Il concetto di povertà cristiana che non capisce il (mal)conservatore Vittorio Feltri

Vittorio_FeltriIl direttore del Giornale, Vittorio Feltri, ha accusato di contraddizione Papa Francesco perché durante l’apertura della Porta Santa ha evitato di passare con la papamobile per le vie dello shopping d’alto bordo. «Ci limitiamo a osservare», ha scritto, «che se gli abbienti è meglio non frequentarli, probabilmente il primo luogo dove non mettere piede è la Città di San Pietro. Amen».

La Chiesa è ricca e parla dei poveri, questa è la nota obiezione. Premettendo che certamente la gestione economica della Curia romana ha parecchie falle, che Francesco e il Papa emerito hanno iniziato a correggere drasticamente, occorre ricordare che l’anticlericalismo vorrebbe una Chiesa davvero povera perché finalmente essa sparirebbe dalla scena pubblica e sociale, non potrebbe mantenere le diocesi, non potrebbe stipendiare i sacerdoti, perderebbe gli organi di informazione ecc.

Ma, sopratutto, come abbiamo già fatto notare, una Chiesa materialmente povera non aiuterebbe più le milioni di persone che ogni giorno nel mondo vengono assistite nelle centinaia dei centri missionari di carità. Lo stesso Papa Francesco ha spiegato: «la Chiesa è molto ricca […], i beni immobili della Chiesa sono molti, ma li usiamo per mantenere le strutture della Chiesa e per mantenere tante opere che si fanno nei paesi bisognosi». Ovvero, il problema non è non avere soldi ma come usarli.

La povertà di cui parla così spesso il Pontefice -tema affrontato nel nostro apposito dossier– non è soltanto una giusta sobrietà, ma sopratutto la povertà in senso cristiano: il non attaccamento al denaro, il non farne un idolo. «Il capitalismo e il profitto non sono diabolici se non si trasformano in idoli», ha spiegato Francesco. «Non lo sono se rimangono strumenti. Se invece domina l’ambizione sfrenata di denaro, il bene comune e la dignità degli uomini passano in secondo o in terzo piano, se il denaro e il profitto a ogni costo diventano un feticcio da adorare, se l’avidità è alla base del nostro sistema sociale ed economico, le nostre società sono destinate alla rovina».

Per questo, secondo un esempio che usiamo spesso, nell’ottica cristiana è più povero un ricco che dona ciò che ha a chi ne necessita, non essendo attaccato alle sue ricchezze, piuttosto che un povero geloso del poco che possiede. «L’attaccamento alle ricchezze è l’inizio di ogni genere di corruzione, dappertutto», ha chiarito in un’altra occasione il Pontefice. «L’attaccamento alle ricchezze ci dà tristezza e ci fa sterili. Dico ‘attaccamento’, non dico ‘amministrare bene le ricchezze’, perché le ricchezze sono per il bene comune, per tutti. E se il Signore a una persona gliene dà è perché li faccia per il bene di tutti, non per se stesso, non perché le chiuda nel suo cuore, che poi con questo diventa corrotto e triste».

Che il Vaticano sia ricco non è anti-evangelico: «Gesù non è contro le ricchezze in se stesse», ricorda Francesco. «Ma mette in guardia dal porre la propria sicurezza nel denaro che può fare della “religione un’agenzia di assicurazioni”». Certo, non è evangelico quando la Curia romana spreca o gestisce male il denaro, ma contemporaneamente bisogna ricordare che molta ricchezza viene da sempre usata a sostegno dei poveri nel mondo, come nessun’altra istituzione fa o ha mai fatto. La ricchezza è un bene se usata bene.

Purtroppo i polemisti anticlericali non hanno la capacità di cogliere la profondità della questione. Feltri si dichiara conservatore ma è ateo, quindi non può credere a valori sociali oggetti e tanto meno può, quindi, “conservarli” (e infatti combatte tutti i valori portanti della società, essendo a favore dell’eutanasia e della dissoluzione della famiglia). Oltretutto quando pontificano da un altare ben poco morale: il giornalista berlusconiano è infatti l’inventore del “metodo Boffo”, la vergognosa campagna di diffamazione contro l’ex direttore di Avvenire, Dino Boffo. Lo stesso Feltri nel 2014 ha augurato la morte per avvelenamento ad un cacciatore di funghi, reo di aver disturbato l’orsa Daniza che lo aggredì e venne per questo narcotizzata dai forestali. Nel 2004, invece, ironizzò senza rispetto sulla morte in Iraq del giornalista Enzo Baldoni, colpevole di essere antiberlusconiano.

Feltri che vuole sbertucciare il Papa è come un bisonte che si agita in una cristalleria. Quante volte il grande Indro Montanelli si sarà vergognato del suo successore?

