permettono lontanamente, anche se in compagnia di persone non-religiose, ad usare le bestemmie. Sinceramente questi studi non li vedo molto attinenti alla realtà, ma spero di sbagliarmi.

    • Steve ha detto in risposta a RanTanPlan

      Hai ragione.

      Le chiese, o perlomeno quelle in cui entro ogni tanto (ma non per seguire la messa, ma così, perchè mi piace entrarci) sono vuote, a parte qualche decina di over 70.

      I miei amici over 30 sono al 90% atei o disinteressati e almeno l’80% bestemmiano come non ci fosse un domani, ma non è che io sono amico di bestie demoniache, ma è la normalità. In uni, su facebook, su youtube, i giovani ma anche non son quasi tutti bestemmiatori accaniti e trovano la religione ridicola. Quindi l’ateismo purtroppo non è in estinzione.

      Dico purtroppo da credente super tiepido e non praticante: trovo l’ateismo una posizione non razionale ma dogmatica.

      • Steve ha detto in risposta a Steve

        Intendevo amici UNDER 30, non over.

      • vincenzo. ha detto in risposta a Steve

        Se si va a Pasqua, le chiese sono piene, almeno dove vado, in alcuni casi si resta fuori in strada, segno che i fedeli sono per lo più pigri, altrimenti, se fossero totalmente atei, in chiesa non andrebbero nemmeno a Pasqua.
        Sono anni, poi, che a Messa “ci vanno solo gli anziani”. Era così anche trent’anni fa, dalle mie parti. Dopo trent’anni, posto che molti di quegli anziani sono passati a miglior vita, si vedono altri anziani in chiesa. A rigor di logica, dovrebbero essere i trentenni – quarantenni che non andavano a Messa negli anni ’80.

        • Fabio ha detto in risposta a vincenzo.

          Potrebbe anche essere che gli anziani over 70, che ora vanno a messa regolarmente, siano i giovani e le persone di mezza età, che trenta o quaranta anni fa, già erano consuetudinari ad andarci.
          Comunque siano le cose, è vero che le chiese non sono mai piene nei fine settimana, fatta eccezione per il giorno di Pasqua o a Natale, però è anche vero, che a chi gli viene la voglia di andarci soltanto in quei giorni, lo faccia più per cerimonia o bella presenza, che per vera ispirazione di fede. Un pò come fa tanta gente che va a sposarsi in chiesa, senza comprendere appieno l’importanza del gesto che compie.

          • vincenzo. ha detto in risposta a Fabio

            Se uno non crede, che cosa gliene importa di fare bella presenza? Molti, poi, a Pasqua, ci tengono a prendere l’acqua santa per la benedizione.

            • Fabio ha detto in risposta a vincenzo.

              Basterebbe entrare in chiesa in qualsiasi giorno dell’anno, attingere con tre dita dal battesimale e farsi il segno della croce, anche quella sarebbe una benedizione con l’acqua santa.
              E comunque il sacerdote impartisce la benedizione ogni volta che termina una messa, non solamente a Pasqua, se proprio qualcuno desiderasse farsi benedire.

          • Vincent Vega ha detto in risposta a Fabio

            @Fabio

            “Un pò come fa tanta gente che va a sposarsi in chiesa, senza comprendere appieno l’importanza del gesto che compie.”

            E infatti oggi la stra-grandissima maggìoranza dei matrimoni è nulla proprio per questo, perché manca il consenso a sposarsi come lo intende la Chiesa.

            Oggi parlavo con una donna che mi ha detto che quando si è sposata e ha pronunciato la formula nuziale intendeva (nella buona e nella cattiva sorta ecc) intendeva che sarebbe rimasta fedele al marito anche in caso lui si ammalasse o si versasse in difficoltà economiche, non che qualora lui la lasciasse per trovarsi un’altra, o il matrimonio diventasse un inferno, lei sarebbe rimasta sola per il resto della sua vita senza risposarsi.

            La grandissima maggioranza anche tra i cattolici praticanti si sposa con queste intenzioni, rendendo de facto il matrimonio nullo, celebrato solo “per forma” ma non realmente.

            • Fabio ha detto in risposta a Vincent Vega

              Esattamente, Vincent.
              Celebrano un giorno di festa, di regali, fotografie e di esibizionismo, non di responsabilità future condivise.

