Suicidio di Carlo Lizzani: l’implosione dell’etica laica

Carlo LizzaniIl suicidio di Carlo Lizzani, il 5 ottobre scorso, è l’ennesimo caso di personaggi di laicità comprovata e manifestata (Monicelli, Lucentini, Magri, D’Amico ecc.) il cui senso dell’esistenza non ha retto di fronte all’invecchiamento e alla sofferenza. Ovviamente ai familiari va la nostra vicinanza e a Carlo il nostro rispetto, ma il suo tragico gesto, divenuto di dominio pubblico, va giudicato pubblicamente.

Come sempre accade in questi casi, molti esponenti della summa laicale hanno celebrato il suicidio di Lizzani come un atto di eroismo, di coraggio (anche se, a parte Umberto Veronesi, non si sono spinti fino alla logica conseguenza di invitare i giovani all’imitazione di questo valoroso gesto). Come spiegato da Tommaso Scandroglio, hanno sostenuto la loro posizione spiegando che il suicidio di Lizzani non va giudicato perché la morte è affare privatissimo. Peccato che subito dopo ne abbiano però fatto un affare pubblico e di Stato strumentalizzando tale morte per rilanciare la richiesta di eutanasia legale in Italia.

Ad abusare politicamente di questo “gesto privato” di Lizzani sono stati ovviamente i soliti radicali come Filomena Gallo e Mina Welby, abili manipolatori delle disgrazie altrui come ha sottolineato in precedenza il laico Sergio Romano.

I vari intellettuali di “Repubblica” e de “Il Giornale”, come Ozpetek e Feltri, hanno avuto il merito di evidenziare invece l’incoerenza della morale laica: il problema per loro non è quella di evitare suicidi e omicidi, ma di dare la possibilità di uccidere e di uccidersi in totale sicurezza. L’eutanasia in ospedale servirebbe a questo perché «il corpo di una persona schiacciata sul marciapiedi mi sembra un torto alla dignità», ha spiegato Ozpetek. È questione di stile: buttarsi giù da una finestra è volgare, suicidarsi con un’iniezione è invece molto rock.

Allo stesso modo per le stanze del buco: all’intellighenzia laica non interessa che i giovani si drogano e i motivi per cui lo fanno, l’importante è che lo facciano con siringhe sterili e in ambienti controllati. E ancora: è volgare che gli omosessuali comprino i bambini dalle povere donne indiane, molto meglio che facciano l’ordinazione e poi se li facciano regalare da occidentali “madri generose”, come ci hanno spiegato Chiara Lalli e Giuseppina La Delfa.

Non è un caso che l’implosione dell’etica laica sia perfettamente osservabile nelle parole del più noto esponente italiano, l’oncologo Umberto Veronesi: alla domanda «Che cosa direbbe agli italiani che non hanno più voglia di vivere?», Veronesi non ha dubbi: «Di procurarsi una corda o di aprire una finestra: non c’è altra soluzione legittima o accettabile. È assurdo perché uccidersi non è reato, anche il tentato suicidio non è punibile. Allora perché è reato aiutare qualcuno se questa persona ha scritto chiaramente qual è la sua volontà?». Questi sono i consigli illuminanti che Veronesi offre agli italiani, configurando le sue parole come istigazione al suicidio. Le domande che si pone, inoltre, sono completamente assurde e inaccettabili in un confronto razionale: nel nostro ordinamento giuridico il suicidio non è considerato reato perché sarebbe grottesco mettere dietro le sbarre un cadavere. Il tentato suicidio invece non è punibile, non perché lo Stato lo approvi – non tutto ciò che non è punito è da considerarsi legittimo si spiega al primo anno di giurisprudenza alle matricole – bensì perché sarebbe inutile spedire in carcere o comminare una multa al tentato suicida: i suoi problemi non si risolvono con la reclusione e questa sanzione potrebbe solo aggravarli. Se fosse legittimo, come dice Veronesi, tentare di togliersi la vita non si capisce il motivo per cui il nostro Stato punisce chi aiuta a suicidarsi (580 cp) o chi uccide un terzo con il suo consenso (579 cp). Se il suicidio fosse cosa buona l’omicida del consenziente potrebbe solo ricevere un encomio. Lo sfavore del nostro ordinamento invece verso il suicidio lo si deduce proprio da queste due norme che puniscono chi aiuta un altro a togliersi la vita.