La redazione

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

45 commenti a Il concetto di povertà cristiana che non capisce il (mal)conservatore Vittorio Feltri

« nascondi i commenti

  1. cristiano ha detto

    buongiorno. a voler completare il quadro ricordo che molto recentemente (nell’ultima settimana) in un suo articolo di fondo in prima pagina Feltri ha detto, criticando i sostenitori del riscaldamento globale (magari avendo pure ragione, ma non è questo il punto), che anche ai tempi di Galileo la maggioranza degli scienziati aveva torto in quanto sosteneva che la terra era piatta!! ma tutti sanno che la diatriba non era su questo, ma verteva sulla centralità della terra (o del sole). insomma una cantonata clamorosa. in generale è facile notare come spesso gli atei si vantano di essere persone molto avvertite, uomini che sanno come vanno veramente le cose del mondo e della vita, che hanno capito tutto, ma a un certo punto questa auto-dichiarata superiorità intellettuale e culturale si rivela per quello che è. appunto, auto-dichiarata

  2. GiuliaM ha detto

    Come diceva il buon don Camillo:
    “La povertà è una disgrazia, non un merito… Non basta essere poveri per essere giusti. E non è vero che i poveri abbiano solo diritti e i ricchi solo doveri: davanti a Dio tutti gli uomini hanno esclusivamente doveri”.

  3. Luca ha detto

    La Chiesa é ricca e parla ai poveri dice Feltri. E’ sempre stata osservazione pesantissima e difficilissima (impossibile ?) da controbattere. Ci sta sotto il disagio che ogni persona adulta con un minimo di responsabilità educativa prova inevitabilmente nello scarto tra la parola o il principio che si sforza di affermare ed il suo proprio stile di vita.
    E’ su questo piano che valuterei il segno dirompente e potentissimo di un papa che sceglie il nome di Francesco e abita un piccolo appartamento a S Marta anziché i palazzi apostolici. Trovo emozionante che anche un esponente forte della vecchia guardia come il Card. Ruini ne abbia colto il valore.
    Mi pare che la realtà si stia aprendo ad una Chiesa della testimonianza e che questa si sopvrapponga ed una Chiesa percepita essenzialmente come luogo del potere. Secondo me le persone come Feltri erano troppo legate proprio a questo aspetto della Chiesa – luogo ed espressione del potere temporale. Che fine hanno fatto i cosiddetti “atei devoti” ? Personalmente non ne sento la mancanza.

    • Ubi Deus ibi pax ha detto in risposta a Luca

      «La Chiesa é ricca e parla ai poveri dice Feltri. E’ sempre stata osservazione pesantissima e difficilissima (impossibile?) da controbattere.»

      Difficilissima? Impossibile?! La Chiesa parla a tutti: poveri e ricchi. Non fa distinzioni quando si tratta di salvare la vita dei suoi figli.

      «Ci sta sotto il disagio che ogni persona adulta con un minimo di responsabilità educativa prova inevitabilmente nello scarto tra la parola o il principio che si sforza di affermare ed il suo proprio stile di vita.»

      Lo scarto è solo nell’immaginazione distorta pauperistica dei nemici del Vangelo. Ma il Vangelo, riguardo ai soldi, è efficacemente riassunto nella nota massima attribuita a San Giovanni Bosco: «Il denaro è lo sterco del diavolo, ma concima così bene!». Il denaro in sé non ha nulla di peccaminoso, è uno strumento come tanti per incamminarsi verso il Cielo. L’importante è ricordarsi che è appunto un mezzo e non un fine.

      «E’ su questo piano che valuterei il segno dirompente e potentissimo di un papa che sceglie il nome di Francesco e abita un piccolo appartamento a S Marta anziché i palazzi apostolici.»

      Riportiamo le testuali parole del Santo Padre in merito:

      Domanda – Si sente libero qui in Vaticano?

      Risposta del Papa – “Due giorni dopo essere eletto papa, sono andato (nella versione olandese: “come si dice ufficialmente”) a prendere possesso dell’appartamento papale nel Palazzo Apostolico. Non è un appartamento lussuoso. Ma è largo, è grande… Dopo aver visto questo appartamento mi è sembrato un imbuto al rovescio, cioè grande ma con una porta piccola. Questo significa essere isolato. Io ho pensato: non posso vivere qua semplicemente per motivi mentali. Mi farebbe male. All’inizio sembrava una cosa strana, ma ho chiesto di restare qui, a Santa Marta. E questo mi fa bene perché mi sento libero. Mangio nella sala pranzo dove mangiano tutti. E quando sono in anticipo mangio con i dipendenti. Trovo gente, la saluto e questo fa che la gabbia d’oro non sia tanto una gabbia. Ma mi manca la strada.”