              • Vincent Vega ha detto in risposta a Fabio

                Realisticamente, Fabio: se un sacerdote mettesse le cose in chiaro con gli sposi dicendo a lei o a lui “uhè ciccio/a, lo sai che se tua/o moglie/marito fra cinque anni diventa una zoccola/violentatore, potrai si separarti ma dovrai stare solo/a per il resto della tua vita” quanti credi che, anche tra i cattolici praticanti, si sposerebbero in Chiesa?

                Io penso davvero molto pochi, perché il matrimonio cattolico, se lo si intende come lo intende la Chiesa, è MOLTO più difficile, coke vocazione, del Sacerdozio (visto che dal Sacerdozio c’è una via di uscita se ci si accorge di aver sbagliato vocazione o ci si innamora).

                E sinceramente non mi riesce di biasimarli, perché pur impegnandomi non riesco a vedere come cosa giusta che una donna che ha avuto la disgrazia di sposare un volentatore o un adultero incallito debba avere l’addizionale disgrazia di essere condannata alla solitudine a vita.

                Se è una colpa, questo mio non riuscire a vederla diversamente, chiedo perdono al Signore.

              • Vincent Vega ha detto in risposta a Fabio

                Aggiungo: se è una colpa, che il Signore mi dia la Grazia di vederla diversamente. Perché nonostante approfondite riflessioni non riesco proprio a vederla diversamente, ora come ora.

                • positrone76 ha detto in risposta a Vincent Vega

                  Tecnicamente succede perché ne fai un’analisi razionale mentre la vocazione è la risposta ad una chiamata di Dio (teoricamente). Quello che ti mancherebbe in caso di fallimento secondo ipotesi razionali, te lo ridarebbe il Signore. Sebbene sia d’accordo con te, il matrimonio è sempre un salto nel buio o nella luce…

                • Fabio ha detto in risposta a Vincent Vega

                  Caro Vincent, io ti posso rispondere come la penso io, quindi come agirei qualora mi accadesse di sposarmi una donna la quale di lì a breve tempo mi rendesse l’esistenza un inferno, cornificandomi senza ritegno, mentendo di parola in continuazione, minacciandomi e ricattandomi, magari anche procurandomi violenza morale, psicologica e aggressione fisica: la manderei all’inferno.
                  Divorzierei. Punto.

                  E se mi innamorassi di un’altra dopo la fine del matrimonio?
                  Mi ci metterei assieme.

                  Il Signore non pretende mai dei martiri. Ama i sacrifici, quello sì, ma non che una persona annichilisca la propria vita ed esistenza, in un eccesso di zelo di fanatismo.

                  Se io sposassi una bastarda, senza saperlo, senza rendermene conto che lei lo sia, poiché abile a mascherarlo per ragioni d’interesse, opportunismo o quant’altro, ebbene il mio matrimonio agli occhi di Cristo sarebbe viziato sin dal principio, perciò nullo.
                  Per quale ragione, quindi, dovrei evitare d’innamorarmi ancora, per rimanere fedele ad una donna la quale non lo è mai stata sin dal principio con me?
                  No! Il martire sciupato e senza causa, sarebbe un’umiliazione al dono della vita.

                  Su, maestro Vincent, non ti abbattere!
                  Siamo o non siamo cristiani razionali?

                  Male che vada, “ci rivedremo all’inferno”, come il titolo di un noto film degli anni 70.
                  🙂

  5. Giacomo94 ha detto

    Tendenzialmente ciò che più preoccupa non è tanto l’ateismo militante, ma l’indifferenza idealistica e religiosa, che ha come cartina di tornasole il lassismo morale in cui versano le civiltà occidentali.
    Si cerca il senso di ogni cosa in ogni cosa, anche nel nulla, con ciò che ne deriva. Le tesi della secolarizzazione sono state ormai scalzate, vista la molteplicità dell’offerta religiosa, ma la frammentazione dei “credo” non sempre è di aiuto alla missione universale della Chiesa Cattolica.
    In ogni caso il fatto che venga considerato l’ateismo (semplicemente una delle tante religioni del novecento per me) anacronistico, può aprire barlumi di speranza alle crociate di disperazione e nichilismo che ci propinano i media e le cronache del quotidiano.