Il suicidio non è un gesto di libertà (ma di libero arbitrio), nemmeno di coraggio, anzi è proprio un gesto di resa e l’eliminazione di ogni libertà. E’ un gesto di disperazione e chi esalta la disperazione è perché non è capace di ritrovare un significato più alto del vivere, del soffrire e del morire. E’ un problema esistenziale che ossessiona le nostre secolarizzate società. Il vero eroismo, la vera esaltazione della libertà è invece quella di Marina Neri, la giovane colpita da un raro tumore osseo che ha saputo combattere fino alla fine senza mai arrendersi. Non ha invitato l’umanità sofferente al suicidio, come Veronesi, ma ha offerto la sua testimonianza: «Per chiunque viva un’esperienza simile alla mia, credo che valga sempre la pena di lottare, di provarci credendoci totalmente. Darei la vita per non morire».

La redazione

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94 commenti a Suicidio di Carlo Lizzani: l’implosione dell’etica laica

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  1. Livio ha detto

    in fondo l’idea intellettualistica si ferma sempre allo stesso punto. Morire presto quando ti sei stufato e non servi piu a nessuno e possibilmente non rompere le balle al prossimo.

    • Jack ha detto in risposta a Livio

      Bravo, è il concetto superstizioso di vita (laica) dominata da sfiga e fortuna. Finché la fortuna gira si coglie l’attimo, quando non gira più tanti saluti all'”incidente casuale” chiamato vita.

      • Giuseppe ha detto in risposta a Jack

        La fiera della banalità…

        • Jack ha detto in risposta a Giuseppe

          Vuoi negare che la vita di un ateo sia dominata da fortuna e sfortuna? Cosa decide gli eventi della vita allora?

          • Giuseppe ha detto in risposta a Jack

            Mi deve spiegare innanzitutto cosa intende per fortuna e sfortuna. Cosa decidono gli eventi della vita? La causalità degli eventi esterni unita alla necessità interiore.

            • Panthom ha detto in risposta a Giuseppe

              Questo è un atto di fedeismo indimostrabile.

              In ogni caso il caso è un sinonimo di fortuna (quando il caso è positivo alle attese del soggetto) e sfortuna (quando è negativo alle attese del soggetto).

              La vita dell’ateo è dominata dal caso, dunque da fortuna e sfortuna esattamente come la vita dei superstiziosi. Non esiste, invece, alcuna “necessità interiore”.

  2. geminitolk ha detto

    Anche il suicidio di quel filosofo francese contro il matrimonio omosessuale allora è condannabile, giusto?

    • gladio ha detto in risposta a geminitolk

      Sicuramente, ci sono mille maniere per per portare avanti le proprie idee.
      Il gesto in questione è senzaltro da condannare.
      Comunque sia però, è abbastanza evidente che dietro alla motivazione di questo suicidio si nasconda tutta una situazione di disagio psicologico, se non di una vera e propria malattia che va ben oltre la questione dei matrimoni gay.

    • Daphnos ha detto in risposta a geminitolk

      È certamente condannabile, ma secondo me è piuttosto un tornasole della mentalità dominante… se uno si suicida perché è gay e la società non lo comprende, allora devi umiliarti in pubblico perché la colpa è anche tua e guai a te se provi ad accampare scuse, vergognati. Se uno si suicida perché è un tradizionalista e la società non lo comprende, è eticamente accettabile commentare “complimenti, io lo sostengo, e invito quanti la pensano come lui a seguire il suo esempio”.

  3. Simone ha detto

    La risposta data da Veronesi alla domanda “Che cosa direbbe agli italiani che non hanno più voglia di vivere?” è assolutamente agghiacciante.
    Se uno è depresso o non ha più voglia di vivere, si cerca di rimetterlo su, di confortarlo, non gli si dice di suicidarsi.

    Per favore, togliete a questo mostro la sua cassa di risonanza, queste cose non si possono sentire.

  4. Carlo ha detto

    Una persona di solito si suicida non per sport ma perchè ha un problema alquanto grave che non è più in grado di portare.
    Ci sono gente che lottano e gente che non se la sentono di combattere…tanto alla fin fine bisogna morire…… quindi sia che commbatti sia che ti arrendi prima non cambia molto (anzi se ti arrendi prima risparmi una buona quota di sofferenza inutile).

    Fossi io credente, mi domanderei come mai un Padre Buono ed Onnipotente manda “saette” ai suoi figli tanto da indurli al suicidio. Dio si che dovrebbe essere incriminato per istigazione al suicidio!!! Noi poveri uomini subiamo senza possibilità di ribattere

    • lorenzo ha detto in risposta a Carlo

      Che bisogno avevi di specificare che non sei credente?
      Da quello che hai scritto si capiva benissimo!