      Inoltre, sempre nella stessa intervista:

      Domanda – Il Suo omonimo San Francesco scelse la povertà radicale e vendette anche il suo evangeliario. In quanto papa, e vescovo di Roma, si sente mai sotto pressione per vendere i tesori della Chiesa?

      Risposta del Papa – “Questa è una domanda facile. Non sono i tesori della Chiesa, ma sono i tesori dell’umanità. Per esempio, se io domani dico che la Pietà di Michelangelo venga messa all’asta, non si può fare, perché non è proprietà della Chiesa. Sta in una chiesa, ma è dell’umanità. Questo vale per tutti i tesori della Chiesa. Ma abbiamo cominciato a vendere dei regali e altre cose che mi vengono date. E i proventi della vendita vanno a monsignore Krajewski, che è il mio elemosiniere. E poi c’è la lotteria. C’erano delle macchine che sono tutte vendute o date via con una lotteria e il ricavato è usato per i poveri. Ma ci sono cose che si possono vendere e queste si vendono.”

      Domanda – Si rende conto che la ricchezza della Chiesa possa creare questo tipo di aspettative?

      Risposta del Papa – “Si, se facciamo un catalogo dei beni della Chiesa, si pensa: la Chiesa è molto ricca. Ma quando è stato fatto il Concordato con l’Italia 1929 sulla Questione Romana, il governo italiano di quel tempo ha offerto alla Chiesa un grande parco a Roma. Il papa di allora, Pio XI, ha detto: no, vorrei soltanto un mezzo chilometro quadrato per garantire la indipendenza della Chiesa. Questo principio vale ancora. Sì, i beni immobili della Chiesa sono molti, ma li usiamo per mantenere le strutture della Chiesa e per mantenere tante opere che si fanno nei paesi bisognosi: ospedali, scuole. Ieri, per esempio, ho chiesto di inviare in Congo 50.000 euro per costruire tre scuole in paesi poveri, l’educazione è una cosa importante per bambini. Sono andato all’amministrazione competente, ho fatto questa richiesta e i soldi sono stati inviati.”

      Citazioni tratte da: http://www.news.va/it/news/intervista-al-papa-a-giornale-olandese-di-strada-s o http://it.radiovaticana.va/news/2015/11/06/intervista_a_papa_a_giornale_olandese_di_strada_straatnieuws/1184739

      Come vedi è lo stesso Papa a disprezzare questa visione di una Chiesa opulenta e pingue, che l’ha preceduto e/o combattuto, contrapposta ad una Chiesa povera e santa, rappresentata dal Santo Padre e dai suoi fedelissimi collaboratori.

      • lorenzo ha detto in risposta a Ubi Deus ibi pax

        Credo che quanto affermato dal giornalista: “San Francesco scelse la povertà radicale e vendette anche il suo evangeliario”, sia una vera è propria bufala…

        • Ubi Deus ibi pax ha detto in risposta a lorenzo

          E non è neppure l’unica bufala detta da quel giornalista, lorenzo, ma mi interesserebbe sapere cosa pensa Luca delle parole del Santo Padre, che smentiscono la sua (di Luca) visione ecclesiale. Mi interessa perché altrove Luca ha dibattuto a lungo con Panthom e soprattutto con Dan di metodo induttivo e deduttivo e di come si possano inferire conclusioni errate da premesse (metodologiche, o anche solo ideologiche, com’è il caso della ecclesiologia pauperista ciclicamente di moda nella storia) errate.

          Infatti il Santo Padre, intervistato, dice chiaramente di non vedere alcuna contraddizione tra lo splendore e la ricchezza del Palazzo Apostolico o della basilica papale di San Pietro e il mandato evangelico, perché non si sente affatto possessore di quei beni (che sono di tutti! Visitando i Musei Vaticani si arriva infatti a pochi metri dagli appartamenti papali), e perché sa bene che si tratta di beni indisponibili (nessun folle potrebbe mai pensare di vendere la Pietà di Michelangelo, anche questo ricorda il Papa). Eppure Luca vede nella scelta del Santo Padre di vivere nell’hotel di Santa Marta – anziché nel Palazzo Apostolico – un segno di rottura e forse anche di disgusto per il passato del Papato, che Luca evidentemente reputa ipocrita. Tutto ciò nonostante il Sommo Pontefice spieghi chiaramente i motivi “psicologici” per cui ha preferito non vivere solo in un appartamento comunque abbastanza grande (è noto quanto sia importante per l’Ordine della Compagnia di Gesù fare vita comunitaria).

          • lorenzo ha detto in risposta a Ubi Deus ibi pax

            Concordo in pieno.
            Vorrei invece chiederti che effetto ti ha fatto vedere la facciata della basilica di S. Pietro utilizzata come uno schermo cinematografico?

            • Ubi Deus ibi pax ha detto in risposta a lorenzo

              Il fatto di avere usato la facciata della basilica come uno schermo non mi ha indignato. Mi indigno più nel vedere gli abusi o gli scempi che noi credenti compiamo dentro le basiliche 🙂 :(.