  6. Steve ha detto

    Il problema di base è come i mass media, la comunicazione in genere, e molti personaggi dello spettacolo strumentalizzano la religione additandola come assassina delle libertà, della felicità personale, dell’amore: i non credenti vengono quindi fatti passare come i liberi da ogni schema che vivono meglio senza barriere.

    Ovvio che l’adolescente medio moderno voglioso di farsi vedere e fare l’anticonformista sposa in pieno questa falsa strumentalizzazione e quindi nutre fin da subito odio ardente per la religione, bestemmiando fin dalla culla.

  7. alessandro pendesini ha detto

    ……i popoli religiosi presentano ben superiori tassi di nascite……
    …..La questione infatti è che le persone scettiche hanno statisticamente meno fratelli rispetto alla media, quelle religiose invece mostrano maggiori tassi di fertilità….
    …. «L’ateismo è morto di morte naturale», afferma il filosofo Philippe Nemo, «non ha mantenuto le promesse non sapendo offrire all’umanità una ragionevole ragione di vita»…..Dice l’articolo !

    Oggi vivono nel mondo circa 7,5 miliardi di persone; di questi 7,5 miliardi, oltre un miliardo occupano delle baraccopoli.
    La popolazione mondiale raggiungerà nel 2050 se non cambia nulla, circa 10 miliardi ! Praticamente tutte le persone che verranno aggiunte ai 7,5 miliardi attuali finiranno nelle baraccopoli: vale a dire che nel 2050 non sarà 1 ma 3 a 4 miliardi, cioé 30 40% dell’umanità, che vivra senza acqua potabile, senza fogne, senza fosse settiche, e come un « bene considerato importante », unica consolazione oltre quella di riprodursi come conigli, la televisione… ovviamente piccolo schermo ! E, non puo essere questione di separare la demografia quantitativa ed approccio culturale…. Da notare che tra gli elementi culturali –o, più esattamente tradizionali-, è impossibile ignorare l’impatto della religione cattolica. La Chiesa si dimostra chiaramente reticente, o contraria, di tutto ciò che riguarda la pianificazione familiare e controllo delle nascite. Dio vede, e Dio provvede, dice !… Come potremmo essere indifferenti al tasso estremamente elevato di natalità in alcuni paesi in via di sviluppo, o del terzo, quarto mondo ? Come possiamo ignorare simultaneamente che, in situazioni di grande –o estrema povertà, i bambini siano voluti « per amore » quando sono considerati come una fonte di reddito o di assicurazione per la vecchiaia? Quando c’é abbastanza da mangiare per dieci e sono in cento a doversi sfamare ? Non sono affatto convinto che il discorso religioso cattoloico, ma non solo, faccia sufficientemente prova di un semplice « buon senso » o comunque realismo.
    P.S. ;-A l’occasione della scorsa conferenza del Cairo, delle voci sia cattoliche che musulmane si sono saldatamente unite per opporsi a qualsiasi politica di controllo delle nascite !…Capisca chi puo’…..
    N.B. :-Come potremmo solamente immaginare che miliardi di persone supplementari che gli studi demografici annunciano in un prossimo futuro si lasceranno rinchiudere in enormi sacche di povertà e ci lasceranno godere la tranquillità della nostra civilizzazione industriale arcisatura da beni di consumo ?…Quello che si sta profilando da qualche tempo in occidente non vi dice niente ? Non vi aiuta a riflettere sulle prospettive di un futuro prossimo non proprio rosee ?
    Avrei qualche domandine da fare al filosofo (ma non sociologo e/o antropologo !) Philippe Nemo…

    • Fabio ha detto in risposta a alessandro pendesini

      Razionalmente la tua analisi è condivisibile, caro Alessandro, ma lascia che la mia “irrazionalità”, ipotizzi un incremento di patologie esiziali, (gravi neoplasie, dislepidemie, cardiopatie), nei paesi sviluppati, come conseguenza dell’incremento di polveri sottili, particolato ed altra peste chimica dispersa nell’atmosfera, oltre a cattiva alimentazione e cibi sempre più raffinati, in contrapposizione a patologie batterico/virali a carattere endemico nei paesi sottosviluppati, come conseguenza dell’incremento demografico e scarse condizioni igienico-sanitarie, oltre all’assenza di profilassi…

      Ebbene, pensi davvero, lo pensi veramente, che entro il 2050, la popolazione mondiale possa raggiungere la quota demografica di 10 miliardi d’individui?