    • Panthom ha detto in risposta a Carlo

      Si è sempre capace di portare i problemi della vita, ma solamente se si ha un motivo adeguato per portarli. Effettivamente in un’ottica atea non c’è alcun motivo per vivere una vita di problemi…ma questo non è un problema di Dio ma della libertà dell’uomo di negare Dio e vivere stoicamente una vita alla quale non riesce a dare un senso adeguato.

      Sono d’accordo con l’articolo: è una posizione esistenziale.

    • Sophie ha detto in risposta a Carlo

      Fammi indovinare…. quando però le cose ti girano bene è merito tuo e non di Dio, ho indovinato?

    • edoardo ha detto in risposta a Carlo

      Carlo, io non sono un teologo.
      Sono “solo” un perito industriale.
      Dio non è un ingegnere.
      Le “saette” fanno parte dello stato delle cose.
      Gli organismi biologici, esercitando la loro esistenza sul pianeta Terra, lo fanno a scapito di qualche altra specie.
      Ti piace il pollo al forno con le patate?
      Be’, il pollo ha da crepare per te, e le patate non vengono da sé, richiedono fatica, investimento, modifica dell’ordine naturale spontaneo.
      Idem il calore del forno, impone la modifica di un ordine spontaneo.
      Le “saette” sono in gran parte conseguenze naturali imposte dalla necessità.
      Ci sono anche quelle create da idee deliranti di chi crede di aver capito tutto, e impone agli altri una croce a volte sproporzionatamente eccessiva da portare: l’umanità è varia, ci sono i bravi, gli onesti, i cercatori di Verità, gli stronzi, i menefreghisti, chi dice di aver capito tutto, chi non capisce un cavolo, chi vuole vivere a sbafo degli altri, e potrei continuare con questa lista fino a domattina.
      Un sostanza, quando schianta un pilastro e crolla il viadotto sopra il pilastro con la gente sopra, non è l'”ingegnere” Dio che lo fa crollare; magari è il tipo di acqua che è stata aggressiva sulla parte interrata del pilone, magari sono stati i progettatori che non hanno saputo prevederlo, ma non è certo colpa di Dio se l’acqua lì era aggressiva, e se il cemento è stato corroso mettendo a nudo l’armatura, la quale si è ossidata, ed il tutto ha ridotto la resistenza.
      Eppure i parenti del camionista che stava transitando col suo TIR l’istante in cui il pilone è schiantato, piangeranno il loro congiunto inveendo contro Dio giudicato causa del loro dolore.
      E’ solo un esempio.
      Ti voglio citare una frase che mi ha colpito. E dico colpito PROFONDAMENTE.
      E’ una citazione da un film di Glawogger, dal titolo WORKINGMAN’S DEATH:
      “: «Chi è nato con e attraverso il sangue proverà ogni tipo di sofferenza. Specialmente se è venuto al mondo in un posto che deve ancora conoscere la civilizzazione. Siamo nati nella sofferenza perché in questo Paese niente è come dovrebbe essere. Quindi ognuno qui fa il suo lavoro con pazienza. E se Dio nella sua infinita grazia ci dovesse concedere fortuna così sia.»
      Chi diceva questa era un lavoratore del macello di Port Harcour, Nigeria. Quelle è la parte povera del mondo. Mutatis mutandis, noi siamo in Italia, la parte povera d’Europa….Se accettassimo in po’ di più la sofferenza, uscissimo dalla mentalità del benessere che ci ha portato a far i capricci per assecondare tutte le cazzate che ci frullano per la testa, ce la prenderemmo meno col Dio-ingegnere quando l’armatura del pilone è corrosa dalla ruggine ed il TIR va giù.
      Linguaggio figurato, ma espressivo.

    • Li ha detto in risposta a Carlo

      Fammi capire, se ci va tutto bene siamo stai noi da soli a farcela con la nostra forza interiore e via dicendo e se ci capitano sfighe su sfighe allora è colpa di Dio?Comodo per un ateo, troppo comodo lo scaricabarile!

    • Li ha detto in risposta a Carlo

      Comodo per un ateo, troppo comodo lo scaricabarile!

    • Salvatore Benvenuti ha detto in risposta a Carlo

      Un vero credente ha una concezione di Dio ben diversa dalla sua e non si porrebbe una domanda simile a quella da lei formulata.

    • Emanuele ha detto in risposta a Carlo

      Caro Carlo,

      il problema è la libertà. Chi si suicida, non ha una vita più dura di altri che non si suicidano. Le sciagure, come ti ha spiegato anche Edoardo, sono spesso colpa dell’uomo.