              Comunque ho trovato abbastanza assurdo proiettare quelle specifiche immagini, perché erano molto più chiaramente associate all’ultima enciclica papale che non alla misericordia di Dio, al centro del Giubileo straordinario.

              • lorenzo ha detto in risposta a Ubi Deus ibi pax

                Sostanzialmente, quindi, anche per te “Fiat lux” è stato uno spettacolo per lo meno inappropriato: sbaglierò, ma per la testa mi frulla l’dea che un simile “evento” possa essere stato partorito dalla mente di una certa Immacolata la cui carriera professionale si è sviluppata nell’ambito Corporate Marketing Communications & Public Relations…

          • Luca ha detto in risposta a Ubi Deus ibi pax

            Poiché sull’argomento dici delle cose ben centrate e che condivido, mi permetto egualmente di osservare come
            sia un peccato tu voglia cogliere l’occasione per attribuirmi parole e pensieri che non mi appartengono. La pace sia con te.

      • lorenzo ha detto in risposta a Ubi Deus ibi pax

        Ovviamente la bufala consiste nel sostenere che chi come lui voleva che gli oggetti sacri fossero preziosi, abbia potuto vendere l’Evangeliario.

  4. GLI UNICI valori che contano per Feltri sono rappresentati sulle banconote. E’ una persona senza scrupoli che ha pensato tutta la vita solo ai soldi e non si mai è fatto alcuno scrupolo nel calunniare persone, culture e città.
    E’ una persona per il quale conta solo l’utilità e la convenienza.

  5. broncobilly ha detto

    Ottima risposta a Feltri, ma debole qualora voglia giustificare la rinuncia a passare con la papamobile per le vie dello shopping.

    • Martino ha detto in risposta a broncobilly

      Stessa cosa che, in un primo momento, ho pensato anch’io. Poi però mi sono fatto una domanda: simbolicamente, le vie dello shopping rappresentano meglio un uso della ricchezza per il bene comune o un consumismo fine a se stesso?

      • Katy ha detto in risposta a Martino

        Completamente d’accordo, lo sfrenato shopping natalizio è proprio l’opposto del messaggio del Papa e del messaggio evangelico, è un uso del gran denaro per fini narcisistici. Bene ha fatto a starci lontano!

        • Vincent Vega ha detto in risposta a Katy

          Concordo, molto meglio spendere i soldi che di norma si spenderebbero (secondo una certa tradizione consumista) a Natale per i poveri e chi sta peggio di noi, e applicare Matteo 25:40.

  6. broncobilly ha detto

    Francamente non ho mai visto un povero uscire dalla povertà a suon di elemosine come, per dirla tutta, non ho mai visto un ricco entrare nella ricchezza grazie alla libidine per il denaro. Qua e là ci sarà anche qualche caso sporadico ma pensare che quella sia la via…

    La storia parla chiaro e gli esempi abbondano, ne faccio due casuali: Taiwan e la Corea del Sud (milioni di persone) sono usciti dalla povertà ed entrati nel “primo mondo” non certo grazie alla carità di qualche benefattore ma perché hanno investito producendo e vendendo beni (molti di lusso) al primo mondo, cosa impossibile senza le strade in cui quei beni si smerciano e che la papamobile sceglie di sabotare. Una scelta per me sbagliata nella sostanza e anche simbolicamente, visto che rischia di alimentare l’immaginario pauperista, il vero nemico da combattere e che questo articolo affronta solo a metà.

    • Katy ha detto in risposta a broncobilly

      Infatti la Chiesa non fa “la carità”, ma investe in scuole, ospedali, centri di formazione ecc. Ovvero insegna a pescare e non regala il pesce, così si esce dalla povertà e lo si fa con le proprie gambe. Lo sfrenato shopping di natale non c’entra nulla con il senso del Natale!

      • broncobilly ha detto in risposta a Katy

        Difficile uscire dalla povertà con le “scuole”. Ci piace pensarlo ma i fatti presi nella loro globalità dicono altrimenti. La scuola, quella seria, come del resto una rete ospedaliera decente, si sviluppa in modo accettabile e funzionale in seguito all’arricchimento del paese, non lo precede praticamente mai. Poi ci sono le emergenze, occorre badare anche a quelle per carità, ben consapevoli però che in quel caso ci occupiamo di “toppe”, non di “medicine”. E comunque io non disprezzerei mai il termine “carità” dicendo che la Chiesa non ne fa. Spero che ne faccia e ne faccia molta.