      Io penso di no, specie se consideriamo che l’Europa ha anche un tasso di natalità oramai irrisorio, (escludendo gli immigrati presenti), quanto lo hanno anche altri paesi al mondo, sia asiatici, come il Giappone, per esempio, sia americani, come il Canada, gli Stati Uniti e qualche altra nazione sud Americana.

      Mettiamo anche in preventivo un ipotetico conflitto internazionale su vasta scala, giacché le premesse vi sono già, (nuove tensioni tra Russia-Cina e Usa, oltre ad altre tensioni tra Iran e Israele e, Corea Nord e Corea Sud-Giappone).
      Io ho il sentore, che da qui al 2050, la popolazione mondiale calerà.
      Ripeto, la mia è una visione, magari anche pessimistica, se vogliamo definirla tale, tuttavia è supportata da elementi oggettivi incontrovertibili.

      • vincenzo. ha detto in risposta a Fabio

        Nemmeno gli immigrati fanno più molti figli. In genere, chi raggiunge una stabilità economica tende a dedicare le proprie energie su uno, massimo due figli. Non è una questione di fede, ma di gestione della famiglia.

      • alessandro pendesini ha detto in risposta a Fabio

        …Ebbene, pensi davvero, lo pensi veramente, che entro il 2050, la popolazione mondiale possa raggiungere la quota demografica di 10 miliardi d’individui?…..
        Fabio :
        Diversi modelli matematici di varie accademie mondiali arrivano a questa conclusione !
        Ovviamente se una meteorite di qualche chilometro di diametro dovesse nel frattempo colpire la Terra, una guerra mondiale, cosi come se una seria pandemia mondiale dovesse decimare grand parte della gente, l’elaborazione di nuovi modelli dara una risultante diversa, ma se niente di significativo cambia nel comportamento umano di certe etnie, la tendenza dell’incremento demografico sara quella indicata.
        P.S. Nel passato e tuttora certi dicono che la scienza senza coscienza non puo’ essere che rovina dell’anima; un fatto accettato, una verità da manuale…. Ma la coscienza senza la scienza? Una coscienza che rivendica la sua ignoranza? A quali rovine ci prepara? Poiché la fede è una « certezza » che non può essere, mai essere, verificata. E ‘anche, e in primo luogo, a differenza della scienza, inconfutabile !

        • Fabio ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Caro Alessandro, i modelli matematici e le proiezioni a lunga gittata cronologica nel tempo a venire, direi che lascino il tempo che trovano. Dico questo, perché nel 2007-2008, giunse una crisi economica e finanziaria internazionale, di tale portata, (e che tutt’ora ne stiamo subendo gli effetti), a dispetto di tante proiezioni positive sul futuro che gli economisti avevano matematicamente elaborato.

          Viviamo in un contesto epocale tormentato e decisamente molto più imprevedibile, rispetto a quello di 20 o 50 anni fa, quando la quotidianità era sostanzialmente lineare, o se vogliamo definirla più semplicemente ordinaria. Di conseguenza, fare delle previsioni a lungo termine, seguendo gli algoritmi dei computer o di qualche saccente universitario, lo trovo poco prudente e decisamente avventato.

          Il nuovo millennio, (e nuovo secolo), si è aperto con le immagini dei grattacieli del World Trade Center che si sbriciolavano come sabbia, ed ora sta proseguendo in una precarietà che mette in discussione giornalmente qualsiasi aspetto del vivere umano.
          Come ci si può ancorare a dei modelli opinabili, che non tengono assolutamente conto del fattore epocale e che sono soltanto previsioni sul futuro, simili a quelle che potrebbe fare un astrologo?

          Riguardo la ragione e la coscienza, direi che l’una abbia bisogno dell’altra e che possano coabitare nella stessa persona, senza per forza di cose imporre ad una delle due di sfrattare.
          Io amo la scienza, mi ha sempre affascinato, specie la biologia, la medicina e la chimica, ma questo non ha reso impossibile la convivenza con la mia fede cristiana.
          Tu, invece, noto che tendi a sfrattare una delle due, concentrando tutto te stesso sulla rimanente.