      Casomai, la domanda sensata sarebbe, come mai Dio non impedisce materialmente che le persone si suicidino? Perché, ci ama e ci vuole liberi, liberi anche di sbagliare…

  5. Matteo ha detto

    Beh, a loro i vecchi e i malati stanno sulle scatole e quindi pensano sia un loro “diritto” ammazzarsi.
    Chi gli sta’ sulle scatole, per qualche strano motivo, ha sempre il diritto di morire, di non nascere, di essere sterilizzato etc.
    Strano, no? Che incredibile coincidenza…
    Ma è sicuramente altruismo, eh. Una questione di diritti.
    Avere una vita serena, avere qualcuno che ti stà vicino, qualcuno che ti da una mano: quello no, non è un Diritto.

  6. francesco ha detto

    E’ inutile senza Cristo crolla tutto, o si è con Cristo o con satana, come ci ha ricordato anche papa Francesco.

  7. Carlo ha detto

    Ho la vaga sensazione che si parli senza conoscere minimamente l’argomento. Di solito chi sta bene (sia economicamente che fisicamente) sproloquia contro i suicidi. Prima di pontificare però provate a mettervi nei panni di uno che si toglie la vita..

    • Panthom ha detto in risposta a Carlo

      Non mi sembra che Marina Neri, la donna malata di cancro citata alla fine, sia una persone che sta bene fisicamente. Sono proprio loro, le Marine, i Melazzini, i Crisafulli a testimoniare che l’uomo può sempre portare i pesi della vita, anche i più terribili. Occorre però avere un senso adeguato per farlo.

      Prima di pontificare, caro Carlo, prova a stare vicino a queste persone e vedrai che se si sentono volute bene da qualcuno difficilmente vorranno suicidarsi. La colpa è anche della nostra società secolarizzata, che ha tolto ogni significato al vivere e ancor di più al morire.

    • Li ha detto in risposta a Carlo

      Io ci ho provato a mettermici quando ho perso qualcuno per suicidio, e quello che pensavo era: come staranno i miei senza di me? Cosa lascerò? La gente sarà disperata?
      E pensa, sono stata in ospedale di recente e venivano tutti a trovarmi. E quando sono tornata alla mia parrocchia mi hanno fatto una gran festa anche quelli che pensavo non s’interessassero perché c’è meno confidenza.

      Il problema di chi si suicida è che si sente abbandonato a sé stesso, e non sempre serve ripetergli che non è così, se la depressione l’ha colto di brutto.
      Quando Satana ci lavora lo fa in grande!

    • pastor nubium ha detto in risposta a Carlo

      Carlo, vuoi aiutare un aspirante suicida: non dargli una spinta per buttarlo giù, dagli una mano per tirarlo su, e tenercelo su! la conosco la disperazione del suicida e ti posso dire in tutta coscienza che è criminale la posizione di chi afferma che va aiutato a morire: lo si deve aiutare a vivere! poco o tanto che sia il suo tempo di vita. La sofferenza morale si può combattere, quella fisica pure: l’importante è non lasciarlo solo con la sua disperazione. Sembri piuttosto interessato al tema: se ti trovi coinvolto in problemi di questo tipo, ti prego, abbi l’umiltà e il buon senso di chiedere aiuto.

    • Panthom ha detto in risposta a Carlo

      Infatti, leggo che entrambi erano persone sole, non avevano vita sociale. La donna aveva avuto problemi psichici.

      Oltre dunque ad un disagio sociale, c’è sempre la questione esistenziale. Perché uno è stanco di vivere? Perché non trova più senso, gli mancano le ragioni, non vede nulla nel suo destino che possa dargli speranza…sono proprio i valori della società secolarizzata: non siamo nient’altro che animali, siamo incidenti del fato, non esiste Dio e nessuno ci ha voluto al mondo, l’uomo è l’unica misura di tutto ed è lui l’unico artefice del suo destino.

      Questo ci insegnate voi laici e poi ci stupiamo se qualcuno si suicida?

      • Giuseppe ha detto in risposta a Panthom

        Non banalizziamo, che a ridicolizzare siamo tutti bravi, ma poi si rischia di diventare ridicoli a nostra volta…

        • beppina ha detto in risposta a Giuseppe

          Dove starebbe la ridicolizzazione nell’intervento di Panthom?

          • Giuseppe ha detto in risposta a beppina

            “Questo ci insegnate voi laici e poi ci stupiamo se qualcuno si suicida?”