        • Luca ha detto in risposta a broncobilly

          Dal punto di vista sociologico, politico, economico sarà anche giusto quel che dici. Tuttavia credo che alla Chiesa, al papa, alla cristianità interessi di più un discorso morale, perché qualcuno 2000 anni fa ha proclamato beati i poveri. Puoi fare tutti i distinguo che vuoi ma quella é la parola che resta -tra le attre- a fondamento della fede e della Chiesa.

          • Panthom ha detto in risposta a Luca

            Si ma i tuoi poveri sono quelli di Feltri, Gesù invece invocava la povertà di spirito, il ritornare come bambini. Anche tu sei un bisonte in una cristalleria!!

            • Vincent Vega ha detto in risposta a Panthom

              Certo, invocava la povertà di spirito ma invitava anche a preoccuparsi materialmente di chi sta peggio di noi. Matteo 25:40 toglie ogni dubbio.
              ” Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi». Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?». E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato». Anch’essi allora risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?». Allora egli risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me». E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

              • Panthom ha detto in risposta a Vincent Vega

                Per l’appunto, Gesù non ha mai detto “beati i poveri” nel senso di “beati i senza soldi”, ma ha piuttosto detto “beati coloro che aiutano i poveri”, cioè che sono coloro che vivono la povertà di spirito, e un povero di spirito è anche in ricco che non è attaccato ai soldi che possiede e li usa per il bene.

                • Vincent Vega ha detto in risposta a Panthom

                  Si, questo è giusto, e infatti una Chiesa povera non potrebbe nemmeno fare del bene.
                  Il punto è, e io non sono certo un marxista, che se coloro che stanno bene si preoccupassero di chi sta peggio ci sarebbe molta meno gente sofferente e nella povertà, questo il cristiano deve sempre ricordarselo.
                  Perciò, se io per primo mi rendo conto che una Chiesa povera perderebbe di rilevanza e non potrebbe aiutare i poveri sia materialmente che spirtualmente, evangelizzandoli, è altrettanto vero che bisogna, per quanto possibile, continuare nel cammino che ci porterà, spero, ad una semlre maggiore trasparenza.
                  Che i nostri cardinali siano di esempio, e coloro che amano troppo il lusso cerchino di capire se tale condotta è conforme ai voleri di Gesù, e si diano una risposta.

                • Vincent Vega ha detto in risposta a Panthom

                  Poi intendiamoci: io difendo sempre la Chiesa dalle calunnie, ma spero anche che Papa Francesco riesca a renderla sempre più inattaccabole in futuro, perché è davvero stressante difemdersi da tutte queste calunnie.
                  Il modo migliore a mio avviso è cercare di essere il più trasparenti possibile anche perché, come dimostra l’articolo, poi la verità viene fuori.
                  Il punto è che se il nemico intanto ha potuto lanciarti letame addosso qualche schizzo ti rimane.

          • Ubi Deus ibi pax ha detto in risposta a Luca

            A Luca che scrive:

            «Qualcuno 2000 anni fa ha proclamato beati i poveri. Puoi fare tutti i distinguo che vuoi ma quella é la parola che resta – tra le altre – a fondamento della fede e della Chiesa.»

            Tutte le pericopi sulle beatitudini evangeliche ci rendono ben chiara una cosa: la beatitudine non è affatto nello stato in cui si trovano le persone citate, ma nelle conseguenze immediate o future che quello stato comporta per grazia (=dono) divina:

            Mt 5,3:
            Beati i poveri in spirito,
            perché di essi è il Regno dei Cieli. [è, non sarà: già qui, ora (iam et nondum – “già e non ancora”), chi è povero è vinto dalla vita, ed è quindi disposto più di un ricco a mettere da parte il proprio ego per ascoltare finalmente il Signore nella propria vita ed avere una vita piena e ben riuscita, senza aspettare le pizze in faccia che il Signore permette che ci accadano perché anche noi, nel nostro (più o meno) relativo benessere possiamo scuoterci dal nostro torpore egoistico e incamminarci verso la (vera) vita].

            E si potrebbe continuare con l’esegesi di tutte le restanti beatitudini, senza banalizzarle in un pauperistico e masochistico “beati i pezzenti, perché sono pezzenti”.

            • Luca ha detto in risposta a Ubi Deus ibi pax

              Riguardo la povertà sono daccordo con tutte le precisazioni ricevute e ringrazio tutti. Sono la miglior risposta a Broncobilly e a chi sostiene che la lotta alla diseguaglianza sia una questione legata esclusivamente ai soldi e alla gestione del potere e questo era un pò l’intento del mio intervento. Aggiungerei solo – con la mia indole di inveterato moralista – che se perseguire l’eguaglianza é anche (forse soprattutto) una questione di impegno delle persone singole, soprattutto di disponibilità alla condivisione, a spezzare pani e pesci anche con chi non si conosce … allora senza nessun intento “pauperista” credo che il “beati i poveri” assuma i suoi contorni più naturali senza bisogno di trasformarlo nel suo contrario: beati i ricchi (…). Ovviamentecome già osservato da qualcuno meglio averne di pani e pesci, piuttosto che no.