          • alessandro pendesini ha detto in risposta a Fabio

            ….Come ci si può ancorare a dei modelli opinabili, che non tengono assolutamente conto del fattore epocale e che sono soltanto previsioni sul futuro, simili a quelle che potrebbe fare un astrologo?…

            ….Riguardo la ragione e la coscienza, direi che l’una abbia bisogno dell’altra e che possano coabitare nella stessa persona, senza per forza di cose imporre ad una delle due di sfrattare….

            Fabio alla prima osservazione rispondo :
            Erano appena 3.000, circa mezzo milione di anni, nel cuore dell’Africa, quando gli uomini di Neanderthal si separarono da loro percorrendo una propria strada; Non più di 10.000, 30.000 anni più tardi, quando i loro congeneri hanno iniziato l’ultimo « viaggio » verso Homo sapiens sapiens; tra i 5 e 10 milioni sparsi su gran parte del mondo, quando le prime agglomerazioni umane hanno iniziato meno di 10.000 anni. Da allora, hanno raggiunto il mezzo miliardo nel 1600, il miliardo verso il 1800, 2 miliardi intorno al 1930, 4 miliardi nel 1970 e circa 7 miliardi nel 2011, attualmente siamo circa 7,5 miliardi. Se nulla cambia, come gia detto nel precedente commento, dovremmo arrivare a circa 9/10 miliardi nel 2050. L’aumento esponenziale prefigurato da Malthus è evidente, non solamente, ma anche superato. Pur considerando –e qui raggiungo la tua opinione- che il sistema dipende da numerosi parametri, puo’ avverarsi –a lunga scadenza- risultare caotico come succede a volte nelle previsioni del tempo ma non solamente….

            Alla seconda osservazione vorrei chederti a quale coscienza alludi : esplicita o implicita ?

  8. Enrico ha detto

    L’ateismo spesso si assoccia ad egoismo quindi gli atei hanno bassi tassi di fecondità.

    • Steve ha detto in risposta a Enrico

      Su questo, basandomi su esperienze personali, posso darti totalmente ragione.

    • alessandro pendesini ha detto in risposta a Enrico

      Caro Enrico :
      La morale esisteva prima dell’invenzione degli dei, dal momento che troviamo una protomorale in molti primati. Ed esiste anche dopo gli dei poiché è indiscutibilmente accertato che gli atei non sono esenti di morale, o ETICA, come certi illuminati ritengono. Non sono più immorali o EGOISTI, come a lei piace definirli, dei credenti di stampo monoteista ! –Basti vedere nelle prigioni dell’Unione Europea (ma non solamente) l’incidenza dei credenti % e atei % per rendersene conto… Se per caso volesse qualche statistiche ufficiali in merito, me lo faccia sapere.
      Aggiungo che fare figli in un contesto socio-economico disastroso, come capita in certi paesi politicamente ed economicamente sinistrati, NON è una prova di « amore verso i figli » bensi di egoismo, egocentrismo o narcisimo triviale, NON di certo AMORE PER I FIGLI !…. Ne prenda nota

  9. Dario ha detto

    Dato che si parla di fecondità, a me piacerebbe adottare o fare il genitore affidatario. Cosa dice la Chiesa riguardo a chi rinuncia a diventare genitore biologico, utilizzando i metodi naturali, ma invece adotta?

  10. Dario ha detto

    Dato che si parla di fecondità, a me piacerebbe adottare o fare il genitore affidatario. Cosa dice la Chiesa a chi rinuncia a diventare genitore biologico, utilizzando i metodi naturali, ma invece adotta?

    • vincenzo. ha detto in risposta a Dario

      Se ti riferisci alla scelta di adottare, la Chiesa chiaramente approva. Se parli di rinunciare deliberatamente ad avere figli pur potendone avere per adottare bambini abbandonati, non so.

  11. Sophie ha detto

    Sono stata a Medjugorje tre volte e li è stra stra stra pieno di giovani. Vedi pure ragazzini di 14-15 anni in ginocchio a pregare con tanto di Santo rosario appeso al collo, si vedono ragazzini salire il Krizevac con un sorriso da qua a qua senza mai lamentarsi della fatica…

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