            Semplicemente ridicolo…

            • Kosmo ha detto in risposta a Giuseppe

              Ah se poi ci si mette chi si arroga il diritto di decidere chi ha diritto di vivere e chi no…
              http://www.lisistrata.com/news/?p=6600
              state messi proprio bene…

            • beppina ha detto in risposta a Giuseppe

              non siamo nient’altro che animali, siamo incidenti del fato, non esiste Dio e nessuno ci ha voluto al mondo, l’uomo è l’unica misura di tutto ed è lui l’unico artefice del suo destino.

              La frase va contestualizzata con la frase precedente sopra riproposta. Prima del “ridicolo” mi pare si dovrebbe prendere posizione sulla sussistenza o meno di quanto affermato in precedenza.

            • Panthom ha detto in risposta a Giuseppe

              Se Giuseppe non è d’accordo con l’insegnamento ateista che ho riassunto è perché allora ritiene l’uomo superiore ontologicamente all’animale, un essere voluto da Dio, che esiste e che ci ha creato ed è lui a guidare e sostenere il nostro destino.

              Se invece non sostiene tutto questo deve sostenere l’opposto e cioè quello che ho scritto prima: non siamo nient’altro che animali, siamo incidenti del fato, non esiste Dio e nessuno ci ha voluto al mondo, l’uomo è l’unica misura di tutto ed è lui l’unico artefice del suo destino.

              E poi ci stupiamo se qualcuno ci crede e si suicida?

      • Excelsior ha detto in risposta a Panthom

        Perché non trova più senso, gli mancano le ragioni, non vede nulla nel suo destino che possa dargli speranza…

        Se dobbiamo dar credito all’onomanzia EVIL = LIVE, pertanto se vuoi avere delle ragioni per vivere basta essere malvagi. 🙂

        • Panthom ha detto in risposta a Excelsior

          In realtà io darei maggiormente credito all’omomanzia EVIL = VILE.

          Grazie per questa finestra di sciocchezza Excelsior, ora per favore torniamo seri.

    • Li ha detto in risposta a Carlo

      E come dicevo, quando si ha il vuoto e il buio dell’anima può non esserci ma che tenga.

    • edoardo ha detto in risposta a Carlo

      Leggi il primo commento a quell’articolo.
      Lo sottoscrivo in toto.
      Vorresti legalizzare l’eutanasia per colmare una lacuna causata dalla colpa di chi ha sperperato i soldi delle tasse per i loro porchi comodi anziché investirli in strutture sociali…il welfare?
      Non è colpa di Dio, ma della disonestà e/o incapacità degli amministratori.
      Mandiamoli affanc*** anzichè inveire contro Dio.

  8. beppina ha detto

    Un persona quando si suicida generalmente é perchè sente la vita come insopportabile. Arrivare a progettare in modo certosino il “fine vita” é abdicare su ciò che la società essenzialmente dovrebbe fare (dare ad ogni cittadino dignita, lavoro, sicurezza, opportunità, ecc…). Quando la società “ufficializza” la programmazione del “fine vita” vuol dire semplicemente che ha “mancato” in quello che in verità dovrebbe essere uno dei motivi fondanti che giustifica la sua stessa esistenza.

    La Redazione nell’articolo parla di “etica laica”; in realtà io vedo tanto “laica” ma poco “etica”. Non é etica permettere un cortocircuito fra quello che “dovrebbe essere” e quello che si é deciso di fare perché non si é riusciti a fare quello che “dovrebbe essere”.

  9. Li ha detto

    Se Maria Satoko Kitara avesse mollato quando le è venuta la tubercolosi, non avrebbe aiutato tanta gente. Invece anche solo la sua presenza quando stava male ha contribuito moltissimo ad aiutare la gente.

    http://osipblog.wordpress.com/2013/10/20/maria-satoko-kitahara-fiaccola-che-ha-illuminato-ari-no-machi/

    A volte anche solo la testimonianza presente di un malato che vive con dignità la sua sofferenza apre i cuori.
    Ricordiamoci Benedetta Bianchi Porro, presente fino in fondo.

    Il coraggio sta proprio nel vivere la propria sofferenza fino in fondo.

  10. Carlo ha detto

    Dio è responsabile sotto diversi punti di vista (se esiste)….

    -Anzitutto si è dimostrato un pessimo ingegnere. Ha creato un mondo dove….. fatevi un giro negli ospedali per capire, o visionate qualche video di terremoti/tsunami vari.