      • Giovanni ha detto in risposta a Katy

        Carissima Katy, purtroppo quello che dici non è esatto, almeno nel Sud del Mondo. La chiesa non “investe” in scuole, ospedali, centri di formazione, ma ahimè anche se in assoluta buona fede, realizza scuole ecc. I risultati sono: creazione di una miriade di disoccupati (scuole e centri di formazione), che al massimo possono aspirare a posti nella pubblica burocrazia e quindi a consumare sviluppo e non a produrlo. Per gli ospedali il discorso è ancora più negativo: sono tutte strutture che non si auto sostengono e che non sono sostenibili da fondi pubblici (mancano i contribuenti, nei paesi poveri!). Questo non è insegnare a pescare, e, dunque, la povertà estrema continua ad esistere ed a colpire. I rimedi? Ci sono, ma bisogna cambiare testa e cuore nei pesi ricchi. Secondo me, siamo affetti da secolare presunzione e paternalismo: crediamo, in buona fede, certo, di essere buoni e bravi e non ci accorgiamo che, se dopo decenni di interventi la povertà estrema non arretra, qualcosa di storto ci dovrà ben essere nel modello di azione. Lo stesso, peggiorato di enne volte, perché ci sono anche ruberie varie, che, grazie a Dio, negli interventi caritativi della Chiesa nel Sud del mondo sono praticamente assenti, avviene per i cosiddetti aiuti pubblici. Una vergogna di cui nessuno parla. un piccolo dettaglio visto due giorni fa in un aeroporto Africano: un quadrigetto del Programma alimentare Mondiale fermo visibilmente da anni: decine di milioni di dollari abbandonati pubblicamente. Questo la Chiesa nel Sud del pianeta non lo ha mai fatto.

        • Danilo ha detto in risposta a Giovanni

          Bhe non arretra perche ,unfatti un intervento di emergenza non e’ una pianificazione economica,una pianifucaziine economica su una nazione che parte da 0 non e mica a bhe mandiamoci la nike,semmai parti da un sistema agronomico,autosufficente.E non si bhe ho datto l’elemosina,ma quello che mi preocupa e’:sicuro che le nazioni occidentali vogliano riprese economiche e de

          E quindi si siamo bravi a mostrare platealmente con tanto di rockfeller filantropia quello che fa la mano destra,ma bene attenti a nascondere quello che si fa con la mano sinistra.

  7. antonio zanussi ha detto

    Temo abbia ragione Feltri , ultimamente la Chiesa ha dimostrato di predicare bene e di razzolare male. cosa può capire la gente comune , che solo i ricchi sono mossi da avidità sfrenata ? io sarei più cauto con le parole.

  8. Licurgo ha detto

    E’ vero che se la Chiesa vende tutto, o quasi, finisce la carità rapidamente, è vero che l’uso povero della ricchezza viene esplicitato diverse volte da Paolo.
    Però nel Vangelo c’è una condanna, almeno a me pare, decisamente netta della ricchezza in quanto tale, anzi, quando leggo le beatitudini di Luca e le speculari maledizioni ai ricchi, pare proprio che in Gesù ci sia la precisa coscienza che i poveri esistono perchè esistono i ricchi, che, usando una terminologia moderna per rendere più facile il discorso, si appropriano di una parte consistente della produzione sociale della ricchezza, privatizzandola.
    Dunque, uscendo dal discorso della Chiesa, e parlando della ricchezza in senso generale e sociale, a me la critica di Gesù pare molto più ‘politica’ (pure qua uso un termine moderno per spiegarmi) di quanto sembri.

    • Danilo ha detto in risposta a Licurgo

      Bhe non e’ che si condanna l’utile,ma il vivere solo ed esclusivamente per l’utile,dopotutto l’utile in certe prospettive diviene inutile,si puo accumulare tutto quello che si vuole ma inevitabilmente l’utile finisce con la vita dell’uomo.

      Per altro hanno congetturato partendo da Aristotele che l’utile e utile in funzione di altro,e che l’utile non genera la felicita’ anche se controintuitivo,il grafico tra utile e felicita e un grafico a U rovesciata(paradosso di Easterlin)

      Insomma piu che altro e’ la deificazione dell’utile.