    -Nella sua Onniscienza conosceva in anticipo quanto sarebbe accaduto creando.Si dimostra quindi anche un Dio egoista. Se non hai bisogno delle creature perchè crei sapendo che buona parte di esse si “perderanno”? Cosa vuoi dimostrare?

    -Dulcis in fundo è anche un Dio che ” se ne frega”. E’, o almeno dovrebbe essere Onnipotente, ma non muove un dito per i suoi figli che “schiattano” su questo pianeta da Lui creato.

    Questi insieme ad altri motivi che non sto qui a scrivere mi hanno portato ad essere ateo. Credo nel caso che governa la vita. D’altra parte anche i fatti di ogni giorno lo dimostrano.Tizio che non ha mai toccato una sigaretta in vita sua si becca un tumore ai polomoni a 30 anni. Caio che fuma da una vita, ha una salute di ferro a 90 anni.
    Sempronio che non è stato un buon esemplare di “buona persona” ha tutto dalla vita..salute,famiglia, ecc… Pluto persona “come si deve” sembra essere perseguitato da una macumba..e potrei continuare…

    • Sophie ha detto in risposta a Carlo

      Tu sei deluso per te stesso e prendi come scusa gli altri. Non devi sentirti solo. Ma almeno hai mai provato d’impegno a recitare rosari su rosari e ad andare a messa? Le preghiere cambiano anche il corso degli eventi ma soprattutto ti danno un approccio migliore alla vita con le sue difficoltà. Devi sorridere di più e non fossilizzarti solo su quello che va male perchè questo ti porta ad essere un eterno piagnone ed è brutto, e fa ammalare non solo l’anima ma pure il corpo. 😉

    • beppina ha detto in risposta a Carlo

      Dio è responsabile sotto diversi punti di vista (se esiste).

      Mi pare che quando lei si definisce ateo la fase iniziale dovrebbe averla già superata… quindi dovrebbe vivere tranquillo e senza aver patemi su qualcosa che non c’é. O no?

      -Anzitutto si è dimostrato un pessimo ingegnere. Ha creato un mondo dove….. fatevi un giro negli ospedali per capire, o visionate qualche video di terremoti/tsunami vari.

      Senza scomodare la teologia o altro che a lei probabilmente poco interessa la invito a valutare che se esistesse un mondo perfetto l’Uomo coinciderebbe col suo Creatore. Se fosse così quale sarebbe il senso delle cose?

      -Nella sua Onniscienza conosceva in anticipo quanto sarebbe accaduto creando.Si dimostra quindi anche un Dio egoista. Se non hai bisogno delle creature perchè crei sapendo che buona parte di esse si “perderanno”? Cosa vuoi dimostrare?

      Mamma mia, anche qui bisognerebbe scomodare la teologia. Evito di farlo sia perché non sono sufficientemente preparata ma anche perché sono valutazioni che un ateo a priori non prenderebbe, probabilmente, da subito in considerazione (atteggiamento sufficiente a compromettere le stesse possibili conclusioni speculative). Le faccio solo notare che mi sembra quantomai “superficiale” accennare ad un egoismo del Creatore nel momento stesso in cui il Creatore ha posto come presupposto per la vita dell’uomo il libero arbitrio. C’é poi il discorso che il fine del cristianesimo é (o dovrebbe essere) la liberazione dell’egoismo dal mondo, ma direi di passar oltre…

      -Dulcis in fundo è anche un Dio che ” se ne frega”. E’, o almeno dovrebbe essere Onnipotente, ma non muove un dito per i suoi figli che “schiattano” su questo pianeta da Lui creato.

      Una persona é diversa dall’altra e nel momento in cui esiste un mondo “finito” (il mondo dove viviamo) e nel momento in cui non é possibile a priori che tutti ci “assestiamo” in grazia del Creatore (vedi considerazione precedente) mi sembra ovvio che ci sarà chi sta meglio e chi sta peggio. L’applicazione cristiana del libero arbitrio é proprio fare in modo che nella “media” possiamo stare tutti meglio (vedi accenno alla liberazione dall’egoismo…).

      Questi insieme ad altri motivi che non sto qui a scrivere mi hanno portato ad essere ateo. Credo nel caso che governa la vita.

      Sono contenta che lei sia appagato del suo modo di vedere la vita e la rispetto. Altri hanno altro modo di vedere la vita e vanno allo stesso modo rispettati.