      • Licurgo ha detto in risposta a Danilo

        Certo, l’utile non può mai essere un fine, in quanto ciò che è utile lo è per definizione verso un fine, che dunque non può coincidere per logica con il mezzo (cioè l’utile).
        Resta però il fatto che, stando ai soli Vangeli, la condanna di Gesù verso i ricchi come tali sembra essere netta e, nel senso sopra descritto, politica. Altro è quando parla della Regalità e di qualche Signore nelle parabole, che nella sua visione messianica, diventa un fatto mistico e spirituale, ma quando parla alla lettera di proprietà e soldi mi pare molto poco conciliante.
        Uscendo dalla teoria, se una persona si attiene alle leggi dello Stato e paga onestamente le tasse tasse, al massimo può diventare benestante, almeno in Italia. Se diventa straricco qualcosa non va a livello di onestà fiscale e/o di salario retribuito, per cui, a ben pensarci, Gesù, pensando che i ricchi fossero causa dell’esistenza dei poveri (o almeno così a me par dire nel Vangelo, stando che non sono un esegeta), anche parlando di lui come di un uomo e non di Dio, ci aveva visto lungo.

        • Vincent Vega ha detto in risposta a Licurgo

          Esatto Licurgo. Chi ha di più deve innanzitutto:

          1) Essere onesto e dare a Cesare quel che è di Cesare.
          2) Usare il superfluo per sostenere chi sta peggio di lui, non autocondannandosi ad una vita di miseria, assolutamente, ma almeno è necessario essere onesti e contribuire al bene comune con le tasse e, specie per chi è cristiano e ha abbracciato il Vangelo, occuparsi, per quanto possibile, attivamente di chi sta peggio.
          Questo è molto importante. Altrimenti dove sta la differenza tra noi e il mondo? Da cosa si vede? Dal fatto che recitiamo il Credo di Nicea e diciamo il Padre Nostro?

        • Dan ha detto in risposta a Licurgo

          Si bhè dici che non ci si arricchisce con l’onestà,ma il problema e che i poveri comunque ci saranno sempre,non sempre perchè ci sono i ricchi che generano i poveri,o perchè ci siano i poveri che generano i ricchi.

          Basta che esista una forma di lavoro perchè si generino, ricchi e poveri.

          Bhè non potrebbe certamente il Vangelo parlare dell’italia,a magari ti riferisci a quello a cui fu detto se vuoi la perfezione rinuncia a tutto quello che hai,quello che ai i soldi o l’attaccamento materiali ai beni,se vuoi rinuncia all’avidità,ma difficilmente questo è possibile.Il potere genera solo il desiderio di maggior potere,si perchè se i soldi sono un mezzo,l’avidità ci vede il potere su altre persone e il loro controllo.

          Altrove ma non nel il Vangelo,si parla però anche alla pigrizia umana rispetto all’avidità.La conseguenza spesso della pigrizia e dell’immobilismo viene vista anche come il raggiungimento della povertà,dall’altra l’avidità verso la richezza viene vista quella di agire indipendentemente dall’onestà del mezzo per raggiungere il profitto,finanche a negare la dignità umana.Di senso non è possibile togliere l’economia,dall’altro è indispensabile che uno autocontrolli la propria avidità del solo profitto.

          Nel senso che in qualunque visione cristiana tanto la pigrizia quanto l’avidità vengono scartate, non potrebbe essere considerata nè l’avidità nè la pigrizia come precetto morale almeno nel cristianesimo. Perchè la prima viene collegata al lavoro, il lavoro è una questione della dignità umana rispetto alla dignità,ora però è anche vero che non tutti i lavori per conseguire un benessere economico come fine sono onesti,bhè d’altronde corrompere certi politici che non hanno voglia di lavorare di per suo,e la via più semplice più che altro per sopravanzare anche chi comunque lavora onestamente.

          • Dan ha detto in risposta a Dan

            Per altro il lavoro viene inteso perfino in alcune concezioni monastiche come assolutamente facente parte del progresso spirituale,insomma il punto è che comunque nè l’una nè l’altra forse sarebbero utili alla politica,anche perchè la questione viene intesa come cambio di se stessi per andare incontro agli altri,nè più ne meno come se non si sa come amare se stessi non difficilmente si sà puo amare gli altri,quindi prima di migliorare un qualche mondo (scordandosi di renderlo perfetto)è necessario migliorare se stessi.L’utile è e sarà sempre solo un problema per chi si fa da esso dominare,è questo colpisce tranquillamente parecchi esseri umani i cristiani non si escludono.

            • Licurgo ha detto in risposta a Dan

              @ Vincent Vega
              Ottimo, ci siamo capiti!