    • Li ha detto in risposta a Carlo

      Sono d’accordo con chi dice che sei deluso da te stesso. Non mi dirai che credi nel libero arbitrio! Scandalo! L’uomo in realtà non ha una coscienza sua, una volontà propria e se l’è presa con la libertà sessuale. Ma per favore. Un esamino di coscienza…un bilancio della propria vita no? Noi siamo responsabili delle nostre azioni tanto quanto gli altri.
      Veder ciò che Dio fa per noi non è sempre facile soprattutto se ti esprimi con una chiusura mentale simile.
      Sono stata in ospedale più di 20 gg per blocco renale e la dialisi era molto vicina, ma non mi sono lasciata scoraggiare e ho vissuto quel periodo con con serenità e umorismo. Penso di non aver mai avuto un esperienza dell’aiuto di Dio così forte.
      Sapete quando sentite di dover fare alcune cose e siete sicuri di voi stessi che vanno fatte senza sapere il perchè? L’ho sperimentato e mi facevano pure sentire bene.
      Passava il frate e quando potevo facevo la comunione.
      Non sono santificata, ma posso dirvi che non mi sentivo sola (e non solo perchè venivano a trovarmi in tanti). E non so se avrei pensato queste cose senza un suggerimento dello Spirito Santo.

      Ti consiglio 1Giovanni 3:18

      Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità

      Purtroppo questa società che tende alla cosiddetta globalizzazione non fa altro che snaturare l’identità dell’individuo e tendere all’isolamento.

      Scusa se sono stata un po’ dura ma dovevo proprio dirlo!

    • lorenzo ha detto in risposta a Carlo

      – Pessimo ingegnere? Le leggi che regolano l’universo mi sembrano perfette.
      – Dio è onnisciente, l’uomo è libero, la vita terrena è un esame e la morte è l’inizio della vita.
      – E’ un Dio che, pagando di persona, permette a tutti coloro che lo desiderano di vivere in eterno nell’amore.

      Se non riesci a capire il perché la vita prenda una determinata strada e non un’altra, lascia perdere il caso e chiedi a Mamma di aprirti gli occhi…

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Carlo

      “Credo nel caso che governa la vita”

      Se avessi ragione bisognerebbe invocare un miracolo tanto più incredibile del fatto, abbastanza semplice, che ci sia Dio a guidare la vita. In ogni caso ci vuole troppo fideismo per essere atei, non è una religione adatta ad un libero pensatore.

      • Salvatore Benvenuti ha detto in risposta a Paolo Viti

        Forse è proprio questa la ragione per cui non riesco ad essere ateo: penso troppo.

        • Salvatore Benvenuti ha detto in risposta a Salvatore Benvenuti

          Ricordo che un tale, di cui non ricordo il nome, disse:
          Gli uomini non si dividono fra atei e credenti, ma fra pensanti e non-pensanti.

          • Zuckenberg ha detto in risposta a Salvatore Benvenuti

            Carlo Maria Cardinal Martini
            Arcivescovo di Milano
            Il quale era favorevole :
            -al profilattico per prevenzione dall’HIV (che è proprio il motivo per il quale è nato il profilattico) «Lo sposo affetto dall’Aids è obbligato a proteggere l’altro partner e questi pure deve potersi proteggere»
            -alle adozioni per single in mancanza di una famiglia «composta da uomo e donna che abbiano saggezza e maturità, anche altre persone, al limite anche i single, potrebbero dar di fatto alcune garanzie essenziali. Non mi chiuderei perciò a una sola possibilità».
            -e sulle unioni con partner dello stesso sesso «tale comportamento non può venire né demonizzato né ostracizzato». Mentre, anche se la famiglia va difesa, «non è male, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili».
            Tutto quì .

            • Salvatore Benvenuti ha detto in risposta a Zuckenberg

              Mi scusi: non capisco che relazione ci sia tra questa sua risposta e quanto da me espresso precedentemente. Qualcosa evidentemente mi sfugge. Pazienza! Essere fraintesi è un rischio che si corre rilasciando commenti.

              • Zuckenberg ha detto in risposta a Salvatore Benvenuti

                Volevo solo far notare che bisogna stare attenti a chi si cita , anch’io sono d’accordo con Papa Francesco e il Papa Emerito infatti .

                • Salvatore Benvenuti ha detto in risposta a Zuckenberg

                  ??? Continuo a non capire. Cosa c’entrano i profilattici con la mia risposta a Paolo Viti. Mi sa che qui ci stiamo confondendo un poco le idee. Sarà meglio che io volti pagina. Buona notte.

                • Salvatore Benvenuti ha detto in risposta a Zuckenberg

                  Ho capito. Comunque se si citano delle parole pronunciate da qualcuno ciò non significa che se ne condivida pienamente le opinioni.