              @ Dan
              Grazie del commento, davvero meritevole di approfondimento, e vengo rispondendoti sui punti.
              a) Sulle citazioni, vado a memoria e scusami se le faccio un po’ libere per come le ricordo.
              Penso a ‘Guai a voi ricchi, che oggi siete sazi ma domani avrete fame, che oggi ridete ma domani piangerete…’. Penso a ‘Vai, vendi tutto quello hai e dona il ricavato ai poveri’; è vero che qua la domanda era ‘come posso essere perfetto’, ma è proprio Gesù che dice ‘Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste’; penso al ‘costruitevi un tesoro in Cielo’ contrapposto a quello in terra e agli innumerevoli strali contro le elites giudaiche del suo tempo, che ‘caricano la gente di pesi insopportabili ma loro non li toccano nemmeno come un dito’ e in particolare al discorso della richiesta di Korban da parte con cui di fatto si affamano i poveri… che sono quelle che mi vengono così a braccio.
              b) Io non direi che i poveri nascono col lavoro, ma con la scissione tra proprietà e lavoro e col diritto di successione ed eredità, istituzioni antichissime e ben precedenti al capitalismo che le implementerà nel suo nuovo ciclo denaro/merce
              Alla luce di ciò, certamente la pigrizia è un’attitudine disdicevole, ma non è necessariamente legata con la povertà. Un esempio: se io nasco da una famiglia di ricchissimi possidenti, posso anche essere pigrissimo ma basta che non sperpero i soldi in modo compulsivo (attitudine, quella di essere spendaccione, non necessariamente legata alla pigrizia) e povero non ci divento, mentre uno può nascere povero e pieno di buona volontà e rimanere povero…certo, scherzandoci su… se si è poveri e pigri è un bel guaio!
              c) Sull’oggi, semplicemente, come ben chiarisce Vincent Vega, Gesù, collegando alla disonestà morale la grande ricchezza, ci aveva visto lungo, e di qui poi tutto il discorso sulle tasse ed il salario, che, ovviamente, Gesù non aveva in mente in senso specifico, ma, sempre parlando in termini moderni, possiamo dire che aveva ben capito le linee di tendenza.

              In tutto questo io vedo una forte critica ‘politica’ (sempre usando un termine moderno per semplicità) ai meccanismi di costruzione della ricchezza.

  9. Ubi Deus ibi pax ha detto

    Un collega che ascolta il programma radiofonico La Zanzara mi ha riferito di aver sentito Vittorio Feltri dire in quella trasmissione – più o meno – che la crisi è una gran brutta bestia ma che… dopotutto quelli ricchi come lui non la sentono affatto.

    Corrisponde al vero? Sarebbe coerente con il personaggio sgradevole e di cattivo gusto che impersona da troppi anni. Preghiamo per lui…

  10. andrea g ha detto

    Le solite baggianate di Feltri; credo ci sia richiesto di pregare per una persona così triste,
    con un anticlericalismo da operetta: gli anni passano anche per lui, e si sta rendendo conto
    che continuare a recitare la parte del cinico non lo porta da nessuna parte.
    I problemi esistenziali li risolve solo DIO
    Gli auguro di lasciarsi illuminare dal Bambino di Betlemme.
    Amen.

  11. Dom ha detto

    Al di là quello che dice Feltri, la Chiesa di Francesco è una Chiesa semplice, che cerca la povertà spirituale per essere vicino alla gente; non è una Chiesa da salotto.
    Mi rendo conto che tanti vorrebbero snobbarla o vorrebbero criticarla, come facevano prima.
    Le critiche alla Chiesa van sempre bene, però non c’è dubbio che questo nuovo percorso andrà avanti nonostante tutto.
    Molti all’interno della Chiesa hanno rubato la speranza con i loro comportamenti sbagliati e per questo ci vuole questo percorso.

  12. Michele Bendazzoli ha detto

    Resta la contraddizione di non passare per le vie dello shopping d’alto bordo.
    Non è forse andato a cena con il ricco esattore delle tasse Gesù?

    • Panthom ha detto in risposta a Michele Bendazzoli

      Non c’è nessuna contraddizione, ma è stato un gesto forte di protesta contro il consumismo natalizio. Il tuo è un ricatto morale che non può sussistere, anzi scommetto che lo stesso paragone non lo hai fatto quando Francesco ha ricevuto il trans…lì si che era giusto fare il paragone con Gesù che riceve Zaccheo o i peccatori!!

    • lorenzo ha detto in risposta a Michele Bendazzoli

      Perché per aprire la ‘Porta Santa’ avrebbe dovuto passare per quelle vie?

    • lorenzo ha detto in risposta a Michele Bendazzoli

      Chiedo scusa per l’imprecisione: perché per andare dal Vaticano a piazza Mignanelli per l’omaggio all’Immacolata avrebbe dovuto passare sempre o solo per via dei Condotti?

    • Danilo ha detto in risposta a Michele Bendazzoli

      Si vede che non aveva vogilia di fare shopping.Te lo imagini se li rispondeva,pero non conosco Roma, “perche fare con piu’ cio che puo essere fatto con meno” principio di economia perfetto,ma che porterebbe al fallimento dei beni di lusso?Un po come certi anarcocapitalisti,perche’ non sottopagarli e non dare il giusto compenso,pagando in piu cio che puo essere pagato di meno?
      .

« nascondi i commenti