            • simone ha detto in risposta a Zuckenberg

              Papa Francesco e Papa Benedetto XVI la pensano esattamente all’opposto. Dunque?

            • beppina ha detto in risposta a Zuckenberg

              … che è proprio il motivo per il quale è nato il profilattico…

              Non racconti balle (altrimenti le si allunga il nasino…)

          • Salvatore Benvenuti ha detto in risposta a Salvatore Benvenuti

            Rettifico: “…fra credenti ed atei, ma fra pensanti e non-pensanti”.

    • Salvatore Benvenuti ha detto in risposta a Carlo

      Conosco un comandamento che dice:”Non nominare il nome di Dio invano”.
      Quell’ “invano” per me equivale a “inutilmente, senza necessità” e credo di capirne la ragione: quando ci si mette a parlare di Dio, specialmente se si ha di Lui una concezione antropomorfica, si rischia di dire delle inesattezze, o forse sarebbe meglio dire – mi si perdoni il termine -“stupidaggini”.Per questo preferisco parlare di Dio il meno possibile.

    • Excelsior ha detto in risposta a Carlo

      Dulcis in fundo è anche un Dio che ” se ne frega”

      E’ esattamente quello che sostenni io tempo fa in una discussione su questo stesso sito. Dio (chiamiamolo pure così) è indifferente alle vicende umane.

      • Paolo Viti ha detto in risposta a Excelsior

        E’ talmente indifferente che si è fatto uomo e ancora la sua resurrezione determina ed è al centro della vita di miliardi di persone nel mondo, nonché è alla radici della civiltà occidentale.

        Un ateo che afferma che Dio se ne frega degli uomini è come un sordo che accusa un cantante di essere stonato.

        • Salvatore Benvenuti ha detto in risposta a Paolo Viti

          Giusto! Ottimo segno di assoluta indifferenza l’essersi fatto uomo per condividerne le sofferenze! E poi – scusatemi – ateo non è colui che non crede nella esistenza di Dio? Come può essere menefreghista chi neppure esiste?

      • lorenzo ha detto in risposta a Excelsior

        Si dimentica forse una donna del suo bambino,
        così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
        Anche se queste donne si dimenticassero,
        Io invece non ti dimenticherò mai.(Is 49:15)

        Premesso quanto sopra, amare l’Uomo oltre ogni limite significa, come prima cosa, rispettarne la libertà.

    • pastor nubium ha detto in risposta a Carlo

      Carlo, ciò in cui crediamo, la nostra fede, può cambiare noi, ciò che siamo e che facciamo, e può cambiare il mondo. Questo mondo sarebbe assai peggiore di quel che è se non fosse per quelli che hanno creduto e credono in un Dio che è amore e che ci insegna a prenderci cura gli uni degli altri. Se tutti avessero fede in un Dio di speranza, amore, carità, giustizia, questo mondo sarebbe assai migliore. Purtroppo molti preferiscono confidare nel potere, nei soldi, preferiscono credere in falsi dèi che portano all’egoismo, al cinismo, alla disperazione. Puoi anche continuare a dirti ateo, ma se credi nell’amore, quello vero, per te e per gli altri, ateo non sei e lunga o breve che sia la tua vita sarà una vita migliore, e sarà migliore anche la vita del tuo prossimo.

  11. andrea g ha detto

    Bellissimo articolo, con una amara ironia di fondo
    che inquadra bene il mondo senza DIO degli atei.
    Sottolineerei solo che anche il chiamare ‘intellettuali’
    -ossia persone che sanno usare il dono dell’intelletto-
    persone come Ozpetek e Feltri, è più che mai una
    simpatica ironia.

  12. Salvatore Benvenuti ha detto

    Qualcuno definisce il suicidio un atto di eroismo. Io, grazie a Dio, non mi sono ancora trovato nella necessità di dover scegliere tra il continuare a vivere ed il porre termine alle mie sofferenze. Tuttavia, senza giudicare e condannare alcuno in particolare mi sia consentito esprimere un mio modesto parere. Io credo credo che ci voglia, a volte, più coraggio nel continuare a vivere in certe situazioni che il buttarsi da una finestra o impiccarsi. In fin dei conti, per un suicidio bastano pochi secondi, nel primo caso l’atto di eroismo può durare una vita.

  13. Sophie ha detto

    http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/corso-masturbazione-sesso-bimbi-4-anni-indicazioni-oms-1708239/

    Cioè no scusate questa la dovevo proprio postare perchè è pazzesca….

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